26 giugno 2009

USA: Nuova Legge Anticyberbullying (?)

Vaga nel linguaggio, questa proposta di legge suscita diverse perplessità: con la «giusta» interpretazione, potrebbe far finire in galera chiunque.

Un nuovo progetto di legge sta prendendo forma nell’Amministrazione Obama: il nome in codice è HR 1966, the Megan Meier Cyberbullying Prevenction Act, ovvero un sistema per impedire a chiunque di utilizzare Internet per “costringere, intimidire, molestare o causare sostanziali stress emozionali a una persona”.

Il problema, spiega Ars Technica, è nella forma: come per moltissime altre leggi di questo genere, il linguaggio impiegato è torbido e vago. Ciò porta alla necessità di una interpretazione, il che ha suscitato talmente tante critiche da farla ribattezzare Censorship Act.

La necessità di una simile normativa è emersa dopo l’incidente di MySpace, sul quale una ragazza molestata è arrivata al suicidio. L’arrivo di questa normativa, spiega ancora Ars, è passato largamente inosservato fin quando Network World non ne ha parlato.

Resta però una sostanziale vaghezza del contenuto, al punto che secondo Ars l’interpretazione potrebbe portare tranquillamente ad applicare questa legge in qualsiasi situazione, compresa la scrittura di post che critichino un pubblico ufficiale su un blog.

Eugene Volok, professore di legge presso l’Università della Californa Los Angeles, ha esaminato in dettaglio questa proposta. Secondo il luminare, per effetto di questa legge, normali situazioni di tutti i giorni potrebbero rendere un qualsiasi cittadino reo, se il suo comportamento è giudicato con sufficiente severità.

Linda Sanchez, cioè colei che ha presentato la legge, scrive invece su The Huffington Post che il Congresso non ha alcun interesse a censurare la libertà di parola, e non lo farà, qualora la legge sia approvata. L’obbiettivo è solo quello di dare strumenti al giudice per valutare se un determinato comportamento possa o meno classificarsi cyberbullying.

Tuttavia, Ars Technica (e non solo) esprime dei dubbi: non c’è modo di prevedere come un giudice, sul punto, possa interpretare la legge. E la sua presenza non necessariamente agisce da deterrente. Sarà dunque approvata? Presto per dirlo: di sicuro, le critiche sono molte, e pesanti. Qualora lo fosse, c’è da augurarsi che chi dovesse decidere di adottarla in altri paesi, lo faccia almeno in termini legislativamente più chiari.

Fonte: http://nbtimes.it/

Articoli correlati: Vietato ricordare

25 giugno 2009

PRIVATIZZAZIONE DELLE TERRE FERTILI

La FAO mette in allarme sull’acquisto massiccio di terreni. Aziende multinazionali e paesi con abbondanti capitali e scarsità di terre coltivabili si lanciano nell’ acquisto compulsivo di terreni fertili nelle zone più povere del pianeta.


di Stefania Muresu


“L’incremento del massiccio acquisto di terreni in Africa e in altri continenti aumenta il rischio che i poveri si vedano privati, o bloccati nell' accesso, alla terra e all’acqua”. Questa è una delle conclusioni di uno dei primi studi sull' acquisto di enormi superfici di terre nei paesi dell’Africa, dell’America Latina e del sud-est asiatico, da parte di grandi aziende e Stati Importatori di alimenti. Il rapporto, commissionato dall' Organizzazione dell’ Onu per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO) e pubblicato a fine maggio, rivela che questo affare è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi cinque anni da parte di multinazionali, aziende locali- molte filiali di aziende estere- e degli Stati Uniti con un avanzo di capitale e deficit di terre destinate alla coltivazione. Acquistare i terreni viene quasi sempre accompagnato da espropriazioni. Secondo quanto dice questo studio, le legislazioni locali non proteggono il diritto di accesso alle terre da parte della popolazione, lasciando che gli accordi tra aziende e governi vengano fatti senza alcuna trasparenza e senza il consenso previo delle comunità rurali che ne sono implicate.

DAEWOO IN MADAGASCAR
Nonostante questo, le popolazioni colpite non sempre rimangono a guardare. Oltre la lunga lotta del popolo “mapuche” contro Benetton nel Cile e nell’Argentina, il caso del Madagascar è paradigmatico. Il 10 aprile del 2009, la multinazionale sudcoreana Daewoo Logistic, annunciava che sarebbe stato cancellato il progetto di investimento agricolo nel Madagascar che invece era stato stipulato a novembre del 2008 durante il governo di Marc Ravalomanana. L’accordo prevedeva la concessione per 99 anni di 1,3 milioni di ettari destinati alla produzione di mais e olio di palma. In cambio di investimenti in infrastrutture e mano d’opera, il governo del Madagascar era disposto a cedere la metà delle terre fertili dell’isola.

L’opposizione popolare e contadina non si è fatta attendere. Attraverso una forte resistenza in difesa dei diritti dei cittadini e dei contadini malgasci sulle loro terre, la popolazione si organizzò in gruppi come la Piattaforma Nazionale delle Organizzazioni della Società Civile del Madagascar, il Collettivo per la Difesa delle Terre Malgasce e Intervenants e Solidarité sur le Foncier (SIF), che appartiene al movimento internazionale Land Coalition. Poco dopo, a marzo del 2009, il presidente Marc Ravalomanana, dopo aver sottoscritto l’accordo con Daewoo, abbandonò il potere dopo un colpo di Stato e manifestazioni di massa, durante le quali 10 persone risultarono morte. Il nuovo presidente, Andry Rajoelina, ex sindaco della capitale, cancellò l’accordo con Daewoo uno dei suoi principali slogan politici*. Attualmente, secondo i rappresentanti della piattaforma IMS, il governo di Andry Rajoelina non rinuncia a proseguire con tali piani, ma bensì a rivedere la sua posizione.

L'AFFARE DELLA TERRA
Daewoo è solo una delle ultime aziende estere implicate in questo processo di accaparrare le terre a livello mondiale, e il Madagascar uno dei vari Stati del Sud minacciato da questa tendenza. Lontano dai tempi delle metropoli, gli Stati non colonizzati vivono ora un altro tipo di controllo sulle loro riserve, come denunciano innumerabili organizzazioni. L’azione di organismi come la Banca Mondiale e l’FMI durante gli ultimi decenni, ha costretto paesi periferici ad aprirsi ai mercati mondiali, attirando numerose multinazionali che adesso beneficiano dell'affare della terra e la richiesta di agro combustibili. La Banca mondiale, tra le tante altre istituzioni, difende questo modello dicendo che con questa forma circola il denaro e la tecnologia nei Paesi del Terzo Mondo. Insieme ad aziende transnazionali, i principali responsabili di questo accaparramento globale di terra sono gli Stati che dipendono dalle importazioni degli alimenti. La loro crescita economica e demografica insieme alla scarsità di risorse idriche ed agricole, hanno spinto questi governi ad assicurarsi riserve di alimenti comprando le terre a basso costo nei paesi stranieri. Uno degli Stati più attivi in questo affare, sempre in base ad un dossier pubblicato dalla ONG Grain, è l’Arabia Saudita: hanno comprato superfici in Africa, principalmente in Etiopia e Sudan, mentre la holding saudita Bin Landen Group ha firmato nel 2008 un accordo in nome del Consorzio di Alimenti in M.O per investire 4.300 milioni di dollari in Indonesia, acquistando 500.000 ettari (qualcosa come Madrid) per la produzione di riso. La Cina sta anche investendo in questo affare della terra: i suoi investimenti comprendono due milioni di ettari (qualcosa come la comunità di Valenza) di terreni coltivabili tra l’Est dell’Africa, le Filippine e l'Asia Centrale. Altri paesi che si sono lanciati in questo affare sono l’Egitto, Bahrein, diversi Stati del Golfo Persico, India o Giappone, paesi in genere con molte risorse in petrolio e scarse aree coltivabili in relazione alla quantità della loro popolazione. Nel totale, più di 8 milioni di ettari sono stati acquistati di recente. La Corea del Sud figura al primo posto, con 2.3 milioni di ettari.

COLTIVAZIONI PER L’ENERGIA
La produzione di agro combustibili è una delle cause che hanno portato a questa progressiva privatizzazione. La complicità dei governi locali, è un’altra.
In dichiarazioni fatte a DIAGONAL, Sue Brandford, editrice della pubblicazione Seedling della ONG Grain, parla sul ruolo dei Governi locali di fronte all’acquisto delle terre da parte di governi e aziende multinazionali: “Molti Stati Del Terzo Mondo sono colpiti dalla crisi mondiale, nonostante non abbiano fatto nulla per crearla. Non possono avere dei crediti commerciali e sono pregiudicati dalla caduta dei prezzi. In queste circostanze, un' offerta di un altro paese per affittare o acquistare terreni è molto allettante. A noi può sembrare scioccante che un paese come la Cambogia con il grave problema della fame al suo interno possa permettere che si vendano i terreni per produrre cibo per altri paesi. In realtà i paesi poveri si vedono costretti a cercare soluzioni a breve termine che porteranno dei benefici a lungo termine. Come risultato, molti di questi governi stanno facilitando l’entrata di paesi stranieri e multinazionali aiutandoli ad eludere i limiti legali sulla quantità di terra che uno straniero può possedere”. Sembra chiaro chi è che perde in questo affare. Terreni privati, base della sopravvivenza, decine di migliaia di contadini si vedono obbligati a lasciare annualmente i loro luoghi d’origine, quando non vengono costretti con la forza, e cercare in altri luoghi, nelle città o come immigrati nei paesi ricchi, un' alternativa alla fame.

I governi vendono o affittano le terre normalmente giustificandosi col fatto che nessuno le abita, quando nella maggior parte dei casi sono abitate o utilizzate durante gran parte dell’anno dalle famiglie contadine. “Queste famiglie”, continua Sue Brandford, del Grain, “spesso si trovano costrette ad unirsi all’esodo rurale. Quando perdono le loro terre, perdono anche la loro conoscenza sulla biodiversità e sulle piante locali. Un’altra conseguenza, certamente, è che, a lungo termine, questi accordi possono peggiorare il problema della fame sull’economia locale, dato che significano meno terre disponibili per i bisogni alimentari”. Come se non bastasse, le terre comprate si dedicano alla monocoltura, un tipo di agricoltura industriale, che dipende in gran parte da fertilizzanti chimici, pesticidi e macchinari agricoli che hanno un forte impatto sugli eco-sistemi e stili di vita tradizionali e di sussistenza, come denunciano le organizzazioni in difesa della sovranità alimentaria.

PAESI INTERESSATI
I paesi che sono principalmente colpiti da questo fenomeno sono stati, fino ad oggi, il Sudan, Pakistan, Kazajstàn, Cambogia, Birmania, Uganda, Filippine, Indonesia, Laos, Turchia, Ucraina, Tailandia, Mozambico, Nigeria, Camerun, Brasile, Perù, Bolivia, Ecuador, Colombia e Argentina, tutti con gravi problemi di denutrizione.

IL 10 % DELL’ARGENTINA
Secondo la Federazione Agricola Argentina, il 10% del territorio argentino è in mano a stranieri. Il più grande proprietario terriero del paese è Benetton, con circa 900.000 ettari. In alcune provincie, l’ettaro può costare 8 dollari. Personaggi come Ted Turner, Richard Gere e Matt Damon, aziende cilene, europee, nordamericane e paesi come la Malaysia hanno approfittato del basso costo del suolo per compare vaste estensioni di terreno lungo tutto il paese.

LA CINA A TERRA
Durante la prima metà del 2008, il ministro dell’agricoltura della Cina ha elaborato un misura ufficiale centrale per stimolare le aziende nazionali ad acquistare (affittare o acquistare) terre all’estero con finalità agricole, specialmente per assicurare alla Cina la fornitura di soia a lungo termine. Si supponeva che cinque aziende sarebbero state scelte per portare avanti questo progetto. A metà dell’anno si è saputo che questa misura è rimasta momentaneamente in sospeso, in base ai dati della ONG Grain.

MOLTO PETROLIO
A marzo del 2008, i ministeri del commercio, economia e finanze del Consiglio di Cooperazione del Golfo hanno emesso una raccomandazione comune che i membri di tale Consiglio considerassero la creazione di una azienda unica o un fondo comune per produrre alimenti all’estero, nel sud-est asiatico, nel Brasile e in altri paesi arabi, per soddisfare il mercato del Consiglio. Hanno anche proposto di creare una squadra di lavoro per monitorare i progetti e stabilire una strategia comune, secondo Grain.

GIAPPONE IN BRASILE
A novembre del 2007, il conglomerato giapponese Mitsui ha acquistato 100.000 ettari di terreno coltivabile in Brasile. L’equivalente del 2% della superficie coltivata in Giappone - per la produzione di soia. Le terre sono in Bahia, Minas Geirais e Maranhão. Mitsu ha comprato la terra con un 25% della sua partecipazione in Multigrain SA, il commerciante di grano brasiliano che formalmente ha chiuso l’accordo. Gli altri proprietari di Multigrain SA sono CHS Inc, un’azienda statunitense di energia e alimenti e la PMG Trading of Brasil.

Fonte: http://www.diagonalperiodico.net/spip.php?article7901

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

24 giugno 2009

LUIGI XIX



di Pierluigi Sullo

Si chiamerebbe Nicolas, ma nel momento in cui convoca solennemente deputati e senatori nella storica reggia di Versailles, il presidente Sarkozy si esibisce come il re che non è mai seguito al disastroso Luigi XVIII, a sua volta erede di Luigi XVI, ghigliottinato dalla Rivoluzione e nipote del creatore della gran reggia di Versailles, Luigi XIV, il Re Sole. Non credo saremo accecati dal Sarkozy in versione regale: a deputati e senatori vuole annunciare le sue intenzioni per la seconda metà del mandato. Roba modesta.

