Danny
Darling, professore di Geografia Umana dell’Università di Sheffield ha
appena pubblicato un articolo sul settimanale New Stateman (“How Social Mobility got Stuck”,
16.5.2013), che illustra chiaramente quello che alcuni di noi
stanno dicendo, e cioè che il neoliberismo è l’ideologia promossa dai
super-ricchi per poter ottenere politiche pubbliche che li
favoriscano. Il professor Darling analizza la concentrazione delle
rendite e della ricchezza durante la vita della signora Thatcher
(l’idolo dei neoliberisti, che ha tenuto banco sulla stampa spagnola
in occasione della sua morte), dalla sua nascita alla sua morte,
mostrando come le politiche promosse dal suo governo hanno enormemente
contribuito a tale concentrazione.
Di Vicenç Navarro Cominciamo
dai dati. Quando Margaret Thatcher nacque, nel 1925, entrò a far parte
di una famiglia del gruppo superiore per rendita della Gran Bretagna.
Quando andò all’Università di Oxford, la sua famiglia era già
riuscita ad entrare a far parte dell’1% della popolazione con la
rendita più alta e quando, nel corso degli studi a Oxford, si sposò con
Dennis, suo marito, questa parte era già diventata lo 0,1% della
popolazione. Leggi tutto...
Premesso che l'ISTAT dice che la disoccupazione ad aprile 2013 è al 12%, non si capisce bene la "strategia" di Letta. Ha intenzione di far aumentare la disoccupazione oltre il 30% per poi mantenere la promessa di farla scendere... magari al 29%? ...Oppure adotterà il metodo suggerito da Troisi?
Meglio di così era difficile: dai francobolli di Weimar alle carriole,
dal fallimento delle banche alle pallottole nel garage. Gustatevi la
puntata con il link qui di seguito perché tutte le parole d'ordine del
PUDE (Partito Unico Dell' Euro sono trionfalmente rappresentate. Io ho
cercato di dire come stanno le cose ma la verità è molto meno
affascinante della fantascienza. (Carlo Borghi)
Ci sono forti differenze tra come si stanno gestendo le crisi finanziarie nella zona euro e negli USA
Il populista Beppe Grillo e il suo Movimento anti-establishment 5 Stelle
sta avendo molta popolarità in Italia, perché disposto a parlare di un
referendum per uscire dall'euro [NdT : l’articolo originale è stato pubblicato prima delle elezioni amministrative in Italia].
La recessione della zona euro
ormai è la più lunga mai registrata nell’area della moneta unica,
secondo le statistiche ufficiali pubblicate la scorsa settimana
l'economia ha continuato a regredire anche nel primo trimestre di
quest'anno. Un confronto con l'economia statunitense potrebbe far luce
sui motivi per cui, nel 21° secolo, può verificarsi un profondo
fallimento economico in paesi ad alto reddito e alto livello di
istruzione. Leggi tutto...
Esistono diversi modi per raccontare la Storia. Uno è quello
cronologico-analitico, che mette in fila le date e i fatti cercando di
creare delle precise connessioni di causa ed effetto e dei collegamenti
sempre più ampi e intrecciati degli eventi. L’altro è quello
idealistico-romanzato, che pur non trascurando l’attinenza ai fatti
accaduti cerca di rileggerli in una chiave più intimistica, soggettiva e
coinvolgente. Nel primo metodo prevale l’oggettività, il distacco
freddo e scientifico dai fatti che si stanno narrando, nel secondo la
soggettività, la partecipazione emotiva e febbrile agli eventi nei quali
ci si sente intimamente coinvolti. Entrambe queste metodologie di
narrazione sono speculari e complementari: non si può essere
sufficientemente lucidi, distaccati ed obiettivi se prima non si è
vissuto emotivamente e appassionatamente ciò di cui si sta parlando, e
d’altra parte non si può raccontare con passione e intensità ciò di cui
non si conosce l’esatta evoluzione cronologica dei fatti. Nel testo che
vi propongo oggi, scritto con brillantezza ed efficacia da Francesco
Mazzuoli che mi ha gentilmente concesso la possibilità di pubblicarlo
sul blog, prevale sicuramente il secondo aspetto della narrazione della
Storia: quello romanzato, passionale, emotivamente coinvolto.
Eppure
ad una lettura più attenta del testo noterete che non manca nulla della
rispondenza ai fatti, ai dati e agli eventi di cui abbiamo tanto
discusso in questi mesi. Il racconto, che oltre a ripercorrere i più
importanti fatti degli ultimi trenta anni tenta di prevedere un
possibile epilogo dell’attuale vicenda italiana ed europea, Leggi tutto...
