15 ottobre 2009

GUERRA, DROGA E POLITICA: ELEMENTI DEL MONDO BIPOLARE (2° Parte)


Studenti messicani alla conferenza del prof. Chomsky


di Noam Chomsky (Conferenza in Messico)


Sofisticazione tecnologica nel terzo mondo
Il bisogno di un nuovo pretesto ha guidato anche la reazione ufficiale di Washington di fronte al collasso della superpotenza nemica. Il governo di Bush padre aveva tracciato, dopo pochi mesi, il nuovo corso: riassumendo, tutto si sarebbe mantenuto abbastanza uguale, ma ci sarebbero stati nuovi pretesti. Avevano ancora bisogno di un enorme sistema militare, ma adesso c’era una nuova giustificazione: la sofisticazione tecnologica delle potenze del terzo mondo. Dobbiamo mantenere la base industriale della difesa, eufemismo per descrivere l’industria dell’alta tecnologia sostenuta dallo Stato. Dobbiamo mantenere le forze d' intervento dirette verso le regioni ricche in risorse energetiche del Medio Oriente, dove non addebiteremo al Cremlino le minacce significative ai nostri interessi, a differenza degli anni di inganno in cui ciò accadeva.

Tutto questo avvenuto prima è passato sotto silenzio, era stato appena notato. Ma per chi ha la volontà di capire il mondo, è molto indicativo. Come pretesto per un intervento, è stato utile invocare una guerra contro le droghe, ma come scusa è molto estrema. Ben presto l' èlite si è dedicata a compiere la sua missione. Hanno dichiarato una rivoluzione normativa che ha dato agli Stati Uniti il diritto ad intervenire per motivi umanitari scelto per definizione, come più nobile dei motivi.

Per dirla in maniera sottile, neanche le vittime tradizionali sono mutate. Le conferenze ad alto livello nel Sud del mondo hanno aspramente condannato il cosiddetto “diritto ad un intervento umanitario. Era necessario un ulteriore affinamento, quindi è stato disegnato con il concetto di "responsabilità di proteggere". Chi presta attenzione alla storia non si sorprenderà di scoprire che le potenze occidentali esercitano la loro responsabilità di proteggere in modo molto selettivo, aderendo ai tre aforismi descritti. I fatti sono inquietanti per quanto sono ovvi, e richiedono una agilità considerevole da parte delle classi intellettuali: un’altra storia rivelatrice che lascio da parte.

Conforme il momento unipolare si è illuminata, un ‘altra questione che ha messo di fronte al destino della NATO. La giustificazione tradizionale per tale organizzazione era la difesa contro le aggressioni sovietiche. Essendo sparita l’Unione Sovietica è evaporato il pretesto. Le anime ingenue, che hanno fede nelle dottrine del momento, avranno sperato che la NATO sarebbe anche sparita; ma contrariamente, si è espanse con rapidità. I dettagli rivelano molto sulla guerra fredda e su quello che ne è seguito. Ad un livello più generico rivelano come si formano e si effettuano le politiche degli stati. Man mano che l’Unione Sovietica è collassata, Mijail Gorbaciov ha fatto una concessione sorprendente: ha permesso che una Germania unificata si unisse ad una alleanza militare ostile capeggiata dalla superpotenza mondiale, nonostante che la Germania avesse quasi distrutto da sola la Russia in due occasioni durante il XX secolo. Ma fu un quid pro quo, un questo per quello, uno scambio. Il governo di Bush aveva promesso a Gorbaciov che la NATO non si sarebbe estesa fino alla Germania Occidentale e che sicuramente non sarebbe arrivata più ad Est.

Aveva anche assicurato al capo sovietico che l’organizzazione si sarebbe trasformata in un ente politico in più. Gorbaciov aveva anche proposto una zona libera da armi nucleari dal mar Artico al Mar Nero, un passo verso una zona di pace che eliminasse qualsiasi minaccia all’Europa occidentale o orientale. Questa proposta è stata ignorata, senza alcuna considerazione. Poco dopo è arrivato Bill Clinton. Molto presto gli impegni presi con Washington svanirono. Non c’è bisogno di soffermarsi sulla promessa che la NATO si sarebbe diventata un ente politico. Clinton espanse l’organizzazione verso l’est, e Bush è andato oltre. Apparentemente Barack Obama intende continuare con l’espansione.

Un giorno prima del primo viaggio di Obama in Russia, il suo assistente speciale in Sicurezza Nazionale ed in Affari Euroasiatici aveva informato la stampa: Non andiamo a rassicurare i russi, nè avremo nulla da scambiare riguardo l’espansione della Nato o la difesa missilistica. Si riferiva ai programmi di difesa con missili statunitensi nell’Europa Orientale e alla possibilità di trasformare in membri della NATO a due vicini della Russia, l’Ucraina e la Georgia. Entrambi i passaggi erano visti dagli analisti internazionali come una serie minacce alla sicurezza della Russia, allo stesso modo, potevano infiammare le tensioni internazionali.

Adesso, la giurisdizione della NATO è ancora più ampia. L’assessore alla Sicurezza Nazionale di Obama, il comandante della Marina James Jones richiama all' organizzazione di espansione verso sud e anche ad est, in modo da rafforzare il controllo statunitense su queste riserve energetiche del Medio Oriente. Il generale Jones spera anche in una risposta di forza da parte della NATO che dia all' alleanza militare capeggiata dagli Stati Uniti maggior capacità e flessibilità per effettuare azioni in modo veloce e su lunghe distanze, obiettivo che adesso Washington si impegna di ottenere in Afghanistan.

Il segretario generale della NATO, Jaap De Hoop Scheffer, ha informato alla conferenza dell’organizzazione che l’esercito dell' alleanza deve custodire i condotti di greggio e di gas che vanno direttamente in Occidente e, in modo più generico, di proteggere le rotte utilizzate dalle petroliere ed altre infrastrutture cruciali del sistema energetico. Questa decisione esprime in modo più esplicito le politiche post-guerra fredda: rimodellare la NATO per farla diventare una forza d’intervento internazionale guidata dagli Stati Uniti, il cui interesse in particolare è il controllo delle fonti energetiche.

Teoricamente, il compito include la protezione in un condotto di 7 mila e 600 milioni di dollari che avrebbe condotto gas naturale dal Turkmenistan fino al Pakistan e l’India, passando dalla provincia di Kandahar, in Afghanistan, dove è insediato l’esercito canadese. Lo scopo è quello di bloccare la possibilità che un condotto alternativo dia al Pakistan e all’India gas proveniente dall’Iran e sminuire il dominio russo sulle esportazioni energetiche dell’Asia centrale, secondo informazioni della stampa canadese, disegnanando con realismo alcuni dei contorni del nuovo gran gioco nel quale la forza di intervento internazionale guidata dagli Stati Uniti sarà il giocatore principale.

Dai primi giorni dopo la guerra fredda, si capiva che l’Europa occidentale poteva scegliere per un percorso indipendente, forse con una visione gollista dell’Europa, dall’Atlantico fino agli Urali. In questo caso il problema non è un virus che possa essere contagioso, ma una pandemia che potrebbe smantellare tutto il sistema del controllo globale. Si suppone che, almeno in parte, la NATO cerchi di contrastare questa seria minaccia. L’espansione attuale dell' alleanza, e gli obiettivi ambiziosi della nuova organizzazione , danno un nuovo impulso a questi scopi.

Gli avvenimenti continuano ad attraversare il momento unipolare, aderendo piuttosto ai principi che reggono gli affari internazionali. Più specificamente, le politiche si conformano in modo molto vicino alle dottrine dell’ordine mondiale formulate da pianificatori statunitensi di alto livello durante la Seconda Guerra Mondiale. Dal 1939, hanno riconosciuto che, qualunque fosse il risultato della guerra, gli Stati Uniti sarebbero diventati una potenza mondiale, mettendo da parte la Gran Bretagna.

Di conseguenza, hanno sviluppato dei piani perché gli Stati Uniti esercitassero il controllo su una parte consistente del pianeta. Questa grande area, come la chiamano, doveva comprendere almeno l’emisfero occidentale, l’antico impero britannico, il Lontano Oriente e le risorse energetiche dell’Asia occidentale. In questa grande area, gli Stati Uniti dovevano mantenere un potere indiscusso, una supremazia militare ed economica, avrebbero agito per garantire i limiti di qualsiasi tentativo di sovranità da parte degli stati che avrebbero potuto interferire nei loro disegni globali.

Inizialmente i pianificatori avevano pensato che la Germania avrebbe dominato in Europa, ma la Russia, cominciò a demolire la Wermacht (le forze armate naziste), la visione si è fatta sempre più estesa, hanno cercato di includere alla grande area, la maggior estensione possibile verso l’Eurasia, almeno l’Europa Occidentale, il cuore economico dell' Eurasia.

Furono sviluppati piani dettagliati e razionali per l’organizzazione globale, e ad ogni regione fu assegnata la sua funzione. Ad Sud in linea generale fu dato un ruolo di servizio: fornire risorse, mano d’opera economica, mercati, opportunità d’investimenti e più tardi altri servizi, tali come ricevere l’esportazione di rifiuti e inquinanti. In quell’epoca, gli Stati Uniti non erano interessati all’Africa, quindi la consegnarono all’Europa perché sfruttasse la sua ricostruzione dopo la distruzione della guerra. Ci si potrebbe immaginare diversi rapporti tra l’Africa e l’Europa alla luce della storia, ma non sono stati presi in considerazione.

Al contrario, si è riconosciuto che le riserve di petrolio del Medio Oriente erano una stupenda fonte di potere strategico e uno dei premi materiali più grande nella storia del mondo: la più importante delle aree strategiche del mondo, per dirlo con le parole di Eisenhower. E i pianificatori si rendevano conto che il controllo del greggio nel Medio Oriente avrebbe dato agli Stati Uniti il controllo sostanziale del mondo.

