22 gennaio 2013
IL GIAPPONE E LA SOVRANITA' MONETARIA...
La nuova ricetta anti-crisi giapponese
Le elezioni in Giappone di qualche settimana fa hanno riportato al governo il partito liberaldemocratico, che aveva governato il paese più a lungo che la Dc qui da noi, con un quasi egual numero di scandali. Dopo una breve pausa nel 2009, coincisa con la vittoria dei Democratici (quasi più timidi del Pd nostrano), il paese è presto ritornato in mano ai vecchi mandarini della politica: in questo caso il nuovo leader è Shinzo Abe, un politico di lungo corso, negazionista dei crimini di guerra giapponesi e nazionalista esasperato. Non proprio, si direbbe, una buona notizia. Ma dal punto di vista delle politiche economiche, invece, pare che ci siano delle novità interessanti. Abe ha esordito attaccando il sancta sanctorum dell’ortodossia neoliberale, ossia l’indipendenza della Banca Centrale.
Il nuovo primo ministro è stato molto chiaro: è ora di finirla con la deflazione che attanaglia il Giappone da due decenni ed è finalmente giunta l’ora di far ripartire la crescita; e con essa, salari e guadagni. Quindi basta con un’inflazione praticamente inesistente, e l’obiettivo di inflazione annuale deve essere raddoppiato (dall’1 al 2%) in termini relativamente brevi, con possibilità di andare più in là nel futuro. Non solo: la politica monetaria deve intervenire per svalutare lo yen (un po’ come fa la Cina…) e rilanciare le esportazioni, da sempre punto di forza dell’industria giapponese. La politica monetaria, come sappiamo, è però nelle mani della Banca Centrale, la BoJ (Bank of Japan), che dovrebbe decidere in autonomia.
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Le elezioni in Giappone di qualche settimana fa hanno riportato al governo il partito liberaldemocratico, che aveva governato il paese più a lungo che la Dc qui da noi, con un quasi egual numero di scandali. Dopo una breve pausa nel 2009, coincisa con la vittoria dei Democratici (quasi più timidi del Pd nostrano), il paese è presto ritornato in mano ai vecchi mandarini della politica: in questo caso il nuovo leader è Shinzo Abe, un politico di lungo corso, negazionista dei crimini di guerra giapponesi e nazionalista esasperato. Non proprio, si direbbe, una buona notizia. Ma dal punto di vista delle politiche economiche, invece, pare che ci siano delle novità interessanti. Abe ha esordito attaccando il sancta sanctorum dell’ortodossia neoliberale, ossia l’indipendenza della Banca Centrale.
Il nuovo primo ministro è stato molto chiaro: è ora di finirla con la deflazione che attanaglia il Giappone da due decenni ed è finalmente giunta l’ora di far ripartire la crescita; e con essa, salari e guadagni. Quindi basta con un’inflazione praticamente inesistente, e l’obiettivo di inflazione annuale deve essere raddoppiato (dall’1 al 2%) in termini relativamente brevi, con possibilità di andare più in là nel futuro. Non solo: la politica monetaria deve intervenire per svalutare lo yen (un po’ come fa la Cina…) e rilanciare le esportazioni, da sempre punto di forza dell’industria giapponese. La politica monetaria, come sappiamo, è però nelle mani della Banca Centrale, la BoJ (Bank of Japan), che dovrebbe decidere in autonomia.
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21 gennaio 2013
Riforma Obama: Approvata la Introduzione dei Chip RFID
L'introduzione dei chip corporei per fini sanitari non è più un mito. E' stato infatti convalidata nel 2012 (dalla Corte Suprema USA - n.d.t.) la legge HR 3962 denominata Obamacare, nella quale si prospetta la introduzione di microchip RFID per fini 'sanitari'. A far capo dalla pagina 1501 sono descritte le peculiarità dei dispositivi. Link diretto alla legge HR 3962 in formato pdf
L'impianto della legge è stato lasciato 'aperto', infatti viene statuito che il segretario potrà decidere di aggiungere altre informazioni, non necessariamente sanitarie, all'interno dei chip corporei. Ciò
significa che oltre ai parametri medici potranno essere inserite nei
chip informazioni in merito al conto bancario del paziente, così da
determinare in tempo reale la sua capacità finanziaria. Medici
e ospedali saranno quindi autorizzati ad eseguire la scansione dei
conti bancari così da poter prelevare immediatamente, in tempo reale, la
cifra prevista per il trattamento terapeutico.
