In Iraq la polvere scivola per le lunghe strade, dita del deserto.
Penetra negli occhi, nel naso, in gola, mulinella nei mercati e nei
cortili delle scuole, filtra nei bambini mentre giocano a pallone, e
trasporta, secondo il dottor Jawad Al-Ali, "i semi della nostra morte".
Oncologo di fama internazionale al Teaching Hospital Sadr di Bassora, il
dottor Ali, me lo disse nel 1999, e oggi il suo avvertimento è
comprovato.
"Prima della guerra del Golfo", disse, "c’erano due o tre
pazienti affetti da cancro al mese. Ora ogni mese ne muoiono 30-35. I
nostri calcoli indicano che in questa zona contrarrà il cancro dal 40 al
48 per cento della popolazione; dapprima nei prossimi cinque anni, poi
molto tempo dopo. Parliamo di circa la metà della popolazione. Molti tra
i miei famigliari ne sono stati colpiti, cosa mai successa nella storia
della nostra famiglia.
Qui è come Chernobyl; gli effetti
genetici sono nuovi per noi; i funghi crescono enormi, perfino gli acini
dell’uva nel mio giardino hanno subito una mutazione e non possono più
essere mangiati”.
Alla
vigilia della guerra civile americana, Abraham Lincoln pronunciò la
famosa frase "una casa divisa non può stare in piedi." Oggi, l'Unione
Europea - impegnata da decenni alla ricerca di un' "unione sempre più
stretta" - deve confrontarsi con una straziante (atroce) verità. La
massima di Lincoln deve essere letta al contrario. Affinché l'UE possa
sopravvivere, l'euro si deve sciogliere.
Tra il trattato di Roma del 1957 e l'Atto unico europeo del 1986, i
governi europei hanno portato avanti la più grande rivoluzione pacifica
che il continente abbia mai visto nella sua lunga e travagliata storia.
La creazione di una moneta unica europea si sarebbe basata su questo
notevole successo. Si riteneva poter essere” il successivo e
fondamentale passo verso una maggiore unità e prosperità. La crisi
economica nell'Europa meridionale mostra che il regime dell'euro, almeno
nella sua forma attuale, è diventato una minaccia fatale per entrambi
questi obiettivi. Grecia, Spagna, Portogallo, Italia e Cipro sono intrappolati nella
recessione e non possono riconquistare la propria competitività
svalutando le loro monete. Le economie del nord della zona euro hanno
dovuto partecipare a ripetuti salvataggi mettendo da parte ogni
principio di cauta finanza. L’Unione è lacerata da un circolo vizioso
di risentimento e populismo a sud e un rafforzamento del nazionalismo a
nord. Leggi tutto...
Innanzi tutto facciamo osservare che i signori della finanza hanno
già progettato la fase finale della operazione per l'esproprio della
ricchezza nazionale della Russia. Il paravento
ideologico-propagandistico dietro il quale si attua il disegno di
"esproprio globale" è costituito dalla campagna per la lotta al
terrorismo internazionale condotta dagli USA e iniziata dopo l'11
settembre 2001. Questa campagna è stata via via integrata da
altri strombazzati programmi contro la corruzione, l'evasione fiscale,
il riciclaggio di denaro "sporco", la criminalità internazionale, ecc. Di V. Katasonov Sovross.ru In
realtà, queste nobili intenzioni di mettere ordine nel mondo intero, e
di "salvaguardare gli interessi nazionali degli Stati Uniti", servono a
mascherare la corsa della oligarchia finanziaria internazionale verso il
dominio planetario. Si stanno infatti creando gli strumenti idonei
all'esproprio globale, allo smantellamento degli stati sovrani, alla
costituzione del governo mondiale ed alla formazione di un regime
totalitario di dimensioni universali (il "lager mondiale"). Il
completo esproprio di tutti i beni e la loro concentrazione nelle mani
di una ristrettissima èlite internazionale è la condizione sine qua non
per la realizzazione del nuovo ordine mondiale. A tal fine i circoli
dominanti dell'Occidente in campo finanziario e bancario puntano ai
seguenti obiettivi:
Il
caso della piattaforma “Giovanna”, nella provincia di Teramo, dove
Eni-Agip ha operato negli anni 90. Come estrarre gas “fratturando” il
fondo servendosi di acqua marina. Volumi triplicati, costi ridotti.
