21 ottobre 2010

Pentagono e NATO Alleati per la Guerra Cyber-Spaziale Globale

Un comunicato dell’agenzia Reuters afferma che gli USA hanno previsto per questo mese l’attivazione del loro Cybercomando con capacità operativa totale e “preparato per affrontare qualsiasi scontro nel cyberspazio”.
In vista dell’implementazione di un sistema di guerra cyber-spaziale, il lancio del primo comando militare multiplo del mondo – che include le divisioni delle forze dell’esercito nord americano, cioè, l’aviazione, la fanteria, i marines e l’armata- è coordinato con un’iniziativa complementare dell’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord (NATO) in Europa.
di Rick Rozoff
rickrozoff.wordpress.com

Lo scorso mese di settembre, dopo un decennio di esistenza, il comando della Squadra Operativa Congiunta della Rete Globale delle Operazioni del Dipartimento della Difesa degli USA fu dissolto ufficialmente per integrarsi al nuovo Cybercomando degli USA (CYBERCOM).
Nell'annunciare la transizione, il servizio stampa del Pentagono ha segnalato che la squadra operativa aveva perfezionato “il miglior modo di operare nel campo di battaglia del cyberspazio” con “la doppia missione di guidare cyber operazioni offensive e di difesa” che nel 2003 erano state assegnate al Comando Strategico nordamericano (STRATCOM), sotto il cui controllo ci sarà ora anche il CYBERCOM. Un anno dopo, nel 2004, la Squadra Operativa Congiunta della Rete Globale delle Operazioni fu riconfigurata affinchè “assumesse il ruolo offensivo” delle attività di diesa e di attacco prima menzionate.

Il generale della forza aerea, Kevin Chilton, comandante del Comando Strategico, il 7 settembre ha presenziato la cerimonia di transizione. Il tenente generale della fanteria, Carroll Pollett, direttore della Squadra Operativa della Rete Globale delle Operazioni dal 2008, si occuperà ora soltanto dell’Agenzia di Sistemi dell’Informazione della Difesa, in Arlington (Virginia) dove ha avuto luogo la cerimonia, sebbene l’Agenzia dei Sistemi d’Informazione della Difesa del Pentagono conta di spostare la CYBERCOM a Fort Meade (Maryland).
Queste sono alcune delle dichiarazioni del generale Pollett durante la cerimonia:
  • (L’informazione) è un imperativo fondamentale al momento di fornire ai nostri soldati e ai nostri dirigenti nazionali i mezzi necessari per la guerra,
  • “Il Cyber Spazio si è trasformato in un nuovo campo di battaglia”
  • “Il Cyber Spazio ha acquistato un’importanza simile a quella che hanno terra, mare e aria. E’ chiaro che dobbiamo difenderlo e farlo ritornare operativo” (1)
La sua definizione del cyber spazio come il “quinto spazio militare” forma parte della retorica abituale dei funzionari del Pentagono, che lo denominano anche “quinto campo della battaglia spaziale” (2). Quando i capi degli eserciti più potenti della storia parlano di aggiungere una nuova dimensione alle tradizionali- fanteria, aviazione, marina di guerra, marines e operazioni di missili e satelliti- non solo pretendono di ampliare i preparativi della guerra in un nuovo ambito, ma questo in buona parte domina gli altri.

Il 21 maggio, due settimane dopo essere diventato il primo comandante del CYBERCOM e del lancio di questo, il generale Keith Alexander ha detto che il Pentagono “dipende dalle sue reti per il comando ed il controllo, le comunicazioni, l’intelligence, le operazione e la logistica” che la missione del suo comando consiste nel prevenire, individuare e difendere la nostra nazione delle minacce che sorgono nel cyber spazio”.
Il generale, che è anche direttore dell’Agenzia della Sicurezza Nazionale del Dipartimento della Difesa, ha aggiunto  che è necessario definire “regole chiare di confronto” per la cyber guerra, che “servano sia in tempi di pace come di guerra” (3).

