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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
10 aprile 2012
GUERRA, COMMISSARIAMENTO, DEPRESSIONE E SECONDA MORTE DELLA PATRIA
Sesta parte del Documento di Analisi e Proposte politiche dell'Associazione Riconquistare la Sovranità:
§9 L'ìtalia deve tornare ad essere una nazione pacifica; §10 La deriva
della nazione; §11 Il commissariamento politico dell'Italia e la seconda
morte della patria; §12 La depressione economica.
9.L’Italia deve tornare ad essere una nazione pacifica.
Nell’ultimo
quindicennio, l’Italia ha partecipato a innumerevoli guerre di
aggressione, sempre come ruota di scorta degli Stati Uniti, ora sotto
l’ombrello della NATO ora sotto quello dell’ONU. Quelle guerre di
aggressione hanno ribaltato giudizi di campi di battaglia; hanno
comportato il bombardamento di popoli ed eserciti senza talvolta
concedere agli avversari la possibilità di colpire gli aerei della
coalizione degli aggressori e senza far seguire alla guerra aerea una
parvenza di guerra terrestre; hanno ricondotto all’età della pietra
stati che avevano sviluppato sistemi scolastici, sanitari e
imprenditoriali di buon livello; sono state condotte servendosi di
milizie locali razziste di stupratori e di sodomizzatori; hanno
disintegrato stati unitari e hanno minato l’unità nazionale di altri.
Nessuna
di quelle guerre, alle quali comunque non avremmo dovuto partecipare, è
stata condotta nell’interesse degli italiani: della maggioranza o di
una minoranza qualificata. Addirittura l’ultima, quella contro la Libia,
è stata condotta contro i nostri interessi e nell’interesse di alcuni
alleati. Nemmeno in questa occasione, la classe dirigente italiana ha
avuto il coraggio di non accodarsi alla Francia e all'Inghilterra (nella
guerra contro la Libia gli Stati Uniti hanno effettivamente mantenuto un profilo basso) e di rimanere neutrale, come invece ha fatto la Germania.
Quella
parte dei cittadini italiani, fortunatamente ampia, che non è stata
completamente ridotta alla condizione di video-consumatori di falsità
mediatiche prova vergogna. E vergogna, ne siamo certi, provano anche i
nostri migliori soldati, che non meritano di far parte di coalizioni con
criminali razzisti e vorrebbero svolgere soltanto il compito di
difendere la patria da aggressioni straniere e da tentativi armati di
secessione.
Svincolarci
dalla sudditanza politica, giuridica e “culturale” nei confronti degli
Stati Uniti, ormai diretti da una classe dirigente di miliardari
criminali, guerrafondai e pericolosissimi, è un imperativo morale, prima
che politico.
10.La deriva della nazione
La deriva della nazione ha trovato compimento, per un verso, nella guerra di aggressione contro la Libia,
proprio perché, a tacer d’ogni altro profilo, si è trattato (caso più
unico che raro) di una guerra condotta contro gli interessi degli
italiani e a favore di interessi stranieri; per altro verso nella crisi
del debito pubblico, dovuta – secondo i media ufficiali che da anni
stupidiscono gli italiani – alla “sfiducia dei mercati” nei confronti
dell’Italia e dell’ex Presidente del consiglio in particolare, e in
realtà dipendente: da politiche che hanno preferito allocare sui
mercati, anziché presso i risparmiatori italiani, il debito pubblico;
che hanno voluto sopprimere la moneta nazionale a favore del corso
forzoso di una moneta cosiddetta “comune” e che invece non appartiene a
nessun popolo; che hanno consegnato l’immenso risparmio degli italiani
ai grandi intermediari finanziari, imponendo al tempo stesso all’Italia
di partecipare alla gara tra stati per attrarre capitali stranieri; che,
hanno voluto concedere la massima autonomia alla BCE (e purtroppo già
prima dell'ultimo ventennio alla Banca d'Italia).
