Secondo le presentazioni fatte alla Commissione di Bioetica martedì, le vittime sopravvissute necessitano di un'inchiesta del Congresso. Hanno bisogno che i loro abusi siano documentati ed ascoltati. Essi richiedono una maggiore declassificazione dei documenti governativi che nascondono la sperimentazione umana non consensuale e le operazioni di controspionaggio che hanno come obiettivo cittadini americani. Tale declassificazione si è verificata durante l'amministrazione Clinton, rivelando violazioni dei diritti umani che hanno scosso la nazione.
23 marzo 2011
USA: VIOLAZIONI ESTREME DEI DIRITTI UMANI ATTRAVERSO LA SPERIMENTAZIONE NON CONSENSUALE
Un evento storico per i diritti umani negli Stati Uniti si è verificato Martedì 1 marzo, quando la Commissione Presidenziale per lo Studio sulle Questioni Bioetiche ha ascoltato le dichiarazioni scioccanti di una rappresentanza dei molti Americani che vengono torturati attraverso armi a distanza e tattiche Cointelpro simili. Ciascuna vittima sopravvissuta alla tortura ha presentato prove di violazioni estreme dei diritti umani, implorando Obama di porre termine all'orrenda sperimentazione militare umana non consensuale condotta oggi su di loro e migliaia di altri come loro.
Human Rights Examiner Di Deborah Dupre
Secondo le presentazioni fatte alla Commissione di Bioetica martedì, le vittime sopravvissute necessitano di un'inchiesta del Congresso. Hanno bisogno che i loro abusi siano documentati ed ascoltati. Essi richiedono una maggiore declassificazione dei documenti governativi che nascondono la sperimentazione umana non consensuale e le operazioni di controspionaggio che hanno come obiettivo cittadini americani. Tale declassificazione si è verificata durante l'amministrazione Clinton, rivelando violazioni dei diritti umani che hanno scosso la nazione.
22 marzo 2011
Intelligence USA: Il programma nucleare iraniano è pacifico
Il Rapporto annuale del servizio d’intelligence statunitense ha confermato la natura pacifica del programma nucleare iraniano.
Una recente relazione annuale dei servizi d'intelligence statunitensi ha modificato le considerazioni precedenti sulla possibilità che l’Iran costruisca armi nucleari ed ha affermato la natura pacifica del programma atomico del paese persiano, secondo quanto informa la Press Tv, citando il rapporto pubblicato sul Washington Post.
Nel documento consegnato al Congresso statunitense non si fa riferimento alle accuse secondo le quali l’Iran mantenga l’opzione di costruire armi nucleari.
Il Centro per il Controllo delle Armi, l’Intelligence e la Non Proliferazione delle Armi della CIA, hanno realizzato questo rapporto in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Intelligence statunitense.
Il Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA), Yukiya Amano, ha riconosciuto anche, lo scorso lunedì, che da quando ha assunto l’incarico a dicembre del 2009, non vi era alcun segnale che l’Iran sviluppasse un programma nucleare militare.
L’Iran come membro dell’AIEA e del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) sviluppa il suo programma nucleare con scopi puramente pacifici e sotto la supervisione continua di ispettori internazionali.
Il 15 marzo a Gaza...
Riceviamo e pubblichiamo.
Vi scrivo questo in forma anonima, perché trovo necessario che queste informazioni escano dalla striscia. Vi chiedo di diffondere queste informazioni ma di mantenerle in forma anonima, e di mantenere alta l'attenzione su cosa sta succedendo qui. Grazie.
Anonimo
Il 15 di Marzo, il popolo palestinese è sceso in piazza. È sceso in piazza sia a Gaza che in Cisgiordania, sono scese in piazza donne, bambini, uomini, famiglie intere. Vi racconterò quello che è successo e che sta succedendo a Gaza, dove mi trovo, e non parlerò della Cisgiordania solo perché non ne ero testimone oculare. Qui hanno manifestato, secondo le stime, 300.000 persone, soprattutto giovani, su un'idea lanciata da un gruppo “15 di marzo”, gruppo che non fa riferimento a nessun partito, gruppo di ragazzi e ragazze per lo più giovani e giovanissim*, gruppo nato circa un mese prima e che è rimbalzato in facebook e che è riuscito a raccogliere persone di tutti i tipi e facenti parte di tutte (o quasi) le fazioni politiche.