Anche grazie a concessioni convenienti.
La piattaforma “Giovanna” nel mar Adriatico
“Fino al 1992 nel mio pezzo di mare, abbastanza lontano
dalla costa, pescare era una bellezza. Ma quando è arrivata Giovanna ho
smesso, perché l’acqua non era più la stessa”. Con queste parole
Aldino ricorda il suo passato da pescatore. Tossisce, si ferma un
attimo, appoggia la cornetta sul tavolo, si allontana, e poi ritornando
al telefono dice che “il mare di fronte al tratto di costa tra
Montesilvano e Marina di Silvi e Giulianova pure oggi non è lo stesso. A
me non piace più”. Siamo nel medio Adriatico, in Abruzzo, nella
provincia di Teramo dove le numerose piattaforme di gas -monotubolari,
bitubolari e reticolari- hanno cambiato le abitudini dei pescatori.
Anche se fino al 2002 (anno in cui è entrata in vigore un’ordinanza
della Capitaneria di Porto di Pescara, ndr) pescare in prossimità delle
piattaforme metanifere era quasi una regola fissa. Una di queste è la
piattaforma “Giovanna” (in foto), realizzata nel 1992, e localizzata a
poco più di 23 miglia dalla costa. A 37, 38 chilometri dalla
terraferma. Il giacimento di gas “Giovanna” fu scoperto da Agip e
Deutsche Shell nel 1988, dopo 6 anni dalla messa in produzione del
giacimento “Emma”, con omonima piattaforma. Leggi tutto...
La ricapitalizzazione delle banche cipriote è una prova generale di quello che ci attende?E’ possibile prevedere un “furto dei risparmi” in seno alla Comunità Europea e in Nord America in grado di portare alla confisca completa dei depositi bancari? A Cipro il sistema dei pagamenti è stato completamente perturbato, provocando così l’affondamento dell’economia reale. Pensioni e salari non vengono più erogati. Il potere di acquisto si è inabissato. La popolazione di Cipro è stata impoverita. Le piccole e medie imprese rischiano il fallimento. La popolazione di Cipro è di un milione di persone. Che cosa succederà se si “rasa” in questo modo il sistema bancario dagli Stati Uniti, dal Canada, e nell’Unione Europea? Secondo l’Institute of International Finance (IIF) con sede a Washington che rappresenta la posizione del sistema finanziario “l’approccio cipriota che consiste nello sfruttare i depositi e i crediti quando le banche sono in situazione critica diventerà probabilmente un modello per fare fronte ai crolli in Europa (Economic Times, 27 marzo 2013)”. Leggi tutto...
Perché il sistema finanziario deve essere nazionale, ossia chiuso? Perché
uno stato sovrano, libero di disciplinare la quantità di moneta immessa
nel sistema, da se stesso o dalle banche commerciali, nonché le
modalità di immissione, tanto più se molte banche commerciali (o almeno
le grandi) sono pubbliche, non ha alcun bisogno di consentire che
l’attività economica pubblica o privata sia finanziata da denaro creato
all’estero.
Questa evidenza, lapalissiana, è negata, o meglio
rimossa, da quasi tutti i mezzi keynesiani, compresi i neokeynesiani,
che da tempo spadroneggiano sulla rete, ricevendo grande successo. Molti
di essi sono statunitensi e quindi abituati a ragionare su un sistema
che non ha le caratteristiche e i problemi degli altri. Se negli Stati
Uniti c'è una crisi finanziaria, i capitali accorrono negli Stati Uniti o
comunque non scappano; mentre se la crisi finanziaria si verifica in
Italia, i capitali scappano. Questa e altri simili constatazioni
dovrebbero indurre le persone di buon senso ad applicare la massima:
"coloro che, discorrendo di temi economici, recano l'esempio degli Stati
Uniti o sono sciocchi, se sono in buona fede, o sono impostori, se sono
in mala fede". Leggi tutto...
