28 ottobre 2009

INGANNO PERICOLOSO?


Temperatura globale, ritenuta alla fonte prova cruciale.

del Dr. Tim Ball


"Metà del lavoro svolto nel mondo è quello di far apparire le cose ciò che non sono."
ER Beadle.

Motivo
È difficile e pericoloso risalire ad una spiegazione. Come e perché una persona agisce in un certo modo di solito è difficile da determinare. Un particolare tipo di azione può essere intrapresa con le migliori intenzioni ma causare notevoli problemi. Tuttavia, alcune azioni anche se non inequivocabili possono rilevarne la motivazione.

Prove critiche
Due elementi di prova hanno dominato i recenti rapporti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Essi hanno contribuito a convincere il mondo che il riscaldamento globale dovuto agli esseri umani è un fatto scientificamente inconfutabile. Uno era il grafico conosciuto come il "bastone da hockey", perché pretendeva di mostrare il piccolo cambiamento di temperatura per circa 1000 anni, poi un improvviso aumento nel 20° secolo. Il secondo è stato un aumento della temperatura globale di 0,6 ° C (1 ° F) in oltre 100 anni, un tasso sostenuto di essere al di là di qualsiasi 'incremento naturale'.
Il primo è ormai completamente screditato soprattutto grazie al lavoro di Steve McIntyre e Ross McKitrick. Hanno effettuato il test standard scientifico per cercare di riprodurre i risultati ottenuti nel lavoro originale. Hanno mostrato che la l'andamento pressocchè lineare della temperatura rappresentata dal manico della mazza da hockey era artificiosa. Il periodo caldo medievale (MWP) è esistito, ma è stato eliminato dai campioni degli anelli degli alberi e dalla tecnica di analisi statistica scelta. Sembra che questo sia stato fatto per eliminare il fastidioso MWP secondo il quale le temperature globali attuali sono le più alte mai ragginte. Ha realizzato quello che uno scienziato del clima ha detto, al professor David Deming in una e-mail, è stato necessario, come Deming, spiega: "Con la pubblicazione di questo articolo su Science [nel 1995], ho guadagnato credibilità significativa nella comunità scientifica che lavora sul cambiamento climatico. Pensavano che fossi uno di loro, qualcuno che vuole sovvertire la scienza al servizio di cause sociali e politiche. Così uno di loro abbassò la guardia. Una persona importante che opera nel settore dei cambiamenti climatici e il riscaldamento globale mi ha inviato una e-mail sorprendente che diceva: "Dobbiamo sbarazzarci del Periodo Caldo Medievale".
Il secondo elemento di prova, la promessa dell’aumento della temperatura, continua a dominare e si presenta in molti luoghi come la verità.
Il primo responsabile per il numero è P.D. Jones. Attualmente è Direttore del Climatic Research Unit presso l'Università di East Anglia, in Inghilterra. Al fine di verificare il numero, Warwick Hughes, un ricercatore australiano del clima, ha chiesto a Jones come è stato ottenuto. Ha ricevuto la seguente risposta in data 21 febbraio 2005. "Abbiamo investito nel lavoro 25 anni o giù di lì. Perché dovrei mettere i dati a disposizione, quando il vostro obiettivo è quello di cercare di trovare qualcosa che non va?". Da allora Jones ha bloccato ogni sforzo per ottenere le informazioni. Ma perché è così importante? Senza dubbio il dato grezzo è disponibile e tutto ciò che dovete fare è utilizzarlo per ricreare il numero.

Temperatura globale
Il primo problema è che l'aumento della temperatura iniziale è stato attualmente dato come di 0,6°C ± 0,2°C o con un fattore di errore del 66%. Si tratta di un numero virtualmente privo di senso, ma ancora utilizzato per sostenere il riscaldamento. I dati grezzi sono trattenuti dal paese d'origine, che poi presenta dati modificati alle agenzie centrali, come la Global Historical Climatology Network (GHCN).
Ogni anno diversi gruppi calcolano una media globale annuale come il Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA. Ci sono anche le serie di dati gestiti congiuntamente tra il Centro Hadley dell’ufficio meteo del Regno Unito e l’Unità di Ricerca climatica denominati HadCRUT3 e CRUTEM3.
Quando una temperatura media annuale è creata, ogni agenzia sceglie diverse stazioni e modifica i dati per una varietà di fattori. Il risultato è che ognuna produce diversi grafici, come nella figura 1. In questo caso sono inclusi i risultati di due studi satellitari.
image

Fonte:
Così quello di cui abbiamo bisogno di sapere è quali stazioni ha usato Jones e come ha corretto i dati per ottenere il suo risultato. Dobbiamo essere in grado di svolgere i test standard di riproducibilità dei risultati applicati ai dati del bastone da hockey. Egli continua a rifiutarsi di fornire le informazioni.

Ritenuta alla fonte di informazione
Il Meteorological Office del Regno Unito (UKMO) è stato coinvolto nei recenti tentativi di ottenere le informazioni. Come scrive Steve McIntyre un burocrate era tenuto a scrivere quanto segue per negare le informazioni; Alcune delle informazioni sono state fornite al professor Jones con l’accordo rigoroso da parte dei fornitori di dati che questi dati di stazione non devono essere rilasciati pubblicamente e non è possibile stabilire di quali paesi o stazioni sono stati forniti i dati in via riservata, così come non sono stati mantenuti gli archivi.
Stanno parlando di dati ottenuti dalle stazioni meteorologiche finanziate dal pubblico. Come questo può essere limitato nella sua disponibilità a chiunque è impossibile da capire. Si tratta di dati meteo che possono compromettere in qualche modo la sicurezza nazionale o strategica? I fornitori dei dati sono altre nazioni che li forniscono sotto l'egida della World Meteorological Organization (WMO) che richiedono l'accesso aperto.
C'è qualche diritto di proprietà per come Jones ha modificato i dati? Forse, ma sicuramente questo è compensato dal fatto che la ricerca scientifica deve essere disponibile per la verifica e conferma da parte di altri scienziati. Sono i promotori del riscaldamento globale causato dall'uomo che hanno sostenuto la necessità di una revisione tra pari. Ho parlato spesso delle due competenze della ricerca sul clima. Primo è la responsabilità scientifica e Jones ha sbagliato non rivelando come i risultati sono stati raggiunti. Poi c'è la responsabilità sociale quando rendi pubbliche le tue scoperte scientifiche che diventano la base della politica. Jones ha sbagliato perché il suo sostenere l’aumento di temperatura resta centrale nell’argomento del riscaldamento globale di origine antropica (AGW).
Ora c'è la prova più inquietante che i dati originali di Jones 'non sopportano la verifica. Uno dei principali aggiustamenti che variano notevolmente da una stazione all'altra è per l'effetto “isola di calore urbana” (UHIE). L'IPCC si riferisce a Jones e altri (1990) per la sua affermazione secondo cui la deviazione non climatica a causa dell'urbanizzazione è inferiore a un decimo della tendenza globale.
In altre parole, essi hanno respinto quello che ognuno di noi ha conosciuto per lungo tempo. Più importante, se le stazioni urbane dominano quelle utilizzate, il falso segnale di riscaldamento è maggiore. Ora Jones sta riconoscendo che l'effetto “isola di calore urbana” è più grande di quanto lui aveva consentito, almeno in Cina. Come osserva Warwick Hughes, "il riscaldamento dei centri urbani sulla Cina è dimostrato essere di circa 0,1 gradi per decennio, che equivale a un grado per secolo.” Enorme ".

Il danno è fatto
Se l'effetto “isola di calore urbana” è appena la metà di questo valore per le stazioni del resto del mondo scelte da Jones, allora la sua pretesa di aumento di 0,6°C praticamente scompare. E così pure l'affermazione che la CO2 prodotta dall’uomo sta causando il riscaldamento, perché non c'è praticamente il riscaldamento nel periodo post-industriale. Possiamo speculare sulle motivazioni di Jones senza soluzione, tuttavia, sappiamo a quale metà del lavoro svolto nel mondo appartengono. È più importante chiedersi come e perché Jones è stato in grado di negare l'accesso alle informazioni per così tanto tempo. Chi è tenuto a fargliene rendere conto? Un mondo minacciato con draconiane e inutili politiche energetiche ed economiche a causa del suo silenzio dovrebbe fare domande. Dobbiamo inoltre respingere ciò che sostiene e i rapporti dell'IPCC basati sulle sue scoperte, perché non siamo in grado di verificare i suoi risultati con misurazioni standard scientifiche.

Articoli recenti del Dr. Ball
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Fonte: http://canadafreepress.com/index.php/article/13570

Tradotto per Voci Dalla Strada da andreaatparma

27 ottobre 2009

BROGLI ELETTORALI NEL REFERENDUM IRLANDESE?