Il popolo palestinese è sceso in piazza perché vuole l'unità.
21 marzo 2011
Le forze del Male contro i popoli della terra
Quasi tutto è incomprensibile nella guerra che Francia, Inghilterra, Stati Uniti e il folcloristico codazzo italiano hanno dichiarato contro la Libia.
di Stefano D’Andrea
http://www.appelloalpopolo.it/
Le notizie sulle fosse comuni, sui bombardamenti aerei contro "folle di manifestanti", sulle stesse folle di manifestanti e sul numero dei morti erano false. Ormai tutti sanno che erano false, anche se, per convenienza o viltà, alcuni fingono di crederle vere. La cosa incomprensibile, tuttavia, è che sebbene quelle notizie fossero assurde, inverosimili e sfornite di ogni prova, molti le hanno reputate vere. L'unica plausibile spiegazione è che i cittadini occidentali siano stati stupiditi. Non parlo soltanto della massa. Mi riferisco anche alla classe dirigente, ai giornalisti, ai politici, ai docenti universitari. Spiegazioni più plausibili non so ipotizzarne. Fornitemele se siete in grado.
Russia, Cina e Germania si sono limitate ad astenersi nella deliberazione del consiglio di sicurezza dell'ONU. Perché? Perché Cina e Russia non hanno posto il veto?
di Stefano D’Andrea
http://www.appelloalpopolo.it/
Le notizie sulle fosse comuni, sui bombardamenti aerei contro "folle di manifestanti", sulle stesse folle di manifestanti e sul numero dei morti erano false. Ormai tutti sanno che erano false, anche se, per convenienza o viltà, alcuni fingono di crederle vere. La cosa incomprensibile, tuttavia, è che sebbene quelle notizie fossero assurde, inverosimili e sfornite di ogni prova, molti le hanno reputate vere. L'unica plausibile spiegazione è che i cittadini occidentali siano stati stupiditi. Non parlo soltanto della massa. Mi riferisco anche alla classe dirigente, ai giornalisti, ai politici, ai docenti universitari. Spiegazioni più plausibili non so ipotizzarne. Fornitemele se siete in grado.
Russia, Cina e Germania si sono limitate ad astenersi nella deliberazione del consiglio di sicurezza dell'ONU. Perché? Perché Cina e Russia non hanno posto il veto?
20 marzo 2011
La NATO, la guerra, la falsità e gli affari
Come alcuni sanno, nel settembre del 1969, Muammar al-Gaddafi, un militare arabo beduino di peculiare carattere, ispirato dalle idee del leader egiziano Gamal Abdel Nasser, promosse nel seno delle Forze Armate un movimento che sconifisse il Re Idris I della Libia, un paese desertico nella sua quasi totalità e con una scarsa popolazione, situato al nord dell’Africa, tra Tunisi e l’Egitto.
Le importanti e preziose risorse energetiche della Libia si scopersero progressivamente.
Fidel Castro Ruz
Cubadebate
Nato nel seno di una famiglia di una tribù beduina di pastori nomadi del deserto, nella regione di Trípoli, Gheddafi era profondamente anticolonialista. Si assicura che un suo nonno paterno morì lottando contro gli invasori italiani, quando la Libia fu invasa da costoro nel 1911. Il regime coloniale e il fascismo cambiarono la vita di tutti. Si dice, ugualmente, che suo padre sofferse la reclusione prima di guadagnarsi il pane come operaio industriale.
19 marzo 2011
LA VEGGENZA DELLA LLOYD'S
Stringiamoci a coorte, l’Italia s’è desta, ci han fatto la festa.
La Libia alla BP, Total e Chevron, l'ENI è fuori. A Roma tutti contenti. Pappata la Fiat, ora vanno per Finmeccanica e Fincantieri. Westerwelle: "Nessun soldato tedesco combatterà in Libia" (vedi qui). La veggenza della Lloyd'sDi Tito Pulsinelli e Attilio Folliero
Attiliofolliero/Selvasorg
Nel giorno del suo compleanno 150 l’Italia viene amputata del potere di avere una politica esterna autonoma nel Mediterraneo, non nella sua ampiezza totale, persino sul pianerottolo con l’inquilino dirimpetto. La ciliegina sulla torta è amara. L’ENI perde le concessioni a favore della British Petroleum (BP), Total , Chevron e Shell. Scacciati da una delle tre aree in cui si continuano a scoprire risorse energetiche o nuovi giacimenti. Congiuntamente all’Iran ed il Venezuela. All’Italia viene negata la funzione storica di ponte europeo verso l’Africa ed il Medioriente, e pure lo spazio di manovra per un’autonoma politica energetica, volta a garantire l’autosufficienza attraverso una propria impresa multinazionale, parzialmente statale.
