Nel loro accelerato processo di putrefazione morale, i portavoce della destra e la stampa egemonica dell’Argentina si stracciano le vesti di fronte alla scalata violenta che sta avendo luogo in questi ultimi giorni nel quadro delle proteste per la sparizione forzata di Santiago Maldonado (giovane sparito in agosto durante la repressione di una protesta del popolo mapuche, n.d.t.).
Nella città di Buenos Aires e in El Bolson (cittadina della provincia meridionale del Chubut, n.d.t.) le manifestazioni contro questo fatto, un mese dopo, sono finite con gravi scontri tra alcuni gruppi usciti da pacifiche manifestazioni di massa – che nel caso di Buenos Aires hanno visto centinaia di migliaia di persone nella Plaza de Mayo – e le forze di sicurezza.
Rovesciato l’11 settembre 1973 con un cruento golpe militare che né il suo governo né i partiti popolari erano in condizioni di affrontare, Salvador Allende entrò nella storia, tuttavia, con il piglio di un leader vittorioso. La sua eredità politica e morale fornisce insegnamenti importanti per i rivoluzionari di oggi. In primo luogo, la sua coerenza politica ed il suo coraggio personale, che gli fecero impugnare il fucile per resistere alla Moneda insieme ad un pugno di coraggiosi. Con le sue stesse parole: pagava con la sua vita la lealtà del popolo. La sua immolazione fu un atto cosciente di ribellione per non umiliarsi davanti al tradimento e al crimine dei generali e degli ammiragli. In altre circostanze avrebbe sicuramente guidato la resistenza di un popolo armato e di unità militari costituzionaliste. L’unica cosa che non passò per la mente di Allende nel palazzo in fiamme fu di arrendersi e di negoziare le condizioni di un onorevole esilio. I suoi ultimi messaggi per radio e la sua decisione finale lo coprirono di gloria e, allo stesso tempo, seppellirono nell’infamia i golpisti, la cui vigliaccheria morale venne confermata dai loro crimini e dall’arricchimento illecito dei terribili anni che seguirono. Non fu solo il suo coraggio e la sua coerenza. Salvador Allende lasciò anche altri insegnamenti.
Devo ammettere che sui vaccini non ho alcuna certezza, non ho nemmeno competenze scientifiche per affermarne l’assoluta validità, oppure per denunciarne rischi accertati. Però in questa strana storia molte cose non tornano, le ambiguità abbondano e le bufale ben orchestrate e indecifrabili dell’informazione mediatica addensano la nebbia sulle verità.
Il vaccino sembra comunque essere diventato il nuovo dogma di fede, dogma di Stato, verità scientifica rivelata e imposta ai fedeli come principio sacrosanto.
Naturalmente come ogni fede assoluta suscita ribellioni eretiche e diserzioni agnostiche, scatena fanatismi da entrambi i versanti, con tutte le deviazioni del caso. Perché dunque tutta questa ansia, questo fanatismo, del tipo chi non si vaccina con me peste lo colga?
Sarebbe meglio invece spiegare pacatamente all’opinione pubblica quali studi hanno portato a decidere l’obbligatorietà di ben 10 vaccini nel primo anno di vita, cosa si sa delle possibili complicazioni, e come fare per evitarle.
"Qual è la cosa più importante per la storia del mondo?I talebani o il crollo dell'impero sovietico?" È la risposta di chi era il consulente per la sicurezza del presidente Jimmy Carter, Zbigniew Brzezinski, alla domanda della rivista francese Le Nouvel Observateur (21 gennaio 1998) sulle atrocità commesse dai jihadisti di al-Qaeda.Un'aberrante mancanza di etica di individui che distruggono la vita di milioni di persone per raggiungere i loro obiettivi.
In questa intervista, Brzezinski confessa un'altra realtà: che i jihadisti non entrarono dal Pakistan per liberare il loro paese dagli occupanti sovietici infedeli, ma che sei mesi prima dell'ingresso dell'Armata Rossa in Afghanistan gli Stati Uniti hanno lanciato l'Operazione Ciclone, il 3 di Luglio 1979, inviando 30.000 mercenari armati anche di missili Stinger, in Afghanistan per devastare il paese, diffondere il terrore, rovesciare il governo marxista del dottor Nayibolá e piazzare una trappola per l'URSS: trasformandola nel suo Vietnam.E ci sono riusciti.Sul loro cammino, hanno violentato migliaia di donne, hanno decapitato migliaia di uomini e hanno causato la fuga di 18 milioni di persone dalle loro case.Caos che continua ancora oggi.
