15 dicembre 2015
COP21, mete e geoingegneria
Uno dei temi più importanti della riunione globale della Convenzione delle Nazioni Unite sul cambio climatico che è terminata a Parigi il 12 dicembre (COP21) è stato la definizione di una nuova meta del riscaldamento globale che non si potrebbe oltrepassare. Paesi insulari ed altri del Terzo Mondo da anni affermano di non poter sopravvivere ad un riscaldamento globale superiore ad 1,5 gradi centigradi, visto che il loro territorio sparirebbe per l’aumento del livello del mare e per altri disastri. Ragioni più che attendibili, che si aggiungono al fatto che quei paesi non sono responsabili di aver causato il cambio climatico.
La temperatura media globale è aumentata di 0,85 gradi centigradi nell’ultimo secolo, la maggior parte dei quali durante gli ultimi 40 anni, a causa delle emissioni di gas serra di diossido di carbonio (CO2) e di altri gas causati dall’uso di combustibili fossili (petrolio, gas, carbone), in maggior parte per la produzione di energia, per il sistema agro-industriale, le urbanizzazioni e i trasporti. Se continua il corso attuale, la temperatura aumeterà fino a 6 gradi centigradi a fine secolo XXI, con impatti tanto catastrofici che non è possibile prevederli.
14 dicembre 2015
Il muro israeliano separa gli agnelli dalle loro madri in Cisgiordania
Le madri in questione sono le pecore che hanno partorito non molto tempo fa e sono separate dagli agnellini per ordine dell'IDF.
Il proprietario del gregge, Jamal Hanina di Qalqilyah, ha l'ovile sul lato nord della barriera di separazione (all'interno della Cisgiordania occupata, ma in una striscia che è stata annessa all' insediamento di Alfei Menashe), i suoi pascoli sono nel sud "Palestinese" della barricata. Fino a qualche tempo fa l'esercito permetteva a lui e alle sue pecore di passare attraverso un cancello aperto tre volte al giorno per un ' ora.L'ultima volta 120 pecore ,alcune delle quali avevano partorito, hanno attraversato il cancello per raggiungere il loro pascolo,ma hanno lasciato indietro "19 o 21 agnelli, non ricordo quanti", ha detto Hanina. Solo che gli ordini erano cambiati e non era possibile attraversare di nuovo il cancello .
Attiviste di Machsom Watch erano lì :
"Abbiamo visto un ragazzo di 15 anni" - Il figlio di Hanina - in attesa al lato Nord del cancello. Le pecore erano a sud del cancello, giravano e belavano, belavano e giravano : non potevano passare e raggiungere gli agnellini ."
11 dicembre 2015
Parigi e 9/11: il grande déjà vu
Ora che le acque si sono calmate, possiamo osservare con un minimo di distacco i fatti di Parigi. E ci accorgiamo che, per svariati aspetti, ci ricordano molto da vicino quelli dell'11 settembre.
Déjà vu n.1 - I "buchi" nell'intelligence
Dopo Parigi ci hanno raccontato che i servizi francesi avevano avuto diverse segnalazioni sugli attentati imminenti, ma che "non sono riusciti a collegare le informazioni" in modo da riuscire a prevenirli.
Dopo l'11 settembre ci hanno raccontato che CIA, FBI, NSA eccetera avevano ricevuto diversi avvisi sugli attacchi imminenti, ma che non avevano saputo "connect the dots" (collegare i puntini).
Soltanto un imbecille può credere che i servizi occidentali fra i più esperti al mondo (quelli francesi e quelli americani) siano talmente imbranati da non saper prevenire un attacco che è stato ampiamente annunciato da soffiate di ogni tipo. E' molto più probabile, invece, che tutte queste informazioni siano state ignorate intenzionalmente (come nel noto caso di Coleen Rowley, la whistleblower dell'FBI), proprio perchè si voleva che gli attentati andassero in porto.
Fra l'altro, sia gli americani che i francesi si sono curiosamente dimenticati di punire, licenziare, o perlomeno sospendere dal servizio coloro che avrebbero commessi questi errori clamorosi. Come se le vite dei loro concittadini, perdute a causa di questi errori, non contassero nulla.
Déjà vu n.1 - I "buchi" nell'intelligence
Dopo Parigi ci hanno raccontato che i servizi francesi avevano avuto diverse segnalazioni sugli attentati imminenti, ma che "non sono riusciti a collegare le informazioni" in modo da riuscire a prevenirli.
