11 ottobre 2018
L’esplosione del debito pubblico senza un prestatore di ultima istanza
I trattati europei e l’euro, imponendo austerità e inibendo l’implementazione di politiche economiche su misura per le necessità dei singoli Paesi, hanno ottenuto il risultato opposto a quello previsto dai decisori politici e dalla dirigenza della Banca d’Italia negli anni’80 e ’90: il debito pubblico italiano è aumentato.
Il debito pubblico è in Italia uno dei temi principali, se non il principale, attorno al quale ruotano il dibattito economico e le scelte politiche. Il debito pubblico, giudicato eccessivo, è stata una delle motivazioni per l’adesione all’euro e ai trattati europei, allo scopo di costringere governi e parlamenti a una maggiore disciplina di bilancio, incidendo anche oggi sulle scelte di spesa e di politica economica. La maggior parte del debito pubblico attuale si è formata tra l’inizio degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, raddoppiando dal 59,9% sul Pil del 1981 al 124,9% del 1994. Nonostante i vincoli europei alla spesa pubblica, oggi il debito risulta superiore ai livelli dei primi anni ’90, raggiungendo il 131,8% sul Pil contro il 75,7% della media Ue e il 79% della media dell’area euro, ed essendo inferiore in Europa al solo debito greco.
Il debito pubblico è in Italia uno dei temi principali, se non il principale, attorno al quale ruotano il dibattito economico e le scelte politiche. Il debito pubblico, giudicato eccessivo, è stata una delle motivazioni per l’adesione all’euro e ai trattati europei, allo scopo di costringere governi e parlamenti a una maggiore disciplina di bilancio, incidendo anche oggi sulle scelte di spesa e di politica economica. La maggior parte del debito pubblico attuale si è formata tra l’inizio degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, raddoppiando dal 59,9% sul Pil del 1981 al 124,9% del 1994. Nonostante i vincoli europei alla spesa pubblica, oggi il debito risulta superiore ai livelli dei primi anni ’90, raggiungendo il 131,8% sul Pil contro il 75,7% della media Ue e il 79% della media dell’area euro, ed essendo inferiore in Europa al solo debito greco.
10 ottobre 2018
L'imperialismo e i suoi complici: Dittatura e Democrazia negli Stati Uniti e nel mondo
Uno dei progressi storici più sorprendenti nel mondo dell'imperialismo occidentale (di Stati Uniti e Unione europea) è la scomparsa e la dissoluzione dei grandi movimenti anti-imperialisti e anti-interventisti (AIM) che funzionavano da anni.
Una delle ragioni principali di questa disfatta è la limitata disponibilità o incapacità dei movimenti di affrontare le élite imperiali emerse dalle elezioni e impegnate in guerre regionali contro regimi nazionalisti dittatoriali o autoritari.
In questo articolo ci occuperemo di delineare la dimensione del problema. Successivamente, analizzeremo le conseguenze politiche ed economiche dei mali politici dell'AIM. Finiremo questo lavoro con la proposta di alternative all'attuale impasse.
Una delle ragioni principali di questa disfatta è la limitata disponibilità o incapacità dei movimenti di affrontare le élite imperiali emerse dalle elezioni e impegnate in guerre regionali contro regimi nazionalisti dittatoriali o autoritari.
In questo articolo ci occuperemo di delineare la dimensione del problema. Successivamente, analizzeremo le conseguenze politiche ed economiche dei mali politici dell'AIM. Finiremo questo lavoro con la proposta di alternative all'attuale impasse.
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9 ottobre 2018
Non esiste un "terrorismo" palestinese
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Manifestazione contro gli insediamenti israeliani, a Nabi Saleh, vicino a Ramallah, il 4 settembre. Foto Mohamad Torokman |
C'è una popolazione che si difende da nemici esterni che vengono per attaccare, rubare e, se possibile, eliminarla.
Quando un popolo viene invaso, occupato e colonizzato da forze esterne, sono queste forze esterne che agiscono come "terroriste". E coloro che subiscono questa aggressione usano i mezzi che sono alla loro portata per difendersi.
