La ribellione popolare haitiana ha impedito il "golpe elettorale" che aveva preparato il Governo di Michel Martelly, con l'appoggio della Casa Bianca, per perpetuare al potere gli eredi del regime di François Duvalier. Il secondo turno doveva realizzarsi il 22 gennaio - inizialmente previsto per il 27 dicembre - per eleggere il successore di Martelly che ha concluso il suo mandato domenica 7 febbraio.L'opposizione di sinistra denuncia l'occupazione coloniale che patisce l'isola dall'intervento militare di Stati Uniti, Canada, Francia e Cile che rovesciò il presidente eletto Jean-Bertrand Aristide, il 29 febbraio 2004. Mesi dopo le Nazioni Unite, che non condannarono l'intervento militare, insediarono la Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTAH) con più di 7.000 militari effettivi, in maggioranza appartenenti a paesi latinoamericani come Brasile, Uruguay e Argentina (che apportano metà del contingente), ma anche di Bolivia, Cile, Ecuador, El Salvador, Colombia, Paraguay, Perù e Guatemala.
La popolazione haitiana rifiuta decisamente una presenza militare che non ha richiesto e che genera situazioni di violenza permanenti.
La strategia di Washington consiste nel comandare una guerra regionale più ampia istigando la Turchia, l'Arabia Saudita così come Israele a "fare loro il lavoro sporco per noi". Le forze del governo siriano insieme ai suoi alleati (Russia, Iran, Hezbollah) si sono scontrate, fino a poco fa, con i cosiddetti "ribelli dell'opposizione", composti in gran parte di terroristi "moderati" e mercenari, coadiuvati da forze militari e di intelligence degli USA e della NATO che combattevano tra i loro ranghi sotto copertura.
I terroristi affiliati ad Al Qaeda e all'ISIS sono supportati da USA e NATO insieme a Israele e ai loro alleati del Golfo Persico. La Turchia e l'Arabia Saudita, in stretto collegamento con Washington, hanno giocato un ruolo decisivo nel reclutamento, nell'addestramento e nel finanziamento dei terroristi. Fino ad ora, questa guerra per procura si è svolta senza un diretto confronto tra le forze alleate di USA e NATO e l'esercito siriano, che è militarmente supportato da Russia ed Iran.
Salah Lamrani, insegnante di francese in un college di Seine-Saint-Denis, sospeso per le sue attività di blogger, ha raccontato a RT le circostanze di questa decisione, giudicandole inqualificabili.
Dalla sua assunzione al college Romain-Rolland di Tremblay-en-France nel mese di settembre 2015, il giovane insegnante si è trovato di fronte a pressioni, come ha sottolineato nella sua intervista."Ho dovuto affrontare subito dei problemi con la mia direzione che non tollerava il mio attivismo sindacale all'interno dell'istituzione e sono stato apertamente oggetto di molestie, che mi hanno portato a mettermi in malattia per cinque settimane", ha spiegato.
Durante la sua assenza, la direzione, secondo Salah Lamrani, ha strumentalizzato la sua attività di blogger che ruota intorno al Medio Oriente.
I dati su cui si basa la dichiarazione di emergenza internazionale per il virus zika sono sorprendenti. Non per i rischi che l’espansione di questo virus comporterebbe, ma per la mancanza di evidenze tali da motivare una così magniloquente dichiarazione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) davanti ad una malattia lieve, con ben scarsi indizi di connessione con affezioni più gravi e senza una prova scientifica. Per supplire a questa assenza, l’ente aggiunge che, dato che il vettore della malattia – la zanzara Aedes Aegypti – è vettore anche del dengue e del chikungunya, si sta lottando contro i tre virus.
Questo contesto allarmista, puntato su aspetti singolari – “attacco” al vettore, isolato dalle sue cause – favorisce un approccio ridotto, errato e persino pericoloso. Ad esempio, la società Oxitec, che ha fatto controversi esperimenti con zanzare transgeniche, li promuove ora come “soluzione” (in realtà come affare) dell’espansione del zika, ovviamente senza menzionare i rischi connessi e il fatto che le zanzare transgeniche potrebbero addirittura peggiorare la situazione.