Dopo tante riunioni sul territorio a stretto contatto con le persone in centinaia di comuni in tutta Italia, dalle isole fino a Milano, il 15-16 giugno si terrà l'assemblea nazionale dell'Associazione Riconquistare la Sovranità, nata solo un anno fa, ma che già conta migliaia di iscritti e simpatizzanti, grazie ad un programma preciso e concreto in linea con le esigenze più impellenti del paese e più sentite dalla gente comune. Come socia e co-fondatrice dell'ARS, invito tutti i lettori dei Voci Dalla Strada a partecipare all'assemblea nazionale, soprattutto coloro che non conoscono il movimento, perchè questa è un'ottima occasione per toccare con mano iniziative concrete. In rete possiamo "dire" tante cose, fuori dalla rete possiamo "fare"... Alba
INVITO, PROGRAMMA E LOGISTICA dell’ASSEMBLEA NAZIONALE dell’ARS Associazione Riconquistare la Sovranità – PESCARA 15 E 16 GIUGNO 2013
A) INVITO
1. Tutti gli iscritti all’ARS sono vivamente invitati a partecipare all’assemblea nazionale, come è ovvio, ma anche e soprattutto a persuadere a venire a Pescara almeno una o due persone
– parenti, amici, conoscenti o colleghi – con le quali hanno parlato
spesso dell’ARS. E’ bene che all’assemblea partecipino non soltanto
iscritti all’ARS ma anche e soprattutto simpatizzanti e curiosi. Non c’è
alcun luogo nel quale è necessario iniziare da subito le attività di
invito e persuasione, che andranno ripetute più volte fino a “estorcere”
benevolmente, per amicizia, fratellanza o colleganza la disponibilità e
la prenotazione.
2. Tutti i simpatizzanti, e in particolare i lettori del sito Riconquistare la sovranità o del gruppo facebook dell’ARS, che non siano iscritti all’ARS, sono invitati a combattere la pigrizia,
ad approfondire la curiosità che fino ad ora hanno dimostrato, e a
voler conoscere gli autori che in questo anno hanno letto e le persone
con le quali hanno dialogato commentando gli articoli. Sono insomma
invitati ad avvertire il dovere di essere cittadini e il desiderio di creare una comunità con persone che, in linea di principio, la pensano come loro.
Ormai da anni, i giovani della periferia dell’Europa pesantemente indebitata hanno affrontato la disoccupazione di massa. In Grecia e in Spagna rispettivamente il 59% e il 56% dei giovano sono ora senza lavoro, mentre la disoccupazione giovanile nell’Unione Europea nel suo insieme attualmente si trova a uno sconvolgente 24%, un po’ di più rispetto al 22,5% dell’anno scorso. I “fortunati” sono coloro che servono a tavola con dottorati nella loro tasca posteriore. Coloro che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e gli amici unirsi all’esodo generazionale in Germania e in Angola, non compaiono neanche nelle statistiche. Di Jerome E. Roos
Nelle recenti settimane, i leader europei sembrano piuttosto in ritardo sembra che siano diventati potentemente interessati al problema. Il Primo ministro italiano Enrico Letta, ha definito la disoccupazione giovanile il problema più grave che deve affrontare il paese e ha richiesto un piano dell’Unione Europea per “combatterla”. La cancelliere tedesca Angela Merkel, alfiera del movimento europeo per l’austerità, considera ugualmente che la disoccupazione giovanile sia “la più grossa sfida dell’Europa.” Nel frattempo, una nuova campagna del sito Big Think chiede piuttosto ingenuamente: “che cosa sta causando la disoccupazione giovanile e che cosa può risolverla?” Leggi tutto...
“La Monsanto è un’impresa agricola. Applichiamo innovazione e tecnologia per aiutare i coltivatori di tutto il mondo a produrre di più conservando di più. Produrre di più – Conservare di più – Migliorare la vita dei coltivatori.”