Dopo l'11 settembre ci hanno raccontato che CIA, FBI, NSA eccetera avevano ricevuto diversi avvisi sugli attacchi imminenti, ma che non avevano saputo "connect the dots" (collegare i puntini).
Soltanto un imbecille può credere che i servizi occidentali fra i più esperti al mondo (quelli francesi e quelli americani) siano talmente imbranati da non saper prevenire un attacco che è stato ampiamente annunciato da soffiate di ogni tipo. E' molto più probabile, invece, che tutte queste informazioni siano state ignorate intenzionalmente (come nel noto caso di Coleen Rowley, la whistleblower dell'FBI), proprio perchè si voleva che gli attentati andassero in porto.
Fra l'altro, sia gli americani che i francesi si sono curiosamente dimenticati di punire, licenziare, o perlomeno sospendere dal servizio coloro che avrebbero commessi questi errori clamorosi. Come se le vite dei loro concittadini, perdute a causa di questi errori, non contassero nulla.
6 dicembre 2015
Le patologie del capitalismo
Il capitalismo deve la sua resistenza alla capacità di ideare nuove tattiche per deviare, distorcere e sgonfiare i movimenti di resistenza. Anche a fronte di un crescente numero di vittime del capitalismo globale, i faccendieri del capitalismo sono riusciti a incanalare l'insoddisfazione e la delusione pubblica verso una diminuita autostima e un'autodistruttività privata.
Katrina Forrester, critico che scrive per il London Review of Books, ha riassunto in una battuta questa insidiosa strategia: di fronte all'oppressione e allo sfruttamento, "non iscriverti a un sindacato, prendi una pillola". Nella sua recensione (22 ottobre 2015) di The Happiness Industry: How the Government and Big Business Sold Us Wellbeing (L'industria della felicità: come il governo e big business ci hanno venduto il benessere) di William Davies, denuncia la consuetudine di definire un comportamento ribelle o atteggiamenti negativi come disturbi psicologici: "... Se non sei felice, se desideri che le cose fossero diverse o se trovi difficile adattarti alle condizioni della vita moderna, corri il rischio che ti venga diagnosticata una malattia mentale".
Katrina Forrester, critico che scrive per il London Review of Books, ha riassunto in una battuta questa insidiosa strategia: di fronte all'oppressione e allo sfruttamento, "non iscriverti a un sindacato, prendi una pillola". Nella sua recensione (22 ottobre 2015) di The Happiness Industry: How the Government and Big Business Sold Us Wellbeing (L'industria della felicità: come il governo e big business ci hanno venduto il benessere) di William Davies, denuncia la consuetudine di definire un comportamento ribelle o atteggiamenti negativi come disturbi psicologici: "... Se non sei felice, se desideri che le cose fossero diverse o se trovi difficile adattarti alle condizioni della vita moderna, corri il rischio che ti venga diagnosticata una malattia mentale".
4 dicembre 2015
L'importanza crescente di Chávez
Perchè le elites finanziarie lo detestano tanto? E' lo statista che ha anticipato di un decennio il cammino per mettere a salvo il suo Paese. Ha rimesso all'ordine del giorno valori come la sovranità, trasformandola in politica di Stato. Preambolo per recidere gli artigli con cui l'oligarchia finanziaria si appropriò delle risorse strategiche di tutti venezuelani. Nel 1989, il Venezuela ebbe la sventura di subire l'equivalente dell'assalto frontale di cui è vittima oggi l'Europa meridionale. La depredazione era motivata dalle medesime ideologie onnivore, confiscatorie, finalizzate a trasferire a "controllori esterni"
beni, risorse, autonomia e poteri istituzionali, propri delle nazioni e delle democrazie.
Chávez è il prodotto della sintesi tra le sollevazioni popolari spontaneedel febbraio del 1989, dilagate in tutte le principali città venezuelane -debellate con il fuoco delle armi dal governo-protesi del FMI e USA- e la ribellione del 1992 di quei militari utilizzati come cecchini contro i cittadini. Altro che golpe! Presero il controllo pieno delle cinque maggiori regioni, con la partecipazione di almeno 8000 soldati. Il movimento bolivariano è la ricomposizione della forza tellurica dei saccheggi, della sommossa popolare e della ribellione organizzata dei sottufficiali. In esso confluiscono le energie dell'equità sociale e quelle della sovranità, dell'antimperialismo e del nazionalismo (1), per aprire la prospettiva ad un altro Paese-possibile.