E poi Versailles porta sfiga: è da lì che il governo illegittimo e servo dei tedeschi invasori mosse per massacrare la Comune di Parigi. E noi potremmo semplicemente scrollare le spalle, non fosse che Sarkozy altro non è se non una variante monarchico-megalomane dell’imbonitore-megalomane che ci governa, Berlusconi. In un caso e nell’altro, le forme un tempo consuete della democrazia, il dialogo e la mediazione, il conflitto e le alternative in competizione, vengono sostituite – a seconda dei costumi dei paesi – da show televisivi interpretati da istrioni a ruota libera.

E se la Francia repubblicana ha sempre nostalgia del suo passato imperiale [e coloniale], e ha avuto in passato presidenti simili a re [come De Gaulle], la nostra piccola Italia soffre di ambizioni frustrate da potenza mancata, così che ha ciclicamente esibito gradassi che sporgevano i labbroni dai balconi e vantavano prestazioni sessuali da super-uomo. La farsa si sta ripetendo, una guerra mondiale e una Costituzione dopo, con un anziano intrattenitore da villaggio turistico che crede di essere furbo nel far credere tutto quel che vuole e che la sera, per sentirsi potente, ingaggia ragazze che lo chiamano «papi».

La Francia e l’Italia, due sorelle disperate.

Fonte: http://www.carta.org/

ASPERATUS, LA NUVOLA MOSTRUOSA

Di Jean Etienne, Futura-Sciences

Delle strane forme di nuvole hanno fatto recentemente capolino nei cieli della Gran Bretagna e dellaNuova Zelanda, ma anche in altri luoghi del globo.
Particolarmente tormentate e opache, esse rassomigliano al mare agitato e oscurano consiederabilmente il paesaggio, dando l’impressione di annunciare una violenta tempesta. Eppure, esse finiscno sempre col dissiparsi senza produrre niente di particolarmente grave.
Queste nubi sono apparse su delle foto trasmesse regolarmente dai membri della Cloud Appreciation Society.
« Abbiamo provato ad identificare e classificare tutte le immagini di nubi che abbiamo, ma ce ne erano che non facevano parte di alcuna categoria, ho cominciato dunque a pensare che questo poteva essere un unico tipo di nube», racconta Gavin Pretor-Pinney, il fondatore dell’associazione.

Hanmer Springs, Nuova Zelanda. da Cloud Appreciation Society / Merrick Davies.

Cedar Rapids, Iowa (USA). da Cloud Appreciation Society / Don Sanderson.

Cedar Rapids, Iowa. Da Cloud Appreciation Society / Jane Wiggins.

Pianura di Canterbury, uva Zelanda. Da Cloud Appreciation Society / Laurie Richards.

Gli scienziati della RMS (Royal Meteorological Society) pensano che queste nubi dovrebbero essere inserite in una nuova categoria, che hanno deciso di chiamare asperatus, parola latina che significa brutale.

La proposta è stata presentata ufficialmente all’Organizzazione Meteorologica Mondiale a Ginevra. Se sarà accettata, asperatus prenderà definitivamente il suo posto nell’Atlante Internazionale delle Nuvole, un avvenimento che non si produceva da più di mezzo secolo.

Un asperatus en Nouvelle-Zélande (Ile du Sud). Source : Cloud Appreciation Society / Tanis Danielson

Asperatus in Nuova Zelanda. Da Cloud Appreciation Society / Tanis Danielson

Fonte: http://www.altrainformazione.it/


23 giugno 2009

E' LA FINE PER IL CAPITALISMO FINANZIARIO?


"Il capitalismo non scomparirà se non ci organizziamo noi stessi per avere un altro sistema"

di Izaskun Sánchez Aroca

Dopo i tempi dell'offensiva neoliberista in cui il movimento ha preso una "posizione difensiva", Walden Bello suggerisce l'opportunità di andare all'attacco nel momento in cui il sistema è "crollato".

Walden Bello: E 'difficile parlare di fine del capitalismo, perché il capitalismo è molto flessibile. E si può avere il capitalismo con una immagine sociale a livello mondiale e credo che Obama rappresenta questo tipo di capitalismo riformista, un nuovo compromesso di classe con alcune riforme, in cui il Nord e le Corporations trattano commercialmete con il sud. Ma l'idea di base è che i paesi impongano una certa stabilità per permettere la riproduzione del capitalismo, che sostiene i vantaggi delle grandi imprese transnazionali. Quindi, dobbiamo essere consapevoli che la soluzione non dovrebbe essere il regolamento, deve essere una grande trasformazione. Dobbiamo davvero parlare di responsabilizzazione dei cittadini.

Questo è per noi l'occasione di essere in grado di promuovere una più profonda e progressiva trasformazione del contesto economico e di organizzazione per andare al di là della semplice regolamentazione dei mercati della proposta di riforma del capitalismo. Il capitalismo non scomparirà se non ci organizziamo noi stessi per ottenere un sistema post-capitalista.

Che ruolo devono svolgere i movimenti sociali ora?

WB: I movimenti sociali dovrebbero lasciare che il flusso di immaginazione unisca tutte le forze per organizzare il mondo, a livello locale, nazionale e internazionale in un modo nuovo, diverso. In questo momento il grido di guerra deve essere una vera democrazia, la partecipazione democratica.

La rete internazionale e i movimenti anti-globalizzazione dovrebbero adottare e promuovere questa visione di un mondo democratico, che va al di là di una regolamentazione socialdemocratica istituita per i programmi sociali di stabilizzazione avviato dal G-20 e Obama. E 'molto allettante per i movimenti sociali essere d'accordo con gente come Obama, quando dice che la cosa più importante ora è quella di affrontare le emergenze, quando dice: "Non pensate a questo sogno strategico, dobbiamo lavorare insieme per fermare la crisi globale".
Io credo che lasciarsi sedurre da queste idee è sbagliato, perché noi non usciamo da questa crisi con soluzioni a breve termine che stabiliscono di nuovo il capitalismo. L'unico modo per uscire veramente da questa crisi capitalista è spingendo e lottando per ottenere una visione, un processo di trasformazione di una struttura, con i quali organizzare la nostra economia nazionale ed internazionale. E qui veramente l'immaginazione svolge un ruolo molto importante.
Negli anni'80, a causa della terribile brutalità dell' offensiva neoliberista, le persone agivano in modo difensivo pensando, "andiamo proteggere ciò che abbiamo", e ancora oggi molti mantengono questa posizione difensiva. Ma quello che è cambiato è che adesso il sistema è crollato e le persone sono veramente alla ricerca di alternative, per cui dobbiamo fornire loro, perché i cittadini sono stanchi di questa organizzazione del mondo capitalista, sono stanchi e alienati di tante strutture che creano la povertà, delle lacune economiche che separano le persone. La gente è veramente alla ricerca di nuove forme di organizzazione cooperativa, lontano dall'economia e dall'individualismo egoistico che suggerisce il neoliberismo. Se non rispondiamo a queste esigenze delle persone in cerca di collaborazione, per cercare una vera democrazia, altri lo faranno, altri dicono che sono anti-neoliberista, davvero voglionoo cambiare, ma che, in sostanza, intendono proporre programmi molto più pericolosi , lasciando fuori molte persone, che invece di unire le separano. Così la nostra responsabilità è quella di liberare la fantasia ed essere in grado di offrire nuove forme di cooperazione e di organizzazione economica.

Il G-20 ha deciso di triplicare i fondi del Fondo monetario internazionale (FMI). Di fronte al fallimento di istituzioni neoliberali si sta parlando di una nuova Bretton Woods.

WB: Non abbiamo bisogno di una nuova Bretton Woods, in realtà non abbiamo bisogno di una di Bretton Woods. La soluzione migliore sarebbe quella di abolire il FMI, la Banca mondiale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), perché sono le istituzioni centrali che promuovono il sistema del Nord e gli interessi delle Corporations e fondamentalmente nellla loro agenda appoggiano in modo sistematico le Corporations .
Da Sud dobbiamo affrontare queste istituzioni che vogliono apparire più socialdemocratiche, ma in realtà cercano solo di stabilizzare il capitalismo globale, piuttosto che trasformare il mondo in funzione degli interessi della popolazione. Los países del Sur necesitan crear sus propias instituciones y dejar de depender de otras que están promovidas y secuestradas por los intereses de las transnacionales. Paesi del Sud del bisogno di creare i propri e smettere di affidarsi ad altri che vengono rapiti e promosso gli interessi delle multinazionali.

Qual è la posizione della Cina in questa crisi?

WB: In termini di economia globale, nel corso degli ultimi anni, la Cina e Stati Uniti sono stati partner nel ballo. I prodotti fabbricati in Cina vengono venduti ai consumatori americani e la Cina presta denaro agli Stati Uniti per mantenere il ritmo di consumo dei cittadini statunitensi. Quindi questa è stata la danza dell'economia mondiale negli ultimi anni. Tuttavia, a causa del crollo di credito al consumo degli Stati Uniti, le industrie cinesi di esportazione stanno soffrendo.
Quindi penso che ci sarà una forte lotta in Cina, tra due diverse correnti di leadership, chi pensa che il paese deve riorganizzare la sua crescita nella domanda interna e quelli che vogliono aspettare che la crisi passa e i consumatori degli Stati Uniti ricomincino ad acquistare le cose. Così la Cina è a questo bivio: o cerca di recuperare e motivare la domanda interna o tuttora svolge il ruolo di esportatore di prodotti a basso prezzo basando la sua economia sulle esportazioni. Penso che questa sarà una battaglia politica importante in Cina perché la trasformazione non si limita a dire che va stimolata la domanda interna, è necessario creare nuove strutture che gli agricoltori abbiano un reddito, si deve cambiare l'intero modello di agricoltura subordinata all'industria.

La Cina può scegliere di percorrere un cammino di uno sviluppo sostenibile basato su una distribuzione del reddito interno o proseguire lo stesso percorso associandosi alle principali potenze economiche, è diventata la più grande fabbrica al mondo e il prestatore di enormi quantità di denaro al Nord.

Fonte: http://www.diagonalperiodico.net/spip.php?article8300

22 giugno 2009

NOVARTIS: MALATTIE, MEDICINE E DENARO...






di Rubén Villafañe


Per ogni malattia che i dottori curano con le medicine ne producono altre dieci in persone sane inculcando loro con quel virus che è mille volte più potente che qualsiasi microbo: l’idea della malattia.
Marcel Proust (1871-1922)

Il 7 marzo del 1996 venne diffuso un comunicato senza precedenti nel mondo imprenditoriale: Sandoz e Ciba- Geigy, i due giganti della scienza e della chimica con sede in Svizzera decidono di unirsi formandone una. La creazione di Novartis, nome sotto il quale venne chiamata la nuova compagnia, costituì la fusione corporativa più grande della storia fino ad allora.

Da quanto emerge dell’informazione contenuta nella sua pagina Web, Novartis: “…..è una delle principali compagnie che generano prodotti per la salute umana, la salute animale e la nutrizione infantile; oltre ad essere leader mondiale nel campo dell’investigazione e lo sviluppo di prodotti e servizi, destinati a proteggere e migliorare la salute e il benessere delle persone…..” e si caratterizza “ per essere un’azienda pioniera nell’innovazione scientifica e tecnologica, rispondendo in modo creativo e con i più alti standard di qualità le aspettative dei nostri clienti, impiegati, azionisti, beneficiari e alle comunità nelle quale viviamo e lavoriamo”.

Alla Novartis, secondo si occupano di “…..scoprire, sviluppare e commercializzare prodotti innovativi per alleviare le malattie, calmare la sofferenza e migliorare la qualità di vita delle persone. Vogliamo anche dare un valore all’azionista che rifletta i nostri buoni risultati e ricompensare adeguatamente a chi investe idee e lavoro nella nostra compagnia….” Vogliono che venga loro riconosciuto che “….per avere un impatto positivo nelle vite delle persone attraverso i nostri prodotti e servizi, per coprire necessità e incluso per superare le aspettative esterne, e si sforzano inoltre “…. di creare uno sviluppo sostenuto dagli ingressi, in migliorare la posizione nel ranking del nostro settore e nell’assicurare il successo imprenditoriale a lungo termine, sforzandosi secondo loro “….di ottenere un ambiente di lavoro motivante, dove si dia impulso alla creatività e l’effettività e dove vengano applicati le tecnologie di avanguardia. Allo stesso modo, vogliamo contribuire alla società attraverso il nostro contributo economico, attraverso dei benefici al medio ambiente e sociale dei nostri prodotto e attraverso il dialogo fluido e aperto con i leader dell’opinione…..”

Come si nota, quelli della Novartis, sono praticamente degli angioletti che Dio ha inviato in aiuto all’umanità, nella sua lotta contro le malattie, che soprattutto nei paesi più poveri del mondo e in modo puntualmente nei soggetti specialmente più vulnerabili- bambini, anziani ed emarginati- muoiono a centinaia, non solo grazie alle malattie, ma anche per i costi elevati delle medicine fabbricate da compagnie con cui abbiamo a che fare per la loro attività, che consiste nel generare prodotti, diretti a clienti- si intende essere umani, ma solo per quelli che possono pagare- per alleviare il loro dolore e migliorare la loro qualità di vita, solo fino a dove arrivano i soldi. Ma come se questo fosse poco, le compagnie farmaceutiche come la Novarits, sono le stesse che prendono alte somme di denaro per il pagamento dei brevetti da governi di paesi che sono colmi di epidemie che possono, utilizzando le formule di queste aziende, fabbricare le medicine necessarie per il loro controllo e lotta, ad un prezzo minore e con la stessa qualità nei loro territori ed in beneficio diretto dei loro cittadini, ma non avendo il permesso da queste compagnie, devono comprare i loro prodotti sul mercato internazionale di medicine. Come si nota, un business tondo; la salute salute nel quadro di questo regime smette di essere un diritto umano primario, per trasformarsi in volgare mercanzia, in un oggetto commerciale suscettibile di essere valutato in denaro.

