
Fra
due mesi andrà in scena al Teatro Piccolo di Milano un dramma del celebre
drammaturgo norvegese Henrik Ibsen “I pilastri della società” che tratta alcune
tematiche cruciali per la società di ogni tempo. “I piliastri della società
dovrebbero essere la verità e la libertà, ma” così espone Lavia, regista e
attore dell’allestimento “non c’è verità senza libertà e non c’è libertà senza
verità.” Gli effetti dell’elusione di questi postulati sono devastanti:
l’ipocrisia, la corruzione morale e materiale, l’individualismo e l’egoismo
sfrenati, la bramosia di potere e di
ricchezza, l’imbroglio e, in definitiva la stessa disgregazione sociale, per
non parlare della mancanza di democrazia e della più elementare cognizione dei
diritti del cittadino. Ebbene è proprio questa la fotografia della nostra
piccola e decadente Italia repubblicana e contemporanea, senza tralasciare che
il resto del mondo non se la passa poi tanto bene... Restringendo il dettaglio
e guardando con attenzione ci si accorge che la verità e la libertà non sono
proprio di casa nel nostro paese con le note conseguenze che sono sotto gli
occhi di tutti...
Di HS
Alla
Corte d’Assise di Palermo si sta celebrando il famoso processo sulla cosiddetta
trattativa “Stato – Mafia” che dovrebbe quanto meno illuminare su alcuni
retroscena di quanto avvenne agli albori della disgraziata Seconda Repubblica. Alla
sbarra il consueto campionario delle più torbide vicende italiche e sicule:
oltre a mafiosi e rampolli di mafiosi di un certo calibro, ufficiali dei
carabineri presumibilmente “felloni”, ministri non troppo fedeli al proprio
mandato, politici e parlamentari riconducibili ai due schieramenti che hanno
preteso e pretendono di egemonizzare la vita civile e politica del paese senza
pagare lo scotto dei propri, reiterati “errori” – od “orrori”, a seconda dei
punti di vista – compiacendo i reali “poteri forti” interni ed internazionali
che condizionano ed orientano la rotta della nave “Italia”.