Alle antiche lacerazioni si sovrappongono le nuove. La disoccupazione e la conseguente emigrazione giovanile, è drammaticamente dannosa per la nostra gente, che, abbandonata dai suoi migliori cervelli, perde ciò su cui ha investito in termini di affetto, educazione, sostegno economico, ciò su cui ha riposto le proprie speranze per un avvenire migliore. Le piccole comunità “a misura d’uomo” che esistevano 30 anni fa non sono più le stesse e sembra siano trascorsi secoli e non pochi decenni. Tuttavia, la rapidità con cui si sono consumate le tappe di uno sviluppo economico irrazionale e selvaggio,
15 febbraio 2011
Radiografia del disagio sociale
Dal sisma del 1980 sono trascorsi 30 anni che hanno stravolto la realtà della nostra terra, che ha smarrito la fisionomia statica e chiusa mantenuta nei secoli passati non solo sul piano economico, territoriale e paesaggistico, ma anche sul versante etico e spirituale, senza assumere una nuova identità socio-culturale, se non quella del consumismo e dell’edonismo di massa che, nei suoi aspetti più alienanti e regressivi, di appiattimento e omologazione intellettuale, impedisce un’effettiva liberazione dei corpi e delle menti.
Di Lucio Garofalo
Alle antiche lacerazioni si sovrappongono le nuove. La disoccupazione e la conseguente emigrazione giovanile, è drammaticamente dannosa per la nostra gente, che, abbandonata dai suoi migliori cervelli, perde ciò su cui ha investito in termini di affetto, educazione, sostegno economico, ciò su cui ha riposto le proprie speranze per un avvenire migliore. Le piccole comunità “a misura d’uomo” che esistevano 30 anni fa non sono più le stesse e sembra siano trascorsi secoli e non pochi decenni. Tuttavia, la rapidità con cui si sono consumate le tappe di uno sviluppo economico irrazionale e selvaggio,
Alle antiche lacerazioni si sovrappongono le nuove. La disoccupazione e la conseguente emigrazione giovanile, è drammaticamente dannosa per la nostra gente, che, abbandonata dai suoi migliori cervelli, perde ciò su cui ha investito in termini di affetto, educazione, sostegno economico, ciò su cui ha riposto le proprie speranze per un avvenire migliore. Le piccole comunità “a misura d’uomo” che esistevano 30 anni fa non sono più le stesse e sembra siano trascorsi secoli e non pochi decenni. Tuttavia, la rapidità con cui si sono consumate le tappe di uno sviluppo economico irrazionale e selvaggio,
14 febbraio 2011
RISCHI GLOBALI 2011, VI EDIZIONE (Sintesi)
Il mondo non è in grado di fronteggiare gravi perturbazioni. La crisi finanziaria ha indebolito la resistenza dell’economia mondiale; allo stesso modo, l’aumento della tensione geopolitica e la crescente preoccupazione sul piano sociale ha fatto si che tanto i governi quanto le società abbiano meno possibilità che mai di fare fronte alle difficoltà su scala globale. Tuttavia, come mostra questo rapporto, vi è una maggiore preoccupazione per i rischi globali, le possibilità di una rapida diffusione attraverso sistemi sempre più interconnessi e la minaccia di effetti catastrofici.
In questo contesto, Rischi Globali 2011, Sesta Edizione mostra informazioni provenienti dal World Economic Forum e analizza il quadro generale riguardante i rischi nei prossimi dieci anni (1).
Due rischi globali trasversali
Esistono due rischi due rischi di particolare importanza per il loro alto grado di influenza e di interazione. La disuguaglianza economica (2) e le carenze in materia di governance (3) si ripercuotono sull’evoluzione di molti altri rischi globali e limitano la nostra capacità di rispondere a questi rischi in modo efficace.
12 febbraio 2011
LA STRATEGIA DEL DOMINIO CON IL CONSENSO
Né “rivoluzione islamica” né “ribellione popolare”: L’Egitto marcia verso la “democratizzazione” imperiale USA.