Pandemie come l’Aids, la cui gravità estrema soprattutto nei vicini paesi africani- in quelli dove la Chiesa Cattolica con a capo un vecchio senza professione che chiamano Papa, proibisce l’uso dei preservativi, contribuendo alla sua rapida espansione- costituiscono per queste aziende delle vere mine d’oro, dove sotto il ricatto del rispetto alla proprietà privata- in questo caso la proprietà privata industriale capitalista- non si possono produrre medicine generici a causa di questo boicottaggio criminale di queste transazionali della salute, per alcuni non importa quante persone muoiono ma quante hanno la possibilità di morire, gli danno i loro soldi prima di morire in cambio di qualche medicina che sembrerebbe essere destinata a non curare nessuno, ma a mantenere tutto il mondo malato, per far continuare il commercio.

Neanche a parlare di malaria, in Asia e in America Latina, così come un insieme di malattie di quelle che sono prevenibili immunologicamente, che si prevengono e si evitano con un semplice vaccino- che colpiscono migliaia di persone, secondo la perversa logica del mercato, con l'aiuto dei governi, medici e commercianti.

A proposito della pandemia dell’influenza suina, che ha già preso vita su cento cittadini messicani e che colpisce la salute di altre centinaia di migliaia di esseri umani in vari paesi del mondo, tra cui il nostro, l'ineffabile Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come ONU, e FMI che sono la burocrazia che è parte del mondo, non serve ad altro che per mentire al mondo e fare i soldi a spese delle persone che vivono in essa, ha chiamato alla calma e alla solidarietà delle aziende farmaceutiche e società investigative, per la ricerca del vaccino della malattie e il trattamento per coloro che ne sono stati colpiti. Nonostante questo, lunedì scorso (15-06-2009) il gruppo farmaceutico svizzero Novartis ha scartato l’idea di donare i vaccini contro l’influenza suina ai paesi poveri ma ha manifestato di essere disposta a ribassare il prezzo, ha informato uno dei loro dirigenti, come citato questo lunedì da un giornale britannico. “Affinchè la produzione sia possibile ci devo essere degli incentivi finanziari”, ha dichiarato il direttore generale della Novartis, Daniel Vasella, durante dichiarazioni pubblicate dall’edizione digitale del Financial Times, aggiungendo che vari governi hanno già fatto una “importante” richiesta di lotti di vaccini contro il virus dell’influenza A (H1N1), e con questo, dico io, si sono assicurati anche una somma “importante” di denaro che alla fine finirà in mani di pochi azionisti, a discapito di buona parte della popolazione del pianeta. Novaratis ha ricevuto a fine maggio 289 milioni di dollari da parte del ministero della salute degli USA (HHS) per assicurare lo sviluppo, gli studi clinici e la produzione di un vaccino contro l’epidemia. Nel frattempo, l’OMS giovedì scorso ha dichiarato il massimo livello di allerta (6) per affrontare l’influenza suina, che si è trasformata nella prima pandemia ma anche nel primo grande affare del capitalismo globale del XXI secolo.

Fonte: http://www.aporrea.org/tecno/a80270.html

Articoli correlati: NOVARTIS “IL PROFITTO A DISCAPITO DELLA SALUTE”

21 giugno 2009

CRISI GLOBALE E PREZZO DEL PETROLIO

Chris Arsenault intervista l’economista Jeff Rubin

VANCOUVER, 17 giugno 2009 (IPS) - Seduto al ristorante del lussuoso Fairmount Waterfront Hotel di Vancouver, l’ex capo economista di una delle più grandi banche canadesi non ha certo l'aspetto di uno tra gli apocalittici fautori della teoria del picco del petrolio.

Ma nel suo nuovo libro, "Why Your World is About to Get a Whole Lot Smaller", Jeff Rubin sostiene la fine della globalizzazione, alimentata dal basso costo del petrolio. Nel volume, Rubin afferma che l’attuale recessione globale è il risultato dell’alto prezzo del petrolio, e non della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti.

Spesso considerato uno dei massimi economisti canadesi, Rubin pronostica che un barile di petrolio costerà 225 dollari nel 2012. Altri analisti la ritengono una cifra sconclusionata: il giornale conservatore National Post, dove l’uomo veniva spesso citato come esperto prima di lasciare il lavoro alla CIBC World Markets, lo accusa di “anti-materialismo” e di “paranoia sul petrolio”.

Eppure, nel 2000, Rubin aveva pronosticato che il petrolio avrebbe raggiunto i 50 dollari entro il 2005; e in quell’anno indovinò nuovamente, prevedendo un costo di 100 dollari al barile nel 2007. Rubin ci ha concesso un’intervista presso il suo hotel, dopo un pranzo di lavoro al Vancouver Board of Trade.

Se lo stato della sicurezza in Iraq migliorasse, e il petrolio a basso costo del paese riprendesse regolarmente le esportazioni, tornerebbe indietro sulle previsioni di 225 dollari al barile entro il 2012?

Jeff Rubin: Neanche lontanamente. E nemmeno cambierei idea sul fatto che le esportazioni dall’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), invece di aumentare, dovrebbero ridursi tra un milione e un milione e mezzo di barili al giorno nei prossimi quattro o cinque anni.
Non è solo per l'esaurimento [dei giacimenti petroliferi dell’OPEC], anche se questo ha certo un ruolo importante. È anche per la crescita esplosiva del consumo di petrolio negli stessi paesi dell’OPEC. Per questo le esportazioni da questi paesi non sono aumentate negli ultimi cinque anni; di fatto stanno cannibalizzando le loro stesse esportazioni.

Se l’economia mondiale può funzionare con il petrolio a 140 dollari al barile, non sarebbe fattibile sfruttare le enormi riserve di petrolio non convenzionale - scisti petroliferi nello Utah, greggio pesante della cintura dell’Orinoco in Venezuela e depositi di profondità offshore?

JR: Cosa è successo all’economia mondiale quando il petrolio ha raggiunto i 140 dollari? La peggiore recessione del periodo post-bellico riguarda davvero il mercato Usa dei mutui subprime? Oppure il barile di petrolio a 140 dollari? Secondo me riguarda il barile di petrolio a 140 dollari.

In che misura il prezzo del petrolio rende insostenibile la globalizzazione basata sulle esportazioni?

JR: Il modello che conosciamo ha avuto un picco nel 2007. Se misuriamo la globalizzazione secondo la percentuale del PIL mondiale ovvero l’esportazione o l’importazione, il 2007 segna il picco dell’era passata.
Vedremo sempre meno navi porta-container. Tutti questi container riguardano una cosa sola: la curva dei salari. Spostare la tua fabbrica da un posto dove paghi la gente 30 dollari l’ora verso un altro posto dove la paghi 30 dollari a settimana va bene, se si tratta solo di salari.
Ma ciò che muove quelle navi container è il petrolio. A 150-200 dollari al barile, la curva dei salari diventa uno stupido controsenso, perché ciò che risparmi sul salario ti costa più di quello che spendi sul petrolio combustibile.

Alcuni analisti stimano che il 25 per cento delle riserve mondiali di idrocarburi si trova nell’Artico, e che presto si darà il via al loro sfruttamento a causa, ironicamente, del riscaldamento globale.

JR: La faccenda dell’Artico è una goccia nell’oceano. Stiamo perdendo di vista quello che il Cambridge Energy Research Associates e la Exxon non dicono. Organizzano grandi conferenze per dire ‘Oh, abbiamo appena scoperto il Jack Field - 10mila piedi sotto i mari del Golfo del Messico devastati dagli uragani, non è fantastico!’.
Però non tengono conferenze stampa [per annunciare] ‘vedete quel giacimento? Ha prodotto petrolio per 50 anni, sta per esaurirsi’.
Ogni anno perdiamo quattro milioni di barili al giorno [di produzione di petrolio a causa dell’esarimento]. Negli prossimi cinque anni, dovremo trovare 20 milioni di barili al giorno di nuova produzione, così possiamo [continuare a] consumare quello che consumiamo oggi.

Anche se ha ragione sul fatto che le riserve di petrolio a basso costo si stanno esaurendo, una migliore efficienza non potrebbe compensare le carenze nella produzione?

JR: Credo che l’efficienza porti alla conservazione, ma la storia dimostra che non è questo ciò che accade.
Oggi, il motore medio è del 30 per cento più efficiente dei motori prodotti prima della crisi petrolifera dell’OPEC [degli anni ‘70]. Eppure, il veicolo [nordamericano] medio consuma altrettanta benzina nel corso di un anno.
Negli anni ’70, [i nordamericani] percorrevano circa 9mila miglia l’anno, mentre oggi 12mila. Negli anni ’70, non vivevamo in periferie sterminate. Tutte queste conquiste in efficienza ci hanno portato, anche più efficientemente, a consumare sempre più petrolio.

Quale pensa che sia la minaccia principale, il picco del petrolio o il picco dell’acqua?
JR: Il picco dell’acqua è un'altra grossa partita. Ma ti dirò di un luogo dove picco del petrolio e picco dell’acqua si incontrano: le sabbie petrolifere canadesi. Per produrre un barile di petrolio sintetico, devi bruciare 1.400 piedi cubici di gas naturale, trascinarti due tonnellate di sabbia [e] inquinare 250 galloni di acqua.
Come per le emissioni di carbonio, l’acqua è gratis. Se lavori con le sabbie petrolifere e inquini 250 galloni d’acqua, non costa niente.

Fonte: © IPS (FINE/2009)

20 giugno 2009

UNIONE EUROPEA SEMPRE PIU' NEOLIBERISTA

di Andrea Perrone

Dalla conferma di Barroso alla ratifica del Trattato di Lisbona. Sono questi i temi più importanti della due giorni del Consiglio europeo iniziato ieri a Bruxelles a Palazzo Justus Lipsius.
Come ha osservato il presidente di turno dell’Ue, il premier ceco Jan Fischer nella sua lettera d’invito agli omologhi europei, “questo incontro avviene in un momento molto speciale, poco dopo le elezioni europee”, mentre “i Paesi europei stanno ancora combattendo contro la crisi finanziaria ed economica”.
Il tutto, con spinose questioni istituzionali, come la nuova Commissione e le garanzie da dare all’Irlanda per permetterle di tornare al voto in autunno sul neoliberista Trattato di Lisbona. Dublino ha chiesto precise garanzie sul Trattato di Lisbona da poter poi presentare ai cittadini in modo da giustificare un nuovo referendum. A quanto riferiscono fonti diplomatiche, i Ventisette sono ormai vicinissimi a un’intesa sul testo formale di garanzie. Tra queste, che il nuovo Trattato non incide sulla normativa fiscale degli Stati membri, e non tocca la neutralità e il divieto di aborto irlandesi. Già l’inclusione nel testo delle conclusioni è vincolante, ma Dublino chiede un protocollo che andrà poi ratificato alla prima occasione, ad esempio per il Trattato di adesione della Croazia forse nel corso del 2010.

Il vertice, cui, per l’Italia, partecipano il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro degli Esteri Franco Frattini, si è aperto nel pomeriggio con un incontro con il presidente uscente del Parlamento europeo, Hans-Gert Poettering, cui parteciperà anche il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet. Questa sarà dedicata al clima e agli aspetti economici finanziari. Alla cena i leader parleranno invece di questioni istituzionali, anzitutto la conferma di José Manuel Barroso alla guida dell’esecutivo comunitario.
Sul nome del portoghese, almeno a livello di leader Ue, c’è un vasto consenso. È sostenuto da leader della sua famiglia politica (i popolari) come Berlusconi, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Ma anche dal centro-sinistra, come ovviamente il premier portoghese José Socrates, il collega spagnolo José Luis Zapatero o il premier britannico Gordon Brown. La questione sarà di sapere come avverrà l’indicazione del suo nome. Barroso, i popolari europei vorrebbero una nomina formale, secondo il Trattato in vigore, quello di Nizza, da sottoporre al voto dell’Europarlamento il 15 luglio.

Sta tuttavia passando la linea preferita da Germania e Francia, e cioè una forte indicazione politica, rinviando a dopo il voto irlandese la vera e propria nomina giuridica presumibilmente secondo il nuovo Trattato di Lisbona, quando sarà nominato il resto della Commissione. Dietro questa richiesta c’è chiaramente la volontà di Parigi e Berlino di lasciarsi spazi di manovra per avere più potere nella richiesta, ad esempio, di portafogli importanti nella Commissione. Non basta, Francia e Germania hanno chiesto a Barroso un programma dettagliato per i prossimi cinque anni.
Programma che, fanno sapere alla Commissione, sarà presentato questa sera nel corso della cena dei leader a Bruxelles. Resta l’incognita parlamentare, il presidente dei Verdi europei Daniel Cohn-Bendit ha lanciato una campagna contro la candidatura del presidente uscente, e punta a un’alleanza alternativa con socialisti e liberaldemocratici per un nome alternativo. Ad esempio l’ex premier belga Guy Verhofstadt.

Prima dell’inizio del summit comunque il premier svedese Fredrik Reinfeldt ha sottolineato che non c’è ragione per aspettare a concedere a Barroso l’incarico formale per un secondo mandato alla guida della Commissione Ue al momento che le europee hanno dimostrato grande sostegno al Partito popolare europeo. “Il signor Barroso - ha osservato Reinfeldt, poco prima di partecipare alla riunione del Ppe a livello di capo di Stato e di governo - era stato presentato dal gruppo del Partito popolare europeo prima delle elezioni europee, e i risultati del voto hanno mostrato chiaramente che gli elettori hanno voluto allargare la maggioranza di centro-destra”. Sempre ieri il presidente uscente dell’Europarlamento Hans-Gert Poettering, a margine della riunione del Ppe, ha annunciato che i presidenti dei gruppi politici all’Assemblea di Strasburgo si riuniranno il 9 luglio a Bruxelles per discutere della questione di un eventuale voto di conferma di un secondo mandato di Barroso alla guida della Commissione. Poettering ha spiegato che i capigruppi si sono messi d’accordo per incontrarsi in quella data, a pochi giorni dalla convocazione della prima assemblea plenaria del nuovo Parlamento, che si riunisce a Strasburgo a partire dal 14 luglio. I popolari insistono per una nomina formale al summit Ue e per un voto di conferma a Strasburgo il 15 luglio.