L'anno diplomatico 2013 ha visto come primo significativo evento il comunicato congiunto
di Washington e Bruxelles del 13 febbraio sul comune proposito di
avviare dei negoziati per dar vita al TTIP, cioè ad una partnership per
il commercio transatlantico e per gli investimenti. Si tratterebbe di
una vera e propria unione finanziaria e commerciale delle due sponde
dell'Atlantico.
Il comunicato congiunto però non ha avuto alcuna risonanza sui media
ufficiali, anzi sembrerebbe che ci sia stata una vera e propria congiura
del silenzio. Ha fatto parzialissima eccezione la testata online "Wall Street Italia";
ma il fatto davvero strano è che una testata specializzata in notizie
economico-finanziarie per procurarsi del materiale a riguardo abbia
dovuto far ricorso al rilancio di un articolo di Michel Collon, che era
stato tradotto e pubblicato su un sito di opposizione,
ComeDonChisciotte.
Malaparte: "L'arte di difendere uno Stato è governata dagli stessi principii che regolano l'arte di conquistarlo". Nessuno dei padri fondatori di questo sistema, la liberaldemocrazia, quindi né Locke, né Stuart Mill né Tocqueville
fanno mai accenno ai partiti e nota come, fino al 1920, i partiti non
fossero neanche nominati in Costituzione, perché? C’è una ragione
precisa, il pensiero liberale vuole valorizzare meriti e capacità,
potenzialità, del singolo individuo.
In Iraq la polvere scivola per le lunghe strade, dita del deserto.
Penetra negli occhi, nel naso, in gola, mulinella nei mercati e nei
cortili delle scuole, filtra nei bambini mentre giocano a pallone, e
trasporta, secondo il dottor Jawad Al-Ali, "i semi della nostra morte".
Oncologo di fama internazionale al Teaching Hospital Sadr di Bassora, il
dottor Ali, me lo disse nel 1999, e oggi il suo avvertimento è
comprovato.
"Prima della guerra del Golfo", disse, "c’erano due o tre
pazienti affetti da cancro al mese. Ora ogni mese ne muoiono 30-35. I
nostri calcoli indicano che in questa zona contrarrà il cancro dal 40 al
48 per cento della popolazione; dapprima nei prossimi cinque anni, poi
molto tempo dopo. Parliamo di circa la metà della popolazione. Molti tra
i miei famigliari ne sono stati colpiti, cosa mai successa nella storia
della nostra famiglia.
Qui è come Chernobyl; gli effetti
genetici sono nuovi per noi; i funghi crescono enormi, perfino gli acini
dell’uva nel mio giardino hanno subito una mutazione e non possono più
essere mangiati”.
Alla
vigilia della guerra civile americana, Abraham Lincoln pronunciò la
famosa frase "una casa divisa non può stare in piedi." Oggi, l'Unione
Europea - impegnata da decenni alla ricerca di un' "unione sempre più
stretta" - deve confrontarsi con una straziante (atroce) verità. La
massima di Lincoln deve essere letta al contrario. Affinché l'UE possa
sopravvivere, l'euro si deve sciogliere.
Tra il trattato di Roma del 1957 e l'Atto unico europeo del 1986, i
governi europei hanno portato avanti la più grande rivoluzione pacifica
che il continente abbia mai visto nella sua lunga e travagliata storia.
La creazione di una moneta unica europea si sarebbe basata su questo
notevole successo. Si riteneva poter essere” il successivo e
fondamentale passo verso una maggiore unità e prosperità. La crisi
economica nell'Europa meridionale mostra che il regime dell'euro, almeno
nella sua forma attuale, è diventato una minaccia fatale per entrambi
questi obiettivi. Grecia, Spagna, Portogallo, Italia e Cipro sono intrappolati nella
recessione e non possono riconquistare la propria competitività
svalutando le loro monete. Le economie del nord della zona euro hanno
dovuto partecipare a ripetuti salvataggi mettendo da parte ogni
principio di cauta finanza. L’Unione è lacerata da un circolo vizioso
di risentimento e populismo a sud e un rafforzamento del nazionalismo a
nord. Leggi tutto...
