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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
15 maggio 2011
LIBIA: Russia e Cina sfidano la NATO
Si sperava che le consultazioni del ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi a Mosca nel fine settimana preparassero il terreno per la visita del presidente Hu Jintao in Russia il mese prossimo. Infine si è scoperto, però, che hanno preso un carattere di immensa importanza per la sicurezza internazionale. I continui sforzi russo-cinesi per "coordinare" la loro posizione su questioni internazionali e regionali, hanno portato ad un livello qualitativamente nuovo rispetto alla situazione che si sviluppa in Medio Oriente.
L'agenzia di stampa ufficiale russa ha utilizzato un'espressione insolita - "stretta cooperazione" - per caratterizzare il nuovo modello che ha portato al coordinamento delle politiche regionali.
Questo tende a rappresentare una forte sfida per l'agenda unilaterale dell'Occidente in Medio Oriente. La visita di Hu in Russia è, in linea di principio, per aiutare il il lancio del summit di San Pietroburgo del 16-18 giugno, che il Cremlino sta coreografando attentamente come un evento annuale nello stile di una "Davos russa", dal titolo International Economic Forum. Entrambi i paesi sono molto eccitati per la possibilità che la visita di Hu possa essere un punto di svolta nella cooperazione energetica tra la Cina e la Russia.
Il gigante energetico russo, Gazprom, si aspetta di pompare 30.000 metri cubi di gas ogni anno alla Cina fino al 2015 e la contrattazione dei prezzi è in fase avanzata. I funzionari cinesi sostengono che i negoziati in stallo, finalmente si concluderanno con un accordo quando Hu arriverà in Russia.
Certamente, quando la maggiore economia a più rapida crescita nel mondo e il più grande esportatore mondiale di energia sono d'accordo, la questione va al di là di un accordo di cooperazione bilaterale.
Ci sarà inquietudine in Europa, che è stata storicamente il principale mercato della Russia in quanto a esportazioni energetiche, per il fatto che appare un "concorrente" in Oriente e che il business energetico dell'Occidente con la Russia possa avere la Cina come un "socio camuffato" . Questo cambiamento di paradigma fornisce uno sfondo alle tensioni Est-Ovest in tutto il Medio Oriente.
Posizione identica
Il Medio Oriente e il Nord Africa sono risultati essere il motivo centrale dei colloqui di Yang a Mosca con il suo anfitrione Sergei Lavrov. La Russia e la Cina hanno deciso di lavorare insieme per affrontare i problemi derivanti dalle turbolenze in Medio Oriente e nel Nord Africa. Lavrov ha detto: "Abbiamo deciso di coordinare le nostre azioni utilizzando le capacità di entrambi gli Stati per aiutare la stabilizzazione più rapidamente possibile ed evitare conseguenze negative imprevedibili nella zona".
Lavrov ha detto che Russia e Cina hanno una "posizione identica" e che "ogni nazione deve decidere il proprio futuro in modo indipendente, senza interferenze esterne". Presumibilmente, i due paesi hanno concordato una posizione comune per opporsi a qualsiasi azione da parte della NATO di effettuare una operazione di terra in Libia.
Finora, la posizione russa è stata che Mosca non accetta nessun mandato del Consiglio di Sicurezza dell'ONU alla NATO per un'operazione di terra senza una "chiara posizione" di approvazione da parte della Lega Araba e l'Unione Africana (della quale fa parte la Libia).
Evidentemente, vi è un "deficit di fiducia" in questo caso, che sta diventando sempre più insormontabile a meno che la NATO decida un immediato cessate il fuoco in Libia. In poche parole, la Russia non si fida degli Stati Uniti o dei suoi alleati della NATO in quanto a trasparenza circa le loro intenzioni rispetto alla Libia e al Medio Oriente. Pochi giorni fa, Lavrov ha parlato a lungo della Libia in un'intervista a un canale televisivo russo, Tsentr.Ha espresso grande frustrazione per l'ambiguità e i sotterfugi dell'Occidente nell'interpretare unilateralmente la risoluzione Onu 1973 per fare praticamente tutto ciò che vuole.
"Riceviamo segnalazioni sulla preparazione di un'operazione terrestre [in Libia] e suggeriscono che i piani del caso sono sviluppati nella NATO e nell'Unione Europea." E ha lasciato intravedere il sospetto di Mosca che il piano statunitense consentirebbe di evitare la necessità di un contatto con il Consiglio di Sicurezza per ottenere un mandato per operazioni terrestri della Nato in Libia. Si orientano a far pressione al Segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon, per ottenere una "richiesta" per l'alleanza occidentale a fornire le scorte per la missione umanitaria delle Nazioni Unite, e usarla come copertura per lanciare operazioni terrestri.
La posizione pubblica della Russia e della Cina impedirà che Ban Ki-moon faccia passare furtivamente dalla porta posteriore un'operazione di terra della NATO. Ban ha visitato di recente Mosca e alcuni rapporti russi hanno suggerito che ha "ricevuto una lavata di testa" per il suo modo di dirigere l'organismo mondiale.
Un commentatore esperto di Mosca, Dmirty Kosyrev, ha scritto con pungente sarcasmo:
· Ci sono molti modi di dire politicamente ad un ospite per conto proprio e per conto dei propri partners internazionali:"Siamo molto soddisfatti della sua prestazione, stimato signor Ban" Spesso le parole non sono neppure necessarie in questi casi. Ovviamente, al segretario generale piace il romanticismo rivoluzionario delle guerre civili e sostenere i combattenti per la libertà in generale. Di conseguenza, spesso è dalla parte degli arciliberali dell' Europa o Stati Uniti.