L’obiettivo è finire con il burattino e preservare la continuità del burattinaio. L’“uscita democratica” non è un’opzione islamica come predicano il “progressismo” e la sinistra, ma un’opzione concertata tra la Casa Bianca di Obama, i falchi del Complesso Militare Industriale e la loggia bancaria di Wall Street. I padroni dell’Egitto.
Di Manuel FreytasNé “rivoluzione musulmana” né “ribellione popolare”, dopo quasi tre settimane di proteste nelle strade, l’Egitto comincia a sparire dagli schermi e dai titoli dei grandi mass media.
Nessuno, né gli USA né le potenze imperiali “alleate” vogliono Mubarak (un burattino consumato e in disuso da Washington) nel governo visto che ha già compiuto il suo ciclo e dovrà ritirarsi per godersi la sua pensione.
In uno scenario montato dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato (le linee principali che controllano l’Egitto e il resto degli Stati Arabi “alleati”), Washington sta negoziando dietro le quinte la “democratizzazione” dell’Egitto con un ampio ventaglio di “forze oppositrici “ tra le quali è inclusa la Fratellanza Musulmana, il bastione storico della resistenza contro Mubarak.
11 febbraio 2011
RESA TOTALE
Le “carte palestinesi” pubblicate questa settimana (24.01.2011, N.d.e.) da Al-Jazeera, confermano fino al più piccolo dettaglio quello che molti palestinesi sospettavano da molto tempo: i loro leader stavano collaborando nel modo più vergognoso con Israele e gli Stati Uniti.
Il loro servilismo è descritto con grandi dettagli. Il processo, anche se pochi lo accettano in questo momento, è cominciato con i tanto decantanti Accordi di Oslo, descritti da Edward Said a LRB come una “Versailles palestinese”. Anche lui stesso si era sorpreso della grandiosità con la quale i leader dell' OLP erano disposti a consegnare virtualmente tutto, tranne i loro stipendi. La loro debolezza, incompetenza e vigliaccheria sono adesso di dominio pubblico.
Adesso sappiamo che la resa fu totale, ma anche così i signori di Israele si sono rifiutati di firmare un accordo ed i loro amici della stampa hanno incolpato i palestinesi di essere troppo difficili.
10 febbraio 2011
USA: STATO DI POLIZIA (I)
Chiunque ascolti la retorica dei principali governanti statunitensi potrebbe pensare che in quel paese si rispettano i diritti umani e che questa questione sarebbe una preoccupazione del sistema, così grave che si abrogano il diritto di stigmatizzare quelli che secondo loro sono diventati violentatori di tanto sacri diritti.
Tutto questo è relativo e se qualcosa le autorità statunitensi possono dire è il vecchio proverbio “Fai quello che dico ma non quello che faccio”.
di Néstor García Iturbe
I parametri che gli USA pretendono di applicare ad una serie di paesi, in linea di massima quelli che si oppongono ai loro piani, non li applicano ad altre nazioni, né tantomeno mettendoli in atto internamente per garantire i diritti dei propri cittadini.
L’apparato repressivo statunitense sta lavorando alla creazione di un sofisticato programma di intelligence interna che consente di raccogliere e analizzare informazioni su tutti i cittadini e residenti negli Stati Uniti. Le fonti di informazione utilizzate, oltre alle tradizionali FBI, CIA, la polizia locale, il Department of Homeland Security, uffici di polizia giudiziaria a tutti i livelli, incluse le agenzie che formano parte della United States Intelligence Community.
La sovranità monetaria
Uno dei cavalli di battaglia di coloro che cercano soluzioni facili a difficili problemi , è quello legato alla sovranità monetaria. Con questa dicitura si intende la possibilità, anzi, il diritto di battere moneta.
http://www.appelloalpopolo.it/di Mensa Andrea
Per noi italiani, questo rappresenta un problema a due facce in quanto prima dell’entrata in uso dell’euro, la prerogativa di battere moneta era della Banca d’Italia, che non è mai stata d’Italia se non di nome, ma i cui proprietari o “partecipanti” erano varie banche pubbliche o private, assicurazioni, ed altre entità finanziarie.