Partecipando (come ormai d’obbligo) all’incontro dei ministri della difesa Ue il 5 febbraio ad Amsterdam, il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha lodato «il piano degli Stati uniti di accrescere sostanzialmente la loro presenza militare in Europa, quadruplicando i finanziamenti a tale scopo».
Gli Usa possono così «mantenere più truppe nella parte orientale dell’Alleanza, preposizionarvi armamenti pesanti, effettuarvi più esercitazioni e costruirvi più infrastrutture». In tal modo, secondo Stoltenberg, «si rafforza la cooperazione Ue-Nato». Ben altro lo scopo. Subito dopo la fine della guerra fredda, nel 1992, Washington sottolineava la «fondamentale importanza di preservare la Nato quale canale della influenza e partecipazione statunitensi negli affari europei, impedendo la creazione di dispositivi unicamente europei che minerebbero la struttura di comando dell’Alleanza», ossia il comando Usa. Missione compiuta: 22 dei 28 paesi della Ue, con oltre il 90% della popolazione dell’Unione, fanno oggi parte della Nato sempre sotto comando Usa, riconosciuta dalla Ue quale «fondamento della difesa collettiva».
Fin dall'inizio del 2016, cè stato un vero e proprio proliferare di prognosi catastrofiche sullo stato asseritamente disastroso dell'economia cinese nei media occidentali. Noti organi di stampa come The Economist ed il Wall Street Journal hanno opinato che la domanda non è se, ma quando l'economia cinese andrà incontro ad una profonda recessione. Il Wall Street Journal ha dato alla Cina cinque anni di tempo prima che l'intero sistema collassi. L'Economist sostiene che Pechino ha malgestito l'economia cinese, in particolare cercando di controllare la propria valuta, lo yuan, per troppo tempo. Si è aggiunta a queste pessimistiche previsioni anche la banca d'affari Goldman Sachs, che ha consigliato i propri clienti di abbandonare la nave cinese che affonda portando in salvo il proprio denaro.
Si è spinta sino ad affermare che "la Cina sta rischiando un insostenibile aumento del suo rapporto debito/PIL che potrebbe portare il paese ad oltrepassare il punto di non ritorno ed a precipitare nell'instabilità economica e, con ogni probabilità, politica.
Pubblichiamo qui l’articolo inviatoci da Giulio Regeni, e sollecitato via e-mail a metà gennaio, sui sindacati indipendenti in Egitto. Ci aveva chiesto di pubblicarlo con uno pseudonimo così come accaduto altre volte in passato. Dopo la sua scomparsa, rispettando prudenza e opportunità, l’abbiamo tenuto nel cassetto sperando in un esito positivo della vicenda. Dopo il barbaro omicidio al Cairo del ricercatore friulano abbiamo deciso di offrirlo ai lettori come testimonianza, con il vero nome del suo autore, adesso che quella cautela è stata tragicamente superata dai fatti. Al-Sisi ha ottenuto il controllo del parlamento con il più alto numero di poliziotti e militari della storia del paese mentre l’Egitto è in coda a tutta le classifiche mondiali per rispetto della libertà di stampa. Eppure i sindacati indipendenti non demordono. Si è appena svolto un vibrante incontro presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati (Ctuws), tra i punti di riferimento del sindacalismo indipendente egiziano.
Rym Ben Fraj, 31 anni, è tunisina, blogger, traduttrice, editrice, diplomata precaria, membro della rete di traduttori Tlaxcala. Lavora come giornalista freelance. La ringrazio per aver risposto alle nostre domande. Milena Rampoldi: Quali sono i problemi principali della nuova generazione in Tunisia? Rym Ben Fraj:La marginalizzazione economica, sociale e dunque politica e culturale. La gioventù che ha fatto la rivoluzione non ha alcuna rappresentanza in parlamento o al governo. Ci sono almeno 250.000 diplomati disoccupati. In certe regioni la disoccupazione raggiunge l’80% dei giovani. La sola alternativa possibile – l’immigrazione clandestina – viene resa impossibile dal muro elettronico di Frontex nel Mediterraneo. I giovani che si rifiutano di farsi reclutare dallo Stato Islamico non hanno più altro obiettivo che la rivolta. Ma anche se organizzano una rivolta, lo stato non è in grado di soddisfare le loro rivendicazioni: una delle condizioni poste dalla Banca mondiale per i crediti concessi alla Tunisia consiste nel blocco delle nuove assunzioni nel settore pubblico.