Il referendum irlandese era di un' importanza vitale per l'Unione Europea, tanto è vero che quest'ultima ha costretto l'Irlanda a ripeterlo, in modo che potesse arrivare il risultato più gradito ai burocrati della BCE.
Com'è possibile che per un evento del genere, da cui dipende il futuro di 500 milioni di europei, oltre che gli interessi e gli intrallazzi dell'Unione Europea, non siano state prese le più elementari misure di sicurezza?
Come si vede nel video, chiunque poteva entrare in un seggio, portar via qualche urna, e tornare dopo un pò (anche 10-15 minuti), magari con una diversa, quindi sostituirla.
Chi aveva interesse a fare questo?
"Chi" voleva a tutti i costi un "SI" dal secondo referendum?

26 ottobre 2009

LE VERE DITTATURE SONO I TRATTATI INTERNAZIONALI


Lunedì ultimo scorso i giornali ci hanno tempestivamente informato circa una operazione anticamorra dei Carabinieri nel comune di Giugliano, in provincia di Napoli. Sulla storica Via Appia è sorto un quartiere abusivo che avrebbe violato i vincoli paesaggistici dell’area, ma - si badi bene - non i vincoli aeronautici, poiché le abitazioni sono state denominate “Puff Village” a causa dei bassi soffitti, così progettati proprio per permettere il sorvolo degli aerei che decollano dalla vicina base NATO.

Ma quale base NATO?
È la base NATO di Giugliano, sorta in tutta fretta nel 2008, e di cui la stampa nazionale non ci aveva dato finora nessuna notizia; solo un accenno sulla stampa locale, in seguito ad una lettera di lamentela rivolta al governo Berlusconi, da parte del sindaco berlusconiano di Giugliano.
Il fantasma della base NATO di Giugliano si è quindi materializzato per la prima volta sui media nazionali nell’ambito di una delle consuete notizie sulla camorra in Campania. L’opinione pubblica, che non aveva mai visto nascere e crescere la base militare in oggetto, se la ritrova di colpo davanti adulta e operativa, ed ora viene costretta ad attribuire la sorpresa ad un propria distrazione, o ad un vuoto di memoria. Per non turbare le menti dei lettori, già dal giorno dopo nessun giornale ha più fatto cenno all'esistenza della base.

Non è bene che i cittadini sappiano che i governi possono espropriare un intero territorio senza interpellare il Parlamento o le amministrazioni locali, tutto nel più assoluto silenzio, e ciò in ossequio ad un Trattato Internazionale firmato nel 1949, il Patto Atlantico, altrimenti detto NATO. Il neonato giornale “Il Fatto Quotidiano” ha preso l’iniziativa di pubblicare la Costituzione italiana a puntate, ma sarebbe stato più realistico, per far capire quali norme contino effettivamente in Italia, pubblicare il testo del Trattato della NATO, o quello di Maastricht, e magari anche quello del Trattato di Lisbona, che sta per entrare in vigore. Del resto la nostra Carta Costituzionale non offre appigli a chi voglia opporsi allo strapotere dei Trattati Internazionali, per il quale il Parlamento può essere scavalcato, o ridotto a mera macchina applicativa. La Costituzione è infatti stata concepita in funzione dell'adesione a due Trattati Internazionali: i Patti Lateranensi e il Trattato di Pace della seconda guerra mondiale, perciò anche ad uno strumento addomesticato come il referendum abrogativo non è concesso di mettere in discussione i Trattati Internazionali.

I Costituenti dovevano essere a conoscenza del fatto che nell'800 un Paese come la Cina, formalmente sempre indipendente, era stato ridotto ad una colonia dalla Gran Bretagna attraverso l'imposizione di Trattati militari e commerciali, ma, evidentemente, tra le libertà costituzionali non è prevista la libertà dal colonialismo. Una legge criminale di Berlusconi è stata bloccata dalla Corte Costituzionale, ma tra i crimini berlusconiani andati a segno, il giornale “Il Fatto Quotidiano” avrebbe potuto elencare la nascita della suddetta base di Giugliano, ed anche la copertura con il segreto militare (articolo 682 del Codice Penale) di tutte le discariche civili di rifiuti della Campania, in base all’articolo 2 comma 4 della Legge 123/2008.

Per par condicio, bisognerebbe però informare anche sul fatto che nel 1999 fu il governo D’Alema, in ossequio ai soliti trattati militari, a cedere alla U.S. Navy il cinquanta per cento delle banchine del Porto di Napoli, riducendo in proporzione il traffico commerciale del porto a favore di quello militare. Già da molto prima del 1999, gli USA disponevano però di un molo per sommergibili nucleari nel Porto di Napoli, oltre che di numerose banchine sotto il proprio esclusivo controllo. Negli anni successivi al 1999, il numero delle banchine sotto controllo statunitense è ancora aumentato, ed ora si è ben oltre il cinquanta per cento, tanto che è crollato il volume del traffico commerciale legale, mentre si è incrementato a dismisura quello illegale - droga, armi e rifiuti tossici, ma non solo - che avviene all’ombra del segreto militare. Sempre all’ombra del segreto militare, i rifiuti tossici sbarcati nel Porto di Napoli possono essere tranquillamente smaltiti nelle discariche civili del territorio campano, nelle quali, dall’agosto del 2008, nessun rilevamento è più possibile da parte di strutture sanitarie o associazioni ambientaliste, pena l’arresto.

Anche D’Alema agì - anzi obbedì - a suo tempo senza avvisare nessuno, tanto che oggi tutta la Campania è diventata una colonia militare statunitense all’insaputa dei cittadini italiani, mentre quelli campani conoscono la situazione solo caso per caso, laddove si trovino a viverla. “Nonostante” le servitù militari, il territorio campano appare sotto il controllo di cosche criminali, tanto più forti e radicate laddove sono più presenti le forze armate USA. Ma solo in base ad un fazioso pregiudizio antiamericano, una tale fortuita coincidenza potrebbe far sospettare un collegamento tra forze armate statunitensi e criminalità organizzata locale. Ed è anche una pura coincidenza il fatto che gli appalti per la costruzione delle basi, e delle relative abitazioni dei militari americani, siano stati affidati a ditte controllate dalla criminalità organizzata, così come è stato accertato dalla Direzione Distrettuale Antimafia. La disciplina occidentalista pretende che tutti scattino sull’attenti per fremere di indignazione al suono del vituperato termine di “dittatori”, mentre nessun fremito si avverte di fronte all’espressione: “Trattato Internazionale”. Eppure oggi la vera dittatura passa di lì.

Fonte: http://www.comidad.org/dblog/default.asp

L'UE AUMENTA IL PREZZO DEI MEDICINALI NEI PAESI DEL "TERZO MONDO"

InSurgente

L’Unione Europea “rende difficoltoso l’accesso alle medicine di base a 2 miliardi di persone causando un effetto devastante sull’economia dei paesi in via di sviluppo, che spendono tra il 20% ed il 60% dei loro bilanci sanitari nell'acquisto di medicine” dicono le ONG. Leggere la notizia e verificare che la “solidarietà” dei paesi ricchi non conosce frontiere…Soprattutto con l'industria farmaceutica.

In base al rapporto presentato dalle ONG Oxfam e Health Action International (HAI), la politica commerciale dell' UE rincara l’accesso alle medicine nei paesi in via di sviluppo. Inoltre, denunciano gli ostacoli comunitari per l’esportazione di farmaci.

L’Unione Europa “rende difficoltoso l’accesso a medicine di base a 2 miliardi di persone causando un effetto devastante sull’economia dei paesi in via di sviluppo, che spendono tra il 20% ed il 60% dei loro bilanci sanitari nell'acquisto di medicine” dicono le ONG.

In questo modo, la comunità europea “contravviene ai suoi cobblighi” per raggiungere gli Obiettivi del Millennio e viola gli accordi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), ha detto, Elise Ford, consigliere generale della sede europea di Oxfam.

I “27” stanno aumentando la pressione sui paesi poveri del diritto di applicare “ le norme di proprietà intellettuale sempre più ristrette per l’esportazione di medicine generiche a questi Stati”, ha spiegato la Ford. “L' UE sta imponendo i suoi standard di proprietà intellettuale al resto del mondo attraverso accordi di associazione commerciale con i paesi terzi”.

Come caso concreto, il rapporto evidenzia la situazione che vive la Bolivia che ha abbandonato le negoziazioni per un accordo di unione tra l’UE e la Comunità Andina delle Nazioni (CAN), includendo aspetti politici, di cooperazione e commerciali, principalmente per la sua reticenza sulle norme di proprietà intellettuale che l’Unione voleva includere.

L’Unione decise di continuare a negoziare per raggiungere un trattato sul libero commercio, che colpisce solo le questioni commerciali, con la Colombia, Perù ed Ecuador.

Le ONG accusano i “27” di favorire gli interessi commerciali delle compagnie farmaceutiche europee e di causare un “grave danno” alla sanità pubblica dei paesi meno avvantaggiati.