Quel che un mese fa era un putch militare interno per assicurarsi il controllo dei giacimenti della Libia, divenuto poi un golpe fallito, ha preso finalmente le sembianze di una manovra separatista infruttuosa. Per andare a buon fine, gli sponsor “occulti” di Francia, Inghilterra e Stati Uniti devono sporcarsi le mani- con un intervento diretto. Opportuno riflettere sul perchè la Germania si defila e dice nein. Siamo tornati ai tempi dell’invasione anglo-francese dell’Egitto, dopo la nazionalizzazione del canale di Suez.
18 marzo 2011
Terremoto, tsunami e allarme nucleare in Giappone, un cocktail esplosivo in piena crisi energetica. Coincidenza?
Non bisogna dimenticare che il controllo del clima e, specificamente, il controllo dei fenomeni climatici come terremoti o tsunami sono possibili da molto tempo, la stessa ONU ha elaborato, nel 1977, una risoluzione per vietare lo sviluppo di tecniche di modificazione del clima, per il rischio del suo uso con scopi bellici o ostili.
AntimperialistaDopo uno dei più grandi terremoti che abbia mai scosso la terra, che casualmente si è verificato in una delle coste del Giappone dove ci sono un gran numero di centrali nucleari, le informazioni che stiamo ricevendo da parte dei media occidentali si concentrano quasi esclusivamente, sul pericolo di possibili fughe radioattive dalle centrali colpite dal terremoto, lasciando in secondo piano il fatto che vi sono ancora migliaia di dispersi e che i danni subiti stanno mettendo in grosse difficoltà la vita di decine di migliaia di giapponesi.
L’attenzione che le corporazioni mediatiche occidentali danno al pericolo nucleare in Giappone, ed il modo di affrontarlo, ci può dare qualche indizio sul fatto che esistono interessi nascosti dietro questa tragedia, dato che queste multinazionali della (dis)informazione non sono altro che strumenti creati e finanziati per difendere gli interessi dei grandi oligarchi del capitalismo,ISLANDA: Una rivoluzione messa a tacere...
Gli islandesi si sono ribellati contro il proprio governo, chiedendo di non pagare il debito delle banche
Ciò che non appare nei media, non accade. Questa è la massima che si deve applicare allo strano caso dell'Islanda. Sì, l'Islanda. L’Islanda dovrebbe essere notizia, titolo principale dei giornali. Perché? Bene, perché in Islanda, la gente è scesa per le strade, pentola in mano, per mostrare la sua radicale opposizione al suo governo. E la mobilitazione dei cittadini non solo ha provocato due crisi di governo, ma ha imposto un processo costituzionale, la stesura di una nuova Costituzione per evitare il ripetersi di situazioni simili come quelle che si sono verificate nel corso di questa crisi globale. Quali sono queste situazioni?Le tre principali banche islandesi si lanciarono, protette dal neoliberismo rampante, in una politica di acquisto di attivi e prodotti al di fuori dei loro confini. Come è successo con molte banche, quei prodotti sono risultati spazzatura, di quella che a Rodrigo Rato sembrava una stupenda scommessa finanziaria quando era direttore del FMI, che ha portato queste istituzioni alla bancarotta per i loro debiti in Olanda e Gran Bretagna. Il governo islandese ha provveduto a nazionalizzare le banche e ad assumersi i loro debiti.
16 marzo 2011
Indiani d'America e Briganti meridionali
Non c’è dubbio che nel campo delle interpretazioni storiografiche è opportuno evitare atteggiamenti troppo faziosi, dogmatici o apologetici per adottare un approccio possibilmente problematico verso le questioni e i processi storici. Francamente questo spirito libero non c’è nel clima di esaltazione retorica dei 150 anni dell’unità d’Italia.