Fare beneficenza è di certo una bella idea, ma
occorre fare una grande attenzione per evitare che i nostri soldi (molti o
pochi che siano) vadano nelle mani di chi non opera propriamente nel modo in
cui dice per indurre a fare la donazione.
In questo articolo faremo riferimento a Telethon, ma
sappiamo che esistono anche altre richieste di donazioni per le ricerche
scientifiche.
Telethon esiste da ben oltre venti anni, ed è assai
conosciuto perché ha una visibilità mediatica enorme. Si tratta di raccogliere
denaro in modi diversi, persino attraverso sms o chiamate telefoniche.
Per spingere a fare la donazione vengono messi in
campo artisti o personaggi di spettacolo molto noti e amati. Ad esempio, per
molti anni si sono dedicati a questa raccolta personaggi come Pippo Baudo,
Fabrizio Frizzi, Massimo Giletti, Raffaella Carrà, Tiberio Timperi, Milly
Carlucci e molti altri personaggi popolari.
Occorre sapere che la struttura chiamata “Telethon”
è stata creata apposta per chiedere soldi, e mette a punto tutti i modi
possibili, arrivando a raccogliere milioni e milioni di euro.
Nella tradizione ebraica il Golem è un tipo di robot creato dagli ebrei per servire il popolo eletto e i suoi interessi tribali.La storia più nota sul Golem è quella del rabbino Judah Loew ben Bezalel, anche detto Maharal diPraga (1513-1609). Si dice che Maharal formò un Golem di argilla per proteggere gli ebrei dall’accusa del sangue[1] e sostenerli per poter far fronte alle esigenze del lavoro fisico.
Il Golem ce l’ha fatta ad arrivare fino in Israele. I palestinesi intanto si sono abituati a venir sorvegliati continuamente da un gruppo di Golem volanti israeliani, anche detti “droni kashèr”.
Ieri si è saputo che l’Organizzazione Sionista Mondiale (WZO) ha investito in un nuovo cyber Golem sviluppato appositamente per spiare noi tutti. Sniper, il nuovo Golem, servendosi di un nuovo algoritmo si metterà alla ricerca di contenuti anti-ebraici in rete.
Uno studio recente ha stabilito che il trattato di Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP in inglese) rischia di cambiare in maniera radicale il modo in cui operano le piccole e medie aziende agricole attraverso un impiego maggiore d' ingegneria genetica e di carne trattata con ormoni.
Gli agricoltori europei si trovano nel bel mezzo di una crisi, il latte a prezzi stracciati, piccoli proprietari terrieri in rovina e continue sanzioni dell'Europa alla Russia.
Il colpo di grazia è all'orizzonte e potrebbe arrivare dall'incombente gigante del TTIP, il pianificato accordo di libero scambio tra EU e USA .
Se è vero che verranno uniformati gli standard dell'industria agricola alimentare tra i due blocchi commerciali, come sostengono i negoziatori da entrambi i lati dell'Atlantico, allora interi settori dell'agricoltura europea si troveranno seriamente minacciati.
La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, messa anche come preambolo alla Costituzione francese del 1791, le prime fasi della Rivoluzione, recita quanto segue: "considerando che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti dell'uomo sono le uniche cause delle sciagure politiche e della corruzione dei governi….". L'ignoranza viene indicata come prima causa di ogni male sociale e politico. Ma anche questa osservazione, che pare essere "per sempre", soffre l'usura del tempo storico.
Qualche decennio fa, un caso emblematico, il vice presidente degli Stati Uniti, Dan Quayle, secondo di George Bush, nel giugno del 1992 durante una visita ad una scuola elementare di Trenton, nel New Jersey, corresse la parola patata - potato - ad uno studente di quel livello che l'aveva scritta in modo corretto, aggiungendo una e alla fine della stessa e dimostrando così di non sapere, neppure, scrivere la parola patata in modo corretto, facendo peggio di un ragazzino delle scuole elementari. Sonora dimostrazione che la cultura non sempre viene vissuta come antidoto ai mali sociali.
