Il sito Forexinfo intervista Gennaro Zezza, professore associato presso
l’Università di Cassino, e ricercatore presso il Levy Economics
Institute degli Stati Uniti partendo dal suo contributo presente
all’interno dell’ebook “Oltre l’austerità“. Per Zezza “dichiarare fallito l’esperimento dell’euro” sarebbe “una soluzione preferibile allo status quo, soprattutto se la fine dell’euro è concertata tra i Paesi dell’eurozona”. Inoltre “l’uscita
dell’Italia dall’euro, unita alla disponibilità di una nuova Banca
centrale italiana a finanziare il deficit pubblico, trasformerebbe il
deficit pubblico in un surplus, togliendo ogni motivo ad ulteriori
manovre di austerità.” Forexinfo 1) Nel suo interessante
contributo sulla crisi dell’euro, Lei parla di un’ideologia
“neoliberista” che è alla base della suddetta crisi appunto. Ci può
spiegare in cosa consiste?
Quando parlo di “ideologia
neoliberista” mi riferisco alle idee politiche che hanno ottenuto
consenso elettorale prima con Margaret Thatcher, nel Regno Unito alla
fine degli anni ’70, e poi con Ronald Reagan negli Stati Uniti. Anche se
l’ideologia neoliberista è più variegata, a mio avviso ci sono tre
elementi di questa ideologia che sono alla radice della crisi attuale:
il primo è l’idea che se una quota maggiore del reddito va ai ceti più
abbienti (e ai profitti delle imprese), gli investimenti aumenteranno,
l’economia fiorirà creando posti di lavoro, e l’aumento del benessere
verrà diffuso a tutti (la cosiddetta trickle-down economics). Si è
quindi provveduto a Leggi tutto...
Siamo a fine gennaio. Un po’ a sorpresa, il primo ministro inglese David
Cameron annuncia di voler sottoporre a referendum la permanenza della
Gran Bretagna nell’Unione europea. A Helsinki, Timo Soini, leader del
partito dei Veri Finlandesi, esclama: facciamolo anche qui. Contro la
sua proposta si sono schierati in molti: dal presidente della Repubblica
Niinistö al premier Katainen. Ma la questione non s’è chiusa. Perché se
è vero che di referendum non se ne terranno a Helsinki, è altrettanto
vero che il rapporto tra Finlandia e Ue è un nervo scoperto. La
posizione filoeuropeista del governo Katainen non si discute: la
Finlandia è e resterà nell’Unione europea. Ha e manterrà l’euro. Linkiesta Ma
c’è altro. Commentando le parole di Soini, il ministro delle finanze
Jutta Urpilainen ha detto che non serve una consultazione popolare ma
servono riforme: ad esempio è necessario che i paesi dell’Europa
Meridionale (vale a dire Italia, Grecia, Portogallo, Spagna) adottino
una più rigorosa disciplina di bilancio. Appunto: bilanci statali, piani
di salvataggio e denaro che non torna indietro. Leggi tutto...
L'Unione americana per le Libertà Civili (ACLU) chiede che si indaghi sulla tendenza a collocare unità di polizia militarizzate nelle città e in tutto il paese. Associazioni aderenti all'ACLU in 23 stati hanno presentato questa settimana più di 255 richieste, basandosi sul Freedom of Information Act, per ottenere tutto il materiale possibile relativo alla continua trasformazione delle unità di polizia in piccole squadre di soldati fortemente armati. RT.com
"E' tempo di capire la reale portata della militarizzazione della polizia negli Stati Uniti e l'impatto che sta avendo sui nostri quartieri ", dice un comunicato dell'ACLU. L'associazione sostiene che è sempre più frequente vedere le squadre speciali (unità di armi e tattiche speciali) armate fino ai denti sul territorio degli Stati Uniti, che spesso entrano nelle case di persone innocenti.
Questo si’ che sarebbe un film: la storia di un uomo del popolo che
sfida ogni avversità per diventare l’Elvis politico dell’America Latina.
Più grande di Elvis, a dire il vero: un presidente che ha vinto 13
elezioni democratiche su 14. Ce lo possiamo anche scordare di vedere un
giorno un film così vincere un Oscar – tanto meno vederlo prodotto ad
Hollywood. A meno che, ovviamente, Oliver Stone convince HBO a produrre
uno special via cavo/DVD. DiPepe Escobar AsiaTimes
Com’è illuminante vedere le reazioni dei vari leader mondiali alla
notizia della morte del Comandante Venezuelano Hugo Chavez. il
Presidente dell’Uruguay Jose Mujica - un uomo che rinuncia al 90% del
proprio salario perchè insiste nel dire che gli basta molto di meno per
le proprie necessità - ha voluto ricordare ancora una volta come
considerava Chavez “il leader più generoso che io abbia mai incontrato”,
mentre lodava “la fortezza della democrazia” di cui Chavez era stato
il grande costruttore. Leggi tutto...
