19 maggio 2011
LE STRADE DEL DENARO OSCURO
La globalizzazione segna un prima e un dopo nelle nostre vite, anche per quanto riguarda la sensazione di sicurezza e minaccia. Ci sono due fenomeni criminali che ci accompagnano da due decenni: il crimine organizzato e il riciclaggio di capitali. In realtà i due delitti sono strettamente correlati e i mass media tendono a metterli in relazione tra di loro creando un immaginario collettivo che non sempre opera con argomenti razionali e contrastati empiricamente.
Di Armando Fernàndez Steinko
RevistafusionLa letteratura, il cinema e la stampa alimentano per motivi commerciali questo immaginario in modo che si finiscono per elaborare leggi penali guidate più da obiettivi politici congiunturali che per un'analisi rigorosa della natura dei nuovi pericoli. La linea tematica è all'incirca la seguente: la globalizzazione facilita la formazione di organizzazioni criminali di nuovo tipo con capacità di generare notevoli vantaggi economici e una straordinaria mobilità a causa dell’uso di nuove tecnologie e della liberalizzazione del traffico di persone, merci e capitali.
Il vero potere del crimine organizzato non sta solo nella sua capacità di accumulare grandi quantità di denaro illegale proveniente dal narcotraffico ma anche di cancellare la fonte di tale denaro e di riciclare le loro straordinarie fortune.
TERZA INTIFADA
Anche a Gaza, come in Siria, Egitto e Giordania, la giornata della Nakba di quest'anno è stata segnata da imponenti manifestazioni ai confini di Israele che chiedevano il diritto al ritorno dei profughi palestinesi alla loro terra, e da una violentissima repressione messa in atto dall'esercito israeliano. Il 15 di maggio è il giorno della Nakba (“catastrofe” in arabo), l'anniversario della pulizia etnica della Palestina da parte delle forze di occupazione sioniste. Solo a Erez, striscia di Gaza, le forze di occupazione hanno causato 105 feriti e un morto.
Di Silvia Todeschini
Verso le 10.30 diverse migliaia di persone si sono recate al check point di Erez ed alle 12 si sono avvicinate al confine israeliano. È stato sorpassato il primo check point gazawo, è stato raggiunto l'inizio del tunnel che porta al territorio israeliano, e ci si è avviati per la strada che costeggia il tunnel. Il senso di questa manifestazione, come delle altre agli altri confini con Israele, era quello di chiedere il diritto al ritorno. Durante la Nakba centinaia di maigliaia di palestinesi sono stati deportati dai loro villaggi e costretti a vivere in terre straniere: solo a Gaza i 75% della popolazione è composta da rifugiati.
Mentre una folla di alcune migliaia di persone si avviava per quella strada, 4 granate sono state lanciate da un carro armato posizionato sulla destra per atterrare alla sinistra dei dimostranti.
18 maggio 2011
SETE DI PROFITTO: Le Banche mettono le mani sull'Acqua
Il mondo della finanza, istituti di credito in testa, non si lascerà sfuggire l’occasione d’oro offerta dal governo, che ha dato vita ad una privatizzazione forzata del comparto idrico. Che dovrà concludersi entro il 2015.
Chiare, fresche, dolci acque. E redditizie. Senza fare troppo rumore, le banche stanno mettendo le mani su una delle risorse vitali del Paese (e del mondo intero). Dopo aver acquisito piccole quote nelle principali società idriche del settore, ora si avvicina il momento di fare il grande salto. Restano due ostacoli da superare: le tariffe (troppo basse) e il referendum per l’acqua pubblica.
Poi sul resto ci si può mettere d’accordo. La svolta è arrivata con l’operazione San Giacomo, nuovo polo dell’acqua controllato da Iren (frutto della fusione tra la ligure-piemontese Iride e l’emiliana Enìa) in partnership con F2i, il fondo di private equity guidato da Vito Gamberale e partecipato al 55% da Intesa SanPaolo, Unicredit, Merryl Lynch e sette fondazioni bancarie. F2i nella nuova società – che ha inglobato la genovese Mediterranea delle Acque – avrà una quota del 35%, con l’opzione di salire al 40%. Altro socio di rilievo con l’8% è la Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta partecipata al 30% dalle stesse fondazioni.
