Uno dei pericoli
più seri della diagnosi precoce, è la sovradiagnosi, che consiste nel
mettere in evidenza delle lesioni o dei tumori
in situ
che non
evolveranno mai nel corso della vita, ma sui quali, se li trovi, ti
sentirai ‘obbligato’ ad intervenire chirurgicamente e/o con terapie
radianti o chemioterapiche. Una recente analisi dei risultati di 57 studi sull’efficacia degli
screening tumorali ha evidenziato che solo in 4 di essi è stata valutata
la prevalenza della sovradiagnosi. I check-up, gli screening e i test diagnostici hanno quindi molto spesso
la capacità di sovrastimare l’incidenza di malattie ‘inconsistenti’
oppure di anticipare una diagnosi che crea magari per anni ansia e
angoscia supplementari senza poi vi sia un beneficio in termini di
sopravvivenza.
I dati americani purtroppo mostrano che in questi ultimi 30 anni c’è
stato un notevole aumento nella scoperta di questi tumori “precoci” (che
tumori non sono) e sarà sempre di più.
La stima, anche se per difetto, è che oltre un milione e trecentomila
donne americane abbiano ricevuto una tale diagnosi con i successivi
trattamenti ortodossi (chirurgia, chemio e radio), inutili se non per le
industrie del cancro.
Un trattato-capestro, da imporre a un’Europa disperata perché devastata dalla crisi. E’ questa la premessa su cui sia gli Usa
che l’Unione Europea sperano di concludere entro due anni i negoziati
segreti per il Trattato Transatlantico. Obiettivo: assoggettare i
governi, per legge, ai diktat delle multinazionali, con un liberismo
ancora più sfrenato di quello del Wto. Vantaggi smisurati, però, solo
per le grandi multinazionali: i rari studi dedicati alle conseguenze del
Ttip non dicono nulla sulle sue reali ricadute sociali ed economiche.
Si narra che il trattato darà alla popolazione del mercato
transatlantico un aumento di ricchezza di 3 centesimi pro-capite al
giorno «a partire dal 2029», mentre si valuta di appena lo 0,06%
l’aumento del Pil in Europa e negli Usa
con l’entrata in vigore del Ttip. Un risultato ridicolo, per chi ripete
il libero scambio «dinamizza» la crescita economica. Teoria
regolarmente confutata dai fatti: la quinta versione dell’iPhone di
Apple ha generato negli Stati Uniti una crescita del Pil otto volte più
importante. Il boccone grosso del Trattato, infatti, è un altro: costringere gli
Stati a farsi da parte, lasciando che a dettar legge – ufficialmente –
siano i colossi dell’economia mondiale, a cominciare da quelli della finanza. Appena cinque anni dopo l’esplosione della crisi
dei subprime, americani ed europei sono d’accordo sul fatto che le
velleità di regolamentazione dell’industria finanziaria hanno fatto il
loro tempo: il quadro che vogliono delineare, attraverso il nuovo
Trattato Transatlantico, il devastante dispositivo legale destinato a
sconvolgere lo scenario europeo e la residua libertà dei nostri Stati,
prevede di eliminare tutti gli ostacoli in materia di investimenti a
rischio. Vogliono impedire ai governi di controllare il volume, la
natura e l’origine dei prodotti finanziari messi sul mercato,
cancellando ogni tipo di regolamentazione.
Se esiste un ambito dell'attività umana nei paesi occidentali, che nel corso degli ultimi decenni è stato più di ogni altro radicalmente rivoluzionato, violentato e trasfigurato, si tratta senza dubbio del "mondo del lavoro".
Fin dagli albori dell'età moderna e per quasi tutto il corso del 900, il lavoro remunerato, sia sotto forma dipendente (operaia e impiegatizia), sia sotto forma imprenditoriale (artigianato, commercio e industria) ha costituito la spina dorsale sulla quale ogni nuova generazione costruiva le proprie prospettive di futuro. Una sorta di tronco intorno ai cui rami affastellare le foglie dell'esistenza, talvolta destinato a trasformarsi in un albero rigoglioso, più spesso in nulla più che una piantina ordinaria.....