Chávez è il prodotto della sintesi tra le sollevazioni popolari spontaneedel febbraio del 1989, dilagate in tutte le principali città venezuelane -debellate con il fuoco delle armi dal governo-protesi del FMI e USA- e la ribellione del 1992 di quei militari utilizzati come cecchini contro i cittadini. Altro che golpe! Presero il controllo pieno delle cinque maggiori regioni, con la partecipazione di almeno 8000 soldati. Il movimento bolivariano è la ricomposizione della forza tellurica dei saccheggi, della sommossa popolare e della ribellione organizzata dei sottufficiali. In esso confluiscono le energie dell'equità sociale e quelle della sovranità, dell'antimperialismo e del nazionalismo (1), per aprire la prospettiva ad un altro Paese-possibile.
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3 dicembre 2015
Come e perché si metterà fine al denaro contante
Ex collaboratore di primo piano di quattro presidenti spiega come e perché le Elites vogliono metter fine all'uso del denaro in contanti: La Guerra al Cash sta prendendo velocità.
Negli ultimi mesi:
1) La SEC e altri enti regolatori hanno messo in campo una serie di norme che consentono ai fondi del mercato monetario di tenere bloccato il denaro fino ad un massimo di 10 giorni se dovesse verificarsi una prossima crisi finanziaria (cioè non si potrebbero ritirare i propri soldi dalla banca).
2) La FDIC ha varato leggi che le consentono di conoscere quali sono le banche di "rilevanza sistemica" e convertire i loro depositi in titoli azionari (il tanto temuto "bail in" utilizzato a Cipro nel 2013).
3) JP Morgan e altre grandi banche hanno iniziato a non accettare grandi depositi.
4) La Francia ha vietato ogni transazione in denaro contante fisico superiore a € 1000. La Spagna ha già vietato le transazioni oltre € 2.500. L'Uruguay ha vietato le transazioni per più di $ 5.000. E così via.
Negli ultimi mesi:
1) La SEC e altri enti regolatori hanno messo in campo una serie di norme che consentono ai fondi del mercato monetario di tenere bloccato il denaro fino ad un massimo di 10 giorni se dovesse verificarsi una prossima crisi finanziaria (cioè non si potrebbero ritirare i propri soldi dalla banca).
2) La FDIC ha varato leggi che le consentono di conoscere quali sono le banche di "rilevanza sistemica" e convertire i loro depositi in titoli azionari (il tanto temuto "bail in" utilizzato a Cipro nel 2013).
3) JP Morgan e altre grandi banche hanno iniziato a non accettare grandi depositi.
4) La Francia ha vietato ogni transazione in denaro contante fisico superiore a € 1000. La Spagna ha già vietato le transazioni oltre € 2.500. L'Uruguay ha vietato le transazioni per più di $ 5.000. E così via.
2 dicembre 2015
Ron Paul: "La guerra al terrorismo sta creando più terrorismo!"
Gli interventisti americani faranno di tutto per impedire che la popolazione si renda conto che le loro scelte di politica estera stanno alimentando il terrorismo e ispirando gli altri a cercare di colpire l'occidente, scive Ron Paul sul sito del suo Istituto. I neocon sanno che quando si capisce che boomerang è reale - che le persone cercano di attaccarci, non perché siamo buoni e liberi, ma perché bombardiamo e occupiamo i loro paesi - la loro stretta mortale sulla politica estera inizierà a scivolare.
È per questo che ogni volta che si verifica un evento come gli attentati di Parigi all'inizio di questo mese, hanno fretta di occupare le stazioni televisive per terrorizzare gli americani ad accettare ancora più bombardamenti, più occupazione, più sorveglianza a casa, e più decurtazione delle nostre libertà civili. Ci dicono che dobbiamo farlo, al fine di combattere il terrorismo, ma le loro politiche stanno alimentando il terrorismo.
La "tonnara" in Place de la Republique: "L'oltraggio dei manifestanti" al memoriale di Parigi e le foto che smascherano la bufala mondiale
In questi giorni molti media hanno riferito e denunciato che, domenica 29 novembre, parecchi dei manifestanti riunitisi nel centro di Parigi per contestare la conferenza dei capi di Stato sul cambiamento climatico (COP 21) in corso nella capitale francese avrebbero "saccheggiato" e "oltraggiato" il memoriale dedicato alle vittime del 13 novembre creato intorno al monumento alla Marianne in Place de la Republique.
