Negli
Stati Uniti il presidente Obama, durante il suo discorso sullo stato
dell’Unione pronunciato l’11 marzo scorso, ha annunciato ufficialmente
l’inizio delle trattative per la formazione di un grande mercato
transatlantico. Il commissario europeo per il commercio, Karel De Gucht,
ha dichiarato che il beneficio previsto per l’Unione Europea è valutato
in 100 miliardi di euro ogni anno. Di Jean-Claude Paye
L’accordo prevede l’eliminazione delle barriere al commercio: le
barriere doganali, le cosiddette “barriere tecniche” e le barriere non
tariffarie che riguardano beni, servizi, guadagni e investimenti, oltre
che la liberalizzazione dei mercati pubblici e della materia dei diritti
di proprietà intellettuale.
Presentato come piano di rilancio dell’economia che permetterebbe
di uscire dalla crisi attuale, il progetto, in fase di preparazione da
15 anni è piuttosto il risultato di una scelta strategica degli Stati
Uniti: il passaggio da un mercato mondiale non più vantaggioso - basato
su un sistema di scambi multilaterali - ad un’organizzazione bilaterale
USA-UE.
A testimonianza di ciò basti pensare al blocco dei negoziati dell’OMC nel round di Doha da
parte dei rappresentanti americani, e alla scelta degli USA a favore di
negoziazioni bilaterali; l’accelerazione data dagli Stati Uniti alla
chiusura delle negoziazioni ha permesso di concludere accordi regionali
al di fuori dell’osservatorio dell'OMC. Leggi tutto...
L’impianto di microchip sta diventando una pratica ordinaria per i
nostri animali domestici, ma piacciono meno quando si propone di
applicarli alle persone.In un’intervista in un programma radiofonico
della BBC la scrittrice di fantascienza Elizabeth Moon ha riacceso il
dibattito affermando che mettere il “codice a barre” ai neonati al
momento della nascita è una buona idea:
“Ciascuno dovrebbe avere un
sistema di identificazione permanentemente collegato – un codice a barre
se si vuole – un chip impiantato che assicuri un modo semplice, rapido
ed economico per identificare gli individui“,
ha detto a Forum, uno show
settimanale… Moon ritiene che gli strumenti più comunemente utilizzati
per la sorveglianza e l’identificazione – come videocamere e test DNA –
sono lenti, costosi e spesso inefficaci. A suo parere, dei codici a barre
per umani permetterebbe di risparmiare un sacco di tempo e denaro. La
proposta non è troppo inverosimile – è già tecnicamente possibile
mettere un codice a barre ad un uomo – ma non si viola il nostro diritto
alla privacy? Gli oppositori sostengono che rinunciare a coltivare
l’anonimato ci porterebbe ad una società “orwelliana” in cui tutti i
cittadini possono essere rintracciati.
Uno degli aspetti più inquietanti e forse il più criminale, che hanno
portato alla nascita della moneta unica, risiede proprio nel fatto che
il suo fallimento era già stato previsto almeno tre decenni prima della
sua nascita. La sua insostenibilità era già stata scritta e
documentata scientificamente da autorevoli economisti, appartenenti a
differenti scuole di pensiero economico, che denunciarono, già a
quell'epoca, quelle che sarebbero state le conseguenze in termini di
macelleria sociale, di aggressione dei diritti e dei salari del ceto
medio popolare, che si sarebbero determinate per effetto della creazione
di un'area valutaria non ottimale tra nazioni con strutturali
differenze economiche. Vincitori e Vinti Agganciare la valuta della Germania a quella
di Paesi economicamente più deboli e con inflazione più alta, senza
prevedere meccanismi certi ed automatici di riequilibrio fra i Paesi in
surplus e quelli in deficit, non poteva non determinare la costruzione
di un rapporto asimmetrico: da una parte la Germania e i Paesi forti nel
ruolo di leaders, dall’altra i Paesi più deboli nel ruolo di followers,
impossibilitati a recuperare competitività e sostanzialmente costretti a
riprodurre le politiche economiche e sociali tedesche, con le
conseguenze che vediamo oggi, dopo dieci anni di moneta unica (la quale
rappresenta il caso “estremo” di sistema valutario a cambi fissi):
deflazione, spinta al ribasso dei diritti e dei salari dei ceti medi e
popolari, innalzamento della disoccupazione, politiche di rigore
destinate a portare il Paese ad avvitarsi in spirali recessive. Leggi tutto...
