Cosa
sta succedendo tra Stati Uniti e Corea del Nord, che questa settimana
ha prodotto titoli come “Aumentano le tensioni in Corea” e “La Corea
del Nord minaccia gli Stati Uniti”?
Il 30 marzo The New York Times informava: “Questa
settimana il giovane dirigente della Corea del Nord, Kim Jung-un, ha
ordinato ai suoi subordinati di prepararsi per un attacco con
missili agli Stati Uniti. Si è mostrato in un centro di comando di
fronte ad una mappa appesa al muro con il baldanzoso e improbabile
titolo ‘Piani per attaccare il territorio degli Stati Uniti’. Alcuni
giorni prima i suoi generali si sono vantati di aver sviluppato
un’ogiva nucleare “stile coreano” che potrebbe essere utilizzata da un
missile a largo raggio”.
Gli Stati Uniti sanno bene che le dichiarazioni della Corea del
Nord non sono suffragate da un potere militare sufficiente a
materializzare le sue minacce retoriche, ma la tensione sembra
aumentare in tutti i modi. Che sta succedendo? Devo tornare un poco indietro nel tempo per spiegare la situazione. Dalla fine della Guerra di Corea, 60 anni fa, il governo della
Repubblica Popolare d Democratica della Corea del Nord (RPDCN o Corea
del Nord) ha fatto ripetutamente sempre le stesse quattro proposte
agli Stati Uniti:
Nonostante
la novella presidente della Camera Laura Boldrini, impegnata con
migranti e migrazioni di altro genere, abbia dichiarato di non
esserne al corrente e mostri tutto il proprio stupore per la povertà
in cui versano i suoi connazionali privi di uno stipendio dell'ONU,
una larga parte degli italiani vive in condizioni sempre più drammatiche, senza che esista alcun ammortizzatore sociale in grado
di mitigare gli effetti della catastrofe economica che si è
riversata sulle loro teste. L'ondata
di persone che al culmine della propria disperazione decidono di
sublimare il proprio dramma emigrando nell'aldilà, continua a farsi
sempre più impetuosa ed inizia a tracimare dagli argini di silenzio
attraverso i quali Monti e Napolitano hanno deciso di nasconderla
alla vista, intimando ai media la più completa omertà. Qualche
caso più eclatante degli altri, come la strage di Perugia o il
triplice suicidio di Civitanova Marche, finisce per forza di cose per
trovare spazio sui quotidiani a tiratura nazionale, ma nonostante
perfino la Boldrini e qualche opinionista chic dei salottini TV
inizino a prendere atto del fatto che una sempre più ampia fascia
della popolazione italiana sia in procinto di migrare con mezzi assai
più drammatici dei barconi, continua a mancare totalmente una reale
percezione del fenomeno......
Noi di solito rispettiamo la convenzione di astenerci dal parlare male
di chi è scomparso recentemente. Ma Margaret Thatcher probabilmente non
si opporrebbe a un epitaffio concentrandosi su come la sua eredità
politica sia riuscita a raggiungere il suo obiettivo dichiarato di uno "smantellamento irreversibile"
del settore pubblico in Gran Bretagna. Con un attacco alla
pianificazione dello stato fatta dal governo, la Thatcher ha spostato le
istituzioni nelle mani molto più accentratrici della finanza - la City
di Londra - senza nessun controllo sui danni all’economia prodotti da
una regolamentazione finanziaria "libera" da qualsiasi norma
anti-monopolistica di controllo sui prezzi. Di Michael Hudson Михаел Хадсон e Jeffrey Sommers La Thatcher ha
trasformato il carattere della politica britannica per voce di un
governo parlamentare democraticamente eletto che ha permesso con una
pianificazione finanziaria di spartirsi il dominio del settore pubblico con il consenso popolare.
Come il suo contemporaneo, l’attore Ronald Reagan, ha raccontato una
storia con una copertina affascinante dove prometteva di aiutare la
ripresa dell'economia. La realtà, ovviamente, è stata un aumento del
costo della vita e la possibilità di fare business per la Gran Bretagna.
Ma questo gioco a somma zero ha cominciato a registrare le perdite di
tutto il sistema economico e di una gran parte del collegio elettorale
che il partito conservatore raccoglieva nel settore bancario della Gran
Bretagna. Leggi tutto...