Ma quello che si può chiaramente vedere dalle foto e dai video è che sono stati proprio i manifestanti che finché hanno potuto hanno protetto i fiori, le candele e i biglietti apposti dai passanti e dai parenti in memoria delle vittime delle stragi di due settimane fa, finché sono stati costretti alla fuga precipitosa dai gas lacrimogeni sparati dalla polizia in assetto antisommossa. Se è vero che alcuni manifestanti hanno scagliato contro gli agenti ciò che avevano a portata di mano, è altrettanto vero che i poliziotti hanno calpestato e distrutto il memoriale nella loro foga repressiva. Eppure praticamente nessun importante media mainstream tra quelli che hanno esecrato "l'oltraggio dei manifestanti" al memoriale si è degnato di raccontare come sono andate veramente le cose.
Ma quello che si può chiaramente vedere dalle foto e dai video è che sono stati proprio i manifestanti che finché hanno potuto hanno protetto i fiori, le candele e i biglietti apposti dai passanti e dai parenti in memoria delle vittime delle stragi di due settimane fa, finché sono stati costretti alla fuga precipitosa dai gas lacrimogeni sparati dalla polizia in assetto antisommossa. Se è vero che alcuni manifestanti hanno scagliato contro gli agenti ciò che avevano a portata di mano, è altrettanto vero che i poliziotti hanno calpestato e distrutto il memoriale nella loro foga repressiva. Eppure praticamente nessun importante media mainstream tra quelli che hanno esecrato "l'oltraggio dei manifestanti" al memoriale si è degnato di raccontare come sono andate veramente le cose.
30 novembre 2015
Una riflessione politicamente scorretta sul massacro di Parigi
In questi giorni tutti i media condannano unanimemente il massacro di Pariri, esortano all’unità dell’Occidente e ad intensificare l’azione militare contro l’ISIS. Ma … non bisognava risolvere il problema del terrorismo? Non sarà magari il momento di riflettere sulle responsabilità dell’Occidente nell’aumento del terrorismo?
E’ chiaro, il massacro di Parigi può solo causare orrore e lutto. Ma… perché delle persone così giovani possono agire in modo così atroce? Il municipio di Courcouronne, il ghetto da cui viene il kamikaze identificato Ismail Mostafa, è anche il luogo di origine di Assata Diakité, una delle vittime.
Tre riflessioni…
La prima è che le relazioni fra mondo arabo e Occidente hanno una storia pesante. Iniziano quando, nel 1916, durante la 1° Guerra Mondiale, Francia, Gran Bretagna, Russia e Italia fecero un accordo per dividere tutto l’Impero Ottomano.
Il marketing politico
La nostra epoca probabilmente sarà ricordata come
l’epoca delle manipolazioni mentali. Infatti, per accettare il sistema in cui
stiamo vivendo è necessario subire alcuni condizionamenti, finalizzati a creare
un contesto fittizio nel quale spesso i termini sono ribaltati, inducendo le
persone, e in particolare i politici, ad agire animate da fini non nobili.
In un contesto in cui tutto è merce, e i cittadini
sono clienti, lavoratori o elettori, esiste il cosiddetto “Marketing politico”.
A questo numero trovate allegato un manuale che fornisce un esempio molto
chiaro di ciò che è il cosiddetto “marketing politico”.
Si tratta di considerare la politica alla stessa
stregua di un settore di condizionamento e manipolazione, proprio come si
stesse vendendo un prodotto o un servizio.
Quello che a
molti sfugge è che il consenso politico è oggi studiato come fosse una sorta di
scienza, con tanto di manuali e di insegnamenti.
Ormai il settore politico si muove attraverso
inquietanti figure, spin doctos (dottori del raggiro) e “influencers” (“opinion
makers”), che provano, se mai ce ne fosse bisogno, che la politica è diventata un mondo
mercificato, nel quale vince chi può più spendere per acquisire l’arte di
raggirare la gente.
29 novembre 2015
Cosa c’è in gioco alla Conferenza sul Cambio Climatico di Parigi ora che sono proibite le manifestazioni
La decisione del governo francese di proibire le proteste, le manifestazioni e altre “attività all’aria aperta” durante il vertice di Parigi sul cambio climatico è preoccupante su molti piani.
Quello che mi preoccupa di più ha a che vedere con la forma in cui riflette la disuguaglianza fondamentale della stessa crisi climatica e la questione chiave di quale è la sicurezza e di chi è quella a cui si da valore in questo mondo disuguale.