Queste sono le promesse della Monsanto sul suo sito Web, assieme a fotografie di agricoltori prosperi e sorridenti dello stato del Maharashtra. Si tratta di un tentativo disperato della Monsanto e della sua macchina della propaganda di separare l’epidemia di suicidi di contadini in India dal crescente controllo della società sulle forniture delle sementi di cotone; il 95% dei semi di cotone in India è oggi controllato dalla Monsanto. Il controllo sui semi è il primo anello della catena alimentare perché i semi sono la fonte della vita. Quando un’impresa controlla i semi, controlla la vita, specialmente la vita degli agricoltori. Il controllo concentrato della Monsanto sul settore delle sementi in India, così come in tutto il mondo, è molto preoccupante. E’ ciò che collega i suicidi dei contadini indiani alla causa ‘Monsanto contro Percy Schmeiser’ in Canada, a quella ‘Monsanto contro Bowman’ negli Stati Uniti e agli agricoltori del Brasile che hanno citato la Monsanto per 2,2 miliardi di dollari per lo scorretto incasso di diritti. Leggi tutto... Leggi anche: Obama protegge la Monsanto con una legge "su misura" La Catastrofe Degli OGM Negli USA: Una Lezione Per Il Mondo «IL GLISOFATO UCCIDE LA PACHAMAMA» CONTROLLARE IL PRIMO ANELLO DELLA CATENA ALIMENTARE: LE SEMENTI
Il caso-Moro tra depistaggi e sedute spiritiche - Mentre sui
giornali impazzava la “fermezza” ben tre trattative erano aperte: una di
Paolo VI, una coordinata da Leone e Fanfani e una dei servizi con Tito,
palestinesi e altri gruppi arabi - Ma Moro doveva morire…
Trentacinque anni dopo, ecco Aldo Moro. Cosa sappiamo? Cosa
ricordiamo? A malapena, che lo statista democristiano - più volte
presidente del Consiglio, ministro e sicuro prossimo capo dello Stato -
fu sequestrato a Roma il 16 marzo 1978 dalle Brigate rosse e fu poi
ritrovato cadavere, sempre a Roma, il 9 maggio dello stesso anno. Forse i più «informati» sapranno che in quei 55 giorni di prigionia
si fronteggiarono un «partito della fermezza» (quasi tutte le formazioni
politiche, Pci in testa), contrario a ogni negoziato con i terroristi, e
un «partito della trattativa» (i radicali, ai quali poi si aggiunsero i
socialisti), che invece voleva salvare l'ostaggio. Poi, più nulla. Tutto sepolto da quei luoghi comuni che, ripetuti dalla tv fino allo
stremo e tradotti in carta stampata di libri e giornali, diventano
«storia». Nel caso Moro, essi sanciscono che l'omicidio del presidente
Dc fu l'esito tragico e inevitabile di quella contrapposizione. Punto. E
che non se ne parli e non se ne dubiti più.
Ogni
quattro anni, con l’inizio del nuovo mandato presidenziale negli Stati
Uniti, il National Intelligence Council (NIC), l’ufficio di
analisi e di anticipazione geopolitica ed economica della CIA (NIC),
pubblica un rapporto che diventa automaticamente un riferimento per
tutte le cancellerie del mondo.
Anche se, ovviamente, si tratta di una visione molto parziale
(quella di Washington), elaborata da un’agenzia (la CIA) la cui
missione principale è difendere gli interessi degli Stati Uniti, il
rapporto strategico del NIC presenta una indiscussa utilità perchè è il
risultato della messa in comune – rivista da tutte le agenzie di
intelligence USA – di studi elaborati da esperti indipendenti di varie
università e di molti altri paesi (Europa, Cina, India, Africa, America
Latina, mondo arabo-mussulmano, ecc.).Il documento confidenziale che il presidente Barak Obama ha
trovato sulla scrivania del suo ufficio alla Casa Bianca lo scorso 21
gennaio, quando ha iniziato il suo secondo mandato, è stato appena
pubblicato col titolo Global Trends 2030. Alternative Worlds (Tendenze mondiali 2030: nuovi mondi possibili).
L'intento del progetto europeo era quello di togliere la
democrazia agli Stati nazionali per mettere quel potere in mano a persone che
non possono essere chiamate a rispondere di ciò che fanno. Sapendo, che l'Euro non avrebbe
funzionato...
