18 novembre 2015
Attentati a Parigi e interessi USA-UE-Francia in Siria...
Alessandro Di Battista parla di terrorismo, 11 settembre, Medio Oriente, diritti umani e "diritti delle armi"...
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La strategia del caos
Bandiere a mezz’asta nei paesi Nato per «l’11 Settembre della Francia», mentre il presidente Obama annuncia ai media: «Vi forniremo accurate informazioni su chi è responsabile». Non c’è bisogno di aspettare, è già chiaro. L’ennesima strage di innocenti è stata provocata dalla serie di bombe a frammentazione geopolitica, fatte esplodere secondo una precisa strategia.
Quella attuata da quando gli Usa, vinto il confronto con l’Urss, si sono auto-nominati «il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione - politica, economica e militare - realmente globali», proponendosi di «impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione – l'Europa occidentale, l'Asia orientale, il territorio dell'ex Unione sovietica e l'Asia sud-occidentale – le cui risorse sarebbero sufficienti a generare una potenza globale».
Quella attuata da quando gli Usa, vinto il confronto con l’Urss, si sono auto-nominati «il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione - politica, economica e militare - realmente globali», proponendosi di «impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione – l'Europa occidentale, l'Asia orientale, il territorio dell'ex Unione sovietica e l'Asia sud-occidentale – le cui risorse sarebbero sufficienti a generare una potenza globale».
17 novembre 2015
À la guerre comme à la guerre!
Figaro oggi titola a 9 colonne: "La guerre en plein Paris". L'Est titola: "Etat de guerre". Le Parisien: "Cette fois c'est la guerre". Lo storico francese Marc Lazar dichiara : "Siamo in guerra". E naturalmente il Corriere della Sera si adegua, e apre col titolo "Guerra a Parigi".
Vi ricorda qualcosa?
A poche ore dagli attentati dell'11 settembre, dagli schermi di tutti i networks americani rimbalzavano nel mondo le scritte "War against America", "America under attack", "America at war". Questo servì a preparare l'opinione pubblica mondiale a quello che poi sarebbe conseguito, ovvero l'invasione militare dell'Afghanistan.
Ed oggi questo tam-tam mediatico, che ci parla così ossessivamente di "guerra", servirà probabilmente a preparare l'opinione pubblica mondiale ad una violenta escalation della guerra in Siria, e forse anche ad una possibile invasione del loro territorio da parte della solita "coalizione" delle Forze del Bene.
Vi ricorda qualcosa?
A poche ore dagli attentati dell'11 settembre, dagli schermi di tutti i networks americani rimbalzavano nel mondo le scritte "War against America", "America under attack", "America at war". Questo servì a preparare l'opinione pubblica mondiale a quello che poi sarebbe conseguito, ovvero l'invasione militare dell'Afghanistan.
Ed oggi questo tam-tam mediatico, che ci parla così ossessivamente di "guerra", servirà probabilmente a preparare l'opinione pubblica mondiale ad una violenta escalation della guerra in Siria, e forse anche ad una possibile invasione del loro territorio da parte della solita "coalizione" delle Forze del Bene.
Parigi, un evento militare
La tremenda strage di Parigi del 13 novembre 2015 non è solo un evento terroristico spettacolare. È anche un evento militare di notevole entità nel cuore di una grande metropoli europea. Abbiamo già visto in altre circostanze, nel corso degli ultimi 15 anni, una serie di attentati coordinati con precisione e con risorse organizzative capaci di creare forti shock stragisti in grandi città. La macabra contabilità accelera e aumenta ormai la frequenza dei massacri (a Beirut appena ieri).
Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo. Non c'è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate, schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale. Non si penserà che non abbia conseguenze il fatto che i jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi si contino a migliaia. Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità.
Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo. Non c'è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate, schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale. Non si penserà che non abbia conseguenze il fatto che i jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi si contino a migliaia. Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità.