Pubblichiamo una sintesi dell’intervento del presidente dell’ARS Stefano
D’Andrea in occasione della presentazione dell’Associazione Riconquistare la Sovranità ai cittadini di Avezzano del 21/04/2013.
Che cosa ci riserva l’Unione europea? Ex sindacalista in una grande azienda, oggi giornalista, Pierre Levy, in particolare, ha cercato di rispondere a questa domanda attraverso il suo ultimo libro, “L’Insurrection”. Un libro fortemente politico che spazia nei campi dell’economia, del sociale e della geopolitica. Il sottotitolo del libro, “il favoloso destino dell’Europa all’alba dell’anno di grazia 2022”,
non è un puro prodotto della fantasia di Pierre Lévy, ma ci rinvia ad
una inquietante attualità e solleva una questione: bisogna restare
nell’Unione europea?
Il
suo romanzo ci fa piombare nel 2022, e dalle prime righe questo futuro
non troppo lontano ci appare insieme assurdo e spaventoso. Ma, cosa
ancora più spaventosa, ci si accorge subito che questo mondo non è puro
frutto della sua immaginazione, ma si basa su elementi attuali
decisamente realistici…
Questo è lo spirito del libro. Anche se questo è un libro molto
politico, ho preferito una forma insolita per un saggio. Volevo ridere
di cose che non sono affatto divertenti, portando all’assurdo ed
estremizzando le logiche attuali. L’idea era quella di capire cosa sta
succedendo oggi in campo economico, politico, sociale e geopolitico,
andare fino in fondo. Sperando che tutto ciò faccia riflettere.
Se, come scrisse Fyodor Dostoevsky, “il grado di civilizzazione di una
società si può valutare entrando nelle sue carceri”, qui siamo davanti
ad una nazione di barbari. La nostra vasta rete di prigioni federali e
statali, con qualcosa come 2.3 milioni di reclusi, fa a gara con i gulag
degli stati totalitari. Non appena sparisci dietro le pareti del
carcere diventi una preda. Da stuprare. Da torturare. Da picchiare.
Isolamenti prolungati. Privazioni sensoriali. Discriminazioni razziali.
Reti di bande. Lavori forzati. Cibo rancido. Bimbi incarcerati alla
stregua degli adulti. Prigionieri forzati a prendere medicinali che
inducono all’apatia. Impianti di ventilazione e riscaldamento
inadeguati. Scarse cure sanitarie. Dure sentenze per crimini non
violenti. Di Chris Hedges
Bonnie Kerness e Ojore Lutalo li incontrai entrambi a Newmark, New
Jersey, dopo che, qualche giorno prima, avevano combattuto, come forse
pochi prima di loro, nel comitato americano per il monitoraggio delle
prigioni (AFSCPW, n.d.t.) contro i crescenti abusi nei confronti dei
prigionieri (specialmente l’uso dell’isolamento). Lutalo, una volta
diventato membro dell’esercito per la liberazione dei neri (BLA,
n.d.t.), un ramo delle Pantere Nere, scrisse a Kerness per la prima
volta nel 1986, durante la sua detenzione alla prigione di stato di
Trenton, ora chiamata prigione dello stato del New Jersey. Le raccontò
il mondo oscuro e degradante dell’isolamento; Leggi tutto...
AFFIDAVIT Col nobile intento di tutelare le ‘parti deboli’ – altresi’ note quali: “i giovani” – nell’interesse dei ‘poteri forti’ nonche’ vista l’impellente necessita’ di ‘agire’ sul debito pubblico e per facilitare gli ‘investitori internazionali’ qui di seguito gli urgentissimi 20 punti dell’Agenda: “Ma Chi Comanda in Italia?” - e relativi consigli preventivi
DISCLAIMER: la suddetta agenda configura il modello qui di seguito dettagliato, definito modello di CAMBIAMENTO. Per ‘la gente comune’, nota anche come ‘qualunque’, taluno modello – piu’ volgarmente conosciuto quale “Ce lo chiede l’Europa” – e’ dato da un sofisticato strutturato basato su uno strumento derivato di nome B.C.E.; congegnato ex-gratia dall’alta ‘finanza’.
