Quando dovete fare i conti
con una diagnosi allarmante, una procedura invasiva od un’operazione rischiosa,
probabilmente la domanda più spontanea da porre è «Se fosse in me, lei cosa
farebbe?». Ecco il parere di alcuni medici esperti e ricercatori su quali cure
loro eviterebbero, e molto spesso si tratta di andare contro il modo di vedere
più consolidato.
Uno Psichiatra che non
assumerebbe mai antidepressivi La Dott.ssa
Joanna Moncrieff è senior lecturer in psichiatria presso il London University
College ed autrice di «The Myth Of The Chemical Cure» [Il mito delle cure
chimiche].
«Esercito nel campo della psichiatria da oltre 20 anni, e per la mia esperienza
gli antidepressivi non fanno nulla di buono. Non li assumerei in nessuna
circostanza, nemmeno se fossi a rischio di suicidio.
Tutti gli studi mostrano che – nel migliore dei casi – gli antidepressivi ti
fanno sentire un po’ meglio di quanto non farebbe un placebo, il che non
significa che curino la depressione. Dopo anni di scannerizzazione del cervello, non abbiamo una sola prova che la
depressione sia collegata ad un qualche squilibrio chimico cerebrale, dunque è
discutibile l’idea in sé di trattarla con sostanze chimiche.
Ciò che è accaduto domenica, in occasione delle elezioni per il parlamento europeo, è troppo poco definirlo sconcertante. Scioccante potrebbe andare un po’ meglio, ma è ancora insufficiente. Verrebbe da dire che gli italiani non hanno memoria e neppure spina dorsale, che non solo non imparano dai propri errori, ma ne commettono sempre di peggiori. Il voto a valanga al pd di Renzi, euroservo e filo-atlantista – impegnato a ridurre l’Italia a un cumulo di macerie sociali e produttive per conto delle aristocrazie del denaro e della finanza – lo testimonia nel peggior modo possibile. Potremmo forse parlare di “Sindrome di Stoccolma”, visto che il consenso è stato amorevolmente concesso ai carcerieri e kapò piddini, che si celano dietro l’immagine promozionale di Renzi.
Mentre nel resto d’Europa si moltiplicano i segnali di ribellione all’unionismo elitista e alle politiche antisociali, in Italia accade esattamente il contrario e la sinistra neoliberista, atlantista ed europoide, incarnata perfettamente dal pd, raggiunge il massimo storico dei consensi. Solo in germania i governativi tengono, ma sappiamo che la germania beneficia, per ora, della trappola dell’euro e delle politiche di austerità imposte agli altri paesi. Per questo vorrebbe prolungare all’infinito, a proprio vantaggio, l’agonia degli altri popoli europei.
Nella giornata della valanga euroscettica, mentre in Francia dilaga il FN di Marine Le Pen, in Gran Bretagna spopola l'Ukip di Nigel Farage, in Danimarca diventa primo partito il DPP ed in Austria il Fpoe raddoppia i propri consensi attestandosi oltre il 20%, in Italia l'ebetino Matteo Renzi, alla guida del PD, stravince la sfida con Beppe Grillo e raccoglie più del 40% dei consensi, smentendo qualsiasi previsione della vigilia. Tutto ciò nonostante il Matteo fiorentino rappresenti un partito in tutto e per tutto prono di fronte all'Europa dei banchieri, di cui rappresenta di fatto la quinta colonna all'interno del nostro disgraziato paese e nonostante l'Italia, insieme a Grecia, Portogallo e Spagna, sia fra le nazioni maggiormente devastate dall'euro e dalle politiche di austerity della UE.....
A poco più di un anno dalla costituzione di No Fracking Italy,
di sotto propongo un film di Lech Kowalsky prodotto da Odile Allard,
con la collaborazione di numerosi attivisti europei, tra cui Antoin
Simon e Grace Murray. Le immagini e i contenuti di questo
lavoro sono stranoti agli attivisti ambientalisti e alle persone attente
a ciò che succede realmente intorno, senza farsi distorcere
dall’informazione dopata, stordente e telecomandata. La sua diffusione serve a capire una volta di più quale landa fascista lobbytomizzata sia la Fortezza Ue-ropa.
