L'International Solidarity Movement(ISM) Gaza chiede una giornata di azione globale per attirare l'attenzione sui prigionieri politici palestinesi che si trovano illegalmente detenuti in Israele. Il 17 aprile è il giorno dei prigionieri palestinesi, una giornata in commemorazione delle 5.834 palestinesi che sono attualmente (al 1 Febbraio 2011), detenuti nelle carceri israeliane. Non meno di 221 di loro sono bambini e 798 sono condannati all'ergastolo.
Vi chiediamo di organizzare eventi il 17 aprile o nel corso di quella settimana nei vostri paesi per contrastare le numerose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele in materia prigionieri palestinesi.
Aumentate la consapevolezza, incentivate la pressione dell'opinione pubblica i vostri rappresentanti locali e nazionali per far rendere conto ad Israele dei suoi crimini, domandando che vengano rispettati come minimo i seguenti punti:
Il segretario della Difesa degli USA, Robert Gates, ha proceduto a gennaio ad una ristrutturazione delle funzioni degli interventi militari nel web.
D'ora in avanti sarà lo Strategic Command (che controlla la forza d’attacco nucleare) ad essere il responsabile dell'hacking (pirateria informatica) e della cyber-difesa. Questo Comando Congiunto è il responsabile delle operazioni di contaminazione (propaganda, manipolazione dell’informazione), mentre lo Special Operation Command è responsabile del recupero di informazioni utili e necessarie per le operazioni segrete.
La delusione aumenta nelle prolungate difficoltà economiche, il fallimento nella lotta alla corruzione e gli stagnamenti politici al momento di creare governi stabili.
“La promessa di adesione all’UE non è più attraente”, ha detto a IPS l’economista serbo Misa Brkic. Recenti inchieste indicano che l’appoggio in Serbia al blocco è caduta del 60% per la prima volta dal 2000.
“La gente è molto nervosa, ed il governo è indifferente”, ha detto Brkic. “La gente vuole lavoro, sicurezza sociale e miglioramento in tutte le aree”.
Il 12 febbraio, la Serbia è stata uno scenario della più grande manifestazione politica dalla caduta del regime di Slobodan Milosevic nel 2000. Più di 55.000 persone, con la leadership del Partito Progressista Serbo, si sono riunite per chiedere un cambiamento sociale.
L'estrazione di petrolio è calata a 400mila barili, ed oggi le esportazioni sono state sospese. La Casa Bianca annuncia che il blocco dei conti della “famiglia Gheddafi” ha raggiunto quota 60 miliardi di dollari, sui 200 miliardi della riserva monetaria della Libia. Di Tito Pulsinelli http://selvasorg.blogspot.com/
Il “congelamento”, in realtà, è il primo atto per mettere le mani sull'intero bottino presente nelle banche occidentali. Una somma ragguardevole per una nazione di soli 6 milioni di abitanti. Il secondo passo è il controllo diretto dei giacimenti, via separatismo o per interposto governo provvisorio riconosciuto dai “civilizzati”.
Nel frattempo, però, con la ribellione del Bahrein ignorata dai media e diplomazie occidentali, la borsa dell’Arabia Saudita perde il 6% al giorno. Rischio di contagio fulminante per il Qatar e gli Emirati. Obama e il resto dei “civilizzati” non hanno nulla da eccepire, riguardo a queste autentiche stazioni di benzina anglosassoni.
Egitto: l’irruzione della Turchia (e dell’Iran dalla porta posteriore)
Per non soccombere ai manicheismi lineari della propaganda occidentale di taglio hollywoondiano propongo di dividere brevemente il mondo arabo, di 22 membri, in cinque sub regioni con lo scopo di facilitare concetti ed analisi:
1- Il Maghreb (“occidente” arabo), principalmente di maggioranza sunnita, dove prevale un’importante minoranza berbera: Mauritana, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, ai quali bisogna aggiungere la RADS (Repubblica Araba Democratica Saharaui), riconosciuta dall’Unione Africana, ma non dalla Lega Araba.
2- La Mezzaluna Fertile, nel significato “amministrativo” del primo ministro iracheno e filo britannico, Nuri Al-Said: Transgiordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria (Libano e Iraq hanno potenti comunità sciite, mentre la Siria si caratterizza dal regno “alawita” (10 % della popolazione), una setta discendente dal sciita, oltre al 16% dei cristiani.
3- Le sei petromonarchie arabe del golfo Persico che formano il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG): Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi e Oman (nelle prime tre ci sono importanti popolazioni sciite).