Come reazione alle conclusioni del rapporto, la Comunità Europea “ha negato l’impatto negativo” delle politiche commerciali europee sulle medicine affermando che queste “promuovono la competizione delle industrie europee”, a quanto detto da Sophie Bloemen, responsabile dell’ufficio di HAI dell' UE.

Fonte: http://www.insurgente.org/modules.php?name=News&file=article&sid=17972

Traduzione per Voci Dalla Strada di VANESA

GOICOCHEA E CLINTON PIANIFICANO LA "RIVOLUZIONE TWITTER" IN VENEZUELA

Conferenza sull’uso di nuove tecnologie per cambiare regimi politici

di Eva Golinger

Tra il 15 e il 16 ottobre 2009 Città del Messico è la sede della seconda Conferenza dell’Alleanza dei Movimenti Giovanili (AYM). L’evento patrocinato dal Dipartimento di Stato gode dell’intervento via Internet della Segretaria di Stato Ilary Clinton. Partecipano anche vari personaggi in veste di “delegati” inviati dalla diplomazia statunitense, fra cui ve ne sono alcuni legati a movimenti di destabilizzazione dell’America Latina.

La lista comprende Yon Goicochea (Primero Justicia), il dirigente dell’organizzazione Venezuela de Primera (gruppo fondato da Goicochea), Rafael Delgado, e l’ex dirigente studentesca Geraldine Álvarez, ora della Fundación Futuro Presente, organizzazione creata dall’Istituto Cato degli USA. Assistono anche Marc Wachtenheim del Cuba Development Initiative (progetto finanziato dal Dipartimento di Stato e dall’USAID mediante la Fondazione di Sviluppo Panamericano “PADF”), Maryra Cedeño Proaño, della Corporazione Foro de la Juventud Guayaquil, ente ecuadoregno sempre finanziata dall’USAID, e Eduardo Ávila di Voces Bolivianas, un ente promosso dall’ambasciata statunitense in Bolivia sempre con finanziamenti dell’USAID. In totale sono 43 delegati provenienti da paesi di tutto il mondo: Sri Lanka, India, Canada, Regno Unito, Colombia, Perú, Brasile, Libano, Arabia Saudita, Giamaica, Irlanda, Turchia, Moldavia, Malesia, Stati Uniti e Messico.

Quei patrocinatori sono una strana miscela di rappresentati delle nuove tecnologie e funzionari delle agenzie di Washington, specialisti nella sovversione e destabilizzazione di governi non subordinati alla loro agenda. Oratori di Freedom House, l’Istituto Repubblicano Internazionale (IRI), il Dipartimento di Stato e la Banca Mondiale sono pure presenti alla conferenza, insieme ai giovani creatori di tecnologie come Twitter, Facebook, Google, Gen Next, Meetup e Youtube. Gli unici media tradizionali invitati all’evento dal Dipartimento di Stato sono CNN in spagnolo e CNN in inglese, dato curioso, che ne evidenzia il legame.

Si tratta, senza dubbio di una nuova ricetta per la nuova strategia diretta a cambiare i regimi. Gli ingredienti sono il legame fra le agenzie di Washington e i giovani dirigenti politici selezionati dal Dipartimento di Stato. L’evento riafferma anche l’appoggio politico e finanziario al movimento studentesco dell’opposizione in Venezuela da parte degli USA, ed evidenzia in modo incontrovertibile la sinistra alleanza tra Washington e le nuove tecnologie.

Centro per la diplomazia digitale

Stando a quanto afferma la stessa AYM, essa è nata nel 2008 in seguito alla comparsa “.. sulla scena mondiale (di) una serie di persone quasi sconosciute, generalmente giovani (che) dominano le tecniche più recenti e hanno fatto cose stupefacenti. Hanno causato grandi trasformazioni nel mondo reale in paesi come Colombia, Iran e Moldavia, avvalendosi di quelle tecniche per mobilitare la gioventù. Questo è stato l’inizio.”

Le agenzie di Washington non potevano certo disapprovare un attraente scenario in cui i giovani, già usi a tecnologie come Internet, Twitter, MySpace, fra le altre, potevano trasformarsi in dirigenti e promotori di movimenti sociali al servizio degli interessi imperiali. Ma c’era un problema, secondo i fondatori di AYM. “Quei movimenti del secolo XXI costituiscono il futuro della società civile ma non si dispone ancora di meccanismi per aiutare e potenziare questi dirigenti che al posto degli uffici hanno solo degliindirizzi elettronici. E non esiste neppure un ente che insegni loro a usare efficacemente gli strumenti e i media già noti del XX e quelli nuovi del secolo XXI per il raggiungimento dei loro obiettivi.” I loro obiettivi o quelli di Washington?

Uno dei primi successi delle operazioni della CIA negli anni cinquanta è stata la creazione del Congresso per la Libertà della Cultura in Europa, al fine di impregnare e utilizzare i settori artistici, le università, gli intellettuali e i movimenti sociali per neutralizzare l’espansione del comunismo. L’uso della cultura per promuovere l’agenda imperiale non è terminato con la fine della Guerra Fredda. Mentre cresce l’uso della tecnologia, questo efficace meccanismo è sempre più affinato ed applicato. Nuove tecnologie come Facebook e Twitter, sviluppate con finanziamento d’imprese della CIA come In-Q-Tel, specializzata nella “banca dati” oggi funzionano come reti per reclutare e cooptare “agenti” disposti a promuovere gli interessi imperiali. L’uso potenziale di queste tecnologie per promuovere operazioni psicologiche e di propaganda è illimitato. La sua forza è la rapidità e la disseminazione di messaggi e la sua copertura mondiale. Bisogna solo disegnare la strategia che permetta di sfruttare questo potenziale.

La campagna elettorale di Obama come “modello”

“L’Alleanza di Movimenti Giovanili” (AYM) è la risposta a quella esigenza. Cominciata con una riunione-conferenza nel dicembre 2008 in cui il Dipartimento di Stato si è associato con MTV, Google, YouTube, Facebook, Howcast, AT&T, JetBlue, GenNext, Access360Media e la Facoltà di Diritto della Columbia University per selezionare e convocare i movimenti del secolo XXI e dialogare con loro via Internet per la prima volta nella storia”.

Alla prima conferenza di AYM hanno partecipato membri dell’opposizione venezuelana Súmate (finanziata da NED e USAID), e gli organizzatori colombiani delle marce “Mai più Chavez” e “Un milione di voci contro le FARC”. I principali oratori erano tre assistenti della campagna elettorale di Barak Obama alla presidenza, Joe Rospars, direttore di Nuovi Media, Scott Goldstein, direttore di Obama per l’America e Sam Graham-Felson, direttore del blogging para la campagna Obama del 2008.

Hanno partecipato anche Sherif Mansour, di Freedom House, Shaarik Zafar, del Dipartimento do Sicurezza Interna degli USA (Homeland Security) e otto alti funzionari del Dipartimento di Stato, insieme a rappresentanti di varie multinazionali della comunicazione e delle nuove tecnologie. I creatori della campagna “super tecnologica” di Obama si sono uniti alle agenzie di Washington per disegnare la strategia perfetta. Hanno combinato nuove forze nella politica - la gioventù e le nuove tecnologie -. Era una combinazione capace di ottenere ciò che per anni non era riuscito alla CIA: il cambiamento di regime nei paesi non subordinati agli interessi statunitensi, senza che apparisse la mano di Washington.

Il movimento studentesco “mani bianche” in Venezuela, finanziato e formato dalle agenzie statunitensi, le proteste anticomuniste in Moldavia, le manifestazioni contro il governo iraniano e le ultime proteste virtuali contro il presidente Chavez sono esempi di questa nuova strategia.

Le nuove tecnologie –Twitter, Facebook, YouTube e alter – sono le principali armi, e i media tradizionali, come CNN e i suoi affiliati, aiutano a esagerare l’impatto reale di questi movimenti pubblicizzando matrici di opinioni false e distorcenti sulla loro importanza e legittimità.

L’AYM è un altro capitolo nei piani di destabilizzazione contro i paesi sovrani antimperialisti che rifiutano la dominazione imperiale. La doppia morale di Washington riafferma questo diritto.
Mentre il Dipartimento di Stato promuove, finanzia e patrocina la formazione di giovani di altri paesi nell’uso delle nuove tecnologie per destabilizzare i loro governi, l’uso di Twitter e Facebook per convocare proteste contro le politiche di Washington negli Stati Uniti viene criminalizzato. Tre settimane fa due cittadini statunitensi sono stati arrestati per aver utilizzato Twitter per informare i manifestanti contro la Conferenza G-20 a Pittsburgh sulle azioni repressive della polizia.
Sito ufficiale dell’Alleanza dei Movimenti Giovanili: http://info.howcast.com/youthmovements/summit09/delegates

Fonte:
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=93492

Traduzione per
www.resistenze.org di F.R. del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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25 ottobre 2009

DOPO LA PANDEMIA DELL'INFLUENZA SUINA, CI SARA' QUELLA DEL SALMONE?

di Miguel Jara

Mi arriva tramite posta l’ultimo lavoro del medico rurale madrileno Juan Gérvas e promotore dell’Equipe Cesca. Mi racconta che non c’è teoria cospiratrice più certa delle storie che comportano la cupidigia, dalle mucche pazze all’influenza suina (o influenza A). Sono totalmente d’accordo e voglio aggiungere che se Rafa, Joaquin ed io abbiamo intitolato quello che è stato il mio secondo libro Cospirazioni Tossiche, è stato proprio per quanto dice Gévas, i differenti poteri cospirano alle spalle della cittadinanza in modo costante e l’ultima “moda” è segnalare come “teorie della cospirazione” (e che del resto non mi piacciono) tutto quello che venga diffuso, e che osa dare un'occhiata in questi meandri.