Chi considera come significativa la continuità nella storia forse si ricorderà che i pianificatori di Truman facevano eco alle dottrine dei democratici jacksoniani al momento dell’annessione del Texas e della conquista del Nuovo Messico, un secolo prima. Tali predecessori avevano anticipato che le conquiste avrebbero dato agli Stati Uniti un monopolio virtuale del cotone, il combustibile della prima rivoluzione industriale: Questo monopolio, adesso assicurato, mette tutte le nazioni ai nostri piedi, aveva dichiarato il presidente Tyler. In questo modo, gli Stati Uniti potevano sfuggire alla disanima britannica, il più grande problema all’epoca, e guadagnare un’ influenza internazionale senza precedenti.

Simili concetti hanno guidato Washington nella sua politica petrolifera. In base a questa, spiegava il Consiglio di Sicurezza Nazionale di Eisenhower- gli USA dovevano sostenere regimi rudi e brutali e bloccare la democrazia e lo sviluppo, anche se questo avrebbe causato una campagna di odio contro di noi, come osservò il presidente Eisenhower 50 anni prima che George W. Bush domandasse in tono sorpreso perché ci odiano e abbia concluso che doveva essere perché odiavano la nostra libertà.

Rispetto all’America Latina, i pianificatori precedenti alla Seconda Guerra Mondiale avevano concluso che la prima minaccia verso gli interessi statunitensi era rappresentata dai regimi radicali e nazionalisti che si appellavano alle masse della popolazione e cercavano di soddisfare la richiesta popolare di miglioramento immediato dei bassi standard di vita delle masse e lo sviluppo a favore delle necessità interne del paese. Queste tendenze entrano in conflitto con la richiesta di un clima economico e politico che favorisca l’investimento privato, con l’adeguata divisione dei guadagni e la protezione delle materie prime. Gran parte della storia è conseguenza di questi concetti che nessuno questiona.

TLC: cura raccomandata.

Nel caso particolare del Messico, il laboratorio di sviluppo di strategie per l’America Latina, celebrato nel Pentagono nel 1990, trovò che le relazioni tra gli Stati Uniti e il Messico erano straordinariamente positive, e che non le perturbavano nè il furto delle elezioni, nè la violenza di Stato, nè la tortura o lo scandaloso trattamento dei lavoratori e contadini, nè altri dettagli minori. I partecipanti al laboratorio hanno si visto una nube all’orizzonte: la minaccia di “una apertura alla democrazia, nel Messico”, che, temevano, poteva mettere in carica un governo più interessato a sfidare gli Stati Uniti per ragioni economiche e nazionaliste.

La cura raccomandata è stato un Trattato Stati Uniti-Messico che racchiudesse il vicino al suo interno e proponendogli le riforme neoliberali degli anni 80, che legassero le mani agli attuali e futuri governi messicani in materia di politiche economiche.

Riassumendo, il NAFTA, imposto puntualmente dal Potere Esecutivo in opposizione alla volontà popolare.

E nel momento in cui il NAFTA entrava in vigore, nel 1994, il presidente Clinton istituiva anche l’Operazione Guardiano, che militarizzò la frontiera messicana. Lui la spiegò in questo modo: non consegneremo le nostre frontiere a chi desidera sfruttare la nostra storia di compassione e giustizia. Non menzionò nulla sulla compassione e la giustizia che avevano inspirato l’imposizione di simili frontiere, nè spiegò come il gran sacerdote della globalizzazione neoliberale intendeva l’osservazione di Adam Smith che la libera circolazione della mano d’opera è la pietra fondamentale del libero commercio.

La scelta del tempo per attuare l’Operazione Guardiano non fu per nulla casuale. Gli analisti razionali avevano previsto che aprire il Messico ad una invasione di esportazioni agroalimentari altamente sussidiate, tardi o presto, avrebbero fatto sparire l’agricoltura messicana, e che le aziende messicane non avrebbero sopportato la competizione con le enormi corporazioni sostenute dallo Stato che, conforme al Trattato, dovevano operare liberamente in Messico. Una conseguenza probabile sarebbe stata la fuga di molte persone negli Stati Uniti insieme a chi fuggiva dai paesi del Centroamerica, colpiti dal terrorismo di Reagan. La militarizzazione della frontiera fu un rimedio naturale.

Gli atteggiamenti della popolazione nei confronti di coloro che fuggono dai loro paesi, conosciuti come stranieri illegali, sono complessi. Prestano servizi valorosi nella loro qualità di mano d’opera ultra economica e facilmente sfruttabile. Negli Stati Uniti gli agroalimentari, la costruzione e altre industrie si appoggiano sostanzialmente su di loro, e loro contribuiscono alla ricchezza delle comunità nelle quali risiedono. Dall’altra parte, suscitano sentimenti tradizionali anti-immigrati, caratteristica persistente e strana in questa società di migranti che si trascina una storia di comportamenti vergognosi verso di loro.

Poche settimane fa, i fratelli Kennedy furono considerati come eroi statunitensi. Ma a fine del XIX secolo, i cartelli “nè cani, nè irlandesi” non avevano permesso loro di entrare nei ristoranti di Boston. Oggi gli imprenditori asiatici sono una folgorante innovazione nel settore della alta tecnologia. Un secolo fa, azioni razziste di esclusione impedivano l’accesso di asiatici, perché venivano considerati come una minaccia alla purezza delle società statunitense.

Qualunque sia la storia e la realtà economica, gli immigranti sono stati sempre percepiti dai poveri e dai lavoratori come una minaccia per il loro lavoro, il loro modo di vita e la loro sussistenza. E‘ importante notare che la gente che oggi protesta con furia è quella che ha ricevuto reali rimostranze. E’ vittima dei programmi di controllo finanziario dell’economia e della globalizzazione neoliberale, disegnati per trasferire la produzione verso l'esterno e far competere i lavoratori, gli uni contro gli altri, su scala mondiale, diminuendo stipendi e le prestazioni, mentre si proteggono dalle forze di mercato gli studi professionali.

Gli effetti sono stati gravi poichè dagli anni di Reagan, e frequentemente si manifestano in modi brutti e estremi, come mostrano le prime pagine dei giornali in questi giorni. I due partiti politici competono per vedere quali dei due può proclamare in modo più appassionato la sua dedizione alla sadica dottrina che la salute deve essere negata agli stranieri illegali. La loro posizione è coerente con il principio, stabilito dalla Corte Suprema, che, in conformità alle leggi, quelle creature non sono persone, e quindi non sono soggetti ai diritti concessi alle persone.

In questo stesso momento la Corte Suprema prende in considerazione la questione di sapere se le corporazioni devono poter comprare le elezioni apertamente incece di farlo in modo indiretto: affare costituzionale complesso, perché le corti hanno determinato che, a differenza degli immigrati senza documenti, le corporazioni sono persone reali, secondo alla legge, e così, di fatto, hanno diritti che superano quelli delle persone in carne ed ossa, inclusi i diritti consacrati dai così mal nominati accordi del libero commercio. Queste coincidenze rivelatrici non mi suscitano alcun commento. La legge è in verità un affare solenne e maestoso.

Lo spettro di pianificazioni è stretto, ma permette qualche variazione. Il governo di Bush II è andato così lontano, che è arrivato all’estremo del militarismo aggressivo ed ha esercitato un disprezzo arrogante, anche verso i suoi alleati. E' stato condannato duramente per queste pratiche, anche nelle principali correnti d’opinione. Il secondo periodo di Bush fu più moderato. Alcune delle sue figure più estremiste furono espulse: Rumsfeld, Wolfowitz, Douglas Feith e altri. A Cheney non lo hanno potuto togliere perché lui era l’amministrazione.

Le politiche cominciarono ad essere più nella norma. All’arrivo di Obama all’incarico, Condoleeza Rice prediceva che avrebbe continuato con le politiche del secondo periodo di Bush, e questo è in gran misura quanto è successo, aldilà dello stile retorico diverso, che sembra aver incantato gran parte del mondo...forse per il resto rappresenta il fatto che se ne sia andato Bush.

Nel momento più critico della crisi dei missili cubani, un assessore di alto livello del governo di Kennedy aveva espresso qualcosa che oggi è una differenza basilare tra George Bush e Barack Obama. I pianificatori di Kennedy prendevano le decisioni che letteralmente minacciavano la Gran Bretagna con l’annichilimento, ma senza informare i britannici.

In questo punto l’assessore aveva definito la relazione speciale con il Regno Unito. “La Gran Bretagna - aveva detto- è il nostro tenente”, la parola che oggi andrebbe di moda sarebbe socio. La Gran Bretagna, ovviamente, preferisce il termine in voga. Bush ed i suoi si rivolgevano al mondo trattando tutti come nostri tenenti. Così, nel dichiarare l’invasione dell’Iraq, avevano informato le Nazioni Unite che potevano ubbidire gli ordini statunitensi o diventare irrilevanti. E’ naturale che un' arroganza così sfacciata susciti ostilità.

Obama adotta un corso di azione diverso. Affabilmente saluta i leader ed i popoli del mondo come soci e unicamente in privato continua a trattarli come tenenti, come subordinati. I leader esteri preferiscono di gran lunga questa posizione, ed il pubblico in alcune occasioni rimane ipnotizzato da essa. Ma è saggio prestare attenzione ai fatti e non alla retorica o alle condotte gradevoli. Perché è pacifico che i fatti raccontano una storia differente. Anche in questo caso.

Tecnologia della distruzione

L’attuale sistema mondiale permane unipolare in una sola dimensione: l’ambito delle forze. Gli Stati Uniti spendono quasi quanto il resto del mondo messo insieme in forza militare, ed è molto più avanzato nella tecnologia della distruzione. E’ l'unico a possedere centinaia di basi militari in tutto il mondo, e ad occupare due paesi situati in regioni cruciali, produttrici di energia.

In queste regioni sta stabilendo, inoltre, enormi mega ambasciate; ognuna di esse è in realtà una città dentro un’alta: chiara indicazione delle intenzioni future. A Bagdad si calcola che i costi della mega ambasciata salga da 500 milioni di dollari in quest’anno a 800 milioni nei prossimi anni. Non si conoscono i costi delle sue controparti in Pakistan e Afghanistan, come non si conosce neanche il destino delle enormi basi militari che gli Stati Uniti hanno installato in Iraq.