ENRICO LETTA, L'UOMO DEI POTERI FORTI ALLA GUIDA DEL GOVERNO ITALIANO
Il governo di larghe coalizioni ha “finalmente” un premier. Alla fine l’establishment ha scelto Enrico Letta, personaggio d’apparato di gattopardiana memoria, per la serie che tutto cambi perchè nulla cambi.
Enrico, ex vice segretario nazionale del Partito Democratico, nipote
del pidiellino Gianni Letta, cavallo di razza del sistema potere
italiano, da vent’anni, senza far clamore, ai vertici della sinistra
elitaria italiana e tra i ranghi dei più conosciuti circoli globalisti. Di Italo Romano Oltre La Coltre E’ quello che molti chiamerebbero un uomo della casta, la più fine e
sgradevole espressione di quella pseudo sinistra radical chic e
politcally correct, asservita ai poteri finanziari e mondialisti,
filoamericana, filosionista ed europeista dogmatica. Il nuovo Presidente
del Consiglio ha alle spalle un percorso umano e formativo all’insegna
del “più Europa”. Dall’infanzia a Strasburgo – dove
frequenta la scuola dell’obbligo – alla laurea in Diritto internazionale
all’Università di Pisa. Sempre a Pisa consegue il dottorato di ricerca
in Diritto delle comunità europee alla Scuola Superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna, fucina italiana di dirigenti di partito, manager e specialisti di ogni sorta.
Sono
stato a Washington per la maggior parte di questa settimana, in
occasione della riunione di primavera del Fondo Monetario
Internazionale. Vorrei poter annunciare che si è vista la luce in fondo
al tunnel, ma la realtà oggettiva è che siamo ancora in una fase di
depressione profonda. Mi dispiace usare luoghi comuni, ma mi vengono
alla mente due espressioni: “ci si balocca mentre Roma brucia”, e “si
riordinano le sedie a sdraio sul ponte del Titanic che sta affondando”. Di Jeremy Warner
In “The Economic Consequences of the Peace - Le conseguenze economiche della pace”,
l’economista britannico John Maynard Keynes scriveva che la sua
preferenza in qualsiasi negoziato o arbitrato era quella di “dire la
verità, anche se brutale e spietata”, ma nelle discussioni di questa
settimana c’è stata ben poca attestazione di tutto questo.
Invece di affrontare le cause alla base del disastro economico
attuale - il fallimento dell’euro - il dibattito si è incentrato su
questioni marginali di bilancio e monetarie, come il consolidamento
fiscale troppo stretto della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.
Che il responsabile in capo del dipartimento economico del FMI,
Olivier Blanchard, e la sua direttrice generale, Christine Lagarde,
possano pensare che qualche allentamento dei cordoni della borsa fiscale
in Gran Bretagna sia misura adeguata e in grado di riportare la
crescita, quando in Europa è in corso una crisi così profonda, non è
solo strano, è patetico. Leggi tutto...
Ci sono
voluti quasi due mesi, dopo le elezioni di febbraio, per condurre
l'Italia al punto d'incontro con il secondo golpe, promesso da Napolitano e da Monti a tutti i poteri forti internazionali alla
vigilia della campagna elettorale.
In
molti si supponeva che saremmo giunti al nuovo colpo di stato,
attraverso le ire dei mercati ed il progredire dello spread, invece
la strada scelta è stata di tutt'altra natura. Bersani e Berlusconi
hanno di fatto menato per il naso gli italiani che li hanno votati,
attraverso due mesi di teatrino tanto folkloristico e disordinato,
quanto mirato ad ottenere l'effetto voluto. Il primo ostinandosi
fintamente ad inseguire l'appoggio di Beppe Grillo, pur sapendo bene
che mancava qualsiasi spazio per ottenerlo. Il secondo cavalcando
l'affondamento dell'Italia (quasi le colpe del disastro fossero di un
evento tellurico) ed inseguendo Bersani, fingendo di volerlo
abbracciare stretto.
PD e
PDL hanno passato il tempo cianciando di cambiamento e chiamando i
propri elettori a manifestazioni farsa, fino ad arrivare al momento
dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.....
George Soros sa che qualcosa di spaventoso è in arrivo. I Rockefeller sanno che qualcosa di grande e orrendo sta per accadere. Quel qualcosa di grande è il collasso di tutto il denaro stampato dal nulla che è in giro per il mondo. Nei loro incontri segreti del Bilderberg, i globalisti hanno pianificato la data esatta della nostra fine economica. Potete persino scommettere che “qualsiasi giorno nero” coinciderà con una data ironica che farà ridere sommessamente i globalismi, all’inizio pianificato di un prossimo evento ” false flag” (un falso evento).