Quindi non dello stato, quindi del popolo italiano, ma di private o pubbliche (poche) istituzioni.
Con l’entrata in uso dell’euro, tale prerogativa è stata affidata alla BCE (Banca Centrale Europea ) e quindi ad una struttura economico/giuridica solo partecipata per una percentuale, dalla Banca d’Italia.
Così oggi la sovranità monetaria non è più degli italiani, come d’altronde non lo è stato più da molti anni, ma nemmeno più di un’entità del nostro paese come la Banca d’Italia.
Con l’entrata in uso dell’euro, tale prerogativa è stata affidata alla BCE (Banca Centrale Europea ) e quindi ad una struttura economico/giuridica solo partecipata per una percentuale, dalla Banca d’Italia.
Così oggi la sovranità monetaria non è più degli italiani, come d’altronde non lo è stato più da molti anni, ma nemmeno più di un’entità del nostro paese come la Banca d’Italia.
9 febbraio 2011
ECONOMIA ISRAELIANA PER PRINCIPIANTI
Apprendiamo sia dalla stampa che da analisti politici che, contro ogni previsione e nonostante le gravi turbolenze finanziarie globali, l'economia israeliana risulta essere in piena espansione. Alcuni suggeriscono addirittura che quella di Israele sia una delle economie più forti al mondo.
di Gilad Atzmon“Come mai?”, ci si potrebbe chiedere, oltre avocado, arance e forse qualche prodotto di bellezza del Mar Morto, in realtà nessuno di noi ha mai visto un prodotto israeliano sugli scaffali dei negozi. Non fanno automobili, né prodotti di elettronica o elettrodomestici e praticamente non producono alcun bene di consumo. Israele afferma di possedere avanzate tecnologie hi-tech ma, comunque, l'unico software avanzato di Israele che si sia mai impiantato nei nostri computer è stato il suo Troian Sabra (4). Nelle terre che hanno espropriato con la forza agli indigeni palestinesi, devono ancora trovare minerali redditizi o petrolio.
Ma, allora di cosa si tratta? Come è possibile che Israele sia impermeabile al disastro finanziario globale?
Come fa Israele ad essere così ricco?
8 febbraio 2011
AFRICA: La nuova scalata nella militarizzazione delle relazioni internazionali
Dall’inizio di questo decennio, osserviamo avvenimenti che indicano che il sistema di relazioni internazionali si presenta di fronte a un gradino più alto. Le cause che potrebbero essere il motivo delle azioni intraprese dagli USA, sarebbero i dubbi sulla loro egemonia mondiale, le debolezze presentate dalla loro economia dopo quasi un decennio di crescita abbastanza favorevole negli anni 90, la lotta per il controllo delle fonti di risorse naturali strategiche, così come la pretesa di tornare ad imporre al mondo i loro diktat in materia di economia e politica, tra gli altri motivi (1).
In questa direzione si iscrivono le guerre d’aggressione degli USA contro l’Afghanistan e l'Iraq, ma negli ultimi mesi il numero di azioni belliche sono in aumento cosa che ci permette di sostenere che esiste una nuova scalata nel processo di militarizzazione delle relazioni internazionali.
La rivitalizzazione della IV flotta in America del Sud, l'istituzione di sette basi militari statunitensi in Colombia, il tacito appoggio alla corrente principale del colpo di stato in Honduras ed la segnalazione del governo venezuelano “come leader” anti-statunitense nel Quadrennial Defense Review Report (Rapporto Quadriennale della Difesa, N.d.E.), elaborato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, sono alcune delle manifestazioni in America Latina (2).