Di Roberto Cuda
InformasalusChiare, fresche, dolci acque. E redditizie. Senza fare troppo rumore, le banche stanno mettendo le mani su una delle risorse vitali del Paese (e del mondo intero). Dopo aver acquisito piccole quote nelle principali società idriche del settore, ora si avvicina il momento di fare il grande salto. Restano due ostacoli da superare: le tariffe (troppo basse) e il referendum per l’acqua pubblica.
Poi sul resto ci si può mettere d’accordo. La svolta è arrivata con l’operazione San Giacomo, nuovo polo dell’acqua controllato da Iren (frutto della fusione tra la ligure-piemontese Iride e l’emiliana Enìa) in partnership con F2i, il fondo di private equity guidato da Vito Gamberale e partecipato al 55% da Intesa SanPaolo, Unicredit, Merryl Lynch e sette fondazioni bancarie. F2i nella nuova società – che ha inglobato la genovese Mediterranea delle Acque – avrà una quota del 35%, con l’opzione di salire al 40%. Altro socio di rilievo con l’8% è la Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta partecipata al 30% dalle stesse fondazioni.
17 maggio 2011
16 maggio 2011
GRECIA: Gli usurai vogliono accelerare le privatizzazioni
Alla Grecia non sono stati sufficienti i 110 miliardi di euro, tra liquidità e garanzie, messi a disposizione dall’Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale per uscire dalla crisi finanziaria dei conti pubblici che si sta trasformando in un pozzo senza fine. Ne saranno necessari altri 60-70 miliardi con i quali si cercherà di tamponare le nuove emergenze di cassa, aumentate sia per la speculazione che spinge in alto i rendimenti dei titoli sia per i nuovi buchi di bilancio che emergono.
Di Filippo Ghira
Rinascita
La conferma ufficiale è venuta, ma era abbondantemente prevista, da parte del commissario europeo all’Economia, il finlandese Olli Rehn, che ha definito “grave” la situazione della Grecia, precisando che saranno quindi necessarie ulteriori misure. Rehn, ha pure invitato il governo socialista di Atene a dare prova di “responsabilità”. Affermazione che tradotto dal burocratese del tecnocrate al concreto significa che la Grecia dovrà portare avanti con ancora maggiore decisione le misure di politica economica imposte da Ue e Fmi a fronte dei primi prestiti.
La conferma ufficiale è venuta, ma era abbondantemente prevista, da parte del commissario europeo all’Economia, il finlandese Olli Rehn, che ha definito “grave” la situazione della Grecia, precisando che saranno quindi necessarie ulteriori misure. Rehn, ha pure invitato il governo socialista di Atene a dare prova di “responsabilità”. Affermazione che tradotto dal burocratese del tecnocrate al concreto significa che la Grecia dovrà portare avanti con ancora maggiore decisione le misure di politica economica imposte da Ue e Fmi a fronte dei primi prestiti.
15 maggio 2011
LIBIA: Russia e Cina sfidano la NATO
Si sperava che le consultazioni del ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi a Mosca nel fine settimana preparassero il terreno per la visita del presidente Hu Jintao in Russia il mese prossimo. Infine si è scoperto, però, che hanno preso un carattere di immensa importanza per la sicurezza internazionale. I continui sforzi russo-cinesi per "coordinare" la loro posizione su questioni internazionali e regionali, hanno portato ad un livello qualitativamente nuovo rispetto alla situazione che si sviluppa in Medio Oriente.
M K Bhadrakumar
Asia Times OnlineL'agenzia di stampa ufficiale russa ha utilizzato un'espressione insolita - "stretta cooperazione" - per caratterizzare il nuovo modello che ha portato al coordinamento delle politiche regionali.
Questo tende a rappresentare una forte sfida per l'agenda unilaterale dell'Occidente in Medio Oriente. La visita di Hu in Russia è, in linea di principio, per aiutare il il lancio del summit di San Pietroburgo del 16-18 giugno, che il Cremlino sta coreografando attentamente come un evento annuale nello stile di una "Davos russa", dal titolo International Economic Forum. Entrambi i paesi sono molto eccitati per la possibilità che la visita di Hu possa essere un punto di svolta nella cooperazione energetica tra la Cina e la Russia.14 maggio 2011
La Freedom Flotilla a Gaza
CO.R.UM, PRIMO GIORNO A GAZA*
Il racconto dell’ingresso della carovana “Restiamo Umani” ieri nella Striscia di Gaza, la terra alla quale Vittorio Arrigoni aveva dedicato il suo impegno politico.
