15 marzo 2011
Bruxelles controllerà i bilanci nazionali
Il patto per la competitività adottato dalla zona euro questo fine settimana non resterà in nessun cassetto per un anno, termine dato ai paesi per attuare le loro misure. L’accordo tornerà sul tavolo nella riunione dei ministri dell’euro questo pomeriggio e domani tra i 27 paesi dell’UE.
Di Daniel Basteiro
Pùblico.esL'attuazione delle proposte del cancelliere tedesco Angela Merkel, comprese le riforme sui limiti dei salari e del deficit, saranno controllate dalla Commissione, che prevede un documento redatto da ciascun partner, entro aprile, per sapere quali sono le proposte per portare a termine queste riforme.
Il patto per la competitività, chiamato ora Patto per l’Euro, sarà il pilastro di un Governo Economico rafforzato, che include anche il controllo europeo degli aspetti dell’economia nazionale, che fino ad ora erano fatti solo successivamente. Nello stesso documento, chiamato Programma Nazionale della Riforma, i paesi dell’UE rimetteranno a Bruxelles le linee generali dei loro conti nazionali per il prossimo anno, un esercizio di prevenzione che mira ad evitare spese irresponsabili.
Questo controllo europeo fisserà il margine per i parlamenti nella redazione delle finanziarie.
14 marzo 2011
Gli USA verso la fame e la rivoluzione
Nel mese di febbraio, il debito pubblico USA è continuato a crescere; dall’inizio dell’anno è aumentato complessivamente di 169,55 miliardi. Nell’ultimo anno, a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, in molti paesi del nord Africa e del Medio Oriente sono scoppiate rivolte popolari. La fame è, dunque, alla base di queste rivolte, che solo negli ultimi mesi sono arrivate all’attenzione dei media mondiali; basta citare la rivolta in Egitto, di cui noi abbiamo parlato già un anno fa circa e che i media ufficiali hanno scoperto solo all’inizio di quest’anno!
Di Attilio Folliero e Cecilia Layahttp://attiliofolliero.blogspot.com/
Oggi, nessuno ne parla, ma presto vedremo queste rivolte anche negli Stati Uniti. Molto presto gli statunitensi, che fino ad ora sono i più ricchi del pianeta, avranno problemi di fame ed inevitabilmente i rimorsi della fame conducono alle rivolte, alle esplosioni sociali.
Top ten armi del futuro: sofisticando la distruzione.
Come se non fosse sufficientemente irresponsabile la nostra interazione in questo pianeta, si sta già preparando la nuova generazione di armi futuriste: super potenti, ipereffettive e più distruttive che mai.
Di Jeff HechtLo sviluppo delle armi è stato, tristemente, uno dei più grandi detonanti innovativi a livello tecnologico di tutta la storia. Basta ricordare i molteplici vantaggi tecnologici di cui godiamo da un paio di decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, e lo stesso fenomeno che si è verificato dopo la guerra fredda. Ma ovviamente, perché la società goda dei benefici di questi strumenti innovativi devono trascorrere diversi anni dopo che sono stati sfruttati a livello militare. A conferma di ciò, basta verificare che l’antecedente guidato dalla World Wide Web, la ARPANET (Advances Research Projects Agency Network)è stata lanciata a metà anni Sessanta dal governo Usa e solo 20 anni il suo miele è cominciato ad arrivare alla società civile.
13 marzo 2011
Il 17 aprile: è il giorno dei prigionieri palestinesi
L'International Solidarity Movement (ISM) Gaza chiede una giornata di azione globale per attirare l'attenzione sui prigionieri politici palestinesi che si trovano illegalmente detenuti in Israele. Il 17 aprile è il giorno dei prigionieri palestinesi, una giornata in commemorazione delle 5.834 palestinesi che sono attualmente (al 1 Febbraio 2011), detenuti nelle carceri israeliane. Non meno di 221 di loro sono bambini e 798 sono condannati all'ergastolo.
Vi chiediamo di organizzare eventi il 17 aprile o nel corso di quella settimana nei vostri paesi per contrastare le numerose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele in materia prigionieri palestinesi.