16 novembre 2015
Terrore, xenofobia e ingerenza
A poche ore dagli attacchi perpetrati in diversi punti della capitale francese, ancora non ci sono, giustamente, neanche dati certi sulle vittime e sui feriti, né piste di investigazione. Ma, solo analizzando le prime ore, si possono fornire “a caldo” alcune idee.
Uno dei primi dati che richiama l’attenzione è che il presidente USA, Barack Obama, ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sugli attentati prima che lo facesse il suo pari francese Hollande, dando ad intendere, solo per il fatto di comparire immediatamente, che si trattava di un fatto che lo riguardava.
Il fatto è che gli ultimi mesi hanno rappresentato per gli USA un rischio per il loro ruolo di “protettori” della sicurezza mondiale proprio per le incertezze delle azioni militari in Siria. Attacchi nei quali, ed è molto necessario sottolinearlo, anche la Francia era coinvolta.
La politica estera francese è sicuramente una delle chiavi per capire quanto successo. Oltre alla sua storica ingerenza in Medio Oriente, la Francia conta su una lunga storia di dominazione in Africa, e specialmente nel Magreb. Algeria, Marocco o Tunisia sono solo alcuni dei paesi che sono stati occupati dai francesi e che hanno vissuto processi indipendentisti pochi decenni fa, con ferite che sono ancora aperte.
Uno dei primi dati che richiama l’attenzione è che il presidente USA, Barack Obama, ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sugli attentati prima che lo facesse il suo pari francese Hollande, dando ad intendere, solo per il fatto di comparire immediatamente, che si trattava di un fatto che lo riguardava.
Il fatto è che gli ultimi mesi hanno rappresentato per gli USA un rischio per il loro ruolo di “protettori” della sicurezza mondiale proprio per le incertezze delle azioni militari in Siria. Attacchi nei quali, ed è molto necessario sottolinearlo, anche la Francia era coinvolta.
La politica estera francese è sicuramente una delle chiavi per capire quanto successo. Oltre alla sua storica ingerenza in Medio Oriente, la Francia conta su una lunga storia di dominazione in Africa, e specialmente nel Magreb. Algeria, Marocco o Tunisia sono solo alcuni dei paesi che sono stati occupati dai francesi e che hanno vissuto processi indipendentisti pochi decenni fa, con ferite che sono ancora aperte.
Ferdinando Imposimato: "La NATO è una minaccia per la pace"
Per il presidente onorario della Corte di Cassazione italiania, "la NATO minaccia la sicurezza nel mondo": queste le sue parole alla manifestazione organizzata il 26 ottobre a Roma dal comitato NO GUERRA/NO NATO. Imposimato torna sull'Operazione Gladio e la strategia della tensione in Italia dagli Anni Sessanta a Ottanta.
15 novembre 2015
L'ISIS vuole farsi bombardare anche dalla Francia. Cosa c'è di strano?
All'ISIS non bastava venire bombardata dalla Russia (bombe vere) e dagli Stati Uniti (bombe misteriose che in un anno non hanno creato danni; testimoni sostengono che assomigliassero invece parecchio a rifornimenti). L'ISIS vuole che anche la Francia ora si faccia avanti per bombardarli e, possibilmente, che invii anche truppe di terra per combatterli meglio. Cosa c'è di strano?
Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
A scanso di equivoci i terroristi a Parigi recavano con se i soliti passaporti[1] che tutti i terroristi sempre portano con sé in questi casi. La parola sempre è sottolineata. I terroristi di Charlie Hebdo dimenticarono il loro passaporto in auto[2]. I terroristi dell'11 settembre avevano con loro i passaporti più miracolosi del mondo poiché in grado sopravvivere alla nota esplosione con palla di fuoco che ci hanno più volte mostrato in TV ed il crollo di un paio di torri alte 500 metri[3].
Gli attacchi di Parigi e le “strane coincidenze”
Si potevano prevedere gli attacchi di Parigi? Qualcuno li aveva per la verità previsti.Dichiarazione del Presidente Bashar al-Assad fatta nel Giugno del 2013, in una intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: “….se gli europei consegneranno le armi ai terroristi , il cortile d’Europa si trasformerà in un terreno propizio al terrorismo e l’Europa ne pagherà il prezzo”.