Il sole del Cairo deve ancora finire di sorgere, quando il convoglio restiamo umani comincia a prepararsi per la partenza verso Gaza. E’ un viaggio denso di attesa e carico di speranza: c’è la consapevolezza di quanto sia importante attraversare il valico di Rafah in seguito alle rivolte che hanno abbattuto il regime di Mubarak; e c’è la volontà di ricordare Vittorio Arrigoni nella terra stessa per cui ha dato la vita. Il convoglio porterà tra la popolazione palestinese un messaggio da rivolgere a tutto il mondo: la Palestina non è sola, i sogni di Vik sono anche i nostri, la solidarietà verso chi lotta contro oppressione e sfruttamento non conosce frontiere.
"La vedi quella Terra? ...E' la mia Terra e non ci posso andare!"
L'8, il 9 ed il 10 di maggio sono stati 3 giorni di raccolta del grano per alcuni contadini di Khuza'a, villaggio vicino al confine con israele nel sud della striscia di Gaza. Per tre giorni essi si sono recati nei campi, partendo molto presto la mattina e raccogliendo i frutti della loro terra. Per 3 giorni dalle torrette automatizzate le forze di occupazione israeliane hanno sparato e per tre giorni i contadini hanno continuato a raccogliere il grano, senza permettere a chi sparava dalle torrette a controllo remoto di impedire loro di recarsi alla propria terra.
Di Silvia Todeschini
L'area dove i contadini, insieme con 3 attivisti internazionali dell'ISM e 5 attivisti palestinesi si sono recati si trovava a circa 450 metri dal confine. Prima della seconda intifada qui venivano coltivati angurie e meloni, c'erano alberi da frutto ed olivi. “venivamo qui a fare barbecue, festeggiare e rilassarci... le jeep israeliane passavano in lontananza ma non ci disturbavano, ci lasciavano in pace.” racconta Akhmad. Oggi gli alberi sono stati sradicati, le piante distrutte. L'unica cosa che si riesce a coltivare, perché non richiede attenzioni continue, è il grano. Però anche il grano necessita di diverse ore di lavoro per essere raccolto, ed i cecchini si divertono a terrorizzare i contadini in queste ore.
13 maggio 2011
FINANZIARE IL GENOCIDIO NEL CORNO D'AFRICA
FAME, CONTROINSURREZIONE E BLOCCO DEGLI AIUTI ALIMENTARI IN ETIOPIA
Mentre il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU emette rapporti urgenti sul fatto che milioni di etiopi muoiono di fame nell’Ogaden popolato da somali, il Comitato Internazionale della Croce Rossa dichiara che il governo etiope si rifiuta di dare all’associazione un permesso per portare soccorso nella regione. Che alla Croce Rossa non si permetta di svolgere lavori in una qualunque parte del mondo è quasi inaudito, ma quando si tratta dell’Etiopia, guidata dallo “statista” del G-20, Meles Zenawi, è usuale.
Thomas MountainCounterpunch
I militari etiopi hanno impedito durante gli ultimi 4 anni a tutte le organizzazioni umanitarie, tra cui la Croce Rossa, Medici senza Frontiere e agenzie umanitarie dell’ONU, di sfamare la gente che muore di fame in Ogaden. Milioni di persone soffrono la fame, forse fino a 6 milioni, anche se nessuno lo può dire con sicurezza...perché non si permette a nessuno di entrare nella regione.
Perché succede una cosa del genere? Perché non c’è una protesta contro questo enorme crimine contro l’umanità, il blocco degli aiuti alimentari a milioni di persone affamate?
La risposta è davanti agli occhi di questi “interventisti umanitari”, i paesi occidentali e i loro burattini nelle Nazioni Unite che pompano migliaia di milioni di dollari l’anno per rafforzare il regime di Meles Zenawi in Etiopia.