Gli eccessi si pagano, prima o poi - mi dice Juan- e abbiamo all’orizzonte l’influenza del salmone e dei pesci in generale: In breve, tutto ciò che finisce per arrivare alle nostre opinioni e può sembrare una cospirazione, è semplice avidità. L’arcipelago di Chiloè è a circa mille duecento km a sud di Santiago del Cile e a circa 90 km da Puerto Mott. Il clima è mite e piovoso (cadono circa 2.500 mm di pioggia all'anno) che trasforma il paesaggio delle pianure e colline in una meraviglia di verde, con foreste piene di felci e muschi nelle quali si evidenziano le chiese tradizionali fatte in legno e nelle quali vive il piccolo cavallo “chilote” e il minuscolo pudù ( il cervo più piccolo del mondo).

La costa della regione ha laghi ed estuari e forma una specie di mare interno con l' apporto di acqua proveniente dalle maree. La Isla Grande di Chiloè è separata dal continente dal Canale Del Chacao, che un traghetto attraversa ogni mezz’ora, all’incirca. La Isla Grande misura più o meno 180 km in lungo e 50 in largo. Per il suo paesaggio, gli spagnoli le hanno dato il nome di Nuova Galizia, ma è rimasto il nome Huilliche che significa “luogo di chilles” (gabbiani).
La città di Castro è una delle più antiche del Cile, fondata nel 1567; conserva le tipiche palafitte, ricordo di un paradiso perduto dell’artigianato (fibre, legno e lana). Chiloè ignorò l’indipendenza delle nazioni del Sud America e fu l’ultimo possedimento spagnolo, fino al 1826. I chilotas sono conosciuti per la loro affabilità ed erano dei piccoli produttori agricoli, allevatori, pescatori fino a 15 anni fa. Adesso sono fondamentalmente lavoratori alle dipendenze delle multinazionali del salmone.

Il viaggio in LAN-Cile evoca solitamente un odore di pesce, dato che la maggior parte del carico è di salmone per l’esportazione. In 15 anni di acquicoltura nel Cile, nell’arcipelago di Chiloè e l’intorno al Porto Mott (e per l’espansione, fino allo Stretto di Magellano) è cresciuta di un 15% all'anno, e ha moltiplicato per 13 gli investimenti. Con questo il Cile si è trasformato nella seconda potenza mondiale del salmone, dopo la Norvegia, ed è capace di esportare annualmente quasi mezzo milione di tonnellate. L’esportazione del salmone segue per importanza quella del rame e della cellulosa. L’acquicoltura del salmone nel Cile è la più produttiva al mondo, per la ricchezza, la fertilità dell’area marina delle Isole di Chiloè.


Attualmente ci sono circa 5.000 ettari di mare dedicati all’acquicoltura del salmone concentrati in appena 300 km, con 600 aziende e circa 120 milioni di salmoni. In questo settore lavorano 50.000 persone, approssimativamente, ed il 70% sono donne ( il 90% nelle piante di lavorazione).
Il lavoro dei sub è pericoloso e gli incidenti sono frequenti. Nel processo produttivo si impiegano grandi quantità di fungicidi, insetticidi e antibiotici. Si calcola che nel 2008 sono stati usati 0,07 grammi di antibiotici per tonnellata di salmone in Norvegia e 560 grammi in Cile (il 40% di chinoloni). Si aggiungono problemi ambientali: fuga dei salmoni (specie invasive europee)- un milione annualmente-; pesca eccessiva di sardine, suro e altri pesci per per l'alimentazione dei salmoni, e l’inquinamento e l’occupazione del mare in competizione con altre attività, come la pesca artigianale e il turismo. Quello che è certo è che i salmoni che scappano non possono essere pescati perché continuano ad essere proprietà delle industrie;Inoltre, l'eccessivo sfruttamento per nutrire i salmoni, lascia i pescatori artigianali senza sostentamento. Durante quest’anno, il prezzo del salmone norvegese è salito da 2,81 a 4,34 euro.

Come conseguenza, le azioni della più grande azienda di salmone del mondo, la norvegese Marine Harvest, sono salite di un 270%. Sono salite anche le azioni di un’altra azienda nordica dedicata alla produzione di alimenti per salmoni e trote, la Cermaq. L’aumento del prezzo del salmone norvegese è dovuto alla caduta della produzione del salmone cileno, di un 75%. La causa? La morte dei salmoni in Cile per l’enorme incidenza dell' anemia infettiva del salmone, ISA (da
infectious salmon anemia). L'anemia infettiva del salmone è causata da un virus, probabilmente portato dall’Europa, dalla Norvegia, dove l' ISA fu un problema serio negli anni 80 e 90 del secolo scorso. L' ISA è apparsa per la prima volta in Cile nel 2007, e la sua diffusione ha probabilmente avuto a che fare con la piaga dei pidocchi del mare (Caligus). I pidocchi del mare hanno approfittato delle condizioni estreme di concentrazione di milioni di salmoni per crescere in modo incontrollato e per rendersi resistenti ai diversi pesticidi (usati imprudentemente in quantità crescenti e senza controllo). I pidocchi pizzicano e distruggono la pelle dei salmoni e questo facilita la trasmissione dell' ISA.

Questa fu combattuta in Norvegia sacrificando gli animali, le quarantene e la pulizia, ma tutto è stato più facile lì, per la minor concentrazione di sfruttamento. In Cile si è iniziata una campagna manuale di vaccinazione dei salmoni ad uno a uno, oltre a spostare le gabbie più a sud, in acque più fredde e per ora non inquinate. Ma si calcola che la produzione impiegherà cinque anni per un recupero e
già ci sono stati fino a 20.000 licenziamenti tra i lavoratori del settore. Le aziende hanno dovuto affrontare debiti milionari (intorno ai 1.500 milioni di euro) e, per rinegoziare il debito, lo Stato del Cile ha trasformato le concessioni, rendendole perpetue e ipotecabili. Di fatto, ha privatizzato il mare a scapito di ogni interesse nazionale.

Il virus che causa l' anemia infettiva del salmone colpisce principalmente gli endoteli vascolari che causano emorragie profuse. E’ un virus RNA, della famiglia degli Orthomyxoviridae, del tipo Isavirus. Cioè,
è un virus dell’influenza del tipo che provoca l’influenza negli esseri umani, suini e volatili, ma per adesso non ha causato il minimo danno sulla salute dei lavoratori nè consumatori. In ogni caso, la storia dell' anemia infettiva del salmone ha dei punti in comune con i problemi che abbiamo a causa degli eccessi dell’industria dell’allevamento, “mucche pazze”, influenza aviaria e influenza A.

Soprattutto, dimostra che i governi non sono liberi, e che non prendono in modo indipendente, le decisioni che riguardano la loro sovranità e il benessere delle popolazioni che rappresentano. La gestione dell’influenza A è un buon esempio, con ritmi e allarmi marcati da agenti non identificati pubblicamente, con protocolli, medicine, vaccini, mascherine, saponi, aerosol, campagne ed annunci che generano milioni di euro di beneficio e poca salute (se mai ci fosse).
Juan Gérvas

Fonte: http://www.migueljara.com/2009/10/09/tras-la-pandemia-de-la-gripe-del-cerdo-¿vendra-la-gripe-del-salmon/

Tradotto per Voci dalla Strada da
VANESA

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23 ottobre 2009

UBS E L'EGEMONIA DEL DOLLARO

di Jean-Claude Paye

Osservando gli abissali deficit della bilancia commerciale e del bilancio di previsione degli Stati Uniti, molti economisti hanno annunciato una fine prematura del predominio del dollaro come moneta internazionale. Tuttavia, le cose sono in realtà più complesse. Il denaro non è solo una unità di conto ed uno strumento di riserva, ma anche un mezzo di azione, un segno del potere politico. È costitutivo della forma di Stato. Il dollaro non è solo la moneta dello stato nazionale statunitense, ma anche espressione della funzione “imperiale” di quest’ultimo.