Vi ricordate quando i lacchè globalisti fecero schiantare gli aerei contro il World Trade Center l’11 settembre? I globalisti pianificarono un evento 911… il 9/11 (la data scritta in modo americano, in cui prima c’è il mese e poi il giorno, ndt) . Capito?? 3000 morti non sono niente per i globalisti.
Nessuno, se non questi psicopatici criminali, riderà quando lanceranno il loro piano per il collasso finanziario. Purtroppo né io nè voi abbiamo un posto a tavola , quindi non abbiamo informazioni da un insider, per valutare quando il collasso finanziario è in arrivo. Tuttavia ci sono delle cose su cui possiamo fare attenzione.
Un poco alla volta, la Grecia si sta trasformando in una versione del
XXI secolo del tetro e buio mondo di Charles Dickes: famiglie che
bruciano legna per scaldarsi, lavoratori che lavoro per due soldi… e,
per mettere la ciliegina sulla torta greca, tra poco anche prigioni per i
debitori! Ciò che abbiamo riferito a gennaio, è diventato realtà:
prigioni fiscali! Il governo sta cercando dei campi militari per
trasformarli in prigioni per coloro che non sono in grado di pagare i
loro debiti: fisco o fondi per la previdenza sociale, ad esempio.
Tuttavia, le condizioni delle prigioni non saranno così dure come quelle
della prigione Marshalsea, dove Willam Dorrit ha trascorso molto tempo.
I moderni debitori greci in prigione, vivranno in
“condizioni umane” perché debitori di più di 5.000 € allo stato, come ha
affermato il Ministro della Giustizia ai membri del parlamento giovedì.
“Lo stato sta cercando un campo militare entro i limiti della prefettura
di Attica per la custodia dei debitori statali accusati di pene
detentive”, ha detto il Ministro della Giustizia Kostas Karagounis al
gruppo MPS, aggiungendo che la prigione speciale per debitori migliorerà
le loro condizioni detentive, che diventeranno più umane.
Lasciate perdere le fantasiose proiezioni politiche sul futuro del
nostro paese, ormai non ha neanche tanto senso continuare ad aspettare
il nuovo governo. La pagheranno circa cinque milioni di italiani, questa
fase di instabilità e di mancanza di convergenza politica
nell'interesse del paese, con il Partito Democratico come principale
responsabile. Sono cinque milioni infatti i contribuenti italiani
(intesi come persone fisiche) che secondo le rilevazioni di Bankitalia
detengono depositi e giacenze bancarie a prima vista superiori a euro
100.000. Lo hanno fatto capire con grande disinvoltura persino le
autorità sovranazionali europee, l'Italia non è più di tanto a rischio
per adesso, nonostante i suicidi quotidiani e le chiusure sistematiche
di piccole e medie imprese day by day. Di Eugenio Benetazzo La prima manovra tampone, con
grande presunzione, istituita dal prossimo governo sarà l'istituzione di
una sorta di imposta di solidarietà su chi possiede disponibilità
liquide superiori a centomila euro appunto. Il prelievo potrebbe essere
anche di entità piuttosto contenuta (tra lo 0.5% e il 3%), mettendo il
futuro governo nelle condizioni di gestire le future contingenze della
spesa pubblica. In parallelo ci potrebbe stare anche un inasprimento
dell'attuale l'imposta di bollo (oggi allo 0.15%) facendola lievitare
sino allo 0.50% del totale degli assets finanziari complessivamente
detenuti. Leggi tutto...
Ipotizzare quanto avverra’ a seguito di una disintegrazione dell’Euro e’
un esercizio estremamente complesso e certamente criticabile, in quanto
le variabili in gioco sono realmente molte, e non tutte sono
economiche. Una nazione seria quale dovrebbe essere l’Italia, si
sarebbe dovuta porre le domanda negli anni 80 se conveniva entrare in
un sistema a cambi fissi o quasi (SME) e negli anni 90 se conveniva
entrare nell’Euro. Analogamente oggi dovrebbe porsi la domanda di quale
futuro ci attende restando nell’Euro e quale se si tornasse a valute
nazionali, e se c’e’ convenuto entrare nell’euro.