Il rapporto dell'audit sul debito "nascosto" del Mozambico (2 miliardi di dollari) eseguito su richiesta del procuratore generale del paese, ha cominciato a circolare da fine giugno 2017, con molti mesi di ritardo.Solo le conclusioni sono disponibili in questo momento.Essi sono chiari: al di là dei limiti imposti dal gabinetto statunitense Kroll: gran parte di questi prestiti sono illegittimi. Questa revisione è stata richiesta dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per riprendere il proprio sostegno al bilancio alle autorità del Mozambico, interrotto nell'aprile del 2016, quando è stato scoperto questo debito "nascosto".
«A Riccardo Dura spararono un unico colpo alla nuca. Non andò come dissero i carabinieri». Così rivela all'Espresso Luigi Grasso, autore della denuncia che ha riaperto l'inchiesta sull'irruzione del 1980 nel covo genovese delle Br. Un blitz che interessa anche alla Commissione Moro: nell'appartamento sarebbero stati nascosti documenti del presidente Dc. Ma nei rapporti successivi all'operazione non ve ne è traccia
Un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Genova riapre le indagini sull'irruzione dei carabinieri nel covo delle Brigate rosse di via Fracchia, trentasette anni dopo il blitz in cui persero la vita quattro esponenti della colonna genovese delle Brigate rosse. Sul covo genovese delle Br si stanno concentrando anche le indagini della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e l'uccisione di Aldo Moro: nell'archivio brigatista sarebbero stati tenuti documenti relativi alla prigionia dello statista ucciso il 9 maggio 1978.
Guerra nucleare con la Corea del Nord. Guerra fredda II con la Russia. Guerra sporca in Yemen. Guerra indefinita in Afghanistan. Guerra economica contro il Venezuela. Guerra retorica con l'Iran. Guerra dei muri con il Messico. Guerra razziale negli Stati Uniti. Per essere il presidente che ha promesso "nessun intervento" e "l'America prima di tutto", in soli otto mesi Donald Trump è diventato il re delle guerre. E dietro c'è l'intero settore militare statunitense e le sue imprese miliardarie che sbavano alla prospettiva di espandere e ampliare il potere militare USA.Per la prima volta nella storia contemporanea del paese, Trump ha militarizzato la Casa Bianca, piazzando i generali nelle più importanti posizioni del gabinetto presidenziale per le politiche di sicurezza e di difesa e demandando al Pentagono le decisioni dirette sulle operazioni di combattimento. Il suo capo di Stato maggiore, John Kelly, è un generale dei marines che per un breve periodo ha anche ricoperto la carica di Segretario alla Sicurezza nazionale di Trump - inasprendo le politiche antimigratorie – ed è stato anche a capo del Comando Sud dal 2012 al 2016, quando Washington ha intensificato la sua politica aggressiva contro il Venezuela.
L’UE è un mastodonte politico con mire egemoniche e sempre più militarizzato, controllato dalla Germania. Bisogna che parliamo di Irexit. Sul serio. A infilare la testa nella porta di una delle innumerevoli riunioni in cui si discutono tutte le questioni legate alla Brexit, l’unica parola che non si osa pronunciare è Irexit. La follia dei Britannici? Certo. Quanto sono male organizzati e divisi? Naturale. Quanto le loro aspettative sono irrealistiche? Certamente.
Con poche, notevoli eccezioni, l’ Irlanda “ufficiale” si è bevuta lo spin. Ha reso l’Unione Europea custode dei nostri interessi nazionali. Ha ceduto la responsabilità dei negoziati sulla nostra futura relazione con il Paese che ci è più vicino e con lo Stato che è il nostro più grande partner commerciale. Tutto questo non ha senso. I rischi del negoziare l’approvazione dell’ “Europa” sugli interessi a lungo termine del Paese sono enormi.
Nel corso del week-end Sputnik ha pubblicato un articolo sull’accordo dal valore di 800.000 dollari siglato tra il leader tecnologico della Silicon Valley e la UK Press Association per il progetto «Digital News Initiative», un progetto triennale di Google dal valore di 170 milioni di dollari, che comprende tra i suoi numerosi obiettivi, la creazione di «informazioni» automatizzate o scritte dai robot. Questo specifico programma è formalmente conosciuto con il nome di «Reporters and Data and Robots», o RADAR, e, in base a quanto è stato già scritto, i «giornalisti robot» progettati da Google si serviranno di open source paragonabili a quelle impiegate dei governi e dalla polizia per produrre dei rapporti che in seguito invieranno agli altri media per la loro diffusione o che serviranno da base per articoli scritti da persone in carne e ossa.
“Il Mossad ha usato due furgoni nell’attacco sulle Ramblas di Barcellona, e sono arrivati entrando dalla strada laterale e non dal centro. Il primo furgoncino era telecomandato da Richmond (USA). Il secondo, quello con la pubblicità, lo hanno messo a bloccare la zona “.
A prima vista potrebbe sembrare una semplice "intuizione artistica", ovvero un piccolo lampo di genio, da parte di un artista che cerca di prevedere come sarà il mondo in cui vivremo domani.