In questi giorni ho ricevuto parecchie mail che mi chiedevano di
commentare l’articolo apparso sul blog di Beppe Grillo che reiterava il
rischio per l’Italia di fare una fine, questa volta a medio termine come
la Grecia.Grillo segue i suggerimenti dei suoi consiglieri economici e si vede….sic! Se utilizziamo il lungo termine forse riesce meglio soprattutto
considerando che per Keynes nel lungo termine siamo tutti morti e così
si mettono in pace anche gli ansiosi e i paranoici.
Che dire oggi nel partito unico trasversale del ” occhio che faremo
la fine della Grecia ” ci sono un po’ tutti, dagli economisti grillini
come la mitica Napoleoni quella che devevamo fallire ieri agli
economisti caccia grillini come Seminerio , dallo stesso Grillo a Monti,
da tizio a caio sino a raggiungere sempronio.
Che volete che vi dica ma lasciamoli sfogare, devono pur scrivere o parlare di qualcosa, non importa cosa.
Sembrano tanti papa o patrigni che avvertono ignari bambini dell’ arrivo dell’uomo nero.
Un documento pubblicato da Wikileaks rivela la strategia in cinque fasi degli Stati Uniti per minare il chavismo del Venezuela utilizzando l'USAID ed altre organizzazioni non governative (ONG). In un messaggio inviato a Washington nel novembre 2006, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Venezuela, William Brownfield, ha dettagliato i risultati del suo lavoro nel 2004, che aveva cinque obiettivi:
1) Rinforzare le istituzioni democratiche
2) Infiltrarsi nella base politica di (Hugo) Chavez
3) Disgregare il chavismo
4) Proteggere gli interessi vitali delle società statunitensi
5) Isolare Chavez a livello internazionale.
In totale, tra il 2004 e il 2006, l'Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha donato 15 milioni di dollari ad oltre 300 organizzazioni e ha fornito un supporto tecnico e di formazione attraverso il suo Ufficio di Iniziative di Transizione ( OTI).
Premetto che sono un abbonato e un occasionale collaboratore del
Fatto Quotidiano. Lo dico per sottolineare la mia affinità di vedute con
la linea politica del giornale. Ciò non esclude, ovviamente, che a
volte mi possa trovare in disaccordo con quanto scrive qualcuno dei suoi
più autorevoli redattori, come mi è successo leggendo il commento di
Furio Colombo intitolato “Crisi, l’ora della scelta tra crescita e decrescita” pubblicato domenica scorsa. Di Maurizio Pallante Il Fatto Quotidiano E non mi riferisco alla sua predilezione per la crescita con una più
equa redistribuzione del reddito come sostenuto dai suoi economisti di
riferimento, ma alle premesse concettuali che la
sottendono, che Colombo manifesta commentando l’affermazione di Gianni
Agnelli: «Non puoi dire decrescita. È una parola contro natura», con
queste parole: «la frase è fondata – perché – i bambini crescono, gli
animali crescono, la natura cresce». A parte l’ultimo esempio di cui mi
sfugge il significato, le domando: i bambini e gli animali crescono per
sempre o a un certo punto smettono di crescere? Noi abbiamo un cane di
17 anni. Cosa sarebbe diventato se avesse continuato a crescere da
quando è nato? Lei dopo il 17 /18 anni ha continuato a crescere? Eppure,
anche avendo smesso di crescere ha continuato a migliorare. La sua
affermazione mi fa pensare a quel versetto del profeta Isaia in cui si
legge: «Iddio acceca quelli che vuol perdere».
Il capitalismo oggi esistente è radicalmente incompatibile con la democrazia. Vi è il “capitalismo” e poi c’è il “capitalismo reale”. DiNoam Chomsky
Il termine
“capitalismo” è comunemente usato riferendosi al sistema economico
degli USA, che prevede considerevoli interventi dello Stato, i quali
vanno dai sussidi per l’innovazione creativa alla politica assicurativa
“too-big-to-fail” (troppo-grandi-per-fallire, ndr) del governo per le
banche. Il sistema è altamente monopolizzato e ciò limita ulteriormente la
dipendenza dal mercato, in modo crescente: negli ultimi 20 anni la
quota dei profitti delle 200 imprese più importanti è aumentata
enormemente, riporta l’accademico Robert W. McChesney nel suo nuovo
libro Digital disconnect. In questo momento “capitalismo” è un termine comunemente usato per
descrivere sistemi nei quali non ci sono capitalisti; per esempio il
conglomerato-cooperativa Mondragón nella regione basca in Spagna, o le
imprese-cooperative che si espandono nel nord dell’Ohio, spesso con il
sostegno conservatore – entrambe esaminate in un’importante ricerca
dell’accademico Gar Alperovitz. Leggi tutto...