Aumentate la consapevolezza, incentivate la pressione dell'opinione pubblica i vostri rappresentanti locali e nazionali per far rendere conto ad Israele dei suoi crimini, domandando che vengano rispettati come minimo i seguenti punti:
12 marzo 2011
Il Pentagono interviene nei social network
Il segretario della Difesa degli USA, Robert Gates, ha proceduto a gennaio ad una ristrutturazione delle funzioni degli interventi militari nel web.
D'ora in avanti sarà lo Strategic Command (che controlla la forza d’attacco nucleare) ad essere il responsabile dell'hacking (pirateria informatica) e della cyber-difesa. Questo Comando Congiunto è il responsabile delle operazioni di contaminazione (propaganda, manipolazione dell’informazione), mentre lo Special Operation Command è responsabile del recupero di informazioni utili e necessarie per le operazioni segrete.
11 marzo 2011
I Balcani delusi dall'Unione Europea
I sentimenti contro l'Unione Europea (UE) crescono in tutti i paesi balcanici, che negli ultimi dieci anni avevano proclamato l'entrata nel blocco come il principale obiettivo politico.
Di Vesna Peric Zimonjic
La delusione aumenta nelle prolungate difficoltà economiche, il fallimento nella lotta alla corruzione e gli stagnamenti politici al momento di creare governi stabili.
“La promessa di adesione all’UE non è più attraente”, ha detto a IPS l’economista serbo Misa Brkic. Recenti inchieste indicano che l’appoggio in Serbia al blocco è caduta del 60% per la prima volta dal 2000.
“La gente è molto nervosa, ed il governo è indifferente”, ha detto Brkic. “La gente vuole lavoro, sicurezza sociale e miglioramento in tutte le aree”.
Il 12 febbraio, la Serbia è stata uno scenario della più grande manifestazione politica dalla caduta del regime di Slobodan Milosevic nel 2000. Più di 55.000 persone, con la leadership del Partito Progressista Serbo, si sono riunite per chiedere un cambiamento sociale.
10 marzo 2011
Libia:L'interventismo militare, gioco a perdere per l'Italia
L'estrazione di petrolio è calata a 400mila barili, ed oggi le esportazioni sono state sospese. La Casa Bianca annuncia che il blocco dei conti della “famiglia Gheddafi” ha raggiunto quota 60 miliardi di dollari, sui 200 miliardi della riserva monetaria della Libia.
Di Tito Pulsinelli
http://selvasorg.blogspot.com/
Di Tito Pulsinelli
http://selvasorg.blogspot.com/
Il “congelamento”, in realtà, è il primo atto per mettere le mani sull'intero bottino presente nelle banche occidentali. Una somma ragguardevole per una nazione di soli 6 milioni di abitanti. Il secondo passo è il controllo diretto dei giacimenti, via separatismo o per interposto governo provvisorio riconosciuto dai “civilizzati”.
Nel frattempo, però, con la ribellione del Bahrein ignorata dai media e diplomazie occidentali, la borsa dell’Arabia Saudita perde il 6% al giorno. Rischio di contagio fulminante per il Qatar e gli Emirati. Obama e il resto dei “civilizzati” non hanno nulla da eccepire, riguardo a queste autentiche stazioni di benzina anglosassoni.
LA SCACCHIERA ISLAMICA
Egitto: l’irruzione della Turchia (e dell’Iran dalla porta posteriore)
Per non soccombere ai manicheismi lineari della propaganda occidentale di taglio hollywoondiano propongo di dividere brevemente il mondo arabo, di 22 membri, in cinque sub regioni con lo scopo di facilitare concetti ed analisi:
Di Alfredo Jalife-Rahme - La Jornada
1- Il Maghreb (“occidente” arabo), principalmente di maggioranza sunnita, dove prevale un’importante minoranza berbera: Mauritana, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, ai quali bisogna aggiungere la RADS (Repubblica Araba Democratica Saharaui), riconosciuta dall’Unione Africana, ma non dalla Lega Araba.