Quindi non c'è, da parte loro, nessuna intenzione o comportamento "terroristico". Solo l'assoluta determinazione a non sottomettersi alla violenza dell'occupante e a difendere la propria terra, la propria famiglia, la propria vita, con una resistenza radicale che può assumere vari aspetti.
Un potere rivoluzionario per guarire
Il 9 ottobre 1967, nella Bolivia meridionale, vicino al desolato villaggio di La Higuera, l’esercito boliviano, in base a istruzioni avute dal governo degli Stati Uniti, tese una trappola all’isolata colonna di guerriglieri guidata da Ernesto ‘Che’ Guevara.
Il Che, uno degli eroi della Rivoluzione Cubana del 1959, credeva che Cuba, situata soltanto a 90 miglia dalla terraferma degli Stati Uniti, sarebbe rimasta vulnerabile, a meno che altre rivoluzioni non avessero avuto successo nel mondo. La sua reazione al violento bombardamento americano del Vietnam, era stata simile, non sufficiente a difendere il Vietnam, aveva detto, ma era necessaria ‘per creare due, tre, molti Vietnam’. Il fallimento di scatenare la rivoluzione in Congo, portò il Che in Bolivia, dove l’esercito di quel paese lo prese in trappola. Alla fine fu catturato e portato in un edificio scolastico. Mario Terán Salazar un soldato, fu incaricato dell’assassinio. Il Che guardò quell’uomo che tremava: “Calmati e prendi bene la mira,” gli disse. “Stai per uccidere un uomo.” Il Che morì in piedi.
"Hasta la Victoria siempre, mio caro Che"
Sono quattordici anni che vedo morire esseri così immensamente amati, che oggi mi sento stanca di vivere, credo di aver vissuto abbastanza, il sole non mi sembra tanto bello, la palma ... non provo piacere nel vederla; a volte, come ora, nonostante la vita mi piaccia così tanto che per queste due cose vale la pena di aprire gli occhi ogni mattina, ho voglia di tenerli chiusi, come loro, come te.
8 ottobre 2018
Antonio Ingroia, dal caso Correa-Balda alla trattativa Stato-mafia
Intervista esclusiva all’ex procuratore di Palermo, un protagonista della giustizia
Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo ed oggi avvocato, assieme ad altri legali sudamericani ed europei, su richiesta della Fondazione privata Instituto de Conocimiento Político y Económico, le scorse settimane si è recato a Quito per assistere, come osservatore internazionale, l'ex presidente dell'Ecuador Rafael Correa, attualmente sotto processo. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per comprendere gli aspetti più salienti di questo procedimento.
Un'analisi accurata, la sua, su quella che è la giustizia in quel Paese (dove la politicizzazione ha tergiversato la trasparenza e l’essenza dell'amministrazione della giustizia), basata anche su esperienze vissute in prima persona, con tanto di intimidazioni subite.
La conclusione drammatica che se ne ricava è che dagli Stati Uniti le politiche imperialiste verso l'America Latina non si traducono più in colpi armati, ma in colpi giudiziari, con delle conseguenze più che letali: per le democrazie, le economie ed i popoli.
Un'analisi accurata, la sua, su quella che è la giustizia in quel Paese (dove la politicizzazione ha tergiversato la trasparenza e l’essenza dell'amministrazione della giustizia), basata anche su esperienze vissute in prima persona, con tanto di intimidazioni subite.
La conclusione drammatica che se ne ricava è che dagli Stati Uniti le politiche imperialiste verso l'America Latina non si traducono più in colpi armati, ma in colpi giudiziari, con delle conseguenze più che letali: per le democrazie, le economie ed i popoli.
Tutti i droni di Sigonella
La Sicilia è sempre più trampolino di lancio di pericolose operazioni militari. I droni sono i nuovi strumenti di guerra e Sigonella è la loro capitale mondiale.