Per quanto riguarda, invece, l’elezione del candidato alla presidenza dell’Europarlamento il premier polacco, Donald Tusk ha dichiarato in una pausa del summit del Ppe che costui dovrebbe essere scelto tra l’italiano Mario Mauro e il polacco Jersy Buzek, il 7 luglio prossimo, quando l’assemblea del gruppo Ppe si riunirà e sarà chiamata appunto a scegliere il nuovo presidente. Tusk ha poi aggiunto che l’attuale ministro degli Esteri, Franco Frattini, sarebbe un buon candidato alla successione di Javier Solana come rappresentante della politica estera dell’Ue.

Fonte: Rinascita.info

19 giugno 2009

S-DOLLARIZZAZIONE O SMANTELLAMENTO DELL'IMPERO FINANZIARIO-MILITARE USA

La congiuntura decisiva di Ekaterimburgo

di Michael Hudson

La città di Ekaterimburgo, la più grande della Russia, ad est degli Urali, potrebbe essere conosciuta non solo per essere il luogo in cui sono morti gli zar ma anche per l’egemonia statunitense- e non solo il luogo in cui venne abbattuto nel 1960 il pilota del U-2 degli Stati Uniti , Gary Powers, ma dove venne battuto l’ordine finanziario mondiale centralizzato negli Stati Uniti.

Ciò che questionano gli Stati Uniti sarà al centro delle riunioni amplificate oggi e domani (15 e 16 giugno) a Ekaterimburgo (ex Sverdlovsk) per il presidente cinese Hu Jintao, il presidente russo Dmitry Medvedev e altri massimi responsabili dell’ Organizzazione di Cooperazione di Shangai (SCO), composta da sei membri. L’alleanza è formata dalla Russia, Cina, Kazajstán, Tayikistán, Kirguistán, e Uzbekistán, con statuto di osservatorio per l’Iran, Pakistan e Mongolia. Martedì si aggiungerà il Brasile per discussioni commerciali delle nazioni del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina).

I partecipanti hanno assicurato che il loro obiettivo non è quello di smantellare il piano finanziario e militare degli USA. Semplicemente vogliono discutere sull’aiuto reciproco- ma in modo che non includa un ruolo per gli USA, la NATO o il dollaro degli Stati Uniti, come veicolo per il commercio. E’ probabile che i diplomatici degli Stati Uniti chiedano cosa questo significhi in realtà, se non è un’azione per trasformare in obsoleta l’egemonia degli Usa. E’, dopo tutto, quello che significa un mondo multipolare. Per cominciare, nel 2005, la SCO ha chiesto a Washington che stabilisca un termine per il ritiro delle sue basi militari in Asia Centrale. Due anni dopo, i paesi della SCO si sono allineati formalmente con le vecchie repubbliche della CEI che appartengono all' Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), stabilita nel 2002 come contrappeso alla NATO.

Comunque la riunione non ha solo causato uno sbadiglio collettivo nella stampa statunitense e anche europea nonostante che all’ordine del giorno c’era il ricambio dello standard globale del dollaro per un nuovo sistema di difesa finanziario e militare. Un portavoce del Consiglio di Relazioni Estere ha detto che fa fatica ad immaginare che la Russia e la Cina possano superare la loro rivalità geopolitica suggerendo che gli Stati Uniti possono utilizzare la politica del Dividi et Impera che la Gran Bretagna ha utilizzato così abilmente durante molti secoli per frammentare l’opposizione estera contro il suo proprio impero. Ma George W. Bush (sono un unificatore, non un divisore) si è basato sull'eredità del governo di Clinton per impulsare la Russia, Cina e i loro vicini ad incontrare un terreno comune quando si tratta di trovare un’alternativa al dollaro e quindi alla capacità degli Usa di mantenere all’infinito il deficit della bilancia dei pagamenti.

Ciò che potrebbe rappresentare l’estrema unzione dell’egemonia statunitense è già iniziata ad aprile durante la conferenza del G-20 ed è stata ancora più esplicita durante il Foro Economico Internazionale di San Petersburgo il 5 giugno, quando il signor Medveded ha chiamato la Cina, Russia e India per “edificare un ordine mondiale sempre più multipolare”. Questo significa in un linguaggio comune: Abbiamo raggiunto il nostro limite nel sovvenzionare gli Stati Uniti nell'accerchiamento militare dell'Eurasia, garantendo al tempo stesso agli Stati Uniti adeguate esportazioni, imprese, scorte e immobili in cambio di moneta cartacea di dubbia validità.

“Il sistema unipolare artificialmente mantenuto”, chiarì il signor Medvedev, si basa in “un grande centro di consumo, finanziato da un deficit crescente e quindi debiti che aumentano, una moneta di riserva che era forte ed un sistema dominante nella valutazione di attivi e rischi”. In base ad una crisi finanziaria globale, concluse, resta il fatto che gli Stati Uniti producono molto poco e spendono troppo. Particolarmente preoccupanti sono le loro spese militari, tali come l’aumento dell’aiuto militare di Stati Uniti alla Georgia annunciato la settimana scorsa, lo scudo missilistico della Nato nell’Europa Orientale, il rinforzo degli Stati Uniti in Medio Oriente e in Asia Centrale, ricchi in petrolio.

La sfida per questi paesi è la capacità degli Stati Uniti di stampare quantità illimitate di dollari. L’esagerata spesa dei consumatori degli Stati Uniti per le importazioni che eccedono le esportazioni, gli acquisti di questo paese di compagnie e immobili esteri, e i dollari che il Pentagono spende all’estero, finiscono tutti in banche centrali estere. Questi organismi, quindi, affrontano una difficile decisione: riciclare nuovamente quei dollari di nuovo negli Stati Uniti comprando dei buoni del Tesoro degli Usa, o lasciare che il “libero mercato” imponga un aumento del valore della sua divisa rispetto al dollaro, facendo in modo che le sue esportazioni non siano competitive sui mercati mondiali e creando, quando lo fanno, disoccupazione e insolvenza delle imprese all’interno del paese.

Quando la Cina e altri paesi riciclano le loro entrate in dollari comprando buoni del Tesoro degli Usa per “investire” negli Stati Uniti questo accumulo non è realmente volontario. Non riflette la fede che l’economia degli Stati Uniti arricchisca le banche centrali estere con i loro risparmi, o una qualche preferenza per un investimento calcolato, ma semplicemente mancano le alternative. I “liberi mercati” in base al modello degli Stati Uniti uniscono i paesi ad un sistema che gli obbliga ad accettare dollari senza limiti. Adesso vogliono finire con questa situazione.

Questo significa che si deve creare una moneta alternativa. Al posto di fare solo “cambi cosmetici come vorrebbero alcuni paesi e forse anche le stesse organizzazioni finanziarie internazionali”, il sig. Medveded ha finto il suo discorso a San Petersburgo dicendo: “quello di cui abbiamo bisogno sono istituzioni finanziarie di un modello completamente nuovo, nelle quali non dominino temi e motivi politici particolari e paesi in particolare.”

Quando le spese militari all’estero hanno portato in deficit la bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti e hanno portato all' abbandono dell’oro nel 1971, le banche centrali sono rimaste senza la loro risorsa tradizionale che usavano per saldare gli squilibri nei pagamenti. L’alternativa per difetto fu quella di invertire i loro ingressi di pagamenti che susseguirono con buoni del Tesoro degli Usa come se questi fossero “così buoni come l’oro”. Le banche centrali adesso possiedono 4.000 miliardi di dollari in quei buoni nelle loro riserve internazionali- e quei prestiti hanno finanziato la maggior parte dei deficit dei preventivi interni del governo degli Stati Uniti durante più di tre decenni! Di fronte al fatto che circa la metà delle spese discrezionali del governo degli Usa è destinato ad operazioni militari- includendo più di 750 basi militari all’estero e operazioni sempre più costose nei paesi che producono e trasportano petrolio, il sistema finanziario internazionale è organizzato in modo che finanzia il Pentagono, insieme agli acquisti statunitensi di attivi esteri che ci si aspetta che rendano molto più dei buoni del Tesoro che possiedono le banche centrali.

Il tema politico principale che affrontano le banche centrali del mondo è quindi : come evitare che si aggiungano altri dollari alle loro riserve e che facendolo continuino a finanziare ancora di più il deficit degli Stati Uniti, incluse le spese militari nelle loro frontiere?

Per iniziare, i sei paesi dello SCO e del BRIC hanno l’intenzione di commerciare con le proprie divise con il fine di ottenere un beneficio del credito che fino ad oggi gli Stati Uniti hanno monopolizzato per se stessi. Con questo fine, la Cina ha concluso accordi bilaterali con l’Argentina ed il Brasile per dare un valore al loro commercio in renminbi al posto del dollaro, sterline o euro e due settimane fa la Cina è arrivata ad un accordo con la Malaysia per organizzare il commercio tra i paesi in renminbi. Il Primo Ministro Mahathir Mohamad mi spiegò a gennaio, che in qualità di paese musulmano, la Malaysia vuole evitare di fare qualcosa che possa facilitare l’azione militare degli Stati Uniti contro i paesi islamici, includendo la Palestina. La nazione ha già parecchi dollari, spiegarono i loro colleghi. Il governatore della Banca del Popolo di Cina (centrale), Zhou Xiaochuan, ha scritto una dichiarazione ufficiale sul suo sito internet che l’obiettivo è in questo momento la creazione di una moneta di riserva “che sia sconnessa da nazioni individuali”. Questo è l’obiettivo delle discussioni a Ekaterimburgo.

Oltre ad evitare il finanziamento per l’acquisto dell' industria e del recinto militare del globo da parte degli Stati Uniti, la Cina, Russia ed altri paesi vogliono senza alcun dubbio ottenere lo stesso tipo di viaggio gratuito che hanno ottenuto gli Usa. Così com’è la situazione, vedono gli Usa come una nazione senza leggi, sia dal punto di vista finanziario che militare. In quale altro modo di può rappresentare una nazione che stabilisce una serie di leggi per gli altri- sulle guerre, il pagamento del debito e il trattamento dei prigionieri- ma le ignora quando si tratta di lei stessa? Gli Stati Uniti sono adesso il più grande debitore del mondo, ma hanno evitato il dolore degli “aggiustamenti strutturali” che vengono imposti ad altre economie debitrici. Le riduzioni dei tassi d’interesse e di imposte di fronte all’esplosione dei deficit commerciali e di preventivi sono visti come il colmo dell’ipocrisia di fronte ai programmi di austerità che Washington impone agli altri paesi attraverso l’FMI e altri suoi strumenti.

Gli Stati Uniti dicono alle economie debitrici di vendere i loro servizi pubblici e risorse naturali, che aumentino i tassi d’interesse e che aumentino le tasse mentre annichilano le loro reti di sicurezza sociale per spremere denaro col fine di pagare i creditori. E all'interno del paese, il Congresso ha bloccato l'acquisto di Unocal da parte della Cina CNOOK per motivi di sicurezza nazionale, così come ha bloccato a Dubai il suo intento di compare porti degli Stati Uniti, e di altri fondi per l'acquisto di infrastrutture chiave. Si invita gli stranieri a limitatare l'acquisto giapponese degli elefanti bianchi come il Centro di Rockefeller, nei quali gli investitori hanno perso velocemente 1000 milioni di dollari ed hanno finito con l’abbandonare.

In realtà, gli Stati Uniti non hanno lasciato molte alternative alla Cina ed ad altri paesi con eccedenza di pagamenti diversa da quello di far accumulare ancora altri dollari. Fino a questa data, gli intenti della Cina di diversificare le sue aziende al di là di dollari e di buoni del Tesoro, non hanno avuto molto successo. Per cominciare, Hank Paulson di Goldman Sachs ha guidato la banca centrale in un aumento del rendimento di titoli di Fannie Mae e Freddie Mac, spiegando che questi sono stati di fatto obblighi pubblici. Sono collassate nel 2008, ma almeno il governo degli Usa si è fatto carico di queste due agenzie ipotecarie, aggiungendo i suoi 5.200 miliardi di dollari in obbligazioni al debito nazionale. Infatti quello che ha causato il salvataggio è stato in gran parte l’investimento ufficiale estero. L’imposizione di una perdita alle agenzie ufficiali estere avrebbe spezzato automaticamente lo standard del buono del Tesoro, non solo attraverso la terribile distruzione della credibilità degli Stati Uniti ma anche perché non ci sono buoni sufficienti del governo per assorbire i dollari che affogano l’economia mondiale dal continuo aumento dei deficit dei bilanci di pagamenti degli Usa.

Cercando una maggiore posizione per proteggere il valore delle sue partecipazioni in dollari, mentre la bolla del credito della FED faceva cadere i tassi di interesse, la Cina hanno cercato di diversificare i fondi di ricchezza sovrani a fine del 2007. La Cina ha comprato partecipazioni nel ben connesso fondo di valori di Blackstone e in Morgan Stanley a Wall Street, Barclays in Gran Bretagna , Standard Bank in Sud Africa (un altro affiliato con Chase Manhattan durante gli anni 60 dell’apartheid) ed a Fortis, il conglomerato finanziario del Belgio, caduto poco dopo. Ma il settore finanziario degli Stati Uniti stava collassando sotto il peso della piramide dei debiti, e i prezzi delle azioni delle banche e delle firme di investimenti sono cadute in tutto il mondo.

Gli stranieri vedono il FMI, la Banca Mondiale e al WTO come sostituti di Washington in un sistema finanziario spalleggiato dalle basi militari e i portaerei statunitensi che racchiudono il globo. Ma questo dominio militare è un vestigio di un impero statunitense che non riesce più a reggersi attraverso la sua forza economica. Il potere militare si sostiene nella forza, si basa principalmente sulle armi atomiche e in attacchi aerei a lunga distanza che in operazioni terrestri, che sono diventate troppo impopolari dal punto di vista politico perché siano realizzati su lunga scala.