2- La Mezzaluna Fertile, nel significato “amministrativo” del primo ministro iracheno e filo britannico, Nuri Al-Said: Transgiordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria (Libano e Iraq hanno potenti comunità sciite, mentre la Siria si caratterizza dal regno “alawita” (10 % della popolazione), una setta discendente dal sciita, oltre al 16% dei cristiani.
3- Le sei petromonarchie arabe del golfo Persico che formano il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG): Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi e Oman (nelle prime tre ci sono importanti popolazioni sciite).
La rete di Soros che finanzia il crimine invisibile
Con una risoluzione del Parlamento Europeo, l'Unione Europea chiede al Montenegro di pubblicare tutti gli allegati e i documenti collegati all'accordo raggiunto con l'Italia in merito alla realizzazione dell'elettrodotto Tivat-Pescara di Terna. Sembra che sia stata così ascoltata la battaglia portata avanti dalle ONG e i comitati di consumatori per fermare uno tra i più importanti progetti energetici italiani nei Balcani, sollevando il problema della tutela ambientale.
EtleboroUn esito anticipato dalle analisi dell'Osservatorio Italiano, e che prende oggi delle sfumature molto particolari, in relazione al timore dell'insicurezza energetica creatasi dopo le rivoluzioni del Nord Africa, e al nuovo ruolo che i Balcani stanno assumendo nella cosiddetta 'nuova cortina di ferro' dell'energia. Da mesi, infatti, le varie organizzazioni ed associazioni erano in fibrillazione per preparare la campagna di dossieraggio e dissenso contro gli investimenti in Montenegro ed in tutti Balcani delle società italiane e russe, in antagonismo con le grandi multinazionali energetiche e le lobbies angloamericane. In prima fila la Rete per l'affermazione delle ONG, MANS, che ha aperto una dura campagna di anti-corruzione con la complicità di giornali cosidetti indipendenti, nei confronti del Governo Djukanovic, e soprattutto di A2A e Terna, sparando a zero su ogni tipo di programma di investimento.
9 marzo 2011
LOPPSI 2: il Patriot Act francese
Il Parlamento francese ha appena adottato una nuova legge-guazzabuglio che riporta nel diritto francese varie misure del Patriot Act degli USA. Per il sociologo Jean-Claude Paye, l’inefficacia del vasto sistema di sorveglianza progressivamente messo in atto attesta che la sua finalità reale è diversa da quanto annunciato. Le società occidentali evolvono verso un modello “infantile”, dove il solo fatto di porsi sotto lo sguardo avvolgente del potere, genera un senso di sicurezza.
Di Jean-Claude Paye
http://www.voltairenet.org/La legge francese “LOPPSI 2”, Legge di Orientamento e di Programmazione per la Sicurezza Interna, è stata definitivamente adottata l’8 febbraio scorso [1]. Il testo presenta delle forti somiglianze con il Patrioct Act statunitense, votato immediatamente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Entrambe le leggi si presentano come un “calderone” sulla sicurezza, un insieme di misure diverse volte a ridurre le libertà fondamentali e contenenti riforme importanti destinate ad assicurare il controllo della Rete.
Il Patrioct Act anticipa le leggi francesi. Esso instaura, dal 2001, tutta una serie di disposizioni che saranno presenti in Francia per un decennio, come l’installazione legale di trojan horses nei computers, la criminalizzazione del cybercrime o l’infiltrazione delle forze di polizia nel commercio elettronico.L’attenzione è sulla Libia, l’importanza geostrategica in Bahrein
Ancora una volta facendo il gioco della borghesia: se Gheddafi è buono, se è cattivo, se ormai non controlla il paese, se bisogna occupare il paese, se lo si appoggia dall’America Latina, se bisogna criticarlo…
Di Alberto Cruz
CEPRIDCon un’abilità sorprendente, ha offuscato le rivolte che stanno avvenendo nel mondo arabo: in Egitto e in Tunisia la classe media che ha spinto alle rivolte, con l’appoggio dell’Esercito, non esita ad attaccare chi vuole andare oltre le mere riforme cosmetiche perché tutto continui come prima e loro abbiano la loro parte di potere per evitare il loro progressivo impoverimento; in Marocco e in Giordania continuano le mobilitazioni, con critiche alle rispettive monarchie (qualcosa di nuovo) ma sono diventate inesistenti. Solo alcune nel groviglio di cronache dalle “zone liberate” degli “inviati speciali” in Libia. Ma non è qui che si sta giocando il futuro del mondo arabo così come oggi lo conosciamo, ma in Barhein, la miccia che può infiammare sommosse in tutto il Golfo Persico.