22 ottobre 2009

OBAMA S'IMPEGNA A MANTENERE SEGRETE LE ARMI NUCLEARI DI ISRAELE


di Eli Lake

Il presidente Obama ha riconfermato un accordo segreto di 40 anni fa che ha permesso ad Israele di mantenere un arsenale nucleare senza aprirlo alle ispezioni internazionali, secondo quanto detto da tre funzionari a conoscenza dell’accordo.


I funzionari, hanno parlato alla condizione di non essere nominati perché stavano discutendo su questioni private, hanno detto che Obama si è impegnato a mantenere l'accordo la prima volta che ha ospitato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca maggio.


Secondo l'accordo, gli Stati Uniti non hanno fatto pressione su Israele perché rivelasse le sue armi o firmasse il Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP) secondo il quale Israele avrebbe dovuto rinunciare, in base alle stime, a diverse centinaia di bombe nucleari.

L'ASSASSINO, E' UGUALE ALLA VITTIMA


L’ONU mette allo stesso livello i “crimini di guerra” di Israele e Hamas.

Non è una sorpresa: L' ONU è (ed è stata storicamente) uno strumento al servizio degli eventuali interessi dell’asse sionista USA-UE, che lo utilizza sia per legittimare le elezioni nei paesi militarmente occupati come l’Iraq o l’Afghanistan, sia per legittimare colpi di Stato mostrati come “ ribellioni democratiche” negli ex paesi sovietici, sia per giustificare l’uccisione del “surplus di popolazione”, sia per qualificare come “organizzazioni terroristiche” i movimenti nazionalisti che resistono con le armi all’espropriazione del loro petrolio e delle loro risorse naturali da parte delle potenze capitaliste e dei governi che le servono. Dietro un volto "umanista e democratico", l' ONU è un gendarme feroce politico e diplomatico del sistema capitalista imperiale che, attraverso l’uso del Consiglio di Sicurezza, impone le regole del gioco e gli interventi internazionali contro chi si ribella allo status quo del dominio sionista su scala globale. La sua ultima azione: portare il livello dello Stato genocida israeliano (invasore storico e sterminatore del popolo palestinese), sulla stessa scala di “crimini di guerra” con le organizzazioni di resistenza palestinesi che si oppongono a riconoscerlo e lottano per espellerlo dai loro territori invasi.

21 ottobre 2009

COLPO DI STATO IN EUROPA



Per approfondire:
Paolo Barnard - 1)Trattato di Lisbona
Paolo Barnard - 2)Trattato di Lisbona
Paolo Barnard - 3)Trattato di Lisbona
Paolo Barnard - 4)Trattato di Lisbona
Paolo Barnard - 5)Trattato di Lisbona

LA MARCEGAGLIA HA PERSO LE STAFFE

di Marco Cedolin

Posta di fronte alle "belle parole" pronunciate ieri dal ministro Tremonti, riguardo al valore della stabilità nel lavoro, come contraltare della flessibilità che limita le prospettive dei lavoratori, nuoce alla famiglia e mina la stabilità sociale, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, a capo di un impero industriale (e non solo) il cui fatturato è superiore al PIL di molti stati africani, si è ritrovata in palese difficoltà.
Difficoltà che è andata aumentando a seguito dell’appoggio dato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (da lei stessa invitato pochi giorni fa nel continuare serenamente il proprio lavoro fino alla fine della legislatura) alle parole di Tremonti e dalla disponibilità offerta dalla CGIL all’apertura di un tavolo di confronto con il governo, all’interno del quale affrontare questi temi senza perdere altro tempo.

Visibilmente contrariata da tanti atti di lesa maestà, più che seriamente preoccupata delle conseguenze di quelle che con tutta probabilità resteranno solo parole, Emma Marcegaglia, vera rappresentante di quella grande imprenditoria parassitaria che da 60 anni in Italia costruisce profitti miliardari socializzando le perdite e privatizzando gli utili, trovando anche il tempo per accumulare processi, condanne e patteggiamenti, è sbottata producendosi in esternazioni di fantasia non proprio aderenti alla realtà.

“Riteniamo che la cultura del posto fisso è un ritorno al passato non possibile, che peraltro in questo Paese ha creato problemi”. Così ha esordito la Marcegaglia, evidentemente abituata a giudicare ciò che è giusto o sbagliato unicamente sulla base dei propri interessi, nonché intenzionata a considerare quelli che eventualmente sono suoi problemi come “problemi del paese”.
Per poi aggiungere “Ovviamente nessuno è a favore della precarietà e insicurezza in un momento come questo, in particolare. Però noi siamo per la stabilità delle imprese e dei posti di lavoro che peraltro non si fa per legge”. Senza darci modo di comprendere per quale arcana ragione la precarietà costruita ad hoc attraverso le leggi Treu e Biagi, non potrebbe venire smantellata con gli stessi strumenti con cui è stata realizzata.
E ancora “Serve una flessibilità regolata e tutelata come quella fatta con Treu e Biagi che ha creato 3 milioni di posti di lavoro”. Sarebbe interessante a questo proposito essere ragguagliati dalla presidente di Confindustria in merito alle tutele introdotte dalle leggi Treu e Biagi, oltre che in merito alla “qualità” di quei 3 milioni di posti di lavoro interinali creati, che hanno determinato la perdita di una quantità almeno doppia di posti di lavoro “decenti” a tempo indeterminato.
Per poi concludere con l’ormai abituale richiesta di prebende, sussidi e danaro pubblico da gettare nel buco nero della cassa integrazione “Noi siamo quindi dell'idea che bisogna investire in ammortizzatori, formazione e in un migliore incontro tra domanda e offerta come indicato nel libro bianco del ministro Sacconi”.
Brutte parole insomma, che a conti fatti peseranno certamente molto più di quelle di Tremonti, dal momento che la grande imprenditoria parassitaria ed i think thank ad essa collegati, continuano a dirigere l’operato delle marionette politiche, identificando i propri interessi con quelli del Paese, a palese dimostrazione di quale sia in realtà l’unico interesse che conta.

Fonte: IL CORROSIVO

20 ottobre 2009

RETI SOCIALI SOTTO L'INTERESSE DELLA CIA


di Lisandro Pardo

Può darsi che non sia in modo strettamente diretto, ma di recente l’Agenzia Centrale dell’Intelligence statunitense ha fatto un interessante passo in avanti nel monitoraggio delle attività in diversi blog e servizi sociali disponibili in rete. Il braccio d’investimento della CIA è arrivato ad un accordo con Visible Technologies, azienda specializzata nel monitoraggio di mezzi sociali. Da Tweets e pubblicazioni su Flickr fino a monitorare quali sono i libri e i film più cercati in rete, Visible Technologies può registrare questo tipo di attività, che sebbene sono già naturalmente esposti in rete, adesso hanno anche l’interesse dell' Intelligence statunitense.

Il vecchio detto dice che il prezzo della pace è l’eterno controllo. Ci sono diverse forme di controllo in rete, alcune più passive rispetto ad altre, ma sarebbe un argomento molto interessante cercare di scoprire come un semplice monitoraggio di informazioni può diventare uno stretto controllo. Le reti sociali possono servire per molte cose, ma non esattamente per mantenere l’anonimato in rete, bensì l’esatto contrario. Se hai un account su Twitter e/o su Facebook, può essere che basti inserire il tuo nome in una ricerca su Googleper rilevare quanto c'è di te in rete. Esistono molte aziende che controllano costantemente l’attività di queste reti sociali, principalmente con scopi commerciali. Però, l’Agenzia Centrale dell’Intelligence ha deciso di offrire un contratto a Visible Technologies, azienda che si occupa del monitoraggio dei mezzi sociali.

Visible Technologies è uno dei giocatori più importanti in questo settore, con clienti come Dell, AT&T, e anche Microsoft, monitorando quello che si dice su Windows 7 in rete. Nel caso dell’agenzia dell’intelligence, l’intenzione è che Visible Technologies si concentri sui mezzi sociali esteri per essere in possesso di un sistema di allarme rapido su come si stanno sviluppando alcuni conflitti a livello internazionale.

Probabilmente uno spunto per questo sarebbero state le grandi quantità di messaggi su Twitter provenienti dall’Iran durante i giorni delle elezioni quando il governo ufficiale fu accusato di frode.

L’informazione che arriva dalle reti sociali è sempre più grande. Una simile quantità di dati rappresentano una miniera d’oro per qualsiasi progetto commerciale in internet, ma allo stesso tempo si tratta di una fonte d' informazioni in tempo reale che nessuna agenzia d’intelligence può permettersi il lusso d’ignorare. Questa non è la prima volta che si ricercano informazioni d’intelligence tra il materiale sociale e non sarà neanche l’ultima. Non si può dire la stessa cosa su Visible Technologies, che ha già avuto rapporti con il Comando Strategico degli Stati Uniti a fine del 2008. Internet è diventato il sistema di scambio d’informazioni per eccellenza, e le reti sociali sono ponti fondamentali per il flusso di questa informazioni. Chiunque abbia bisogno di avere un'idea di come si sviluppano (e svilupperanno) le cose, ha bisogno in un modo o in un altro di accedere a queste fonti, senza interessarsi che si tratti di un’agenzia dell’intelligence o di qualsiasi altra organizzazione.