Innanzi tutto facciamo osservare che i signori della finanza hanno
già progettato la fase finale della operazione per l'esproprio della
ricchezza nazionale della Russia. Il paravento
ideologico-propagandistico dietro il quale si attua il disegno di
"esproprio globale" è costituito dalla campagna per la lotta al
terrorismo internazionale condotta dagli USA e iniziata dopo l'11
settembre 2001. Questa campagna è stata via via integrata da
altri strombazzati programmi contro la corruzione, l'evasione fiscale,
il riciclaggio di denaro "sporco", la criminalità internazionale, ecc. Di V. Katasonov Sovross.ru In
realtà, queste nobili intenzioni di mettere ordine nel mondo intero, e
di "salvaguardare gli interessi nazionali degli Stati Uniti", servono a
mascherare la corsa della oligarchia finanziaria internazionale verso il
dominio planetario. Si stanno infatti creando gli strumenti idonei
all'esproprio globale, allo smantellamento degli stati sovrani, alla
costituzione del governo mondiale ed alla formazione di un regime
totalitario di dimensioni universali (il "lager mondiale"). Il
completo esproprio di tutti i beni e la loro concentrazione nelle mani
di una ristrettissima èlite internazionale è la condizione sine qua non
per la realizzazione del nuovo ordine mondiale. A tal fine i circoli
dominanti dell'Occidente in campo finanziario e bancario puntano ai
seguenti obiettivi:
Il
caso della piattaforma “Giovanna”, nella provincia di Teramo, dove
Eni-Agip ha operato negli anni 90. Come estrarre gas “fratturando” il
fondo servendosi di acqua marina. Volumi triplicati, costi ridotti.
Anche grazie a concessioni convenienti.
La piattaforma “Giovanna” nel mar Adriatico
“Fino al 1992 nel mio pezzo di mare, abbastanza lontano
dalla costa, pescare era una bellezza. Ma quando è arrivata Giovanna ho
smesso, perché l’acqua non era più la stessa”. Con queste parole
Aldino ricorda il suo passato da pescatore. Tossisce, si ferma un
attimo, appoggia la cornetta sul tavolo, si allontana, e poi ritornando
al telefono dice che “il mare di fronte al tratto di costa tra
Montesilvano e Marina di Silvi e Giulianova pure oggi non è lo stesso. A
me non piace più”. Siamo nel medio Adriatico, in Abruzzo, nella
provincia di Teramo dove le numerose piattaforme di gas -monotubolari,
bitubolari e reticolari- hanno cambiato le abitudini dei pescatori.
Anche se fino al 2002 (anno in cui è entrata in vigore un’ordinanza
della Capitaneria di Porto di Pescara, ndr) pescare in prossimità delle
piattaforme metanifere era quasi una regola fissa. Una di queste è la
piattaforma “Giovanna” (in foto), realizzata nel 1992, e localizzata a
poco più di 23 miglia dalla costa. A 37, 38 chilometri dalla
terraferma. Il giacimento di gas “Giovanna” fu scoperto da Agip e
Deutsche Shell nel 1988, dopo 6 anni dalla messa in produzione del
giacimento “Emma”, con omonima piattaforma. Leggi tutto...
La ricapitalizzazione delle banche cipriote è una prova generale di quello che ci attende?E’ possibile prevedere un “furto dei risparmi” in seno alla Comunità Europea e in Nord America in grado di portare alla confisca completa dei depositi bancari? A Cipro il sistema dei pagamenti è stato completamente perturbato, provocando così l’affondamento dell’economia reale. Pensioni e salari non vengono più erogati. Il potere di acquisto si è inabissato. La popolazione di Cipro è stata impoverita. Le piccole e medie imprese rischiano il fallimento. La popolazione di Cipro è di un milione di persone. Che cosa succederà se si “rasa” in questo modo il sistema bancario dagli Stati Uniti, dal Canada, e nell’Unione Europea? Secondo l’Institute of International Finance (IIF) con sede a Washington che rappresenta la posizione del sistema finanziario “l’approccio cipriota che consiste nello sfruttare i depositi e i crediti quando le banche sono in situazione critica diventerà probabilmente un modello per fare fronte ai crolli in Europa (Economic Times, 27 marzo 2013)”. Leggi tutto...
Perché il sistema finanziario deve essere nazionale, ossia chiuso? Perché
uno stato sovrano, libero di disciplinare la quantità di moneta immessa
nel sistema, da se stesso o dalle banche commerciali, nonché le
modalità di immissione, tanto più se molte banche commerciali (o almeno
le grandi) sono pubbliche, non ha alcun bisogno di consentire che
l’attività economica pubblica o privata sia finanziata da denaro creato
all’estero.