La Globalizzazione? Peggio di un esercito di occupazione
di Lino Bottaro
Il mondo stava benissimo in piedi con dei governi autonomi, sovrani, con una cultura altrettanto sovrana, locale. Questi compartimenti stagni che dovevano proteggere popoli ed etnie e permettevano livelli diversi e appropriati di sviluppo, sono caduti con l’avvento della globalizzazione.
Le famiglie dei potenti della terra a cui si assoggettano i governi indebitati e quindi non più liberi, sono così riuscite a scardinare le nostre società nel profondo. Siamo stati condotti al mercato globale, dove miliardi di schiavi sono privati dei piaceri della vita per sottostare a vincoli e desideri degli sfruttatori, cioè di quanti vogliono e cercano il potere per il potere; cioè il dominio sugli altri esseri umani.
7 febbraio 2011
“Com’è umano, lei!”
“Com’è umano, lei!” è una battuta tormentone pronunciata da Giandomenico Fracchia, la maschera buffa e surreale inventata da Paolo Villaggio, che lo interpretò per la prima volta nel 1968 nel programma televisivo Quelli della Domenica. Il timido Fracchia è imparentato con il personaggio tragicomico più famoso ideato da Villaggio, il rag. Ugo Fantozzi, protagonista di una fortunata serie cinematografica e letteraria.
Di Lucio Garofalo
(Nella foto Massimo Sensini, sindaco di Fossalta di Piave)
Fracchia è l’antesignano involontario di una situazione che, attraverso la finzione letteraria e cinematografica, anticipa e precorre una vicenda reale e paradossale insieme, impietosa e drammatica, per la serie “la realtà supera la fantasia”. Fracchia è l’espressione patetica e grottesca dell’Italia di oggi, una società che diventa sempre più assurda e mostruosa, crudele e disumana oltre ogni limite accettabile.
Nella fattispecie, la “belva umana” è un sindaco leghista che ha minacciato di far licenziare le maestre della Scuola dell'Infanzia di Fossalta di Piave, un piccolo comune in provincia di Venezia. Le insegnanti sono “colpevoli” di un gesto di elementare solidarietà umana nei confronti di una bimba africana di quattro anni, i cui genitori, a causa delle ristrettezze economiche, non potevano permettersi di pagare il servizio della refezione scolastica. Per risolvere il problema le maestre avevano deciso di rinunciare a turno al pasto a cui ciascun insegnante ha diritto durante la pausa mensa, per cederlo all’alunna. Ma l’intervento del sindaco, infuriato per l’atto di generosità (indubbiamente lodevole) compiuto dalle maestre, ha indotto la direttrice ad emanare un ordine di servizio nei loro confronti in base ad una lettera stilata dal primo cittadino in cui, fra le altre cose, si legge: “Si sottolinea che il personale non può cedere il proprio pasto senza incorrere in un danno erariale per il comune di Fossalta di Piave”.
EGITTO: Un esercito addestrato ed equipaggiato dal Pentagono
La visuale della situazione attuale in Egitto da parte dei media occidentali ritrae l'insurrezione popolare come una guerra civile ed erige l'esercito ad arbitro. Questo è ovviamente falso. Il regime del presidente Hosni Mubarak e il suo esercito sono il prodotto della politica americana nella regione e del loro sostegno incondizionato ad Israele.
di Manlio Dinucci
Réseau Voltaire
L'immagine dei carri armati che controllano i centri nevralgici del Cairo, circondati dalla marea di manifestanti, è emblematica. Si tratta di M1A1 Abrams, i terribili carri armati americani di ultima generazione, che sono fabbricati in Egitto sulla base di un accordo di co-produzione. Essi simboleggiano come gli Stati Uniti si sono impegnati nella costruzione delle forze armate egiziane e il grado di fiducia nel regime di Mubarak. In trent' anni, Washington ha fornito aiuti militari per un valore di circa 60 miliardi di dollari, stando alle cifre ufficiali, a cui sono stati aggiunti altri finanziamenti segreti.
di Manlio Dinucci
Réseau Voltaire
L'immagine dei carri armati che controllano i centri nevralgici del Cairo, circondati dalla marea di manifestanti, è emblematica. Si tratta di M1A1 Abrams, i terribili carri armati americani di ultima generazione, che sono fabbricati in Egitto sulla base di un accordo di co-produzione. Essi simboleggiano come gli Stati Uniti si sono impegnati nella costruzione delle forze armate egiziane e il grado di fiducia nel regime di Mubarak. In trent' anni, Washington ha fornito aiuti militari per un valore di circa 60 miliardi di dollari, stando alle cifre ufficiali, a cui sono stati aggiunti altri finanziamenti segreti.
