14 gennaio 2010

AGENZIE DI PENETRAZIONE IMPERIALE (1° Parte)

Il “Liberatore” Simon Bolivar, nel 1829, nella sua profetica Lettera di Guayaquil avvertiva: “Gli Stati Uniti sembrano destinati dalla Provvidenza a seminare miseria in America Latina in nome della libertà”, la democrazia, i diritti umani. Questi principi che appartengono ai popoli sono stati manipolati grossolanamente dall’impero per destabilizzare nazioni e Stati, far cadere governi in realtà democratici e progressisti e sostituirli con dittature militari crudeli e sanguinarie, fasciste e inumane.

I documenti declassificati dimostrano fino alla nausea che
gli Stati Uniti si sono specializzati nel pianificare ed eseguire colpi di Stato, assassinii, imprigionamenti e torture, sparizioni forzate di leader politici, sindacali, sociali, intellettuali, sia direttamente o attraverso le loro agenzie ufficiali come l' USAID, DEA o CIA, Comando Sud, o attraverso un certo numero di Organizzazioni no Governative (ONG) e tra di esse la National Endowment for Democracy (NED), l’istituto Repubblicano Internazionale (IRI) o l’Istituto Democratico Nazionale (NED), non mancano le organizzazioni religiose come i Testimoni di Geova, le sette protestanti “evangelizzatrici” e altre organizzazioni come i Corpi di Pace vincolati alla CIA o come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), Banca Mondiale (BM) o Banca Interamericana dello Sviluppo (BID) responsabili del dominio economico, si completerebbe, in qualche modo, la mappa della penetrazione imperiale nelle nostre patrie, anche perpetrati da organizzazioni che si definiscono difensori dei diritti umani, come la Human Rights Foundation.

È che la violazione dei diritti umani, provoca genocidi,
impone blocchi, assicura la lotta al narcotraffico, scatena guerre imperiali nell’ex Jugoslavia, in Iraq o Afghanistan, prende in giro elementari principi del Diritto Internazionale e appare agli occhi del mondo come guardiana delle libertà, diritti umani e democrazie è un grande affare per la potenza imperiale che si è anche specializzata nel mentire ed ingannare i popoli.

Oltre alle sue agenzie ufficiali e non governative, gli Stati Uniti possiedono le risorse economiche, tecnologiche, forze militari, apparati dell’Intelligence e tra essi
la CIA e la DEA per effettuare qualsiasi tipo di operazione criminale dalla clandestinità.

Tra le agenzie di penetrazione imperiale, la CIA fondata nel 1947 dal presidente Harry Truman,
è diventata l'agenzia di spionaggio più terrificante, nefasta e onnipotente che ha seminato morte, distruzione, desolazione in tutti i popoli della nostra America Latina. La CIA è il braccio esecutore della politica interventista e criminale degli USA che, dalla Dichiarazione della sua Indipendenza, si è prefissata di dominare l' America Latina “in nome della libertà” e l’assurdità chiamata “destino manifesto”.

Il professore venezuelano, Samuel Moncada, analizzando le relazioni tra gli Stati Uniti e l’America Latina, sostiene che, sfortunatamente, si sono riprodotte le relazioni tra le Repubbliche eredi degli inglesi e le Repubbliche ereditate dagli spagnoli.
Che hanno segnato i rapporti tra gli Stati Uniti e America Latina. Spiega che questo fa si che il direttore della CIA abbia affermato che prevedeva, nei prossimi mesi, problemi nel suo "cortile" e che l'America di Obama ancora vede l'America Latina come il suo cortile e i Caraibi, come il suo lago privato. La CIA obbedisce al mandato della classe governante, della “classe superiore” statunitense ereditaria del “destino manifesto” che in apparenza promuoveva l' uguaglianza del genere umano, ma solo per gli anglosassoni che fossero nati negli Stati Uniti; quelli che erano donne o negri, o nascevano fuori dagli USA non appartenevano a questo genere umano del quale parla la Dichiarazione d’Indipendenza nordamericana, sostiene Moncada.

Gli USA nascono come una Repubblica, ma
sulla base di un mostruoso genocidio: lo sterminio del popolo indigeno del Nord America e l’appropriazione e annessione di territori spagnoli come la Louisiana o la Florida. Le guerre d’indipendenza della nostra patria sono state un’opportunità affinchè gli USA approfittassero di esse e si appropriassero di territori e debiti di guerra. Inoltre, gli Stati Uniti hanno avuto sempre avuto l'intenzione di annettere Cuba e quindi si sono opposti alla sua indipendenza nel 1825. Questa è l’origine dell’odio verso la Rivoluzione Cubana che ha proclamato l’indipendenza e la sovranità sui desideri yankee.

Gli USA si opposero all’indipendenza di Haiti perché non avrebbero mai riconosciuto una Repubblica fondata da schiavi negri
e sabotarono il Congresso di Panama, per impedire la creazione dell'Unione delle repubbliche latino-americane, che era stata la resistenza alla cosiddetta competitività dell'Unione del Nord America.

Nel 1823, il presidente James Monroe degli USA pone la famosa “dottrina Monroe” con la quale sostiene che gli USA non avrebbero permesso a nessun altro potere imperiale
di entrare nel territorio americano. Affermò semplicemente: “L’America per gli americani”. Cioè: l’America per gli Stati Uniti del Nord America. Da sempre, gli Stati Uniti hanno visto l’America Latina come paesi abitati da popoli inferiori, anarchici e bisognosi di un governo anglosassone statunitense che imponesse disciplina perché si permettesse un miglior uso del mercato e una veloce ed adeguata depredazione delle risorse naturali, umane e delle materie prime strategiche, “per la crescita, e per garantire anche una sorta di potente specie di vendita obbligatoria, in modo che acquistassero i loro manufatti.