· Tuttavia, il segretario generale delle Nazioni Unite, non dovrebbe assumere posizioni politiche estreme, né tantomeno schierarsi con la minoranza di Stati membri delle Nazioni Unite su una questione, come ha fatto nel caso della Libia e della Costa Avorio. Non è stato eletto per questo. Il punto non è costringere il signor Ban a cambiare le proprie convinzioni o posizioni, ma piuttosto modificare leggermente la sua visione in favore di una maggiore neutralità.
Mosca e Pechino sembrano contemplare il cosiddetto Gruppo di Contatto Libia (formato da 22 Paesi e sei organizzazioni internazionali), con molto sospetto. Riferendosi alla decisione del gruppo nella riunione di Roma di giovedi scorso, di mettere immediatamente a disposizione un fondo temporaneo di 250 milioni di dollari in aiuti ai ribelli libici, Lavrov ha detto causticamente che il gruppo "incrementa i suoi sforzi per adottare il ruolo leader nella determinazione della politica della comunità internazionale verso la Libia" e ha avvertito che non dovrebbero "cercare di sostituire il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e non si dovrebbero prendere le parti".
E' diventato motivo d'inquietudine per Mosca e Pechino che il Gruppo di Contatto sia gradualmente evoluto in un vero e proprio processo regionale scavalcando le Nazioni Unite al fine di modulare la rivolta araba per soddisfare le strategie occidentali. Il gruppo di Stati del Consiglio di Cooperazione del Golfo (e della Lega Araba) che sono presenti nel gruppo di contatto permette all'Occidente di dichiarare che il processo è una voce collettiva del parere regionale. (Ironia della sorte, la Francia ha invitato la Russia ad unirsi al gruppo di contatto.)
Punta dell'iceberg
Nella conferenza stampa congiunta con Yang a Mosca di venerdì, Lavrov è andato dritto al punto: "Il gruppo di contatto si è stabilito da solo. E ora cerca di arrogarsi la responsabilità della politica della comunità internazionale verso la Libia. E non solo la Libia, abbiamo sentito voci che chiedono a questo gruppo di decidere cosa fare in altri Stati della regione". Ciò che preoccupa la Russia nell'immediato sarebbe che il gruppo di contatto starebbe intrufolandosi a carponi anche Siria per dirigere anche in quel paese un cambiamento di regime.
La Cina è stata finora molto diplomatica rispetto al tema della Libia e ha lasciato che la Russia mettesse il campanello al gatto occidentale, ma ormai è sempre più eloquente. Yang è stato piuttosto diretto nella conferenza stampa a Mosca nella sua critica all'intervento occidentale in Libia. Appena tre settimane fa, il People's Daily ha dichiarato che la guerra in Libia era ad un punto morto; il regime di Muammar Gheddafi aveva mostrato la sua reistenza, e l'opposizione libica è stata sopravvalutata dall'Occidente. Il giornale ha commentato:
· "La guerra di Libia è diventato un problema delicato per l'Occidente. In primo luogo, l'Occidente non può permettersi la guerra economica e strategica ... La guerra costa troppo ai paesi europei e agli Stati Uniti che non sono usciti completamente dalla crisi economica. Più lunga è la guerra, più paesi in Occidente si troveranno in condizioni di svantaggio.
· "In secondo luogo, l'Occidente si ritroverà molti problemi militari e giuridici ... Se l'Occidente è ancora coinvolto, sarà considerato parziale a favore di una parte ... Per quanto riguarda le azioni militari, i paesi occidentali dovranno inviare forze di terra per cacciare Gheddafi ... Questo va ben oltre l'ambito dell'autorità delle Nazioni Unite, e rischia di ripetere gli errori della guerra in Iraq ... In breve, la soluzione militare al problema in Libia è giunta al termine e deve essere messa all'ordine del giorno la soluzione politica ".
I colloqui di Yang a Mosca significano che Pechino si rende conto che l'Occidente è deciso a reggere la "patata bollente", a tutti i costi, farla "raffreddare" a qualunque costo e poi consumarla senza condividerla con nessuno. Pertanto, sembra esserci una revisione della posizione della Cina e un'avvicinamento a quella della Russia (che è stata più apertamente critica all'intervento occidentale in Libia).
Mosca può aver incoraggiato Pechino a vedere quello che sta arrivando. Tuttavia il fattore decisivo sembra essere il crescente senso di disagio di cui l'intervento occidentale in Libia è solo la punta di un iceberg e che quello che si sta sviluppando potrebbe essere una geostrategia volta a perpetuare il predominio storico dell'Occidente sul nuovo Medio Oriente, nell'era post Guerra Fredda. Tessuto con questo è il precedente estremamente preoccupante di un' azione militare della NATO, senza uno specifico mandato delle Nazioni Unite.
Da allora, Lavrov e Yang sono andati ad Astana per una conferenza dei ministri degli Esteri della Shanghai Cooperation Organization (SCO) che negozierà l'agenda per una riunione nel summit dell'organismo regionale, che si terrà nella capitale kazaka, il 15 giugno. La grande domanda è se l'accordo russo-cinese sulla "stretta cooperazione", sulle questioni del Medio Oriente e del Nord Africa diventerà la posizione comune del SCO.
Sembra che la probabilità è alta.
L'ambasciatore MK Bhadrakumar è stato diplomatico di carriera del Servizio Estero in India. Ha esercitato le sue funzioni nell'ex Unione Sovietica, Corea del Sud, Sri Lanka, Germania, Afghanistan, Pakistan, Uzbekistan, Kuwait e Turchia.
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