Democrazia del Fracking Un documentario di Lech Kowalski prodotto da Odile Allard sottotitoli in italiano Francesco Giannatiempo
“Il gas di scisto non è
piu’ una delle tante opzioni in Europa, ma una realtà. L’esplorazione è
in corso in diversi paesi europei e vaste aree sono già state designate
per essere sottoposte ad eventuali processi di fratturazione.
Il film di Lech Kowalski
analizza la realtà dell’esplorazione di gas non convenzionali in tre
comunità: a Zurawlow, Polonia; a Balcombe, Regno Unito; e a Pungesti,
Romania. Quando le multinazionali impongono la propria agenda sui
cittadini, la democrazia è rimessa in questione e spesso i media non
riportano alcuna opposizione alle attività di fratturazione.
“Napolitano è un pericolo per la democrazia in Italia”: parole e musica non di un Beppe Grillo qualsiasi ma della prestigiosa London Review of Books, dove storici e ricercatori britannici hanno condannato l’operato di Re Giorgio. A cui staranno già fischiando le orecchie: avviso di sfratto in corso. L’avviso di sfratto a Giorgio Napolitano arriva da Londra, regno dell’alta finanza europea, per mezzo della prestigiosa rivista London Review of Books. Gli storici e i ricercatori inglesi, accademici di statura internazionale, che compongono il board della rivista hanno ospitato e recensito il nuovo saggio di Perry Anderson, storico di fama mondiale, la cui conclusione è inequivocabile:“Giorgio Napolitano è la vera minaccia per la democrazia italiana”. Altro che il salvatore della patria, altro che “roccia su cui fondare la Terza Repubblica”, come scrivono i pennivendoli di fiducia. Secondo Anderson,
“Napolitano è una vera pericolosa anomalia, un politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare sempre dalla parte del vincitore".
Sembra che la Grande Germania, ritornata soggetto geopolitico egemone in Europa,
stia realizzando attualmente la prospettiva immaginata dai politici e
dagli economisti nazisti per il loro dopoguerra vittorioso: di rendersi
esportatrice netta di merci verso una periferia monetariamente
subalterna ad una moneta unica che allora sarebbe stato il marco e
adesso è l’euro.
Alla metà degli anni ’30 la stabilità degli scambi commerciali con
l’estero era stata raggiunta in Germania mediante accordi bilaterali di
clearing che consentivano di scambiare le merci senza “consumare” moneta
perché le importazioni, non coperte da esportazioni, venivano
contabilizzate in una “stanza di compensazione” e rinviate al futuro,
senza interessi, in attesa d’essere saldate con esportazioni a venire. A
seguito dei successi militari del 1940 una sua evoluzione venne
ritrovata nella compensazione multilaterale tra le nazioni
progressivamente alleate o conquistate, così che se la Germania si
trovava con un debito verso A ma pure con un credito verso B, B pagava A
e la Germania era libera dal debito senza nessun movimento di valuta.
Le problematiche di militarizzazioni ed inquinamento ambientale legate all’istallazione dell’ultimo terminale terrestre del Muos, nella Sughereta di Niscemi, sono tornate alla ribalta nel corso di questa campagna elettorale in vista delle europee ormai imminenti. C’è da dire, però, per fare chiarezza una volta per tutte, che l’Europa non può compiere nessuna azione diretta circa il Muos, ovvero: non può impedirlo o farlo smantellare. Questo perché, come è noto, questa micidiale arma per controllare a distanza le prossime guerre, di proprietà ed uso esclusivo del Pentagono, viene installata proprio in Sicilia in seguito a un “accordo” tra le forze armate degli Stati Uniti ed italiane, bypassando il Parlamento e in violazione agli artt. 11, 80 e 87 della Costituzione. Ci sono, però, diverse cose che l’UE può e deve fare. Strade indirette per la salvaguardia della vita della popolazione, dell’ambiente e per scongiurare uno dei passi più decisivi in vista dell’automatizzazione di tutti i conflitti.