La confisca dei depositi a Cipro non è che la prima applicazione pratica
di una soluzione pianificata da tempo per tutta la regione
translatlantica. Il piano prevede di passare dai salvataggi esterni
("bailouts") delle banche eseguiti con il prelievo fiscale, ai
salvataggi interni ("bail-ins") eseguiti confiscando azioni,
obbligazioni e depositi. Movisol
Il Parlamento Europeo sta per votare una
legge per la "risoluzione" delle banche in difficoltà la cui bozza è
stata presentata dalla Commissione EU il 6 giugno 2012, basata su uno
schema di bail-in che include la confisca dei depositi al di sopra della
quota garantita di 100 mila euro. Il relatore della legge, Gunnar
Hokmark, ha dichiarato alla Reuters il 20 marzo che probabilmente la
legge passerà così come è stata scritta. "Dovremo essere in grado di
eseguire il bail-in anche attingendo ai depositi. Quelli sotto i 100
mila euro sono protetti (…) quelli sopra i 100 mila non sono protetti e
dovranno essere trattati come parte del capitale che può essere usato
per il salvataggio". Hokmark è fiducioso che la maggioranza del
Parlamento Europeo voterà in questo senso. Il 25 marzo il nuovo
presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, aveva creato
scalpore affermando che la confisca dei depositi a Cipro era un
"modello" per l'Eurozona. Leggi tutto...
Poco
dopo la morte del leader della Rivoluzione Bolivariana e presidente
del Venezuela, Hugo Chàvez, alcuni media della destra statunitense
hanno lanciato una campagna di calunnie, descrivendolo come un
leader “autoritario” e “provocatore di divisioni”. Alcuni hanno anche
espresso la loro speranza che il progetto politico di Chàvez crollasse. Ma, come tutto il mondo può vedere, sono i governi di Stati Uniti e
Canada, e non Chàvez, quelli che sono isolati nel continente. I
presidenti di tutta l’America Latina sono andati a Caracas per
partecipare al funerale e a rendere omaggio a Chàvez. Lì molti di essi
hanno riaffermato il loro appoggio agli ideali di giustizia sociale e
sviluppo, integrazione e indipendenza per l’America Latina che il
leader venezuelano ha appoggiato per tutta la sua vita. Molti messaggi
di simpatia e solidarietà sono arrivati a Caracas, dal Messico
all’Argentina. Di Yusuf Fernàndez
Vari governanti latinoamericani hanno affermato che, anche in
assenza del leader della Rivoluzione Bolivariana, avrebbero continuato a
lavorare insieme per sviluppare gli ideali di Hugo Chàvez, che
sono stati messi in pratica con successo. Anche il capo di Stato della
Colombia – un paese nemico del Venezuela durante il mandato dell’ex
presidente Alvaro Uribe – José Manuel Santos ha elogiato l’impegno
di Chàvez e del governo del Venezuela nel processo di pace nel suo
paese.
Il fenomeno del cosiddetto land grabbing (letteralmente:
"accaparramento della terra") è al centro della preoccupazione di molte
organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo ed
agricoltura.
Negli ultimi anni, infatti, società e Stati stanno
acquisendo enormi estensioni di terra coltivabile, specialmente nei
Paesi meno sviluppati dell'Africa, per scopi di sfruttamento agricolo -
con l'evidente rischio non solo di creare un nuovo tipo di colonialismo
ma ancor più di creare nuovi monopoli dei prodotti agro-alimentari, in
un momento in cui essi sono già oggetto della speculazione finanziaria e
di significativi rialzi di prezzo. Un altro aspetto delicatissimo della
questione è legato al fatto che la maggior parte delle colture cui
vengono destinati questi terreni servono per produrre energia: queste
terre sono così sottratte alla produzione per alimentazione umana e
animale, con ulteriori effetti di spinta, secondo molti osservatori,
sulla crescita dei prezzi dei prodotti agro-alimentari, i cui effetti
sono ovviamente più pesanti nei paesi del Sud del mondo. L'argomento è
sicuramente fondamentale per chi ha a cuore il futuro del pianeta,
ormai unificato dalla globalizzazione, ma la cosa diventa addirittura
appassionante quando uno di questi accaparramenti si trasforma in un
vero e proprio giallo.