Con una risoluzione del Parlamento Europeo, l'Unione Europea chiede al Montenegro di pubblicare tutti gli allegati e i documenti collegati all'accordo raggiunto con l'Italia in merito alla realizzazione dell'elettrodotto Tivat-Pescara di Terna. Sembra che sia stata così ascoltata la battaglia portata avanti dalle ONG e i comitati di consumatori per fermare uno tra i più importanti progetti energetici italiani nei Balcani, sollevando il problema della tutela ambientale.
Un esito anticipato dalle analisi dell'Osservatorio Italiano, e che prende oggi delle sfumature molto particolari, in relazione al timore dell'insicurezza energetica creatasi dopo le rivoluzioni del Nord Africa, e al nuovo ruolo che i Balcani stanno assumendo nella cosiddetta 'nuova cortina di ferro' dell'energia. Da mesi, infatti, le varie organizzazioni ed associazioni erano in fibrillazione per preparare la campagna di dossieraggio e dissenso contro gli investimenti in Montenegro ed in tutti Balcani delle società italiane e russe, in antagonismo con le grandi multinazionali energetiche e le lobbies angloamericane. In prima fila la Rete per l'affermazione delle ONG, MANS, che ha aperto una dura campagna di anti-corruzione con la complicità di giornali cosidetti indipendenti, nei confronti del Governo Djukanovic, e soprattutto di A2A e Terna, sparando a zero su ogni tipo di programma di investimento.
Il Parlamento francese ha appena adottato una nuova legge-guazzabuglio che riporta nel diritto francese varie misure del Patriot Act degli USA. Per il sociologo Jean-Claude Paye, l’inefficacia del vasto sistema di sorveglianza progressivamente messo in atto attesta chela sua finalità reale è diversa da quanto annunciato.Le società occidentali evolvono verso un modello “infantile”, dove il solo fatto di porsi sotto lo sguardo avvolgente del potere, genera un senso di sicurezza.
La legge francese “LOPPSI 2”, Legge di Orientamento e di Programmazione per la Sicurezza Interna, è stata definitivamente adottata l’8 febbraio scorso [1]. Il testo presenta delle forti somiglianze con il Patrioct Act statunitense, votato immediatamente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Entrambe le leggi si presentano come un “calderone” sulla sicurezza, un insieme di misure diverse volte a ridurre le libertà fondamentali e contenenti riforme importanti destinate ad assicurare il controllo della Rete.
Il Patrioct Act anticipa le leggi francesi. Esso instaura, dal 2001, tutta una serie di disposizioni che saranno presenti in Francia per un decennio, come l’installazione legale di trojan horses nei computers, la criminalizzazione del cybercrime o l’infiltrazione delle forze di polizia nel commercio elettronico.
Ancora una volta facendo il gioco della borghesia: se Gheddafi è buono, se è cattivo, se ormai non controlla il paese, se bisogna occupare il paese, se lo si appoggia dall’America Latina, se bisogna criticarlo…
Con un’abilità sorprendente, ha offuscatolerivoltechestanno avvenendonel mondoarabo: in Egitto e in Tunisia la classe media che ha spinto alle rivolte, con l’appoggio dell’Esercito, non esita ad attaccare chi vuole andare oltre le mere riforme cosmetiche perché tutto continui come prima e loro abbiano la loro parte di potere per evitare il loro progressivo impoverimento; in Marocco e in Giordania continuano le mobilitazioni, con critiche alle rispettive monarchie (qualcosa dinuovo) ma sono diventate inesistenti. Solo alcune nel groviglio di cronache dalle “zone liberate” degli “inviati speciali” in Libia. Ma non è qui che si sta giocando il futuro del mondo arabo così come oggi lo conosciamo, ma in Barhein, la miccia chepuòinfiammaresommossein tuttoilGolfo Persico.
La Strategia di Lisbona, un progetto originariamente social-democratico, non ha incoraggiato né l'innovazione né la coesione sociale nell'Unione Europea. Al contrario, la Commissione Europea si è trasformata in un programma neoliberale. E, secondo un economista francese, la Strategia 2020, il progetto che succede ad esso, accentuerà questa tendenza. Di Bruno Amable Presseurop
Bisogna riconoscere che i (contro-) riformatori neoliberali hanno una serie di qualità che non sempre si trovano tra i loro avversari, sanno quello che vogliono e ciò che è necessario per ottenerlo, sono pazienti e non si scoraggiano. Ancora una volta, parte dell'azione si svolge all'interno dell'Unione europea.