Nelle loro campagne guerrafondaie, depredatrici ed espansionistiche, nel 1845 la metà del territorio messicano fu tolto, strappato, attraverso la guerra d’usurpazione commessa dagli Stati Uniti d’America: Texas, Arizona, Nuovo Messico, California, Nevada, Oregon, erano territori messicani.


Buona parte della prosperità degli Stati Uniti è stata fatta sull’espansione delle loro frontiere, sull’usurpazione e la conquista dei territori dei popoli indigeni e sull’usurpazione e la conquista di territori di popoli e nazioni nordamericane indipendenti, afferma Moncada.


Il XX Secolo è stato il secolo dell’espansione imperiale degli USA.
Hanno invaso decine di paesi dell’America Latina: Messico, Nicaragua, Cuba varie volte, la Repubblica Dominicana, Haiti, Panama varie volte, tolgono Panama alla Colombia nel 1903.

“E negli anni 50 appare un nuovo elemento: la guerra fredda. La componente della guerra fredda fa che gli USA, adesso, e non solo, si assicurino le risorse strategiche o i mercati sequestrati, ma il controllo politico attraverso le dittature militari, e appare la internazionale di spade,
e quasi tutta l' America Latina si riveste di dittature militari appoggiate, precisamente, dal governo degli USA”.

Nel 1954, la CIA è stata inaugurata in America Latina facendo cadere il Presidente Jacobo Arbenz e “tutta l' America Latina era inghiottita da una guerra contro il comunismo, ma il comunismo era chiunque chiedesse qualsiasi uguaglianza razziale,
la redistribuzione delle terre, che chiedesse la parità di retribuzione. Gli operai bananieri, i lavoratori bananieri in Colombia, che sono stati trascinati, massacrati, chiedevano solo acqua potabile per lavorare, e quello era comunismo, chi chiedesse acqua potabile era comunista”. Questa è l’ideologia di dominio politico per la quale l' America Latina ha pagato con migliaia di morti, sparizioni, esecuzioni extragiudiziali, torture, le prigionie, il sabotaggio, il terrorismo.

CIA, DEA, FBI, USAID, NED, e decine o centinaia di agenzie nordamericane sono state coinvolte
in ogni sorta di abusi e seminano morte e terrore nelle nostre patrie.

Chi potrebbe negare lo spietato, profondo e lungo intervento degli Stati Uniti, per mano propria o mano mercenaria in tutti gli affari delle piccole Repubbliche dell' America Latina e dei Caraibi? Nuove strategie di dominio.


Negli anni '90, alla fine della guerra fredda, gli Stati Uniti usano nuove strategie di dominio. Sparito il fantasma del comunismo, morta la Alleanza per il Progresso di Kennedy,
l’impero inventa l’orco del narcotraffico e ridisegna il ruolo degli eserciti e delle politiche nazionali, allo stesso tempo cerca il controllo economico neocoloniale assoluto con la tristemente celebre ALCA e con l’imposizione del neoliberalismo che cominciò i suoi primi esperimenti nella decade degli anni '80 con Bush in America Latina e Thatcher in Inghilterra. Il dominio militare si è allargato con il presidente Bush che con la sua politica guerrigliera riarmò gli eserciti dell’America Latina perché continuassero la difesa degli interessi geopolitici dell’impero, a scapito degli interessi delle loro stesse patrie, ma gli USA non hanno mai immaginato che in questi primi anni del XXI secolo sarebbero sorti una serie di governi democratici progressisti che desiderano la loro patria libera e indipendente dalla tutela imperiale e contro quei governi agiscono e lavorano le organizzazioni ufficiali e le organizzazioni no governative dell’impero.

Queste agenzie dell'impero sono diventate una vera minaccia per le democrazie emergenti dei nostri popoli.
La CIA, DEA, Comando Sud, la IV Flotta, USAID, NED e i loro nessi sempre pianificano di destabilizzare e far cadere i governi del Venezuela, Nicaragua, Ecuador, Bolivia, senza mai dimenticare che la prima riconquista imperiale deve essere Cuba, secondo i sogni del cane della Casa Bianca. Per sconfiggere la Rivoluzione Cubana, gli USA hanno creato delle agenzie speciali unite alla CIA. In 50 anni tutti i piani della CIA sono falliti per l’annichilimento della Rivoluzione Cubana e ri-colonizzazione di Cuba, ma fortunatamente, in altri 50 anni, non ci sarà più l’impero. Altrove, in America Latina, le destre oligarchiche colombiane, le destre che beneficiano del narcotraffico, della violenza criminale paramilitare che hanno come leader il macabro Uribe, fedele e sottomesso servo dell’impero, ne beneficiano anche quelli dei guerriglieri Plan Colombia e Plan Patriota con i quali la Colombia riceve mille di milioni di dollari per sconfiggere il narcotraffico ed il terrorismo; cioè le guerriglie Farc-Ep e Eln.

La guerra per l'impero e per Uribe è un grande business con enormi vantaggi politici.
L’imperatore di turno Obama, il fiammante premio Nobel per la Pace o per la Guerra, è diventato un altro grande signore della guerra imperiale “necessaria”. Obama vorrebbe che le nostre patrie inviassero soldati o “carne da macello” in Afghanistan o Iraq. Questo sarebbe un motivo di orgoglio e felicità per il Nobel per la Pace e per i seguaci in America Latina, molto di più se si internazionalizza il conflitto interno della sorella Repubblica di Colombia, convertendosi in realtà di morte, spargimento di sangue, cocaina e distruzione. “Adesso che siamo la mano d’opera economica militarizzata per i compiti militari dell’impero, che non vogliono chiamare le reclute nel proprio paese e vuole usare i soldati poveri dell' America Latina, adesso si parla di grandi organismi o di grandi unità militari di azione veloce, che sono comandate da militari nordamericani ma che hanno soldati di tutta l' America Latina” perché servano da scudo o carne da macello, nell'ora della nuova sicurezza strategica dell'impero.