Questa evidenza, lapalissiana, è negata, o meglio
rimossa, da quasi tutti i mezzi keynesiani, compresi i neokeynesiani,
che da tempo spadroneggiano sulla rete, ricevendo grande successo. Molti
di essi sono statunitensi e quindi abituati a ragionare su un sistema
che non ha le caratteristiche e i problemi degli altri. Se negli Stati
Uniti c'è una crisi finanziaria, i capitali accorrono negli Stati Uniti o
comunque non scappano; mentre se la crisi finanziaria si verifica in
Italia, i capitali scappano. Questa e altri simili constatazioni
dovrebbero indurre le persone di buon senso ad applicare la massima:
"coloro che, discorrendo di temi economici, recano l'esempio degli Stati
Uniti o sono sciocchi, se sono in buona fede, o sono impostori, se sono
in mala fede". Leggi tutto...
Dopo tante riunioni sul territorio a stretto contatto con le persone in centinaia di comuni in tutta Italia, dalle isole fino a Milano, il 15-16 giugno si terrà l'assemblea nazionale dell'Associazione Riconquistare la Sovranità, nata solo un anno fa, ma che già conta migliaia di iscritti e simpatizzanti, grazie ad un programma preciso e concreto in linea con le esigenze più impellenti del paese e più sentite dalla gente comune. Come socia e co-fondatrice dell'ARS, invito tutti i lettori dei Voci Dalla Strada a partecipare all'assemblea nazionale, soprattutto coloro che non conoscono il movimento, perchè questa è un'ottima occasione per toccare con mano iniziative concrete. In rete possiamo "dire" tante cose, fuori dalla rete possiamo "fare"... Alba
INVITO, PROGRAMMA E LOGISTICA dell’ASSEMBLEA NAZIONALE dell’ARS Associazione Riconquistare la Sovranità – PESCARA 15 E 16 GIUGNO 2013
A) INVITO
1. Tutti gli iscritti all’ARS sono vivamente invitati a partecipare all’assemblea nazionale, come è ovvio, ma anche e soprattutto a persuadere a venire a Pescara almeno una o due persone
– parenti, amici, conoscenti o colleghi – con le quali hanno parlato
spesso dell’ARS. E’ bene che all’assemblea partecipino non soltanto
iscritti all’ARS ma anche e soprattutto simpatizzanti e curiosi. Non c’è
alcun luogo nel quale è necessario iniziare da subito le attività di
invito e persuasione, che andranno ripetute più volte fino a “estorcere”
benevolmente, per amicizia, fratellanza o colleganza la disponibilità e
la prenotazione.
2. Tutti i simpatizzanti, e in particolare i lettori del sito Riconquistare la sovranità o del gruppo facebook dell’ARS, che non siano iscritti all’ARS, sono invitati a combattere la pigrizia,
ad approfondire la curiosità che fino ad ora hanno dimostrato, e a
voler conoscere gli autori che in questo anno hanno letto e le persone
con le quali hanno dialogato commentando gli articoli. Sono insomma
invitati ad avvertire il dovere di essere cittadini e il desiderio di creare una comunità con persone che, in linea di principio, la pensano come loro.
Ormai da anni, i giovani della periferia dell’Europa pesantemente indebitata hanno affrontato la disoccupazione di massa. In Grecia e in Spagna rispettivamente il 59% e il 56% dei giovano sono ora senza lavoro, mentre la disoccupazione giovanile nell’Unione Europea nel suo insieme attualmente si trova a uno sconvolgente 24%, un po’ di più rispetto al 22,5% dell’anno scorso. I “fortunati” sono coloro che servono a tavola con dottorati nella loro tasca posteriore. Coloro che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e gli amici unirsi all’esodo generazionale in Germania e in Angola, non compaiono neanche nelle statistiche. Di Jerome E. Roos
Nelle recenti settimane, i leader europei sembrano piuttosto in ritardo sembra che siano diventati potentemente interessati al problema. Il Primo ministro italiano Enrico Letta, ha definito la disoccupazione giovanile il problema più grave che deve affrontare il paese e ha richiesto un piano dell’Unione Europea per “combatterla”. La cancelliere tedesca Angela Merkel, alfiera del movimento europeo per l’austerità, considera ugualmente che la disoccupazione giovanile sia “la più grossa sfida dell’Europa.” Nel frattempo, una nuova campagna del sito Big Think chiede piuttosto ingenuamente: “che cosa sta causando la disoccupazione giovanile e che cosa può risolverla?” Leggi tutto...