Fonte: http://www.neoteo.com/redes-sociales-bajo-el-interes-de-la-cia.neo

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

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H1N1: I VACCINI NON SONO UGUALI PER TUTTI...(COME LA LEGGE)


INFLUENZA ‘A’: VACCINO SPECIALE PER I POLITICI IN GERMANIA

(AGI) - Berlino, 19 ott. - Un vaccino speciale contro l’influenza ‘A’, con minori effetti collaterali e destinato esclusivamente a politici, militari e alti funzionari federali, sta scatenando una bufera in Germania. Il settimanale ‘Der Spiegel’ rivela nel numero in edicola che mentre per i comuni mortali il governo ha acquistato 50 milioni di dosi di vaccino “Pandemrix”, prodotto nello stabilimento di Dresda dalla societa’ farmaceutica britannica “GlaxoSmithKline” (Gsk), il ministero dell’Interno ha fatto invece acquistare dalla casa tedesca Baxter 200mila dosi di un altro vaccino, il “Celvapan”, privo di sostanze conservanti e di un cosiddetto “booster”, una sostanza che ne rafforza l’effetto, a parita’ di efficacia protettiva, ma che puo’ avere fastidiosi effetti collaterali, in particolare su bambini e donne incinte.

Autorevoli esponenti del mondo medico e molti organi di stampa parlano di “scandalo” e di medicina “a due velocita’”, una per i privilegiati ed un’altra per la gente comune. Il virologo Alexander Kekule’, del policlinico universitario di Halle, definisce “uno scandalo il fatto che i componenti del governo e le altre autorita’ ricevano un vaccino diverso”. Anche Martin Exner, direttore dell’Istituto di Igiene e Salute pubblica dell’universita’ di Bonn, definisce “un segnale disastroso il fatto che politici e funzionari ministeriali ricevano un vaccino diverso da quello del resto della popolazione. I politici devono essere i primi ad assumere cio’ che raccomandano agli altri”. Anche Ulrike Mascher, presidente del “Vdk”, l’Associazione federale per la protezione di disabili e delle persone socialmente svantaggiate, parla di un segnale sbagliato da parte del governo, che “rafforza in molte persone l’impressione di essere pazienti di seconda categoria”.

Intanto il quotidiano ‘Bild’ rivela che Angela Merkel ha rifiutato di farsi vaccinare con il “Celvapan”, preferendo quello normale consigliatole dal medico. Anche il ministro della Salute, Ulla Schmidt, dichiara che intende proteggersi dal virus H1N1 con il vaccino destinato a tutta la popolazione, “che e’ altrettanto efficace degli altri”. Nel frattempo il ministro dell’Interno, Wolfgang Schaeuble, ha definito alla radio bavarese ‘Bayerischer Rundfunk’ “fuori dalla realta’” l’idea di un vaccino speciale per una categoria privilegiata e ha aggiunto: “Non so ancora se mi faro’ vaccinare o no”. Schaeuble ha spiegato che “il ministero della Difesa ha ordinato un vaccino per i militari, parte del quale e’ destinato al personale dell’amministrazione”. Una portavoce di Schaeuble ha rilasciato una dichiarazione al quotidiano ‘Berliner Zeitung’ in cui nega l’esistenza di una “vaccinazione a due velocita’”, spiegando che gia’ molti mesi orsono il ministero aveva firmato un contratto di fornitura con la societa’ Baxter, che adesso bisogna rispettare. Al momento della firma, ha precisato la portavoce, non si era a conoscenza delle differenze tra i due vaccini.
Fonte: http://www.medici-oggi.it/archives/0007325.html

IL SILENZIO DISONESTO DELL'EUROPA



di Nick Cohen


L’Unione europea non condanna apertamente Silvio Berlusconi. In questo modo perde credibilità e mina la sua capacità di difendere i valori democratici, scrive l’Observer.

Nel 1967, con il senso di superiorità che contraddistingueva i britannici nel secondo dopoguerra, l’ex premier britannico Clement Attlee liquidò l’idea di un’Europa unita: “Il mercato comune di sei nazioni. Le conosciamo bene queste nazioni. La Gran Bretagna ha versato sangue e denaro per salvarne quattro dagli attacchi delle altre due”. Germania, Italia, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo non potevano rivendicare lo stesso senso di superiorità. Ma il mercato comune prometteva la liberazione da un passato difficile.

Nel progetto comunitario gli orrori del totalitarismo sono stati sostituiti dalle convenzioni sui diritti umani e i trattati di pace. Decine di milioni di persone hanno accettato di barattare la sovranità nazionale con la libertà dalle dittature. Ma oggi questo patto non è più valido. I sistemi autoritari possono assumere varie forme: quella dominante è il capitalismo o l’oligarchia di stato, in cui il capo e i suoi alleati controllano i beni pubblici e le sinecure che ne derivano. Non sono dittature in senso stretto: i governanti tollerano le elezioni purché possano manipolarne i risultati, e tollerano le critiche purché non arrivino alle masse.

L’organizzazione European Alternatives dà una definizione dei moderni stati clientelari: “In un paese dove la tv è l’unica fonte d’informazioni per più dell’80 per cento della popolazione, il controllo sui mezzi di comunicazione non assume più la forma totalitaria del ventesimo secolo. Al giorno d’oggi, la manipolazione dei mass media può coesistere con l’esistenza di piccole ‘riserve indiane’ d’opposizione”. Gli autori di questo studio non parlano della Russia di Putin o al Venezuela di Chávez, ma dell’Italia di Silvio Berlusconi.

L’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea garantisce la libertà di stampa e il pluralismo dei mezzi d’informazione. Ma l’Europa sembra contenta del fatto che Berlusconi abbia il controllo diretto di tre canali tv privati, di una casa editrice, di una concessionaria di pubblicità e di una società di distribuzione cinematografica, per non parlare del controllo indiretto della tv pubblica e del denaro pubblico destinato agli investimenti pubblicitari.

Il dibattito no
L’8 ottobre i deputati socialisti del parlamento europeo hanno cercato di sollevare un dibattito sulla libertà di stampa in Italia, ma sono stati attaccati dai conservatori del Partito popolare europeo. Joseph Daul, un alleato di Nicolas Sarkozy, ha reagito con sdegno alle insinuazioni secondo cui l’Italia non è più “un paese democratico e uno stato di diritto”. I moderati erano così arrabbiati per l’insulto al buon nome di Berlusconi che hanno cercato di impedire il dibattito.

Si potrebbe obiettare che i giudici italiani, togliendo l’immunità a Berlusconi, hanno dimostrato che l’Italia è ancora una democrazia. Ma il premier italiano ha già neutralizzato la magistratura in passato. In ogni caso, anche se dovesse cadere il governo, gli italiani non si aspettano che la corruzione sistemica scompaia. Gianfranco Fini, il leader definito “postfascista”, non rinuncerà a un sistema di clientelismo e censura.

La caratteristica più significativa dei caudillos del nostro tempo è la facilità con cui mettono da parte le differenze ideologiche di facciata e si riconoscono reciprocamente come membri di una massoneria internazionale di autocrati. Berlusconi accusa i giudici di essere “comunisti”, e poi si definisce “grande amico” di Putin. Il sedicente socialista Chávez si allea con il reazionario islamista Ahmadinejad.

Quello che unisce i grandi capi del ventunesimo secolo è più importante di quello che li divide. L’Europa democratica, però, non si unirà contro di loro per difendere i suoi valori. Il silenzio su Berlusconi, vile e frutto di compromessi, mina la capacità futura dell’Ue di opporsi ai politici corrotti di ogni parte d’Europa, in particolare nelle deboli democrazie dell’est. Rende inoltre assurda ogni condanna delle violazioni dei diritti democratici oltre i suoi confini. Per la prima volta nella sua storia, la reputazione dell’Europa come forza positiva nel panorama mondiale è incerta. E presto sembrerà disonesta.

Fonte: http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2009/oct/11/nick-cohen-silvio-berlusconi

Tradotto e pubblicato da INTERNAZIONALE

Segnalato da Mirko

19 ottobre 2009

GLI USA ACCELLERANO LA COSTRUZIONE DI UNA BOMBA CONTRO ARSENALI SOTTERRANEI

Il "penetratore di costruzioni solide" è la bomba tra più grandi del tipo convenzionale nell'arsenale degli Stati Uniti. Il dispositivo misura 6,25 metri di lunghezza e 80 centimetri di larghezza e potrebbe trasportare 2,4 tonnellate (5.300 libbre), di esplosivi, quando sarà prodotta a metà del 2010. L'immagine è stata fornita dalla Boeing Co.


Il Pentagono accellera la consegna di una bomba colossale concepita per distruggere arsenali sotterranei coperti da 4.535 kili (10.000 libbre) di cemento armato.