I repubblicani non hanno alcun piano per contrastare la riforma
sanitaria di Obama, sia nel suo complesso, sia nella sezione circa la
introduzione dei chip corporei. Recitano la loro parte in TV facendo
finta di voler opporsi, ma è ormai chiaro che l'obiettivo finale di tutte le parti in gioco sia di chippare l'intera popolazione.
Entrambe gli schieramenti stanno eseguendo degli ordini, perché il
nuovo ordine mondiale ha statuito che tutti debbano essere chippati. La Federal Reserve
sarà il nuovo governo mondiale. Le tasse derivanti dalla riforma Obama
finiranno direttamente nelle casse della Federal Reserve. Il mondo intero sta galoppando verso un sistema che funzioni senza denaro contante.
Se la NATO è Terrore contro l'Umanità, Dissolverla è un Dovere
L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organization, NATO) è
un'alleanza militare istituita dal trattato di Bruxelles del 1948,
firmata da Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati
Uniti e Canada, ed altri paesi dell'Europa occidentale come Danimarca,
Italia, Islanda, Norvegia, Spagna e Portogallo, ed è attualmente una
macchina da guerra criminale che coinvolge anche i paesi dell'Europa
orientale.
Se la NATO è l'arma dell'impero e dei suoi alleati per difendere i loro
interessi e minacciare la vita e la pace di tutti i popoli del mondo, è
un obbligo resistere pacificamente e lottare fino alla dissoluzione
totale.
Nel 1949, gli alleati occidentali che hanno combattuto il nazifascismo
tedesco, con l'Unione Sovietica che ha avuto il peso maggiore della Seconda Guerra Mondiale, hanno deciso di creare una potente alleanza militare per
"fermare la diffusione del comunismo internazionale".
CEPRID
CEPRID
Sin dalla sua fondazione, quest'alleanza militare è stata guidata dagli Stati Uniti che si sono rafforzati durante e dopo la guerra, e diventatI, iL leader dell'
"Occidente", con il pensiero e la guida di Churchill, decisero che la NATO sarebbe dovuta
essere la difesa del cosiddetto "blocco libero dell'Europa capitalista"
contro "il comunismo aggressivo dell'Est".
Se questa fosse stata la ragione dell'esistenza della NATO, è logico
che sarebbe dovuta sparire dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia
nel 1991, il crollo dell'Unione Sovietica e la fine del socialismo reale nei
paesi dell'Europa Est.
La Guerra Fredda è finita, ma la NATO è stata consolidata con una serie
di azioni illegali e clandestine sviluppate con
la CIA:
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20 gennaio 2013
MALI, FRANCIA E POLLI
Ovvero: tutti i polli finiscono allo spiedo
“Sembra che i francesi avessero in corso una delle loro guerre, da quelle parti.”
– Charlie Marlow, da Cuore di tenebra di Joseph Conrad
La visione che il personaggio di Conrad, Marlow, descrive è quella di una fregata francese che spara bordata su una vasta giungla africana, sostanzialmente bombardando un continente. Tale immagine mi si è presentata alla mente questa settimana, quando Mirage ed elicotteri da combattimento francesi sono entrati in azioni contro un esercito eterogeneo d’insorti islamici in Mali. Che ci sia un picco d’instabilità in quel paese senza sbocchi e largamente deserto non dovrebbe certo essere una sorpresa per i francesi: in larga misura la causa sono loro e i loro alleati.
Ed erano stati avvertiti.
Di Conn Hallinan
Foreign Policy in Focus
Un po’ di storia. Il 17 marzo 2011 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la Risoluzione 1973 per “proteggere i civili” nella guerra civile in Libia. Due giorni dopo Mirage francesi hanno cominciato raid di bombardamento contro i blindati e gli aeroporti di Muammar Gheddafi, innescando così l’intervento diretto della Gran Bretagna, assieme al Qatar e all’Arabia Saudita.