In quanto all’uso che di solito Washington dà alla parola difesa, vale la pena di ricordare che quando nel 1949 gli USA cambiarono il nome del Dipartimento della Guerra in quello di Dipartimento della Difesa fu solo una questione di semantica, dato che un anno dopo il Dipartimento della Difesa si dedicò alla guerra della Corea.

L’esercito nordamericano non ha difeso il suo territorio continentale dal 1812, quando gli USA provocarono una guerra contro la Gran Bretagna invadendo il Canada. Non ha neanche difeso i suoi territori dalle loro mediocri prestazioni a Pearl Harbour nel 1941 (le Hawai sono passate ad essere uno stato 18 anni dopo) e nei successivi combattimenti  e possedimenti anche più remoti: Le Filippine, Guam, l’Isola di Wake e l’atollo di Midway.
Durante la Prima Guerra Mondiale in Europa, inizialmente in Francia e dopo nella Russia sovietica dal 1917 al 1919, Washington definì le sue forze armate ciò che erano in realtà: forze di spedizione.

Nella guerra lanciata dagli USA e dalla NATO contro la Iugoslavia nel 1999 e nell’invasione in Iraq quattro anni dopo, l’obiettivo prioritario fu la distruzione delle reti elettriche e le telecomunicazioni di tutte e due i paesi. Nel caso della Jugoslavia furono usate bombe di grafite per paralizzare la fornitura elettrica nella nazione.
Le recenti voci circa l'uso del virus informatico Stuxnet per attaccare la centrale nucleare civile dell’Iran a Bushehr sono un esempio di come stanno sviluppando il CYBERCOM per funzioni offensive in tempi di guerra. In un mondo che dipende sempre di più dalla tecnologia dell’informazione, i ciberattacchi hanno sostituito le navi da guerra e le bombe di grafite.

Inoltre, con il progetto Attacco Globale Immediato (Prompt Global Strike) del Pentagono (5) per lanciare missili balistici e ipersonici intercontinentali da navi da guerra a qualsiasi luogo del mondo ad un intervallo di risposta di 60 minuti- che in futuro si ridurrà fino ad essere praticamente istantaneo- e con lo sviluppo di bombardieri supersilenziosi a lungo raggio, capaci di evitare i radar e le difese anti aeree e di penetrare all’interno del paese nel quale si dirigono, l’ostentazione del potere globale per dichiarare una cyber guerra lascerebbe il mondo indifeso di fronte al ricatto economico e gli attacchi degli statunitensi. Gli equivalenti esteri del Comando del Pentagono, il controllo, le comunicazioni, i pc, i servizi dell’intelligence, sorveglianza e sistemi di ricognizione (C4ISR) rimarrebbero neutralizzati.