Ci sono quelli che dicono che tutto va bene contro il telone di fondo del terrorismo. Ma un vertice sul cambio climatico non è come una riunione del G8 o dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, in cui si trovano i potenti e dove quelli senza potere cercano di guastargli la festa. Gli atti della “società civile” parallela non sono qualcosa di aggiunto né distrazioni dal fatto principale. Sono parte integrante del processo, ragion per cui il governo francese non avrebbe mai dovuto permettersi di decidere qual parte del vertice avrebbe cancellato e quale mantenuto.
26 novembre 2015
Gladio dietro gli attentati dell’ISIS in Europa?
Gladio è tornata in Europa. Il fine è dare all’Unione Europea un maggior controllo politico e sociale sulle popolazioni del continente. E per raggiungere l’obiettivo Gladio è capace di tutto. Anche di organizzare attentati come quello di Parigi: ecco le prove raccolte da Andrea Cinquegrani, Direttore de La Voce delle Voci.
Non pochi, nei servizi di intelligence, si chiedono: “Perché la connection terroristica ora porta in Belgio? Per via del quartier generale della Nato a Bruxelles? Per quei vecchi trascorsi della base terroristica che tra gli anni ’70 e gli ’80 portavano all’Hyperion?”. Cerchiamo di decodificare, partendo da un fresco saggio – 14 settembre 2015 – firmato da Wayne Madsen dal significativo titolo: “Gladio è tornata in Europa?”. Eccone alcuni passaggi “caldi”.
23 novembre 2015
"ISIS = Israeli Secret Intelligence Service"
Ken O'Keefe è un ex-Marine degli Stati Uniti, di origine irlandese-palestinese, che ha rinunciato alla cittadinanza americana nel 2001. Come scrive nella propria biografia, "Quando ero un Marine denunciavo apertamente l'abuso di potere da parte dei miei superiori, e per questo motivo ho pagato un caro prezzo.
Nel nostro nome
TLAXCALA ΤΛΑΞΚΑΛΑ ТЛАКСКАЛА تلاكسكالا 特拉科斯卡拉
I tragici avvenimenti recenti e la tempesta emozionale che hanno suscitato ci hanno indotti a pubblicare il seguente chiarimento:
1-Tlaxcala non è né un esercito, né un partito, né una setta convinta di essere detentrice di verità.
2- Modestamente parlando, siamo una rete di persone, associate liberamente per aiutare a gettar luce sugli avvenimenti di questo modo mediante la pubblicazione e traduzione di documenti che consideriamo siano di interesse.
3-La pubblicazione e la traduzione di un documento non significa necessariamente che siamo al 100% d’accordo con quanto detto nel documento.
22 novembre 2015
Bill Gates: "La democrazia è un problema"
La sinistra radicale americana sa bene che la fine del mandato di Obama è accompagnata da un ripensamento totale di tutto ciò che è stato fatto per l’avanzamento dell’utopia socialista. Questo spiega il motivo per cui ha raddoppiato l’attenzione sugli stessi temi, in maniera chiara e semplice, mentre Obama si avvicina all’ultimo anno di mandato. Tuttavia, muovendosi in questo modo, la sinistra radicale finisce per apparire come nemica della libertà e dell’indipendenza.
Recentemente il sito di informazione Breitbart News ha riportato il fatto che Bill Gates, non ultimo di una lista di mondialisti di sinistra (e sostenitore del depopolamento) si è pronunciato senza mezzi termini contro il costituzionalismo e la democrazia e a dispetto dei numerosi controesempi ha detto – tenetevi forte – che solo il socialismo potrà “salvare” il nostro pianeta dal cambiamento climatico.
Nel corso di una lunga intervista rilasciata a The Atlantic, giornale smaccatamente liberale, Gates ha detto che la “democrazia rappresentativa” ha fallito, che il settore privato – dal quale lui trae i suoi profitti – è incompetente, e che solo governi sovradimensionati come la Cina o gli Stati Uniti potrebbero avere i mezzi per salvare il pianeta dal cambiamento climatico (quanto a chi ci salverà da questi truffatori del cambiamento climatico è un’altra questione).
Recentemente il sito di informazione Breitbart News ha riportato il fatto che Bill Gates, non ultimo di una lista di mondialisti di sinistra (e sostenitore del depopolamento) si è pronunciato senza mezzi termini contro il costituzionalismo e la democrazia e a dispetto dei numerosi controesempi ha detto – tenetevi forte – che solo il socialismo potrà “salvare” il nostro pianeta dal cambiamento climatico.