11.Il commissariamento politico dell’Italia e la seconda morte della Patria
L’esito
di oltre venti anni di politiche globaliste, di apertura ai mercati
internazionali e di cancellazione dei confini nazionali è stato
catastrofico e si è materializzato in un vero e proprio governo di
occupazione o, se si preferisce, di semplice commissariamento.
La composizione dell’attuale governo non lascia adito a dubbi. Il Presidente del consiglio è
il proconsole della UE, dove ha svolto un ruolo di vertice e
ultra-politico per dieci anni. Altro che tecnico! Come commissario
europeo, Monti è stato indipendente dallo Stato Italiano (lo imponevano i
trattati europei). Ma è stato pur sempre per dieci anni membro
dell’organo di governo dell’Unione europea. Istituzionalmente, nel
rispetto dei Trattati europei, ha sempre agito nell’interesse della
comunità europea, in piena indipendenza dallo stato italiano. L'ammiraglio Giampaolo Di Paola, ministro della difesa, è l'uomo della Nato nel governo italiano. Era ammiraglio presso la NATO
in Libia. Il ministro degli esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, è
l'uomo di Israele e degli Stati Uniti nel governo italiano. E’ stato
ambasciatore presso Israele e successivamente presso gli Stati Uniti,
ove è restato in carica fino al
momento di in cui è diventato Ministro degli esteri E’ stato anche
consigliere politico della rappresentanza italiana presso la NATO. Non
c'è ente sovrannazionale che non sia rappresentato nel nostro governo:
persino l'OCSE è rappresentata da un sottosegretario che proviene
dall'Invalsi, l'ente che da anni perora la causa dei test asseritamente
volti ad accertare le capacità intellettive e culturali degli italiani e
in realtà a stupidirli.
E’ la seconda morte della Patria.
12. La depressione economica
Nessuna
fiducia può essere riposta nel Governo Monti, appoggiato dalla
sciagurata classe dirigente di centrodestra e di centrosinistra. Se
qualche provvedimento, tra i tantissimi ingiusti e demagogici, può
apparire giusto, è certo che il Governo Monti teorizza e persegue una
politica economica che condurrà l’Italia in depressione.
Il
Governo Monti, aumentando le imposte e tagliando al contempo le spese,
diminuirà la domanda pubblica. La moneta comune, tenacemente e
assurdamente difesa dal Governo, continuerà a cagionare scarsità di
domanda estera e squilibri nella bilancia dei pagamenti, i quali a loro volta impediranno di ridurre lo spread a livelli insignificanti e continueranno a rendere costoso, per lo Stato Italiano, il reperimento di prestiti, rispetto ad altri stati europei.
Le
banche, che sono decotte, diminuiranno i prestiti alla produzione e al
consumo, cagionando un'ulteriore diminuzione dell’offerta e della
domanda.
La manovra economica non ha spostato ricchezza dai ceti ricchi ai ceti poveri e medi, i quali hanno maggiore propensione al consumo e pertanto nemmeno per questo verso si avrà un aumento della domanda.
Né
vi è ragione di credere che, nella attuale congiuntura, si verificherà
un aumento degli investimenti diretti esteri in Italia, volti a
costituire nuove imprese. Gli investimenti volti ad acquistare imprese
italiane, invece, se in parte si verificheranno, saranno una sciagura,
perché accanto a momentanei e relativi benefici, comporteranno un
indebolimento e un impoverimento del sistema produttivo nazionale.
La
logica non lascia scampo. Nei prossimi due anni l’Italia vedrà scendere
sensibilmente il prodotto interno lordo. Le liberalizzazioni, nelle
quali ripone fiducia il fanatico Monti, produrranno soltanto spostamenti
di ricchezza, in pochi casi in una direzione giusta, negli altri, in
direzione sbagliata. In nessun modo renderanno più produttivo il sistema
economico italiano.
La quinta parte, intitolata, Riformare le controriforme attuate nell’ultimo ventennio da una classe dirigente esterofila e in preda alla depressione, si legge qua (http://www.appelloalpopolo.it/?p=6311)
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