La globalizzazione in senso moderno è iniziata con la liberalizzazione del commercio mondiale e con l’introduzione del neoliberismo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Ciò è strettamente correlato al termine “Nuovo Ordine Mondiale”, coniato dal presidente Bush nel settembre 1990 in un messaggio indirizzato al Congresso USA, dopo il crollo del blocco sovietico; e Bush puntualizzava : “Un nuovo ordine mondiale,…guidato dagli Stati Uniti”. Questo è il sistema internazionale che abbiamo tutt’oggi.
Lo sconvolgimento radicale del 1989 con l’aiuto dell’Occidente Il cambiamento essenziale nel nuovo ordine mondiale è avvenuto con l’espansione dell’Occidente verso l’Europa centrale e orientale, che fino al 1989 erano appartenute all’impero dell’Unione Sovietica, ma a queste regioni Gorbaciov “aveva rinunciato” il 2 dicembre 1989 alla Conferenza di Malta con il presidente Bush, per cui ora questi paesi fanno parte dell’Impero Occidentale. Il crollo del blocco sovietico e lo sconvolgimento del 1989 erano dovuti alla intrinseca debolezza del sistema, ma anche al “fattore occidentale”, soprattutto all’offensiva degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Reagan. Leggi tutto...
1. Oggi, 2 giugno 2012,
nasce il sito dell’Associazione Riconquistare la Sovranità (ARS). La
data è stata scelta per l’alto valore simbolico: crediamo fermamente
nella Costituzione Repubblicana, soprattutto nel titolo che disciplina i
“rapporti economici”, disapplicato da oltre venti anni. La disciplina
costituzionale dei rapporti economici è un’ancora di salvezza per
tentare di uscire dalle tre crisi che attanagliano l’Italia: la crisi
della produzione; la crisi della distribuzione; la crisi culturale e
addirittura antropologica.
L’ARS muove dalla convinzione che l’euro
sia stato un errore tecnico, oltre che politico: ha impoverito non
soltanto i lavoratori dipendenti, bensì anche molte imprese italiane. Si
tratta di un’opinione ancora largamente minoritaria, la quale,
tuttavia, va diffondendosi, perché la barriera della menzogna, eretta
dai media mainstream, è stata forata in più parti dalle avanguardie del
popolo italiano e perché la spietatezza dei crudi fatti e le crisi della
produzione e della distribuzione della ricchezza hanno oggettivamente
suscitato in molti cittadini almeno il dubbio sulla sostenibilità della
moneta comune.
Tuttavia, l’ARS sostiene una posizione
più avanzata rispetto a quella di coloro che si limitano a constatare il
fallimento dell’euro e, quindi, gli squilibri e l’impoverimento che la
moneta comune ha generato. L’errore tecnico dell’euro si colloca in un
quadro di politiche giuridico-economiche le quali, negli ultimi
venticinque anni, hanno spostato ricchezza:
Pubblico la terza parte del Documento di analisi e proposte politiche dell'Associazione Riconquistare la Sovranità.
Dal Documento di Analisi e proposte politiche dell'Associazione Riconquistare la Sovranità: § 4 Scuola e Università; § 5 Sanità; § 6 Agricoltura.
4.Scuola e Università
È
in atto da molto tempo un lento processo di distruzione della Scuola e
dell'Università pubbliche. Le continue riforme che si succedono, ad ogni
cambio di ministro, non fanno che portare avanti questa distruzione.
Nella Scuola pubblica viene in sostanza cancellata la centralità delle
discipline e dei contenuti, che sono la vera sostanza sulla quale si
basa il processo educativo specificamente scolastico. Questa perdita di
contenuti disciplinari riduce il lavoro scolastico ad una sorta di
immane servizio di “babysitteraggio”, con la perdita di ogni reale
valore educativo del tempo passato sui banchi. Le varie riforme,
inoltre, colpiscono al cuore il carattere di scuola nazionale, uguale
per tutti i cittadini, della scuola pubblica, prevedendo una sciagurata
autonomia che significa soltanto trasformazione della scuola in azienda
privata (anche se formalmente pubblica) che va a caccia di clienti sul
Mercato. Analogo destino colpisce l'Università, i cui gravi problemi non
vengono risolti ma accentuati dalle varie “riforme” succedutesi negli
anni.
Un articolo sul debito
degli studenti pubblicato lo scorso 5 marzo dalla Federal Reserve Bank di New
York mette in evidenza la catastrofe sociale a cui devono far fronte i giovani
negli Stati Uniti.
Sempre più laureati non
sono in grado di rimborsare i finanziamenti avuti, in un contesto di
disoccupazione di massa, salari in ribasso e tasse universitarie in aumento.
L’articolo rivela che più di un quarto dei mutuatari di prestiti per studenti
accumulano ritardo nei rimborsi, ben più del 15 percento indicato in studi
precedenti.