Il sistema globale delle basi militari si comincia ad estendere, adesso, in America Latina. Gli Stati Uniti sono stati espulsi dalle loro basi in SudAmerica; il caso più recente è la base di Manta, nell’Ecuador, ma recentemente è riuscito ad avere accordi per utilizzare sette nuove basi militari in Colombia, e si suppone che intenda mantenere la base di Palmerola, in Honduras, che ha svolto un ruolo centrale nelle guerre terroristiche di Reagan. La quarta flotta statunitense, disarmata negli anni 50 durante il XX secolo, è stata riattivata nel 2008, poco dopo l’invasione colombiana nell’Ecuador.

La sua responsabilità comprende i Caraibi, il Centro ed il Sud America, e le acque circostanti. La Marina include, tra le sue tante operazioni, azioni contro il traffico illecito, manovre simulate di cooperazione in tema sicurezza, interazioni esercito- esercito, e formazione bilaterale e multilaterale. E’ comprensibile che la riattivazione della flotta provochi le proteste e la preoccupazione dei governi come il Brasile, Venezuela ed altri.

La preoccupazione dei sudamericani è aumentata a causa di un documento dell’aprile 2009, creato dal comando di mobilità aerea statunitense (US Air Mobility Command) che propone che la base di Palanquero, Colombia, possa trasformarsi nel sito di sicurezza cooperativa dal quale possono realizzarsi operazioni di mobilità. Il dossier annota che, da Palanquero, quasi mezzo continente può essere coperto con un C-17 (un aerotrasporto militare) senza fare rifornimento. Questo potrebbe far parte di una strategia globale in cammino, che aiuti ad ottenere una strategia regionale di combattimento e con la mobilità dei tragitti verso l’Africa. Per adesso, la strategia di collocare la base a Palanquero deve essere sufficiente per fissare il punto dal quale si può avere mobilità aerea nel continente sudamericano, conclude il documento, ma continua esplorando possibilità per estendere il sistema in Africa con basi aggiuntive, tutto come parte di un sistema globale di sorveglianza, controllo ed intervento.

Questi piani fanno parte di una politica più generale di militarizzazione dell' l’America Latina. L’addestramento di ufficiali latinoamericani è aumentato repentinamente negli ultimi 10 anni, molto oltre i livelli raggiunti durante la guerra fredda.

La polizia è addestrata in tattiche di fanteria leggera. La sua missione è quella di combattere bande di giovani e il populismo radicale, termine quest’ultimo che ha da intendersi molto bene in America Latina.

Il pretesto è la guerra contro le droghe, ma è difficile prendere questo sul serio, anche se accettassimo la straordinaria teoria che gli Stati Uniti hanno il diritto di guidare una guerra in terre straniere. Le ragioni sono ben note, e furono espresse dagli ex Presidenti, Cardoso, Zedillo e Gaviria. Il loro dossier include che la guerra al narcotraffico è stato un totale fallimento e chiede un cambio drastico di politica, che si allontani dalle misure di forza negli ambiti interni e esterni e cerchi misure meno costose e più efficaci. Gli studi portati avanti dal governo statunitense, e altre investigazioni, hanno mostrato che le forme più efficaci e meno costose di controllare l’uso di droghe è la prevenzione, il trattamento e l’educazione. Hanno anche mostrato che i metodi più costosi e meno efficaci sono le operazioni al di fuori del proprio paese, tali come fumigazioni e la persecuzione violenta.

Il fatto che siano privilegiati costantemente i metodi meno efficaci e più costosi al posto di quelli migliori è sufficiente per mostrarci che gli obiettivi della guerra contro le droghe non sono quelli che vengono enunciati. Per determinare gli obiettivi reali, possiamo adottare il principio giuridico che le conseguenze prevedibili costituiscono le prove dell’intenzione. E le conseguenze non sono oscure: alla base di uno dei programmi anti-insurrezione all’estero e una forma di pulizia sociale all’interno, inviando enormi numeri di persone superflue, quasi tutti uomini di colore, nei carceri, fenomeni che hanno portato ad avere il tasso di detenuti più alto del mondo, e di molto, da quando, 30 anni fa, furono iniziati i programmi.

Anche se il mondo è unipolare nella dimensione militare non è sempre stato così nella dimensione economica. All’inizio degli anni 70, il mondo era diventato economicamente tripolare, con centri comparabili Nord America, Europa e il nord est asiatico. Adesso che l’economia globale è diventata ancora più diversa, particolarmente dopo la crescita veloce delle economie asiatiche che hanno sfidato le regole del neoliberale Consenso di Washington.

Anche l’America Latina comincia a liberarsi da sola da questo gioco. Gli sforzi statunitensi di militarizzarla sono una risposta a questi processi, particolarmente in Sud America, il quale, per la prima volta dalla conquista europea comincia ad affrontare i problemi fondamentali che hanno afflitto il continente. Ecco l’inizio dei movimenti verso l’integrazione di paesi che tradizionalmente si orientavano verso l’Occidente, non uno verso l’altro, e anche un impulso per diversificare le relazioni economiche e altre relazioni internazionali.

Sono anche, infine, alcuni seri sforzi per affrontare la patologia latinoamericana che sono i ridotti settori “ricchi” quelli che governano in mezzo ad un mare di miseria, lasciando i ricchi liberi da responsabilità, tranne quella di arricchire se stessi. Quest’ultimo è molto diverso rispetto all’Asia orientale, come si può misurare osservando la fuga di capitali. Nell’Asia orientale tali fughe sono state controllate con rigidità. In Corea del Sud, per esempio,durante il periodo della sua veloce crescita, l’esportazione di capitali poteva comportare la pena di morte.

Questi processi in America Latina, a volte guidati da impressionanti movimenti popolari di massa, sono molto significativi. Non è sorprendente che provochino amare reazioni tra le èlites tradizionali, sostenute dalla superpotenza emisferica. Le barriere sono formidabili, ma, se riescono a risalire, i risultati cambieranno significativamente il corso della storia latinoamericana, e l’impatto oltre se stessa non sarà piccolo.

Fonte:
http://www.voltairenet.org/article162390.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

Si consiglia la lettura della 1° parte:
GUERRA, DROGA E POLITICA: ELEMENTI DEL MONDO BIPOLARE (1° Parte)


14 ottobre 2009

IL "CAMBIAMENTO CLIMATICO" DEI MAIALI

di Silvia Ribeiro 
Mentre il pianeta continua a riscaldarsi ed il caos climatico cresce, le negoziazioni sul tema nelle Nazioni Uniti vanno di male in peggio. Riuniti ad inizio ottobre a Bangok, Tailandia , per discussioni che preparino alla quindicesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (che ci sarà a dicembre a Copenhagen) l’ambiente non potrebbe essere più teso o più caldo, in tutti i sensi.

Un esempio di quanto perverse potrebbero essere le proposte in questo ambito: la metà dei progetti che il Messico mostra nella Convenzione del Cambiamento Climatico come “sviluppo pulito” e come “soluzione” per mitigare l’effetto serra sono fattorie di allevamento industriale di maiali! Anche se potrebbe sembrare fantascienza, una di queste è la Fattorie Carroll in Messico, famosa nel mondo per aver creato nelle sue fabbriche puzzolenti di maiali il virus dell’influenza suina. Le acque, il suolo e l’aria intorno alle sue installazioni sono gravemente ed impunemente inquinati, i contadini e la popolazione della zona vivono ammalati e quando protestano per i loro diritti, vengono oppressi e portati in tribunale. Ma nelle Nazioni Unite, le fattorie Carroll, con l' appoggio ufficiale, si presentano come “soluzione ambientale”. Come è possibile una situazione così grottesca?


Una delle trappole peggiori che hanno accompagnato il Protocollo di Kyoto (parte della Convenzione sul Cambiamento Climatico) è che i governi hanno accettato che invece di ridurre effettivamente le emissioni di gas che causano l’effetto serra alla fonte, i paesi del Nord e le aziende che lo producono maggiormente possono pagare gli altri (che hanno meno emissioni) per continuare ad inquinare, sia attraverso di fondi controllati dai governi, sia attraverso i mercati privati del carbonio. Questo non migliora il cambiamento climatico ma ha permesso nuove fonti d’affari e di speculazione finanziaria con mercati primari e secondari per i crediti di carbonio. Peggio ancora , i chiamati “condotti di carbonio” con i quali le aziende comprano i loro diritti per inquinare, sono attività lucrative
per le stesse o altre grandi multinazionali, come nel caso delle estese piantagioni di monocoltivazioni di alberi, con enormi impatti ambientali e sociali.

Una forma di questo mercato perverso è quello chiamato "Clean Development Mechanism (CDM)" che esiste nella Convenzione sul Cambiamento Climatico. Si basa sul compensare le aziende che “evitano” l' ipotetica emissione futura di gas ad effetto serra. La maggior parte dei progetti del CDM favoriscono aziende terribilmente inquinanti e dannose per l’ambiente, perché il risarcimento è dato in base alla produzione più sporca senza aver presentato il progetto. Questa contabile non tiene conto ciò di cio che è realmente necessario: che questo tipo di produzione deve sparire. Esistono opzioni realmente “pulite” e sostenibili, in questo caso, la produzione agricola e l’allevamento contadino, non centralizzato e su piccola scala.


Il progetto CDM delle Fattorie Carroll è un' azione aziendale congiunta di questa (proprietà della transnazionale Smithfield, la più grande produttrice globale di maiali, ma si presenta come controparte del Messico), Cargill Internazional SA, dalla sua sede svizzera, e Ecosecurities Ltd del Regno Unito. Quest'ultima è una società multinazionale con legami commerciali e crediti di carbonio.


L’attività del progetto è il “recupero del metano” (un importante gas ad effetto serra) sostenendo che esso produrrà biogas per generare elettricità, con parte del metano che viene emesso nelle immense ed inquinanti lagune di escrementi di maiali. Il progetto è minimo relazionato alle emissioni e gli altri impatti delle Fattorie Carroll, e giustifica la produzione industriale, dato che per catturare la quantità di gas presunta, gli animali devono essere concentrati e l’escremento deve essere liquido. I gas emessi dall’escremento del bestiame, se non fossero confinati e in quantità enormi, sarebbero inferiori e neutri, perché la materia fecale di animali in aperta campagna, si secca ed è assorbita in forma naturale dal suolo, servendo inoltre come fertilizzante che favorisce la crescita del pascolo che assorbe e trattiene il carbonio.