FRONTIERE NELLA FORTEZZA
SCHENGEN POTRA' ESSERE SOSPESO IN CASI ECCEZIONALI
Di Gorka Larrabeiti
E' ufficiale: la Commissione europea ha accettato la possibilità di reintrodurre temporaneamente i controlli limitati alle frontiere interne dello spazio di Schengen, come proposto da Italia e Francia. La Commissione avverte che sarà necessario il consenso della Commissione per applicare tali controlli, che potrà avvenire solo in "circostanze eccezionali", ma senza dubbio un simbolo fondante dell'Unione europea quale la libera circolazione delle persone è abbastanza malmesso. La Commissione, debole e contraddittoria, ha ricevuto molte critiche per questa decisione.Quant'è fragile la Fortezza Europa. Sono bastate 20.000 persone scivolate attraverso la porta sud perché due paesi del G8 come Italia e Francia, non solo non riescono a risolvere il problema, ma spingono la stessa Commissione Europea a rivedere un pilastro dell'Unione europea. Se si guarda il fiume Evros, la porta sud-est, frontiera greco-turca, vediamo la stessa paranoia. Nel 2010 c'erano 47.000 persone arrestate nel tentativo di attraversare la frontiera. L'Unione europea crede che assumendo di 175 agenti di polizia, e costruendo un muro di 12,5 km ha raggiunto un successo: ridurre a 1600 il numero dei detenuti, grazie all'Operazione "Rabbit" fatta da Frontex. Nulla è più lontano dalla verità.
12 maggio 2011
COME GLI USA DESTABILIZZANO L'ALLEATO PAKISTANO
In pochi giorni, nella vicenda della presunta uccisione di Bin Laden, si è passati dalle dichiarazioni del segretario di Stato USA Hillary Clinton di apprezzamento per il ruolo che i servizi segreti pakistani avrebbero svolto nella individuazione del bersaglio, alle aperte accuse del Presidente Obama contro il governo del Pakistan, sospettato addirittura di aver fornito una rete di appoggio al terrorismo.
Le dichiarazioni di Obama contro il Pakistan non costituiscono una novità, anzi rappresentano l'unica promessa elettorale mantenuta dall'attuale presidente USA. Nel 2007, quando era ancora un semplice candidato alla presidenza, Obama non solo lanciò contro il Pakistan accuse analoghe a quelle attuali, ma arrivò persino a prospettare azioni di anti-terrorismo sul territorio pakistano, senza chiedere il permesso del governo del Pakistan e neppure informarlo. (1)
Lo status di "alleato" degli USA non è quindi servito al Pakistan per sfuggire alle provocazioni ed alle minacce di aggressione. Per un Paese come il Pakistan, che costituisce un coacervo etnico, il fatto che il principale alleato delegittimi così pesantemente il governo, diventa obiettivamente una spinta alle ribellioni interne. In pratica è come se Obama avesse lanciato un appello ai vari capi tribali, incoraggiandoli a proclamare le loro secessioni.
11 maggio 2011
ROTTURA DELLA STRUTTURA CAPITALISTA
I lavoratori di Invepal appoggiano un nuovo modello di gestione nelle fabbriche socialiste.
I lavoratori della fabbrica di quaderni, che si sono organizzati in 13 comitati, dando impulso dal 2005 allo sviluppo di un nuovo modello di gestione, attraverso la conformazione di un consiglio generale, in cui vengono prese le decisioni che riguardano l’azienda.
Il modello di gestione che sviluppa l’Industria venezuelana Endógena de Papel (Invepal) ha come scopo quello di contribuire al processo di transizione verso il socialismo, rompendo con la struttura capitalista che esclude la classe operaia e il popolo in generale.
Così indicano i lavoratori della fabbrica di quaderni, che si sono organizzati in 13 comitati dando impulso dal 2005 allo sviluppo di un nuovo modello di gestione, attraverso la conformazione di un consiglio generale, in cui vengono prese le decisioni che riguardano l’azienda.
9 maggio 2011
IL MONDO NON SA DOV'E' LA SUA CASA
La spirale della violenza crea violenza e anche confusione: dolore, paura, intollernza, odio, pazzia.
Di Eduardo Galeano
I terroristi hanno ucciso lavoratori in 50 paesi nel nome del Bene contro il Male. Cosa sarebbe del Bene se non ci fosse il Male? Non solo i fanatici religiosi hanno bisogno di nemici per giustificare la loro pazzia. Hanno bisogno di nemici, per giustificare la loro esistenza, l’industria bellica e il gigantesco apparato militare degli Stati Uniti. Buoni e cattivi, cattivi e buoni: gli attori cambiano la maschera, gli eroi diventano mostri, ed i mostri eroi, secondo le esigenze di chi scrive il copione.