Il gigantesco dispositivo di 15 tonnellate , chiamato “penetratore di costruzioni solide” sarà la bomba convenzionale più grande nell’arsenale statunitense e potrebbe contenere 2,4 tonnellate di esplosivi. E’ quasi 10 volte più potente dell’arma che andrebbe a sostituire.

Il Pentagono ha concesso un contratto di circa 52 milioni di dollari per accellerare l’installazione della bomba nel bombardiere Stealth B-2, invisibile al radar, che- a quanto affermano alcuni funzionari- potrebbe verificarsi nel secondo trimestre dell’anno prossimo.

Il dispositivo potrebbe essere considerato come un piano B sulla situazione in Iran, che recentemente ha rivelato l’esistenza, da molto tempo sospettata, di un' installazione nucleare nelle profondità di una montagna della città sacra di Qom.

I funzionari del Pentagono hanno ammesso che la nuova bomba ha la missione di far saltare siti fortificati come quelli usati dall’Iran o dalla Corea del Nord per i loro programmi nucleari, ma hanno negato che abbiano un obiettivo specifico in mente.

“Non credo che qualcuno possa indovinare potenziali obiettivi”, ha affermato il segretario addetto alla stampa del Pentagono, Geoff Morrell. “Questa è solo una capacità che noi crediamo sia necessaria dato il mondo in cui viviamo”.

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/noticias/norteamerica/0714_bomba_arsenales_subt_13oct09.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

18 ottobre 2009

ISRAELE-PALESTINA: GLI USA CERCANO DI CONGELARE IL RAPPORTO GOLDSTONE





Un policía fronterizo israelí retiene a ...
(Un poliziotto della frontiera israeliana trattiene un dimostrante palestinese)

di Thalif Deen
Analisti e difensori dei diritti umani hanno condannato gli sforzi degli Stati Uniti di ostacolare una azione contro Israele e Hamas (acronimo arabo di Movimento di Resistenza Islamica) per i crimini di guerra commessi durante l’ultimo conflitto a Gaza.

Il presidente del Movimento dei Paesi Non Allineati, composto da 118 membri, l’egiziano Maged Abdelaziz, ha insistito al Consiglio Di Sicurezza dell’ ONU di “considerare seriamente e di agire d’accordo sulle raccomandazioni” del rapporto presentato il mese scorso dalla Missione di Ricerca delle Nazioni Uniti per il Conflitto di Gaza, diretta dal giudice sudafricano Richard Goldstone.

Ma il governo del presidente Barack Obama insiste sul fatto che le accuse del dossier dovrebbero essere studiate dal Consiglio dei Diritti Umani, con sede a Ginevra. Giovedì, l' organismo dell' ONU si riunisce per analizzare il dossier.

17 ottobre 2009

ISRAELE-TURCHIA: UN FOCOLAIO DI CONFLITTO INASPETTATO

Il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan e il Presidente israeliano Shimon Peres, durante l'ultimo World Economic Forum di Davos.

Come conseguenza dei segnali turchi di prendere distanza in modo sempre maggiore da Israele e rafforzare i suoi legami con la Siria e l'Iran, Israele ha avvertito che il governo di Recep Tayyip Erdogan si sta avvicinando sempre di più all’ “asse del male”. Le relazioni sono diventate estremamente tese dopo la decisione della Turchia di cancellare un esercizio militare congiunto con lo stato ebraico.

Il ministro di Relazioni Estere, Avigdor Lieberman, commentando il deterioramento dei rapporti con Ankara, giovedì ha fatto notare che “la situazione non dipende da noi”, aggiungendo che la decisione del governo turco lo avvicina all’ “asse del male”.

Il ministro, in visita in Kazakistan, ha detto che la politica della Turchia "tende a renderla più vicina alla Siria, Iran e Hamas.

16 ottobre 2009

BENVENUTI NELL' ECONOMIA USA...DEI MORTI VIVENTI

di Mike Whitney
Il credito è tutto. Senza l'espansione del credito non vi è alcun recupero perché non vi è alcun miglioramento della domanda aggregata. Ma il credito è in calo. Le banche hanno rafforzato gli standard di prestito e il pool di candidati meritevoli di credito è sparito. I prestiti bancari si sono ridotti del 14% dal mese di ottobre 2008. Il credito privato è attualmente diminuito al 10,5% su base annua. La situazione sta peggiorando, non migliorando.

Dal Telegraph inglese:

"Negli Stati Uniti, sia il credito bancario come l'offerta di aggregati monetari M3 si sono contratti a tassi paragonabili a quelli della Grande Depressione fin dall'inizio dell'estate, aumentando il timore di una recessione nel 2010 e la conseguente precipitazione verso una deflazione nel mercato del debito…"

OBAMA: TANTO PACIFISTA QUANTO IL FABBRICANTE DI ARMI CHE HA CREATO IL PREMIO NOBEL!

La “Pace” per l’inventore della dinamite.

di Manuel Freytas

In definitiva, non c’è nessuna sorpresa: La nomina del presidente USA per il premio Nobel per la Pace è tanto assurda e ridicola quanto il fatto che lo stesso creatore di questo premio, Alfred Nobel, è stato l’inventore della dinamite e un manager che ha costruito la sua enorme fortuna con l’industrializzazione ed il commercio di esplosivi usati come armi di distruzione di massa in campo militare.

In questo controsenso originario, alimentato dal “doppio discorso” capitalista, si spiega come Barack Obama, il presidente dell’Impero militare (e criminale) più potente della storia, sia stato premiato ed eLetto come il rappresentante universale della pace senza alcuna analisi critica da parte della stampa internazionale.

Ma c’è qualcosa in più: Da quando venne istituito, nel 1901, il Premio Nobel per la Pace, è stato dato sia a ricecatori di scienze sociali e umanisti, a militanti e combattenti di cause filantropiche e dei diritti umani, sia a personaggi provenienti dal più oscuro rene delle guerre e uccisioni capitaliste per la conquista e depredazione di paesi su scala planetaria.

Nella storia più recente, il Premio Nobel per la Pace raggruppa nella sua lista di beneficiari personaggi come Madre Teresa di Calcutta (dedicatasi ad aiutare i poveri), e alla Croce Rossa Internazionale (istituzione dedicata all' assistenza globale) sia a personaggi come Henry A. Kissinger, ex segretario di Stato degli USA, che ha progettato e ordinato l’esecuzione delsanguinosi golpe militari nell’America Latina durante gli anni 70, o Isaac Rabin e Menajem Beguin, responsabili sionisti di massacri metodici verso il popolo palestinese provocati dallo Stato di Israele.

Curiosamente ( ed anche come contraddizione), il Financial Times, il portavoce più influente del sionismo finanziario europeo, venerdì si chiedeva : “Il Premio Nobel Per la Pace è quello che ha meno senso rispetto a tutti gli altri?. Certamente, è il più controverso. La sola idea che un premio per la pace porta il nome del manager che ha inventato la dinamite e ha fatto la sua fortuna come venditore di armi, Alfred Nobel, è leggermente paradossale”.

“Forse Nobel ha creato un premio per la pace come un modo per attenuare la sua carriera di “mercante della morte?” aggiunge il gionale finanziario britannico.

“Quelli che criticano il premio- scrive il Financial- assicurano che premiando regolarmente tutta una serie di personaggi di dubbia statura morale, il premio ha mantenuto il vero spirito di Nobel, anche se in modo non intenzionale.”

Alfred Nobel è nato in Svezia, in una famiglia di ingegneri. A nove anni la sua famiglia si trasferì in Russia, e trascorse gran parte della sua giovinezza a San Petersburg, dove suo padre mise in piedi una fabbrica di armi.

Ritornò in Svezia nel 1863 ed accumulò una ricchezza enorme con i suoi brevetti e invenzioni nel campo degli esplosivi, che dopo furono usati come armi di distruzione di massa nei campi di battaglia delle guerre inter-capitaliste durante il XIX e XX secolo.

Nel 1983, Nobel, riuscì a controllare, mediante un detonatore, le esplosioni della nitroglicerina (inventata nel 1846 dall’italiano Ascanio Sobrero), nel 1865 perfezionò il sistema con un detonatore al mercurio, e nel 1867 inventò la dinamite, un esplosivo al plastico risultante dall’assorbimento della nitroglicerina con un materiale solido poroso (terra di diatomee o farina fossile).

L’industrializzazione e la commercializzazione delle scoperte di Nobel (utilizzate militarmente come strumenti di uccisioni di massa) oltre a fornirgli una fortuna stimata, prima della sua morte, in 33.000.000 di corone, suscitarono forti critiche e causarono la morte di uno dei suoi fratelli, Emilio Nobel, in uno degli sperimenti esplosivi.

A quanto dicono i suoi biografi, oppresso dai sensi di “colpa”, prima della sua morte, Nobel ha deciso di fondare una società filantropica, la Fondazione Nobel, creata nel 1900, con la missione di consegnare una serie di premi annuali alle persone che avessero fatto di più “a beneficio dell’Umanità” nei campi della fisica, chimica, medicina, fisiologia, psicologia, letteratura e la pace mondiale, che dal 1969 furono estesi anche al campo dell’economia.