L’America Latina è vittima permanente dei modelli di aggressione della Casa Bianca
. Ciascun paese è stato condannato a servire gli interessi geopolitici e geostrategici dell’Impero. In questo contesto, gli Stati Uniti hanno considerato che le loro agenzie governative e non governative sono vitali nei loro movimenti strategici di dominio e penetrazione imperiale, e sono un perfetto braccio civile che non vacilla nel diventare il braccio armato di civili, militari e poliziotti per destabilizzare governi e procurare colpi di Stato contro Chavez nel Venezuela, Corra in Ecuador e Morales in Bolivia, Ortega in Nicaragua. In Honduras, nel far cadere Zelaya, ha compiuto con il tenebroso “destino manifesto”.

Gli Stati Uniti sono un impero che richiede la guerra per sopravvivere.
Nella loro politica estera non interessa loro il Diritto Internazionale, da loro fastidio e scartano le risoluzioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, e dell’Organizzazione degli Stati Americani deve essere, come sempre, il Ministero delle Colonie, una punta di lancia efficiente per aggredire le nostre patrie. Per sottomettere i popoli, nazioni e Stati latinoamericani e dei Caraibi al disegno degli Stati Uniti: neocolonialismo e neodipendenza economica, politica, militare, sociale, culturale e scientifico-tecnica, gli esperti della CIA, DEA, Pentagono, Dipartimento di Stati, Comando Sud, USAID ed altre agenzie hanno ideato programmi di “assistenza e aiuto” che agiscono come specchietti per le allodole e perle che i conquistatori hanno usato per sottomettere gli indigeni nella conquista e colonia che, uniti alle dottrine di dominazione che si effettuano fedelmente da parte delle ambasciate, consolati, agenzie governative, ONG made in USA, gruppi militari, culturali e di stampa, sette religiose, agenzie stampa internazionali con sede a Washington e da parte dell’FMI, BID, BM, BIRF, OEA, TIAR, JID. Tutti loro sono i molteplici tentacoli dell’Impero che strangolano i nostri popoli fino all' asfissia demenziale della ri-colonizzazione con lo sprezzante collaborazionismo delle destre politiche, economiche e militari dell’America Latina.

La USAID
è l' Agenzia Ufficiale dello Sviluppo degli Stati Uniti, ma in realtà è l’agenzia imperiale per la Destabilizzazione Imperiale. Questa organizzazione ha iniziato le sue attività come braccio finanziario del Dipartimento di Stato nell’anno 1962. Per i suoi fondatori fu creata come un sistema di “aiuto umanitario” per i paesi del Terzo Mondo, ma negli anni e durante i primi anni del XXI secolo si è trasformata in un’arteria vitale dell’impero nella loro lotta "anti-insurrezione" sotto la nuova dottrina della Guerra Irregolare di Washington. “Ad inizio del 2009 fu firmata questa dottrina dall’appena arrivato presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, come parte della sua nuova politica di “smart power”, il potere intelligente, una politica che impiega l’uso del potere militare insieme alla diplomazia, la cultura, la comunicazione, il potere economico e la politica, spiega Eva Golinger.

Ci sono due grandi punti di differenza tra la Guerra Irregolare e la Guerra Tradizionale: l’obiettivo e la tattica. La Guerra Tradizionale vede come il suo obiettivo il crollo delle forze armate dell’avversario, e la sua principale tattica è l’uso del potere militare nella sua forma più tradizionale: il combattimento e il bombardamento.
La Guerra Irregolare ha come obiettivo il controllo sulla popolazione civile e la neutralizzazione dello Stato, e la sua principale tattica è la controinsurrezione, che consiste nell’uso di tecniche indirette e assi metriche, come la sovversione, l’infiltrazione, le operazioni psicologiche, la penetrazione culturale e la delusione militare (l’intento di ingannare alle forze armate dell’avversario perché reagiscano a minacce che in realtà non esistono, distraendo e consumando le loro capacità e risorse).

Durante il XXI secolo, la USAID ha sviluppato divisioni nell’agenzia che funziona insieme al Pentagono, come le officine di Gerenza di Conflitti, Transizione e Ricostruzione, Democrazia e Governabilità, e Iniziative verso una transizione, che stanno riorientando il loro lavoro verso gli sforzi di controinsurrezione. Così, l’
USAID si è convertita in attore principale finanziario della destabilizzazione e penetrazione nella “società civile” in paesi strategicamente importanti per gli interessi statunitensi. Paesi “strategicamente importanti”, sono quelli considerati come pericolosi o non legati agli Stati Uniti d’America. Nel caso dell’America Latina, le cifre dell’investimento finanziario dell’USAID nei gruppi politici e nella “promozione della democrazia di tipo statunitense”, che si traduce in termini reali come un’invasione silenziosa, sono sconvolgenti. Attraverso un’ufficio per le Iniziative verso una Transizione (OTI, sigle in inglese, stabilita nel Venezuela nell’agosto del 2002 per annichilire la rivoluzione Cubana e il governo di Chavez), l’USAID ha investito milioni di dollari, e nel conflitto politico in Venezuela, soltanto durante l’ultimo anno e mezzo, la cifra è aumentata immoralmente e, hanno previsto una finanziazione di 23 milioni di dollari per il 2010. Questi milioni di dollari alimentano il conflitto nel paese, mantenendo in vita differenti gruppi dell’opposizione e aiutando a creare nuove organizzazioni per continuare con i loro piani destabilizzatori. I beneficiari in Venezuela sono conosciuti: Sumate, Sinergia, Liderazgo u Vision, CESAP e centinaia di gruppi politici, ONG, partiti politici che vivono col denaro e sostegno ciò che arriva da Washington, afferma E. Golinger.

Dall’esperienza venezuelana, la USAID ottiene redditi interessanti per trasferirli in Bolivia, Ecuador o Nicaragua.
(Continua...)