Lo scienziato tedesco Werner von Braun fu un cattivo quando inventò i missili V-2, che Hitler scaricò su Londra, ma divenne buono il giorno che mise il suo talento al servizio degli Stati Uniti.
Stalin fu buono durante la Seconda Guerra Mondiale e cattivo dopo, quando ha guidato l’Impero del Male. Negli anni della guerra fredda John Steinbeck scriveva: “Forse tutto il mondo ha bisogno dei russi. Scommetto che anche in Russia hanno bisogno dei russi. Forse loro li chiamano americani”. Dopo, i russi sono diventati buoni.
Salvataggi UE: Il Regno Unito sarà il prossimo della lista
Che passi questo: L’onnipresente guru delle materie prime, Jim Rogers, ha dedicato la sua attenzione al Regno Unito…
In base a quello che sostiene, il Governo britannico non soddisfa il suo obiettivo di ritagliare il deficit strutturale né in quantità né a rate, e questo avrà come conseguenza il dover ricorrere ai suoi partner europei in cerca di aiuto finanziario.
Insurgente “Non ci stanno riuscendo. Dicono che lo stanno facendo ma non è vero. Risparmiano 1 milione di sterline qui e là ma quello che fanno non basta e non sono sicuro che il governo sopravviva al tipo di dolore necessario”, ha detto in una dichiarazione alla CNBC.
Catastrofe finanziaria
E, secondo lui, Londra deve andare oltre le misure di adeguamento per contenere il buco nel bilancio pubblico, sanare i conti ed evitare la “catastrofe finanziaria”.
Come il Regno Unito potrà mai ripagare un debito che è in continua crescita? Il Regno Unito avrà bisogno presto di piano di salvataggio”,
7 maggio 2011
SANZIONI EUROPEE ALLA SIRIA MA NON AL BAHRAIN
I 27 varano sanzioni contro Assad per la dura repressione delle proteste in Siria ma non contro il monarca bahranita Hamad al Khalifa che pure ha spento nel sangue il movimento del suo paese per le riforme e la democrazia. Al Khalifa è un buon alleato dell’Occidente.
Nena News
Roma, 06 maggio 2011, Nena News – Potrebbero diventare operative già lunedì prossimo le prime misure restrittive dell’Unione europea (Ue) contro la Siria che verranno approvate oggi dai 27 paesi membri e dovrebbero colpire direttamente lo stesso Bashar Assad. A spingere affinchè il presidente siriano venga preso di mira subito – con divieto di concessione del visto e il congelamento dei beni personali all’estero – sono la Francia, la Gran Bretagna e la Germania. Altri paesi, preferirebbero «segnale forti» contro Damasco lasciando tuttavia una porta aperta alla diplomazia. L’Ue approverà l’embargo sulla fornitura di armi, congelerà il negoziato per l’accordo di associazione (in realtà già bloccato dall’ottobre 2009) e procederà alla revisione della cooperazione bilaterale, un fronte sul quale la Siria avrebbe potuto beneficiare, nel periodo 2011-2013, di circa 130 milioni di euro.
Nena News
Roma, 06 maggio 2011, Nena News – Potrebbero diventare operative già lunedì prossimo le prime misure restrittive dell’Unione europea (Ue) contro la Siria che verranno approvate oggi dai 27 paesi membri e dovrebbero colpire direttamente lo stesso Bashar Assad. A spingere affinchè il presidente siriano venga preso di mira subito – con divieto di concessione del visto e il congelamento dei beni personali all’estero – sono la Francia, la Gran Bretagna e la Germania. Altri paesi, preferirebbero «segnale forti» contro Damasco lasciando tuttavia una porta aperta alla diplomazia. L’Ue approverà l’embargo sulla fornitura di armi, congelerà il negoziato per l’accordo di associazione (in realtà già bloccato dall’ottobre 2009) e procederà alla revisione della cooperazione bilaterale, un fronte sul quale la Siria avrebbe potuto beneficiare, nel periodo 2011-2013, di circa 130 milioni di euro.