PER INDEBOLIRE I MEDIA ALTERNATIVI INDIPENDENTI ONLINE, L'UE SI APPRESTA S "REGOLAMENTARE I MOTORI DI RICERCA INTERNET
Un
nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la
regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la
modificazione dei motori di ricerca per controllare l'accesso ai
"luoghi della cospirazione", la creazione di agenzie stampa
europee governative e la formazione di nuovi "quadri di giornalisti professionisti ... per ... scienza, tecnologia, finanza o medicina ". Di Nathan Allonby (Traduzione diAnna Moffa)
Il rapporto sollecita anche i politici europei e
i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa
regolarmente, ad emergere dalle ombre e a prendere il centro
della scena come veri leader europei. Questo segna l'inizio di una
nuova era per l'Unione europea, e per il suo controllo sui media.
Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate
consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe
accadere anche in America del Nord, a causa dell' Area di cooperazione euro-atlantica.
Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale
l'Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su
"libertà", giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa
che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui media.
Poi non dite che non ci avevano avvisati. L’euroscettico Wynne Godley lo
fece, in modo perentorio, a partire dal lontano 1992, al momento del
varo del Trattato di Maastricht. Tesi: senza un governo democratico
federale, l’Europa affidata solo all’euro e alla Bce è fatta apposta per
portare le sue nazioni al collasso economico. Perché, senza un potere
di spesa illimitato e “pronta cassa”, alla prima crisi seria si
spalancherà l’inferno delle austerità e le economie più deboli
cominceranno a soccombere, andando incontro alla catastrofe sociale.
Godley non era un profeta, ma semplicemente un economista democratico:
«Se un paese o una regione non ha alcun potere di svalutare – scriveva
nel ’92 – e se questo paese non è il beneficiario di un sistema di
perequazione fiscale, allora un processo di declino cumulativo e
terminale sarebbe inevitabile e condurrebbe, alla fine, all’emigrazione
come unica alternativa alla povertà e alla fame».
«Moltissime
persone, in Europa, si sono rese conto improvvisamente di quanto il
Trattato di Maastricht potrebbe interessare direttamente le loro vite e
quanto poco ne conoscano i contenuti. La loro legittima ansia ha spinto
Jacques Delors a fare una dichiarazione secondo la quale il punto di
vista della gente comune, in futuro, dovrebbe essere consultato. Avrebbe
potuto pensarci prima». Parole che sembrano scritte oggi. E che,
invece, hanno richiesto vent’anni per essere diffusamente comprese.
«L’idea centrale del Trattato di Maastricht – scrive Godley in un
intervento ripreso dal sito “MeMmt”
– è che i paesi della Ce dovrebbero muoversi verso l’unione economica e
monetaria, con una moneta unica gestita da una banca centrale
indipendente. Ma qual è il resto della politica economica da approntare?
Poiché il trattato non propone alcuna nuova istituzione eccetto quella
di una banca europea, chi sponsorizza tale trattato probabilmente crede
che non occorra fare di più».
La storia dell’economia che si
auto-regola? Non s’è mai visto al mondo! Leggi tutto...
Secondo
il fondatore di Wikileaks Julian Assange l’aumento del potere delle
compagnie di vigilanza e spionaggio di massa in Internet negli ultimi
anni è responsabilità del presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
“Il terrorista informatico non sono io, ma Barack
Obama e anche il vicepresidente Joseph Biden. Sono stati loro a
ordinare gli attacchi informatici contro installazioni nucleari
iraniane con il virus Stuxnet, attacchi finanziati e portati avanti
sotto la loro supervisione”, ha affermato Assange in un’intervista alla
rivista francese ‘L’Express’.
Stuxnet e Flame sono i due principali virus
distruttivi infiltrati negli ultimi due anni nei computer iraniani, poi
neutralizzati grazie allo sviluppo di softwares in grado di
disattivarli.