Fonte:
http://www.nodo50.org/ceprid/spip.php?article692

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di
VANESA

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13 gennaio 2010

CORPORAZIONI E IMPIANTI CEREBRALI, NON SONO TANTO LONTANI


di Troyano
“A Pittsburg, l’ Intel Corporation sta lavorando seriamente allo sviluppo di impianti cerebrali che permettano alle persone di navigare su internet, controllare piccoli gadgets e altre azioni concrete che fino a pochi anni fa potevano essere considerate come illogiche o improprie dell’essere umano”.


Con la massiccia
connettività wireless a Internet, lo sviluppo delle nanotecnologie, e le recenti connessioni della biologia e dell’informatica, si comincia ad intravedere quanto semplice sarà nel futuro ricreare una realtà virtuale, dove gli esseri umani passeranno da uno stato “selvaggio” e naturale ad uno virtuale. Gli studi con cervelli di topi connessi a computer, più l’informatica quantica, fanno presagire che a breve si possa cominciare a costruire letteralmente l’ Intelligenza Artificiale.

SCANNER PER L'IDENTIFICAZIONE: UNA MINIERA D'ORO


scanner

Che siano tecnologia Rfid oppure onde radio ad altissima frequenza piuttosto che backscatter X-Ray poco importa. La violazione della privacy è assicurata e i produttori ci costruiranno imperi miliardari.

In Italia per ora sono preannunciati soltanto dieci body scanner, che verranno installati negli aeroporti di Malpensa, Fiumicino e Venezia, mentre l'Olanda pare ne abbia già ordinati una sessantina unitamente alla Gran Bretagna; altri Paesi dell'area europea sono in attesa di meglio definire le diverse questioni, che spaziano dall'effettivo incremento degli standard di sicurezza aerea agli eventuali rischi per la salute, anche se i produttori affermano che la tecnologia impiegata sia meno pericolosa dei cellulari.


Quanto agli Stati Uniti, i body scanner sono già da anni in funzione, anche se in vista della imminente "colonizzazione" dei mercati sul vecchio continente, la richiesta è schizzata a oltre 200 mila dollari al pezzo, con relativo salto alle stelle del valore dei titoli dei produttori General Electrics e L3 Communication che si dividono il mercato.


In USA vengono ritenuti "necessari" dalle autorità antiterrorismo, anche se qualcuno pensa che questa tecnologia possa servire, nella migliore delle ipotesi, a ridurre il pericolo di attentati ma non a debellare il fenomeno neppure nel settore del trasporto aereo.


Altri accampano riserve per quanto attiene la privacy, in quanto specialmente l'uso di microonde è in grado di definire forse troppi dettagli relativi al corpo del controllato essendo la pelle umana completamente opaca alla frequenza impiegata.


Un altro nodo nevralgico per l'identificazione e il controllo sono i chip Rfid, ormai comunemente impiegati non solo nella documentazione amministrativa ma persino alla cassa nei supermercati e nei taxi più "tecnologici".


Ultima novità nel settore sembra essere quella di Samsung, che al CES 2010 ha esibito il suo innovativo E-Passport, con un chip Rfid in grado di comunicare con gli apparecchi di controllo restituendo un'immagine dell'intestatario su schermo Oled in cui l'immagine ad alta definizione può anche essere fatta ruotare, per un migliore controllo dell'identità del titolare.


Anche qui non mancano gli scettici, sia per la possibilità di abusi sia per la intrinseca (in)sicurezza del sistema, tutt'altro che definita. Infatti, per quanto riguarda i correnti sistemi basati sul chip, è recente la notizia che un certo Chris Paget è riuscito a raccogliere in una manciata di minuti i dati personali di almeno due titolari di passaporto; il tutto con un portatile e lettore di Rfid da 250 dollari.


Fonte: http://www.zeusnews.com/

12 gennaio 2010

IL SENATO APPROVA IL "BAVAGLIO A INTERNET"

Questa settimana il testo approderà alla Camera

Il 7 gennaio il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet.

Questa settimana il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60. Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta".

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i providers dovranno bloccare il blog.

Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta! In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.

Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una media company ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Il nome di questa media company, guarda caso, è Mediaset.

Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.

Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di normalizzare con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.

Gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fonte: http://www.liberacittadinanza.it/articoli/il-senato-ha-gia-approvato-il-bavaglio-a-internet

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11 gennaio 2010

GLI USA RECLUTANO IN TUTTO IL MONDO PER LA GUERRA IN AFGHANISTAN

di Rick Rozoff


I primi dei 33.000 soldati aggiuntivi degli USA sono arrivati in Afghanistan per un’ “ondata” natalizia e presto se ne aggiungeranno fino a 10.000 non statunitensi che serviranno la NATO nell’ISAF (Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza). Washington avrà un personale in divisa composto da più di 100.000 soldati e decine di migliaia di nuovi contrattisti militari nella zona della guerra sud asiatica, e con più di 50.000 soldati della NATO e di partner della NATO, la somma delle forze supererà i 150.000.


Con l'eccezione di un piccolo numero di soldati assegnati alla Missione di Addestramento della NATO- Iraq, a Baghdad, è stato ordinato agli stati membri, soprattutto ai nuovi, della NATO, e agli Stati candidati, che trasferiscano le loro forze dall’Iraq all’Afghanistan circa un anno fa, e stanno inviando soldati alle missioni in Kosovo, Libano e Ciad verso la stessa destinazione. Il fronte di battaglia afgano, quindi, ha la maggior quantità di forze militari stazionate di qualsiasi altra zona del mondo. [1]


Soldati provenienti da paesi della NATO stazionati in Bosnia, Repubblica Centrafricana, Ciad, Libano e al largo delle coste della Somalia sono attualmente assegnati a missioni nell'Unione Europea (navi da guerra europee sono coinvolte anche in interdizione navale nell'Oceano Shield NATO nelle acque della Somalia e il Golfo di Aden) e il loro trasferimento verso il fronte Sud della guerra asiatica indica l'intercambiabilità virtuale di unità militari assegnate alla NATO e all'Unione Europea. [2]


Fin dall'inizio dell' escalation della guerra in Afghanistan quest'anno, e verso il vicino Pakistan, personalità pubbliche e mass media occidentali si sono occupati frequentemente e ampiamente del fatto che la guerra è un – o il- test per la NATO, apparentemente il maggior successo nella sua storia in 60 anni.