Al contrario, la logica delle Fattorie Carroll e delle altre aziende dell’allevamento industriale di animali è che bisogna pagarli per i problema causati da loro stessi.
Qualcuno pensa che così si potrà affrontare il cambiamento climatico? I governi neanche. Alcuni, come la Bolivia e altri dell’Alba, dicono che la situazione è troppo grave e non tollerano altre farse. Esigono una riduzione drastica delle emissioni e il riconoscimento del “debito climatico” storico delle multinazionali e dei paesi del Nord. Ma i paesi del Nord e molti del Sud, come il Messico, continuano a discutere sui meccanismi del mercato ed anzi vogliono perfino aumentarli, includendo nel prossimo protocollo l’agricoltura industriale nella sua totalità, non solo dell’allevamento. Così la devastante monocoltivazione di OGM, come la soia nei paesi del Sud dell’America Latina, potrebbe essere sovvenzionata da questo meccanismo di sviluppo così sporco.

Anche se la lotta è impari, molte organizzazioni della società civile e movimenti sociali stanno denunciando la situazione e si preparano per manifestare in molti modi, in modo parallelo al Summit di Copenaghen.

Il motto che li riunisce è “Giustizia climatica adesso!”.


Fonte:
http://www.jornada.unam.mx/2009/10/10/index.php?section=economia&article=027a1eco

Tradotto per Voci Dalla Strada da
Vanesa

12 ottobre 2009

GUERRA, DROGA E POLITICA: ELEMENTI DEL MONDO BIPOLARE (1° Parte)


di Noam Chomsky
(Conferenza in Messico)


L’umanità ha progredito molto a livello tecnologico, scientifico e industriale, ma questa rivoluzione materiale sorprendentemente differisce molto dall’altra evoluzione, quella che alimenta l’ideale dello spirito umano: pace, giustizia, benessere…. Oggi più che mai viviamo in un mondo darwiniano, dove impera la legge del più forte, una giungla, dove gli interessi dei potenti vengono prima del bene e della salute di tutti, questo senza dire di voler salvare il pianeta e la sua sfida ecologica. Chomsky chiacchiera su questi aspetti….

Quale lezione ci hanno lasciato due decenni di una realtà del mondo unipolare?

Noam Chomsky lunedì scorso ha parlato ampiamente su questa questione ed ha lasciato nelle orecchie dell’auditorio delle idee sorprendenti, durante una conferenza magistrale nella Sala Nezahualcoyotl trasmessa in diretta da TV Unam e 12 canali pubblici e universitari che si sono incrociati per inviare il segnale all' AguasCalientes, Hidalgo, Michoacàn, Morelos, Puebla , Quintana Roo, San Luis Potosì, Tlaxcala, Yucatàn, Durango e Nuevo Leon, oltre che da “la Jornada” online.

Idee sorprendenti come quella di B. Obama, presidente degli USA, descritto come una merce con un merchandising di successo, a tal punto che l’anno scorso si è meritato il primo posto delle campagne promozionali da parte dell’industria della pubblicità. Più famoso che i computers Apple. Vendibile come un dentifricio o una medicina.

O l’idea che l’invasione statunitense a Panama, nel 1989, oggi solo una nota a piè di pagina per molti, è stata in realtà il segnale che Washington cominciava, attraverso la finzione della guerra contro le droghe, un nuovo periodo di dominio, quando erano passate appena poche settimane dalla caduta del muro di Berlino.

Bene, come dato puntuale, stupefacente: la preoccupazione manifestata nel 1990, in un laboratprio di sviluppo di strategie per l’America Latina nel Pentagono, che una nuova apertura democratica in Messico poteva osare di sfidare gli Stati Uniti. La soluzione proposta è stata quella di imporre al nostro paese un Trattato che lo legasse con delle riforme neoliberali. La proposta fu materializzata con il Trattato del Libero Commercio (TLC) che è entrato in vigore nel 1994.

Così, la rassegna di Chomsky degli ultimi due decenni è arrivata al momento attuale, al processo di ri-militarizzazione dell’America Latina con sette nuove basi in Colombia e la riattivazione della Quarta Flotta della sua armata.

Tutto, per finire nella visione di un continente, il nostro, che nonostante tutto comincia a liberarsi da solo da questo gioco, con governi che sfidano le direttive di Washington, ma soprattutto con movimenti popolari di massa molto significativi.

Coerentemente con l’importanza che Chomsky dà ai processi sociali e al suo continuo richiamo di rendere visibile i suoi protagonisti, concludendo la sua conferenza magistrale in un’ intervista con TV Unam, l’accademico aveva ancora forze per incontrarsi brevemente con Trinidad Ramirez, dirigente del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra, di San Salvador Atenco, moglie del prigioniero politico Ignacio della Valle, che ha ringraziato Chomsky per essere firmatario della seconda campagna per la libertà di 11 prigionieri.

Qui di seguito si riproducono le parole di Noam Chomsky nella sala Nezahualcoyoti.

Quando si parla di questioni internazionali, è utile tener presente vari principi generali e di considerevole importanza. Il primo è la massima ( aforismo) di Tucidide “I forti fanno quello che vogliono, ed i deboli soffrono come è necessario”. Questo ha un importante corollario: ogni Stato potente si basa su esperti in apologetica, il cui compito è quello di mostrare che ciò che fanno i forti è nobile e giusto e quello che soffrono i poveri è colpa loro. Nell’Occidente contemporaneo questi esperti vengono chiamati intellettuali e, con eccezioni marginali, compiono il compito a loro assegnato con abilità e sentimenti di superiorità morale, nonostante i loro commenti siano assurdi. La loro pratica risale alle origini della storia della quale abbiamo conoscenza.

Gli architetti principali

Un secondo punto, che non bisogna dimenticare, è stato espresso da Adam Smith. Lui parlava dell’Inghilterra, la potenza più grande del suo tempo, ma le sue osservazioni possono essere generalizzate. Smith osservava che i principali architetti delle politiche pubbliche in Inghilterra erano i commercianti ed i produttori, che si assicuravano che i loro interessi fossero ben serviti da tali politiche, per grave che potesse essere l’effetto su terzi, includendo il popolo dell’Inghilterra, e nonostante la severità che avessero verso chi soffriva l' ingiustizia selvaggia degli europei in altri luoghi.

Smith è stato uno dei pochi che si è allontanato dalla pratica normale di dipingere l’Inghilterra come una potenza angelica, unica nella storia del mondo, dedicata senza egoismo al benessere dei barbari. Un esempio rivelatore, in questi esatti termini, è un saggio classico di John Stuart Mill, uno dei più decenti ed intelligenti intellettuali occidentali, nel quale spiegava perché l’Inghilterra doveva compiere la sua conquista in India in vista dei più puri scopi umanitari. Lo ha scritto proprio nel momento in cui l’Inghilterra compì le più grandi atrocità in India, quando il vero scopo di questa politica era di permettere all’Inghilterra di appropriarsi del monopolio dell’oppio e di stabilire la più grande azienda del narcotraffico nella storia mondiale, e così costringere la Cina, con frecce di cannoni e veleni, ad accettare le merci di produzione britannica, che la Cina non voleva.

La preghiera di Mill è la norma culturale. L’aforismo di Smith è la norma storica.

Oggi i principali architetti delle politiche pubbliche non sono i commercianti o i produttori, ma le istituzioni finanziare e le corporazioni transnazionali.

Una raffinata versione attuale dell’aforismo di Smith è la teoria dell’inversione in politica, sviluppata dall’economista politico Thomas Ferguson, che considera che le elezioni sono l’occasione perché gruppi di investitori si uniscano con il fine di controllare lo Stato, cioè comprando le elezioni.

Come Ferguson dimostra, questa teoria è un meccanismo molto buono per predire le politiche pubbliche durante un lungo periodo.

Allora, per quello successo nel 2008 abbiamo dovuto anticipare che gli interessi delle industri finanziare avrebbero avuto priorità nel governo di Obama. Sono stati i suoi principali fornitori di fondi e si sono inclinati molto più per Obama che per Mc Cain. E così è risultato essere.

Il settimanale di affari Business Week si vanta adesso che il settore assicurativo ha vinto la battaglia per l'assistenza sanitaria, e che le istituzioni finanziare che hanno creato la crisi attuale ne escono incolumi e anzi rafforzate, dopo un enorme riscatto pubblico- che sistema lo scenario per la prossima crisi- , scrivono gli editori. E aggiungono che altre corporazioni hanno appreso preziose lezioni da questi successi campagne massicce per fermare l'approvazione di qualsiasi azione in materia di risparmio energetico (dal soft che sia), con la piena consapevolezza che frenare queste misure negherà ai loro nipoti qualsiasi possibilità di sopravvivenza decente. Certamente, non è che siano cattive persone, nè sono ignoranti. Succede che le decisioni sono imperativi istituzionali. Chi decide di non seguire le regole viene escluso, a volte in modo appariscente.

Le elezioni negli Stati Uniti sono dei montaggi spettacolari (stravaganze), conclusi dall' enorme industria delle relazioni pubbliche fiorita un secolo fa nei paesi più liberi del mondo, Inghilterra e Stati Uniti, dove le lotte popolari avevano guadagnato la libertà sufficiente perché il pubblico non fosse così facilmente controllato con la forza. Allora, gli architetti delle politiche pubbliche si sono resi conto che ci sarebbe stato bisogno di controllare gli atteggiamenti e le opinioni. Un elemento del compito era quello di monitorare le elezioni.