Oltre 550 attacchi con missili a guida laser e Gps; centinaia di omicidi extragiudiziali di presunti "combattenti Isis"; top secret il numero delle "vittime collaterali", donne, bambini, anziani rei di essersi trovati nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Questo il bilancio ufficiale delle operazioni in Libia condotte dal 2011 dalle forze armate USA con l'utilizzo dei droni killer, i famigerati MQ-9 "Reaper" (letteralmente macchina falciatrice), buona parte dei quali decollati dalla base aerea siciliana di Sigonella, ormai nota in ambito militare come la "capitale mondiale dei droni".
Oltre 550 attacchi con missili a guida laser e Gps; centinaia di omicidi extragiudiziali di presunti "combattenti Isis"; top secret il numero delle "vittime collaterali", donne, bambini, anziani rei di essersi trovati nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Questo il bilancio ufficiale delle operazioni in Libia condotte dal 2011 dalle forze armate USA con l'utilizzo dei droni killer, i famigerati MQ-9 "Reaper" (letteralmente macchina falciatrice), buona parte dei quali decollati dalla base aerea siciliana di Sigonella, ormai nota in ambito militare come la "capitale mondiale dei droni".
"Il patto sporco"
Di Matteo: ''Berlusconi continuò a pagare Cosa nostra anche da Premier''
Il processo trattativa Stato-mafia, le motivazioni della sentenza, le inchieste sulle stragi, la sparizione dell'Agenda Rossa, le parole di Papa Francesco. Il sostituto procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo, parla di tutto questo con Paolo Borrometi, nell'intervista fiume rilasciata andata in onda suTg2000, il telegiornale di Tv2000. L'occasione è stata data dalla presentazione del suo libro, ‘Il patto sporco’, scritto con il giornalista (e nostro editorialista) Saverio Lodato.
Il processo trattativa Stato-mafia, le motivazioni della sentenza, le inchieste sulle stragi, la sparizione dell'Agenda Rossa, le parole di Papa Francesco. Il sostituto procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo, parla di tutto questo con Paolo Borrometi, nell'intervista fiume rilasciata andata in onda suTg2000, il telegiornale di Tv2000. L'occasione è stata data dalla presentazione del suo libro, ‘Il patto sporco’, scritto con il giornalista (e nostro editorialista) Saverio Lodato.
7 ottobre 2018
L’Italia distruggerà l’eurozona?
Il dibattito critico sull’euro è mainstream in Italia. L’attuale governo è una coalizione che comprende le tradizioni politiche sovraniste di sinistra e di destra. L’economia è l’epicentro della discussione.
Fino all’inizio di questa settimana, il governo italiano ha tenuto fermi i suoi fondamentali impegni su una maggior redistribuzione e un minor carico fiscale. Tutto ciò ha spaventato i mercati, e da maggio 2018 i rendimenti dei titoli pubblici è raddoppiato. Le agenzie internazionali di rating e i mercati stanno esercitando ulteriori pressioni. La Commissione europea richiede, ancora una volta, disciplina fiscale.
Il professor Cesaratto ha contribuito in maniera importante al dibattito post-keynesiano, concentrando l’attenzione sulla teoria della crescita e dell’innovazione, sulle riforme delle pensioni, sull’economia monetaria e la crisi europea. Per questa ragione, è anche una fonte spesso citata in quello che adesso è il dibattito euro-critico, ormai divenuto mainstream in Italia.
Fino all’inizio di questa settimana, il governo italiano ha tenuto fermi i suoi fondamentali impegni su una maggior redistribuzione e un minor carico fiscale. Tutto ciò ha spaventato i mercati, e da maggio 2018 i rendimenti dei titoli pubblici è raddoppiato. Le agenzie internazionali di rating e i mercati stanno esercitando ulteriori pressioni. La Commissione europea richiede, ancora una volta, disciplina fiscale.
Il professor Cesaratto ha contribuito in maniera importante al dibattito post-keynesiano, concentrando l’attenzione sulla teoria della crescita e dell’innovazione, sulle riforme delle pensioni, sull’economia monetaria e la crisi europea. Per questa ragione, è anche una fonte spesso citata in quello che adesso è il dibattito euro-critico, ormai divenuto mainstream in Italia.