6 maggio 2011
« L'11/9 E' STATO UN FALSE FLAG E BIN LADEN E' MORTO NEL 2001 »
L'ex assistente del segretario di stato in tre diverse amministrazioni, Steve R. Pieczenik, è pronto a dichiarare davanti al gran giurì federale il nome di un generale maggiore che gli avrebbe rivelato direttamente che l'11 settembre è stato un'attacco false flag.
Paul Joseph Watson
Infowars.com
Uno dei maggiori insider del governo americano, il dottor Steve R. Pieczenik che ha occupato numerose differenti posizioni influenti sotto tre diversi presidenti e che ancora lavora per il dipartimento della difesa ha rivelato ieri (03.05.2011, N.d.e.) nello show di Alex Jones che Bin Laden sarebbe morto nel 2001. Il dottore avrebbe anche espresso il suo desiderio di testimoniare di fronte al grand giuri e che un generale maggiore gli rivelò in maniera molto diretta che l'11 settembre altro non fu che un lavoro dall'interno.
Pieczenik non può essere screditato con la solita etichetta di cospirazionista. E' stato assistente del segretario di stato in tre differenti amministrazioni, Nixon, Ford e Carter, e ha inoltre lavorato per Reagan e Bush senior.
Paul Joseph Watson
Infowars.com
Uno dei maggiori insider del governo americano, il dottor Steve R. Pieczenik che ha occupato numerose differenti posizioni influenti sotto tre diversi presidenti e che ancora lavora per il dipartimento della difesa ha rivelato ieri (03.05.2011, N.d.e.) nello show di Alex Jones che Bin Laden sarebbe morto nel 2001. Il dottore avrebbe anche espresso il suo desiderio di testimoniare di fronte al grand giuri e che un generale maggiore gli rivelò in maniera molto diretta che l'11 settembre altro non fu che un lavoro dall'interno.
Pieczenik non può essere screditato con la solita etichetta di cospirazionista. E' stato assistente del segretario di stato in tre differenti amministrazioni, Nixon, Ford e Carter, e ha inoltre lavorato per Reagan e Bush senior.
OBAMA IMPONE ALLA ROMANIA IL SUO SCUDO ANTIMISSILI
La base sarà a 70 km dalla centrale nucleare bulgara di Kozloduy
Di Piotr Kowalsky
Il Pentagono installerà una base di intercettori di missili a medio raggio SM-3 in Romania nel quadro dello scudo antimissili (ABM) che Barack Obama vuole spingere in Europa dell’Est, ha annunciato oggi il presidente rumeno, il conservatore Traian Basescu. Obama si è opposto allo scudo antimissili in Polonia e nella Rep. Ceca del suo predecessore, George Bush, perché lo considerava costoso e tecnicamente inefficace, ma non ha rinunciato al suo progetto di sicurezza per l’Europa dell’Est.
Il primo passo che Washington fece l’anno scorso fu il dispiegamento di vari missili Patriot e di un contingente di un centinaio di militari statunitensi per assicurarsi il controllo e il mantenimento della base, situata vicino alla cittadina di Morag, nel nordest della Polonia e a circa 100 km della frontiera con la Russia. Washington ha inoltre raggiunto un accordo con la Bulgaria per installare due radar.
5 maggio 2011
Bin Laden: il primo morto invisibile del Pentagono (Reportage IAR)
Dall’11 settembre nel 2001, la “guerra contro il terrorismo” è uno strumento chiave dello Stato imperiale USA per amministrare e controllare la macchina globale del “nuovo ordine” emergente dopo la sparizione dell’URSS. In questo contesto si inscrive la vita e la presunta morte di Bin Laden, che iniziamo a seguire da questa sezione contro informativa.
Incredibile ma vero
Bin Laden, il primo morto invisibile del Pentagono
Generalmente i morti lasciano cadaveri. Principalmente tutti i morti per missili e le proiettili del Pentagono. Bin Laden sembra essere stata l’eccezione.
Non c’è corpo. Non ci sono foto, video né prove che testimoniano o certifichino la sua morte. Ma è stato dichiarato ufficialmente morto da Obama e la Casa Bianca. E adesso la stampa internazionale diffonde come un fatto “obiettivo” la sparizione di Bin Laden, il “primo morto senza cadavere” della storia.