Non solo l’Iran sarebbe vulnerabile ma anche la Russia e la Cina.
L’edizione di ottobre-settembre di Foreign Affairs, la rivista del Consiglio delle Relazioni Estere, include un articolo di William Lynn, segretario aggiunto della Difesa, intitolato “Defending a New Domain: The Pentagono’s Cyberstrategy” (Come difendere un nuovo dominio: la ciberstrategia del Pentagono), nel quale si afferma che “Il Pentagono ha costruito potenti difese a più livelli intorno alle reti militari ed ha inaugurato il nuovo Cybercomando per integrare le operazioni della ciberdifesa in tutti gli eserciti”(6).
In questo articolo sono elencati cinque componenti della strategia del Pentagono per la Ciberguerra:
  • -Il Cyberspazio dovrebbe essere equiparato alla terra, al mare e all’aria per quanto riguarda la guerra
  • -Qualsiasi posizione difensiva deve andare al di là del mero mantenimento del cyber spazio “pulito da nemici” per includere operazioni sofisticate e precise che permettano una reazione immediata.
  • -Le cyber difese non devono limitarsi al mondo informatico, ma estendersi alle reti commerciali, controllate dal dipartimento della Sicurezza Territoriale (Homelad Security)
  • -Al fine di attuare un efficace sistema di "allerta precoce condivisa" di fronte alle minacce si deve rendere possibile stabilire cyber difese con alleati internazionali e  
  • -Il Dipartimento della Difesa deve contribuire a mantenere e aumentare il dominio tecnologico statunitense e il migliorare del processo di approvvigionamento per tenere il passo con la velocità e l'agilità di evoluzione del settore della tecnologia e informazione (IT). [7]
Di fronte al summit della NATO, che avrà luogo in Portogallo i giorni 19 e 20 novembre, il Dipartimento della Difesa ha previsto di pubblicare quest’autunno un documento di cyber strategia, la cui apparizione sarà sincronizzata con l’inizio delle funzioni del CYBERCOM a pieno regime.
Il 28 agosto, il Washington Post ha pubblicato un articolo intitolato :”Il Pentagono considera gli attacchi preventivi come parte della strategia della cyber difesa” , dove si dettagliava quanto segue:
  • Il Dipartimento della Difesa sta usando una “visione aggressiva” delle cyber operazioni, nella quale “s’includono azioni preventive tali come la distruzione della rete dei pc di un avversario oltremare”.
Da quanto si deduce dai documenti della finanziaria destinata al Pentagono, questo sta sviluppando tutta una serie di armi potenziali che gli permetteranno di “attaccare e sfruttare i sistemi d’informazione del nemico attraverso l’inganno, la negazione, il danneggiamento e la distruzione di tali sistemi”.
Il dispiegamento del software e dell' hardware per tali piani è “il seguente passo logico della cyber strategia generale che William J.Lynn III segretario aggiunto della Difesa, ha presentato la settimana scorsa”, vale a dire, una “difesa attiva(8).

Ad agosto, il generale Keith Alexander, direttore del CYBERCOM, è intervenuto nella conferenza LandWarNet 2010 a Tampa (Florida), il cui argomento era “Come raggiungere il cyber dominio mondiale dei comandi congiunti”. Ha reiterato durante questa conferenza che “il cyber spazio è adesso uno scenario da considerare come quello via mare, aria e terra” (9). Con un tono molto più inquietante ha aggiunto: “Dobbiamo possedere la potenzialità offensiva di distruggere in tempo reale chi cerchi di attaccarci(10).

Per “difesa attiva” deve intendersi la capacità di iniziare gli attacchi preventivi non solo contro i pirati informatici individuali ma anche contro intere reti di pc nazionali.
Il Washington Post ha citato le parole di un alto funzionario non identificato del Pentagono, che ha sostenuto la stessa posizione: “Credo che ci è chiaro che per assicurare l’integrità delle nostre reti militari dobbiamo arrivare fino dove sia possibile- una volta che sappiamo da dove arriva la minaccia- per cercare di eliminare questa minaccia lì dove possiamo”, anche se “nell’attaccare il pc di un utente malintenzionato in un altro paese infrangiamo la sua sovranità” (11).

Un giornalista dello stesso giornale ha avvertito che “Il Pentagono ha regole vigenti di confronto per la difesa della rete, tali come il diritto alla difesa propria, ma potrebbe non essere facile stabilire il confine tra autodifesa di azione offensiva (12).
Le reazioni a tali dichiarazioni e ad altre simili non si sono fatte aspettare dalla Russia e dalla Cina, anche se non da fonti ufficiali. Lo scorso mese, un sito web russo ha pubblicato un' analisi con il titolo di “Gli USA sono preparati a far cadere internet in tutto il mondo”, nel quale si diceva che “dal 1 ottobre (la data originale in cui si sarebbe messo in moto il CYBERCOM come comando indipendente), migliaia di pirati informatici militari e di spie nordamericane inizieranno le loro attività di cyber guerra (13).

L’autore ha ricordato ai suoi lettori che ad aprile di quest’anno, Leon Panetta, direttore della CIA, ha pubblicato il progetto di questa agenzia per i prossimi cinque anni, CIA 2015, il cui secondo “pilastro” include “l’investimento in tecnologia affinchè l’agenzia aumenti la sua capacità analitica e operativa e sia più efficiente. Il personale dell’agenzia deve poter operare con efficacia e sicurezza in un entourage d’informazione mondiale che cambia velocemente. Il piano aumenta il potenziale della CIA per la ricompilazione tecnica da parte del suo personale e fornisce strumenti avanzati di software….” (14).