8 marzo 2011
Europa 2020: Un orizzonte neoliberale
La Strategia di Lisbona, un progetto originariamente social-democratico, non ha incoraggiato né l'innovazione né la coesione sociale nell'Unione Europea. Al contrario, la Commissione Europea si è trasformata in un programma neoliberale. E, secondo un economista francese, la Strategia 2020, il progetto che succede ad esso, accentuerà questa tendenza.
Di Bruno Amable
Presseurop
Bisogna riconoscere che i (contro-) riformatori neoliberali hanno una serie di qualità che non sempre si trovano tra i loro avversari, sanno quello che vogliono e ciò che è necessario per ottenerlo, sono pazienti e non si scoraggiano. Ancora una volta, parte dell'azione si svolge all'interno dell'Unione europea.
Ricordiamo che la "Strategia di Lisbona" lanciata nel 2000, era volta a fare dell'Unione "l'economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo entro il 2010". Stabiliva obiettivi in materia di innovazione, di "coesione sociale" e di occupazione. Quasi nessuno è stato conseguito, sebbene i tassi di occupazione sono circa al 70% delle attese (tra la popolazione dai 20 ai 64 anni). Ma le spese in ricerca e sviluppo sono appena aumentate e sono lontane dall'obiettivo del 3% del PIL. Per quanto riguarda la coesione sociale, è sufficiente rilevare che il rischio di povertà (dopo i trasferimenti sociali) è aumentato.
Di Bruno Amable
Presseurop
Bisogna riconoscere che i (contro-) riformatori neoliberali hanno una serie di qualità che non sempre si trovano tra i loro avversari, sanno quello che vogliono e ciò che è necessario per ottenerlo, sono pazienti e non si scoraggiano. Ancora una volta, parte dell'azione si svolge all'interno dell'Unione europea.
Ricordiamo che la "Strategia di Lisbona" lanciata nel 2000, era volta a fare dell'Unione "l'economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo entro il 2010". Stabiliva obiettivi in materia di innovazione, di "coesione sociale" e di occupazione. Quasi nessuno è stato conseguito, sebbene i tassi di occupazione sono circa al 70% delle attese (tra la popolazione dai 20 ai 64 anni). Ma le spese in ricerca e sviluppo sono appena aumentate e sono lontane dall'obiettivo del 3% del PIL. Per quanto riguarda la coesione sociale, è sufficiente rilevare che il rischio di povertà (dopo i trasferimenti sociali) è aumentato.
7 marzo 2011
I NOMI DEGLI INNOCENTI CHE VENGONO UCCISI
Questo articolo è per Omar Maruf. Cosa lo rende così importante, quando ogni giorno decine di persone innocenti muoiono in tutto il mondo? Perché un articolo su di lui?
Omar Maruf è stato ucciso da un soldato armato fino ai denti e ben equipaggiato con tutto ciò che oggi l'industria militare occidentale può offrire. Omar indossava vecchi vestiti sporchi e stava raccogliendo pietre con il suo asino. Omar non fa neppure parte dei cosiddetti "danni collaterali" in quanto purtroppo colpito dal proiettile sbagliato o da una bomba durante un attacco militare. Nelle nostre guerre moderne, dove tutto è calcolato con precisione, a volte qualcuno si trova proprio nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Ma non è stato così. No, un giovane soldato, armato fino ai denti e ben equipaggiato, ha mirato Omar, che era lì in piedi, con i vestiti logori e le pietre in mano, e ha deciso di sparargli. Un giovane soldato in una mattina invernale di sole ha sentito il bisogno di uccidere un uomo della sua stessa età che probabilmente ha considerato non tanto importante. Sapeva che questo atto non gli avrebbe mai procurato alcuna conseguenza. Che non avrebbe dovuto giustificarsi con nessuno. Perché si trattava di un palestinese che non ha diritti e la cui vita non conta.