Sul fronte economico non c’è un modo prevedibile affinché gli Usa possano liberarsi dei 4.000 miliardi di dollari che deve ai governi esteri, le sue banche centrali e i fondi di ricchezza sovrana stabiliti per disfarsi dell’abbondanza globale di dollari. Gli Stati Uniti si sono convertiti in un debitore- e certamente, in un debitore aggressivo dal punto di vista militare che cerca di conservare il potere unico che un tempo vinse con mezzi economici. Il problema è come respingere, adesso, la sua condotta. Yu Yongding, ex assessore della banca centrale cinese, e che adesso è nell’Accademia di Scienze in Cina, ha suggerito di consigliare al Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Tim Geithner, che gli Usa cominciassero a “risparmiare” prima di tutto attraverso la riduzione del loro preventivo militare. “E’ poco probabile che gli ingressi imposti dagli Usa aumentino a breve termine a causa della scarsa crescita economica, le spese inflessibili e il costo di “ iniziare due guerre”.

Attualmente sono i risparmi esteri, non quelli degli statunitensi, quelli che finanziano i preventivi degli Usa, comprando la maggior parte dei buoni Tesoro. L'effetto è la tassazione senza rappresentanza per gli stranieri elettori su come il governo degli Stati Uniti usa il suo risparmio forzato. Per questo c’è bisogno che i diplomatici finanziari aumentino il raggio d’azione delle loro decisioni politiche andando oltre il mercato del settore privato. I tipi d’interesse sono determinati da molti fattori e non solo da “consumatori di carte di credito”, l’eufemismo usuale che i media degli Usa citano per il deficit della bilancia dei pagamenti degli Usa. Dal XIII secolo, la guerra è stata un fattore dominante nella bilancia dei pagamenti dei principali paesi- e dei loro debiti nazionali. Il finanziamento con buoni del governo consiste soprattutto in debiti di guerre, dato che le finanziarie in tempi di pace tendono ad essere equilibrate. Questo vincola direttamente il preventivo della guerra alla bilancia dei pagamenti e i tassi d’interesse.

La nazioni estere accumulano delle cambiali impagabili, sotto condizioni nelle quali, se agiscono per fermare il viaggio gratis di cui godono gli Stati Uniti, porterebbero ad un caduta del dollaro e i loro possessi in dollaro scenderebbero di valore in relazione alla loro propria moneta nazionale e altre divise. Se la moneta cinese cresce di un 10% rispetto al dollaro, la sua banca centrale soffrirà l’equivalente di una perdita di 200 milioni di dollari rispetto a quello che possiede per una cifra di 2000 miliardi in yuan. Questo spiega perché, quando le agenzie che qualificano i buoni dicono che i valori dei buoni del Tesoro degli Stati Uniti, perdono la sua qualifica AAA, non significa che il governo non può semplicemente stampare i dollari di carte per “compensare” questi buoni. Significa che i dollari perderanno il loro valore internazionale. Ed è precisamente quello che sta succedendo. Quando Geither ha fatto la faccia seria e ha detto in un’udienza all’Università di Beijing a inizio di giugno, che crede in un “dollaro forte” e che quindi gli investimenti negli Usa della Cina erano sani e salvii, fu accolto con risate sarcastiche.

L’anticipare che ci possa essere un aumento nel tasso di cambio della Cina, è un incentivo per gli speculatori che cercano di farsi prestare i dollari per comprare renminbi e beneficiare della valuta. Per la Cina, il problema è che questa entrata porterebbe ad una profezia che si compie da sola quando si forza di far valutare la sua moneta. In questo modo il problema delle riserve internazionali è strettamente collegato a quello del controllo dei capitali. Perché la Cina dovrerebbe vedere le sue società vendute a fini di lucro per creare ancora più liberamente dollari USA che la banca centrale dovrebbe utilizzare per rispondere al basso rendimento di Buoni del Tesoto USA, o perdere ancora più denaro a Wall Street?.

Per evitare questo dilemma è necessario cambiare la filosofia dei mercati aperti del capitale che il mondo ha mantenuto fin dai tempi di Bretton Woods nel 1944. In occasione della visita del signor Geithner in Cina, “Zhou Xiaochuan, ministro della Banca Popolare Cinese, la banca centrale del paese, intenzionalmente ha detto che per la prima volta da quando iniziarono le conversazioni semestrali nel 2006, la Cina deve imparare dagli errori statunitensi così come dai suoi successi” per quanto riguarda la non regolazione dei mercati e lo smantellamento dei controlli.

Quindi un' era arriva alla sua fine. Di fronte al continuo disavanzo degli Stati Uniti, la sdollarizzazione minaccia di obbligare i paesi a ritornare al tipo di doppi tassi di cambio che si usavano tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale: un tipo di cambio per il commercio in materie prime, un altro per il movimento dei capitali e investimenti, almeno nelle economie dell’area del dollaro.

Anche senza i controlli del capitale, le nazioni che si riuniscono a Ekaterimburgo stanno facendo dei passi per evitare che si convertano in ricettori riluttanti di altri dollari. Vedendo che l’egemonia globale degli Stati Uniti non può continuare senza un potere d’acquisto che loro stessi danno, i governi si affrettano ad accelerare quello che Chalmers Johnson ha chiamato “Le afflizioni dell’Impero” nel suo libro che porta questo titolo- la bancarotta dell’ordine mondiale finanziario- militare degli USA. Se la Cina, Russia e i loro alleati non –allineati riescono ad avere la meglio, gli Usa non vivranno più sui risparmi degli altri (sottoforma dei suoi propri dollari riciclati) nè avranno il denaro sufficiente per le sue illimitate spese e avventure militari.

Funzionari degli Usa hanno voluto assistere come osservatori alla riunione di Ekatimburgo. Essi hanno detto di NO. E’ una parola che gli statunitensi ascolteranno frequentemente nel futuro.

Fonte: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=13969

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

TENDOPOLI: BRACCIALETTO AL POLSO E DIVIETO DI ACCESSO AI GIORNALISTI

L'AQUILA- I quattrocento terremotati del campo numero 3 di Paganica devono indossare un braccialetto. Un braccialetto di riconoscimento. E' obbligatorio. Occorre per essere identificati, per poter mangiare, dormire e circolare liberamente nella tendopoli. Funziona così da settanta giorni, da quando all'indomani del sisma la Croce Rossa della Provincia Autonoma di Trento ha preso in gestione il campo. Ora però la nuova responsabile del centro accoglienza (arrivata da pochi giorni) ha deciso che il sistema del braccialetto, a fine mese, sarà abolito. E lo ha già comunicato, durante una riunione, agli ospiti delle tende, raccogliendo così le loro proteste.

Dalla settimana prossima il braccialetto verrà sostituito con una tessere magnetica personale: foto, nome, cognome e codice a barre. Un badge già attivo in buona parte delle 160 tendopoli allocate nell'aquilano dopo il sisma. Come al campo di Monticchio 1 dove per entrare ed uscire bisogna passare la tessera allo scanner, sotto il controllo dei volontari della Protezione Civile della Regione Lombardia.
<<Funziona cosi' in tutti i campi gestiti da noi, che sono 4 - spiega la responsabile di Monticchio 1- qui abbiamo regole rigide, una di queste prevede che i giornalisti non possono accedere alle tendopoli. E' una nuova disposizione della direzione.>>
Al campo di Sant'Elia, invece, vige un'altra regola: prima di ritirare il vassoio in mensa bisogna obbligatoriamente fermarsi davanti ad un lavatoio per disinfettarsi le mani con l'alcol. Un' operazione da svolgere sottol'attento controllo di un addetto della Croce Rossa. <>.
"Regole" che vanno a sommarsi a quelle già riscontrate in precedenza in altre tendopoli, come il divieto di volantinaggio, il divieto di assemblea, il divieto di somministrare caffè, cioccolata e vino. Su un'altra norma della Protezione Civile (in merito all'interruzione dell'erogazione dei pasti nei campi di accoglienza per coloro che alloggiano autonamamente in tende o roulotte) è intervenuto, ieri, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Il primo cittadino ha scritto una lettera al vice commisario delegato, Bernardo De Bernardinis. <Si tratta di un'ingiusta discriminazione per coloro che hanno preferito non essere a carico di risorse pubbliche>>.
Intanto nei centri d'accoglienza non mancano anche iniziative molto particolari, come il concorso di bellezza riservato alle ragazze terremotate: "Miss tendopoli Abruzzo", organizzato da un'agenzia di moda locale.

(Giuseppe Caporale, la Repubblica, 18-06-09)

Fonte: http://forum.politicainrete.net/

18 giugno 2009

CRISI FINANZIARIA E FAME MONDIALE


Chomsky deplora che quasi tutti parlino dei problemi finanziari e pochi della fame mondiale.

di David Brooks

Quando si parla della “crisi”, quasi tutti si riferiscono a quella finanziaria, dato che colpisce direttamente i ricchi, ma la crisi dei mille milioni di esseri umani che affrontano la fame, tra i quali circa 40 milioni negli Stati Uniti, non è importante, perché tutti i bisognosi sono poveri, ha detto Noam Chomsky, che con voce tranquilla, scrupolosamente ha devastato tutti i miti del denominato mercato libero.

Chomsky ha documentato in modo sintetico le crisi multiple, quella finanziaria, economica , militare, ecologica e alimentare, tra le altre- e i suoi fili in comune, costruendo la radiografia di un sistema che si maschera come “ democrazia” ma che alla fine ha come obiettivo quello di socializzare i costi e privatizzare i guadagni, e difendere i privilegi di una sempre più ridotta minoranza ricca, con conseguenze sempre più sinistre per la maggior parte e per il pianeta stesso.

E’ necessario smantellare “l’edificio delle illusioni” che si vende come democrazia del libero mercato affinchè l’essere umano sopravviva, e per farlo c’è bisogno di raffrontarsi ad un modello che cerca di proteggere gli interessi “della minoranza dell’opulenza contro la maggioranza”, ha assicurato.

“Il popolo paga i costi”
Chomsky , venerdì scorso, ha parlato di fronte a circa 500 persone, dal famoso podio della chiesa di Riverside, lo stesso dal quale Martin Luther King JR aveva offerto il suo storico discorso nel 1967 contro la guerra del Vietnam e il sistema imperiale statunitense, dal quale ha anche parlato Nelson Mandela e recentemente Arundhati Roy- durante un atto organizzato dal Brecht Forum, centro indipendente di studi della sinistra.

"La crisi di oggi si intreccia in vari modi", ha detto, ed alcuni sono di maggiore priorità rispetto ad altri, per la semplice ragione da Adam Smith ha dichiarato che "i principali architetti delle politiche garantiscono che i loro interessi siano prevalenti, non importa il costo ".

E Chomsky, come sempre, ha offerto esempio dopo esempio, documentando la storia. Ha parlato della storia di Haiti, dai francesi all’invasione statunitense di Woodrow Wilson, fino alla manipolazione fatta da Washington della sfida di Jean Bertrand Aristide, sia per il repubblicano George Bush padre come per il democratico Bill Clinton, imponendo il modello neoliberale, con l’inevitabile risultato di “distruggere la sovranità monetaria” di questo paese, che si trova adesso nelle prime file della crisi alimentare.

“Questa storia è molto simile in tutto il mondo”, ha aggiunto, segnalando il Bangladesh e decine di altri esempi.

"La radice comune della crisi di oggi nel Sud e il Nord è il passaggio verso il neoliberismo degli anni settanta" Ha dichiarato. Questo aveva segnato la fine della crescita sostenuta nel dopoguerra, conosciuta come “l’età d’oro del capitalismo”, con il suo stato sociale di benessere e il suo incremento di reddito e di diritti, che è stato di fatto un “capitalismo di Stato”.

Oggi, “ il flusso libero del capitale crea un Senato virtuale che realizza un referendum istantaneo che vota contro gli intenti di beneficiare la maggioranza a spesa del proprio interesse”.

Adesso, con l’attuale crisi che colpisce i ricchi, si adotta la stessa strategia di sempre: “la popolazione paga i costi e si prende i rischi, mentre i guadagni vengono privatizzati”.

Ha anche parlato della politica estera, indicando che Washington non desidera abbandonare così velocemente la sua presenza in Iraq ed ha avvertito che il nuovo obiettivo sul Pakistan e l’Afghanistan è un gioco molto pericoloso, dato che minaccia la pace mondiale e la sopravvivenza umana a causa delle armi nucleari che si trovano lì.

Ha aggiunto che è allarmante che “un assassino membro delle forze speciali dagli occhi impazziti”, il generale Stanley McChrystal, sia stato nominato comandante delle forze statunitensi in Afghanistan.

Dall’altra parte, ha segnalato, che adesso è il momento decisivo per definire la sopravvivenza umana di fronte alla crisi climatica.

“Dobbiamo affrontare forse la cosa più importante: come cambiare il modello corporativo statale stabilito durante il dopoguerra, promosso dalle aziende automotrici, petrolifere tra le altre, che hanno portato a questa crisi ambientale e ad altre crisi.”

Nel suo ripasso sulla crisi del mondo, ha espresso che per imporre politiche che non riflettono l’interesse della maggioranza negli Stati Uniti ed in altri paesi, si è fatto ricorso di meno alla forza che al “controllo dell’opinione pubblica attraverso l’industria delle relazioni pubbliche, con lo scopo di creare la fabbrica del consenso”.

Ma sempre impera, dagli inizi di questa repubblica, l'intenzione di proteggere gli “interessi della minoranza opulenta” contro tutti gli altri, con concetti come che "una minoranza intelligente deve governare ad una maggioranza ignorante e meticcia.” Questo naturalmente guidato da una “elite democratica”, ma con la stessa dottrina.

Ha messo in evidenza la resistenza popolare per affrontare il progetto dell' elite, ed ha sottolineato che le ribellioni degli anni 60 “ hanno avuto un effetto civilizzatore”. Ha aggiunto che sempre sono stati lanciati “attacchi dell' elite contro la democrazia” e che il modello del libero mercato corporativo rimane “l’ostacolo all’efficienza e la presa razionale delle decisioni”.

“Non c’è alcun motivo per rimanere passivi” ha commentato al suo pubblico di sinistra. Perché non occupare uno stabile (riferendosi ai ritagli fatti dalla General Motors) per trasformarla in un centro di produzione di trasporto di massa? Non è un questionamento esotico. Che i lavoratori controllino i loro stabilimenti è così tipicamente statunitense come la torta di mele”.