I dibattiti
nostrani, invece, sono da sempre puramente ideologici, e mai analitici e
numerici. La domanda comunque, merita una risposta, e
scenarieconomici.it e’ a disposizione per migliorare ed arricchire
l’analisi che vi presenteremo, ove vi fossero osservazioni numeriche e
supportate.
IPOTESI DI PARTENZA Ben pochi si
sono cimentati in studi numerici affrontando la questione degli scenari
economici che ci attendono con e senza Euro. Tra questi
segnaliamo lo studio Game theory and euro breakup risk premium – Cause
and Effect di Bank of America e Merrill Lynch e L’impact d’une sortie de l’Euro sur l’économie française di Jacques Sapir. I risultati sono
simili, e prevedono chiaramente che in uno scenario di ritorno non
traumatico alle valute nazionali, i paesi periferici (in primis
l’Italia) avrebbero decisi vantaggi, mentre le nazioni centrali (in
primis la Germania) avrebbero decisi svantaggi da tale processo. Leggi tutto...
Il moderno revival (impieghiamo l’inglesismo con tutta la -cattiva- intenzione) del repubblicanesimo sarebbe confortante se non venisse da dove proviene: dal mondo anglosassone. In effetti, in questo universo culturale ha predominato sempre - nel migliore dei casi- l’ideologia liberale, la quale mette al primo posto, non solo giuridicamente ma ontologicamente, questa astrazione che chiamiamo individuo (ci potrebbero richiedere di giustificare immediatamente perché qualifichiamo l’individuo come astrazione, quando nell’uso del linguaggio corrente lo si considera sinonimo della massima concretezza: questa giustificazione però si può dare solo come conclusione e non come premessa del presente testo).
Il liberalismo, pensiero progressista per antonomasia nel secolo XVII, quando ciò che stava all’ordine del giorno era liberare il popolo dalla dominazione asfissiante della monarchia assoluta, raddoppiata in Inghilterra, per di più, dalla autorità religiosa, smise di compiere questa funzione a partire, come minimo, dalla Rivoluzione Francese. Fu così proprio perché si trattava di una concezione politica pensata per società non industriali, nelle quali la distanza fra il produttore e il processo completo di produzione-distribuzione era minima, cosa che permetteva di parlare di una certa “autonomia” degli agenti sociali, capaci di controllare le mutue relazioni se non interveniva alcun meccanismo coercitivo esterno al congiunto economico. Era proprio questo meccanismo imposto alla società civile dall’alto che il liberalismo combatteva e che la Rivoluzione Francese fece saltare in aria.
Anche in Occidente i diritti dell’essere umano sono sempre più carta straccia. Alzi la mano chi ha mai sentito parlare del Trattato di Prüm, sottoscritto da sette Stati membri il 27 luglio 2005, e ratificato dal Parlamento italiano, con la Legge n. 85 del 30 giugno 2009. In ossequio alle dottrine autoritarie Usa, nonché aiTrattati di Velsen e di Lisbona-approvati in tutta fretta dai parlamentari di stanza a Bruxelles e Strasburgo (compresaSonia Alfanoche tiene conferenze pubbliche con Forza Nuova, sponsorizzata in campagna elettorale dal comico eterodirettoBeppe Grillo) senza uno straccio di coinvolgimento popolare, almeno nel belpaese- la libertà risulta sempre più vigilata nel vecchio continente.
Di Gianni Lannes
Oltre Orwell - il codice ereditario umano è balìa di alcuni Stati europei. Il pretesto è apparentemente nobile: la lotta contro «il terrorismo internazionale, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale» mediante la cooperazione. In sostanza: il Dna (acido desossiribonucleico), viene immagazzinato per 40 anni in una banca dati istituzionale.
Lo standard europeo Issol (Interpol Standard Set Of Loci) “aveva inizialmente solo 7 marcatori più amelogenina” spiega l’avvocato Giorgio Ponti “Nell’aprile 2005 è stata decisa l’introduzione di 3 nuovi marcatori ritenuti molto sensibili. Non tutte utilizzano il medesimo standard di archiviazione, anche se la risoluzione del Consiglio E del 9 giugno 1997 ‘invita’ gli Stati membri alla realizzazione di uno standard comune. La più affollata banca dati europea è quella inglese con 3 milioni di profili”.