L’istituzione del segreto bancario ha le ore contate, grazie a due
eventi che ne hanno segnato l’inizio della fine: l’attentato alle Torri
Gemelle e la crisi
finanziaria del 2007-2009. Dopo l’11 Settembre, col pretesto della
“lotta al terrorismo”, Washington «ha iniziato a ottenere un sempre
maggiore accesso alle informazioni sui clienti delle banche,
sui loro conti e sulle loro transazioni», afferma l’economista russo
Valentin Katasonov. Il Patriot Act, approvato dopo l’attacco alle Twin
Towers, permise all’intelligence statunitense di accedere liberamente a
informazioni prima riservate, senza più dover ottenere il permesso dei
giudici. Così, attraverso organizzazioni internazionali come l’Ocse e il
Fmi, Washington ha iniziato ad avere libero accesso alle informazioni
bancarie di tutto il mondo. Il secondo evento, la crisi
finanziaria, «ha dato il via a un processo repressivo nei confronti dei
conti offshore e del segreto bancario». Chi ha condotto la campagna
contro il segreto bancario e i conti offshore? Gli Stati Uniti. Ma,
dietro alle motivazioni ufficiali, la guerra al segreto bancario nasconde la volontà di controllare il sistema bancario mondiale.
Continuano imperterriti nel lavoro di propaganda e condizionamento mentale, per convincerci ad impiantarci sottopelle il microchip. Non sanno più che fare e le stanno provando tutte. Hanno iniziato diversi anni fa, facendo legiferare i camerieri-marionette (politici e governi), con decreti ad hoc per impiantare il microchip negli animali domestici. Da novità, oggi è diventata una pratica normalissima e imposta per legge. L’obiettivo finale però non è il cane, ma l’animaleuomo!
Utilizzando la sempreverde paura, e la crescente richiesta di sicurezza e protezione, qualche povero individuo si è fatto, per soldi, impiantare sottopelle il microchip. Paura de che? Ovviamente paura di rapimenti, sequestri di persona, terrore di furti o clonazione di carte di credito, tanto per citarne alcune. Ma a tutto, sappiamo esserci rimedio e infatti con il microchip queste cose non esisteranno più! Saremo tutti più al sicuro. Un bambino viene rapito? Nessun problema: grazie al satellite saranno in grado di rilevare il codice emesso dal chip in poche ore. Ti clonano la carta di credito e la usano per acquisti su internet? Nessun problema: con il chip questo non sarà più possibile.
Ma nonostante la propaganda mediatica più becera, tale strategia non sta avendo il successo voluto, forse perché, nonostante il rimbambimento e l’ipnosi cerebrale, le persone sono ancora in grado di pensare fino in fondo, per fortuna. L’ultimo tentativo in ordine cronologico ci arriva dalla frontiera della contraccezione.
Molti "autorevoli commentatori" sostengono che in caso di uscita dell'Italia dall'euro, i risparmi subirebbero delle gravi perdite per effetto della svalutazione che ne seguirebbe.
Per di più, usano questo tipo di affermazioni per cercare di incutere
terrore verso l'opinione pubblica (in questo caso i risparmiatori), al
fine di veicolare il consenso a favore della permanenza dell'Italia
nella moneta unica euro. Il tema dell'euro, oltre ad essere di estrema
importanza, è anche di difficile comprensione, poiché presuppone delle
conoscenze economiche che non tutti hanno o possono avere. Ecco quindi
che esercitare pressioni sull'opinione pubblica evocando scenari
apocalittici, appare un atto censurabile sotto ogni punto di vista, solo
per usare un eufemismo. Chi scrive,
pur lodando il dibattito (quello serio) che eminenti economisti sono
stati capaci di stimolare aprendo gli occhi all'opinione pubblica
meno preparata e meno sensibile al tema, teme che questo grande impegno
porti a ben poco, in termini concreti. Per
il semplice motivo che noi non abbiamo una classe politica capace di
assumere una scelta così importante, che peraltro distruggerebbe
l'enorme investimento del patrimonio politico che la creazione
dell'euro ha presupposto negli ultimi 50 anni di storia politica
europea.L'omertà (e l'ignoranza) che sovrasta la scena politica italiana sul tema euro ne costituisce esempio tangibile.