A maggio, lo stesso mese in cui il CYBERCOM ha iniziato le sue attività, la Casa Bianca ha approvato la Valutazione della politica cyber-spaziale (Cyberspace Policy Review) di quest’anno.
La fonte russa segnala inoltre che “numerose pubblicazioni nei mass media nordamericani fanno capire che la riforma delle Cyber-forze della Difesa Nazionale, così come l’introduzione della dottrina attraverso il controllo d’internet è stata la strategia dominante degli USA”, e “La strategia della sicurezza dell’informazione nazionale di questo paese è stata sviluppata dalla prevenzione fino all’attacco preventivo”.

“L’obiettivo finale degli USA consiste nell' (essere capaci di) aprire e chiudere parti d’internet a volontà”.
L’articolo afferma che nel 2004, gli USA hanno eliminato il nome del dominio “ly” ed hanno inabilitato tutti i servizi internet in Libia e che a “maggio del 2009 la Microsoft ha annunciato sul suo sito web che avrebbe cancellato il servizio di Windows Live Messenger per Cuba, Siria, Iran, Sudan e Corea del Nord, in conformità alla legislazione USA” (16).
L’articolo del Washington Post citato sopra aggiungeva che la chiusura di una pagina web saudita nel 2006 “ha colpito in modo collaterale e involontariamente più di 300 server internet in Arabia Saudita, Germania e Texas” (17).
L’autore cinese ha affermato inoltre che “Gli USA monopolizzano le cinque aree essenziali delle infrastrutture d’internet”.
  • -Le grandi aziende di tecnologia dell’informazione (IT) che costruiscono pc ad alto rendimento, sistemi operativi, tecnologia di data base, tecnologie di reti della commutazione e biblioteche di risorse dell’informazione.
  • -In tutto il mondo, circa il 92,3% dei pc personali e l’80,4% dei super pc usano chip Intel, mentre il 91,8% dei pc personali usano sistemi operativi di Microsoft e il 98% della tecnologia di base dei server è in mano all' IBM e Hewlett-Packard.
  • -Dall’altra parte, l’89,7% dei software di data base li controlla Oracle e Microsoft e il 93,5% della tecnologia brevettata essenziale delle reti di commutazione è in mano a compagnie nordamericane.
  • -Una volta che hanno controllato l’infrastruttura di internet e i sistemi hardware e software, gli USA passano a controllare il contenuto d’internet.
Il governo nordamericano ha adottato il macrocontrollo e si è concentrato nel finanziamento per utilizzare in modo attivo le grandi aziende della tecnologia dell’informazione con la finalità di creare un' infrastruttura globale d’internet che possa manipolare (18).

Inoltre ha menzionato che il senatore Jospeh Lieberman, presidente del comitato senatoriale della Sicurezza Interna e Affari governativi, ha presentato, di recente, ai suoi colleghi del Senato una proposta di legge sulla Protezione del CyberSpazio come un valore nazionale che permetterà al presidente di “poter ordinare a Google, Yahoo e ad altri motori di ricerca che si sospendano i servizi d’internet”.
  • E inoltre, altri server di internet in USA potrebbero passare sotto il controllo del presidente quando si produca “una situazione d’urgenza” in internet”.
  • “Se questo succede, il presidente degli USA, avrà ufficialmente il potere di aprire o di chiudere internet” (19).
I timori degli esperti cinesi sono stati confermati dopo le dichiarazioni del generale della forza aerea Micheal Hayden- direttore dell’Agenzia della Sicurezza Nazionale dal 1999 al 2005- vice direttore dell’Intelligence Nazionale dal 2005 al 2006 e direttore della CIA dal 2006 al 2009- che il mese scorso ha affermato, con parole diffuse poi da Reuters, che
  • “il cyber spazio suppone una minaccia di tale calibro che il presidente degli USA dovrebbe avere l’autorità di chiudere internet in caso di attacco”. Esattamente ha detto quanto segue: “La mia opinione è che probabilmente bisogna legiferare qualche tipo di podestà affinchè il presidente prenda misure urgenti…quando consideri che debba prenderle” (20).
Il Pentagono e la Casa Bianca non pretendono di agire solo nella messa a punto di una struttura internazionale di guerra cibernetica.
A maggio, poco dopo l’inaugurazione del CYBERCOM, gli esperti nordamericani in sicurezza della cyber guerra si sono riuniti durante un simposio di due giorni sul controllo strategico del cyberspazio tenutosi a Omaha (Nebraska); tra di essi c’erano “cyber comandanti di vari comandi nordamericani di combattimento, della NATO, del Giappone, e del Regno Unito” (21).