4 ottobre 2018
Discorso del presidente cubano all'ONU: «La natura irrevocabile del socialismo sarà ratificata»
Discorso integrale di Miguel Díaz-Canel Bermúdez (nella foto), Presidente della Repubblica di Cuba, al dibattito generale della 73ª Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.New York, 26 settembre 2018
Signora Presidente,
Signor Segretario Generale,
È impossibile essere qui, parlare da questa tribuna a nome di Cuba e non ricordare i momenti storici dell'Assemblea Generale che sono anche parte dei nostri ricordi più cari: Fidel Castro, Che Guevara, Raúl Castro e il "Cancelliere della dignità", Raúl Roa, solo per menzionare i più significativi, che hanno portato qui non solo la voce del nostro popolo, ma anche la voce di altri popoli latinoamericani e caraibici, africani, asiatici, non allineati, con i quali abbiamo condiviso più di mezzo secolo di lotte per un giusto ordine internazionale, che è ancora lontano dall'essere raggiunto.
Signora Presidente,
Signor Segretario Generale,
È impossibile essere qui, parlare da questa tribuna a nome di Cuba e non ricordare i momenti storici dell'Assemblea Generale che sono anche parte dei nostri ricordi più cari: Fidel Castro, Che Guevara, Raúl Castro e il "Cancelliere della dignità", Raúl Roa, solo per menzionare i più significativi, che hanno portato qui non solo la voce del nostro popolo, ma anche la voce di altri popoli latinoamericani e caraibici, africani, asiatici, non allineati, con i quali abbiamo condiviso più di mezzo secolo di lotte per un giusto ordine internazionale, che è ancora lontano dall'essere raggiunto.
Grandi proteste in Argentina contro il governo Macri e il FMI
Grande partecipazione al 4° sciopero nazionale di 36h che ha avuto inizio lunedì pomeriggio in Argentina convocato da diverse centrali sindacali, organizzazioni di sinistra e comuniste, movimenti sociali, contro i nuovi tagli e le politiche di austerità attuate e in preparazione del governo antipopolare di Macri. Raduni, manifestazioni, blocchi stradali si sono svolti lunedì (24 settembre) e ieri (martedì 25) nella capitale Buenos Aires con un atto in Plaza de Mayo partecipato da 500.000 lavoratori e in altre città con lo sciopero generale che ha avuto un grande successo in diversi settori del pubblico e privato. Chiuse le banche, paralizzati i trasporti, così come i servizi pubblici e il settore industriale privato.
In modo massiccio i lavoratori, disoccupati e pensionati, sono scesi in strada denunciando il cosiddetto "piano di salvataggio" di 3 anni accordato con il Fondo Monetario Internazionale col prestito di 50 miliardi di dollari in cambio di draconiane riforme per raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit e inflazione.
In modo massiccio i lavoratori, disoccupati e pensionati, sono scesi in strada denunciando il cosiddetto "piano di salvataggio" di 3 anni accordato con il Fondo Monetario Internazionale col prestito di 50 miliardi di dollari in cambio di draconiane riforme per raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit e inflazione.
1 ottobre 2018
Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Il 26 settembre alla Assemblea dell'ONU i presidenti di Venezuela, Cuba e Bolivia hanno parlato contro la politica dei blocchi economici, delle invasioni, delle ingerenze, portate avanti dagli Stati Uniti d'America.
Il presidente cubano Díaz-Canel:
Il presidente cubano Díaz-Canel:
"i principali problemi che affliggono il mondo sono il risultato del capitalismo, in particolare dell'imperialismo e del neoliberismo. L'egoismo e l'esclusione che accompagnano questo sistema, sociale e culturale favoriscono l'accumulo di ricchezza nelle mani di pochi a scapito della maggioranza e causano sfruttamento e miseria. L'attuale Amministrazione statunitense, in un nuovo sfoggio di politica imperiale, attacca il Venezuela con speciale ferocia. Ribadiamo il nostro assoluto sostegno alla Rivoluzione Bolivariana e al legittimo governo del presidente Maduro."