In Alta Irpinia a Cairano, 340 abitanti arroccati ai confini della
Lucania, nelle terre interne del mezzogiorno, parte l'Orto comunitario.
Il progetto è ideato dall'associazione culturale l'Albero Vagabondo e ha
un valore fortemente simbolico e identitario. A pochi metri dall'osservatorio geo-cosmico della Rupe di Cairano,
sulle sponde del Lago di Conza, c'è uno dei panorami più belli delle
terre dell'osso, una parte che ancora resiste all’immanente devastazione
finto-energetica del paesaggio appenninico. Qui
parte l'esperimento resiliente dell'Orto comunitario di Cairano, una
scommessa lanciata alla popolazione che potrebbe sembrare una
provocazione:tornare alla terra, mentre tutti la abbandonano.
«Restare anziché scappare – spiegano dall’associazione L’Albero
Vagabondo, che ha avuto l’idea - In queste terre non c'è ancora la
cognizione necessaria a percepire l'attuale ritorno all’agricoltura; qui
coltivare la terra non fa ancora tendenza, il ricordo della terra
arcigna è ancora presente e le nuove generazioni la rifuggono. Ma è la
capacità di adattarsi ai cambiamenti, quella capacità di resistere che
si trova nelle situazioni più difficili, la possibilità di identificare
risorse, di generare rete, di sviluppare rapporti e creare nuove
relazioni felicitanti la premessa per avviare un esperimento di coltivazione comunitaria.
Una ricerca dell’identità originaria attraverso relazioni tra vecchio e
nuovo, tra interni ed esterni, tra la vita e la morte»
“Questi trovavano una serie di corpi sfigurati, sparsi intorno, indizi di un antagonismo sociale cieco e distruttore. Questa scena poteva corrispondere a qualcosa di assolutamente caotico e disordinato in cui si trovavano i cadaveri smembrati, disseminati o impilati tutt’intorno. Ma era altrettanto facile imbattersi in scene dove c’era un ordine intenzionale, una vera messa in scena. (…) Questo metodo cercava innanzitutto di terrorizzare gli abitanti del paese che fuggivano abbandonandolo del tutto.” (María Victoria Uribe Alarcón, “Antropologia dell’Inumanità”, 2004, p.92)
L’arrivo a Buenaventura, in un primo momento, lascia un certo senso di ansia. Dà la sensazione che tutti gli edifici stiano per crollare, ammuffiti e marci. A differenza di altri luoghi colombiani, si respirano sfiducia e paura: la sensazione di abbandono è evidente. Pare incredibile che la maggior parte del commercio internazionale colombiano passi per questo porto, rimarcando il carattere contraddittorio del capitalismo, in cui investimento e privazione sono termini indissociabili. La miseria è un concetto relativo e diventa tanto più odiosa se è circondata da tanta ricchezza.
Quello che accade a Buenaventura, dove quotidianamente saltano fuori corpi umani smembrati che galleggiano tra le mangrovie o sono sparsi per le strade, non è niente di nuovo per la maggior parte delle persone. All’improvviso, tutto il mondo si è messo a parlare di Buenaventura in Colombia. Vengono scritti resoconti giornalistici e trasmessi programmi televisivi colmi d’indignazione sulla situazione scoraggiante che la città vive alle prese del flagello paramilitare (che ora agisce sotto i nomi di Urabeños, Rastrojos, Empresa). Ha suscitato rabbia e risentimento l’orrore delle “Casas de Pique”(case della tortura), vere e proprie macellerie per esseri umani, che tutto il mondo conosce e può vedere, tranne che la polizia, l’esercito e le autorità. Ma il tratto dato a queste notizie, come sempre, è molto povero, sensazionalista e decontestualizzato.
Guardare la moneta con gli occhi di un bambino. Non possiamo più essere schiavi di un sistema generato da noi stessi e che ci vorrebbe portare verso il buio totale!