Volendo semplificare al massimo, spesso in base alle disponibilità familiari, i giovani studiavano per conseguire titoli che permettessero loro di esercitare una professione, o spesso già durante la scuola dell'obbligo iniziavano ad apprendere un qualche mestiere. In seguito iniziavano la propria attività lavorativa, che in maniera tutto sommato lineare li portava a costruire una più o meno fulgida carriera, attraverso la quale ottenere un certo grado d'indipendenza economica, costruire una famiglia, garantirsi una vecchiaia il più possibile economicamente serena e via discorrendo.
La domanda è tutt’altro che scontata, soprattutto visti i risvolti
attuali. I vari leader europei si mostrano molto preoccupati da quelle
che vengono definite tendenze populiste e demagogiche, ma da cosa si
capisce cos’è la demagogia? Ovviamente finché gli organi di informazione (qualcuno li chiamerebbe di
disinformazione) saranno dalla parte delle oligarchie, nonostante le
costanti critiche alla corruzione della politica non avverrà una reale
delegittimazione del sistema nel suo insieme.
Insomma, finché un grosso numero di persone sarà convinto che esistono
mali minori e mali peggiori, elettoralmente parlando, la situazione
rischia solo di deteriorarsi ulteriormente. A tal proposito rimane anche
da chiedersi cosa intendano per ‘democrazia’ i politici italiani e gli
eurocrati e in che cosa si sentano ‘democratici’, la questione non è
affatto scontata: se si sentono ‘democratici’ alla maniera
dell’Honduras, allora si possono capire tante cose. Esagerazione?
Affatto, chi ha eletto Herman Van Rompuy?
Esiste in ogni paese del mondo una pericolosissima specie, ossia coloro
che sono convinti dell’ esportabilità del modello democratico-liberale,
ciecamente convinti del bisogno viscerale di tutti i popoli di adottare
tale credo.
Per la sua rilevanza strategica e architettura di funzionamento, il MUOS potrà essere usato dagli Stati uniti in tutti i conflitti, anche in quelli non conformi all’art. 11 della Costituzione italiana che afferma i principi fondamentali della pace e del ripudio delle guerre. Il progetto avanza, nel silenzio dei mass media e di fronte a un Paese inconsapevole dei suoi rischi e dei suoi obiettivi. Ecco cosa vuol dire sovranità limitata.
Invierà ordini d’attacco ai reparti militari ovunque essi si trovino, in Africa, Asia, Europa o Oceania. Dirigerà le operazioni dei droni killer e dei missili da crociera, il first strike dei sottomarini e dei missili intercontinentali. Uno strumento per consolidare l’egemonia degli Stati Uniti d’America nel pianeta e nello spazio e accelerare la transizione verso una gestione interamente automatizzata dei conflitti del XXI secolo. Senza più limiti giuridici e imperativi morali. Guerre globali e permanenti. Convenzionali, chimiche, batteriologiche, nucleari. Sino all’olocausto finale.
Servirà a questo il MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate USA. Cinque satelliti geostazionari nello spazio e quattro terminali terrestri: uno di essi sorgerà in Sicilia, nel comune di Niscemi, nel cuore della riserva naturale che le leggi europee e nazionali vorrebbero protetta. Un sistema di distruzione di massa, di proprietà e uso esclusivo di Washington, che legherà però indissolubilmente l’Italia alle politiche belliche statunitensi. Il MUOS, per questo, viola i valori fondanti della nostra Costituzione.
L'Assemblea
Legislativa dello Stato di New York è pronta ad approvare una legge che
vieta il finanziamento statale di gruppi universitari che hanno
intrapreso iniziative ufficiali nel boicottaggio degli istituti di istruzione superiore in Israele. L'iniziativa,
approvata la settimana scorsa dal Senato dello Stato (di New York), è
attualmente in sospeso dinnanzi all'Assemblea. Dovrebbe
essere respinta dai legislatori o, se fossero incapaci, il Governatore
Andrew Cuomo dovrebbe porre il veto.