Secondo il giornalista australiano, il potere
economico e tecnologico dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza degli
Stati Uniti la rende una delle istituzioni più gigantesche della
storia, in grado di realizzare operazioni di spionaggio a livello di
massa. Leggi tutto...
Un
rapporto dell'Unicef denuncia i maltrattamenti "molto diffusi,
sistematici e istituzionalizzati" cui sono sottoposti i minori
palestinesi rinchiusi delle carceri israeliane. A differenza dei loro
omologhi israeliani, i bambini palestinesi non hanno il diritto di
essere accompagnati dai genitori durante un interrogatorio e sono
raramente informati dei loro diritti.
"Il test di una democrazia sta nel trattamento
riservato ai detenuti, alle persone in carcere, e in modo particolare ai
minori", dichiarava nel gennaio 2012 Mark Regev, Portavoce del Primo
Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu[1].Un recentissimo rapporto
dell'Unicef, basato su oltre 400 casi documentati di detenzioni e
maltrattamenti di giovani detenuti, mette in dubbio il livello di
democrazia esistente in Israele[2].
Obama firma legge che libera la Monsanto da ogni responsabilità legale.
Barack Obama questa settimana ha firmato legge finanziaria HR933, una parte della quale, conosciuta come la Farm Security protegge le aziende di sementi transgeniche come la Monsanto dalle controversie derivanti dalla vendita dei loro prodotti. La legge è stata promossa da senatore repubblicano del Missouri, Roy Blunt, che, secondo il quotidiano New York Daily News, ha lavorato con la Monsanto per sviluppare il testo della legge. Lo stesso senatore spiega che il testo fa parte della legge HR 933 e che è una misura legislativa limitata ad un periodo di tempo (fino a settembre 2013).
Secondo i dati del Centro per la Politica Responsabile (Center for Responsive Politics), il senatore Blunt ha ricevuto 64.250 dollari di sostegno 2008 fino al 2012. Il sito web Money Monocle considera Blunt come il principale politico repubblicano destinatario del finanziamento di Monsanto degli ultimi tempi.
Il Presidente Hugo Chavez è stato unico in molteplici settori della vita politica, sociale ed economica. Ha fornito contributi significativi al progresso dell’umanità. La profondità, la portata e la popolarità delle sue realizzazioni lo contrassegnano come il “Presidente del Rinascimento del XXI secolo”. Molti scrittori hanno preso in considerazione specifici suoi contributi degni di passare alla storia, mettendo in evidenza particolare i provvedimenti legislativi contro la povertà, il suo successo nel vincere le elezioni con il consenso del popolo con maggioranze clamorose, e la sua promozione di un’istruzione universale pubblica gratuita e della copertura sanitaria per tutti i Venezuelani. In questo breve saggio verranno messi in evidenza i contributi storici unici al mondo che il Presidente Chavez ha reso nelle sfere dell’economia politica, dei principi etici e del diritto internazionale, e nella ridefinizione delle relazioni tra leader politici e cittadini. Iniziamo con il suo contributo duraturo allo sviluppo della cultura civica in Venezuela, e non solo. Leggi tutto...
L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza
chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo,
perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi
furiosi. Di Debora Billi
L'unica cosa
amaramente buona di questa crisi è che ho capito come nascono le
dittature, che SI, è proprio vero, più che da una violenza dei padroni
derivano dalla tentazione dei servi, dall'ignoranza dalla mediocrità e
dall'ignavia della gente (...); e a cosa dovrebbe servire la cultura
umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare affinché tu possa
fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che l'hanno
piano piano distrutta.
Evidentemente stiamo riflettendo un po' tutti sulla stessa cosa: sta nascendo una dittatura, in Europa? A volte, mentre sento le notizie,
ho dei flash di voci future "Ma noi non sapevamo, ma noi non
volevamo!", chissà se è la sindrome di Cassandra, o soltanto memorie di
un passato ancora recente. Leggi tutto...
La piccola isola del Mediterraneo orientale è responsabile solo dello 0,2% del PIL dell’Unione Europea. Ma l’architettura del nuovo piano di “salvataggio” per Cipro fa rinascere la paura sul futuro dell’euro. Comè possibile questo?