Quando il blocco, l’unica alleanza militare al mondo, ha invocato la clausola di aiuto reciproco dell’Articolo 5 a settembre del 2001 per sostenere il suo principale membro, gli USA, nella sua invasione ed occupazione dell’Afghanistan, l’Alleanza aveva appena vissuto la sua prima guerra: la campagna di 78 giorni di bombardamenti contro la Jugoslavia agli inizi del 1999, il primo attacco militare generalizzato contro una nazione europea dal periodo degli attacchi ed invasioni di Hitler e di Mussolini del 1939-1941.


Mediante l'attivazione dell'articolo 5,- “Le Parti accordano che un attacco armato contro uno o più di essi in Europa o NordAmerica sarà considerato un attacco contro tutte esse (e) aiuteranno alla Parte o le Parti attaccate”- la NATO si preparò per la sua prima guerra terrestre e la sua prima guerra in Asia.


Approfittò anche della sua situazione di guerra effettiva per lanciare la Operation Active Endeavor (Operazione Sforzo Attivo) all' inizio di ottobre del 2001, un programma esaustivo, ermetico, di controllo ed interdizione navale in tutto il Mar Mediterraneo che monitora tutta l’attività nel nuovo mare nostrum della NATO e domina tutti i punti di accesso al mare più importanti del mondo: Lo Stretto di Gibilterra, lo Stretto dei Dardanelli e il Canale di Suez, che collega il Mediterraneo con l'Oceano Atlantico, il Mar Nero, il Mar Rosso e quindi con l’Oceano Indiano, rispettivamente.


L’alleanza guidata dagli USA ha ottenuto il controllo di questa vasta gamma di vie navigabili attraverso l’adozione di pretesti statunitensi precedenti all’11 settembre del 2001 di combattere il terrorismo e le armi di distruzione di massa. Il primo è stato il pretesto per invadere l’Afghanistan, il secondo per invadere l’Iraq.


Tre anni dopo l’inaugurazione dello Sforzo Attivo, che continua con tutta la sua forza fino ad oggi, il summit della NATO in Turchia, ha sviluppato l’Iniziativa di Cooperazione di Strasburgo che ha aggiornato la cooperazione militare con i membri del Dialogo Mediterraneo del blocco- Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritana, Marocco e Tunisia ed ha proposto ai sei membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo- Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi- di avere un rapporto simile, modellato secondo il programma di Cooperazione per la Pace che ha preparato a dodici nazioni europee orientali per il loro accesso alla qualifica di membro pieno della NATO durante l’ultimo decennio. [3]


In dieci anni il blocco militare si è esteso molto oltre i suoi limiti avuti durante la Guerra Fredda, Nord America, Europa Occidentale e Meridionale e a quasi tutto l’Europa Orientale, incluso gli Stati del vecchio patto di Varsavia e le repubbliche sovietiche e jugoslave. La divisione militare bipolare dell’Europa simbolizzata dal Muro di Berlino [4], che è caduto 20 anni fa, è stata sostituita da una espansione unilaterale dell’unico blocco militare del mondo verso le frontiere occidentali della Russia, del mar Baltico al Mar Nero e Adriatico. Da lì è arrivato, attraverso i suoi insediamenti e corporazioni verso il sud del Caucaso, Africa nord orientale e centrale, Asia centrale e del sud.


Se l’Afghanistan è una prova o il saggio della NATO nel suo 60° anniversario, non lo è per la NATO del 1949 ma per quella che importanti funzionari dell’Alleanza e altri difensori hanno chiamato negli ultimi anni: LA NATO del XXI Secolo, una NATO di spedizione, una NATO globale: Il primo intento nella storia di forgiare un’alleanza militare internazionale. Una rete armata internazionale che ha come suo fondamento e suo nucleo l' autoproclamata superpotenza esclusiva del mondo e il suo arsenale nucleare.


La guerra “asimmetrica” in Afghanistan, che è al suo nono anno, è un’impresa seminale per la NATO sotto diversi aspetti. Oltre a rappresentare la prima guerra terrestre del blocco e la sua prima escursione coloniale fuori dal mondo euro-atlantico, la prolungata, ed in base a tutti gli indizi indefinita campagna nel sud dell’Asia è un laboratorio e campo di addestramento, poligono di tiro e punto di convergenza per la consolidazione statunitense di una forza globale di attacco e di occupazione provata per la prima volta in Kosovo nel 1999 con 50.000 soldati sotto il comando della NATO, dopo in Iraq nel 2004 con decine di migliaia di soldati della NATO, nuove nazioni della NATO e candidate al blocco. [5]


Adesso Washington e Bruxelles hanno obbligato contingenti armati di cinquanta nazioni di cinque continenti perché siano sotto il comando del generale Stanley McChrystal, capo di tutte le forze degli USA e della NATO in Afghanistan.