Le statistiche greche sono agghiaccianti. Dalla crisi finanziaria del 2008, seguita dai salvataggi bancari dell'Unione Europea con le sue dure condizioni e la distruzione del sistema sanitario, il tasso di mortalità ha subìto un'impennata verso l'alto. Il numero dei decessi è aumentato di un enorme 5% soltanto dal 2011 al 2012, stando all'istituto di statistiche ellenico (ELSTAT). Consideriamo i dati dei decessi:
2008 – 107.979
2009 – 108.316
2010 – 109.084 (nel maggio 2010 fu sottoscritto il primo memorandum UE-FMI.)
2011 – 111.099
2012 – 116.668
Non c'è alcun dubbio che i dati del 2013 saranno superiori a quelli dell'anno precedente. L'aumento è direttamente attribuibile al crollo del sistema sanitario dopo i tagli al bilancio. Le morti per neoplasie (tumori e cancri maligni) sono aumentate di quasi il 5% nel 2012, perché molti malati di cancro sono costretti a pagare di tasca propria i farmaci e gli interventi. Inoltre, c'è una grave carenza di farmaci perché il piano sanitario del governo non rimborsa le farmacie.
In Ucraina, «la Ue sta facendo un gioco ignobile al servizio degli Usa, non cercando di porsi come mediatore, ma schierandosi apertamente con una delle parti in conflitto, in nome di principi inesistenti come quello dell’intangibilità delle frontiere», che in questo caso sono un puzzle interetnico, data la labilità storica dell’identità nazionale ucraina. Accusa Aldo Giannuli: «Da Merkel e da Hollande non è venuta una parola di condanna per il pogrom di Odessa, il che li rende complici morali di esso». Giannuli cita il breve, terribile documentario montato da Giulietto Chiesa su “Pandora Tv”, che dimostra che la strage di Odessa è stata pianificata: un massacro di civili inermi, alcuni bruciati vivi ma altri trucidati a colpi di pistola, o strangolati nel proprio ufficio, come accaduto a una donna incinta i cui assassini si sono vantati di aver “ucciso una russa e il piccolo russo che aveva in grembo”.
«Quando ricompaiono i nazisti con le loro atrocità – scrive Giannuli nel suo blog – non è possibile alcuna neutralità e non c’è dubbio sulla parte da scegliere: contro di loro e a fianco delle vittime». Il pogrom di Odessa è illuminante: «E’ in corso in Ucraina una partita strategica mondiale che va molto oltre gli attori che occupano il palcoscenico». Premessa fondamentale:
Perchè tolleriamo la minaccia di un’altra guerra mondiale in nostro nome? Perchè permettiamo menzogne che giustifichino questo rischio? La portata del nostro indottrinamento, scrisse Harold Pinter, è un “brillante, persino arguto, atto di ipnosi di immenso successo”, come se la verità “non fosse mai accaduta nemmeno mentre stava accadendo”. Ogni anno lo storico statunitense William Blum pubblica il suo “Riassunto aggiornato della politica estera degli USA”, il quale mostra come, dal 1945, essi abbiano provato a rovesciare più di 50 governi, molti dei quali democraticamente eletti, abbiano massicciamente interferito nelle elezioni di 30 paesi, abbiano bombardato la popolazione civile di 30 paesi, abbiano fatto uso di armi chimiche e biologiche e abbiano attentato alla vita di leader stranieri.
In molti casi il Regno Unito ne è stato complice. Il grado di sofferenza umana causato, per non parlare dei crimini perpetrati, è ben poco conosciuto in occidente, malgrado la presenza del sistema di comunicazioni più avanzato del mondo e del giornalismo nominalmente più libero. Il fatto che la maggior parte delle vittime del terrorismo – il “nostro” terrorismo – sia musulmana non può essere detto.
Il 30 marzo scorso
sono stati avvistati e fotografati alcuni singolari velivoli, mentre
incrociavano su Amarillo (Texas). Tra le altre, ne ha dato conto la
testata britannica “Dailymail” che ha riportato la gragnola di ipotesi
circa il tipo di aerei osservati. Poco importa, in fondo, identificare
gli aeromobili la cui sagoma triangolare ricorda il prototipo Aurora.