La Risoluzione 1973 non autorizzava la NATO e i suoi alleati e parteggiare nella guerra civile libica, solo a proteggere i civili, e molti dei firmatari – comprese Russia e Cina – presumevano che l’azione del Consiglio di Sicurezza avrebbe seguito la prassi normale e avrebbe iniziato con l’esplorare innanzitutto una soluzione politica. Ma il solo tipo di “soluzione” cui era interessata l’alleanza anti-Gheddafi era il genere realizzato da bombe da 600 chili a guida laser.
“Sembra che i francesi avessero in corso una delle loro guerre, da quelle parti.”
– Charlie Marlow, da Cuore di tenebra di Joseph Conrad
La visione che il personaggio di Conrad, Marlow, descrive è quella di una fregata francese che spara bordata su una vasta giungla africana, sostanzialmente bombardando un continente. Tale immagine mi si è presentata alla mente questa settimana, quando Mirage ed elicotteri da combattimento francesi sono entrati in azioni contro un esercito eterogeneo d’insorti islamici in Mali. Che ci sia un picco d’instabilità in quel paese senza sbocchi e largamente deserto non dovrebbe certo essere una sorpresa per i francesi: in larga misura la causa sono loro e i loro alleati.
Ed erano stati avvertiti.
Di Conn Hallinan
Foreign Policy in Focus
Un po’ di storia. Il 17 marzo 2011 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la Risoluzione 1973 per “proteggere i civili” nella guerra civile in Libia. Due giorni dopo Mirage francesi hanno cominciato raid di bombardamento contro i blindati e gli aeroporti di Muammar Gheddafi, innescando così l’intervento diretto della Gran Bretagna, assieme al Qatar e all’Arabia Saudita.
La Risoluzione 1973 non autorizzava la NATO e i suoi alleati e parteggiare nella guerra civile libica, solo a proteggere i civili, e molti dei firmatari – comprese Russia e Cina – presumevano che l’azione del Consiglio di Sicurezza avrebbe seguito la prassi normale e avrebbe iniziato con l’esplorare innanzitutto una soluzione politica. Ma il solo tipo di “soluzione” cui era interessata l’alleanza anti-Gheddafi era il genere realizzato da bombe da 600 chili a guida laser.
18 gennaio 2013
€URO: UN FALLIMENTO ANNUNCIATO
Venti anni fa il keynesiano Wynne Godley spiegava perché non poteva funzionare
L’articolo che pubblichiamo di seguito ha venti anni. L’autore, Wynne Godley, noto economista britannico Post Keynesiano e collaboratore del Tesoro del Regno Unito, individua i problemi nella costruzione dell’Unione Monetaria a partire dal Trattato di Maastricht. In particolare sottolinea come il Trattato sottintendesse un’impostazione ideologica per la quale gli Stati non devono occuparsi di politica economica e tutto ciò che è richiesto per far funzionare il sistema è una banca centrale, indipendente dalla politica, che si occupi di controllare l’inflazione. L’assenza di un Tesoro federale con un debito pubblico monetizzabile, di un fisco e di un welfare federali, di “stabilizzatori automatici” e trasferimenti tra regioni, porterà inevitabilmente alla rottura dell’Unione monetaria, appena uno dei suoi membri si trovasse in forti difficoltà per qualsiasi motivo. Insomma, quella che segue è la cronaca di un fallimento annunciato.
www.lrb.co.uk
Molte persone in tutta Europa si sono improvvisamente rese conto che non sanno quasi nulla del Trattato di Maastricht mentre giustamente avvertono che potrebbe fare una grande differenza nella loro vita. La loro legittima ansia ha indotto Jacques Delors a fare una dichiarazione secondo la quale le opinioni della gente comune dovrebbero in futuro essere più ascoltate. Avrebbe potuto pensarci prima.