I nuovi Stati che contribuiscono sono anche paesi geograficamente lontani e diversi in altri sensi, come la Colombia, la Bosnia, Georgia, Montenegro, Mongolia, Armenia e Corea del Sud.Tutti, ad eccezione della Mongolia, sono stati scenari di guerre o potrebbero esserlo in qualsiasi momento. Come hanno stabilito numerose dichiarazioni di dirigenti politici e militari di nazioni che forniscono soldati alla NATO per la guerra afgana, quel campo di battaglia è un luogo e un' opportunità ideale per ottenere esperienza reale di combattimento con il fine di applicarla in casa. La maggior parte dei paesi in questa categoria confinano con la Russia sui versanti nord occidentale e sud occidentale. [6]


Il ministro di Difesa austriaco, una delle poche nazioni europee che ancora non è completamente membro della NATO, recentemente si è lamentato che funzionari statunitensi stessero facendo pressione al suo paese perché fornisse più soldati per il loro attacco in Afghanistan, ed ha dovuto ricordare ai lettori di uno dei giornali del suo paese che il suo paese continua ad essere uno Stato sovrano. Come informa il Deutsche Welle, “L’Austria e gli USA, discutono per la quantità di soldati austriaci in Afghanistan. Il governo austriaco dice che sente una forte pressione da parte degli USA perché si inviino altri soldati alla missione della NATO”.


Il giornale sud coreano Dong- A Ilbo, il 21 dicembre scriveva che “La NATO ha invitato per la prima volta una delegazione militare coreana ad una riunione il prossimo anno dove ci saranno i paesi che inviano soldati in Afghanistan”.


“L’invio di esercito coreano, programmato per luglio, probabilmente accelererà un’amplia cooperazione militare tra la Corea e la NATO”. La fonte ha aggiunto che la valutazione della Corea da parte della NATO sta cambiando con l’avvento del nuovo governo di Lee Myung-bak a Seul, dato che la Corea partecipa attivamente alla cooperazione internazionale sulla sicurezza, inclusa la decisione di inviare l' esercito in Afghanistan e di unirsi pienamente all’ Iniziativa della Sicurezza della Proliferazione”. L’iniziativa della Sicurezza della Proliferazione (PSI) è un altro meccanismo vincolato al progetto dell’armata di migliaia di navi USA, così come l’Operazione di Active Endeavor NATO, per impegnare più e più nazioni di tutto il mondo in una rete militare internazionale diretta da Washington. [7]


La Corea è quella che dalla NATO viene identificato come Paese di Contatto partner, gli altri sono il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda, come fondamento per una “NATO asiatica” in caso di emergenza anche Singapore e Mongolia- che hanno o avranno per la prima volta un esercito al servizio della NATO in Afghanistan- così come le Filippine, Tailandia, Brunei e future possibilità come l’India, Bangladesh e Cambogia e le cinque ex repubbliche sovietiche in Asia Centrale, così come l’Afghanistan e il Pakistan. [8]


Mentre si sposta verso est, il blocco del Nord Atlantico lo fa anche verso il Sud ed ha cominciato a penetrare formalmente l’Africa, con una missione di trasporto aereo verso la regione del Darfur nel Sudan nel 2005 ed insediamenti navali di fronte alla Somalia nel Corno dell’Africa dal 2007.


Il principale alleato militare di Washington in Sud America e in tutta l'America Latina, la Colombia, consegnando sette basi militari al Pentagono in un’azione che potrebbe provocare una guerra con i vicini Venezuela ed Ecuador, sta inviando una compagnia di soldati addestrati dagli Stati Uniti, alla missione dell’ISAF della NATO. Daranno la propria esperienza bellica alla nazione sud asiatica e ritorneranno a casa, come i loro equivalenti militari georgiani e sud coreani, allenati anche dagli USA, meglio preparati per conflitti armati contro gli Stati vicini.


A parte la Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi sono tenuti a fornire i propri possedimenti coloniali in America Latina e le loro coste al loro alleato statunitense della NATO da usare contro i paesi membri dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), Bolivia, Ecuador, Cuba, Nicaragua e Venezuela (Honduras post golpe si è ritirato) sono state adottate misure negli ultimi quindici anni per espandere i legami della NATO con altre nazioni latinoamericane. [9]


Nel 1995 il Cile e l’Argentina (sotto la presidenza Menem) hanno inviato truppe perché servissero la NATO in Bosnia, il primo attacco militare dell’Alleanza fuori dal territorio di uno Stato membro. Questa settimana il Cile ha accettato la continuazione dell’insediamento di esercito in questo paese- la missione è stata trasferita dalla NATO all’UE- ed un funzionario del governo ha dichiarato: “Abbiamo visto il Cile insieme alla NATO in un paese europeo, e l’interazione delle nostre forze armate con eserciti di prima categoria nel mondo”. [10]


La guerra e la storia militare dei candidati alla NATO e agli Stati partner della NATO durante gli ultimi 15 anni si sono estesi dalla Bosnia al Kosovo, alla Macedonia e all’Iraq, e finalmente all' Afghanistan. Le forze armate cilene, chiunque vinca il ballottaggio delle elezioni presidenziali, potrebbero essere inviate in Afghanistan.


Dal rafforzamento dei legami con il Cile, che è coinvolto nella controversia in corso multinazionale per i diritti nell’Antartide, e con il Sud Africa, dove hanno attraccato navi da guerra della NATO e realizzato esercitazioni navali durante gli ultimi due anni, oltre all’Australia che ha il più grande contingente di paesi non membri della NATO in servizio in Afghanistan, l’ Alleanza si posiziona per la corsa all’estremo sud del pianeta [11] come lo è attualmente per la parte superiore del mondo. [12]


Due mesi prima della demolizione del Muro di Berlino e la fine effettiva della Guerra Fredda, si è tenuto un summit triennale del Movimento dei Non-Allineati a Belgrado, Jugoslavia. Erano presenti i rappresentanti di 108 nazioni che sono stati definiti come non–allineati militarmente.


Venti anni più tardi, e con più di venti paesi supplementari nel mondo dopo la disintegrazione dell'Unione Sovietica, della Cecoslovacchia e Jugoslavia e l'indipendenza di Timor Est,di aderire agli accordi militari, associazioni, l'esercizio e la creazione di basi USA e della NATO è più intenso che durante la Guerra Fredda.