Omar Maruf è stato ucciso da un soldato armato fino ai denti e ben equipaggiato con tutto ciò che oggi l'industria militare occidentale può offrire. Omar indossava vecchi vestiti sporchi e stava raccogliendo pietre con il suo asino. Omar non fa neppure parte dei cosiddetti "danni collaterali" in quanto purtroppo colpito dal proiettile sbagliato o da una bomba durante un attacco militare. Nelle nostre guerre moderne, dove tutto è calcolato con precisione, a volte qualcuno si trova proprio nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Ma non è stato così. No, un giovane soldato, armato fino ai denti e ben equipaggiato, ha mirato Omar, che era lì in piedi, con i vestiti logori e le pietre in mano, e ha deciso di sparargli. Un giovane soldato in una mattina invernale di sole ha sentito il bisogno di uccidere un uomo della sua stessa età che probabilmente ha considerato non tanto importante. Sapeva che questo atto non gli avrebbe mai procurato alcuna conseguenza. Che non avrebbe dovuto giustificarsi con nessuno. Perché si trattava di un palestinese che non ha diritti e la cui vita non conta.
6 marzo 2011
Ronald Reagan e il suo gabinetto di Massoni
Un mese fa, il 6 febbraio 2011, negli Stati Uniti e in altre succursali dell’Impero, devote come questi alla religione neoliberista, è stato festeggiato il centenario della nascita di Ronald Reagan, 40° presidente americano. In un articolo intitolato The Tax That Turned Ronald Reagan Right, Sam Pizzigati, pone alcune domande e riflessioni. "Ronald Reagan ha cambiato la storia? La risposta è semplice. Tutti in qualche modo cambiamo la storia. La domanda più interessante è un’altra. “Cosa, ha trasformato Reagan da sindacalista difensore dei lavoratori nel loro peggior nemico?”
Che avesse ragione il suo collega attore Henry Fonda quando disse: "Un cattivo attore non potrà mai essere un buon presidente"?
Ronald Reagan fu presidente degli USA tra il 1981-1989. Come tanti altri politici statunitensi, fece diede una notevole spinta alla politica dal mondo imprenditoriale, concretamente, dalla gigantesca multinazionale General Eletric. Durante il suo mandato si è messo in mostra, a livello nazionale, per le sue politiche antioperaie e antisociali (la riduzione delle tasse in favore delle grandi fortune è storia) e a livello internazionale, per la sua aggressiva politica anticomunista: invasione di Granada, sostegno alla guerriglia di desta dei Contras del Nicaragua, finanziamento ai mujaidines di Bin Laden in Afghanistan, bombardamento della Libia di Gheddafi, rottura della politica di distensione con l'URSS mantenuta dai suoi predecessori.
Ronald Reagan fu presidente degli USA tra il 1981-1989. Come tanti altri politici statunitensi, fece diede una notevole spinta alla politica dal mondo imprenditoriale, concretamente, dalla gigantesca multinazionale General Eletric. Durante il suo mandato si è messo in mostra, a livello nazionale, per le sue politiche antioperaie e antisociali (la riduzione delle tasse in favore delle grandi fortune è storia) e a livello internazionale, per la sua aggressiva politica anticomunista: invasione di Granada, sostegno alla guerriglia di desta dei Contras del Nicaragua, finanziamento ai mujaidines di Bin Laden in Afghanistan, bombardamento della Libia di Gheddafi, rottura della politica di distensione con l'URSS mantenuta dai suoi predecessori.
4 marzo 2011
L'inflazione sta tornando?