Questa dichiarazione, che al giorno d’oggi appare come una premonizione, era stata sbeffeggiata e derisa dai giornali occidentali ed in particolare in Italia dai giornali della borghesia benpensante del “pensiero unico” (il Corriere della Sera e Repubblica). Vedi: Siria: Assad minaccia l’Europa.
Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all’allora presidente francese Nicolas Sarkozy : “L’Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo”. Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.
Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all’allora presidente francese Nicolas Sarkozy : “L’Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo”. Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.
14 novembre 2015
E adesso la guerra è arrivata in Europa
L'avevamo pronosticato. Adesso si vede meglio cosa significa. Tutta la vita politica europea sarà sconvolta per sempre. Non ci sarà possibilità di difesa per le classi sfruttate, subalterne. Ogni momento della vita collettiva sarà rubricato come problema di ordine pubblico. Controlli generalizzati in nome della difesa contro il terrorismo. La nostra vita diverrà un eterno passaggio attraverso un metal detector.
Politici e giornalisti, che ripetono le favole che si sono raccontate e ci hanno raccontato, sono nella più grande confusione.
Adesso si vede l'importanza di avere, o di non avere, una televisione che organizzi la difesa delle grandi masse.
Ed è solo l'inizio. La Russia, con il suo intervento in Siria, ha cambiato il quadro politico mondiale. Il piano di ridisegnare la mappa medio-orientale è fallito. Daesh è, di fatto, sconfitta là dov'è nata. Dunque i suoi manovratori spostano l'offensiva in Europa.
Obiettivo chiarissimo: terrorizzare l'Europa e costringerla sotto l'ombrello americano. A mettere a posto la Russia penserà Washington. Del resto l'Airbus abbattuto nel Sinai, in termini di sangue russo innocente, è equivalso al massacro parigino. E non ce ne eravamo accolti.
Politici e giornalisti, che ripetono le favole che si sono raccontate e ci hanno raccontato, sono nella più grande confusione.
Adesso si vede l'importanza di avere, o di non avere, una televisione che organizzi la difesa delle grandi masse.
Ed è solo l'inizio. La Russia, con il suo intervento in Siria, ha cambiato il quadro politico mondiale. Il piano di ridisegnare la mappa medio-orientale è fallito. Daesh è, di fatto, sconfitta là dov'è nata. Dunque i suoi manovratori spostano l'offensiva in Europa.
Obiettivo chiarissimo: terrorizzare l'Europa e costringerla sotto l'ombrello americano. A mettere a posto la Russia penserà Washington. Del resto l'Airbus abbattuto nel Sinai, in termini di sangue russo innocente, è equivalso al massacro parigino. E non ce ne eravamo accolti.
Ancora una strage, ancora Parigi, ancora strategia della tensione
“Peggio che a gennaio”, “peggio di Charlie Hebdo” sono i commenti a caldo dell’ennesima strage a Parigi, ancora di matrice islamista secondo le prime ricostruzioni.
Si tratta di un attacco in grande stile, peggiore di quelli verificatosi finora in Francia (Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015, Saint-Quentin-Favallier il 26 giugno e l’attacco al treno ad alta velocità Amsterdam-Parigi il 21 agosto): è un attacco multiplo, coordinato e simultaneo: si tratta quindi di una rete terroristica con decine di affiliati che avrebbero operato nella capitale, per la seconda volta, senza essere intercettati dai radar dei servizi francesi. A distanza di neanche tre mesi dall’ultimo attentato, l’evento non è realisticamente credibile, a meno che non si accetti la totale incompetenza e fallibilità delle forze di sicurezza francesi.
Parigi: Cui Prodest?
Scorrendo centinaia di report ho trovato un cittadino danese che descriveva uno degli assalitori di un caffè parigino: ultra professionale, vestito di nero da capo e piedi e incappucciato, AK47, molto ben addestrato. Non sono i soliti bombaroli in mutande di Al-Zawahiri, sono killer professionisti. Questi ha lasciato la scena del crimine indisturbato e al contrario di quanto dice la polizia francese, potrebbe non essere stato catturato. Non indossava giubbotto suicida.