Gli Stati Uniti non sono una democrazia guidata come l’Iran, dove i candidati hanno bisogno di essere approvati dal clero imperante. In società libere, come gli Stati Uniti, sono le concentrazioni di capitali quelle che approvano candidati e, tra coloro che passano i filtri, i risultati finiscono quasi sempre determinati dalle spese di campagna elettorale. Gli operatori politici sono sempre molto consci che frequentemente il pubblico dissente profondamente, in alcuni punti, dagli architetti delle politiche pubbliche. Allora, le campagne elettorali evitano di approfondire qualsiasi punto e favoriscono gli slogan, la ricercatezza dell’oratoria, le personalità, il gossip. Ogni anno l’industria della pubblicità consegna un premio alla miglior campagna promozionale dell’anno.

Nel 2008 il premio è stato dato alla campagna elettorale di Obama, sconfiggendo persino quella dei pc Apple. Si vantavano pubblicamente che questo era stato il loro successo più grande da quando avevano iniziato a promuovere candidati come se fossero dentifrici o medicine che associano a stili di vita, tecniche che hanno preso forza durante il periodo neoliberale, prima di tutto con Reagan.

Nei corsi di economia, s’impara che i mercati si basano su consumatori informati che scelgono razionalmente le loro opzioni. Ma chi guarda un annuncio televisivo sa che le aziende destinano enormi fondi per creare consumatori uniformati che scelgono irrazionalmente le loro opzioni. Gli stessi dispositivi utilizzati per conquistare mercati si adattano all’obiettivo allo scopo di minare la democrazia attraverso la creazione di elettori irrazionali e disinformati che prenderanno decisioni compatibili con gli interessi dei due partiti, che al massimo sono fazioni in competizione di un solo partito.

Sia nel mondo degli affari come in quello politico, gli architetti delle politiche pubbliche sono continuamente ostili con i mercati e la democrazia, eccetto quando cercano dei vantaggi temporali. Certamente, la retorica può dire altro, ma i fatti sono abbastanza chiari.

L’aforismo di Adam Smith ha alcune eccezioni, che sono molto istruttive. Un esempio contemporaneo importante sono le politiche di Washington verso Cuba da quando questa ha ottenuto la sua democrazia, 50 anni fa. Gli Stati Uniti sono una società che gode di una libertà poco comune, così che si conta con un buon accesso ai registri interni che rivelano il pensiero ed i piani degli architetti delle politiche pubbliche.

A pochi mesi dell’Indipendenza di Cuba, il governo di Eisenhower, aveva formulato dei piani segreti per abbattere il regime ed iniziò dei programmi di guerra economica e di terrorismo, la cui scalata fu aumentata in maniera brusca da Kennedy, e che continua in vari modi anche nei giorni nostri. Dall’inizio, l’intenzione esplicitata è stata quella di castigare sufficientemente il popolo cubano perché abbattesse il regime criminale. Il suo crimine era quello di essere riuscito a sfidare le politiche statunitensi datate dal 1820, quando la dottrina di Monroe ha dichiarato l'intenzione degli Stati Uniti di dominare l'emisfero occidentale, senza tollerare interferenze dall'esterno o dall'interno.

Anche se le politiche bipartisan verso Cuba concordano con la massima di Tucidide, entrano in conflitto con il principio di Adam Smith, e come tali ci danno uno sguardo speciale su come si configurano le politiche. Durante decenni, il popolo statunitense aveva favorito la normalizzazione dei rapporti con Cuba.

Disattendere la volontà del popolo è normale, ma in questo caso è più interessante che i settori potenti del mondo degli affari favoriscano anche la normalizzazione: le agroalimentari, le corporazioni farmaceutiche e dell’energia, e altri comunemente definito il quadro di base per la costruzione delle politiche. In questo caso i loro interessi sono colpiti da un principio di politica internazionale che non abbiano un giusto riconoscimento nei trattati accademici sul tema: potremmo chiamare il principio della mafia.

Il Padrino non tollera chi lo sfida e la fa franca, neanche il piccolo commerciante che non può permettersi di pagargli il pizzo (protezione). E’ molto pericoloso. Deve, quindi, essere sradicato brutalmente in modo che gli altri capiscano che disobbedire non è un' opzione. Che qualcuno riesca a sfidare il Padrone può diventare un virus che sia contagioso, per prendere in prestito il termine usato da Kissinger, quando si apprestava a rovesciare il governo di Allende. Questa è stata la dottrina principale nella politica estera statunitense durante il periodo del suo dominio globale e, naturalmente, ha molti precedenti. Un altro esempio, che non ho il tempo di raccontare qui, è la politica statunitense verso l’Iran a partire del 1979.

Ha richiesto di tempo compiere gli obiettivi plasmati nella dottrina Monroe, e alcuni di loro continuano ad affrontare numerosi ostacoli. Il fine ultimo persiste ed è in questionabile. Ha acquistato molto significato quando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti si sono convertiti in una potenza globale dominante ed hanno spiazzato il loro rivale britannico. La giustificazione è stata analizzata lucidamente.

Per esempio, quando Washington si preparava a far cadere il governo di Allende, il Consiglio di Sicurezza Nazionale aveva puntualizzato che se gli Stati Uniti non riuscivano a controllare l’America Latina, non potevano aspettarsi di consolidare un ordine in nessuna altra parte del mondo, cioè, imporre con efficacia il loro dominio sul pianeta. La credibilità della Casa Bianca sarebbe decaduta, come è stato espresso da Henry Kissinger. Altri ancora potrebbero tentare di farla franca nella sfida se il virus cileno non venisse distrutto prima che il contagio fosse avvenuto. Quindi, la democrazia del parlamento cileno se n’è dovuta andare, e così successe l’11 settembre del 1973, ma in termini di conseguenze per il Cile supera, e di molto, i terribili crimini dell’11 settembre del 2001.

Nonostante che gli aforismi di Tucidide e di Smith, e il principio della Mafia, non considerano tutte le decisioni in politica estera, coprono una gamma molto ampia, come lo fa anche il corollario riferito al ruolo degli intellettuali. Non sono il finale della saggezza ma s’incamminano verso di essa.

Con il contesto fornito finora, guardiamo il momento unipolare, che è l' argomento di molte discussioni accademiche e popolari da quando è collassata l’Unione Sovietica, 20 anni fa, lasciando gli Stati Uniti come unica superpotenza globale al posto di essere la prima superpotenza, come prima. Apprendiamo molto sulla natura della guerra fredda e dello sviluppo degli avvenimenti da allora, guardando come reagisce Washington di fronte alla sparizione del suo nemico globale, "la cospirazione monolitica e spietata per conquistare il mondo", come la descriveva Kennedy.

Qualche settimana dopo la caduta del Muro di Berlino, gli Stati Uniti hanno invaso il Panama. Lo scopo era di sequestrare un delinquente minore, che fu portato in Florida e sentenziato per crimini che aveva commesso, in gran parte, mentre veniva pagato dalla CIA. Da valoroso amico si è trasformato in un malvagio demone per aver cercato di assumere un atteggiamento di sfida e di farla franca, andandoci cauto nel sostegno alle guerre terroristiche di Reagan in Nicaragua.

L’invasione è costata la vita a diverse migliaia di persone povere in Panama, secondo fonti panamensi, ed ha restaurato il dominio dei banchieri e trafficanti di droga legati agli Stati Uniti. E’ stato poco più che una nota a piè di pagina nella storia, ma per alcuni aspetti ha rotto la tendenza. Una di queste è stato che si è reso necessario contare su una nuova scusa, e questa è arrivata in fretta: la minaccia di narcotrafficanti di origine latina che cercavano di distruggere gli Stati Uniti. Richard Nixon aveva dichiarato guerra alla droga, ma ha avuto un ruolo nuovo e significativo per il momento unipolare.

Fonte: http://www.voltairenet.org/article162390.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

11 ottobre 2009

I DOTTORI DELLA CIA



di Colin A. Ross


Il mio libro, I Dottori della CIA [1], è basato su 15.000 pagine di documenti che ho ricevuto dalla CIA grazie alla Legge sulla Libertà d'Informazione e dozzine di articoli pubblicati in riviste mediche. Questi documenti riportano i risultati della ricerca finanziata dall'Ufficio di Ricerca Scientifica dell' Air Force, dal Dipartimento dell'Esercito, dall' Ufficio di Ricerca della Marina e dalla CIA. Dal 1950 al 1972 la CIA ha finanziato ricerca TOP SECRET in molte importanti università, tra cui Harvard, Yale, Cornell, Johns Hopkins and Stanford. C'è stata una serie di programmi di controllo mentale della CIA che ha compreso BLUEBIRD, ARTICHOKE, MKULTRA, MKSEARCH e MK-NAOMI.

MKULTRA e programmi correlati hanno avuto numerosi scopi che si sono sovrapposti. Uno è stato acquistare farmaci per il controllo mentale dai fornitori. Un altro è stato quello di stabilire rapporti con ricercatori che avrebbero potuto poi essere utilizzati come consulenti a livello TOP SECRET. Il principale obiettivo di questi programmi è stato quello di conoscere come migliorare interrogatori, cancellare e inserire memorie, e creare e mettere in azione Candidati Manciuriani. Tutto questo è descritto chiaramente ed in modo esplicito nei documenti della CIA declassificati [2], i quali offrono uno sguardo dentro la punta dell'iceberg del controllo mentale della CIA e militare.

Gli esperimenti di controllo mentale della CIA sono stati connessi a radiazioni, armi chimiche e biologiche, esperimenti condotti su bambini, pazienti in stato comatoso, donne in gravidanza, la popolazione in generale e altri gruppi inconsapevoli che non avevano alcuna idea di essere sottoposti ad esperimenti segreti. Radiazioni, batteri e funghi sono stati rilasciati sopra aree urbane. Un'ampia nuvola di radiazione è stata rilasciata su Spokane durante l'OPERAZIONE GREEN RUN; è stato iniettato plutonio in un paziente comatoso a Boston dal dottor William Sweet, un membro del team sugli elettrodi cerebrali ad Harvard; è stato posto plutonio nei cereali di bambini handicappati mentali della Fernald School nel New England; è stato iniettato plutonio a 751 donne in gravidanza alla Vanderbilt University; è stato rilasciato nell'aria a San Francisco il batterio serratia marcescens, causando una serie di infezioni, ed è stato iniettato plutonio ad un amputato all'Università di Rochester. Tutti questi esperimenti sono stati condotti senza alcun consenso informato o significativo follow-up. Allucinogeni, marijuana, anfetamine e altri farmaci sono stati somministrati ai detenuti tossicodipendenti a Lexington, Kentucky, malati terminali di cancro al Georgetown University Hospital, colpevoli di reati a sfondo sessuale ricoverati allo Ionia State Hospital nel Michigan e clienti raccolti da prostitute assunte dalla CIA a San Francisco e New York.