Dane Wigington, uno dei maggiori esperti mondiali di Geoingegneria, interpellato pure nel fondamentale documentario di Michael Murphy, “What in the world are they spraying?”, ha di recente rilasciato un’intervista a George Noory, il conduttore del celebre programma radiofonico, “Coast to coast”.
Si tratta di un importante contributo, soprattutto poiché Wigington
evidenzia il caos climatico provocato dalle operazioni di geoingegneria
clandestina. La sua analisi ci consentirà di svolgere rilevanti
riflessioni che saranno il succo di un articolo il cui titolo sarà
“Convergenza”.
Il ricercatore ed attivista Dane Wigington ha documentato
preoccupanti cambiamenti nell'ambiente dovuti alla geoingegneria. Ciò
include varie tecniche di modificazione del clima, come le scie chimiche
ed i sistemi H.A.A.R.P. A causa degli interventi compiuti con la
dispersione nella biosfera di nanoparticelle metalliche, stiamo
assistendo ad un "oscuramento globale", con cui il 20% dei raggi del
sole non raggiunge la superficie del pianeta.
A Niscemi (Sicilia), all’interno di una riserva
naturale (area SIC), sono in corso i lavori di realizzazione di uno dei
quattro terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d’America. Il MUOS dovrà assicurare il collegamento della rete militare Usa (centri di comando, controllo e logistici, le migliaia di utenti mobili
come cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi,
missili Cruise, aerei senza pilota, ecc.), decuplicando la velocità e la
quantità delle informazioni trasmesse nell’unità di tempo e rendendo
sempre più automatizzati e disumanizzati i conflitti del XXI secolo. Con
la conseguenza di accrescere sempre più il rischio di guerra
(convenzionale, batteriologica, chimica e/o nucleare) anche per un mero
errore di elaborazione da parte dei computer.
Il terminale MUOS di Niscemi sarà costituito datre
grandi antenne paraboliche del diametro di 18,4 metri per le
trasmissioni verso i satelliti geostazionari con frequenze che
raggiungeranno i 31 GHz e da due trasmettitori di 149 metri d’altezza
per il posizionamento geografico con frequenze tra i 240 e i 315 MHz. Un
mixer di onde elettromagnetiche che penetreranno la ionosfera con potenziali effetti devastanti per l’ambiente e la salute dell’uomo. Originariamente
il progetto era stato previsto per Sigonella, la principale stazione
aeronavale della Marina militare Usa nel Mediterraneo alle porte di
Catania. Poi fu deciso di dirottare l’impianto una settantina di
chilometri più a sud, nella stazione utilizzata dal oltre vent’anni dal
Pentagono per le comunicazioni con i sottomarini atomici in navigazione
negli oceani.
Com’è facile spingere la gente ... Ma com’è difficile guidarla (Rabindranath Tagore, 1861 – 1941)
Evo Morales e Hugo Chavez
L’agenda degli “illuminati” globalizzatori,
il cui vero fine è stabilire un controllo assoluto sulle risorse
natutrali del pianeta attraverso la lotta preventiva contro i
leaders che osano sfidare questo processo difendendo gli interessi
nazionali dei loro paesi, non ha mai riposo o intervallo. E’ permanente, irreversibile, spietata ed essi utilizzano tutti i
mezzi disponibili che vanno dai più rudimentali ai più sofisticati. Per
più di 14 anni hanno fatto una guerra “nascosta” contro il governo
bolilvariano di Hugo Chàvez, ma non hanno mutato le loro intenzioni
neppure dopo la sua morte annunciata.
Ora è il turno del primo presidente aymara della Bolivia, Evo
Morales, che ha osato dichiararsi “antimperialista” guidando il suo
popolo verso uno Stato del Buon Vivere, realizzando cambiamenti
sostanziali con nuovi impegni sulla qualità di vita e la protezione
della natura.
Negli ultimi mesi la guerra mediatica contro Evo Morales e il suo
governo si è intensificata; lo hanno definito comunista, dittatore,
chavista, fidelista, individualista, egocentrico, anticlericale,
narcisista, ecc. ecc. Ma c’è un elemento nuovo che consiste nel
corrompere, confondere e sviare le basi tradizionali di appoggio alla
gestione del presidente attraverso le Organizzazioni Non Governative
(ONGs).