L’amministrazione Obama ha confermato, proseguito e ampliato quasi tutte le draconiane violazioni delle libertà civili nazionali introdotte sotto l’amministrazione Bush. Qui presentiamo venti esempi di gravi attacchi ai diritti nazionali alla libertà di parola, alla libertà di riunione, alla libertà di associazione, al diritto alla privacy, al diritto ad un giusto processo, alla libertà di religione, e alla libertà di coscienza avvenuti da quando l’amministrazione Obama ha assunto il potere. Prendeteli in esame e poi decidete se, nell’ambito delle libertà civili nazionali, c’è una qualche differenza fondamentale tra la presidenza Bush e la presidenza Obama. Il Patriot Act Il 27 maggio 2011, il Presidente Obama – passando sopra ad un gran numero di obiezioni bipartisan – ha ratificato una proroga congressuale di quattro anni per certe controverse disposizioni del Patriot Act che stavano per scadere. Nel marzo 2010, Obama aveva firmato un’analoga proroga, di un anno, del Patriot Act. Questi provvedimenti permettono al governo, con il permesso di un tribunale segreto speciale, di acquisire dati all’insaputa dell’interessato, di sorvegliare segretamente persone sospette che non hanno legami noti con gruppi terroristici, e di avere carta bianca sulle intercettazioni telefoniche. La criminalizzazione del dissenso e militarizzazione della polizia Leggi tutto...
Una nuova legge proposta dalla Commissione europea renderebbe illegale
"coltivare, riprodurre o commerciare" i semi di ortaggi che non sono
stati "analizzati, approvati e accettati" da una nuova burocrazia
europea denominata "Agenzia delle Varietà Vegetali europee".
Si chiama Plant Reproductive Material Law, e tenta di far gestire
al governo la regolamentazione di quasi tutte le piante e semi. Se un
contadino della domenica coltiverà nel suo giardino piante con semi non
regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come criminale. Il
testo del progetto di legge, che è già stato più volte modificato a
causa delle enormi proteste delle associazioni dei coltivatori, è
riportato qui.
"Questa legge intende interrompere immediatamente la coltivazione
professionale di varietà vegetali ad uso di piccoli coltivatori, di
coltivatori biologici, e di agricoltori che operano su piccola scala",
ha detto Ben Gabel, coltivatore di verdure e direttore del The Real Seed Catalogue.
"I piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle
multinazionali - per esempio, coltivano senza usare macchine e non
possono o non vogliono utilizzare spray chimici potenti. Non c'è modo
di registrare quali sono le varietà adatte per un piccolo campo perché
non rispondono ai severi criteri della "Plant Variety Agency", che si
occupa solo dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli
agricoltori industriali. " Leggi tutto...
Negli
Stati Uniti il presidente Obama, durante il suo discorso sullo stato
dell’Unione pronunciato l’11 marzo scorso, ha annunciato ufficialmente
l’inizio delle trattative per la formazione di un grande mercato
transatlantico. Il commissario europeo per il commercio, Karel De Gucht,
ha dichiarato che il beneficio previsto per l’Unione Europea è valutato
in 100 miliardi di euro ogni anno. Di Jean-Claude Paye
L’accordo prevede l’eliminazione delle barriere al commercio: le
barriere doganali, le cosiddette “barriere tecniche” e le barriere non
tariffarie che riguardano beni, servizi, guadagni e investimenti, oltre
che la liberalizzazione dei mercati pubblici e della materia dei diritti
di proprietà intellettuale.
Presentato come piano di rilancio dell’economia che permetterebbe
di uscire dalla crisi attuale, il progetto, in fase di preparazione da
15 anni è piuttosto il risultato di una scelta strategica degli Stati
Uniti: il passaggio da un mercato mondiale non più vantaggioso - basato
su un sistema di scambi multilaterali - ad un’organizzazione bilaterale
USA-UE.
A testimonianza di ciò basti pensare al blocco dei negoziati dell’OMC nel round di Doha da
parte dei rappresentanti americani, e alla scelta degli USA a favore di
negoziazioni bilaterali; l’accelerazione data dagli Stati Uniti alla
chiusura delle negoziazioni ha permesso di concludere accordi regionali
al di fuori dell’osservatorio dell'OMC. Leggi tutto...