Nello stesso mese di maggio, il gruppo di esperti della NATO, guidati dall’ex segretaria di Stato Madeleine Albright, ha pubblicato il dossier NATO 2010, nel quale si afferma che “la NATO dovrebbe pianificare l’organizzazione di un pacchetto di misure sulla cyber difesa che includa elementi passivi e attivi” (22) .

Tre settimane dopo, un articolo del Sunday Times di Londra, ha rivelato che “in un dossier del gruppo di Albright si afferma che un cyber attacco contro l’infrastruttura essenziale di un paese della NATO potrebbe equivalere ad un attacco armato, che giustificherebbe una risposta”.
“Un attacco su grande scala contro i sistemi di comando e di controllo della NATO o contro le reti di fornitura d’energia potrebbe possibilmente portare a misure difensive collettive, secondo quanto specifica l’articolo 5, hanno affermato gli esperti”-

L’articolo citava inoltre un esperto giuridico del Centro Cooperativo della Qualità della Cyberdifesa della NATO, stabilito in Estonia nel 2008, che afferma che “la causa dell’effetto di un cyber attacco potrebbe equivalere a quello di un attacco armato, non c’è bisogno di tornare a riscrivere i trattati che sono in vigore”. Si stava riferendo agli articoli 4 e 5 dell’Alleanza: il 4 è servito per giustificare il trasporto di missili antibalistici Patriot alla Turchia durante i preparativi della guerra contro l’Iran nel 2004 ed il 5 per giustificare la partecipazione della NATO nella guerra in Afghanistan; tutti e due potrebbero essere invocati e attivarsi in caso di un cyber attacco.
L’articolo del Sunday Times aggiunge:
  • “La NATO si prende molto sul serio gli avvertimenti dei servizi dell’intelligence di tutta l’Europa che i cyber attacchi lanciati dalla Russia e dalla Cina sono una minaccia sempre maggiore”.
  • La NATO sta valutando  l’uso della forza militare contro nemici che lancino cyber attacchi contro gli Stati membri”.
  • “Questo cambiamento si deve ad una serie di attacchi russi di pirateria informatica contro i membri della NATO e gli avvertimenti dei servizi dell’intelligence sulla crescente minaccia proveniente dalla Cina” (23).
Lo scorso mese è stato tenuto a Tallinn, la capitale dell’Estonia, il 13° Corso di Cyberdifesa. Nel discorso che il ministro della Difesa, Jaak Aaviksoo, ha pronunciato di fronte agli assistenti ha affermato: “i potenti sistemi della cyber sicurezza nazionale degli alleati costruiranno blocchi di cyberdifesa della NATO di una struttura forte” (24).

A giugno, nel centro della NATO in Estonia, paese limitrofo con la Russia, si è tenuta una conferenza di 4 giorni dal titolo di “Come affrontare i conflitti cibernetici”. Melissa Hathaway, direttrice della cyber sicurezza del Consiglio Nazionale della Sicurezza degli USA, ha pronunciato un discorso che ha stabilito il tono della conferenza.