Bisogna, invece, evidenziare le classiche scie chimiche (e non di
condensazione) prodotte dai velivoli in oggetto. Insomma, è stata ancora
alzata l’asticella della geoingegneria clandestina con l’impiego di
aerei di nuova generazione. Un marine in pensione
con quasi due decenni di esperienza nell’aeronautica si è fatto avanti
con un’ipotesi convincente(?) su tre aerei misteriosi che sono stati
avvistati sul Texas nel mese di marzo. Il 10 marzo scorso i fotografi Steve Douglass e Dean Muskett hanno scattato alcune fotografie di tre sconcertanti aerei che in formazione sorvolavano la città di Amarillo (Texas).
Il regime di Obama,
compiacendosi della sua tracotanza e arroganza, ha temerariamente
acutizzato la crisi ucraina in una crisi con la Russia. Intenzionalmente
o stupidamente, le bugie propagandistiche di Washington stanno portando
la crisi verso la guerra. Non volendo più ascoltare le assurde minacce
di Washington, Mosca non accetta più le telefonate di Obama e degli alti
funzionari statunitensi.
La crisi in Ucraina ha avuto origine con il rovesciamento da parte di
Washington del governo democratico eletto e la sua sostituzione con
fantocci scelti personalmente da Washington. I fantocci hanno proceduto
ad agire a parole e nei fatti contro le popolazioni negli ex territori
russi che i leader del Partito comunista sovietico avevano assegnato
all'Ucraina. La conseguenza di questa folle politica è l'agitazione da
parte delle popolazioni di lingua russa per tornare in Russia. La Crimea
si è già ricongiunta alla Russia, e l'Ucraina orientale e altre parti
del sud dell'Ucraina rischiano di seguirla.
Il collegamento tra il vaccino antipolio e tumori infantili sono esposte in un documentario del 1997
Lo sviluppo del primo
vaccino per la polio del 1950 è ancora glorificato dai media mainstream
come una delle più importanti innovazioni di sanità pubblica della
storia.
Ma un meno noto documentario andato in onda sulla rete delle news canadesi CBC nel 1997, racconta una storia molto diversa sulla sicurezza e l'efficacia del vaccino antipolio, compresa la sua nota infezione con un virus di scimmia che causa il cancro e la morte.
Presentato su YouTube dal National Vaccine Information Center (NVIC), il documentario, che va in onda su della rete Current Affairs: Beyond the Headlines è programma una serie per la quinta estate , indaga la storia di come sono stati fatti i primi vaccini antipolio.
Attribuito principalmente a Jonas Salk, lo sviluppo del vaccino contro la poliomielite, ha coinvolto e infettato scimmierhesus con l'estrazione di siero dai reni al fine di produrre il vaccino.
Che ci sarà di tanto pericoloso in un trattato stipulato in modo clandestino? Parecchio, altrimenti sarebbe innecessaria la segretezza, sopratutto nel caso di un trattato commerciale (TTIP) (1), però vitale per il futuro prossimo delle genti di un continente. L'elite e i non-eletti dirigenti politici europei, che cosa nascondono in queste confabulazioni di stampo indubbiamente mafioso? L'omertà è assoluta, tale da ingigantire l'indole di gemelli siamesi, uniti dal fatale cordone ombelicale liberista con Washington (2). Se tanto mi dà tanto, allora bisogna tirare le conclusioni e basarsi sulmodus operandidegli “alleati” d'Oltreatlantico. Sempre ossessivi nella loro bulimica rapacità, ripetitivi e coatti nei deliri espansionistici. Il modello di “trattato commerciale” prediletto da Washington è quello dell'ALCA, proposto all'America latina negli anni 90, e da questa rigettato dopo un decennio di resistenze sociali e lotte politiche. Tali da divenire istituzionali o riflesse successivamente nelle politiche di Stato di vari Paesi sudamericani. Sdegnosamente, ma inutilmente, bollati con l'esumato e generico marchio del “populismo”.