6 febbraio 2011
5 febbraio 2011
IL "GRANDE GIOCO" DI BARAK OBAMA
Il grande gioco proposto dal governo Obama per il mondo post Iraq e Afghanistan, punta nella stessa direzione di quello avvenuto negli anni 70, ma con la segnaletica cambiata. Adesso si tratta di una proposta di alleanza strategica con la Russia, che bloccherebbe l’espansione cinese in Asia, anche se coinvolge anche qualche tipo di appoggio o “invito” allo sviluppo del capitalismo russo, bloccato dalla sua eccessiva inclinazione al “primario- esportatore”.
di José Luis Fiori
Sinpermiso.infoIl progetto di Obama può rivoluzionare la geopolitica mondiale, ma può essere anche infelice- tra le altre cose- a causa delle elezioni presidenziali che si terranno negli USA e in Russia nel 2012.
Negli ultimi mesi del 2010, il presidente Barack Obama ha preso decisioni e ottenuto vittorie internazionali che potrebbero radicalmente cambiare la geopolitica mondiale del XXI secolo. Grazie all’intervento diretto del presidente nordamericano nella riunione della NATO, a Lisbona, nello scorso novembre, è riuscito a far approvare un “Nuovo Concetto Strategico” che definisce le linee guida nell’organizzazione dei prossimi 10 anni, che prevede con possibilità di ritirare l’esercito dall’Afghanistan nel 2014, e con la decisione di installare un nuovo sistema di difesa anti missili dell’Europa e degli USA, con il possibile coinvolgimento della Russia e della Turchia, nonostante la resistenza del governo turco a cooperare con i paesi che stanno ostacolando l’entrata nell’UE.
4 febbraio 2011
L'ORIGINE DEL CLASSISMO
Non è facile spiegare l'origine della divisione in classi della società umana. Tutti quelli che hanno cercato di indagare questo processo non hanno potuto basarsi altro che su ipotesi e hanno fornito solo risposte parziali, relativi a singoli aspetti della società umana. Il fatto è che tutte le società primitive che sono state scoperte erano comuniste, mentre tutte le società più sviluppate esistenti sul pianeta erano già rigidamente divise in classi all'epoca in cui si riferiscono i più antichi documenti storici.
Non abbiamo speranza di avere notizie dirette sul cosiddetto "periodo di transizione" tra il comunismo primitivo e la comparsa della schiavitù e della proprietà privata. Quest'ultima istituzione è ancora più difficile da spiegare della prima. Infatti, molti studiosi attribuiscono la comparsa della schiavitù alla guerra fra tribù dopo la nascita dell'agricoltura, quando far lavorare, il nemico prigioniero fu ritenuto più utile che adottarlo o ucciderlo. Tuttavia non si capisce quando e come gli stessi schiavi e le terre su cui lavoravano divennero proprietà dei singoli individui, cessando di essere patrimonio comune della comunità di villaggio. E' espressiva la frase con la quale Engels, nel suo libro dedicato all'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, afferma che: "Non sappiamo ancora come e quando gli armenti, da proprietà comune della tribù o della gens, entrarono in possesso dei singoli capifamiglia."
L'origine del classismo è ancor più misteriosa se si tiene conto che il comunismo era molto radicato nella coscienza degli uomini primitivi.