Ci sono prove concrete che gli Stati Uniti hanno la tecnologia per assassinare il presidente venezuelano Hugo Chavez, così ha detto l'avvocato e scrittrice Eva Golinger. "Ci sono informazioni che dagli anni '70 tentavano di assassinare, ad esempio, il presidente cubano, Fidel Castro, con radiazioni e altri metodi. Questo non è un segreto, tutto ciò che è stato rivelato da migliaia di documenti declassificati. Possiamo immaginare ora la capacità di queste armi che gli Stati Uniti hposseggono oggi. hanno utilizzato diverse armi biologiche contro i loro avversari ", ha detto la Golinger.
“In Grecia, la classe dirigente e i governanti stanno
distruggendo la democrazia”, ha dichiarato al quotidiano greco “Ef. Syn” Eric
Toussaint, docente di Scienze Politiche e attivista. Secondo Toussaint, solo un
governo determinato basato sul popolo potrà ottenere una soluzione al problema
del debito. Dal suo punto di vista, SYRIZA non dovrebbe spostarsi verso
posizioni moderate [1].
La Grecia sembra
rimanere al centro della crisi del debito. Lei ha dichiarato che il popolo
greco, essendo nel cuore della crisi, ne è anche l’epicentro della soluzione.
Che cosa intendeva con questa affermazione?
E’ chiaro che tutta l’Europa sta vivendo una profonda crisi.
La classe capitalista e la Commissione europea, che opera per conto suo, hanno
innescato un attacco terribile contro tutti i popoli. La Grecia si trova al
centro di questa crisi ma è anche il centro della resistenza a tutti questi
attacchi. Paesi come l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna ma anche la Romania e
la Bulgaria sono anche essi vittime di tali attacchi.
Tuttavia la Grecia è al centro perché rappresenta l’inizio
della nuova fase della crisi, dell’attuazione del memorandum d’intesa del
maggio 2010, ma anche a causa della resistenza del popolo greco.
L'euro è ormai un morto che cammina. Occorre tentare una exit strategy "da sinistra"
Il signor euro aveva più volte rischiato l’infarto. Il dottor Draghi
decise allora di metterlo in coma farmacologico. Sulla cura però
indugiava, e a intervalli periodici il dilemma amletico gli si
ripresentava: lasciarlo dormire o farlo morire? Draghi insisteva per la
prima soluzione. Ma ad un tratto il popolo italiano ha improvvisamente
optato per la seconda: ormai l’euro è solo uno zombie, un morto che
cammina. Volenti o nolenti, prendiamone atto. Vedrete che nel
Direttorio della Bce l’avranno già capito. A Francoforte si accingeranno
a modificare la “regola di solvibilità” della politica monetaria: il
famigerato ombrello europeo contro la speculazione verrà pian piano
chiuso, per poi finire in cantina [1]. La dottrina del falco Jurgen
Stark, uscita dalla porta, si appresta dunque a rientrare dalla
finestra. Si può star certi che il dottor Draghi dovrà accoglierla con
tutti gli onori. Le più fosche previsioni di un appello di 300
economisti, pubblicato nel giugno 2010, si stanno dunque avverando [2].
La pretesa della Bce di proteggere dagli attacchi speculativi solo i
paesi devoti alla disciplina dell’austerity, si è rivelata un clamoroso
errore, logico e politico. L’Italia, che ha dato i lumi al Rinascimento
ma anche al Fascismo, ieri ha sancito che per l’euro non resta che
recitare il De Profundis. Nessuno osi affermare che ha fatto da sola: i
tecnocrati europei, condizionati dagli interessi prevalenti in Germania,
stavano già da tempo preparando il fosso in cui seppellire la moneta
unica. Leggi tutto...
Nell'anno 55 prima della nostra era, Cicerone scriveva:
«Il bilancio dovrebbe essere equilibrato,
le finanze pubbliche dovrebbero essere colmate, il debito pubblico
dovrebbe essere ridotto, l'arroganza della amministrazione dovrebbe
essere abolita e controllata e l'aiuto ai paesi esteri dovrebbe essere
diminuito per E il rischio che Roma cada nel falli- mento».