Ma nella serie di nuove monete "immaginate" dall'artista francese Jade Dalloul c'è sicuramente qualcosa di più di una semplice intuizione. Si tratta infatti di una nuova moneta sulla quale non compaiono più i volti dei personaggi storici delle varie nazioni che emettono quella moneta, ma compaiono i volti di noti personaggi internazionali come Steve Jobs, Mark Zuckenberg, Larry Page o Bill Gates. Sono rispettivamente il fondatore della Apple, di Facebook, di Google e di Microsoft, ovvero i nuovi potenti del terzo millennio.
E poi ci sono anche grossi personaggi di famose multinazionali, come il fondatore di Mc Donald's, Ray Kroc, il padrone della catena Starbucks, Kevin Johnson, o l'AD della Shell, Ben van Beurden.
In quale direzione si muoverà la lotta all’evasione fiscale dopo la fine del segreto bancario? Nello scenario spicca anche l’addio al denaro contante: il punto del consulente finanziario Paolo Cardenà. È la fine di un’era: l’addio al segreto bancario segna un nuovo passo verso una lotta concreta all’evasione fiscale internazionale. Noti paradisi fiscali si sono redenti con l’adozione del CRS e molti altri Paesi ancora si stanno muovendo verso lo standard dello scambio automatico di informazioni. Abbiamo chiesto a Paolo Cardenà, consulente finanziario e private banker dei maggiori gruppi bancari italiani ben noto tra gli appassionati di finanza anche grazie al suo famoso blog Vincitori e Vinti, in che modo e in quale misura la fine del segreto bancario sancisca la fine dell’evasione fiscale internazionale, passando dall’effettiva capacità dei sistemi di supportare tali informazioni alla necessità di una normativa chiara e condivisa che non lasci i contribuenti e le imprese nella gabbia del Fisco.
È l’ultima frontiera dell’intossicazione mediatica: promuovere o, addirittura, commissionare video che “smascherano” complotti utilizzando “prove” così palesemente false o inconsistenti da neutralizzare ogni pur serio tentativo di mettere in dubbio la Verità ufficiale. Una strategia già segnalata, anni fa, dall’ottimo Massimo Mazzucco e che ha cominciato a marciare a pieno regime con la diffusione di un falso-falso video attribuito allo staff del senatore McCain e soprattutto con i falsi-falsi video dellastrage al Bataclan (da noi analizzati qui). Video che, come quelli prodotti per altre stragi che hanno insanguinato l’Europa, pretendono di dimostrare come queste siano null’altro che sceneggiate realizzate con l’utilizzo degli ormai famigerati “Crisis Actors” e cioè comparse, – spesso mutilate di braccia o gambe – solitamente utilizzate per rendere più “verosimili” esercitazioni militari o di Protezione civile.
Il prossimo 1° settembre inizieranno le attività del nuovo Centro di Coordinamento Strategico della North Atlantic Treaty Organization (NATO: Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) di Napoli che, poi, verrà inaugurato ufficialmente il successivo 5 settembre. Il nuovoHub, come viene definito in gergo militare,si occuperà di coordinare le azioni della NATO nelle aree sud ed est del Mediterraneo: Medio Oriente, Africa settentrionale,Sahel, Africa subsahariana. In pratica, si tratta dellearee attualmente di maggior interesse per i Paesi dell’Alleanza Atlantica. Il comando del nuovo Centro di Direzione Strategica è affidato all’Ammiraglio Michelle Howard, della Marina degli Stati Uniti.
Questa è una richiesta: che si faccia un’inchiesta pubblica sugli attuali livelli di debito privato.
Ormai da quasi dieci anni abbiamo vissuto in una menzogna. E questa bugia sta per infliggere enormi danni alla nostra economia. Se non apriamo un dibattito imparziale riguardo a quello che sta davvero accadendo, i risultati potrebbero essere disastrosi. La bugia a cui mi riferisco è l’idea che la crisi finanziaria del 2008 e la seguente “Grande Recessione” siano state causate dalle scriteriate spese dei governi e dal debito pubblico che ne sarebbe derivato. In realtà, la vera causa è l’esatto opposto. La crisi si è verificata a causa di livelli pericolosamente alti di debito privato (in particolare una crisi dei mutui). Inoltre – e questo è quello che non si deve mai dire – il livello del debito pubblico e del debito privato sono inversamente proporzionali.