Ricordiamo che la "Strategia di Lisbona" lanciata nel 2000, era volta a fare dell'Unione "l'economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo entro il 2010".Stabiliva obiettivi in materia di innovazione, di "coesione sociale" e di occupazione. Quasi nessuno è stato conseguito, sebbenei tassi dioccupazione sono circa al 70% delle attese (tra la popolazione dai 20 ai 64 anni). Ma le spese in ricerca e sviluppo sono appena aumentate e sono lontane dall'obiettivo del 3% del PIL. Per quanto riguarda la coesione sociale, è sufficiente rilevare che il rischio di povertà (dopo i trasferimenti sociali) è aumentato.
Questo articolo è per Omar Maruf. Cosa lo rende così importante, quando ogni giorno decine di persone innocenti muoiono in tutto il mondo? Perché un articolo su di lui? Omar Maruf è stato ucciso da un soldato armato fino ai denti e ben equipaggiato con tutto ciò che oggi l'industria militare occidentale può offrire. Omar indossava vecchi vestiti sporchi e stava raccogliendo pietre con il suo asino. Omar non fa neppure parte dei cosiddetti "danni collaterali" in quanto purtroppo colpito dal proiettile sbagliato o da una bomba durante un attacco militare. Nelle nostre guerre moderne, dove tutto è calcolato con precisione, a volte qualcuno si trova proprio nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Ma non è stato così. No, un giovane soldato, armato fino ai denti e ben equipaggiato, ha mirato Omar, che era lì in piedi, con i vestiti logori e le pietre in mano, e ha deciso di sparargli.Un giovane soldato in una mattina invernale di sole ha sentito il bisogno di uccidere un uomo della sua stessa età che probabilmente ha considerato non tanto importante. Sapeva che questo atto non gli avrebbe mai procurato alcuna conseguenza. Che non avrebbe dovuto giustificarsi con nessuno. Perché si trattava di un palestinese che non ha diritti e la cui vita non conta.
Un mese fa, il 6 febbraio 2011, negli Stati Uniti e in altre succursali dell’Impero, devote come questi alla religione neoliberista, è stato festeggiato il centenario della nascita di Ronald Reagan, 40° presidente americano. In un articolo intitolato The Tax That Turned Ronald Reagan Right, Sam Pizzigati, pone alcune domande e riflessioni. "Ronald Reagan ha cambiato la storia? La risposta è semplice. Tutti in qualche modo cambiamo la storia. La domanda più interessante è un’altra. “Cosa, ha trasformato Reagan da sindacalista difensore dei lavoratori nel loro peggior nemico?”
Che avesse ragione il suo collega attore Henry Fonda quando disse: "Un cattivo attore non potrà mai essere un buon presidente"?
Ronald Reagan fu presidente degli USA tra il 1981-1989. Come tanti altri politici statunitensi, fece diede una notevole spinta alla politica dal mondo imprenditoriale, concretamente, dalla gigantesca multinazionale General Eletric. Durante il suo mandato si è messo in mostra, a livello nazionale, per le sue politiche antioperaie e antisociali (la riduzione delle tasse in favore delle grandi fortune è storia) e a livello internazionale, per la sua aggressiva politica anticomunista: invasione di Granada, sostegno alla guerriglia di desta dei Contras del Nicaragua, finanziamento ai mujaidines di Bin Laden in Afghanistan, bombardamento della Libia di Gheddafi, rottura della politica di distensione con l'URSS mantenuta dai suoi predecessori.
LA POLITICA MONETARIA DELLE BANCHE CENTRALI E' SOSPETTA
Di Werner Wüthrich
Per troppo tempo i cittadini si sono disinteressati di questioni monetarie e del sistema bancario. Questa è una delle molte cause della crisi finanziaria che gradualmente hanno demistificato prima i direttori delle grandi banche, poi i governi, e ora i funzionari delle banche centrali. Ma le cose sono cambiate. Non solo i politici e le associazioni, ma anche molti cittadini si riuniscono, riflettono e discutono del sistema monetario, ufficialmente o in circoli privati, come conviene una società civile responsabile. Ed è giusto così. L'articolo che segue si propone di contribuire al dibattito.
La più grande organizzazione economica della Svizzera, Economiesuisse, ha recentemente pubblicato un documento intitolato «Kehrt die Inflation zurück?» ("L'inflazione sta tornando?") I suoi due autori dell'Università di Saint-Gall, criticano l'attuale politica delle banche centrali. Riassumiamo qui le tesi principali di questo studio illustrandole con esempi di avvenimenti recenti. Gli autori presentano il loro studio sotto forma di tesi perché la complessità dei problemi non consente di fare previsioni affidabili.