La Fondazione Bill e Melinda Gates (BMGF) sta cercando di distorcere la direzione dello sviluppo internazionale, in modo pericoloso e senza rendere conto a nessuno.Con un patrimonio di 43.500 milioni di dollari, la BMGF è la più grande fondazione di beneficenza del mondo. Attualmente distribuisce più aiuti per la salute globale rispetto a qualsiasi governo. Di conseguenza, influenza notevolmente le questioni globali di salute ed agricoltura.
L’accusa è formulata in un nuovo rapporto di Global Justice Now intitolato “Gated Development[che potrebbe tradursi in Sviluppo guastato, il gioco di parole in inglese essendo intraducibile, ‘gated’ significa murato, NdE] La Fondazione Gates è sempre una forza del bene? Il rapporto afferma che ciò che fa la BMGF potrebbe in ultima analisi esacerbare le disuguaglianze globali e rafforzare ancora di più il potere capitalista mondiale.
L'analisi di Global Justice Now dei programmi della BMGFdimostra che i dirigenti della Fondazione provengono prevalentemente da grandi aziende usamericane. Di conseguenza, la domanda è: quali interessi sono promossi - quelli del capitalismo Usa o quelli della gente comune che cerca la giustizia sociale ed economica, piuttosto che la carità?
Le colorate manifestazioni a sostegno delle "unioni civili" hanno posto in secondo piano la furia di una tempesta abbattutasi per pochi giorni sulla società italiana. Nulla a che vedere con le tormente di neve americane. Si parla di elementi ben più violenti e non naturali: una tempesta finanziaria. Il crollo dei titoli bancari degli scorsi giorni ha rivelato importanti dettagli sulla direzione presa dalle società capitaliste nei deboli paesi del sud europa, tutti quanti interessati - guarda caso - da un insolito attivismo riformatore in materia di cosiddetti "diritti civili". E' come se si fosse aperto per un attimo il cofano motore di un veicolo complesso e straordinario consentendo ai più curiosi ed attenti di carpire importanti informazioni. Come spesso succede, molti avevano la testa girata da un'altra parte.
Cominciamo dal titolo bancario che ha subito la perdita più consistente: il Monte dei Paschi di Siena. Sulla chiacchierata banca, persino i fogli di regime come La Stampa (1) riportano come il consistente ribasso sarebbe stato dovuto ad un'abile manovra da parte di alcuni fondi speculativi (hedge funds) americani.
L’intervento di Fulvio Grimaldi al convegno “È la stampa, bellezza!“, domenica 24 gennaio 2016 nei pressi di Padova, organizzato da Francesca Salvador (Salus Bellatrix) a cui hanno partecipato, oltre a lui, Giulietto Chiesa, Maurizio Blondet, Bruno Ballardini, Matteo Simonetti e Massimo Mazzucco.
Relazione alla Conferenza Nazionale Palestina e dintorni, organizzata dal Fronte Palestina, Roma, 23 gennaio 2016. Ammonta a quasi 79 miliardi di dollari il budget finanziario che il governo israeliano ha destinato alle forze armate nei prossimi cinque anni; la metà di essi serviranno a implementare il cosiddetto "Piano Gideon" finalizzato ad accrescerne le capacità di combattere contemporaneamente in più teatri di guerra, "con un arsenale militare idoneo a protrarre gli interventi sia lungo il confine settentrionale con il Libano e la Siria che in altre aree conflittuali come la Striscia di Gaza, la West Bank o in Iran". Secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministero della difesa israeliano, il "Piano Gideon" prevede un'elevata prontezza, un'esemplificazione organizzativa, avanzate capacità di combattimento aereo, marittimo, terrestre e sottomarino, nuove infrastrutture "per rendere più efficiente il controllo delle frontiere", tagli agli organici del personale militare professionale o di leva, dei servizi di supporto e di quelli non legati direttamente alle operazioni di guerra. Gli strateghi militari di Tel Aviv puntano poi a sviluppare le performance dei centri strategici e delle reti informatiche, creando un Joint Cyber Command che centralizzi tutte le operazioni "offensive" d'intelligence e di raccolta dati sino ad oggi assegnate a diversi soggetti militari. Con il "Piano Gideon" sarà ulteriormente potenziata la dotazione missilistica avanzata grazie all'acquisizione di nuove batterie del sistema di difesa aerea "Iron Dome", all'installazione dei nuovi sistemi anti-missile a corto e medio raggio "David's Sling" e "Arrow-3", all'ammodernamento dell'"Arrow-2" già operativo da alcuni anni, ecc...