La maggior parte di questi esperimenti sono stati condotti da psichiatri con autorizzazione TOP SECRET. Tra questi Louis Jolyon West, Direttore del Dipartimento di Psichiatria presso l'Università di Oklahoma e in seguito alla UCLA; il dottor Robert Hyde a Boston; il dottor Carl Rogers all'Università di Wisconsin; il dottor Martin Orne ad Harvard; il dottor Charles Osgood presso l'Università dell'Illinois; il dottor James Hamilton alla Stanford; il dottor Charles Geschichter presso l' Università di Richmond e il dottor Harold Abramson e il dottor Harold Wolff alla Cornell. Altri sicuri aderenti TOP SECRET all'MKULTRA comprendono il dottor Maitland Baldwin, un neurochirurgo al National Institutes of Health ed il dottor Carl Pfeiffer, un farmacologo presso la Emory.

I medici della CIA hanno violato tutti i codici di deontologia medica risalenti a Ippocrate, compreso il Codice di Norimberga. I soggetti sottoposti agli esperimenti non sono stati informati circa i reali scopi degli esperimenti, non hanno dato il proprio consenso informato, non si sono offerti come volontari e non hanno ricevuto alcun significativo follow-up. Come descritto dagli psichiatri in articoli pubblicati, esperimenti con LSD e altri allucinogeni, uniti a deprivazione sensoriale, elettroshock ed altre tecniche di interrogatorio, hanno condotto a psicosi e morte tra altri “effetti collaterali“. Lo scopo di questi esperimenti è stato quello di osservare come una persona potrebbe essere facilmente posta in uno stato psicotico o essere controllata.

In una serie di progetti MKULTRA [3], la CIA ha pagato un ex ufficiale dell'Ufficio Narcotici, George White, per allestire case protette a San Francisco e New York le quali furono adibite come bordelli. In seguito George White ha assunto prostitute per adescare clienti nei bar, condurli nelle case protette, somministrargli LSD a loro insaputa, e poi avere con loro rapporti sessuali. Gli agenti della CIA hanno guardato il sesso tramite specchi nascosti. I documenti del progetto hanno dichiarato che lo scopo degli esperimenti è stato quello di esaminare gli effetti dell'LSD su soggetti inconsapevoli, in condizioni che hanno mimato un interrogatorio di un operatore straniero.

In una delle note contenute nei files MKULTRA per questi progetti, tuttavia, un altro scopo dell'operazione casa protetta è stato rivelato. La CIA stava effettivamente testando la performance delle identità “Jekyll-Hyde“ che avevano creato nelle prostitute. Essi hanno voluto osservare se avrebbero potuto creare spie di sesso femminile o agenti di sesso femminile con personalità alternate controllabili. Un altro scopo di questi esperimenti è stato quello di esaminare le prostitute Candidate Manciuriane della CIA in condizioni che hanno mimato un'operazione in campo. Ai clienti è stato dato LSD come parte di una montatura per testare le Candidate Manciuriane donne della CIA prima del loro utilizzo in operazioni reali ( la missione consisteva nell'avere rapporti sessuali per estorcere informazioni dagli individui presi come obiettivo ). Il reclutamento di prostitute di strada ha fornito un ulteriore livello di copertura per l'esame dei Candidati Manciuriani, in più esso ha fornito gratuitamente pornografia live per gli agenti della CIA.

In altri esperimenti, condotti dal dottor Jose Delgado a Yale e dai dottori Vernon Mark, Frank Ervin and William Sweet ad Harvard, sono stati impiantati elettrodi cerebrali nelle persone e il loro stato mentale e comportamento è stato controllato da un computer remoto trasmettitore radio. Questi esperimenti sono stati condotti con il finanziamento dell' Office of Naval Research. Negli esperimenti alla Tulane, finanziati da parte della CIA e dell'Esercito, l'impianto di elettrodi cerebrali è stato associato all'iniezione di mescalina e altre sostanze direttamente nel cervello dei soggetti sottoposti ad esperimento.

BLUEBIRD, ARTICHOKE ed MKULTRA sono stati i precursori degli attuali programmi estremi di interrogatorio utilizzati dalla CIA nelle prigioni segrete al di fuori degli Stati Uniti. Water-boarding, scosse elettriche, incappucciamento, deprivazione prolungata dal sonno, minacce di morte e altre tecniche discusse al Senato e al Congresso e nei media, sono, a mio giudizio, elementi di un ritrovo ristretto, una strategia della CIA in cui una piccola parte della verità viene rivelata in modo tale da mascherare la maggior parte della verità. Nessuno di questi esperimenti o programmi operativi sarebbe possibile senza la partecipazione di medici, psichiatri e psicologi. I medici sono direttamente coinvolti nella sperimentazione delle tecniche di interrogatorio e nel monitorarne i loro effetti.

Lo scopo degli esperimenti di controllo mentale è quello di controllare il comportamento umano: fare in modo che gli avversari si aprano durante un interrogatorio; proteggere informazioni segrete attraverso ricordi cancellabili; creare spie più resistenti all'interrogatorio perché l'informazione segreta è custodita da identità nascoste e creare persone più inclini ad essere influenzate, al controllo sociale ed alla suggestione. Esso non ha nulla a che fare con il trattamento medico, l'alleviare la sofferenza o il curare la malattia. Gli esperimenti di controllo mentale ed i programmi operativi violano i diritti umani fondamentali e tutti i codici di etica medica.

Il dottor Colin Ross è uno psichiatra, ricercatore di fama internazionale, autore e docente. Oltre a "The CIA Doctors and Military Mind Control", egli è anche autore di Project Bluebird, in cui egli espone immorali esperimenti condotti dagli psichiatri per creare amnesia, nuove identità, codici di accesso ipnotico, e nuovi ricordi nella mente dei soggetti sperimentali. La sua ricerca si basa su 15.000 pagine di documenti ottenuti grazie al "Freedom of Information Act". Il dottor Ross è ex-presidente della International Society for the Study of Dissociation. Egli è il fondatore e presidente del Colin A. Ross Institute for Psychological Trauma.

[1] Colin A. Ross (2006). The CIA Doctors: Human Rights Violations By American Psychiatrists. Richardson, TX: Manitou Communications.
[2] http://www.wanttoknow.info/mindcontrolinformation
[3]video http://www.strangescience.tv/

Fonte: http://www.prisonplanet.com/the-cia-mind-control-doctors-from-harvard-to-guantanamo.html

Tradotto e segnalato da Giovanna

10 ottobre 2009

PROGETTO INDECT: UNA GRANDE POLIZIA VIRTUALE EUROPEA

Diversi gruppi difensori dei diritti civili hanno mostrato preoccupazione per il Progetto Indect, che pretende di creare una rete automatizzata di controllo in tutta Europa.

Secondo un' intervista pubblicata dal giornale britannico The Telegraph, l’UE ha investito 11 milioni di euro per finanziare un progetto conosciuto come il Progetto Indect. In questo progetto lavorano la polizia nordirlandese e investigatori di dieci paesi europei, tra cui la Carlos III di Madrid.
Fondamentalmente, il progetto che ha cominciato a funzionare quest’anno e durerà 60 mesi, consiste nel creare un' infrastruttura per il registro e scambio di dati e contenuti multimediali e l' elaborazione intelligente di queste informazioni per rilevare automaticamente “minacce, comportamenti anormali o violenza”.

Il sistema si nutrirebbe di immagini captate dalle camere di videosorveglianza installate in numerosi spazi pubblici, per esempio per facilitare alla polizia dei diversi paesi della UE la localizzazione e il pedinamento di veicoli sospetti.
Ma quello che è realmente inquietante è verificare che tra i suoi potenziali conseguimenti c'è il fatto che il progetto promette anche la costruzione di agenti incaricati di monitorare automaticamente pagine web, forum di discussione, gruppi UseNet, reti P2P o computer, anche individuali.

Il progetto è stato qualificato come “orwelliano” da diverse organizzazioni che difendono i diritti civili, che si chiedono il perché della necessità di sviluppare una simile infrastruttura e qual è la convenienza nello spendere i fondi comunitari in questo tipo di iniziative.
Per esempio, Shami Charabarti, direttore della ONG umanitaria Liberty, lo ha qualificato come un “passo tenebroso”. “Un simile progetto creato in un solo paese sarebbe già grave ma livello europeo mi spaventa”, ha aggiunto.

Il fatto è che l’UE sembra sempre più disposta a investire in questo tipo di programmi di controllo in massa. Quest’anno aumenterà di un 13% i fondi destinati alla lotta contro la criminalità e terrorismo e controllo dell’immigrazione, fino a destinare più di 1 miliardo di euro in queste partite.

Fonte: http://www.cubaperiodistas.cu/noticias/septiembre09/29/08.htm

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

9 ottobre 2009

COSA ACCADRA' ALLA MONETA USA?

Gli stati produttori di petrolio negano la sostituzione del dollaro



In uno scenario di voci crescenti che hanno fatto cadere la divisa statunitense, le grandi nazioni produttrici di petrolio hanno smentito, martedì, un' informazione pubblicata dal giornale britannico per il quale gli stati arabi stanno realizzando negoziazioni segrete con la Russia, Cina, Giappone e Francia per sostituire il dollaro con un paniere di divise nel commercio del petrolio.

Il dollaro statunitense è arretrato dopo la versione lanciata dal giornale britannico The Indipendent che citava fonti “non identificate” negli stati del golfo e fonti bancarie cinesi a Hong Kong.