LA POLITICA MONETARIA DELLE BANCHE CENTRALI E' SOSPETTA
Di Werner Wüthrich
La più grande organizzazione economica della Svizzera, Economiesuisse, ha recentemente pubblicato un documento intitolato «Kehrt die Inflation zurück?» ("L'inflazione sta tornando?") I suoi due autori dell'Università di Saint-Gall, criticano l'attuale politica delle banche centrali. Riassumiamo qui le tesi principali di questo studio illustrandole con esempi di avvenimenti recenti. Gli autori presentano il loro studio sotto forma di tesi perché la complessità dei problemi non consente di fare previsioni affidabili.
Per troppo tempo i cittadini si sono disinteressati di questioni monetarie e del sistema bancario. Questa è una delle molte cause della crisi finanziaria che gradualmente hanno demistificato prima i direttori delle grandi banche, poi i governi, e ora i funzionari delle banche centrali. Ma le cose sono cambiate. Non solo i politici e le associazioni, ma anche molti cittadini si riuniscono, riflettono e discutono del sistema monetario, ufficialmente o in circoli privati, come conviene una società civile responsabile. Ed è giusto così. L'articolo che segue si propone di contribuire al dibattito.
La più grande organizzazione economica della Svizzera, Economiesuisse, ha recentemente pubblicato un documento intitolato «Kehrt die Inflation zurück?» ("L'inflazione sta tornando?") I suoi due autori dell'Università di Saint-Gall, criticano l'attuale politica delle banche centrali. Riassumiamo qui le tesi principali di questo studio illustrandole con esempi di avvenimenti recenti. Gli autori presentano il loro studio sotto forma di tesi perché la complessità dei problemi non consente di fare previsioni affidabili.
«Quantitative easing» 1 e 2
Prima si parlava di « iniettare liquidità », strategia che i politici decidevano di attuare, in collaborazione con le banche centrali, quando non sapevano più cosa fare o quando era in corso una guerra o ne preparavano di nuove. Per nascondere la realtà si parla oggi di «quantitative easing», vale a dire di "alleggerimento quantitativo”. Il capo della FED Ben Bernanke è stato il primo a farlo.
3 marzo 2011
Gheddafi, Neoliberismo, FMI e i governi presunti difensori dei diritti umani
Di Vicenç Navarro
http://www.vnavarro.org/Gheddafi non è sempre stato ciò che è (ed è stato) da alcuni anni: un dittatore corrotto ed estremamente repressivo. In realtà, nel 1969, il colonnello Gheddafi, allora aveva 27 anni, capeggiò un colpo di stato ad immagine e somiglianza del suo idolo il colonnello Nasser in Egitto, rovesciando il monarca Idris (che era sotto cure mediche in Turchia).
L’UE installerà "Olavide" il suo simulatore contro il cambiamento climatico
Il grande simulatore ambientale europeo sarà a Siviglia. Si sapranno in anticipo gli effetti che la costruzione di una determinata strada avrà sull’ecosistema, cosa succederà se si abbassa il livello di un fiume o se diminuiscono le piogge e, certamente, quali conseguenze comporterà il cambiamento climatico. Il progetto battezzato come LifeWatch avrà la sua sede principale a Siviglia, e attirerà sulla città un investimento di 73 milioni di euro dati da diversi paesi europei.
El Correo Web Il Ministero di Scienza e Innovazione è riuscito a portare a Siviglia, dopo una negoziazione “abbastanza intensa”, questa grande infrastruttura europea di ricerca ambientale dedicata allo studio della biodiversità, basata su Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), secondo quanto ha spiegato Carlos Martinez Riera, direttore generale della Cooperazione Internazionale e Relazioni Istituzionali.
LA CIRENAICA FOTOCOPIA DEL KOSOVO
I media stanno inneggiando da settimane alle presunte "novità" provenienti dal Mondo Arabo, novità che consisterebbero in quelle inedite esperienze che sono i colpi di Stato militari. Ma, più di tutte, la situazione della Libia ha assunto i contorni del déjà vu, di una vicenda già vissuta nei minimi dettagli.