L’articolo che pubblichiamo di seguito ha venti anni. L’autore, Wynne Godley, noto economista britannico Post Keynesiano e collaboratore del Tesoro del Regno Unito, individua i problemi nella costruzione dell’Unione Monetaria a partire dal Trattato di Maastricht. In particolare sottolinea come il Trattato sottintendesse un’impostazione ideologica per la quale gli Stati non devono occuparsi di politica economica e tutto ciò che è richiesto per far funzionare il sistema è una banca centrale, indipendente dalla politica, che si occupi di controllare l’inflazione. L’assenza di un Tesoro federale con un debito pubblico monetizzabile, di un fisco e di un welfare federali, di “stabilizzatori automatici” e trasferimenti tra regioni, porterà inevitabilmente alla rottura dell’Unione monetaria, appena uno dei suoi membri si trovasse in forti difficoltà per qualsiasi motivo. Insomma, quella che segue è la cronaca di un fallimento annunciato.
www.lrb.co.uk
Molte persone in tutta Europa si sono improvvisamente rese conto che non sanno quasi nulla del Trattato di Maastricht mentre giustamente avvertono che potrebbe fare una grande differenza nella loro vita. La loro legittima ansia ha indotto Jacques Delors a fare una dichiarazione secondo la quale le opinioni della gente comune dovrebbero in futuro essere più ascoltate. Avrebbe potuto pensarci prima.
L'UNIONE €UROPEA E LA SOVRANITA' POPOLARE PERDUTA
“Voi
non potete immaginare quale angoscia e quale rabbia invada l’animo
vostro, quando degli inetti si impadroniscono di una grande idea, che
voi da gran tempo venerate, e la danno in pasto ad altri imbecilli
uguali a loro, in mezzo a una strada, e voi la ritrovate al mercato
della roba vecchia, irriconoscibile, infangata, messa a gambe all’aria,
assurdamente, senza proporzione, senza armonia, ridotta a giocattolo per
bambini stupidi!”. Queste parole piene di amarezza che Stepan, nei Demoni
di Dostoevskij, pronuncia tra i sospiri (non sappiamo quanto sinceri)
sono, proprio perché così amare, sempre veritiere e attuali. Oggi, per
esempio, offrono una descrizione perfetta dell’Unione Europea.
Di Giampiero Marano
L’antica e
alta aspirazione a unire i popoli d’Europa superando rivalità secolari
ha avuto sostenitori come Dante, Novalis, Mazzini, Hugo; poi però la
“grande idea” è finita nelle mani di uomini spiritualmente “inetti” che
l’hanno uccisa e sfigurata: i burocrati e i tecnocrati dell’UE, vuoti e
arroganti come il premier non eletto Mario Monti.
“L’altissimo merito di quest’ultimo”,
chiariva Piergiorgio Odifreddi all’indomani della nomina a senatore a
vita, “è di essere stato commissario europeo con deleghe economiche, dal
1994 al 1999 per nomina del primo governo Berlusconi, e dal 1999 al
2004 per nomina del primo governo D’Alema. Oltre che di essere stato
presidente della famigerata Commissione Trilaterale, una specie di
massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da
David Rockefeller e Henry Kissinger.
17 gennaio 2013
L'ISLANDA SOSPENDE I NEGOZIATI CON L' U€
L'Islanda ha sospeso i negoziati sull'adesione all'Unione Europea prima
delle elezioni parlamentari previste il prossimo 27 aprile. Secondo i
media locali, la decisione del governo è motivata dal fatto che dalle
urne possono risultare vincitori gli "euroscettici". Secondo i sondaggi
l'attuale governo di centrosinistra è distaccato di 15 punti dal partito
conservatore, che si oppone all'adesione dell'Islanda all'Unione
Europea.
Come la Troika aiuta i Sindacati che collaborano con il Capitalismo?
La Federazione Sindacale Mondiale (FSM) desidera segnalare come la Troika aiuta i sindacati che collaborano con il capitalismo. Nelle foto che accompagnano il testo, è possibile vedere le targhe appese (dentro e fuori gli uffici a Dakar, Senegal) sulle pareti della CNTS (Confederazione Nazionale dei Lavoratori del Senegal).