The Indipendent ha scritto che la proposta segnalava che il commercio del petrolio sarebbe cambiato nel giro di nove anni in un paniere di valute, tra cui ci sarebbe stato lo yen giapponese e lo yuan cinese, l’euro, l’oro e la nuova moneta unificata per le nazioni nel Consiglio di Cooperazione del Golfo, al quale appartengono l’Arabia Saudita e il Kuwait.

“Sono state condotte riunioni segrete da parte di ministri della Finanza e governatori delle banche centrali in Russia, Cina, Giappone e Brasile per lavorare al piano, e questo significherà che il petrolio non sarà quotato in dollari”, ha detto la versione del giornale britannico, aggiungendo che anche la Francia è stata coinvolta nei colloqui.
The Indipendent ha rilevato che le autorità statunitensi erano al corrente delle riunioni, ma che non avevano informazioni sui dettagli e sicuramente “lotteranno contro questo complotto internazionale”.

Ma alte cariche saudite e russe che hanno partecipato ad una riunione del FMI ad Istanbul, hanno negato che ci siano state simili negoziazioni.

Muhamad al Yaser, presidente della banca centrale dell’Arabia Saudita, ha detto che la notizia uscita sul giornale britannico è “assolutamente non corretta”. Quando i giornalisti gli hanno chiesto se il suo paese era coinvolto in affari di questo tipo, ha risposto allo stesso modo.

Il viceministro della Finanza della Russia, Dmitry Pankin, ha detto “ Non abbiamo assolutamente discusso di questo.”

Il ministro algerino delle Finanze, Karim Djudi, ha dichiarato a Reuters: “I paesi produttori del petrolio hanno bisogno di stabilizzare le loro entrate, ma (….) non vedo la necessità per il commercio del petrolio che sia espresso in modo diverso”.

Il governo giapponese ha detto che non era a conoscenza delle trattative per porre fine l'uso del dollaro nel commercio del petrolio.

La possibilità di cambiare il commercio del petrolio dalla sua quotazione in dollari statunitensi è stato affrontato sporadicamente negli ultimi anni, ma analisti ed esperti dicono che è poco probabile che avvenga presto.

“Non credo che vedremo azioni a partire da tali discussioni perché anche quando il dollaro è debole, non significa che le materie prime siano svalutate” ha detto David Moore, analista di materie prime del Commonwealth Bank of Australia.

“Di fatto, quando il dollaro si indebolisce, i prezzi delle materie prime tendono ad incrementarsi per una proporzione più alta”, ha affermato.

La Russia ha posto la questione pubblicamente di fronte alla debolezza e la volatilità della divisa statunitense, che è stata compromessa dagli enormi deficit di bilancio e commerciali degli Stati Uniti.

L’Iran ha cominciato a quotare la maggior parte delle sue esportazioni di petrolio in divise diverse dal dollaro, specialmente in euro, da molti anni, ma il prezzo attuale del suo combustibile è stabilito con la moneta statunitense.

Il dollaro statunitense scendeva martedì, dopo che era stato diffuso l’articolo su The Indipendent, mentre gli analisti si mostravano cauti prima di dargli troppa importanza, specialmente considerato il tempo di transizione di nove anni. Nel frattempo, il prezzo del petrolio è salito sopra i 71 dollari al barile.

Nonostante le smentite, il problema sembra essere ricorrente in diversi scenari, tra cui Istanbul, dove si svolge la conferenza annuale dell' FMI.

Lì il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick- che è stato sottosegretario di Stato degli Usa, ha detto di credere che il dollaro non sarebbe stato in futuro la moneta dominante.

“Il dollaro, l’euro, lo yuan remibi formeranno un paniete di monete. Il mondo sarà differente. E la recessione ha accelerato questo processo”, ha detto.

Cosa succederà al dollaro?

Per il Wall Street Journal, il dollaro potrebbe continuare a cadere nelle prossime settimane con gli investitori che scommettono che altri paesi aumenteranno il tasso d'interesse prima della Federal Reserve, e questo impulsa il ritorno su queste monete.

La caduta del dollaro è peggiorata nel terzo trimestre che è appena finito man mano che le economie del mondo hanno mostrato segni di recupero ed gli investitori hanno trasferito il loro denaro a alternative più rischiose alla ricerca di ritorni più alti.

Durante il terzo trimestre, la divisa statunitense ha perso il 4,1% del suo valore contro l’euro e il 6,8% contro lo yen giapponese, quando ha raggiunto il suo livello più basso dalla fine di gennaio.

Per mesi, il dollaro ha avuto la tendenza a scendere dopo che si sono annunciate notizie positive, che gli speculatori hanno interpretato come il segnale che era ora di abbandonare rifugi sicuri come la moneta statunitense e andare alla ricerca di investimenti più rischiosi e redditizi.

Tuttavia, le promesse delle autorità politiche e monetarie di continuare a stimolare l'economia per sostenere la ripresa hanno convinto gli investitori che gli Stati Uniti non alzeranno i tassi di interesse a breve.

Gli sforzi del governo statunitense di iniettare denaro nell’economia ha permesso di ridurre considerevolmente il costo dei prestiti in dollari, in un momento in cui gli attivi statunitensi offrono dei ritorni scarsi.

La stessa debolezza del dollaro, però, potrebbe aiutare a frenare la sua caduta prima della fine dell’anno, pronosticano analisti ed investitori.

La caduta del dollaro, per il Journal, potrebbe cominciare a invertirsi se la moneta cade troppo: alla lunga, i responsabili delle politiche monetarie dell’Asia e dell’Europa potrebbero cominciare a lamentarsi della debolezza della moneta USA che danneggia la loro capacità d’esportare beni negli Stati Uniti.

Se l’euro e lo yen continuano a rafforzarsi, per esempio, il prezzo delle esportazioni europee e asiatiche aumenteranno di costo nei mercati internazionali.

“E’ possibile che ci siano ancora delle difficoltà, ma si potrebbe dire che la caduta del dollaro ha raggiunto il suo limite”, secondo l’opinione di Alan Wilde, direttore del reddito fisso e valuta estera al Baring Asset Management, a Londra.
Gli analisti concordano sul fatto che il dollaro è una moneta chiave per il commercio internazionale. Molti paesi realizzano le loro transazioni commerciali in dollari non solo negli USA, ma anche in altri paesi.

Esiste anche il rischio che l’aumento dei tassi d’interesse superiori a quanto previsto, o un' importante crisi nei mercati emergenti, attirino gli investitori di nuovo verso dollaro nei prossimi mesi. “Ci troviamo quasi alla fine della partita” dice Stephen Jen, direttore gerente nel BluGold Capital Management LLC, in relazione alla traiettoria del dollaro. “Raccomando di agire con cautela”.

Per il Financial Times “coloro che firmano per la caduta del dollaro affrontano un paradosso. Se il dollaro statunitense va a picco, difficilmente lo farà da solo. Quando l’anno scorso è scoppiato il panico in tutto il mondo, gli investitori si rivolsero alla moneta del paese con la democrazia stabile e più ricca. Non hanno richiesto renminbi o rupie. Gli stessi problemi che preoccupano coloro che vedono la caduta totale del dollaro potrebbero finire per essere i motivi per investire nella divisa”.

E c’è una spiegazione del perché una caduta del dollaro trascinerebbe con se tutto il sistema:

  • Il dollaro è implicato nell' 86% dei $3,2 miliardi di transazioni giornaliere di divise nel mondo, spesso come un passaggio intermedio per lo scambio con altre divise, a quanto afferma la Banca Internazionale di Pagamenti. Anche se questo costituisce una discesa in relazione al 90% che rappresentava nel 2001, nessuna divisa si avvicina a tanto.
  • Quasi due terzi delle riserve delle banche centrali del mondo sono denominate in dollari, nonostante la paura che si produca un esodo in massa della divisa. L’Euro rappresenta circa una quarta parte, un aumento del 18% rispetto al 1999, quando venne introdotto, ma meno della partecipazione delle sue divise anteriori al 1995. Dato che gli USA sono dei soci commerciali così importanti per tanti paesi, non è facile diversificare le riserve delle banche centrali.
Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/norteamerica/0097_niegan_sustitucion_dolar_06oct09.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

8 ottobre 2009

ORDINAMENTO MENTALE: LA GUERRA DEI BRANCHI

In questo scenario, segnato dalle antinomie escludenti della sinistra e della destra, noi, di IAR Noticias, stiamo cercando di stabilire il nostro proprio ordine mentale per mettere ogni pezzo al suo posto.

“Collochiamoci nell’ “arco ideologico” del nuovo ordine mondiale: La “ sinistra” (come sempre) è in guerra contro la “destra”. Ma questa guerra, differisce sostanzialmente da quella disputata durante la “guerra fredda” tra la Russia ( la sinistra internazionale” e il blocco occidentale USA- Europa ( “la destra internazionale”).


A quell’epoca si trattava di una “ guerra tra sistemi”, economici, politici e militari differenziati che si contendevano il pianeta diviso in aree d’influenza. Al di sotto di questa guerra, partiti politici e organizzazioni rivoluzionarie definivano una frontiera di guerra della “destra” contro la “sinistra”, in termini di “difesa del sistema” ( la “destra”) o di “cambio del sistema” (“la sinistra”).


Di conseguenza, il confronto era ideologico, economico, politico e militare, cioè di natura totalizzata e strutturale. Sotto l’ombrello della “guerra fredda” USA-URSS, in Asia, Africa e America Latina, la “sinistra” lottava in modo totalizzante contro la “destra” che controllava il potere economico, il potere politico e il potere militare, cioè, lottava per distruggere lo Stato capitalista e le sue istituzioni che lo sostenevano. Chi vinceva eliminava l’altro, e viceversa.


Il quadro operativo e strategico si definiva per l’oggetto cercato: La sinistra voleva eliminare alla radice il sistema capitalista ( cioè la “ destra”) della proprietà privata e sostituirlo con un altro sistema di tipo sociale ugualitario e senza lo sfruttamento dell’uomo per l’uomo. E la “destra” voleva tutto il contrario: distruggere la sinistra per preservare il sistema capitalista.