Da un bel
pezzo che la classe politica non legge più Cicerone! Dalla fine degli
anni Settanta, la maggior parte dei paesi industrializzati sono entrati
in un regime di debito permanente, dal quale nemmeno i periodi di forte
crescita economica hanno consentito di uscire. Il debito misurato è
quello delle amministrazioni pubbliche, che viene chiamato "debito
sovrano" o "debito pubblico". Di Alain De Benoist
Diorama Il debito pubblico "nel senso di
Maastricht", misurato in valore nominale (e non in valore di mercato),
viene definito come il totale degli impegni finanziari degli Stati
contratti sotto forma di prestiti risultanti dall'accumulazione, sul
filo degli anni, di una differenza negativa tra le loro entrate e le
loro spese o i loro oneri.
Normalmente
dopo la chiusura dei seggi elettorali e lo spoglio delle schede, fa
seguito un periodo di contatti informali fra i partiti, che sfociano
poi nell'insediamento del nuovo parlamento e nei contatti formali
finalizzati alla creazione del nuovo governo. Solamente una volta che
il nuovo governo è stato creato, il premier inizia a vistare o
ricevere i leader degli altri paesi ed a confrontarsi con loro,
illustrando la strada politica che intende intraprendere.
Oggi in
Italia, senza che i media abbiano dato grande risalto alla cosa, né tanto
meno si siano preoccupati di questa anomalia, sta invece accadendo qualcosa
di profondamente diverso....
Dopo
appena un paio di giorni dal voto, quando ancora i nuovi eletti
devono insediarsi in parlamento e non esiste nessuna seria ipotesi
concernente la possibile composizione del nuovo governo, sembra
essere esplosa una frenetica attività di "diplomazia".
Per il premio Nobel statunitense le elezioni italiane mostrano il
“completo fallimento” delle politiche europee. E avverte: “In agguato in
Europa ci sono figure peggiori di Beppe Grillo”
Così finisce
l’euro: non con le banche ma con il bunga bunga”. Non si contano in
queste ore le analisi preoccupate della stampa estera sui risultati
delle elezioni italiane. E se per molte testate a rischio c’è la
stabilità finanziaria di tutta l’Eurozona per Paul Krugman, premio Nobel
per l’Economia e editorialista del New York Times, la moneta unica ha
le ore contate. “Ok, l’euro non è condannato – ancora” scrive sul
quotidiano d’oltreoceano, “ma le elezioni italiane segnalano che gli
eurocrati si stanno avvicinando molto al confine”.
Il fatto
fondamentale, secondo l’analisi di Krugman, è che una politica di
austerità per tutti, “incredibilmente dura nei Paesi debitori” e “senza
un accenno di politica espansiva” è un completo fallimento. “Nessuno dei
Paesi sotto l’austerità imposta da Bruxelles e Berlino – continua il Ny
Times – ha mostrato anche un solo accenno di ripresa economica e la
disoccupazione è a livelli che distruggono una società”. Leggi tutto...
Mercenari di Blackwater hanno attualmente la supervisione delle forze
di polizia greche, mentre aumentano le voci di un possibile colpo di
stato. Riteniamo che la situazione sia estremamente tesa e che i
mercenari siano lì principalmente per proteggere il governo e il
parlamento in caso di problemi sotto forma sia di rivoluzione che di
contro-rivoluzione. È stato inoltre scoperto un tentativo di
destabilizzazione che coinvolgeva l’estrema destra e la polizia.
Negli ultimi 12 mesi o più la Grecia ha assistito a ondate dopo ondate
di dimostrazioni di massa, disordini, scontro tra polizia e dimostranti,
attacchi armati a sedi governative, attacchi di estremisti di destra
(1) (cioè Alba Dorata) (2) contro migranti come pure, naturalmente, il
collasso totale dell’economia.
Il governo è stato afflitto da
numerosi scandali (p. es. conti bancari segreti in Svizzera) (3) e
giornalisti sono stati arrestati. La maggior parte delle persone vive
alla giornata tramite cooperative (4), i lavoratori si stanno
impadronendo delle fabbriche. (5)
Come abbiamo detto, è in corso una rivoluzione, una rivoluzione caotica
(6) che diventerà ancor più caotica, perché la situazione in Grecia è
entrata adesso in una fase critica, di cui vi presentiamo il riassunto
di seguito, con altri dettagli:
La
maggior parte degli addetti ai lavori parla di una grande sorpresa,
di fronte ai risultati della tornata elettorale che si è appena
conclusa, e con tutta probabilità un poco sorpresi sono rimasti
sicuramente tutti coloro che già nelle passate settimane avevano "venduto" alle banche
ed ai mercati un nuovo governo di
continuità con l'agenda Monti, disposto a servire in tavola il cibo
dietetico dispensato dalla BCE.