Di Quim Boix - FSM
Queste tabelle mostrano e ricordano il denaro apportato per l'esistenza, l'apertura e il funzionamento di questo locale, da parte delle CCOO (Comisiones Obreras, Spagna) e della loro Fondazione Pace e Solidarietà, con l'aiuto del governo di Andalusia (Spagna meridionale) e altri organismi. In realtà il denaro proviene dalla Troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea), in quanto sono questi organismi fornire i capitali necessari, sulla base di programmi denominati "Programas de AOD (Aiuto Ufficiale allo Sviluppo) ", erogati tramite il Ministero degli Affari Esteri o la Comunità Autonoma (governo regionale).
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Di Quim Boix - FSM
Queste tabelle mostrano e ricordano il denaro apportato per l'esistenza, l'apertura e il funzionamento di questo locale, da parte delle CCOO (Comisiones Obreras, Spagna) e della loro Fondazione Pace e Solidarietà, con l'aiuto del governo di Andalusia (Spagna meridionale) e altri organismi. In realtà il denaro proviene dalla Troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea), in quanto sono questi organismi fornire i capitali necessari, sulla base di programmi denominati "Programas de AOD (Aiuto Ufficiale allo Sviluppo) ", erogati tramite il Ministero degli Affari Esteri o la Comunità Autonoma (governo regionale).
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16 gennaio 2013
Una legge USA autorizza la sorveglianza di massa dei cittadini europei
Europei, prendete nota: il governo USA si è auto-attribuito il diritto di spiarvi segretamente
Il fatto emerge da una nuova relazione
fornita al Parlamento Europeo, con la quale si mette in guardia sul
fatto che una legge USA sullo spionaggio, modificata l’anno scorso,
autorizza una «sorveglianza meramente politica sui dati relativi a
stranieri» se questi sono immagazzinati usando servizi cloud statunitensi come quelli forniti da Google, Microsoft e Facebook.
Gli europei avrebbero già dovuto essere allarmati dal fatto che il PATRIOT Act può essere usato per ottenere dati su cittadini residenti al di fuori del suolo USA. Ma stavolta, al centro dell’attenzione è una legge diversa: il Foreign Intelligence and Surveillance Amendments Act (FISA), che solleva «un
rischio ancora maggiore nei confronti della sovranità UE sui dati
rispetto ad altre leggi finora prese in considerazione dai decisori
politici europei».
Di Ryan Gallagher – Slate
È quanto risulta all’interno di una relazione pubblicata di recente e intitolata: «Fighting Cyber Crime and Protecting Privacy in the Cloud», («Combattere i ciber-reati e proteggere la riservatezza nella Nuvola informatica», NdT) prodotto dal Centre for the Study of Conflicts, Liberty and Security.
Il
FISA Amendments Act è stato introdotto nel 2008, e ha legalizzato in
modo retroattivo l’utilizzo del controverso programma di «registrazioni
telefoniche senza garanzie» (“warrantless wiretapping”, nell’originale, NdT) iniziato dall’amministrazione Bush a seguito dei fatti dell’11 settembre. Alla fine del mese scorso il FISA è stato prorogato
fino al 2017. Nel corso di questo processo, si è acceso un aspro
dibattito in merito al modo in cui esso potrebbe violare la privacy
degli americani.
ELIMINAZIONE DEL CONTANTE = MORTE CIVILE
Nota di Funnyking: Questo articolo è stato scritto
dall’autore Fabioflos e si basa su due storie reali. Quando ho
cominciato, insieme con altri amici blogger, la battaglia per il
Contante libero, non ero pienamente consapevole, neppure io, di quanto
fosse fondamentale, per la libertà di ogni cittadino, il diritto alla
libera circolazione e l’utilizzo del contante. Sono certo che alla fine
della lettura di questo articolo rimarrete sbalorditi quanto me. Senza il contante saremo tutti schiavi delle banche.
Di Fabioflos
Facciamo un caso pratico, semplice, di economia reale e spicciola:
pensiamo ad un piccolo negoziante nel 2010 ha avuto qualche problema
finanziario.