Questa guerra di “sistemi” della “destra”- il sistema- contro la “sinistra”-l’antisistema- dove si affrontavano chi voleva l’ “uomo nuovo” della rivoluzione e chi difendeva lo status quo dell’ “uomo vecchio” del sistema capitalista, ha vissuto un cambio qualitativo, un salto trasformazionale storico, quando il capitalismo finì con il sistema socialista dell’ URSS negli anni 90.


Collassato il sistema socialista dell’ URSS e lo schema dell’ordine mondiale “bipolare”, il sistema capitalista è sparito in un ordine internazionale “unipolare” con gli Stati Uniti come potenza reggente. Nel vertice del triangolo, finì la “guerra tra i sistemi”, ed iniziò la “ guerra inter-sistema” con le potenze mondiali in competizione tra di loro per aree d’influenza ( geopolitica, militare ed economica) e senza rompere l’ordinamento internazionale del sistema capitalista.


In questo nuovo scenario, emergente dopo la fine della “guerra tra i sistemi”, la “guerra della sinistra contro la destra” ha anche sperimentato un salto qualitativo e trasformazionale.


Il teatro del confronto è sopravissuto ma la sua cornice ha cambiato il contenuto dottrinario e degli obiettivi strategici. La “nuova sinistra” e la “nuova destra” non combattono militarmente da poli differenziati e escludenti (sistema e antisistema) ma si disputano una guerra politico-ideologica convivendo dentro uno stesso sistema.


Nella nuova cornice di disputa, la “sinistra” e la “destra” non sono più nemici escludenti (rivoluzione vs controrivoluzione) ma rivali politici-ideologici che convivono e competono per il controllo dello Stato capitalista. Il teatro del confronto non è più economico–politico -militare , ma ideologico–politico-elettorale dentro norme fissate per preservare il sistema dominante.


La polarizzazione ideologica, non si definisce più per una guerra per lo sterminio di uno o di un altro (sistema vs antisistema) ma per una competizione stabilita nell’ordinamento (e le regole) della “governabilità” , la “stabilità” e la “pace sociale” del sistema capitalista.


La “sinistra” e la “destra” non fanno più le loro guerre in scenari clandestini asimmetrici della lotta armata, o in quadri sociali di scioperi e conflitti violenti, ma lo fanno attraverso le mobilitazioni pacifiche e dei processi elettorali inquadrati nella “legalità” del sistema.


Svuotata dal suo contenuto di “antisistema”, oggi la sinistra continua ad essere in guerra contro la “destra”, non per distruggere lo Stato capitalista ma per averne il controllo al suo posto. La “nuova sinistra” ha ribaltato il quadro ideologico- dottrinario. Non combatte strutturalmente contro la “destra” per distruggere al sistema capitalista, ma per “trasformarlo” (riformarlo senza toccare la sostanza essenziale del sistema della proprietà privata e del dominio dell’uomo sull’uomo).


In termini dottrinari, la nuova “sinistra” (nella sua espressione governativa) non lotta contro la “destra” per sostituire lo Stato capitalista, ma lotta contro la “destra” per “ socializzare” il sistema capitalista dall' interno senza toccare le sue strutture storiche di dominio e potere.


In altre parole, competere con la “destra” per presiedere la politica senza distruggere l' “ordinamento economico” (sistema economico- produttivo controllato dal capitale privato), l’ordinamento politico (Stato capitalista controllato da gruppi e corporazioni capitaliste) e l’ “ordinamento sociale” (valori basati sull’individualismo e la società del consumo).


Dentro di questo nuovo schema di polarizzazione “sinistra” vs “ destra”, la guerra non si definisce più per la “mutua distruzione” assicurata ma per la ricerca di una posizione dominante dentro uno stesso ordine economico, politico, militare e sociale stabilito.


Finita la guerra politico–elettorale, la “sinistra”, sia quanto la “destra”, difendono gli stessi valori istituzionali del sistema capitalista: “ordine democratico”, “ stato di diritto” e “ pace sociale”, con sostentamenti basici della preservazione dello Stato e della società capitalista della proprietà privata.


E questo, a sua volta, spiega la nuova cornice di alleanze internazionali. La “nuova sinistra” non si appoggia ad un sistema mondiale alternativo al capitalismo (come lo era l’Unione Sovietica) ma ad alleanze internazionali con partiti o governi di “sinistra”, sia dei paesi imperialisti centrali come del mondo periferico o emergente.


E questo, a sua volta, giustifica l' alleanza della “sinistra governativa” latinoamericana con Obama e il Dipartimento di Stato degli USA, contro la “destra” dell’Honduras che realizzò il colpo di Stato con il sostegno dei conservatori della “destra” statunitense.


Nella sua guerra per aree d’influenze dentro dello stato capitalista , sia la “sinistra” che la “destra” mantengono una coincidenza basica: Il sostenimento del “sistema democratico” come quadro dell’ordinamento essenziale per risolvere i loro conflitti per il potere interno.


Tutti e due, “sinistra” e “destra” , coincidono con il rifiuto della “lotta armata” e dei “conflitti violenti”, rifiuto che il sistema richiede per mantenere le sue strutture economiche, politiche e militari senza alterazioni.


Precisamente, questo “ordine” stabilito era minacciato dalla “sinistra antisistema” militarizzata della “guerra fredda”, e la risposta alla sua azione erano i colpi militari della “destra” sostenuti dagli Stati Uniti.


In questo nuovo quadro di scontro (stabilito dalla guerra politica – elettorale), la “nuova sinistra” (a differenza della sinistra della guerra fredda) non lotta contro l’Impero capitalista come totalità strategica e funzionale, ma lotta per trasformarsi in alternativa alla “destra” di questo stesso sistema.


Riassumendo, il sistema capitalista unipolare (con gli USA come potenza reggente) non soltanto ha finito con il conflitto “tra sistemi” a livello internazionale, ma ha anche finito con la “sinistra antisistema” integrandola come alternativa di governo alle sue strutture di dominio del mondo.


E già esistono laboratori sperimentali di processi sociali e politici con esperienza in gestione della “nuova sinistra” a capo del Sistema capitalista.


Nella sua tesi teorica liminare, la “nuova sinistra” (come detto da Chàvez) si prefigge di socializzare il capitalismo senza guerre militari nè prese del potere, con lo stesso strumento (lo Stato) che usa il capitalismo per fare l’opposto: Concentrare ricchezze e proprietà private in poche mani portando la maggior parte della popolazione alla povertà e ad essere esclusi socialmente.


Questa teoria presuppone che il sistema capitalista ( la cui essenza storica è la concentrazione della ricchezza in poche mani) potrebbe all’improvviso riconvertirsi in “socialista” con i multimilionari rinunciando passivamente alle sue fortune e alle corporazioni e banche transnazionali dividendo i suoi attivi e strutture aziendali tra quelli che hanno meno.


E questo implicherebbe anche che gli Stati Uniti rinuncerebbero all' egemonia del dollaro mettendo in clausura il tempio finanziario di Wall Street e convertirebbe i suoi arsenali, basi militari e flotte nucleari in santuari pacifisti dando il potere a chi vuole trasformare il capitalismo in socialismo senza sparare un solo colpo.


In termini di emergente sociale, l’applicazione di questa tesi nel Venezuela ha dato dei risultati: La metà della società venezuelana è con Chavez e l’altra metà cospira per ucciderlo o farlo cadere.


E questo ha una lettura strategica: Il processo venezuelano (a livello di accumulazione e di salto qualitativo) si risolverà solo attraverso uno sviluppo violento dove Chavez sopprima il sistema o il sistema sopprima Chavez. Un' ipotesi che non entra nei parametri rivelati dalla guerra politico-elettorale tra “sinistra” e “destra”.


In questo scenario, marcato dalle antinomie escludenti della sinistra- destra, noi, quelli che fanno IAR Noticias, stiamo cercando di stabilire il nostro proprio ordine mentale per mettere ogni pezzo al suo posto.


Non vogliamo cadere nel bianco e nero della guerra dei media di “sinistra” e di “destra”, senza spiegare la strategia della manipolazione e l’approfittare del sistema che la contiene e la usa.


Tra l' essere branco dentro il sistema ed avere identità propria, preferiamo l’identità propria fuori dal sistema.


A volte sembra che lottiamo contro il mondo, ma facciamo solo controinformazione (informazione, trasformazione e sintesi) di un sistema che è riuscito ad assimilare ed integrare nella sua strategia di dominio il suo proprio nemico storico.


Possibilmente, questo scenario delle false antinomie tra “ sinistra” e “destra” è stato quello che il Che Guevara aveva scoperto quando è morto da solo e impugnando il fucile nella selva boliviana.


Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/contrainformacion/0069_guerra_excluyente_3octt09.html


Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

IL "RODO" ALFANO

Eggià cari miei, la Corte Costituzionale si è dichiarata contraria al Lodo Alfano, che in un non nulla si è trasformato in un "rodo" Alfano per l’utilizzatore finale. Ho solo provato ad immaginare le facce di giubilo del popolo quando ieri sera è stata messa in onda la prima intervista all’imputato con gli occhi gonfi, (gli rodeva eccome)….

Però conigllietti miei c’è un però. Non so se avete notato che ieri sera sono mancate le dichiarazioni dei portatori d’acqua Dalema, Rutelli, Fassino. Devono essere rimasti sgomenti e devono essersi riuniti per trovare una soluzione che consenta loro di continuare a gridare contro il capo del governo e intanto a scrivere libri con la sua casa editrice.

Pure le polemiche di ieri sera dall’insetto scuro (al secolo bruno vespa) con accuse reciproche e sdegnate puntualizzazioni, sono aria fritta; perché il paese si trova in questo nulla culturale, costituito da occupazioni radiotelevisive di questa o quell’altra parte, di editoria asservita e foraggiata da contributi statali o da imprenditori interessati, di politici che scappano non appena vedono i primi segni di affondamento della nave, molto prima dei topi e subito dopo le puttane…

Un pò il piccolo di Arcore mi fa pena, ormai gli restano fedeli il fido emilio, l’insetto scuro e il legaiolo che sembra tornato nel coma nel quale viveva prima dell’ictus.


Fonte: http://www.appelloalpopolo.it/


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