Infatti, ha aggiunto, parte dell’obiettivo degli amministratori dell’attuale sistema è quello di “cancellare tutta la memoria delle lotte sociali, ma ha avvertito che forse queste tendenze “continuano ad essere latenti” nel popolo e “possono essere svegliate”. Questo è un momento propizio per farlo.”
Il compito, ha detto, è quello di superare “il deficit democratico” e “promuovere una società democratica che funzioni veramente”. Tra i punti salienti per riuscirci ha identificato il rinnovamento dei sindacati, la lotta educativa e culturale e ciò che è necessario per “smantellare l’edificio delle illusioni” creata dalle minoranze che governano nelle cosiddette democrazie formali.

La crisi fondamentaleoggi, ha riassunto, è quella forse del “deficit democratico”, il divario che esiste tra gli interessi della gran maggioranza e le politiche dei governanti.

Fonte: http://www.visionesalternativas.com/index.php?option=com_content&task=view&id=44276&Itemid=1

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

17 giugno 2009

OBAMA E I "SECONDI FINI" DELLA MANO TESA AI MUSULMANI

di Thierry Meyssan

Il presidente degli Stati Uniti ha teso la mano ai musulmani nel suo discorso molto mediatizzato del Cairo. La sua intenzione è di voltare così la disastrosa pagina della « crociata » di Bush nel Grande Medio Oriente. Tuttavia, in questo esercizio di pubbliche relazioni, i voli pindarici hanno sostituito i necessari chiarimenti, mentre saltavano fuori i nuovi appetiti di Washington.

Il discorso che il presidente Obama ha pronunciato il 4 giugno al Cairo [1] è stato presentato in anteprima dai servizi di comunicazione della Casa Bianca come « fondante di una nuova era ». E’ stato oggetto di un’intensa campagna promozionale che si è conclusa con una mail indirizzata da David Axelrod alle decine di milioni di abbonati alla lista della Casa Bianca [2]. In essa il consigliere per l’immagine di Barack Obama ha invitato gli Statunitensi a visionare il video del discorso che, secondo lui, segna un nuovo punto di partenza nelle relazioni dell’America con il mondo musulmano [3]. Lo si è ben capito: questo discorso è rivolto altrettanto, se non maggiormente, agli elettori USA rispetto ai musulmani.

Il suo messaggio principale può essere così riassunto : gli Stati Uniti non considerano più l’islam come il nemico e desiderano stabilire con gli Stati musulmani delle relazioni di mutuo interesse. Questo messaggio dev’essere preso per quello che è : uno slogan da pubbliche relazioni.
Esaminiamo punto per punto questo discorso.

Preambolo : amateci !

In una lunga introduzione, l’oratore ha sviluppato il suo messaggio principale di mano tesa.

Barack Hussein Obama ha giustificato con la sua personalità la rottura con il suo predecessore. Ha offerto al suo uditorio un momento d’emozione come si ama fare nei film hollywoodiani. Ha raccontato di suo padre, musulmano, della sua adolescenza in Indonesia — il paese musulmano più popoloso del mondo — e del suo lavoro sociale a Chicago presso popolazioni nere musulmane.

Così, dopo averci fatto credere che la politica estera degli Stati Uniti è fondata sul colore della pelle del suo presidente, ci vogliono convincere che essa riflette il suo percorso individuale. Eppure nessuno pensa che Obama sia un autocrate in grado di imporre i suoi stati d’animo. Ognuno è conscio che la politica di Washington è il frutto di un difficile consenso tra le sue elite. Nel caso specifico, il cambiamento di retorica è imposto da una successione di fallimenti militari in Palestina, nel Libano, in Iraq e in Afghanistan. Gli Stati Uniti non considerano più i popoli musulmani come loro nemici perché non sono arrivati a schiacciarli.

Questo realismo aveva portato nel 2006 alla rivolta dei generali attorno a Brent Scowcroft, che aveva deplorato la fallita colonizzazione dell’Iraq e messo in guardia contro un disastro militare contro l’Iran. Era continuato con la Commissione Baker-Hamilton che aveva fatto appello per trattare con la Siria e con l’Iran al fine di uscire a testa alta dal fiasco iracheno. Questo realismo aveva costretto il presidente Bush a silurare Donald Rumsfeld e a sostituirlo con Robert Gates, figlio spirituale di Scowcroft e membro della Commissione Baker-Hamilton. Questo realismo si era incarnato nella pubblicazione del rapporto delle agenzie dei servizi segreti che aveva attestato l’inesistenza di un programma nucleare militare iraniano e aveva così distrutto ogni possibile giustificazione di una guerra contro l’Iran.

Comunque, in questo grande amore ritrovato, il presidente Obama si è presentato come appassionato di storia e ha snocciolato gli apporti della civiltà musulmana al mondo. Nei film hollywoodiani c’è sempre una sequenza sulla diversità culturale che ci arricchisce. Tuttavia, la messa in scena ha puntato sulla desolante ignoranza del pubblico USA. Obama e la sua squadra hanno ridotto l’apporto dei popoli oggi musulmani alle invenzioni posteriori alla loro islamizzazione. Prima non avevano creato niente ? Scegliendo di ridurre la storia dei popoli musulmani solo al loro periodo islamico, Barack Obama ha negato qualche millennio di civiltà e ha ripreso per suo conto la retorica dei più oscurantisti islamisti. Vedremo che qui non si tratta di un errore, ma di una scelta strategica.

Infine, il presidente Obama ha calato la sua carta principale chiamando i suoi uditori a ripensare la loro immagine degli Stati Uniti. « Noi siamo formati da ogni cultura, usciti dai quattro angoli del mondo e siamo conquistati da un semplice concetto : E pluribus unum : « Da parecchi popoli, uno solo » », ha dichiarato. Questo motto, che doveva esprimere l’unità delle colonie americane appena resesi indipendenti, diviene oggi quello dell’Impero globalizzato. Solo che gli Stati Uniti non considerano più i popoli musulmani come dei nemici, ma intendono integrarli nell’Impero globale. Del resto, è la ragione per cui la classe dirigente di Washington ha sostenuto la candidatura di Barack Hussein Obama. Il nome musulmano del presidente, come il colore della sua pelle, sono degli argomenti per convincere i popoli dell’Impero che il potere che li domina assomiglia a loro. Quando ebbe esteso il suo impero, Roma antica fece la stessa cosa, scegliendo i suoi imperatori in contrade lontane, come Filippo l’Arabo [4]. La brutalità delle legioni non era però mutata.

1- La guerra globale al terrorismo
Dopo questa mielosa sviolinata, il presidente Obama ha cominciato a collegare la sua introduzione con la « guerra globale al terrorismo ». Ha dunque stabilito una distinzione tra l’islam, che non è malvagio come pensavano Bush e Cheney, ma buono e gli estremisti che, a torto, si rifanno ad esso e restano sempre malvagi. Il pensiero resta manicheo, ma il cursore è spostato.

Il problema è che da otto anni Washington si sforza di costruire un avversario della sua dimensione. Dopo l’URSS, il nemico era l’islam. A contrario, se né i comunisti né i musulmani sono i nemici, contro chi sono in guerra gli Stati Uniti ? Risposta : « Al-Qaïda ha scelto di ucciderli senza pietà, di rivendicare gli attentati e oggi riafferma ancora la sua determinazione a commettere altri assassinii su scala di massa. Questa rete ha membri in numerosi paesi e tenta di allargare il suo raggio d’azione. Qui non si tratta di opinioni da dibattere – sono fatti da combattere ». E no, signor presidente, qui non ci sono fatti accertati, ma imputazioni che devono essere dibattute [5].

Barack Obama continua : « Noi non chiederemmo di meglio che di ripatriare tutti i nostri soldati, fino all’ultimo, se avessimo la sicurezza che l’Afghanistan e ora il Pakistan non ospitano elementi estremisti determinati ad uccidere il maggior numero possibile di Americani. Ma non è ancora così. »

A questo punto, il presidente sembra chiudersi in un circolo vizioso. Spiega che i nemici non sono i musulmani in generale, ma un pugno di individui non rappresentativi, poi afferma che questo pugno di individui deve essere combattuto facendo delle guerre contro dei popoli musulmani. Il problema è tutto qui : Washington vorrebbe essere amica dei musulmani, ma ha bisogno di un nemico per giustificare le sue azioni militari e, per il momento, non ha trovato un capro espiatorio sostitutivo.

2- Il conflitto arabo-israeliano
Barack Obama ha affrontato la questione della Palestina in modo molto più ampio dei suoi predecessori, riconoscendovi non solo un conflitto israelo-palestinese, ma arabo-israeliano. Ma non ha precisato quale sia, secondo lui, il coinvolgimento degli Stati arabi. Ha predicato con autorità per la « soluzione a due Stati », ma eludendo l’incresciosa questione della natura di questi due Stati. Si tratta di due Stati sovrani e democratici nel senso reale del termine oppure di uno Stato per gli Ebrei e di un altro per i Palestinesi come rivendica la « sinistra » israeliana, il che implica una pulizia etnica e l’istituzionalizzazione completa dell’apartheid ? [6]

Invece di togliere le incertezze, il presidente Obama ha preferito offrire al suo uditorio una nuova « scena commovente » nella quale ha espresso la sua compassione di fronte alle sofferenze dei Palestinesi. Di certo è stato il momento più abietto del suo discorso : l’appello ai buoni sentimenti delle vittime per coprire i crimini dei carnefici.

Egli ha dichiarato : « I Palestinesi devono rinunciare alla violenza. La résistenza sotto forma di violenza e di massacri non porterà a niente. Quand’erano schiavi, i Neri in America hanno sofferto la frusta e poi l’umiliazione della segregazione. Ma non è stata la violenza a permettere loro di ottenere, alla fine, l’eguaglianza di diritti nella sua pienezza. È stata la ferma e pacifica perseveranza negli ideali al centro stesso della creazione dell’America. Questa stessa storia può essere raccontata da alcuni popoli dal Sudafrica all’Asia meridionale ; dall’Europa orientale all’Indonesia. È una storia con una semplice verità : la violenza non porta da nessuna parte. Lanciare razzi contro dei bambini israeliani che dormono o uccidere donne anziane in un autobus non è un segno di coraggio né di forza.»

Barack Obama fa la caricatura della Resistenza nei termini della propaganda sionista : razzi lanciati contro bambini addormentati e donne anziane uccise in un autobus. Egli riconosce che le loro terre e le loro case sono occupate, ma vieta ai Palestinesi la volontà di riprenderle con la forza ai civili che le occupano. Rimprovera ai Palestinesi di non utilizzare missili guidati per raggiungere bersagli militari e di accontentarsi di razzi artigianali che cadono alla cieca.

Ma il peggio sta altrove. Il presidente Obama si mette a dare lezioni. Chiede alle vittime di rinunciare alla violenza e consiglia loro di prendere esempio dal movimento dei Neri statunitensi per i diritti civili. Dopotutto, non fu convertendo i Bianchi che King ottenne dei risultati, ma chiamando a testimone l’opinione pubblica internazionale. Il presidente Johnson si trovò allora costretto a cedere per fare bella figura di fronte all’URSS. Dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la pace, Martin Luther King continuò la lotta affermando che il suo scopo non era permettere ai Neri di prestare servizio nell’esercito in modo eguale ai Bianchi per uccidere i Vietnamiti che aspiravano alla libertà. Fu dopo il suo sermone di Ryverside che Johnson gli chiuse la porta della Casa Bianca e i capi del FBI decisero di farlo assassinare. Indubbiamente, se fosse ancora vivo, oggi direbbe che lo scopo non è permettere ad un Nero di accedere alla Stanza ovale per uccidere degli Iracheni o dei Pakistani che aspirano alla libertà.

3- La denuclearizzazione
Evocando le difficili relazioni con l’Iran, il presidente Obama ha scelto di uscire volando alto dalla polemica sull’arma nucleare. Dopo aver riconosciuto il diritto dell’Iran di dotarsi di un’industria nucleare civile ed ammesso che né gli Stati Uniti né nessun’altra potenza hanno l’autorità morale per autorizzare o vietare ad uno Stato il possesso della bomba, egli si è pronunciato per un disarmo nucleare globale, coinvolgendo implicitamente anche Israele.

Sappiamo che il Pentagono non ha più i mezzi finanziari necessari per mantenere la corsa agli armamenti nucleari e su tale questione tratta con la Russia e con la Cina. Questo non deve essere interpretato come uno slancio pacifista, in quanto il Pentagono conduce contemporaneamente delle ricerche sulle armi atomiche miniaturizzate (escluse dal trattato di non proliferazione) e rafforza le sue alleanze militari, tra cui la NATO.
4- La democrazia Il presidente Obama ha deplorato che il suo predecessore abbia creduto possibile esportare la democrazia in Iraq con la forza, poi si è prodigato in un elogio del governo del popolo attraverso il popolo e dello stato di diritto. La cosa è stata divertente per quelli che si ricordano che la Costituzione degli Stati Uniti non riconosce la sovranità popolare e che, nel 2000, la Corte suprema proclamò eletto George W. Bush prima che lo scrutinio della Florida fosse ultimato. Provenendo da un politico astuto che ha appena confermato la sospensione delle libertà fondamentali con il Patriot Act, in particolare la sospensione dell’habeas corpus che descriveva come la base della Giustizia, il discorso ha avuto l’aria di una farsa. È sembrato crudele agli Egiziani che non hanno avuto il privilegio di far parte dei 3.000 invitati. Quando Obama dichiara « bisogna mantenere il potere con il consenso del popolo e non con la coercizione », egli pensa al presidente Mubarak, inamovibile da ventotto anni. quando Obama continua « bisogna rispettare i diritti delle minoranze e partecipare, in uno spirito di tolleranza e di compromesso », egli pensa agli allevatori copti le cui bestie sono state abbattute.