Gloria Graig, direttrice della Politica Internazionale della Sicurezza del Ministero della Difesa del Regno Unito, ha insistito sull’urgenza d' ingrandire la capacità di difesa di fronte ai cyber attacchi affermando che “in questo momento la NATO non è preparata ad un cyber attacco globale” (25)

Anche a giugno, circa “cento partecipanti delle principali aziende globali della tecnologia dell’informazione, del settore bancario, della comunità dell’intelligence, della NATO, l’UE e altre istituzioni” hanno assistito in Romania alla conferenza “La cyber difesa nel contesto della nuova strategia della NATO”, nella quale si rese pubblica una dichiarazione nella quale si manifesta che
  • “La NATO deve aumentare i suoi sforzi per rispondere al pericolo dei cyber attacchi attraverso la protezione delle sue proprie comunicazioni e sistemi di comando, aiutando gli alleati a migliorare la loro capacità per evitare attacchi e riprendersi da essi, e a sviluppare un pacchetto di misure della cyber difesa….” (26)
Ad agosto, la NATO ha rivelato che aveva creato una Divisione delle Minacce Emergenti contro la Sicurezza “con lo scopo di occuparsi del crescente spettro di minacce e rischi in abituali”, che include le cyber operazioni. “La Divisione delle Minacce Emergenti contro la Sicurezza unifica vari rami della conoscenza già esistenti, ma fino ad ora separate, nei quartieri generali della NATO. L’unificazione di questo lavoro in un’unica Divisione ci darà una maggiore concentrazione e visibilità” (27).

Questo mese, l' Ufficio di consultazione, Comando e Controllo (NC3Q) ha organizzato una conferenza nella Repubblica Ceca e l'Advanced Technology Acquisition Alliance USA dell’Alleanza ha annunciato che “la NATO sta valutando l’investimento di circa 930 milioni di euro (1,3 mila milioni di dollari) nel 2011 e 2012 in progetti di vari anni per affrontare le sfide essenziali sulla sicurezza, tali come la cyber difesa, l’appoggio della NATO in Afghanistan e la sicurezza marittima” (28).

Un recente rapporto ha rivelato che, in un’intervista con il Suddeutsche Zeitung, Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della NATO, ha dichiarato di voler "ampliare la definizione di attacchi che causano l'attivazione della Alleanza per includere attacchi informatici" (30) come parte del nuovo concetto strategico al quale aderire durante il summit del mese prossimo.

A metà settembre, William J.Lynn, secondo la linea di comando del Pentagono, si trovava a Bruxelles per illustrare di fronte al Consiglio dell’Atlantico Nord, il principale organo di governo della NATO e di un comitato di esperti in sicurezza (29).

Per mobilitare i militari alleati di Washington in vista del summit di novembre, ha affermato: “La NATO ha uno scudo nucleare, sta costruendo uno scudo di difesa (con missili) sempre più potente, ha anche bisogno di un cyber scudo….Gli allarmi condivisi della guerra fredda devono applicarsi alla cyber sicurezza nel XXI secolo. Allo stesso modo che le nostre difese aeree e i nostri missili difensivi sono vincolati così lo deve essere la nostra cyber difesa” (31).

Quando Lynn è arrivato a Bruxelles, i comandi degli USA e dell’Europa stavano finendo i 15 giorni di manovre congiunte del 2010- “i sistemi militari delle comunicazioni e informazione più importanti del mondo”- nel Centro congiunto delle simulazioni multinazionali dell’area di addestramento di Grafenwoehr (Germania). In totale c’erano 1400 partecipanti di 40 paesi: Germania, Austria, Afghanistan, Armenia, Albania, Azerbayan, Bulgaria, Bosnia, Canada, Croazia, Danimarca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Spagna, Francia, Finlandia, Georgia, Ungheria,Italia, Iraq, Irlanda, Kazajistan, Lettonia, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Svezia, Turchia, Ucraina e USA.

Un portavoce del comando USA e dell’Europa ha dichiarato quanto segue a proposito di questo avvenimento: “Adesso abbiamo un’'operazione' nel Pacifico, l’Operazione Pacifico. Un’altra negli USA, che utilizza il Sud America e il Canada per interconnettere la sua rete di sistemi di comunicazione. Queste manovre che stiamo realizzando qui, a Grafenwoehr, hanno ramificazioni in tutto il mondo e i principali comandi stanno mettendo a punto la loro propria versione” (32)

Dal 2006, gli USA hanno diretto anche le manovre militari dell’Operazione Africa in questo continente, le “maggiori manovre di inter-operabilità nelle comunicazioni dell’Africa” (33), prima sotto il comando congiunto degli USA e dell' Europa, e, in date recenti, sotto il nuovo comando degli USA in Africa. Le manovre dell’ Operazione Africa 2010 sono state realizzate ad agosto nel Ghana con la partecipazione di 36 nazioni africane.