Vari commentatori hanno ipotizzato che, dietro l'ondata di rivolte nei Paesi arabi, vi sia un'unica strategia di destabilizzazione di marca statunitense. Vi sono certamente degli indizi che possono conferire qualche fondatezza a questa ipotesi, come, ad esempio, il ruolo di personaggi ambigui come El Baradei in Egitto. In effetti nel caso della Tunisia e dell'Egitto è anche possibile che gli USA stiano mettendo in atto operazioni di recupero riguardo ad una situazione che cominciava a sfuggire di mano per una serie di tensioni sociali ed istituzionali direttamente provocate dalle privatizzazioni selvagge imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO). Sta di fatto invece che il caso libico assume dei contorni davvero singolari rispetto a quelli della Tunisia e dell'Egitto, perciò per la Libia non si può più parlare di semplici indizi e sospetti, ma di una serie di marchiane evidenze.
2 marzo 2011
Scudo antimissili in Eurasia: La nuova cortina di ferro
L’ Europa Occidentale, attraverso la NATO e l’UE, è il principale punto di collegamento degli Stati Uniti in Eurasia.
Secondo Brzezinski: “(La NATO e l’UE costituiscono) la più importante relazione globale degli Stati Uniti. E’ il punto di partenza per la partecipazione globale statunitense, che consente agli Stati Uniti di giocare il decisivo ruolo di arbitro in Eurasia - arena centrale del potere mondiale - e creare una coalizione che domina globalmente tutte le dimensioni chiave di potere ed influenza” (1).
di Mahdi Darius Nazemroaya
Globalresearch.caLe teste di ponte secondarie degli Stati Uniti in Eurasia sono: 1-Giappone e Corea del Sud, 2-La penisola Arabica e 3- le forze militari statunitensi e della NATO nelle zone occupate dell’Iraq e dell’Afghanistan.
Questo è il motivo per il quale l’estensione dello scudo antimissili statunitense, da un progetto USA a un progetto NATO, non dovrebbe essere una sorpresa. La globalizzazione della NATO è parte di questo processo. L’inclusione del progetto di scudi antimissili sotto il comando della NATO era già in fase di preparazione negli anni 90. In realtà, le dichiarazioni che la NATO ha appena adottato il progetto di scudi antimissili (nel 2010) sono bugie molto chiare.
Stati Uniti: golpe alla spesa pubblica
di Hedelberto López Blanch
La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, controllata dai repubblicani, ha approvato una legge per tagliare di 61 miliardi di dollari la spesa pubblica al fine di ridurre il deficit di bilancio. La proposta passa ora al Senato dove si prevede che sarà respinta dalla maggioranza democratica in quel caso inizierà un'altra battaglia per cercare di raggiungere un mezzo che soddisfi entrambe le parti. I dati ufficiali non sono lusinghieri per la maggiore economia del mondo con oltre 14.000 miliardi dollari di Prodotto Interno Lordo.
Nel 2009, il Census Bureau ha riferito che il numero di persone al di sotto della soglia di povertà si attestava a 43,6 milioni alla fine del 2010 colpiva oltre 50 milioni di americani, cioè il 16,4% della popolazione, uno ogni 6,2 persone.
A due anni dall'arrivo alla Casa Bianca il presidente Barack Obama, le persone senza assicurazione sanitaria superano i 50 milioni, la disoccupazione che secondo i dati ufficiali è al 9%, è invece del 16% combinata con la sottoccupazione, mentre circa 7,5 milioni di famiglie sono sotto pignoramento sul punto di perdere la loro casa.
Nel 2009, il Census Bureau ha riferito che il numero di persone al di sotto della soglia di povertà si attestava a 43,6 milioni alla fine del 2010 colpiva oltre 50 milioni di americani, cioè il 16,4% della popolazione, uno ogni 6,2 persone.
A due anni dall'arrivo alla Casa Bianca il presidente Barack Obama, le persone senza assicurazione sanitaria superano i 50 milioni, la disoccupazione che secondo i dati ufficiali è al 9%, è invece del 16% combinata con la sottoccupazione, mentre circa 7,5 milioni di famiglie sono sotto pignoramento sul punto di perdere la loro casa.
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