Per evitare che questo passaggio fosse turbato da nervose risate irrefrenabili, una voce anonima ha gridato nella sala : « Barack Obama, vi amiamo ! ». Mancava solo una bambina con un mazzo di fiori in mano.

5- La libertà religiosa
Barack Hussein Obama si è trovato particolarmente a suo agio sul capitolo della libertà religiosa. Il fatto è che si tratta di uno slogan ben rodato. Da due anni, Madeleine Albright ha preparato questo momento. Ha osservato che la resistenza all’imperialismo statunitense è spesso strutturata da gruppi religiosi, come Hezbollah in Libano o Hamas in Palestina. Ne ha dunque concluso che gli Stati Uniti non devono più lasciare senza sorveglianza questo campo e devono inoltre investirlo totalmente. In un’opera dedicata a tale argomento, ella preconizza di fare di Washington la protettrice di tutte le religioni [7]. In quest’ottica, il presidente Obama ha evocato le minoranze cristiane, Copti e Maroniti. Poi ha fatto appello alla riconciliazione in seno all’islam dei Sunniti e degli Sciiti. È anche in quest’ottica che ha trascurato la storia pre-islamica dei popoli musulmani.

6- I diritti delle donne
Con piacere, Barack Hussein Obama si è preso il lusso di ricordare che il suo paese garantisce alle donne musulmane il diritto di portare l’hijab, mentre Nicolas Sarkozy lo ha fatto proibire nelle scuole francesi all’epoca in cui voleva essere più neoconservatore di Bush [8]. E, mentre parlava, il sito internet della Casa Bianca esponeva un articolo speciale che attestava la giurisprudenza americana.

Con abilità, egli ha ricordato che gli Stati musulmani sono a volte in vantaggio in material di diritti delle donne. «In Turchia, in Pakistan, nel Bangladesh e in Indonesia, abbiamo visto dei paesi a maggioranza musulmana eleggere alla loro testa una donna, mentre la lotta per l’eguaglianza delle donne continua in molti aspetti della vita americana e nei paesi del mondo intero.»

7- Lo sviluppo economico
Conservata per il finale, la questione dello sviluppo economico è stata la più riuscita. Abitualmente le grandi potenze scambiano un aiuto immediato contro vantaggi sproporzionati a lungo termine. L’aiuto allo sviluppo è allora il cavallo di Troia del saccheggio delle risorse. Tuttavia, durante la campagna elettorale, è stato concluso un accordo bi-partisan sul nuovo orientamento della politica estera degli Stati Uniti. L’idea principale, espressa dalla Commissione Armitage-Nye, è quella di conquistare i cuori e le menti offrendo dei servizi che trasformano la vita delle persone senza costare granché [9]. Hillary Clinton vi ha fatto esplicito riferimento nell’audizione senatoriale per la sua conferma a segretario di Stato.

Sfoggiando il sorriso di Babbo Natale, Barack Obama ha recitato un catalogo di promesse incantatrici. Ha continuato : « Nomineremo nuovi emissari per le scienze incaricati di collaborare a programmi che metteranno a punto nuove fonti d’energia, creeranno lavori verdi, informatizzeranno registri ed archivi, depureranno l’acqua e produrranno nuove coltivazioni. Nel campo della sanità, a livello mondiale, annuncio oggi una nuova iniziativa con l’Organizzazione della conferenza islamica per sradicare la polio ed intensificheremo le nostre compartecipazioni con comunità musulmane per migliorare la sanità materna ed infantile. » Non dimentichiamoci gli impegni del Vertice del Millennio quando il presidente Bill Clinton annunciò l’imminente fine della povertà e della malattia.

Il presidente degli Stati Uniti ha concluso il suo discorso fiume citando il Corano, il Talmud e i Vangeli. Il loro messaggio si riassumerebbe nel fatto che « Gli abitanti del mondo possono coabitare in pace. Sappiamo che questa è la visione di Dio. Ora è il nostro compito su questa Terra ». Questo triplice riferimento è stato forse imposto dal luogo, la più prestigiosa delle università islamiche. Può anche essere che esso traduca un certo smarrimento. In piena recessione economica, gli Stati Uniti non hanno più i mezzi per mantenere la loro pressione sui campi petroliferi del Grande Medio Oriente — a maggior ragione, essi non hanno i mezzi per realizzare le promesse del giorno —. Tuttavia, essi sperano di ricostruire prossimamente la loro potenza. Nella fase attuale, devono dunque congelare ogni evoluzione regionale che potrebbe essere solo a loro svantaggio. In particolare, temono l’estensione dell’influenza turca e iraniana e l’irruzione della Russia e della Cina nella regione. Definire la pace in termini religiosi e non politici è pur sempre guadagnare del tempo.

[1] «Discours de Barack Obama à l’université du Caire», Réseau Voltaire, 4 giugno 2009.

[2] «A New Beginning - Watch the President’s Speech», di David Axelrod, 4 giugno 2009.

[3] Vidéo disponibile sul sito della Casa Bianca.

[4] Filippo l’Arabo era siriano. Fu imperatore di Roma dal 244 al 249.

[5] Il segretario di Stato Colin Powell si era impegnato a presentare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite un rapporto sugli attentati dell’11 settembre 2001 che stabiliva che gli USA erano stati vittime di un’aggressione dall’esterno. Quel documento non è mai stato prodotto. Le sole informazioni conosciute sono state rilasciate dalle autorità USA le quali hanno pure accusato l’Afghanistan, poi l’Iraq ed invocato la legittima difesa per attaccarli. Vedi L’ incredibile menzogna di Thierry Meyssan, Fandango Libri 2002.

[6] «La "solution à deux États" sera bien celle de l’apartheid», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 13 gennaio 2008.

[7] The Mighty and the Almighty : Reflections on Faith, God and World Affairs, di Madeleine Albright, Pan Books, 2007, 324 pp. Va apprezzato il gioco di parole inglese : "Il potente e l’onnipotente" designano il presidente USA e Dio.

[8] «Nicolas Sarkozy agite le voile islamique», Réseau Voltaire, 19 gennaio 2004.

[9] «Washington décrète un an de trêve globale », di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 3 dicembre 2007.