La recente attivazione del Comando Africa degli USA, conta solo 53 nazioni per associazioni individuali e collettive con il Pentagono. La guerra in Afghanistan oggi è un banco di prova più ampio a livello mondiale nella militarizzazione del mondo. Washington fa pressione su tutto il mondo perché contribuisca con eserciti, logistica e risorse finanziarie ed usa la guerra per stabilire legami bilaterali militari e l'interoperabilità di armi e tecnologia militare con le nazioni di tutto il mondo.


Il primo decennio del nuovo millennio è stata una guerra, che iniziò seriamente in Afghanistan, e l’espansione di basi e di eserciti statunitensi in Europa Orientale, Medio Oriente, Africa, Sud America e Asia Centrale e del sud. Aree che erano finora state risparmiate la presenza permanente del Pentagono.


Note

1) U.S., NATO Poised For Most Massive War In Afghanistan’s History, Stop NATO, September 24, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/09/24/u-s-nato-poised-for-most-massive-war-in-afghanistans-history

2) UE, NATO, USA: L'alleanza del secolo per il dominio globale, Stop NATO, February 19, 2009
http://www.vocidallastrada.com/2009/03/ue-nato-usa-lalleanza-del-secolo-per-il.html
3) NATO In Persian Gulf: From Third World War To Istanbu, Stop NATO, February 6, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/26/nato-in-persian-gulf-from-third-world-war-to-istanbul
4) 1989-2009: Moving The Berlin Wall To Russia’s Borders, Stop NATO, November 7, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/11/07/1989-2009-berlin-wall-moves-to-russian-border
5) Afghan War: NATO Builds History’s First Global Army, Stop NATO, August 9, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/09/01/afghan-war-nato-builds-historys-first-global-army
6) Afghan War: NATO Trains Finland, Sweden For Conflict With Russia, Stop NATO, July 26, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/09/01/afghan-war-nato-trains-finland-sweden-for-conflict-with-russia
7) Proliferation Security Initiative And U.S. 1,000-Ship Navy: Control Of World’s Oceans, Prelude To War, Stop NATO, January 29, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/26/proliferation-security-initiative-and-us-1000-ship-navy-control-of-worlds-oceans-prelude-to-war
8) Global Military Bloc: NATO’s Drive Into Asia, Stop NATO, January 24, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/26/global-military-bloc-natos-drive-into-asia
U.S. Expands Asian NATO Against China, Russia, Stop NATO, October 16, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/10/16/u-s-expands-asian-nato-against-china-russia
9) Twenty Years After End Of The Cold War: Pentagon’s Buildup In Latin America, Stop NATO, November 4, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/11/04/stop-nato
10) Xinhua News Agency, December 22, 2009
11) NATO Of The South: Chile, South Africa, Australia, Antarctica, Stop NATO, May 30, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/31/nato-of-the-south-chile-south-africa-australia-antarctica
12) NATO’s, Pentagon’s New Strategic Battleground: The Arctic, Stop NATO, February 2, 2009
http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/26/natos-pentagons-new-strategic-battleground-the-arctic

Fonte: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=16653


Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da
VANESA

10 gennaio 2010

ECONOMIA MONDIALE: VENTI CHE ANNUNCIANO TEMPESTE


di Yonie Moreno

In recenti dichiarazioni del Presidente della
Federal Reserve, Bernanke, ha sottolineato che l'economia americana è “di fronte a turbolenze formidabili”. Sembra che i 700.000 milioni di dollari in aiuti per evitare il collasso del sistema finanziario globale in seguito al fallimento di Lehman Brothers nel settembre 2008, che ha coperto il buco enorme lasciato dal crollo della bolla immobiliare, il più grande nella storia del capitalismo non sono stati sufficienti a scongiurare il pericolo della crisi. Al contrario, la crisi si è risolta temporaneamente, a costo di trasferire l’enorme debito non pagato del settore privato a quello pubblico. L’indebitamento pubblico è arrivato a livelli sconosciuti e rappresenta un problema per la borghesia in tutti i paesi del mondo.

Paul Kurgman, in un recente articolo intitolato “
La missione inconclusa di Bernanke” segnalava la necessità di continuare con l’aiuto statale. Questo dicembre, il pacchetto di 700.000 milioni di aiuti, tocca la sua fine. Si rinnoverà? La pressione dei repubblicani e buona parte del banco democratico, non è a favore. Krugman nel suo articolo argomentava che era ancora necessario un nuovo piano per stabilizzare il sistema bancario che è stato colpito. Era anche necessario per porre fine alla grave disoccupazione e la sofferenza di milioni di persone non riescono a trovare lavoro. Di fronte alla visione filantropica di Krugman sembra che una buona parte della borghesia si accostava all’idea di ritagliare l’enorme debito contratto dallo stato e che se non ridotto potrebbe portare al mancato pagamento a medio e lungo termine di obbligazioni e una ripresa dell'inflazione.

Cosa farà Obama? In un’intervista a Fox News, Obama ha indicato che “è importante riconoscere che, se continuiamo ad aggiungere debito pubblico, nel mezzo del recupero, la gente può perdere la fiducia nell’economia degli USA, che può portare ad una doppia recessione”.

Attualmente il paese ha un debito pubblico di 12,03 miliardi di dollari (8,8 miliardi di euro), secondo i dati ufficiali del Dipartimento del Tesoro. Questa cifra, la più alta del mondo, e rappresenta l'83% del PIL (dati del 2008). Expansion.18-11-00

Intrappolati in un mare di contraddizioni...e di debito


Così la borghesia della principale potenza imperialista è intrappolata tra l’iniettare più denaro per stimolare l’economia mantenendo debole la crescita economica e tagliare la disoccupazione o tagliare l’enorme debito che minaccia il futuro.