La parola adeguata per descrivere la rete militare che il Pentagono ha costruito negli ultimi anni è “globale” (worldwide), come evidenziano le nazioni partecipanti sotto il comando nordamericano nell’Operazione Combinata del 2010 e nell’Operazione Africa 2010: 75 paesi, inclusi l’Afghanistan e l’Iraq.
Le manovre di addestramento multinazionale dirette dagli USA e le simulazioni di guerra si tengono in forma regolarmente e sulla stessa scala in tutta Europa. In questo momento si celebra il secondo anno delle manovre Combattenti Uniti (Joint Warriors)- la maggiore simulazione di guerra in Europa- a poca distanza dalla costa e sotto il cielo della Scozia, con 30 paesi, 10.000 soldati, 30 navi da guerra, tre sottomarini e 21 unità aeree e elicotteri. Manovre militari simili sono state realizzate in estate nella zona dell’Asia-Pacifico, quando gli USA guidarono le simulazioni di guerra delle 14 nazioni del Pacifico, le più grandi manovre marittime multinazionali del mondo, con la partecipazione di 22.000 soldati, 34 navi, 5 sottomarini e più di 100 aerei (34)

Le manovre dell’operazione congiunta che hanno avuto luogo dal 3 al 15 settembre in Germania, hanno incluso per la prima volta un componente della cyber difesa. Partecipanti di 26 paesi e due organizzazioni, la NATO ed il Centro Cooperativo della Qualità della Cyberdifesa, con sede in Estonia, hanno partecipato alla pianificazione delle cyber operazioni nel Centro Congiunto di Simulazioni Multinazionali, a Grafenwoehr.

Dalla fine della guerra fredda, e in particolare nell'ultimo decennio, il Pentagono ha esteso le sue attività in tutto il mondo: bombardamenti, guerre, invasioni, manovre multinazionali e simulazioni di guerra, costruzione di basi e colpi di stato militari, dispiegamento di missili scudi, programmi di formazione e creazione di reti per il trasporto militare.

Grazie all’espansione verso Est, la NATO è oggi l’unico blocco militare del mondo e, con l’implementazione di due anni fa del comando degli USA in l’Africa, gli USA hanno raggiunto il controllo militare dei due interi continenti.
Hanno alleati praticamente in tutte le nazioni d’Europa, Africa, Medio Oriente e Asia ed hanno collocato nuove basi e altre installazioni militari nell’est dell’Europa, Africa e Medio Oriente, Asia, Pacifico del Sud e Sud America: Kosovo, Bulgaria, Romania, Ungheria, Polonia, Djibuoti, Seychelles, Iraq, Israele, Kuwait,Afghanistan, Kirguistan, Australia e Colombia.

Washington ha aumentato la sua presenza militare in vari continenti per raggiungere i suoi  obiettivi geopolitici del XXI secolo. Con lo scopo di controllare l’accesso ed il trasporto degli idrocarburi, il Pentagono ha esteso la sua presenza nel Golfo del Persico, nel Golfo di Guinea, nel Mar Nero e nelle nazioni vicine al Mare Caspio. Con la riattivazione nel 2008 della sua IV Flotta, gli USA si sono posizionati per il dominio dei Caraibi, inclusa la Colombia, Venezuela e Panama nella zona sud.

Gli USA stanno preparando un sistema globale di intercettazione missili attraverso il dispiegamento- direttamente e con i suoi alleati- dei sistemi Patriot Advanced Capability-3, Standard Missile-3, Terminal High Altitude Area Defense e altri componenti di missili-scudo in Polonia, Israele, Bahrain, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi, Giappone, Corea del Sud e Australia, con il Mar Nero, il Mediterraneo, il mar Baltico e il Caucaso Sud come futuri luoghi previsti.