Il disegno di legge è stato introdotto dopo chel'American Studies Association, un'organizzazione di
studiosi, ha adottato nel mese di dicembre una risoluzione a sostegno
dell'appello dei Palestinesi al boicottaggio delle istituzioni
accademiche israeliane. Il gruppo ha dichiarato che avrebbe rifiutato
qualsiasi collaborazione formale con le istituzioni accademiche
israeliane o con rappresentanti di queste istituzioni o del governo
israeliano fino a quando "Israele non cessi la violazione dei diritti umani e del diritto internazionale". Il boicottaggio non viene applicato ai singoli ricercatori israeliani impegnati in programmi di scambi ordinari.
Nel suo recente saggio “Democrazia vendesi”, Loretta Napoleoni raccontava di un popolo himalayano che era stato reso, da secolare consuetudine, schiavo del debito. Un debito che cresceva, si accumulava, matematicamente inestinguibile: come al giorno d’oggi in Italia, in Europa, ovunque. E quando non ebbero più nulla per poter far fronte a questo indebitamento, erano costretti a pagare il “signore” con gli unici beni che avevano ancora a disposizione: i corpi delle proprie figlie, immolati al mercimonio. Senza scomodare le meste vicissitudini di remote popolazioni asiatiche, pensiamo a più prosaici e grotteschi casi nostri. A migliaia di connazionali sarà capitato di sottoscrivere un contratto di locazione. Quanti non hanno un lavoro, o hanno uno dei mille contratti a tempo determinato, o sottopagato, o comunque precario, si saranno visti imporre una clausola umiliante: quella della firma di garanzia di un genitore, magari novantenne, di un nonno, di un parente che ancora può contare sulla certezza di un assegno pensionistico. Sarà lui, in caso di insolvenza, a dover onorare l’impegno, il debito sottoscritto col proprietario dell’immobile.
In una sua interessante analisi, il giornalista Pete Papaherakles dell'American Free Press mette in evidenza come, dietro alle tensioni nel Vicino Oriente, vi sia il tentativo dei Rothschild di mettere le mani sulla Banca Centrale dell'Iran. È interessante notare come, a differenza dell'Italia e degli altri Paesi dell'Unione Europea dove i grandi mass media sono fortemente omologati e controllati dal "sistema", soprattutto quando si parla di questioni economiche, negli Stati Uniti riescano spesso a trovare spazio sui giornali analisi indipendenti ed obiettive sulla politica estera e sull'economia. In questo contesto merita di essere posto in risalto un recente articolo del giornalista Pete Papaherakles della American Free Press, che denuncia come, dietro alle crescenti tensioni nel Vicino Oriente e all'ostilità nei confronti dell'Iran vi sia la longa mano dei Rothschild, leader indiscussi del potere bancario e finanziario internazionale. Questa ambizione, del resto mai smentita dai grandi burattinai della finanza mondiale, appare ovvia ed evidente se si considera - come rileva Papaherakles - che l'Iran è al momento uno dei soli tre Paesi rimasti al mondo la cui banca centrale non sia sotto il controllo, diretto o indiretto, dei Rotschild. Prima dell'11 Settembre 2001, esistevano infatti nel mondo sette Paesi con questa caratteristica: Afghanistan, Cuba, Irak, Iran, Korea del Nord, Libia e Sudan. In realtà questi Paesi erano otto, perché il giornalista dell'American Free Press ha dimenticato, mi auguro per semplice distrazione, di inserire nell'elenco la Siria. E cosa sia successo a partire dallo scatenamento, da parte della presidenza di John Walker Bush, della cosiddetta "guerra al terrorismo" è sotto gli occhi di tutti.