Con questo articolo so di andare controcorrente per tentare di recuperare la memoria di due esperienze storiche che sono state letteralmente cancellate dalla storiografia ufficiale. Mi riferisco al destino parallelo degli Indiani d’America e di coloro che sono definiti i “Pellerossa” del Sud Italia: i briganti e i contadini del Regno delle Due Sicilie.
IN MAROCCO, IL MAKHZEN UCCIDE IN SILENZIO
Mentre gli occhi del Mondo sono sulla Libia, lo Stato marocchino continua tranquillamente con la sua repressione contro il Movimento del 20 Febbraio.
Di Zineb El Rhazoui
Due nomi, due facce, Fadoua e Karim, due vittime dell’arbitrarietà, certamente non gli unici, ma il loro triste destino ha emozionato il Marocco. Karim Chaib di 21 anni ha perso la vita nei violenti disordini che hanno scosso la città di Sefrou, dopo le manifestazioni del 20 febbraio. Un video mostra numerosi poliziotti che si scagliano contro di lui in una strada della città mentre si sentono le urla indignate di alcune donne. Anche se la scena si è verificata davanti a testimoni, questo non ha impedito alle autorità di “mascherare” il suo crimine. Karim è stato sepolto di prima mattina in presenza di un numero molto limitato di membri della famiglia, senza che i risultati dell’autopsia siano stati resi pubblici.
15 marzo 2011
Bruxelles controllerà i bilanci nazionali
Il patto per la competitività adottato dalla zona euro questo fine settimana non resterà in nessun cassetto per un anno, termine dato ai paesi per attuare le loro misure. L’accordo tornerà sul tavolo nella riunione dei ministri dell’euro questo pomeriggio e domani tra i 27 paesi dell’UE.
Di Daniel Basteiro
Pùblico.esL'attuazione delle proposte del cancelliere tedesco Angela Merkel, comprese le riforme sui limiti dei salari e del deficit, saranno controllate dalla Commissione, che prevede un documento redatto da ciascun partner, entro aprile, per sapere quali sono le proposte per portare a termine queste riforme.
Il patto per la competitività, chiamato ora Patto per l’Euro, sarà il pilastro di un Governo Economico rafforzato, che include anche il controllo europeo degli aspetti dell’economia nazionale, che fino ad ora erano fatti solo successivamente. Nello stesso documento, chiamato Programma Nazionale della Riforma, i paesi dell’UE rimetteranno a Bruxelles le linee generali dei loro conti nazionali per il prossimo anno, un esercizio di prevenzione che mira ad evitare spese irresponsabili.
Questo controllo europeo fisserà il margine per i parlamenti nella redazione delle finanziarie.
14 marzo 2011
Gli USA verso la fame e la rivoluzione
Nel mese di febbraio, il debito pubblico USA è continuato a crescere; dall’inizio dell’anno è aumentato complessivamente di 169,55 miliardi. Nell’ultimo anno, a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, in molti paesi del nord Africa e del Medio Oriente sono scoppiate rivolte popolari. La fame è, dunque, alla base di queste rivolte, che solo negli ultimi mesi sono arrivate all’attenzione dei media mondiali; basta citare la rivolta in Egitto, di cui noi abbiamo parlato già un anno fa circa e che i media ufficiali hanno scoperto solo all’inizio di quest’anno!
Di Attilio Folliero e Cecilia Layahttp://attiliofolliero.blogspot.com/
Oggi, nessuno ne parla, ma presto vedremo queste rivolte anche negli Stati Uniti. Molto presto gli statunitensi, che fino ad ora sono i più ricchi del pianeta, avranno problemi di fame ed inevitabilmente i rimorsi della fame conducono alle rivolte, alle esplosioni sociali.
Top ten armi del futuro: sofisticando la distruzione.
Come se non fosse sufficientemente irresponsabile la nostra interazione in questo pianeta, si sta già preparando la nuova generazione di armi futuriste: super potenti, ipereffettive e più distruttive che mai.