Il
Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sbanca tutto ciò che era
umanamente sbancabile, supera il 25% dei consensi e s'incorona primo
partito italiano, mettendosi alle spalle sia il PD che il PDL ed
apprestandosi a portare nelle stanze dei bottoni circa 160 fra
deputati e senatori.
Bersani
attraverso una campagna elettorale assai sbiadita, condotta sullo
sfondo dello scandalo MPS e della corruzione dilagante nel partito,
riesce a dissipare tutti i punti percentuali di vantaggio sul PDL
attribuitigli nelle settimane scorse dai sondaggi e con tutta la
coalizione non riesce a superare il 30%.
Berlusconi
raccoglie una coalizione in fase di disfacimento, ma con una grinta
da venditore porta a porta e qualche spot elettorale di sicuro
effetto, la rianima come per magia, fino a portarla al pareggio con
quella di centrosinistra.....
La
nostra società è governata da psicopatici per obiettivi demenziali.
Credo che siamo governati da maniaci per scopi maniacali e penso che
rischio di essere eliminato come pazzo per dire queste cose. Ecco il
grado di pazzia che ci circonda. (John Lennon)
Libere elezioni di padroni non abolisce nè i padroni, nè gli schiavi. (Herbert Marcuse)
Se non conosci la storia, no conosci niente. Sei una foglia che non sa di essere parte di un albero. (Michael Crichton)
La notizia del giorno, della settimana, dell’anno, è che il terrorismo
praticato da Usa, UE e petrodittatori del Golfo attraverso l’uso di
lanzichenecchi invasati infiltrati, drogati, armati e mandati a fare stragi che
perpetuino un assalto alla libera Siria fallito sul piano del confronto
politico e militare, è riuscito a mettere in imbarazzo i suoi stessi mandanti.
Le cinque autobombe fatte esplodere il 21 febbraio a Damasco, in mezzo alla
gente, davanti a sedi istituzionali, scuole e ospedali, hanno davvero denudato
il re, costringendo perfino il palafreniere dei cavalieri dell’apocalisse, Ban
Ki moon, e il suo commesso viaggiatore Brahimi, a prendere le distanze e a
dimostrarsi inorriditi. Sarebbero questi macellai, la cui mattanza illumina
anche le innumerevoli altre stragi e devastazioni compiute in questi due anni
di guerra coloniale alla Siria e che il verminaio mediatico occidentale tentava
di attribuire, al di là di uragani di prove inconfutabili, a Bashar el Assad e
all’esercito patriottico, i rivoluzionari onorati dall’unanimità
destra-sinistra in Occidente della qualifica, prima, finchè era possibile
occultarne i crimini, di pacifici dimostranti e, poi, di combattenti per la
democrazia e i diritti umani. Degli ultimi sviluppi su quel fronte parleremo
più avanti.
La partita sull'ingresso degli organismi geneticamente modificati in Europa si sta giocando nei tribunali, più che nelle sedi democratiche, con un'accelerazione che interessa anche paesi da sempre contrari al transgenico come l'Italia. Ma esistono ancora spazi di mobilitazione contro gli OGM. Di Angela Lamboglia Il Cambiamento
Quando il 6 settembre la Corte di Giustizia europeasi è espressa a favore della Pioneer Hl Bred Italia srl.,
dando torto al Ministero delle Politiche agricole italiano - che
tentava di impedire l'ingresso nel territorio nazionale di linee pure ed
ibride del mais Mon 810, già ammesse a livello comunitario dal 1998,
molti hanno parlato di una sentenza storica per il rapporto tra il
nostro Paese e gli organismi geneticamente modificati. Il
Ministero giustificava, infatti, il rifiuto di far entrare in Italia il
mais transgenico sulla base del fatto le regole sulla coesistenza
tra semi OGM e tradizionali, previste dal nostro ordinamento, non
fossero ancora state approvate. Ma secondo i giudici di Lussemburgo, con
l'autorizzazione alla commercializzazione, e poi con l'iscrizione delle
varietà derivate nel catalogo comune della Commissione europea, la Pioneer aveva già acquisito il diritto alla distribuzione in tutti paesi dell'Unione, Italia compresa.