Nel corso di una lunga intervista rilasciata a The Atlantic, giornale smaccatamente liberale, Gates ha detto che la “democrazia rappresentativa” ha fallito, che il settore privato – dal quale lui trae i suoi profitti – è incompetente, e che solo governi sovradimensionati come la Cina o gli Stati Uniti potrebbero avere i mezzi per salvare il pianeta dal cambiamento climatico (quanto a chi ci salverà da questi truffatori del cambiamento climatico è un’altra questione).
21 novembre 2015
Attentati a Parigi o il fallimento dell'umanità
Perdite di guerra, di Miguel Villalba Sánchez |
Tutto è stato detto, tutto è stato visto, corpi insanguinati, persone in fuga attraverso le finestre, i feriti, i morti ...
Forse ci rimangono due cose importanti: uno sforzo per capire perché; e un altro, forse ancora più importante, un senso di fallimento, fallimento dell'umanità.
Non si tratta solo dei recenti attacchi in Francia. Questo è il secolo segnato dal completo fallimento della ragione.
"Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto! È questo il motto dell'Illuminismo", ha detto Kant 230 anni fa.
La storia dell'illuminismo è ricca di eventi. Già avevano avvertito due tedeschi, Max Horkheimer e Theodor Adorno, in un testo notevole, Dialettica dell'Illuminismo, pubblicato nel 1944. La sconfitta del nazismo era inevitabile, ma la sua stessa esistenza alimentava poca speranza nel trionfo della ragione.
20 novembre 2015
La Guerre en Rose
Pioggia su Raqqa, Giuseppe La Micela |
Esce La vie en rose, ecco La guerre en rose. La guerra, nella definizione di Hollande, sarà “senza pietà”. C’è voluta una carneficina per risvegliare l’establishment francese dal torpore. Fino al 13 novembre – giorno della tragedia di Parigi – per l’Eliseo Bashar al-Assad coincideva con Daesh. Più o meno come Petro Poroshenko in Ucraina era il buono che si opponeva all’ “aggressione russa”.
Infatti l’ “aggressione russa” ha finito per essere aggredita – per mezzo dell' esplosione del Metrojet A321 dovuta ad un attentato, come stabilito dall’FSB – ancora prima degli attacchi suicidi e delle sparatorie di Parigi.
Terrorismo: le borse lo sanno 5 giorni prima
Nik Crepaldi, un consulente che opera nel ramo finanziario, ha scoperto che l’indice VIX, anche chiamato “indice della paura“, si è impennato del 9,31% venerdì 13 novembre, senza alcun motivo apparente. L’indice misura il grado di nervosismo delle borse: quando è alto tutti vendono, quando è basso tutti comprano. Non solo, il VIX ha manifestato un rialzo del 40% nei 5 giorni precedenti all’attentato di Parigi, dopo due mesi di sostanziale noia!
Allora Stefano Fugazzi, giornalista e consulente finanziario a sua volta, è andato a vedere il comportamento del VIX nelle fasi precedenti a tutti i maggiori eventi terroristici della storia recente.
Quello che ha scoperto è impressionante.
18 novembre 2015
Costituzione di guerra
Lunedì 16 novembre, tre giorni dopo le stragi di Parigi, François Hollande è intervenuto davanti al parlamento riunito in seduta congiunta a Versailles. Nel suo discorso trasmesso in diretta tv il presidente francese ha pronunciato parole di una certa gravità e foriere di pesanti cambiamenti negli equilibri interni non solo della Francia ma di tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Lo scenario prefigurato da Hollande apre infatti la strada ad alcune importanti modifiche della costituzione francese, cui potrebbero a breve seguire analoghi passi da parte di altri governi. Con l’annuncio “siamo in guerra” e la ridefinizione del concetto di terrorismo (“terrorismo di guerra”), per combattere il quale è necessario adeguare la carta costituzionale, istituzionalizzando uno stato di emergenza permanente, il presidente del “paese delle libertà e dei diritti dell’uomo” apre una nuova fase politica i cui sviluppi sono tutti da indagare e che non promettono nulla di buono.
Lo scenario prefigurato da Hollande apre infatti la strada ad alcune importanti modifiche della costituzione francese, cui potrebbero a breve seguire analoghi passi da parte di altri governi. Con l’annuncio “siamo in guerra” e la ridefinizione del concetto di terrorismo (“terrorismo di guerra”), per combattere il quale è necessario adeguare la carta costituzionale, istituzionalizzando uno stato di emergenza permanente, il presidente del “paese delle libertà e dei diritti dell’uomo” apre una nuova fase politica i cui sviluppi sono tutti da indagare e che non promettono nulla di buono.
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