Di Jeff HechtLo sviluppo delle armi è stato, tristemente, uno dei più grandi detonanti innovativi a livello tecnologico di tutta la storia. Basta ricordare i molteplici vantaggi tecnologici di cui godiamo da un paio di decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, e lo stesso fenomeno che si è verificato dopo la guerra fredda. Ma ovviamente, perché la società goda dei benefici di questi strumenti innovativi devono trascorrere diversi anni dopo che sono stati sfruttati a livello militare. A conferma di ciò, basta verificare che l’antecedente guidato dalla World Wide Web, la ARPANET (Advances Research Projects Agency Network)è stata lanciata a metà anni Sessanta dal governo Usa e solo 20 anni il suo miele è cominciato ad arrivare alla società civile.
13 marzo 2011
Il 17 aprile: è il giorno dei prigionieri palestinesi
L'International Solidarity Movement (ISM) Gaza chiede una giornata di azione globale per attirare l'attenzione sui prigionieri politici palestinesi che si trovano illegalmente detenuti in Israele. Il 17 aprile è il giorno dei prigionieri palestinesi, una giornata in commemorazione delle 5.834 palestinesi che sono attualmente (al 1 Febbraio 2011), detenuti nelle carceri israeliane. Non meno di 221 di loro sono bambini e 798 sono condannati all'ergastolo.
Vi chiediamo di organizzare eventi il 17 aprile o nel corso di quella settimana nei vostri paesi per contrastare le numerose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele in materia prigionieri palestinesi.
Aumentate la consapevolezza, incentivate la pressione dell'opinione pubblica i vostri rappresentanti locali e nazionali per far rendere conto ad Israele dei suoi crimini, domandando che vengano rispettati come minimo i seguenti punti:
12 marzo 2011
Il Pentagono interviene nei social network
Il segretario della Difesa degli USA, Robert Gates, ha proceduto a gennaio ad una ristrutturazione delle funzioni degli interventi militari nel web.
D'ora in avanti sarà lo Strategic Command (che controlla la forza d’attacco nucleare) ad essere il responsabile dell'hacking (pirateria informatica) e della cyber-difesa. Questo Comando Congiunto è il responsabile delle operazioni di contaminazione (propaganda, manipolazione dell’informazione), mentre lo Special Operation Command è responsabile del recupero di informazioni utili e necessarie per le operazioni segrete.
11 marzo 2011
I Balcani delusi dall'Unione Europea
I sentimenti contro l'Unione Europea (UE) crescono in tutti i paesi balcanici, che negli ultimi dieci anni avevano proclamato l'entrata nel blocco come il principale obiettivo politico.
Di Vesna Peric Zimonjic
La delusione aumenta nelle prolungate difficoltà economiche, il fallimento nella lotta alla corruzione e gli stagnamenti politici al momento di creare governi stabili.
“La promessa di adesione all’UE non è più attraente”, ha detto a IPS l’economista serbo Misa Brkic. Recenti inchieste indicano che l’appoggio in Serbia al blocco è caduta del 60% per la prima volta dal 2000.
“La gente è molto nervosa, ed il governo è indifferente”, ha detto Brkic. “La gente vuole lavoro, sicurezza sociale e miglioramento in tutte le aree”.
Il 12 febbraio, la Serbia è stata uno scenario della più grande manifestazione politica dalla caduta del regime di Slobodan Milosevic nel 2000. Più di 55.000 persone, con la leadership del Partito Progressista Serbo, si sono riunite per chiedere un cambiamento sociale.
10 marzo 2011
Libia:L'interventismo militare, gioco a perdere per l'Italia
L'estrazione di petrolio è calata a 400mila barili, ed oggi le esportazioni sono state sospese. La Casa Bianca annuncia che il blocco dei conti della “famiglia Gheddafi” ha raggiunto quota 60 miliardi di dollari, sui 200 miliardi della riserva monetaria della Libia.
Di Tito Pulsinelli
http://selvasorg.blogspot.com/
Di Tito Pulsinelli
http://selvasorg.blogspot.com/
Il “congelamento”, in realtà, è il primo atto per mettere le mani sull'intero bottino presente nelle banche occidentali. Una somma ragguardevole per una nazione di soli 6 milioni di abitanti. Il secondo passo è il controllo diretto dei giacimenti, via separatismo o per interposto governo provvisorio riconosciuto dai “civilizzati”.
Nel frattempo, però, con la ribellione del Bahrein ignorata dai media e diplomazie occidentali, la borsa dell’Arabia Saudita perde il 6% al giorno. Rischio di contagio fulminante per il Qatar e gli Emirati. Obama e il resto dei “civilizzati” non hanno nulla da eccepire, riguardo a queste autentiche stazioni di benzina anglosassoni.