29 settembre 2018
Chi diavolo siamo? A proposito della legge che definisce Israele uno 'Stato-nazione del popolo ebraico'
Uri Avnery (10.09.1923 - 20.08.2018)
con Arafat (1929-2004)
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Anni fa, ho avuto una discussione amichevole con Ariel Sharon.
Gli dissi: "Sono prima di tutto un israeliano e poi un ebreo. "
Punto sul vivo, rispose: "Io sono prima ebreo e solo dopo israeliano!"
28 settembre 2018
Ponte Morandi: Continuano a prenderci in giro!
Persino il New York Times ha visto il video integrale del crollo. Ma noi non possiamo vederlo. Perchè?
27 settembre 2018
La storia più plausibile e ragionevole della Palestina e di Israele
La storia che sta dietro alla Palestina e a Israele è una storia di colonialismo di insediamento di ebrei europei – cioè, sionismo. E dato che il razzismo è un sintomo e uno strumento del colonialismo di insediamento, il sionismo è visto anche come antisemitismo, e come supremazia etnica o ebraica, arabofobia e islamofobia.
La triangolazione di antisemitismo, islamofobia e arabofobia nella storia della Palestina e di Israele è parte del movimento coloniale di insediamento del sionismo e non è una “nuova storia” nel senso di come il termine è stato presentato dallo storico israeliano Benny Morris nel 1980 per rendere umane, nel discorso accademico israeliano, le vittime del sionismo. Riflette semplicemente una terminologia moderna e comprende eventi storici che la mentalità sionista in buona misura ancora non accetta.
La triangolazione di antisemitismo, islamofobia e arabofobia nella storia della Palestina e di Israele è parte del movimento coloniale di insediamento del sionismo e non è una “nuova storia” nel senso di come il termine è stato presentato dallo storico israeliano Benny Morris nel 1980 per rendere umane, nel discorso accademico israeliano, le vittime del sionismo. Riflette semplicemente una terminologia moderna e comprende eventi storici che la mentalità sionista in buona misura ancora non accetta.
26 settembre 2018
Perché Israele demolisce: Khan Al-Ahmar come rappresentazione di un genocidio più vasto
Come avvoltoi, i soldati israeliani sono calati su Khan Al-Ahmar il 14 settembre, ricreando una scena sinistra con la quale gli abitanti di questo piccolo villaggio palestinese, situato a est di Gerusalemme, sono fin troppo familiari.
La posizione strategica di Khan Al-Ahmar fa sì che la storia che sta alle spalle dell’imminente demolizione israeliana del pacifico villaggio sia unica fra le distruzioni di case e vite palestinesi in tutta Gaza assediata e nella Cisgiordania occupata.
La posizione strategica di Khan Al-Ahmar fa sì che la storia che sta alle spalle dell’imminente demolizione israeliana del pacifico villaggio sia unica fra le distruzioni di case e vite palestinesi in tutta Gaza assediata e nella Cisgiordania occupata.
Nel corso degli anni, Khan Al-Ahmar, una volta parte di un vasto e continuo paesaggio palestinese, è risultato sempre più isolato. Decenni di colonizzazione israeliana di Gerusalemme Est e della Cisgiordania hanno lasciato Khan Al-Ahmar intrappolato tra massicci progetti coloniali israeliani in grande espansione: tra gli altri Ma’ale Adumim e Kfar Adumin.
Lo sfortunato villaggio, l’adiacente scuola e i suoi 173 residenti sono l’ultimo ostacolo al progetto ‘E1 Zone’, un piano israeliano che mira a collegare le colonie ebraiche illegali della Gerusalemme Est occupata con Gerusalemme Ovest, tagliando così del tutto fuori Gerusalemme Est dalle adiacenti aree palestinesi in Cisgiordania.
23 settembre 2018
Ahed Tamimi: "Ogni palestinese resiste all'occupazione dalla nascita"
Ahed Tamimi, 17 anni, icona della resistenza palestinese a Israele, ha rilasciato un'intervista a France 24 durante la sua visita in Francia e mentre era ospite d'onore del Festival dell'Umanità che si è appena tenuto alla Courneuve, nella Seine-Saint-Denis.