La stabilità economica dopo la recessione più importante dagli anni '30 è piena di incertezze.
Come segnalava l' Economist nel suo ultimo numero nell’articolo intitolato “La grande stabilizzazione”, “la cattiva notizia è che la stabilità di oggi, è preoccupatamente fragile, perché la domanda mondiale continua a dipendere dal sostegno del governo e dalla generosità pubblica che ha coperto vecchi problemi, mentre ha creato nuovi fonti di instabilità. I prezzi delle proprietà continuano a scendere più di quanto stiano crescendo, e come mostra la nazionalizzazione del gruppo Hypo dell’Austria questa settimana, l’instabilità bancaria ancora persiste. I segni apparenti del successo, come il ritorno del capitale pubblico prestato dalle megabanche nordamericane, rendono facile da dimenticare che il recupero ancora dipende dall’appoggio governativo. Allontanando gli effetti temporanei della ricapitalizzazione delle aziende, e che gran parte della ripresa della domanda globale è stata attraverso il denaro pubblico, conseguente all'aumento indotto gli investimenti da parte del governo cinese di aumentare la spesa negli Stati Uniti. Questo vuol dire riattivare il recupero nelle grandi economie emergenti, mentre si sta solo rinviando una ricaduta nella recessione nella maggior parte del mondo ricco”.

L’indebitamento,
il fattore chiave per la crescita degli ultimi 20 anni è diventato il cappio che rischia di strangolare l'economia capitalista. L’imperialismo nordamericano ha combattuto questo lasciando cadere il dollaro del 20% da dicembre 2008. Adesso la borghesia nordamericana cerca l’uscita dalla crisi nel mercato mondiale attraverso questo deprezzamento del dollaro che porta nel resto del mondo prodotti nordamericani a bassi prezzi. Questo nella pratica significa che la borghesia nordamericana esporta disoccupazione.

A tutto questo si aggiunge il fatto che i tassi d’interesse, sono a zero. Considerando l’inflazione,
i tassi di interesse reali sono negativi. Eppure le banche continuano a non prestare denaro. L’idea che regolando i tassi d’interesse si possa regolare l’economia capitalista si è mostrata come una cortina fumogena per gonfiare la bolla speculativa degli ultimi 20 anni sulla base di credito a basso costo. I tassi d’interesse sono bassi, la caduta del commercio mondiale del 2009 è di circa il 10%, la più grande dalla grande depressione, e le banche continuano a non prestare soldi. Dove investirà capitale la borghesia? Non nelle apparecchiature installate con sovraccapacità nel settore.

Dominio del capitale finanziario e anarchia


Come una piaga biblica
il capitale finanziario sta nuovamente gonfiando il prezzo delle materie prime e dell’oro. Questa è la spiegazione del perché il petrolio non è sceso nonostante la caduta del consumo mondiale, spiega anche come i paesi arretrati che dipendono dalle esportazioni di materie prime siano riusciti ad uscire dalla crisi. Così una nuova bolla, sulla base dei bassi tassi d’interesse, la saturazione dei mercati mondiali frutto della sovracapacità e la caduta del consumo delle masse, sta nascendo. Come i Borboni, la borghesia nella sua senilità, nè impara nè dimentica la recente crisi. Quella bolla cadrà spingendo di nuovo l’economia mondiale verso il basso.

Avrà nuovamente
classe media la capacità di tamponare il sanguinamento delle risorse dell’anarchia speculativa? Vedremo, il fatto è che la dimensione della perdita della nave dell'economia capitalista è molto grande. Sono state messe delle "tavole" perché non entri molta acqua, anche se ci sono meno travi in una barca traballante che rischia di crollare in qualsiasi momento. Anche così i capitani delle navi, che non sono nè Obama, nè Bernanke, nè i governi capitalisti, ma gli speculatori internazionali, accelerano l’andamento della nave e la portano verso un’altra tempesta spinti dalla ricerca di profitti.

Quell' equilibrio instabile con il quale si conduce la catena dell’economia mondiale si può rompere da qualsiasi parte come si è visto negli ultimi mesi, ci sono molti anelli deboli: la possibilità di fallimento di Dubai ha fatto traballare i mercati mondiali, il debito totale di Dubai si calcola in circa 80.000 milioni di dollari; Dubai World, il conglomerato controllato dal settore pubblico ha congelato i suoi impegni di pagamento, quasi 60.000 milioni sono impegnati con la banca europea. O il timore del fallimento in Grecia a causa dell’elevato debito pubblico.


Nell’epoca del declino capitalista, come segnalava Lenin, è schiacciante il dominio del capitale finanziario che segna il ritmo dell’economia capitalista, un ritmo anarchico che approfondisce invece di attenuare gli squilibri e lancia dalla finestra l’illusione fittizia della regolamentazione del mercato.
La concentrazione del capitale nelle mani di pochi, paradossalmente, approfondisce l'anarchia economica.

La rinascita della lotta di classe


I tremori nella struttura economica, se manifestano come forti scosse nella superstruttura della società capitalista. Le ripercussioni nella lotta di classe sono evidenti:
la politica di taglio del deficit si fa alle spalle della classe operaia in tutto il mondo. La Grecia è lo specchio in cui si possono guardare il resto dei paesi capitalisti avanzati. Si sta preparando uno sciopero generale contro le misure fiscali del governo di Papandreou che pretende di tagliare il deficit pubblico del 12,7% del PIL stimato per il 2009 a meno del 3% del PIL nel 2013, ad un ritmo annuale del -2% a partire dal 2011. Tra le misure per ottenere questa riduzione delle spese, Papandreou ha proposto di tagliare di un 10% le spese pubbliche, congelare gli stipendi superiori ai 2000 euro e frenare i contratti fino a tutto il 2010. Senza uscire dalla crisi, l’Europa ed il resto del mondo sono di fronte a una recrudescenza della lotta di classe e del movimento dello sciopero contro i piani della borghesia per far pagare la crisi ai lavoratori.
Sì, soffiano formidabili venti a sfavore, venti che sono il preludio della nuova tempesta che si avvicina.

Fonte:
http://www.aporrea.org/internacionales/a92769.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da
Vanesa
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