L’impianto di microchip sta diventando una pratica ordinaria per i
nostri animali domestici, ma piacciono meno quando si propone di
applicarli alle persone.In un’intervista in un programma radiofonico
della BBC la scrittrice di fantascienza Elizabeth Moon ha riacceso il
dibattito affermando che mettere il “codice a barre” ai neonati al
momento della nascita è una buona idea:
“Ciascuno dovrebbe avere un
sistema di identificazione permanentemente collegato – un codice a barre
se si vuole – un chip impiantato che assicuri un modo semplice, rapido
ed economico per identificare gli individui“,
ha detto a Forum, uno show
settimanale… Moon ritiene che gli strumenti più comunemente utilizzati
per la sorveglianza e l’identificazione – come videocamere e test DNA –
sono lenti, costosi e spesso inefficaci. A suo parere, dei codici a barre
per umani permetterebbe di risparmiare un sacco di tempo e denaro. La
proposta non è troppo inverosimile – è già tecnicamente possibile
mettere un codice a barre ad un uomo – ma non si viola il nostro diritto
alla privacy? Gli oppositori sostengono che rinunciare a coltivare
l’anonimato ci porterebbe ad una società “orwelliana” in cui tutti i
cittadini possono essere rintracciati.
Uno degli aspetti più inquietanti e forse il più criminale, che hanno
portato alla nascita della moneta unica, risiede proprio nel fatto che
il suo fallimento era già stato previsto almeno tre decenni prima della
sua nascita. La sua insostenibilità era già stata scritta e
documentata scientificamente da autorevoli economisti, appartenenti a
differenti scuole di pensiero economico, che denunciarono, già a
quell'epoca, quelle che sarebbero state le conseguenze in termini di
macelleria sociale, di aggressione dei diritti e dei salari del ceto
medio popolare, che si sarebbero determinate per effetto della creazione
di un'area valutaria non ottimale tra nazioni con strutturali
differenze economiche. Vincitori e Vinti Agganciare la valuta della Germania a quella
di Paesi economicamente più deboli e con inflazione più alta, senza
prevedere meccanismi certi ed automatici di riequilibrio fra i Paesi in
surplus e quelli in deficit, non poteva non determinare la costruzione
di un rapporto asimmetrico: da una parte la Germania e i Paesi forti nel
ruolo di leaders, dall’altra i Paesi più deboli nel ruolo di followers,
impossibilitati a recuperare competitività e sostanzialmente costretti a
riprodurre le politiche economiche e sociali tedesche, con le
conseguenze che vediamo oggi, dopo dieci anni di moneta unica (la quale
rappresenta il caso “estremo” di sistema valutario a cambi fissi):
deflazione, spinta al ribasso dei diritti e dei salari dei ceti medi e
popolari, innalzamento della disoccupazione, politiche di rigore
destinate a portare il Paese ad avvitarsi in spirali recessive. Leggi tutto...
Pubblichiamo una sintesi dell’intervento del presidente dell’ARS Stefano
D’Andrea in occasione della presentazione dell’Associazione Riconquistare la Sovranità ai cittadini di Avezzano del 21/04/2013.
Che cosa ci riserva l’Unione europea? Ex sindacalista in una grande azienda, oggi giornalista, Pierre Levy, in particolare, ha cercato di rispondere a questa domanda attraverso il suo ultimo libro, “L’Insurrection”. Un libro fortemente politico che spazia nei campi dell’economia, del sociale e della geopolitica. Il sottotitolo del libro, “il favoloso destino dell’Europa all’alba dell’anno di grazia 2022”,
non è un puro prodotto della fantasia di Pierre Lévy, ma ci rinvia ad
una inquietante attualità e solleva una questione: bisogna restare
nell’Unione europea?
Il
suo romanzo ci fa piombare nel 2022, e dalle prime righe questo futuro
non troppo lontano ci appare insieme assurdo e spaventoso. Ma, cosa
ancora più spaventosa, ci si accorge subito che questo mondo non è puro
frutto della sua immaginazione, ma si basa su elementi attuali
decisamente realistici…
Questo è lo spirito del libro. Anche se questo è un libro molto
politico, ho preferito una forma insolita per un saggio. Volevo ridere
di cose che non sono affatto divertenti, portando all’assurdo ed
estremizzando le logiche attuali. L’idea era quella di capire cosa sta
succedendo oggi in campo economico, politico, sociale e geopolitico,
andare fino in fondo. Sperando che tutto ciò faccia riflettere.