Non hanno capito niente! Vengono sconfitti, umiliati, e continuano a non
capire. È un fenomeno che non ha precedenti, e che rivela la forza del
MoVimento 5 Stelle, la sua novità assoluta. Ci vediamo in Parlamento!,
ha sempre ripetuto Grillo: ed in Parlamento, ora, il MoVimento l’ha
conquistato, imponendosi alla Camera ed al Senato. Ma loro continuano a
non capire. Basta leggere le recenti dichiarazioni di Vendola: «Interlocuzione con Grillo è un dovere»; o di Moretti
(Pd): «Dialogo possibile con loro». E pensano alla “responsabilità
nazionale”, alle larghe intese, alle maggioranze trasversali. Possibile
che non abbiano capito? Possibile che continuino a ragionare come se il
MoVimento fosse un partito della Prima Repubblica? Possibile che non
riescano a capire che siamo al tramonto, al collasso non della Prima, ma
della Terza Repubblica?
1. Dopo oltre venti anni di partito unico, in Italia abbiamo un secondo partito. Si tratta di un partito,
qualsiasi cosa ne pensino i militanti del M5S. Un partito è
un’associazione di cittadini, quindi un’organizzazione, la quale esprime
idee politiche, le rende coerenti in un programma, e persegue la
realizzazione di quel programma candidandosi alle elezioni democratiche.
Come organizzazione o istituzione, il partito esiste quando riesce a
mantenere una disciplina sui suoi membri. Altrimenti è un gruppo di
interesse, che deve continuamente ricontrattare le posizioni dei membri.
Ebbene la disciplina che fino ad ora il M5S ha mostrato è notevole:
sono stati considerati candidabili soltanto i militanti che erano
iscritti a una certa data; vige ed è stato rispettato il divieto di
manifesti elettorali personali; budget di spese elettorali per candidato
estremamente limitato; cessione di parte dell’indennità parlamentare al
partito; espulsione degli iscritti, anche autorevoli, che tentino di
sottrarsi alla organizzazione-istituzione.
Nel corso di una conferenza stampa al palazzo del governo di La Paz, il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha deplorato la reazione del
governo spagnolo alla nazionalizzazione della societàaeroportualeSABSA, una
filiale della società spagnola Abertis e Aena e ha riferito che,"Se non
ci sono legami con la Spagna, ci saranno con i suoi movimenti sociali." Moralesha criticatola dichiarazionerilasciata dal Ministerodegli Affari Esteri e della Cooperazione della Spagna, che ha sostenuto che il
governo spagnolo procederà, "a malincuore" a "ripensare
l'insieme delle relazioni bilaterali".
"Non avevo sentito che ci fossero problemi con le relazioni bilaterali. Sicuramente è un loro diritto e noi lo rispetteremo. La
Bolivia manterrà relazioni diplomatiche con tutto il mondo, se non possiamo averne con il governo
spagnolo, avremo rapporti con i movimenti sociali in Spagna", ha detto
Morales.
Voto storico: fermiamo i banditi e riprendiamoci l’Europa Elezioni storiche: per la prima volta dopo tanti anni possiamo finalmente fermare i “camerieri” della finanza e creare un solido fronte di opposizione che ci consenta, già domani, di riprenderci l’Europa.
Insieme a Spagna e Portogallo, Grecia e Francia, potremo rinegoziare i
trattati-capestro coi quali Bruxelles impone il massacro sociale
dell’austerity. Giulietto Chiesa ha le idee chiare: «Dobbiamo
riconquistare l’Europa e riformarla in senso democratico, perché senza l’Europa saremmo perduti, nel grande scontro mondiale che oppone gli Usa
alla Cina».
Il TAFTA – Transatlantic Free Trade Area,
l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d‘America i
cui negoziati dovrebbero cominciare tra qualche mese - è solitamente
definito dai suoi promotori come una “NATO economica” (1). Una tale
designazione rivela non solo l’importanza strategica che gli viene
attribuita ben oltre ad una dimensione strettamente commerciale, ma
anche come i paesi della NATO si stiano predisponendo sul campo
economico con delle logiche mentali che ricalcano quelle militari e
rimandano a quelle della “guerra fredda”, evidentemente mai abbandonate
anche dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica e oggi semplicemente
aggiornate. Infatti il nuovo spauracchio che sta sullo sfondo di questo
trattato è la Repubblica Popolare Cinese (2). StatoPotenza
L’amministrazione statunitense di Barack Obama ha rilanciato l’idea
dell’accordo con la visita del vicepresidente Joe Biden a Monaco ad
inizio mese (3). In Europa sono la Germania e l’Inghilterra a spingere
sull’acceleratore per avviare i colloqui in tempi stretti e per rendere
l’accordo il più profondo possibile. L’idea del TAFTA non è nuova, se ne
parla dagli inizi degli anni ’90, ma si è ora arrivati ad un punto di
svolta. Infatti l’ascesa dei BRICS comporta una non più rinviabile
esigenza di rinsaldamento dell’alleanza della NATO su tutti i livelli,
compreso quello economico.