Fonte: http://www.voltairenet.org/article160609.html#nh2

# EADV S.R.L. # Pubblicità Digitale e Programmatic Advertising # ___ ____ _ __ # ___ / | / __ \ | / / # / _ \/ /| | / / / / | / / # / __/ ___ |/ /_/ /| |/ / # \___/_/ |_/_____/ |___/ # # Contattaci per informazioni commerciali # Website: www.eadv.it # Email: marketing@eadv.it # START ads.txt - vocidallastrada.org - 2023-10-18 14:39:45 eadv.it, 13135, DIRECT 152media.info, 152M10, RESELLER 33across.com, 0010b00002MptHCAAZ, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0010b00002T3JniAAF, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0010b00002cGp2AAAS, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0013300001kQj2HAAS, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0015a00002oUk4aAAC, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0015a00003DKg9ZAAT, RESELLER, bbea06d9c4d2853c ad.plus, 352349, RESELLER adagio.io, 1294, RESELLER adcolony.com, 496220845654deec, RESELLER, 1ad675c9de6b5176 adform.com, 1226, RESELLER adform.com, 1819, RESELLER, 9f5210a2f0999e32 adform.com, 1889, RESELLER adform.com, 1943, RESELLER adform.com, 2110, RESELLER adform.com, 2112, RESELLER adform.com, 2437, RESELLER, 9f5210a2f0999e32 adform.com, 2464, RESELLER, 9f5210a2f0999e32 adform.com, 3027, RESELLER adform.com, 622, RESELLER adipolo.com, 617128b0fe110c0ddd7603b4, RESELLER admanmedia.com, 43, RESELLER admixer.net, b6d49994-83c5-4ff9-aa8a-c9eb99d1bc8c, RESELLER adsinteractive.hu, 258, RESELLER adswizz.com, consumable, RESELLER adswizz.com, entravision, RESELLER adswizz.com, targetspot, RESELLER adtech.com, 4687, RESELLER adtelligent.com, 537714, RESELLER advertising.com, 14832, RESELLER advertising.com, 21483, RESELLER advertising.com, 23089, RESELLER advertising.com, 28246, RESELLER advertising.com, 28305, RESELLER advertising.com, 28335, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 advertising.com, 6814, RESELLER advertising.com, 7574, RESELLER adyoulike.com, 83d15ef72d387a1e60e5a1399a2b0c03, RESELLER adyoulike.com, b3e21aeb2e950aa59e5e8cc1b6dd6f8e, RESELLER, 4ad745ead2958bf7 adyoulike.com, b4bf4fdd9b0b915f746f6747ff432bde, RESELLER, 4ad745ead2958bf7 ampliffy.com, 5037, RESELLER amxrtb.com, 105199548, RESELLER aniview.com, 5e82edf1634339243920a8e5, RESELLER, 78b21b97965ec3f8 aniview.com, 5ef4bc022e79664d2b473869, RESELLER, 78b21b97965ec3f8 aol.com, 27093, RESELLER aol.com, 46658, RESELLER aol.com, 58905, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 aolcloud.net, 4687, RESELLER appads.in, 107606, RESELLER appnexus.com, 10040, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 10200, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 10239, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 10371, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 11470, RESELLER appnexus.com, 11487, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 11664, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 11786, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 11924, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 12223, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 12290, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 12637, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 13044, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 13099, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 13381, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1356, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1360, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 13701, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 14077, RESELLER appnexus.com, 14416, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1504, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1538503, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1550730, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1577, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1785, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1868, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 1908, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 2234, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 2579, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 2725, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 2928, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 3153, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 3368, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 3480, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 3538, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 3539, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 3540, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 3703, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 6924, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 7265, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 7445, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 7556, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 7597, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 8183, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 8233, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 8804, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 8833, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 884, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 9316, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 9382, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 9393, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 appnexus.com, 9986, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 aps.amazon.com, 3854, RESELLER aps.amazon.com, 5044, RESELLER aps.amazon.com, 842701b4-f689-4de3-9ff4-bc1999093771, RESELLER aps.amazon.com, f83f3e5c-4e94-42f9-9d7a-022b2446a1cb, RESELLER axonix.com, 57264, RESELLER azeriondigital.com, 43710415, RESELLER azeriondigital.com, 4376054, RESELLER beachfront.com, 805, RESELLER, e2541279e8e2ca4d betweendigital.com, 45128, RESELLER connectad.io, 204, RESELLER, 85ac85a30c93b3e5 consumable.com, 2001458, RESELLER, aefcd3d2f45b5070 contextweb.com, 558827, RESELLER, 89ff185a4c4e857c contextweb.com, 560288, RESELLER, 89ff185a4c4e857c contextweb.com, 560577, RESELLER, 89ff185a4c4e857c contextweb.com, 562067, RESELLER, 89ff185a4c4e857c contextweb.com, 562499, RESELLER, 89ff185a4c4e857c contextweb.com, 562709, RESELLER, 89ff185a4c4e857c contextweb.com, 562940, RESELLER, 89ff185a4c4e857c conversantmedia.com, 100269, RESELLER, 03113cd04947736d criteo.com, B-060369, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-060808, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-061307, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-062031, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-062032, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-062033, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-062035, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-062285, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f criteo.com, B-068958, RESELLER, 9fac4a4a87c2a44f dailymotion.com, 128388946, RESELLER, fd25240165056a01 dailymotion.com, 134295479, RESELLER, fd25240165056a01 districtm.io, 100434, RESELLER districtm.io, 100600, RESELLER districtm.io, 101760, RESELLER, 3fd707be9c4527c3 durationmedia.net, 22487092286, RESELLER dynadmic.com, 175690165, RESELLER dyntrk.com, 175690165, RESELLER e-planning.net, 835fbafe26d231b1, RESELLER, c1ba615865ed87b2 e-planning.net, ec771b05828a67fa, RESELLER, c1ba615865ed87b2 emxdgt.com, 1289, RESELLER, 1e1d41537f7cad7f emxdgt.com, 1527, RESELLER, 1e1d41537f7cad7f emxdgt.com, 1701, RESELLER, 1e1d41537f7cad7f emxdgt.com, 1759, RESELLER, 1e1d41537f7cad7f emxdgt.com, 1836, RESELLER, 1e1d41537f7cad7f emxdgt.com, 2014, RESELLER, 1e1d41537f7cad7f emxdgt.com, 273, RESELLER, 1e1d41537f7cad7f eskimi.com, 2020000026, RESELLER freewheel.tv, 1076049, RESELLER freewheel.tv, 1076065, RESELLER freewheel.tv, 1076753, RESELLER freewheel.tv, 1076769, RESELLER freewheel.tv, 1091073, RESELLER freewheel.tv, 1091089, RESELLER freewheel.tv, 1100273, RESELLER freewheel.tv, 1100289, RESELLER freewheel.tv, 1126385, RESELLER freewheel.tv, 1131585, RESELLER freewheel.tv, 1132545, RESELLER freewheel.tv, 1133873, RESELLER freewheel.tv, 1135457, RESELLER freewheel.tv, 1135873, RESELLER freewheel.tv, 1135889, RESELLER freewheel.tv, 1177761, RESELLER freewheel.tv, 1177777, RESELLER freewheel.tv, 1186415, RESELLER freewheel.tv, 1186431, RESELLER freewheel.tv, 1186575, RESELLER freewheel.tv, 1186591, RESELLER freewheel.tv, 1220655, RESELLER freewheel.tv, 13755, RESELLER freewheel.tv, 13945, RESELLER freewheel.tv, 2031, RESELLER freewheel.tv, 20393, RESELLER freewheel.tv, 228, RESELLER freewheel.tv, 24377, RESELLER freewheel.tv, 30189, RESELLER freewheel.tv, 30269, RESELLER freewheel.tv, 328705, RESELLER freewheel.tv, 328721, RESELLER freewheel.tv, 64289, RESELLER freewheel.tv, 64305, RESELLER freewheel.tv, 654226, RESELLER freewheel.tv, 654242, RESELLER freewheel.tv, 745362, RESELLER freewheel.tv, 745378, RESELLER freewheel.tv, 768465, RESELLER freewheel.tv, 768481, RESELLER freewheel.tv, 770449, RESELLER freewheel.tv, 770769, RESELLER freewheel.tv, 770785, RESELLER freewheel.tv, 774673, RESELLER freewheel.tv, 893873, RESELLER freewheel.tv, 899777, RESELLER freewheel.tv, 985441, RESELLER freewheel.tv, 985473, RESELLER google.com, 1313834454494130, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-0796790890307838, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-1313834454494130, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-2500372977609723, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-2930805104418204, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-3393670702702316, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-3494520468788589, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-3565385483761681, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-3769010358500643, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-3805568091292313, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-4188807138211503, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-4573231550355221, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-4586415728471297, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-4770346047043508, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-4903453974745530, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-5717092533913515, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-6346866704322274, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-6623990572656718, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-7019376976432612, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-7279729872265667, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-7439041255533808, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-7538555282033458, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-8513389652387983, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-8536066741654249, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-8968579289092626, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-9685734445476814, RESELLER, f08c47fec0942fa0 google.com, pub-9829476400767085, RESELLER, f08c47fec0942fa0 groundtruth.com, 107, RESELLER, 81cbf0a75a5e0e9a gumgum.com, 11645, RESELLER, ffdef49475d318a9 improvedigital.com, 1010, RESELLER improvedigital.com, 1057, RESELLER improvedigital.com, 1129, RESELLER improvedigital.com, 1175, RESELLER improvedigital.com, 1210, RESELLER improvedigital.com, 1220, RESELLER improvedigital.com, 1221, RESELLER improvedigital.com, 1225, RESELLER improvedigital.com, 1227, RESELLER improvedigital.com, 1267, RESELLER improvedigital.com, 1341, RESELLER improvedigital.com, 1358, RESELLER improvedigital.com, 1532, RESELLER improvedigital.com, 1533, RESELLER improvedigital.com, 1668, RESELLER improvedigital.com, 1680, RESELLER improvedigital.com, 1781, RESELLER improvedigital.com, 1790, RESELLER improvedigital.com, 1863, RESELLER improvedigital.com, 1915, RESELLER improvedigital.com, 335, RESELLER improvedigital.com, 907, RESELLER indexexchange.com, 184349, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 184785, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 186318, RESELLER indexexchange.com, 189529, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 189855, RESELLER indexexchange.com, 191497, RESELLER indexexchange.com, 191503, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 191730, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 191740, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 192052, RESELLER indexexchange.com, 193091, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 193216, RESELLER indexexchange.com, 194273, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc indexexchange.com, 194558, RESELLER indexexchange.com, 194730, RESELLER indexexchange.com, 195921, RESELLER, 50b1c356f2c5c8fc inmobi.com, 2c392c58f53745a39c3ba5e150476245, RESELLER, 83e75a7ae333ca9d inmobi.com, 94d702ada29c4b059e9aca837748b9fc, RESELLER, 83e75a7ae333ca9d inmobi.com, bd02179e969a4e5f8d78ee9bb7439113, RESELLER, 83e75a7ae333ca9d instreamatic.com, 99, RESELLER italiaonline.it, 1583961, RESELLER italiaonline.it, 5999, RESELLER jfacassoc.com, 1630, RESELLER lemmatechnologies.com, 399, RESELLER, 7829010c5bebd1fb lijit.com, 215294, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 215294-eb, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 260380, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 308272, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 308272-eb, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 310770, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 327078, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 346012, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lijit.com, 397546, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b lkqd.com, 423, RESELLER, 59c49fa9598a0117 loopme.com, 11230, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b loopme.com, 11343, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b loopme.com, 11378, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b loopme.com, 11423, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b loopme.com, 11455, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b loopme.com, 11468, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b loopme.com, 5679, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b loopme.com, s-2411, RESELLER, 6c8d5f95897a5a3b markappmedia.site, 533994, RESELLER mars.media, 1010415, RESELLER, 8624339f102fb076 mars.media, 106054, RESELLER, 8624339f102fb076 media.net, 8CU5DERG1, RESELLER media.net, 8CUOP3R29, RESELLER nobid.io, 22487092286, RESELLER nsightvideo.com, 128388946, RESELLER, fd25240165056a01 nsightvideo.com, 134295479, RESELLER, fd25240165056a01 ogury.com, b1efeb16-b5ca-4788-8066-9be839b80a37, RESELLER onetag.com, 38980b46b0, RESELLER onetag.com, 3beb67743fabb4, RESELLER onetag.com, 461ee17dae8894d, RESELLER onetag.com, 59a18369e249bfb, RESELLER onetag.com, 5d49f482552c9b6, RESELLER onetag.com, 5d4e109247a89f6, RESELLER onetag.com, 5e18052625cfd00, RESELLER onetag.com, 6b859b96c564fbe, RESELLER onetag.com, 75601b04186d260, RESELLER onetag.com, 7f5d22b0006ab5a, RESELLER openx.com, 537100188, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 537145117, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 537149888, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 537153161, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 537153564, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 538959099, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 539624483, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 539625136, RESELLER openx.com, 539924617, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540022851, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540236498, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540274407, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540298543, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540634022, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540634628, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540866936, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 540899591, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 541177116, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 544015448, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 544096208, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 556532676, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 557083110, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 openx.com, 558758631, RESELLER, 6a698e2ec38604c6 opera.com, pub8115928507584, RESELLER, 55a0c5fd61378de3 outbrain.com, 0091fe362aaa8eb3f9423eda75ad9e1457, RESELLER outbrain.com, 00fe7cdd9f63b40ea93c0c4ae346bf4541, RESELLER projectagora.com, 109337, RESELLER pubmatic.com, 120391, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 137711, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 150561, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 154037, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 155967, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156030, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156077, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156084, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156177, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156212, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156319, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156344, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156400, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156439, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156538, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156557, RESELLER pubmatic.com, 156813, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 156962, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 157743, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 157866, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 158154, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 158355, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 158481, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 158723, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 158810, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 158937, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 159110, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 159463, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 160907, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 160925, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 160993, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 161546, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 161562, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 161593, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 162223, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 163238, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubmatic.com, 81564, RESELLER, 5d62403b186f2ace pubnative.net, 1006576, RESELLER, d641df8625486a7b quantum-advertising.com, 3688, RESELLER quantum-advertising.com, 6222, RESELLER quantum-advertising.com, 6228, RESELLER rhythmone.com, 1575167821, RESELLER rhythmone.com, 2564526802, RESELLER, a670c89d4a324e47 rhythmone.com, 2968119028, RESELLER, a670c89d4a324e47 rhythmone.com, 3611299104, RESELLER, a670c89d4a324e47 rhythmone.com, 3948367200, RESELLER, a670c89d4a324e47 rhythmone.com, 609241817, RESELLER, a670c89d4a324e47 rhythmone.com, 895733750, RESELLER, a670c89d4a324e47 richaudience.com, 1BTOoaD22a, RESELLER richaudience.com, 1ru8dKmJJV, RESELLER richaudience.com, Ua8BIWjxkR, RESELLER richaudience.com, lDF5XleM05, RESELLER richaudience.com, ns9qrKJLKD, RESELLER risecodes.com, 6022, RESELLER rtbhouse.com, SVD2r5gUFAzBORmXyKG5, RESELLER rtbhouse.com, nVdJduCsS7CDMIuzQrx9, RESELLER rubiconproject.com, 11006, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 11498, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 13132, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 13344, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 13510, RESELLER rubiconproject.com, 15994, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 16114, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 16414, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 16418, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 16568, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 16824, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 17130, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 17184, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 17250, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 17280, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 17328, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 17762, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 17960, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 18194, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 18304, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 18694, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 19116, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 19396, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 19814, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 20736, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 20744, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 22494, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 23844, RESELLER rubiconproject.com, 24600, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 25198, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 25230, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 8769, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 9753, RESELLER, 0bfd66d529a55807 rubiconproject.com, 9755, RESELLER, 0bfd66d529a55807 se7en.es, 212459, RESELLER, 064bc410192443d8 seedtag.com, 5a0b259648b7920900cf1f70, RESELLER sharethrough.com, 18fe5ee0, RESELLER, d53b998a7bd4ecd2 sharethrough.com, 3c670613, RESELLER, d53b998a7bd4ecd2 sharethrough.com, AXS5NfBr, RESELLER, d53b998a7bd4ecd2 sharethrough.com, OAW69Fon, RESELLER, d53b998a7bd4ecd2 sharethrough.com, TZ1ahFV8, RESELLER, d53b998a7bd4ecd2 showheroes.com, 339, RESELLER smaato.com, 1100004890, RESELLER, 07bcf65f187117b4 smaato.com, 1100029325, RESELLER, 07bcf65f187117b4 smaato.com, 1100044045, RESELLER, 07bcf65f187117b4 smaato.com, 1100047713, RESELLER, 07bcf65f187117b4 smartadserver.com, 1408, RESELLER smartadserver.com, 1827, RESELLER smartadserver.com, 2058, RESELLER smartadserver.com, 2161, RESELLER smartadserver.com, 2441, RESELLER smartadserver.com, 2491, RESELLER smartadserver.com, 2640, RESELLER smartadserver.com, 2883, RESELLER smartadserver.com, 3050, RESELLER smartadserver.com, 3296, RESELLER, 060d053dcf45cbf3 smartadserver.com, 3554, RESELLER smartadserver.com, 3668, RESELLER smartadserver.com, 3713, RESELLER smartadserver.com, 3785, RESELLER smartadserver.com, 4012, RESELLER smartadserver.com, 4016, RESELLER smartadserver.com, 4071, RESELLER smartadserver.com, 4073, RESELLER smartadserver.com, 4074, RESELLER smartadserver.com, 4111, RESELLER smartadserver.com, 4537, RESELLER, 060d053dcf45cbf3 smartclip.net, 11958, RESELLER smartstream.tv, 6459, RESELLER smilewanted.com, 2246, RESELLER smilewanted.com, 2825, RESELLER sonobi.com, 7b37f8ccbc, RESELLER, d1a215d9eb5aee9e sonobi.com, 83729e979b, RESELLER soundcast.fm, 5e3301babc6b5, RESELLER soundcast.fm, 63038ce281dfc, RESELLER sovrn.com, 257611, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b sovrn.com, 260380, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b sovrn.com, 308272, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b sovrn.com, 310770, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b sovrn.com, 327078, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b sovrn.com, 346012, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b sovrn.com, 397546, RESELLER, fafdf38b16bf6b2b spotim.market, 4446666, RESELLER, 077e5f709d15bdbb spotx.tv, 146631, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotx.tv, 153598, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotx.tv, 178357, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotx.tv, 202009, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotx.tv, 230037, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotx.tv, 244525, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotxchange.com, 146631, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotxchange.com, 153598, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotxchange.com, 178357, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotxchange.com, 202009, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotxchange.com, 230037, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 spotxchange.com, 244525, RESELLER, 7842df1d2fe2db34 sublime.xyz, 2031, RESELLER supply.colossusssp.com, 194, RESELLER, 6c5b49d96ec1b458 synacor.com, 82171, RESELLER, e108f11b2cdf7d5b targetspot.com, 291, RESELLER, feb28ed826dcf532 teads.tv, 14211, RESELLER, 15a9c44f6d26cbe1 themediagrid.com, BQ9PNM, RESELLER, 35d5010d7789b49d themediagrid.com, ERS3KO, RESELLER, 35d5010d7789b49d themediagrid.com, JALYWI, RESELLER, 35d5010d7789b49d themediagrid.com, OWYXGT, RESELLER, 35d5010d7789b49d themediagrid.com, PIFK3H, RESELLER, 35d5010d7789b49d themediagrid.com, UI4ZER, RESELLER, 35d5010d7789b49d tremorhub.com, 0cc6w-h2tvh, RESELLER, 1a4e959a1b50034a tremorhub.com, 0cc6w-stphr, RESELLER, 1a4e959a1b50034a tremorhub.com, ewut4-b6zwq, RESELLER, 1a4e959a1b50034a triplelift.com, 10521, RESELLER, 6c33edb13117fd86 triplelift.com, 13567, RESELLER, 6c33edb13117fd86 triplelift.com, 2792, RESELLER, 6c33edb13117fd86 triplelift.com, 8495, RESELLER, 6c33edb13117fd86 triplelift.com, 9979, RESELLER, 6c33edb13117fd86 tritondigital.com, 106423, RESELLER, 19b4454d0b87b58b tritondigital.com, 123193, RESELLER, 19b4454d0b87b58b tritondigital.com, 44733, RESELLER, 19b4454d0b87b58b verve.com, 15503, RESELLER, 0c8f5958fc2d6270 vi.ai, 987349031605160, RESELLER video.unrulymedia.com, 1767448067723954599, RESELLER video.unrulymedia.com, 2564526802, RESELLER video.unrulymedia.com, 3948367200, RESELLER video.unrulymedia.com, 609241817, RESELLER video.unrulymedia.com, 7491264956381456664, RESELLER vidoomy.com, 2252369, RESELLER viralize.com, 339, RESELLER viralize.com, 3828, RESELLER voicemediagroup.com, 1554, RESELLER xad.com, 958, RESELLER, 81cbf0a75a5e0e9a xandr.com, 10736, RESELLER xandr.com, 14674, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 xandr.com, 4009, RESELLER, f5ab79cb980f11d1 yahoo.com, 49648, RESELLER yahoo.com, 57289, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 57857, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 58578, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 58905, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 59040, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 59244, RESELLER yahoo.com, 59361, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 59531, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 59702, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yahoo.com, 59973, RESELLER, e1a5b5b6e3255540 yieldlab.net, 2172218, RESELLER yieldlab.net, 227224, RESELLER yieldlab.net, 495507, RESELLER yieldlab.net, 506261, RESELLER yieldlab.net, 5494672, RESELLER yieldlab.net, 5798882, RESELLER yieldlab.net, 6374282, RESELLER yieldlab.net, 6378054, RESELLER # END ads.txt - vocidallastrada.org - 2023-10-18 14:39:45