L’ammontare totale del
debito di tali prestiti è schizzato alle stelle negli Stati Uniti, raggiungendo
870 miliardi di dollari (667 miliardi di euro) e ha superato il livello totale
del debito sui prestiti auto (730 miliardi di dollari – 558 miliardi di euro) e
sulle carte di credito (693 miliardi di dollari – 530 miliardi di euro).
Inoltre,paragonato ad altri tipi di finanziamenti, il debito sui prestiti agli
studenti è limitato ad una piccola parte della popolazione. Mentre l’80
percento della popolazione americana ha debiti da carte di credito, solo il 15
percento ha debiti derivanti da prestiti per studenti non rimborsati. Il peso
individuale è enorme perché lo studente mutuatario medio ha un debito di 23.300
dollari (17.800 euro).
Il peso dei debiti
contratti dagli studenti è aumentato parallelamente all’aumento delle tasse
universitarie.
L’art. 41 della Costituzione della Repubblica Italiana, riconosce che l’iniziativa economica privata è libera ma precisa che essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. Ecco, il vero problema è che ciò che viene chiamato "utilità sociale" non è mai stato definito. Quindi tutto l'art.41 può essere interpretato in modi molto diversi. Ad esempio: è socialmente utile possedere un'elevata alfabetizzazione? Se sì, perchè? In un'intervista J.Saramago (Nobel per la letteratura recentemente scomparso) disse che la persona che più l'aveva influenzato in vita era stato suo nonno analfabeta. L'ho trovata un'affermazione curiosa: un letterato di primissimo ordine che adora un analfabeta!
Per collocare la domanda correttamente bisogna quindi contestualizzarla.
Per un contadino come il nonno di Saramago sapere interpretare la natura e trarne utili insegnamenti con cui sfamare la famiglia, educare i figli e condurre una vita dignitosa non necessitava di scrittura/lettura alcuna. Peccato che gli addetti all'agricoltura in Italia siano oggi circa il 5% degli addetti totali, quindi quegli insegnamenti non siano oggi più disponibili per la quasi totalità della popolazione.
E l'altro 95%? La grossa parte sono impiegati nel terziario, ed il rimanente nel secondario. Si potrebbe discutere se un addetto alla pressa abbia bisogno di sapere leggere, ma è fuori discussione che un impiegato di banca lo debba fare in modo corretto.
La scuola pubblica è ormai privata dei beni più preziosi: risorse umane, intellettuali e finanziarie. I fondi economici sono reperibili, ma sono sottratti alle scuole statali e dirottati per sovvenzionare gli istituti privati, depauperando le strutture pubbliche.
Di Lucio Garofalo
La scuola è un ambiente esanime, senza vita né cultura, un luogo alienante in cui il piacere della lettura, la passione per l’arte, l’amore per il sapere e il libero pensiero, per la convivenza e la partecipazione democratica, sono diritti negati. La scuola, sostiene qualcuno, sarebbe un covo di “fannulloni”, “pelandroni”, “assenteisti” e “disertori”.
La scuola è un’istituzione abbandonata a se stessa, in cui si recita una desolante commedia corale, un teatro permanente in cui si segue un tirocinio che prepara i giovani alla futura commedia sociale della vita piccolo-borghese di cui scriveva Sartre. Ma senza la scuola il destino dei giovani potrebbe essere anche peggiore. Si pensi al sistema statunitense, dove decenni di neoliberismo hanno scardinato ogni elementare diritto, compreso il diritto all’istruzione.
“Com’è umano, lei!” è una battuta tormentone pronunciata da Giandomenico Fracchia, la maschera buffa e surreale inventata da Paolo Villaggio, che lo interpretò per la prima volta nel 1968 nel programma televisivo Quelli della Domenica. Il timido Fracchia è imparentato con il personaggio tragicomico più famoso ideato da Villaggio, il rag. Ugo Fantozzi, protagonista di una fortunata serie cinematografica e letteraria.
Di Lucio Garofalo
(Nella foto Massimo Sensini, sindaco di Fossalta di Piave)
Fracchia è l’antesignano involontario di una situazione che, attraverso la finzione letteraria e cinematografica, anticipa e precorre una vicenda reale e paradossale insieme, impietosa e drammatica, per la serie “la realtà supera la fantasia”. Fracchia è l’espressione patetica e grottesca dell’Italia di oggi, una società che diventa sempre più assurda e mostruosa, crudele e disumana oltre ogni limite accettabile.