“La Monsanto è un’impresa agricola. Applichiamo innovazione e tecnologia per aiutare i coltivatori di tutto il mondo a produrre di più conservando di più. Produrre di più – Conservare di più – Migliorare la vita dei coltivatori.”
Queste sono le promesse della Monsanto sul suo sito Web, assieme a fotografie di agricoltori prosperi e sorridenti dello stato del Maharashtra. Si tratta di un tentativo disperato della Monsanto e della sua macchina della propaganda di separare l’epidemia di suicidi di contadini in India dal crescente controllo della società sulle forniture delle sementi di cotone; il 95% dei semi di cotone in India è oggi controllato dalla Monsanto. Il controllo sui semi è il primo anello della catena alimentare perché i semi sono la fonte della vita. Quando un’impresa controlla i semi, controlla la vita, specialmente la vita degli agricoltori. Il controllo concentrato della Monsanto sul settore delle sementi in India, così come in tutto il mondo, è molto preoccupante. E’ ciò che collega i suicidi dei contadini indiani alla causa ‘Monsanto contro Percy Schmeiser’ in Canada, a quella ‘Monsanto contro Bowman’ negli Stati Uniti e agli agricoltori del Brasile che hanno citato la Monsanto per 2,2 miliardi di dollari per lo scorretto incasso di diritti. Leggi tutto... Leggi anche: Obama protegge la Monsanto con una legge "su misura" La Catastrofe Degli OGM Negli USA: Una Lezione Per Il Mondo «IL GLISOFATO UCCIDE LA PACHAMAMA» CONTROLLARE IL PRIMO ANELLO DELLA CATENA ALIMENTARE: LE SEMENTI
Il caso-Moro tra depistaggi e sedute spiritiche - Mentre sui
giornali impazzava la “fermezza” ben tre trattative erano aperte: una di
Paolo VI, una coordinata da Leone e Fanfani e una dei servizi con Tito,
palestinesi e altri gruppi arabi - Ma Moro doveva morire…
Trentacinque anni dopo, ecco Aldo Moro. Cosa sappiamo? Cosa
ricordiamo? A malapena, che lo statista democristiano - più volte
presidente del Consiglio, ministro e sicuro prossimo capo dello Stato -
fu sequestrato a Roma il 16 marzo 1978 dalle Brigate rosse e fu poi
ritrovato cadavere, sempre a Roma, il 9 maggio dello stesso anno. Forse i più «informati» sapranno che in quei 55 giorni di prigionia
si fronteggiarono un «partito della fermezza» (quasi tutte le formazioni
politiche, Pci in testa), contrario a ogni negoziato con i terroristi, e
un «partito della trattativa» (i radicali, ai quali poi si aggiunsero i
socialisti), che invece voleva salvare l'ostaggio. Poi, più nulla. Tutto sepolto da quei luoghi comuni che, ripetuti dalla tv fino allo
stremo e tradotti in carta stampata di libri e giornali, diventano
«storia». Nel caso Moro, essi sanciscono che l'omicidio del presidente
Dc fu l'esito tragico e inevitabile di quella contrapposizione. Punto. E
che non se ne parli e non se ne dubiti più.
Ogni
quattro anni, con l’inizio del nuovo mandato presidenziale negli Stati
Uniti, il National Intelligence Council (NIC), l’ufficio di
analisi e di anticipazione geopolitica ed economica della CIA (NIC),
pubblica un rapporto che diventa automaticamente un riferimento per
tutte le cancellerie del mondo.
Anche se, ovviamente, si tratta di una visione molto parziale
(quella di Washington), elaborata da un’agenzia (la CIA) la cui
missione principale è difendere gli interessi degli Stati Uniti, il
rapporto strategico del NIC presenta una indiscussa utilità perchè è il
risultato della messa in comune – rivista da tutte le agenzie di
intelligence USA – di studi elaborati da esperti indipendenti di varie
università e di molti altri paesi (Europa, Cina, India, Africa, America
Latina, mondo arabo-mussulmano, ecc.).Il documento confidenziale che il presidente Barak Obama ha
trovato sulla scrivania del suo ufficio alla Casa Bianca lo scorso 21
gennaio, quando ha iniziato il suo secondo mandato, è stato appena
pubblicato col titolo Global Trends 2030. Alternative Worlds (Tendenze mondiali 2030: nuovi mondi possibili).
L'intento del progetto europeo era quello di togliere la
democrazia agli Stati nazionali per mettere quel potere in mano a persone che
non possono essere chiamate a rispondere di ciò che fanno. Sapendo, che l'Euro non avrebbe
funzionato...