L’intel francese giura di stare monitorando almeno 200 cittadini rientrati dal “Siraq”. Un lavoro mediocre. Parigi scoppia di polizia. La mente fatica a credere ad almeno 8 jihadisti che si aggirano di venerdì sera vestiti come killer professionisti.
Per me, questa è anche una questione personale. La jihad è venuta dalle mia parti a Parigi. L’ho lasciata la settimana scorsa per il mio solito viaggio in Asia. Mi sono sempre preso gioco di Fox News descrivendo il mio quartiere come una zona “no-go” – ovviamente per ragioni stupide/sbagliate.
12 novembre 2015
"Prima vennero per i centesimi..." nella guerra al contante
Avanza su tutti i fronti la guerra al denaro contante. Una regione che ha riempito le testate giornalistiche con la sua guerra contro il denaro liquido è la Scandinavia. La Svezia è stata il primo paese a convincere i suoi cittadini – vere e proprie cavie – a partecipare volontariamente ad un esperimento economico alquanto distopico: tassi di interesse negativi in una società senza più valuta materiale. Come riporta il Credit Suisse: “Dovunque vai e qualsiasi cosa tu voglia acquistare, trovi dappertutto cartelli con scritto “Vi hanterar ej kontanter” (“Non accettiamo contanti”).
Che si tratti di vin brulé al mercatino di Natale o di una birra al bar, anche il più piccolo degli acquisti avviene in modo elettronico. Anche i venditori di giornali e riviste ambulanti Faktum e Situation Stockholm ora si sono dotati di posse per carte di credito.
Stessa situazione la troviamo anche in Danimarca, dove quasi il 40% delle transazioni avviene con MobilePay, un’applicazione della Danske Bank che consente di effettuare qualsiasi pagamento tramite smartphone. Con un numero sempre crescente di gestori che non accettano più il denaro contante, una società senza più contante “non è più un’illusione, ma una visione che si può realizzare in un termine temporale piuttosto ragionevole”, sostiene Michael Busk-Jepsen, direttore esecutivo dell’Associazione Bancaria Danese.
Che si tratti di vin brulé al mercatino di Natale o di una birra al bar, anche il più piccolo degli acquisti avviene in modo elettronico. Anche i venditori di giornali e riviste ambulanti Faktum e Situation Stockholm ora si sono dotati di posse per carte di credito.
Stessa situazione la troviamo anche in Danimarca, dove quasi il 40% delle transazioni avviene con MobilePay, un’applicazione della Danske Bank che consente di effettuare qualsiasi pagamento tramite smartphone. Con un numero sempre crescente di gestori che non accettano più il denaro contante, una società senza più contante “non è più un’illusione, ma una visione che si può realizzare in un termine temporale piuttosto ragionevole”, sostiene Michael Busk-Jepsen, direttore esecutivo dell’Associazione Bancaria Danese.
11 novembre 2015
Ecco cosa intende la UE per “trasparenza” sul TTIP. Una vera buffonata!
Il TTIP è un accordo internazionale segreto. Ultrasegreto. Punto. Dopo feroci proteste, la Commissione Europea ha dato una risposta che, se possibile, rappresenta una presa per i fondelli ancora maggiore rispetto alla segretezza totale. Volete un esempio?
Oggi ha pubblicato un “dettagliato” report di ben 22 pagine sull’undicesimo round di negoziazioni TTIP con gli USA. Lo ha pubblicato qui, con il pomposo nome di “TTIP Transparency“. Non dovete credere a me: dovete solo aprirlo e guardarci dentro. Capirete in un lampo cosa intende la UE per “trasparenza” sul TTIP.