Nella fattispecie, la “belva umana” è un sindaco leghista che ha minacciato di far licenziare le maestre della Scuola dell'Infanzia di Fossalta di Piave, un piccolo comune in provincia di Venezia. Le insegnanti sono “colpevoli” di un gesto di elementare solidarietà umana nei confronti di una bimba africana di quattro anni, i cui genitori, a causa delle ristrettezze economiche, non potevano permettersi di pagare il servizio della refezione scolastica. Per risolvere il problema le maestre avevano deciso di rinunciare a turno al pasto a cui ciascun insegnante ha diritto durante la pausa mensa, per cederlo all’alunna. Ma l’intervento del sindaco, infuriato per l’atto di generosità (indubbiamente lodevole) compiuto dalle maestre, ha indotto la direttrice ad emanare un ordine di servizio nei loro confronti in base ad una lettera stilata dal primo cittadino in cui, fra le altre cose, si legge: “Si sottolinea che il personale non può cedere il proprio pasto senza incorrere in un danno erariale per il comune di Fossalta di Piave”.
Nell’attuale smantellamento dello Stato sociale è stato il turno della pubblica istruzione, ed in primo luogo le superiori. In Italia, la riforma Gelmini, mira ad eliminare un gran numero di insegnanti e di ridurre considerevolmente i fondi destinati all’università e alla ricerca. Di fronte alle proteste degli studenti e gli insegnanti, Berlusconi ha detto: "I veri studenti sono nella loro casa a studiare, quelli che scendono per la strada sono facinorosi”.
L’altro fuoco di proteste è stata la Gran Bretagna, dove una proposta simile va accompagnata dall’annuncio di un aumento brutale delle tasse universitarie che lascerebbe l’istruzione superiore ridotta ad un privilegio per i figli delle classi superiori.
L’assalto non si riferisce soltanto alle università. Negli Stati Uniti- ed è bene vedere quello che succede lì, perché è l’annuncio di ciò che presto potrebbe arrivare- la scuola pubblica è attaccata su due percorsi differenti. In primo luogo, dal bisogno di ridurre le spese. Micheal Bloomberg, il miliardario sindaco di New York, ha assunto un ruolo guida nelle scuole di Cathleen Black, presidentessa del gruppo Hearst (che cura le pubblicazioni come il Cosmopolitan o Marie Claire), un’esecutivo senza nessuna preparazione nel campo dell’educazione, che ha già annunciato che il suo compito si focalizzerà sulla riduzione della spesa della scuola pubblica, che è quella utilizzata dai poveri.
Ancora una volta gli studenti si ribellano allo strapotere dei padroni. Con la loro “innocenza” e la loro verginità di convinzioni dotte e indotte, essi sono rimasti gli unici capaci di azioni rivoltose. Ieri è stato preso d’assalto il Senata della Repubblica, roba mai vista. Una sassaiola di uova ha investito l’entrata di Palazzo Madama, accompagnato da un coro innegiante le dimissioni della Gelmini, di Berlusconi, del Governo e in generale di questa classe politica capace solo di servire i poteri forti.
Un mix perfetto di coraggio e incoscienza è riuscito a dar vita a qualcosa di più delle solite parole dei teorici della sommossa popolare. Violenza mai gridano in molti, coperti dalla solita cappa di putrida moralità. Ma se stai crepando schiacciato sotto lo stivale del regime democratico, dovrai pur far qualcosa prima di esalare l’ultimo respiro.
Con il ddl Gelmini le elite di potere, per mano dei burattini politici, stanno sferrando l’attacco finale per l’irreggimentazione totale del paese. Non più regime democratico, ma regime oligarichico-totalitario. Controllare dalla base la crescita della massa, veicolarla e incanalarla secondo gli interessi di mercato, quindi delle loro tasche.
Ecco a voi, l’ennesimo discutibilissimo provvedimento del Ministro dell’Istruzione. Per cogitare la nuova proposta, la Gelmini ha usufruito della collaborazione dell’illustrissimo collega, Ministro della difesa, Ignazio La Russa. Dopo i tagli indiscriminati, il maestro unico, l’eliminazione quasi totale dell’insegnante di sostegno, la violazione delle norme sulla sicurezza scolastica (causa classi super affollate), la riduzione delle ore scolastiche e di laboratoria sia nei licei, sia negli istituti professionali; dopo l’ora di nucleare e lo studio “islamico” della religione cattolica, arrivano i corsi “allenati per la vita”.
Corso valido come credito formativo per tutti gli studenti dei licei (ecco a cosa serviva la riduzione dell’orario!). I giovani studenti impareranno a sparare con la pistola ad aria compressa, a tirare con l’arco, ad arrampicarsi ed a eseguire perfettamente percorsi ginnico-militari. Incredibile vero? Eppure si tratta di un protocollo già firmato dalla Gelmini e La Russa.
Molto più comodo e pratico di fare la storia è scriverla. Specialmente quando la storia fatta risulta poco edificante e, lontano dall' assolverli, condanna i suoi artefici.