In questo scenario, la Casa Bianca e il Pentagono, sono emersi come unici narratori della morte di Obama e della sua “sepoltura” in mare da una presunta "squadra speciale" che avrebbe eseguito tutto in 38 minuti, e dopo lo ha fatto sparire, senza conservare prove fotografiche o filmati del suo cadavere in diverse posizioni.
-Non c’è cadavere
-Non ci sono foto né video che certifichino la sua morte.
-Non ci sono prove di testimonianze.
PUTIN SI PREPARA A SCARICARE ANCHE ASSAD?
Nonostante sia sempre occupato in "ben altri problemi", il presidente USA, Barack Obama, ha trovato il tempo di riconfermare ed inasprire le sanzioni economiche contro la Siria, spingendo inoltre l'Unione Europea ad accordarsi ed accodarsi a queste misure, che sono dei veri e propri atti di guerra. Il pretesto attuale per questa nuova ondata di sanzioni è la repressione delle rivolte interne alla Siria, ma in effetti la Siria è sotto sanzioni praticamente da sempre.
Comidad
Il governo siriano aveva sperato che con l'elezione di Obama si aprisse una possibilità di ritiro delle sanzioni. Al contrario, Obama le ha riconfermate esattamente due anni fa, nel maggio 2009, motivandole con le consuete accuse, peraltro mai provate, di rapporti della Siria con organizzazioni terroristiche. Quindi, se la Siria è povera, non lo si deve soltanto alla malvagia dittatura degli Assad, ma anche ad un'aggressione coloniale degli Stati Uniti. (1)
Da anni la Siria sta cercando di ristabilire normali relazioni diplomatiche ed economiche con gli USA. A questo scopo nel 2007 il governo siriano aveva persino accettato di partecipare alla conferenza di Annapolis sul Medio Oriente, una kermesse diplomatica messa su dall'allora presidente Bush e da Condoleeza Rice al solo scopo di isolare l'Iran.(2)
Il governo siriano aveva sperato che con l'elezione di Obama si aprisse una possibilità di ritiro delle sanzioni. Al contrario, Obama le ha riconfermate esattamente due anni fa, nel maggio 2009, motivandole con le consuete accuse, peraltro mai provate, di rapporti della Siria con organizzazioni terroristiche. Quindi, se la Siria è povera, non lo si deve soltanto alla malvagia dittatura degli Assad, ma anche ad un'aggressione coloniale degli Stati Uniti. (1)
Da anni la Siria sta cercando di ristabilire normali relazioni diplomatiche ed economiche con gli USA. A questo scopo nel 2007 il governo siriano aveva persino accettato di partecipare alla conferenza di Annapolis sul Medio Oriente, una kermesse diplomatica messa su dall'allora presidente Bush e da Condoleeza Rice al solo scopo di isolare l'Iran.(2)
3 maggio 2011
IL RICICLAGGIO DELLA "GUERRA CONTRO IL TERRORISMO"
“Terrorismo” aggiornato: Gli USA hanno “ucciso” Bin Laden affinché “Al Qaeda” continui a vivere.
Washington si è scrollato di dosso un catorcio usato e ormai inutile (Bin Laden) e ha posto le basi strategiche e dottrinali di un riciclaggio e ammodernamento della “guerra contro il terrorismo” su scala globale: “Abbiamo ucciso Bin Laden ma Al-Qaeda continua ad essere viva e si moltiplica molto più pericolosamente di prima”, è il messaggio implicito della Casa Bianca guidata da Obama. In sintesi, gli USA “hanno ucciso” Bin Laden, ma il “terrorismo islamico” sopravive e genera nuove creature (e “minacce terroristiche”) come l’uovo del serpente. Come direbbe George W. Bush: Questo è il piano.
Di Manuel FreytasIAR Noticias
Riassumiamo: Domenica, e con un'impressionante copertura mediatica dal vivo e su scala globale, gli USA “hanno ucciso” Bin Laden, ma hanno avvertito il mondo che Al- Qaeda ed il “terrorismo islamico” continuano a essere attivi e con la sloro capacità di “attacchi terroristici” moltiplicata.
In sintesi, con la “morte” di Bin Laden la “guerra contro il terrorismo” viene riciclata e riattivata mondialmente sulla “paura” moltiplicata degli attentati di Al-Qaeda senza limiti territoriali né continentali.
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