Essendo una persona che insegna regolarmente la filosofia politica di Martin Luther King, Jr,. spesso trascorro del tempo a discutere con gli studenti i modi in cui le idee del Dottor King sono estratte da un contesto e trasformate in citazioni per sostenere le posizioni che lui stesso non avrebbe preso. L’esempio più ovvio è il modo in cui la sua riga più memorabile del discorso “Ho un sogno” sul non giudicare le persone basandosi sul colore della loro pelle ma sul contenuto del loro carattere, è usato per giustificare attacchi contro una discriminazione costruttiva – una politica che certamente sosteneva – oppure citava in modo da dichiarare che la strada migliore verso la giustizia razziale è di ignorare in qualche modo la razza e di diventare privo di pregiudizi razziali. La violenza dei suprematisti bianchi a Charlottesville è la prova che ora non possiamo semplicemente cercare di ignorare i problemi del razzismo ora.
Pablo Sepúlveda Allende, nipote del presidente cileno vittima di un golpe fascista nel 1973, denuncia ai microfoni di teleSUR, che in Venezuela vengono applicate le stesse strategie golpiste di allora. Pablo Sepúlveda Allende è un medico cileno, nipote del presidente Salvador Allende spodestato 43 anni fa da un colpo di stato fascista con il supporto degli Stati Uniti d’America. Intervistato da teleSUR, nell’ambito del programma ‘Siete Preguntas’, Pablo Sepúlveda Allende ha evidenziato come la guerra non convenzionale, l’accaparramento di prodotti di prima necessità, i sabotaggi e il contrabbando, facciano parte di quella stessa strategia applicata in Cile nel 1973 per rovesciare il legittimo governo guidato da Salvador Allende.
«Vi sono molte similitudini, molte somiglianze, soprattutto gli attacchi destabilizzanti della destra - spiega il nipote del presidente cileno - dell’oligarchia nazionale e del governo degli Stati Uniti. La guerra economica è molto simile, quello che sta accadendo attualmente in Venezuela, con la questione dei prezzi, la scarsità di cibo, l’accaparramento, il contrabbando, l’inflazione reale e indotta, è uguale a quello che accadde in Cile».
Nel dichiarare che la guerra in Afghanistan "continuerà finché avremo raggiunto la vittoria finale", il presidente Trump ha affermato insieme una grande verità e una grande bugia.
La grande verità è che i presidenti americani in politica estera non contano praticamente nulla. Già Obama era entrato alla Casa Bianca dichiarando di voler mettere fine all'invasione dell'Afghanistan, ma dopo pochi mesi si era trovato a fare marcia indietro, mandando invece altri 30.000 soldati proprio in quel territorio.
Anche Donald Trump aveva, fra le sue promesse elettorali, quella di "mettere fine all' invasione inutile e costosissima dell'Afghanistan", ma dopo pochi mesi ha invece dovuto dichiarare, appunto, che la guerra continua fino a nuovo ordine. Evidentemente c'è qualcosa che il neo presidenti non sanno, e che vengono ad apprendere soltanto dopo essere entrati nell'ufficio ovale.
Questo post dovrebbe essere letto come Parte 3 della serie che sto scrivendo sulle infamità compiute da Google, per cercare di comprendere dove potrà arrivare la nostra società se consentiremo ad una minoranza di miliardari-tecnocratici, estremamente ricchi e potenti, di prendere il controllo sociale della cultura, per adattarla alla loro visione ideologica usando la coercizione, la forza e la manipolazione. Ecco i link per la Parte 1e laParte 2.
Ho dovuto pensarci parecchio per scegliere il titolo di questo pezzo perché, dopo le elezioni del 2016, l’uso del termine “stato profondo” non è mai stato troppo associato ai cheerleaders di Trump e non mi sto riferendo a quelle persone che hanno votato per Trump – persone che posso comprendere e rispettare – sto parlando di quelli che hanno un “culto per Trump”. Parlo di quella gran parte di persone che in modo irragionevole ed entusiastico si attaccano a certe figure di politici, tanto da sembrare idioti, se non solo opportunisti.
Lo studio di un'organizzazione danese di consumatori THINK Chemicalssegnala alcune delle marche di creme solari che contengono disgregatori endocrini, allergeni o inquinanti ambientali, ed altre che invece sono prive di tali sostanze. Essendo a fine agosto forse l'articolo sarebbe stato più utile qualche mese fa, ma il tema è sempre e comunque attuale.
Essendo allergica al termine consumatori, userò la la parola utilizzatori, ma in ogni caso, abbiamo il diritto di conoscere la sicurezza dei prodotti che mettiamo sulla nostra pelle.Ancora di più se il rischio per l'esposizione a questi disgregatori endocrini, riguarda bambini, donne in gravidanza e lattanti.
Di seguito mostriamo i risultati dell'organizzazione danese di consumatoriTHINK Chemicals. Delle 47 marche analizzate dall'organizzazione solo 17 sono risultate esenti da sostanze tossiche.Significa che le aziende cosmetiche stanno rispondendo alla crescente domanda di prodotti più sicuri, ma i numeri dimostrano che non è ancora sufficiente.