L’utopia della “Città del Sole” del calabrese Tommaso Campanella,
vittima dell’Inquisizione e della dominazione spagnola a Napoli e in
Sicilia, sarebbe stata realizzata proprio nel “retrogrado” regno dei
Borbone, dove, a dispetto delle calunnie e delle menzogne diffuse dalla
centrale londinese della massoneria, per iniziativa dei Borbone era
fiorito l’Illuminismo di Vico, Galiani, Genovesi, Pagano, Filangieri, il
più ragguardevole nell’ambito dell’Illuminismo italiano. San Leucio è il primo esempio di repubblica socialista della storia
contemporanea. E’ curioso che esso risalga a un despota illuminato,
quando un altro despota illuminato, il re del Portogallo Giuseppe I,
asservito all’Inghilterra, aveva stroncato nelle colonie brasiliane le
prime repubbliche socialiste della storia, le Encomiendas progettate,
fondate e dirette dai Gesuiti.
San Leucio era in origine una residenza di caccia di Ferdinando IV di
Borbone. Dopo la morte prematura del figlio principe ereditario Carlo
Tito, avvenuta alla fine del 1778, non volendo più recarsi nell’amena
località legata alla memoria del caro estinto, il re decise di
destinarla ad altro più utile uso. Lasciamo a lui la parola: “Essendo
giunti gli abitanti del luogo, con le famiglie aggregatesi, al numero
di 134 (…), temendo che tanti fanciulli e fanciulle, che andavano
sempre aumentando, per mancanza di educazione divenissero un giorno e
formassero una piccola comunità di scostumati e malviventi, pensai di
stabilire una Casa di educazione per i figli dell’uno e dell’altro
sesso, servendomi, per collocarveli, del mio casino (…).
Forse nessuno ha mai sentito parlare dello Standing Committee on
Operational Cooperation on Internal Security (comitato permanente per la
cooperazione sulla sicurezza interna) meglio conosciuto come COSI ed è
un vero peccato perche' questo ente che lavora nell'ombra e i cui
dirigenti si incontrano in segreto ha un potere enorme sulle vite dei
cittadini europei. Istituito col Trattato di Lisbona che l'Italia sciaguratamente ha
sottoscritto, il COSI è di fatto una sorta di ministero degli interni
dell'Unione Europea il cui scopo è quello di coordinare il lavoro delle
forze di polizia dei paesi membri con istituzioni quali l'Europol, la
Gendarmeria europea e il Frontex. Oltre ad operare in completa segretezza il COSI non è sottoposto a
nessun controllo da parte dei parlamenti dei vari stati europei e quindi
agisce nella totate impunità.
A rivelare la pericolosità di questa istituzione autoritaria è
stato il Daily Telegraph, il quale qualche giorno fa ha rivelato che sta
lavorando a un piano per introdurre in tutte le auto un dispositivo che
permette a qualsiasi poliziotto dentro un qualsiasi distretto di
polizia di fermare qualsiasi auto premendo un semplice bottone.
PIU' DELLA META' DELL'U€ VIVE SENZA €URO! Di Tito Pulsinelli SelvasBlog
Il neoliberismo ha fatto dello Stato
un operatore che si amputa funzioni, competenze e potere, e consegna
le risorse pubbliche all'economia privata sovranazionale. L'inebriata coazione a privatizzare, ormai ad alta velocità, oltre
all'economia include anche i flussi finanziari, cultura, giustizia e
difesa. E' la sostanza concreta dell'usurpazione della sovranità,
giunta alla fase dell'esautorazione del potere politico e
liquidazione delle istituzioni tuttavia generate dalla volontà
popolare. Il potere politico pervenuto all'harakiri, soccombe
al cavallo di Troia della cooptazione e della connivenza criminosa, soprattutto
nei suoi massimi livelli gerarchici. Questa sorta di
estinzione dello Stato,
rimane ben
lungi dall'essere
appropriazione o
assimilazione di capacità e funzioni da parte della base sociale.
Non è l'inverarsi
del libertario
anelito ugualitario a
rendere
superfluo lo Stato. No, è
solo utopia di paccottiglia delle elites, grimaldello
per scarnificare lo Stato fino al minimalismo depredatore del gabelliere.