Riscriverla permette di aggiustare le virgole e i punti, omettere quei vari passaggi immorali, aggiungere qua e là qualche opportuna fallacia….è un’altra forma di rifare la storia, che già nel tempo e i mascalzoni si impegneranno ad omologarla.
Così pensa e ha deciso il Consiglio Educativo del Texas che s’incarica di tracciare le linee guida secondo sulle quali i libri di testo in questo stato, devono reggersi.
Parlano i documenti: sin dagli anni 80 in Europa agiva un comitato d’affari sovranazionale che spingeva l’Unione Europea e i governi a stravolgere dalle fondamenta l’idea stessa di istruzione pubblica, preparando la strada all’entrata delle imprese nella gestione della scuola. Si tratta di un percorso tortuoso che vale la pena seguire per capire che cosa ha agito sullo sfondo delle “riforme” della scuola volute dai governi italiani succedutisi negli ultimi 15 anni, di destra e di “sinistra”: fino alla riforma gelminiana delle scuole superiori, in corso di approvazione proprio in questi giorni.
Dopo le elezioni via libera alla riforma del'università che eliminerà il valore legale al titolo di studio.
di Flavia Amabile
Università commissariate se avranno gravi deficit di bilancio e abolizione del valore legale della laurea. Il disegno di legge di riforma dell’Università dopo mesi di modifiche, annunci e rinvii è entrato nella fase finale, contiene molte novità, alcune ancora destinate a essere modificate nelle prossime settimane, altre ormai certe. Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini ha assicurato che è «pronta». «Ma la presentiamo dopo il 6 giugno per toglierla dalle dinamiche della campagna elettorale» e per poterla discutere in Parlamento con «un dibattito sereno». E questo - aggiunge - è anche un segno di disponibilità nei confronti delle opposizioni, anche perchè al suo interno recepisce alcune proposte che sono state avanzate proprio dalle opposizioni».
La data della presentazione in consiglio dei ministri dovrebbe essere il 12 giugno, sette mesi dopo la presentazione delle linee guida della riforma. Fra le novità in arrivo il commissariamento degli atenei che non si siano messi in regola con i conti, voluto dal senatore del Pdl Giuseppe Valditara, inserito nelle linee guida dello scorso novembre e poi cancellato da alcune bozze successive del ddl ma ora rientrato.
E, poi, l’abolizione del valore legale della laurea. Di quest’ultima misura si parlava già quando Letizia Moratti era ministro dell’Istruzione. Significa fare in modo che le lauree non siano più tutte uguali davanti alla legge. E quindi si pongono diversi problemi:come si garantirebbe l’esercizio delle professioni libere da quella di avvocato a quella di medico, Oppure con che criterio si ammetterebbero i giovani ai diversi esami di stato o come si dovrebbe prevedere la partecipazione ai concorsi. E, anche, come potremmo chiedere all’Europa il riconoscimento dei titoli conseguiti in Italia?
Nel governo Berlusconi i sostenitori dell’abolizione del valore legale della laurea sono molti. Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, è a favore di un «azzeramento titoli». E ieri lo ha ribadito: «Tanto più viene meno il valore legale dei titoli di studio tanto più aumenta il valore dei contenuti degli stessi».
Anche il ministro Gelmini ci crede. «Se vogliamo una vera concorrenza tra gli Atenei si passa da lì e sono convinta che il Paese riuscirà a recuperare efficienza e qualità da questa misura».
Il 9 gennaio, la Lega Nord aveva anche presentato in Parlamento un ordine del giorno proprio sull’abolizione del valore legale della laurea sostenendo che l’attuale titolo di studio, legalmente riconosciuto, sarebbe alla base della «falsa concorrenza» agli atenei del nord da parte delle università meridionali che si sarebbero trasformate in «laureifici».
I sostenitori dell’abolizione ritengono infatti che se è soltanto il titolo di laurea il passpartout nel mondo delle professioni gli studenti cercano la sede che prospetta minori difficoltà e i professori si limitano a una preparazione asettica e manualistica e la media dei voti permetterebbe di sovrastimare le università che premiano con un minore impegno.
La proposta però non convince per nulla i sindacati. Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: «E’ evidente che c’è uno stretto collagamento tra l’abolizione dela valore legale della laurea e la privatizzazione delle università.Questa misura creerebbe una grave incertezza nell’accesso alle professioni. E’ il grimaldello con cui passare ad un sistema privatistico e alla nascita dei laureifici, il mercato delle lauree».
Anche l’Unione degli Universitari la ritiene «inaccettabile» perché «si incentiverebbero invece meccanismi clientelari, a danno di coloro che non hanno le giuste raccomandazioni».
Fonte: http://www.lastampa.it/
(*)Piano di Rinascita Democratica: (Punto 1) "Riformare l'Università, abolire il titolo di studio e svuotarla di contenuti"