L’Italia che difende i marò non aprì bocca dopo il Cermis
Appena sette anni per omicidio, da scontare peraltro non in carcere, ma in ambasciata. Chi si indigna per la sorte dei due marò farebbe meglio a riesaminare i fatti: spararono in acque di pertinenza indiana, e senza che la loro nave fosse stata colpita. Soprattutto: mentre l’India s’è comportata da paese sovrano, facendo valere le sue leggi, come si comportò l’Italia quando, nel 1998, i piloti Usa tagliarono “per gioco” i cavi della funivia del Cermis, sulle Dolomiti, provocando la morte di 20 turisti? Nessuno mosse un dito, i piloti dei “Prowler” non fecero neppure un giorno di cella. E ora l’inesistente patriottismo italico riemerge per il caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri lasciati soli a decidere il da farsi, in quei drammatici istanti? E’ quanto afferma Carlo Bertani nella sua lettera agli “amici di Casa Pound”, sulla speculazione in corso dopo l’incidente – speculazione politica di grana grossa, che non rispetta né l’India, né l’Italia, né le vittime, né i due militari coinvolti. «Credetemi – scrive Bertani – questa è solo una triste storia, la vicenda di uno sbaglio (o di troppo nervosismo, “grilletto facile”) che è costata la vita a due pescatori indiani».
10 novembre 2015
Ecco la condanna a morte che ci attende. Pubblicato il testo del TPP
“Peggiore di qualunque cosa avessimo mai immaginato“. “Un atto di guerra al clima“. “Un omaggio all’agricoltura intensiva“. “Una condanna a morte per la libertà della rete“. “Il peggior incubo“. “Un disastro”
Questo è il tenore dei commenti di chi ha letto e studiato il testo del TPP, il fratello gemello del TTIP, l’accordo di libero scambio commerciale tra Usa e Ue, negoziato in segreto, di cui vi ho parlato mercoledì sera a La Gabbia.
Come pianificare una crisi...
Cosa hanno imparato i governi dalla crisi finanziaria? Potrei scriverci un’intera rubrica specificandolo nel dettaglio, oppure potrei spiegarlo con una sola parola, niente. In realtà dire così è anche troppo generoso. Le lezioni imparate sono contro-lezioni, anticonoscenza, nuove politiche, che difficilmente potrebbero essere meglio progettate per garantire il ripresentarsi della crisi, questa volta con maggiore impulso e un minor numero di rimedi.
E la crisi finanziaria è solo una delle molteplici crisi - la riscossione delle imposte, la spesa pubblica, la salute pubblica, soprattutto tutta l’ecologia - che le stesse contro-lezioni stanno accelerando.
Un passo indietro e si può vedere che tutte queste crisi nascono da una stessa causa. Gli speculatori con enorme potere e portata globale vengono dispensati dalla moderazione democratica. Questo a causa di una corruzione di base nel cuore della politica. In quasi tutte le nazioni, gli interessi delle élite economiche tendono ad avere più peso sui governi rispetto a quelli dell'elettorato. Le banche, le aziende e i proprietari terrieri esercitano un potere inspiegabile, che funziona con un cenno del capo e un occhiolino, all'interno della classe politica. Il governo d’impresa sta cominciando a sembrare un Gruppo Bilderberg senza fine.
Il Commizzaro
Berlusconi ci aveva provato con la Protezione Civile di Bertolaso, il suo ras delle Grandi Operee dei Grandi Eventi per il business del ventunesimo secolo: un Italia da trasformare interamente in un lucroso enorme luna park per turisti.
Varie ed eventuali implicazioni criminali di quel tentativo a parte, dal punto di vista politico-economico anche Matteo Renzi sembra pensare ad un progetto del genere, almeno fin da quando ha sostituito Lupi alle Infrastrutture (ex Lavori Pubblici) con il suo fedelissimo Delrio.
Non sorprende quindi che abbia appena conferito alla Protezione Civile poteri straordinari, dopo aver affondato Marino consegnando il Giubileo al renziano Team Expo, del quale ogni giorno i media embedded tessono le lodi con toni agiografici.
Varie ed eventuali implicazioni criminali di quel tentativo a parte, dal punto di vista politico-economico anche Matteo Renzi sembra pensare ad un progetto del genere, almeno fin da quando ha sostituito Lupi alle Infrastrutture (ex Lavori Pubblici) con il suo fedelissimo Delrio.