Anticipando le conclusioni, il piano di salvataggio per Cipro porta con sè tre grandi pericoli. Primo: distrugge le aspettative che si avevano sull’unione bancaria per l’Eurozona. Oltre ai problemi di supervisione delle banche, la crisi cipriota rivela che i banchieri sono sacri e i depositi no. Secondo: ravviva i timori dell’effetto contagio su altri paesi dell’Eurozona, tra cui l’Italia e la Spagna, questa volta rispetto al comportamento dei depositanti. Terzo: apre un nuovo fronte del teatro della cirisi europea nel coinvolgere la Russia. Di Alejandro Nadal L’economia cipriota ha sofferto pesantemente per la crisi europea. Le sue due principali banche hanno patito forti perdite per la ristrutturazione del debito dellaGrecia e la recessione ha portato al collasso le riscossioni. Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades, è tornato il fine settimana scorsa da Bruxelles con un pacchetto di salvataggio. L’accordo prevedeva per il piccolo paese grandi difficoltà. Primo, il debito non include i grandi possessori di buoni che potrebbero essere candidati in uno schema di ristrutturazione stile Grecia. Secondo, qualsiasi taglio al principale dei buoni sovrani significherebbe il fallimento delle banche cipriote che sono le più esposte. Così si è deciso per un altro piano. Leggi tutto...
«Le cose più importanti, e lo dico ai miei amici europei, non sono i
mercati finanziari.» Intervista (sopra una nuvola) con Ólafur Ragnar
Grímsson, eletto per cinque volte a capo del “laboratorio” islandese. Rue89
Björk
non era la sola star islandese in tournée in Francia, questa settimana.
Il presidente del paese Ólafur Ragnar Grímsson, 69 anni, era in visita
ufficiale, con l’aureola dei successi islandesi contro la crisi, nonché
del ruolo che ha giocato in questa correzione di rotta spettacolare con
cui ha deciso, in due riprese, di consultare il popolo via referendum.
Ha incontrato per 35 minuti François Hollande. Si dice che abbiano
parlato di tre questioni: «La ripresa economica in Islanda e le lezioni
da trarne; la cooperazione economica nell’Artico e l’esperienza
islandese in materia di geotermia - che assicura il 90% del
riscaldamento degli abitanti – e come potrebbe essere sviluppata in
Francia». Il presidente islandese, attualmente al suo quinto mandato,
cammina sopra una piccola nuvola. Quattro anni dopo l’esplosione delle
banche islandesi, il suo Paese è ripartito più forte della maggior parte
degli altri in Europa, e ha appena vinto una battaglia davanti alla
giustizia europea. Lo Stato islandese - ha giudicato la corte
dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) a fine gennaio, era
nel suo diritto quando si è rifiutato di rimborsare i risparmiatori
stranieri che avevano piazzato i propri soldi presso le sue banche
private. Leggi tutto...
L’Ungheria è una nazione dell’Unione Europea composta
da circa dieci milioni di abitanti ed ha un PIL di circa 200 miliardi di
dollari. Rispettivamente rappresenta il 2% della popolazione e circa
1,2% del PIL dell’Unione; è stata recentemente declassata a BB, la
disoccupazione sfiora il 12%, l’agricoltura è in calo di oltre il 25%,
l’edilizia scende del 6% e la produzione industriale del 4%. Il debito
pubblico rimane molto elevato e si attesta intorno all’80% e il deficit
al 3,4%. La crescita economica arranca e per il 2013 il paese potrebbe entrare
definitivamente in recessione, spinto dalla fuga di capitali dovuta all’accerchiamento finanziario attorno al presidente Orban che ha scelto di sfidare l’Eurocrazia. Hescaton
Con un’enorme maggioranza del 52% , il partito del premier, il Fidesz
è riuscito a varare una serie di riforme costituzionali che hanno fatto
infuriare Bruxelles e le opposizioni ungheresi. Tra queste ci sono forti limitazioni alla Corte Costituzionale, limitazioni alla libertà di espressione, divieto di dormire in luoghi pubblici, riconferma della famiglia tradizionale, illegalità del Partito Comunista ma soprattutto la messa sotto tutela governativa della Banca Centrale Ungheresee l’allontanamento dell’adesione del paese all’Euro. A nostro avviso sono questi i due punti principali invisi agli eurocrati e agli usurai internazionali.