La
realtà è che le nazioni,
popoli elo
Stato moderno transitano
in una bidimensionalità(1)
in
cui è avvenuta una
mutazione della sovranità.Coesistono
conflittualmentela
sfera di poteri nazionali
e pubblici (anche
economici) in via di drastica
riduzione, e una crescentedimensione sovrastaledelcontrollo dell'eccedente
economico, dell'uso
della forza, e della regolazione del lavoro produttivo. Il problema,
quindi, è capire da che parte stanno i neofiti dell'ultima ora. E'
nefastoil fondamentalismo
che accomuna la fazione
dell'azzeramento degli spazi nazionali e la
schiera dei credenti nella
superiorità aprioristica
della “europa”
realmente esistente.
Essere indigeno in Messico può diventare sinonimo di emarginazione. Il territorio di Oaxaca, con un alto tasso di aborigeni, è il luogo dove si sente maggiormente il peso di questa discriminazione economica e morale.
La discriminazione nei confronti dei popoli indigeni del Messico è uno dei grandi problemi del paese e anche uno dei suoi tabù più profondi. Lo stile di vita e la cultura di questi popoli sono minacciati dalla mancanza di un quadro di tutela e di riconoscimento che li aiuti a sopravvivere. Questo fatto è più evidente nello stato di Oaxaca, dove il 58% della popolazione è indigena e dove l'esclusione è all'ordine del giorno. RT.com ha parlato con il segretario degli affari indigeni dello stato di Oaxaca, Adelfo Regino Montes. "Molte delle nostre comunità e molti dei comuni di Oaxaca sono caratterizzati da un'alta emarginazione, e i tassi di povertà e di esclusione sono estremamente elevati rispetto allo standard medio nazionale", ha detto il funzionario.
Fra
due mesi andrà in scena al Teatro Piccolo di Milano un dramma del celebre
drammaturgo norvegese Henrik Ibsen “I pilastri della società” che tratta alcune
tematiche cruciali per la società di ogni tempo. “I piliastri della società
dovrebbero essere la verità e la libertà, ma” così espone Lavia, regista e
attore dell’allestimento “non c’è verità senza libertà e non c’è libertà senza
verità.” Gli effetti dell’elusione di questi postulati sono devastanti:
l’ipocrisia, la corruzione morale e materiale, l’individualismo e l’egoismo
sfrenati, la bramosia di potere e di
ricchezza, l’imbroglio e, in definitiva la stessa disgregazione sociale, per
non parlare della mancanza di democrazia e della più elementare cognizione dei
diritti del cittadino. Ebbene è proprio questa la fotografia della nostra
piccola e decadente Italia repubblicana e contemporanea, senza tralasciare che
il resto del mondo non se la passa poi tanto bene... Restringendo il dettaglio
e guardando con attenzione ci si accorge che la verità e la libertà non sono
proprio di casa nel nostro paese con le note conseguenze che sono sotto gli
occhi di tutti...
Di HS
Alla
Corte d’Assise di Palermo si sta celebrando il famoso processo sulla cosiddetta
trattativa “Stato – Mafia” che dovrebbe quanto meno illuminare su alcuni
retroscena di quanto avvenne agli albori della disgraziata Seconda Repubblica. Alla
sbarra il consueto campionario delle più torbide vicende italiche e sicule:
oltre a mafiosi e rampolli di mafiosi di un certo calibro, ufficiali dei
carabineri presumibilmente “felloni”, ministri non troppo fedeli al proprio
mandato, politici e parlamentari riconducibili ai due schieramenti che hanno
preteso e pretendono di egemonizzare la vita civile e politica del paese senza
pagare lo scotto dei propri, reiterati “errori” – od “orrori”, a seconda dei
punti di vista – compiacendo i reali “poteri forti” interni ed internazionali
che condizionano ed orientano la rotta della nave “Italia”.
Sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard analizza le tendenze dell'economia globale: USA e Cina in contemporanea intraprendono politiche restrittive per contrastare le bolle, i paesi emergenti si difendono alzando i tassi per evitare fughe di capitali, e l'unica senza spazi di manovra rimane l'Europa, che con le sue politiche monetarie ortodosse ha già abbandonato le difese rispetto alla deflazione e alla esplosione del debito. Sorge spontanea la domanda finale: perché stanno lasciando che accada...?
Metà dell’economia mondiale è a un incidente di distanza da una trappola deflattiva. L’FMI dice che la probabilità che ciò accada potrebbe essere ora del 20%. Una circostanza importante è che le due superpotenze monetarie - USA e Cina – starebbero entrambe adottando misure restrittive che portano verso tale 20% di rischio, senza dubbio perché hanno concluso che le bolle speculative stanno diventando un pericolo ancora più grande.
"Dobbiamo essere estremamente vigili" ha detto a Davos Christine Lagarde del FMI.
"Il rischio di deflazione è quel che accadrebbe se ci fosse uno shock in quelle economie che ora hanno tassi di inflazione bassi, ben al di sotto del target. Credo che nessuno possa negare che nell'eurozona l'inflazione è ben al di sotto l’obiettivo dichiarato."
Nessuno pensi che il proprio paese sia governabile secondo gli interessi specifici della sua popolazione, struttura sociale o industriale. “La linea” piove dall'alto come nemmeno nel “blocco sovietico” del secolo scorso.
E per farlo capire a tutti, Olli Rehn – commissario europeo agli affari monetari, finlandese e “falco” neoliberista – ha ribadito le sue prescrizioni all'Italia. «L'Italia deve usare la maggiore stabilità politica per lanciare progetti come le privatizzazioni e gli ulteriori miglioramenti sul mercato del lavoro per aumentare la competitività». L'ha fatto non a caso dal vertice di Davos, in Svizzera, dove i decision maker di tutto il mondo svolgono il consueto brainstorming annuale per vedere come regolare i business comuni – e conflittuali, non va mai dimenticato – per l'anno che si è aperto. Ma non ce n'è stato soltato per la derelitta italietta. «L'Italia come la Francia ha accusato un'erosione delle sue quote di mercato negli ultimi dieci anni. C'è una chiara necessità che aumentino la competitività sia in termini di costo del lavoro che di mercato dei prodotti».
C'è da dire che si tratta di una caduta di stile, visto che il governo Letta aveva deciso proprio il giorno prima di mettere sul mercato il 40% di Poste, aprendo così la strada alla privatizzazione-distruzione di una cassaforte (da lì vengono i soldi della Cassa Depositi e Prestiti) che conserva i risparmi di milioni di cittadini, specie quelli meno abbienti. Sui “miglioramenti del mercato del lavoro” - notate la delicatezza linguistica che deve nascondere la realtà brutale della regolamentazione forsennata, abolendo diritti, garanzie, livelli salariali del lavoro dipendente – quel che non è stato ancora fatto sarà certamente contenuto nel “jobs act” del piccolo duce di Firenze.
I lavori per la costruzione del sistema satellitare Usa sono stati ultimati
Caltanissetta, 28 gen – La sovranità, il
valore e l’onore di una nazione passano anche e non solo da episodi come
questo che andremo a raccontarvi, perchè in Sicilia gli Stati uniti
hanno vinto e l’Italia ha perso. La costruzione delle tre parabole americane a Niscemi è terminata.
Non sono stati sufficienti anni di proteste, di ricorsi, di tribunali,
di medici, per impedire la costruzione del Muos. Una contesa ad armi
impari combattuta senza il supporto delle istituzioni, colpevoli di aver
illuso la popolazione locale, di averla sostenuta in un primo momento e
poi di averla abbandonata. Insomma, la consueta storia tutta
italiana, condita dalla solita soggezione di non voler contraddire
l’alleato a stelle e strisce.