Non sorprende quindi che abbia appena conferito alla Protezione Civile poteri straordinari, dopo aver affondato Marino consegnando il Giubileo al renziano Team Expo, del quale ogni giorno i media embedded tessono le lodi con toni agiografici.
Usi obbedir tacendo…
Un convoglio di speciali tir portacontainer è partito il 26 ottobre dalla base italiana di Poggio Renatico (Ferrara), dove è stato costituito il Centro rischierabile di comando e controllo aereo della Nato, la prima unità del suo genere. Dopo aver percorso oltre 2500 km attraverso Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania e Lettonia, col supporto militare anche della Germania, è giunto nella base lettone di Lielvārde, a ridosso del territorio russo, appena ristrutturata per ospitare i droni Predator e altri velivoli militari Usa. Qui, con le sofisticate apparecchiature trasportate dall'Italia, è stato attivato il Dars, «punta di lancia» del Centro rischierabile Nato di Poggio Renatico.
Fino al 27 novembre, nel quadro dell'esercitazione semestrale Ramstein Dust, il Dars effettuerà «missioni aeree dal vivo e simulate nello spazio aereo baltico», ossia prove di guerra contro la Russia. Agli ordini del generale italiano Roberto Nordio, comandante del Centro rischierabile Nato di Poggio Renatico, a sua volta agli ordini del generale statunitense Frank Gorenc che dirige il Comando aereo della Nato, a sua volta agli ordini del generale statunitense Philip Breedlove, Comandante supremo alleato in Europa nominato, come i suoi predecessori, dal Presidente degli Stati Uniti.
Fino al 27 novembre, nel quadro dell'esercitazione semestrale Ramstein Dust, il Dars effettuerà «missioni aeree dal vivo e simulate nello spazio aereo baltico», ossia prove di guerra contro la Russia. Agli ordini del generale italiano Roberto Nordio, comandante del Centro rischierabile Nato di Poggio Renatico, a sua volta agli ordini del generale statunitense Frank Gorenc che dirige il Comando aereo della Nato, a sua volta agli ordini del generale statunitense Philip Breedlove, Comandante supremo alleato in Europa nominato, come i suoi predecessori, dal Presidente degli Stati Uniti.
9 novembre 2015
Quando la vaccinazione è costruita sulla paura
Dai toni usati nelle ultime settimane una cosa è risultata evidente parlando di vaccinazioni: non è possibile parlarne in un clima sereno, equilibrato, ragionevole. Dalle autorità sanitarie e dai media solo sentenze assolute fondate sull’allarme e sulla paura e senza possibilità di discussione. Eppure dubbi e perplessità hanno ben ragion d’essere…
L’allarme (o allarmismo?) sulle vaccinazioni è stato giustificato da medici e ministero della salute con il fatto che le coperture sarebbero calate in misura tale da generare pericoli imminenti di epidemie o morti. Ma, stando ad una lettera inviata dall’associazione Assis (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute) agli assessori regionali e ai membri delle commissioni Sanità di Camera e Senato, le coperture non paiono affatto tanto in calo. Eppure la tensione non scende e il nuovo Piano nazionale vaccini, di cui è stata rimandata l’approvazione per verificarne la copertura finanziaria, prevede addirittura l’introduzione di un buon numero di ulteriori vaccini e contiene l’esplicito invito agli Ordini dei Medici a sanzionare gli operatori sanitari che esprimono perplessità sulle vaccinazioni.
Legami che uccidono: la cooperazione militare internazionale con Israele
Il funzionamento di questo sistema dipende dalla volontà dei governi e delle aziende di tutto il mondo di collaborare con l'apparato militare, l'industria delle armi e le istituzioni di ricerca militare di Israele.
Le campagne volte a far cessare tutti i legami militari con Israele sono di vitale importanza per porre fine alla violenza e sono una componente chiave del movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) a guida palestinese. Un embargo militare di Israele, simile a quello imposto al Sudafrica dell'apartheid, non è solo una forma vitale di solidarietà con la resistenza popolare palestinese; si tratta di un obbligo di legge.
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