LA SCACCHIERA ISLAMICA
Egitto: l’irruzione della Turchia (e dell’Iran dalla porta posteriore)
Per non soccombere ai manicheismi lineari della propaganda occidentale di taglio hollywoondiano propongo di dividere brevemente il mondo arabo, di 22 membri, in cinque sub regioni con lo scopo di facilitare concetti ed analisi:
Di Alfredo Jalife-Rahme - La Jornada
1- Il Maghreb (“occidente” arabo), principalmente di maggioranza sunnita, dove prevale un’importante minoranza berbera: Mauritana, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, ai quali bisogna aggiungere la RADS (Repubblica Araba Democratica Saharaui), riconosciuta dall’Unione Africana, ma non dalla Lega Araba.
2- La Mezzaluna Fertile, nel significato “amministrativo” del primo ministro iracheno e filo britannico, Nuri Al-Said: Transgiordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria (Libano e Iraq hanno potenti comunità sciite, mentre la Siria si caratterizza dal regno “alawita” (10 % della popolazione), una setta discendente dal sciita, oltre al 16% dei cristiani.
3- Le sei petromonarchie arabe del golfo Persico che formano il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG): Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi e Oman (nelle prime tre ci sono importanti popolazioni sciite).
La rete di Soros che finanzia il crimine invisibile
Con una risoluzione del Parlamento Europeo, l'Unione Europea chiede al Montenegro di pubblicare tutti gli allegati e i documenti collegati all'accordo raggiunto con l'Italia in merito alla realizzazione dell'elettrodotto Tivat-Pescara di Terna. Sembra che sia stata così ascoltata la battaglia portata avanti dalle ONG e i comitati di consumatori per fermare uno tra i più importanti progetti energetici italiani nei Balcani, sollevando il problema della tutela ambientale.
EtleboroUn esito anticipato dalle analisi dell'Osservatorio Italiano, e che prende oggi delle sfumature molto particolari, in relazione al timore dell'insicurezza energetica creatasi dopo le rivoluzioni del Nord Africa, e al nuovo ruolo che i Balcani stanno assumendo nella cosiddetta 'nuova cortina di ferro' dell'energia. Da mesi, infatti, le varie organizzazioni ed associazioni erano in fibrillazione per preparare la campagna di dossieraggio e dissenso contro gli investimenti in Montenegro ed in tutti Balcani delle società italiane e russe, in antagonismo con le grandi multinazionali energetiche e le lobbies angloamericane. In prima fila la Rete per l'affermazione delle ONG, MANS, che ha aperto una dura campagna di anti-corruzione con la complicità di giornali cosidetti indipendenti, nei confronti del Governo Djukanovic, e soprattutto di A2A e Terna, sparando a zero su ogni tipo di programma di investimento.
9 marzo 2011
LOPPSI 2: il Patriot Act francese
Il Parlamento francese ha appena adottato una nuova legge-guazzabuglio che riporta nel diritto francese varie misure del Patriot Act degli USA. Per il sociologo Jean-Claude Paye, l’inefficacia del vasto sistema di sorveglianza progressivamente messo in atto attesta che la sua finalità reale è diversa da quanto annunciato. Le società occidentali evolvono verso un modello “infantile”, dove il solo fatto di porsi sotto lo sguardo avvolgente del potere, genera un senso di sicurezza.
Di Jean-Claude Paye
http://www.voltairenet.org/La legge francese “LOPPSI 2”, Legge di Orientamento e di Programmazione per la Sicurezza Interna, è stata definitivamente adottata l’8 febbraio scorso [1]. Il testo presenta delle forti somiglianze con il Patrioct Act statunitense, votato immediatamente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Entrambe le leggi si presentano come un “calderone” sulla sicurezza, un insieme di misure diverse volte a ridurre le libertà fondamentali e contenenti riforme importanti destinate ad assicurare il controllo della Rete.
Il Patrioct Act anticipa le leggi francesi. Esso instaura, dal 2001, tutta una serie di disposizioni che saranno presenti in Francia per un decennio, come l’installazione legale di trojan horses nei computers, la criminalizzazione del cybercrime o l’infiltrazione delle forze di polizia nel commercio elettronico.
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