«Quantitative easing» 1 e 2
Prima si parlava di « iniettare liquidità », strategia che i politici decidevano di attuare, in collaborazione con le banche centrali, quando non sapevano più cosa fare o quando era in corso una guerra o ne preparavano di nuove. Per nascondere la realtà si parla oggi di «quantitative easing», vale a dire di "alleggerimento quantitativo”. Il capo della FED Ben Bernanke è stato il primo a farlo.
Gheddafi non è sempre stato ciò che è (ed è stato) daalcunianni: undittatorecorrottoed estremamente repressivo. In realtà, nel 1969, il colonnelloGheddafi, allora aveva 27 anni, capeggiò un colpo di stato ad immagine e somiglianza del suo idolo il colonnelloNasserin Egitto,rovesciandoil monarcaIdris(cheerasottocure medicheinTurchia).
Neisuoi primi annifeceriformesostanziali, tra lequalic'è stata unariforma agrariae lanazionalizzazione del petrolio(maggiore risorsa delpaese), destinandogran parte deiproventiderivanti dallo sfruttamentodelpetrolioper miglioraresostanzialmenteil benesseredelle classi sociali popolarie,in particolarei servizi sanitarie l'istruzione.Stabilì anche formedipartecipazione dei lavoratorinei luoghi di lavoronelle imprese(più diduecento)chefurono nazionalizzate.I suoiprimi annisono staticaratterizzatiancheda uninterventismostatalenell'economiadi quel paese,compresalanazionalizzazionedelcreditoattraversolaBancaCentraledello Stato.Gheddafi presentòquell'esperienzacomelaterza viatra capitalismoe socialismo,associato all’epoca all’Unione Sovietica.
La sede del “LifeWatch” conterà SU 75 milioni di investimenti.
Il grande simulatore ambientale europeo sarà a Siviglia. Si sapranno in anticipo gli effetti che la costruzione di una determinata strada avrà sull’ecosistema, cosa succederà se si abbassa il livello di un fiume o se diminuiscono le piogge e, certamente, quali conseguenze comporterà il cambiamento climatico. Il progetto battezzato come LifeWatch avrà la sua sede principale a Siviglia, e attirerà sulla città un investimento di 73 milioni di euro dati da diversi paesi europei.
Il Ministero di Scienza e Innovazione è riuscito a portare a Siviglia, dopo una negoziazione “abbastanza intensa”, questa grande infrastruttura europea di ricerca ambientale dedicata allo studio della biodiversità, basata su Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), secondo quanto ha spiegato Carlos Martinez Riera, direttore generale della Cooperazione Internazionale e Relazioni Istituzionali.
I media stanno inneggiando da settimane alle presunte "novità" provenienti dal Mondo Arabo, novità che consisterebbero in quelle inedite esperienze che sono i colpi di Stato militari. Ma, più di tutte, la situazione della Libia ha assunto i contorni del déjà vu, di una vicenda già vissuta nei minimi dettagli.
Vari commentatori hanno ipotizzato che, dietro l'ondata di rivolte nei Paesi arabi, vi sia un'unica strategia di destabilizzazione di marca statunitense. Vi sono certamente degli indizi che possono conferire qualche fondatezza a questa ipotesi, come, ad esempio, il ruolo di personaggi ambigui come El Baradei in Egitto. In effetti nel caso della Tunisia e dell'Egitto è anche possibile che gli USA stiano mettendo in atto operazioni di recupero riguardo ad una situazione che cominciava a sfuggire di mano per una serie di tensioni sociali ed istituzionali direttamente provocate dalle privatizzazioni selvagge imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO). Sta di fatto invece che il caso libico assume dei contorni davvero singolari rispetto a quelli della Tunisia e dell'Egitto, perciò per la Libia non si può più parlare di semplici indizi e sospetti, ma di una serie di marchiane evidenze.
L’ Europa Occidentale, attraverso la NATO e l’UE, è il principale punto di collegamento degli Stati Uniti in Eurasia.
Secondo Brzezinski: “(La NATO e l’UE costituiscono) la più importante relazione globale degli Stati Uniti. E’ il punto di partenza per la partecipazione globale statunitense, che consente agli Stati Uniti di giocare il decisivo ruolo di arbitro in Eurasia - arena centrale del potere mondiale - e creare una coalizione che domina globalmente tutte le dimensioni chiave di potere ed influenza”(1).