Ma procediamo con ordine. Il Muos è l’acronimo di “Mobile User Objective System”,
cioè un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari concepito
dalla marina militare statunitense che, grazie a cinque satelliti in
orbita e quattro stazioni di terra, permetterà agli Usa di controllare e coordinare tutte le unità navali, aeree e terrestri dislocate nel mondo, compresi i droni.
Una di queste quattro stazioni di terra è proprio quella di Niscemi, in
provincia di Caltanissetta. È qui che ieri, 27 gennaio, si è completata
la costruzione di tre parabole satellitari dal diametro di 20 metri e
di due antenne alte 150. Ma il sistema di difesa americano è
diventato anche di pubblico interesse perché nasce in un’area dove
vivono persone che hanno paura di assistere inermi ad un bombardamento
di onde elettromagnetiche.
Intervista esclusiva di Alessandro Bianchi al Columnist economico del Telegraph Ambrose Evans Pritchard.
- Dalle colonne del Telegraph, Lei ha scritto spesso come i paesi dell'Europa del sud dovrebbero formare un cartello e parlare con un'unica voce nel board della Bce e nei vari summit per forzare quel cambiamento di politica necessario a rilanciare le loro economie. Ritiene che il sistema euro possa ancora salvarsi o giudica migliore per un paese come l'Italia scegliere il ritorno alla propria valuta nazionale?
Quello che serve in Europa oggi è uno shock economico sul modello dell'Abenomics. Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, insieme alla Francia devono smettere di fare finta di non avere un interesse in comune da tutelare. Questi paesi hanno i voti necessari per forzare un cambiamento. La Bce oggi non sta rispettando gli obblighi previsti dai trattati e non solo per il target del 2%, dato che nei trattati non si parla solo d'inflazione, ma anche di crescita e di occupazione. Il dato dello 0,8% di ottobre è un autentico disastro per l'andamento della traiettoria di lungo periodo del debito. Senza un cambio di strategia forte, l'Italia sarà al collasso nel 2014. Il paese ha un avanzo primario del 2.5% del PIL e ciononostante il suo debito continua ad aumentare. Il dramma dell'Italia non è morale, ma dipende dalla crisi deflattiva cui è costretta per la sua partecipazione alla zona euro. La politica è fatta di scelte e di coraggio. Fino ad oggi non si è agito per impedire che si dissolvesse il consenso politico dell'euro in Germania. Ma oggi c'è una minaccia più grande e se Berlino non dovesse accettare le nuove politiche, può anche uscire dal sistema. Il ritorno di Spagna, Italia e Francia ad una valuta debole è proprio quello di cui i paesi latini hanno bisogno. Del resto, la minaccia tedesca è un bluff ed i paesi dell'Europa meridionale devono smascherarlo. L'ora del confronto è arrivato.
Il buon candidato? Chi devolve ai legittimi depositari il potere usurpato dalla “commissione” di Bruxelles e dalla Banca Centrale Europea (BCE) Di Tito Pulsinelli SelvasBlog
Alla fine l'essenziale è sapere chi è il nemico principale. Quali sono i mezzi più efficaci per impedire che il potere economico deglutisca anche il residuale potere politico. Come strappare spazi di manovra alle onnivore elites universaliste? Il 14 maggio, l'oggetto del contendere è una istituzione devitalizzata, evirata di ogni potere reale sull'economia, moneta e difesa. Strasburgo è un teatro in cui le due ali del neoliberismo -costrette dall'emergenza a dismettere la vetusta baruffa sceneggiata- si coalizzano per non precipitare nel vuoto. Demonizzano il movimento reale in cui è sottesa un'idea-forza: chi ha il potere economico non può avere anche il potere politico. Oligarchie e lobbies segrete contro ceti medi e produttivi; funzionari in incognito di Goldman Sachs contro dirigenti scaturiti e legittimati dalla sovranità popolare. “Commissari” di Bruxelles e plenipotenziari di Francoforte versus dirigenza leale ai Paesi che compongono l'Europa storica e millenaria. Non quella fuoriuscita dalla provetta di Maastricht con la formula esoterica che riduce il governare a 5 macro-indicatori economici.