Non abbiamo speranza di avere notizie dirette sul cosiddetto "periodo di transizione" tra il comunismo primitivo e la comparsa della schiavitù e della proprietà privata. Quest'ultima istituzione è ancora più difficile da spiegare della prima. Infatti, molti studiosi attribuiscono la comparsa della schiavitù alla guerra fra tribù dopo la nascita dell'agricoltura, quando far lavorare, il nemico prigioniero fu ritenuto più utile che adottarlo o ucciderlo. Tuttavia non si capisce quando e come gli stessi schiavi e le terre su cui lavoravano divennero proprietà dei singoli individui, cessando di essere patrimonio comune della comunità di villaggio. E' espressiva la frase con la quale Engels, nel suo libro dedicato all'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, afferma che: "Non sappiamo ancora come e quando gli armenti, da proprietà comune della tribù o della gens, entrarono in possesso dei singoli capifamiglia."
L'origine del classismo è ancor più misteriosa se si tiene conto che il comunismo era molto radicato nella coscienza degli uomini primitivi.
Destabilizzare per stabilizzare
La storia dell’umanità non segue un percorso uniforme e lineare, cioè un andamento progressivo caratterizzato da corsi e ricorsi, come asseriva il filosofo napoletano Giambattista Vico. Al contrario, lo sviluppo storico si svolge attraverso una dialettica tra tendenze e forze contrastanti, che innescano cicli violenti e balzi rivoluzionari che non sempre procedono verso un miglioramento e un progresso del genere umano.
Gli esempi non mancano, ma per rendersene conto basterebbe riflettere sul funzionamento del potere e sui meccanismi di riproduzione dei rapporti di forza, a cominciare dai rapporti di comando e subordinazione tra le classi sociali, che sono il vero motore della storia.
Nel 1800 la reazione antigiacobina dell’assolutismo monarchico fu crudele e sanguinaria, incarnata dallo spirito codino e sanfedista dei regimi dispotici che ripresero a regnare dopo la Restaurazione sancita dal Congresso di Vienna nel 1815: i Borbone, lo Stato Pontificio, gli Asburgo, i Savoia (che erano tra le dinastie più retrive ed oscurantiste dell’epoca).
Gli esempi non mancano, ma per rendersene conto basterebbe riflettere sul funzionamento del potere e sui meccanismi di riproduzione dei rapporti di forza, a cominciare dai rapporti di comando e subordinazione tra le classi sociali, che sono il vero motore della storia.
Nel 1800 la reazione antigiacobina dell’assolutismo monarchico fu crudele e sanguinaria, incarnata dallo spirito codino e sanfedista dei regimi dispotici che ripresero a regnare dopo la Restaurazione sancita dal Congresso di Vienna nel 1815: i Borbone, lo Stato Pontificio, gli Asburgo, i Savoia (che erano tra le dinastie più retrive ed oscurantiste dell’epoca).
3 febbraio 2011
SUDAN: La cruda realtà dietro la promessa di un futuro
Le foto che accompagnano questo articolo sono dei campi di rifugiati in Chad a pochi km dal confine con il Darfur, Sudan. |
Gli ultimi avvenimenti nel Sudan, invitano ad una profonda riflessione sulla storia della violazione dei popoli africani ad opera dell’uomo bianco. Nei miei anni di servizio, ho trascorso due dei quasi 3 anni e mezzo in Africa nel Sudan e in Zaire, due paesi che conosco meglio del cortile di casa mia.
Daniel Estulin
http://www.danielestulin.com/L’Africa è la frontiera finale di questa battaglia per la sopravvivenza. Gli USA, la Cina, e la Francia sono dentro totalmente nelle operazioni segrete nel Sahara Occidentale, il Sudan, Ruanda, il Congo, Burundi, Angola, Chad, Etiopia, Somalia ed Eritrea. Se sovrapponiamo le cartine dei conflitti bellici con le cartine delle riserve naturali strategiche del continente africano, verifichiamo che s' incastrano perfettamente. Coincidenza forse? Per niente. Tra i tanti paesi africani ricchi in risorse, il Sudan dispone delle maggiori riserve naturali ancora da sfruttare. Non c’è da meravigliarsi che il Sudan si sia trasformato nell’epicentro della guerra senza quartiere nel continente nero.