Le teste di ponte secondarie degli Stati Uniti in Eurasia sono: 1-Giappone e Corea del Sud, 2-La penisola Arabica e 3- le forze militari statunitensi e della NATO nelle zone occupate dell’Iraq e dell’Afghanistan.
Questo è il motivo per il quale l’estensione dello scudo antimissili statunitense, da un progetto USA a un progetto NATO, non dovrebbe essere una sorpresa. La globalizzazione della NATO è parte di questo processo. L’inclusione del progetto di scudi antimissili sotto il comando della NATO era già in fase di preparazione negli anni 90. In realtà, le dichiarazioni che la NATO ha appena adottato il progetto di scudi antimissili (nel 2010) sono bugie molto chiare.
La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, controllata dai repubblicani, ha approvato una legge per tagliare di 61 miliardi di dollari la spesa pubblica al fine di ridurre il deficit di bilancio.La proposta passa ora al Senato dove si prevede che sarà respinta dalla maggioranza democratica in quel caso inizierà un'altra battaglia per cercare di raggiungere un mezzo che soddisfi entrambe le parti.I dati ufficiali non sono lusinghieri per la maggiore economia del mondo con oltre 14.000 miliardi dollari di Prodotto Interno Lordo. Nel 2009, il Census Bureau ha riferito che il numero di persone al di sotto della soglia di povertà si attestava a 43,6 milioni alla fine del 2010 colpiva oltre 50 milioni di americani, cioè il 16,4% della popolazione, uno ogni 6,2 persone. A due anni dall'arrivo alla Casa Bianca il presidente Barack Obama, le persone senza assicurazione sanitaria superano i 50 milioni, la disoccupazione che secondo i dati ufficiali è al 9%, è invece del 16% combinata con la sottoccupazione, mentre circa 7,5 milioni di famiglie sono sotto pignoramento sul punto di perdere la loro casa.
I Rothschild hanno organizzato le rivoluzioni in Tunisia ed Egitto per eliminare le banche islamiche dai mercati emergenti del nord d’Africa.
La Tunisia ha vissuto una crescente liberalizzazione dell’economia durante l’ultimo decennio: nel biennio 2010-2011, secondo il Rapporto di Competitività Globale del World EconomicForum, è stato classificato come il paese più competitivo dell’Africa, così come il 32° paese economicamente più competitivo a livello mondiale. Le grandi popolazioni musulmane del nord d’Africa sono una grande opportunità di business per la banca islamica e per altri affari.
Contrariamentealla credenza popolare,le finanze del mondo sono controllate da “banche centrali” private che si presentano come banche del governo in quasi tutti i paesi del mondo (La Corte d’Appello degli Stati Uniti ha stabilito che la Federal Reserve –banca centrale degli USA- è di proprietà privata: 680 F.2d 1239, Lewis c. Stati Uniti d’America N° 80-5905).
Anche se è un segreto gelosamente custodito, i Rothschild e i suoi partner possiedono la maggior parte delle azioni delle banche centrali
Khuza'a è un villaggio nella parte sud della striscia di Gaza, sotto il governatorato di Khan Younis. Ci sono circa 12mila abitanti, il centro è a poco più di un chilometro dal confine israeliano e le limitazioni di movimento create dalle forze di occupazione sono notevoli. Il fatto che sto per raccontare si svolge a Khuza'a, il 13 gennaio 2009, durante l'attacco genocida e terrorista di Israele detto “piombo fuso”. Non è l'unico episodio riferito a questo villaggio, e certamente non è nemmeno il più tremendo di quel periodo, ma vale la pena raccontarlo.
I personaggi narranti sono cinque diversi abitanti, tre donne e due uomini, che direttamente o indirettamente hanno vissuto quel momento.el
Nelle ultime settimane, sono circolati diversi articoli e commenti sulla crisi dei prezzi alimentari. La maggior parte delle analisi sono buone. Anche sealcunisonointrappolati nella visione economicistica della domanda e dell'offerta. O di qualche problema di siccità o inondazioni in alcuni paesi, che in realtà non sono la causa dell'aumento dei prezzi alimentari.
All'interno del MST e della Via Campesina abbiamo formulato buone analisi, che rafforzeremo. Per questo stiamo condividendo con voi il nostro punto di vista come una sorta di riassunto delle cause del rincaro dei generi alimentari e della crisi alimentare che colpisce milioni di esseri umani, al di là dei miliardi di affamati che soffrono la fame ogni giorno, secondo la FAO.