Il Premio Nobel per la Pace è il più importante dei cinque premi Nobel che viene consegnato ad una persona o istituzione, e quindi è la distinzione internazionale più influente e valorizzata come una delle più alte misura di prestigio nel sistema capitalista su scala planetaria.

Questo premio, teoricamente, viene consegnato “alla persona che abbia lavorato di più o meglio a favore della fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli eserciti esistenti e la celebrazione e promozione dei processi di pace”, in base al testamento stesso del suo creatore.

Aldilà dei suoi postulati fondamentali (premio a chi lotta per la pace e fratellanza internazionale), storicamente questa distinzione è stata conferita, molte volte, a personaggi che si collocavano agli antipodi di ciò che dice di rappresentare il Premio Nobel per la Pace.

Venerdì, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è stato decorato con il Premio Nobel per la Pace in modo sorprendente, dato che non si trovava tra i favoriti nella graduatoria ed è da appena nove mesi alla presidenza dell’Impero più potente del mondo.

Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha vinto il premio Nobel per la Pace 2009 “per stimolare il disarmo nucleare, per i suoi sforzi straordinari per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”, ha espresso l’Istituto Nobel di Norvegia, sostenendo la sua decisione.

Per l’istituto che consegna il premio, il presidente imperiale di turno ha creato un “clima nuovo per la politica internazionale. Grazie ai suoi sforzi, la diplomazia multilaterale ha recuperato la sua posizione centrale ed ha ridato alle Nazioni Unite e altre istituzioni internazionali il suo ruolo da protagonista”.

“La visione del mondo senza armi nucleari ha stimolato il disarmo e le negoziazioni per il controllo degli armamenti. Grazie all’iniziativa di Obama, gli Stati Uniti stanno svolgendo un ruolo più costruttivo per far fronte alle sfide del cambio climatico che il mondo sta affrontando”, aggiunge l’ Istituto Nobel.

L’Istituto ha dimenticato di segnalare un “ dettaglio”: Barack Obama è il presidente della superpotenza militare che ha occupato l’Iraq e l’Afghanistan con sangue e fuoco, è nel centro protagonista di tutti i conflitti militari imperiali che funzionano nel pianeta, promuove ed esegue costanti massacri civili e della popolazione "surplus" in Asia, Africa e America Latina, e conta più di 8000 basi militari e cinque flotte nucleari per sottomettere il mondo e non precisamente con i mandati pacifisti di Mahatma Gandhi.
Ma questo “dettaglio” non è materia di discussione o di analisi per la stampa internazionale che ha fatto ricadere la polemica in una domanda elementare: “Obama ha fatto abbastanza per meritarsi il Premio Nobel per la Pace?”.

La domanda (così come la consegna del premio) a sua volta è divisa in una scissione schizofrenica tra ciò che dice Obama ( i suoi discorsi) e quello che Obama fa ( le sue decisioni effettive al fronte della Casa Bianca imperiale).

In questo modo, ovviando la realtà di Obama come presidente degli Stati Uniti (e quindi comandante a capo delle sue forze di occupazione militare in tutto il mondo) l’istituto Nobel può consegnargli il massimo premio per la pace “per aver stimolato (attraverso il discorso) il disarmo nucleare, per i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”.

“Perché Obama dovrebbe ricevere il Nobel per la Pace mentre il suo paese possiede il più grande arsenale nucleare del mondo ed i suoi soldati continuano a spargere sangue innocente in Iraq e in Afghanistan?”, si è chiesto logicamente un rappresentante di Hamas durante dichiarazioni fatte a Reuters.

Quindi il pensiero logico e il senso comune non gravitano nè contano nel “doppio discorso” (la realtà ed il messaggio non si toccano) stabilito come regola funzionale della politica internazionale e dei mass media del sistema capitalista livellato come “mondo unico” su scala globale.

Quasi nove mesi fa, con l’ascesa di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, si è sviluppata una campagna mediatica destinata a far credere alla maggioranza globale che la prima potenza capitalista imperiale, impantanata in Iraq e in Afghanistan, con il suo sistema finanziario polverizzato dalla crisi e da una recessione economica dagli effetti imprevedibili, si potrebbe ricreare se stessa generando nuove aspettative e cambiamenti “democratici” della sua potenza imperiale a livello mondiale.

Obama, oratore consumato, si è impegnato ad alimentare questa aspettativa generando con i suoi discorsi pubblici lo scenario mediatico degli USA “multilaterali, democratici e dialogante”, in opposizione agli Stati Uniti “unilaterale, autoritari e guerrafondai” lasciato dalle politiche militariste di George W. Bush.

Questo “nuovo sogno americano” espresso nei suoi discorsi è scoppiato ed è andato in pezzi quando Obama, dopo il 20 gennaio, ha cominciato a guidare (in modo concreto) le politiche imperialiste dello Stato USA dalla Casa Bianca.

Durante i suoi primi 90 giorni di governo, e mentre riaffermava nei suoi discorsi la “rinuncia degli Stati Uniti al loro ruolo di potenza imperiale dominante”, Barack Obama decise di approfondire l’occupazione militare inviando più truppe in Afghanistan, aumentando il preventivo militare statunitense a livelli record e imponendo (attraverso il G-20 e l’FMI) un nuovo piano di indebitamento per far pagare la crisi finanziaria imperiale ai popoli dell’Asia, Africa e America Latina.
La riforma della salute progettata da Obama (il suo cavallo di battaglia elettorale) agonizza, e ravviva il conflitto interno tra democratici e repubblicani che aveva avuto il suo primo detonante con il colpo di Stato in Honduras, dividendo l’Impero in una linea di sostegno al presidente fatto cadere (Zelaya) da parte della Casa Bianca, e un altro di sostegno al governo golpista da parte del Pentagono e dei repubblicani conservatori.

Sul fronte esterno, la decisione di continuare la guerra contro il “terrorismo” (impiantata come logica di dominio militare e di conquista dei mercati), la scala militare e i massacri civili in Pakistan ed in Afghanistan, la marcia indietro sulle investigazioni delle torture della CIA, l’applicazione delle stesse politiche di Bush in Iran, nel Caucaso e in Medio Oriente, il re-instaurare dei giudizi militari a “ terroristi” e la ri-militarizzazione dell’America Latina, segnano chiaramente la gestione imperiale di Obama nella Casa Bianca.

D’accordo con quello che molti già chiamano “la nuova dottrina Obama” (che in realtà è la vecchia dottrina Bush), Washington continua a promuovere le sue politiche di posizione militare orientate a controllare i mercati e le fonti d’energia e delle risorse naturali in Asia, Africa e America Latina.

I successivi fallimenti per imporre i suoi programmi, sia in politica interna come estera, hanno colpito duramente la sua immagine pubblica che è scesa di 20 punti in soli nove mesi di gestione, mentre le critiche (per diversi motivi) alla sua gestione arrivano sia dal settore repubblicano come dal Partito Democratico, i cui principali leader lo questionano anche per la mancanza di risultati nelle sue decisioni.

La risposta a queste politiche l’hanno fornita i sondaggi: Misurazioni di Gallup e di Zogby Interactive mostrano che il presidente conta adesso su meno del 50% del consenso popolare. Obama sta precipitando in una marcata caduta da quando è entrato alla Casa Bianca, allora con un consenso popolare spettacolare del 70%.

Tre punti chiave segnano la caduta di Obama nelle indagini: La crisi economica, i pantani (con massacro) in Iraq e Afghanistan, e il rifiuto che producono nell’opinione pubblica statunitense i differenti fronti di occupazione militare e uso dell’esercito che l’Impero mantiene in lungo ed in largo nel pianeta, principalmente in Medio Oriente, Asia e Africa.

Curiosamente, il presidente del Comitato Nobel norvegese, Thobjorn Jagland, ha giustificato, questo venerdì, la concessione del Nobel per la Pace a Barack Obama, per quello che ha “già fatto” nei nove mesi di gestione e non per “quello che può succedere”.

In questo scenario, l’istituzione filantropica creata dal fabbricante di armi è venuta ( in modo imprevisto) in suo aiuto consegnandoli il Premio Nobel per la Pace, in un momento in cui il Presidente imperiale soffre di collasso generalizzato della sua agenda sulla politica locale e internazionale.

Più che la “ sorprendente” decisione, la consegna del premio sembra rispondere ad una strategia: Legittimare la “Pace” (quello che Obama dice nei suoi discorsi) per coprire la “Guerra” (quello che Obama fa come amministratore della Casa Bianca imperiale)

Un obiettivo, che a questo punto del collasso (generalizzato) di cui soffrono gli USA, appare come una missione impossibile.

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/contrainformacion/0071_premio_nobel_y_su_creador_10oct09.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa
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