2 febbraio 2011
STATI UNITI: LO STATO DI EMERGENZA SOPPIANTA LA COSTITUZIONE?
Lo Stato di Emergenza soppianta la Costituzione? Discorso davanti al Commonwealth Club, San Francisco, 23 novembre 2010.
di Di Peter Dale Scott
Nel luglio 1987, durante l’intenso interrogatorio di Olivier North nel corso delle audizioni dell’affare Iran-Contra, il pubblico degli Stati Uniti ha avuto un assaggio del piano di emergenza “di natura estremamente delicata” nel quale North era stato coinvolto. North aveva apparentemente gestito dei piani per interventi di emergenza in caso di attacco nucleare (una preoccupazione legittima). La stampa sosteneva tuttavia che la pianificazione mirava a una sospensione più generalizzata della Costituzione, secondo le decisioni del presidente.
Nel quadro della sua abituale copertura dell’affare Iran-Contra, il New York Times ha pubblicato il seguente dialogo, senza tuttavia commenti né seguito:
[Membro del Congresso Jack] Brooks: Colonnello North, nell’ambito del vostro lavoro al N.S.C.(National Security Council), non vi hanno assegnato ad un certo momento alla pianificazione per la continuità di governo in caso di grave calamità?
Il modo in cui l’avvocato di North ed il senatore Daniel Inouye, presidente della commissione, hanno entrambi risposto dimostra che erano al corrente della questione:
1 febbraio 2011
Consigliere ONU: "Bisogna porre fine alla democrazia per salvare il pianeta!"
Un importante professore e membro del Panel on Climate Change (IPCC) suggerisce chiaramente che le nazioni devono porre fine alla democrazia per risolvere il problema del cambiamento climatico.
DictaduraGlobal.esDavid Shearman, un emerito professore dell’Università di Medicina ad Adelaida e ricercatore aggiunto del Dipartimento dell’Università di Geografia e Scienze Ambientali e della Facoltà di Diritto, è stato l’autore di vari libri sul cambiamento climatico, uno di questi intitolati La sfida del Cambiamento Climatico ed il Fallimento della Democrazia. In questo dichiara che “...l’autoritarismo è lo stato naturale dell’umanità”.
Il Prof. Shearman è stato consigliere delle relazioni di valutazione dell’IPCC delle Nazioni Unite.
Spesso ci dicono che le Nazioni Unite non sono un’istituzione autoritaria e che cerca solo di risolvere i problemi del mondo, e non quello di creare un sistema di potere mondiale; ma è abbastanza evidente che molti degli allarmisti del cambiamento climatico delle Nazioni Unite hanno ideologie fasciste che potrebbero usare l’influenza delle Nazioni Unite per infiltrarsi nelle democrazie.
L'IRAN DISPONE DI ARMI NUCLEARI GRAZIE AL GOVERNO DEGLI STATI UNITI
Riceviamo e pubblichiamo con grande piacere questo articolo inviatoci da Daniel Estulin che ringraziamo per l'attenzione e la disponibilità.
La storia inizia negli anni '80 quando il governo sovietico ha ripreso la sua collaborazione tecnico-militare con l'Iran.
Nel 1986 Mikhail Gorbachev ha firmato un ordine esecutivo segreto del Politburo: "Circa il trasporto di attrezzature speciali in Iran nel 1986-1987, l'invio di esperti militari di Iran e la formazione di esperti iraniani nella gestione delle operazioni, e la riparazione di attrezzature speciali ". Quelli che effettuarono questa operazione furono un gruppo di ex burocrati sovietici di alto livello del complesso militare-industriale che ha lavorato in stretto coordinamento con il GRU-l'intelligence militare in seguito collegata a Dick Cheney: Yuri Masliukov, Leonard Vid e Alexander Fain.
Iscriviti a:
Post (Atom)