19 settembre 2018
Venezuela, la sfida di Maduro al Capitale riguarda tutti. Anche l'Italia
Sono oramai quasi 20 anni che il Venezuela bolivariano ha lanciato la sua sfida al potere, sia sul piano politico - mettendo in questione l'imperialismo statunitense in America latina e altrove - sia su quello economico - opponendosi alle politiche delle istituzioni finanziarie internazionali che hanno sparso miseria e morte nel mondo intero, costituendo fra l'altro uno dei fattori propulsivi delle migrazioni internazionali. Tali politiche hanno aggravato le disparità in tutto il mondo, facilitato la devastazione dell'ambiente, costretto centinaia di milioni di persone alla fame e alla disperazione. Esse costituiscono un vero e proprio cappio al collo di moltissimi Paesi, non più solamente del cosiddetto Terzo mondo, come dimostrato dalle vicende greche e, in prospettiva, da quelle italiane, a prescindere dall'inevitabile giudizio negativo sull'immangiabile marmellata fascio-leghista con spruzzate di velleitarisimo pentastellato.
La sfida del Venezuela ha registrato per tutto un primo periodo una serie di indiscutibili successi, anche sul piano economico, come dimostrato fra l'altro dai giudizi positivi espressi dalle agenzie internazionali in settori fondamentali come quelli dell'alimentazione e dalla riduzione dei tassi di povertà.
La sfida del Venezuela ha registrato per tutto un primo periodo una serie di indiscutibili successi, anche sul piano economico, come dimostrato fra l'altro dai giudizi positivi espressi dalle agenzie internazionali in settori fondamentali come quelli dell'alimentazione e dalla riduzione dei tassi di povertà.
18 settembre 2018
Certan contro il governo: “Sui vaccini sperimentazione di massa come nel nazismo”
«Mai pensavo si arrivasse a tanto... e qui i vaccini non contano nulla, la scienza neppure, il dibattito è tutto su un altro livello, livello di sperimentazione di massa...». Così l’assessore all’istruzione e cultura della Valle d’Aosta Chantal Certan con un post su facebook si scaglia contro il decreto del Governo sulle vaccinazioni obbligatorie.
«Mai vista - rincara l’esponente del movimento autonomista Alpe - una cosa del genere in nessun paese europeo, anzi sì... vi è già stato un ventennio in Europa in cui uno con due baffetti faceva sperimentazione su uomini, donne e bambini... pensavo appartenesse al passato».Immediata la reazione del Partito democratico della Valle d’Aosta che chiede le dimissioni dell’assessore.
Ponti crollati e ponti bombardati
«L'immagine è davvero apocalittica, sembra che una bomba sia caduta sopra questa importantissima arteria»: così un giornalista ha descritto il ponte Morandi appena crollato a Genova, stroncando la vita di decine di persone.
Parole che richiamano alla mente altre immagini, quelle dei circa 40 ponti serbi distrutti dai bombardamenti Nato del 1999, tra cui il ponte sulla Morava meridionale dove due missili colpirono un treno facendo strage dei passeggeri.
Per 78 giorni, decollando soprattutto dalle basi italiane fornite dal governo D'Alema, 1100 aerei effettuarono 38 mila sortite, sganciando 23 mila bombe e missili. Furono sistematicamente smantellate le strutture e infrastrutture della Serbia, provocando migliaia di vittime tra i civili.
Parole che richiamano alla mente altre immagini, quelle dei circa 40 ponti serbi distrutti dai bombardamenti Nato del 1999, tra cui il ponte sulla Morava meridionale dove due missili colpirono un treno facendo strage dei passeggeri.
Per 78 giorni, decollando soprattutto dalle basi italiane fornite dal governo D'Alema, 1100 aerei effettuarono 38 mila sortite, sganciando 23 mila bombe e missili. Furono sistematicamente smantellate le strutture e infrastrutture della Serbia, provocando migliaia di vittime tra i civili.
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