Nel bel mezzo del cosiddetto "cessate il fuoco" in Ucraina, i bombardamenti ancora continuano in molte regioni, come scrive la Donbass news agency, che denuncia anche che più di 20 soldati ucraini sono morti e oltre 200 sono ricoverati in ospedale per un virus mortale chiamato "California Flu",apparentemente diffusosi da un laboratorio USA nei pressi della città di Kharkov. Donbass News International reports Più di 20 soldati ucraini sono morti e oltre 200 sono stati ricoverati in ospedale in un breve periodo di tempo a causa di un nuovo virus letale, che risulta immune a qualsiasi medicinale.
Segreti di Stati Cap.13 - L'ammiraglio Falco Accame
"A questo punto si impone una precisazione sull'organigramma della "Organizzazione". In alto vi sono i servizi segreti (italiani ed americani) e importanti militari, ma al vertice, contrariamente a quanto si potrebbe credere, non vi sono uomini politici che dettano legge a loro discrezione, bensì alcune potenti società multinazionali (in questo caso molte americane, una tedesca, diverse italiane). Sono queste organizzazioni finanziarie che manovrano, questa volta sì a loro discrezione, certi uomini politici italiani."
Il 9 gennaio 2016, intorno alle 6:35 al chilometro 88 della strada R-86 che collega i quartieri di Angol a Los Sauces, al bivio Huequén, c'è stato un incidente stradale con conseguenze terribili. Nove persone sono state uccise e una gravemente ferita.Le identità corrispondono al guidatore Rodrigo Zambrano Flores (32), Fernando Canío Cuitiño (17), Aldo Pérez Sepúlveda (20), Bhayron Díaz Muñoz (19), Segundo Muñoz Alarcón (64), Nicolás Bravo Flores (18), María Garrido (33), Daniela Retamal (35) e Bárbara Henríquez di 17 anni, che lascia un bambino di 1 anno. L'unica superstite della tragedia, identificata come Madeleine Vallejos Muñoz (17), è ricoverata presso l'Ospedale di Angol e sarebbe stata trasferita all'Ospedale Hernan Henriquez Aravena di Temuco. Non è un evento straordinario che si verifica una volta su un milione e che quindi è imprevedibile.
È un qualcosa che punta i riflettori sulla "tratta di persone", comune nel lavoro stagionale e si verifica non solo in agricoltura, ma anche nei settore del turismo, del commercio ed altri, che vedono un aumento dell'attività in date specifiche (settimana santa, festività nazionali e di fine anno), tutto avvallato da una normativa come il subappalto, il lavoro part-time ed altre che sono state ammesse per consentire lo sfruttamento dei lavoratori in estenuanti giornate e senza controllo di qualsiasi tipo.
Al loro posto arriva Abacus: lo smartphone ci sorveglierà in continuazione per assicurarci che siamo proprio noi. Da qualche anno in qua Google ha iniziato a mostrare insofferenza nei confronti delle password, considerate (non a torto) l'anello debole della catena della sicurezza. Ha provato così a irrobustire i sistemi basati su password, introducendo per esempio l'autenticazione in due passaggi o sostituendo le password costituite da caratteri con un'identificazione biometrica. Però Google non è ancora soddisfatta. Il 2016, però, dovrebbe essere l'anno della svolta grazie a Project Abacus, creato per cestinare per sempre l'incerta sicurezza delle password per sostituirle con un sistema a prova di hacker. Abacus si basa non su un unico dato biometrico per identificare l'utente, ma su tutta una serie di dati biometrici che, combinati insieme, danno origine a un punteggio di fiducia (trust score). Se questo punteggio è abbastanza alto, l'identità dell'utente è confermata e questi può accedere allo smartphone, al PC e via di seguito. La chiave di Abacus è il monitoraggio costante: lo smartphone, dispositivo d'elezione per questo compito dato che ognuno tende a portarlo sempre con sé, sorveglia continuamente il proprio utente registrandone comportamenti, dati biometrici e abitudini come il modo di parlare, di camminare e di digitare.