Il Pentagono non si darà pace finchè non riesce a dominare completamente il mondo e quello che c’è al di sopra del mondo. Alla sua superiorità militare nelle aree di terra, mare e aria adesso sta aggiungendo il controllo del quinto campo di battaglia: il cyber spazio.

NOTE
[1] American Forces Press Service, September 8, 2010
[2] U.S. Cyber Command: Waging War In World’s Fifth Battlespace Stop NATO, 26 maggio 2010 http://rickrozoff.wordpress.com/2010/05/26/u-s-cyber-command-waging-war-in-worlds-fifth-battlespace
[3] Agence France-Presse, 4 giugno 2010  
[4] Stars and Stripes, 2 giugno 2010 [5] Prompt Global Strike: World Military Superiority Without Nuclear Weapons Stop NATO, 10 aprile 2010. http://rickrozoff.wordpress.com/2010/04/10/prompt-global-strike-world-military-superiority-without-nuclear-weapons
[6] William J. Lynn III, Defending a New Domain:The Pentagon’s Cyberstrategy Foreign Affairs, Settembre/Ottobre 2010 http://www.foreignaffairs.com/articles/66552/william-j-lynn-iii/defending-a-new-domain
[7] U.S. Department of Defense, 25 2010. http://www.defense.gov/news/newsarticle.aspx?id=60600
[8] Ellen Nakashima, Pentagon considers preemptive strikes as part of cyber-defense strategy. Washington Post, 28 agosto 2010 http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/08/28/AR2010082803849.html
[9] United States Army, 4  agosto 2010  
[10] Army News Service, 3 agosto 2010  
[11] Washington Post, 28 agosto 2010  
[12] Ibid  
[13] Leonid Savin, US gets ready to knock the world offline Strategic Culture Foundation, 6 settembre 2010 http://www.strategic-culture.org/news/2010/09/06/us-gets-ready-to-knock-the-world-offline.html
[14] Central Intelligence Agency, 26 aprile2010 
[15] Strategic Culture Foundation, 6 settembre 2010 
[16] Chen Baoguo, US controls threaten Internet freedom Global Times, 24 agosto 2010 http://opinion.globaltimes.cn/commentary/2010-08/566394.html
[17] Washington Post, 28 agosto 2010  
[18] Global Times, 24 agosto 2010  
[19] Ibid 
[20] Reuters, 26 settembre 2010  
[21] Stars and Stripes, 2 giugno 2010  
[22] North Atlantic Treaty Organization http://www.nato.int/strategic-concept/expertsreport.pdf
[23] Sunday Times, 6 giugno 2010  
[24] North Atlantic Treaty Organization, 3 giugno  2010  
[25] Agence France-Presse, 9 giugno2010 
[26] North Atlantic Treaty Organization, 7 giugno 2010 
[27] Defence Professionals (Germany), 4 agosto 2010  
[28] Reuters, 7 ottobre 2010  
[29] NATO Provides Pentagon Nuclear, Missile And Cyber Shields Over Europe. Stop NATO, 22 settembre 2010 http://rickrozoff.wordpress.com/2010/09/22/2463
[30] The H Security, 1 ottobre 2010  
[31] Agence France-Presse, 15 settembre 2010  
[32] United States European Command, 8 settembre 2010 [33] U.S. Africa Command, 12 gennaio 2010 [34] Asia: Pentagon Revives And Expands Cold War Military Blocs. Stop NATO, 14 settembre 2010 http://rickrozoff.wordpress.com/2010/09/15/asia-pentagon-revives-and-expands-cold-war-military-blocs
Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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1 commento:

  1. NWO: Elite globale e stati nazionali
    http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2010/05/nwo-elite-globale-e-stati-nazionali.html

    Dalla Depressione Globale alla Governance Globale
    http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2010/10/dalla-depressione-globale-alla.html

    L’Elite ombra che rovina mercato e democrazia
    http://blog.ilgiornale.it/foa/2010/10/22/lelite-ombra-che-rovina-mercato-e-democrazia/#comments

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