Immaginiamo che questo minimo imprenditore abbia compiuto un peccato mortale: non abbia onorato un assegno e sia stato protestato. Magari non abbia subito pignoramenti, magari abbia subito dopo pagato la cifra dovuta, ma , per motivi finanziari, non sia stato in grado, per una singola volta, di farvi fronte.
Non pensiate sia un caso raro: le norme introdotte tramite Basilea 2 hanno tolto buona parte del potere discrezionale dei direttori di banca che, sino a qualche anno fa, sanavano queste posizioni particolari. Questo imprenditore si vedrà cancellare la possibilità di fare assegni, talvolta si vedrà il conto chiuso una volta sanato il piccolo debito bancario. Inoltre tutte le forme di credito gli verranno precluse: niente carte di credito o di debito.
Immaginiamo che questo minimo imprenditore abbia compiuto un peccato mortale: non abbia onorato un assegno e sia stato protestato. Magari non abbia subito pignoramenti, magari abbia subito dopo pagato la cifra dovuta, ma , per motivi finanziari, non sia stato in grado, per una singola volta, di farvi fronte.
Non pensiate sia un caso raro: le norme introdotte tramite Basilea 2 hanno tolto buona parte del potere discrezionale dei direttori di banca che, sino a qualche anno fa, sanavano queste posizioni particolari. Questo imprenditore si vedrà cancellare la possibilità di fare assegni, talvolta si vedrà il conto chiuso una volta sanato il piccolo debito bancario. Inoltre tutte le forme di credito gli verranno precluse: niente carte di credito o di debito.
15 gennaio 2013
LA GERMANIA INIZIA A RITIRARE IL SUO ORO
Anche il cuore d'Europa scricchiola sotto il peso della crisi del
debito sovrano. Il Pil tedesco è salito dello 0,7% nel 2012 rispetto al
+3% dell'anno precedente. Ha comunicato l'istituto federale di
statistica. E gli analisti mettono in guardia: quel dato è di poco
inferiore alle loro attese che parlavano di una crescita dello 0,8%. Ma
al Bundestag, il parlamento tedesco, e nelle stanze dei bottoni dove la Cancelliera Angela Merkel e il suo governo, sono lavoro non stanno a guardare.
Wall Street Italia
Nei corridoi dei palazzi della politica a Berlino, si sa, che grande manovre sono in atto. A rompere la calma apparente sarà la Bundesbank, la Banca centrale tedesca. Saranno rimpatriati una parte dei propri depositi di oro custoditi all'estero. Secondo la ricostruzione avanzata dal quotidiano economico Handelsblatt domani sarà il giorno designato in cui la Buba darà l'annuncio ufficiale. Dirà che intende ridurre la quantità di oro depositata a New York e che ritira completamente il metallo giallo custodito nei forzieri parigini della Banque de France.
Nei corridoi dei palazzi della politica a Berlino, si sa, che grande manovre sono in atto. A rompere la calma apparente sarà la Bundesbank, la Banca centrale tedesca. Saranno rimpatriati una parte dei propri depositi di oro custoditi all'estero. Secondo la ricostruzione avanzata dal quotidiano economico Handelsblatt domani sarà il giorno designato in cui la Buba darà l'annuncio ufficiale. Dirà che intende ridurre la quantità di oro depositata a New York e che ritira completamente il metallo giallo custodito nei forzieri parigini della Banque de France.
« Agenda Monti impraticabile, senza moneta sovrana »
L’agenda Monti, cioè quella di Bruxelles, è tecnicamente impraticabile:
50 miliardi l’anno di tagli extra, più 80 miliardi di interessi sul
debito pubblico. Tutto questo grazie al Fiscal Compact, il grande tabù
della campagna elettorale, chi si evita accuratamente di analizzare. Lo
denuncia il sociologo Luciano Gallino: gli impegni-capestro contratti
dal nostro paese e dagli altri Stati membri dell’Unione Europea con il
Trattato sulla stabilità e la governance nell’unione economica e
monetaria, imporranno all’Italia decenni di impoverimento. Secondo
l’articolo 4 del trattato sui bilanci europei, ogni Stato deve infatti
ridurre di un ventesimo all’anno la quota del proprio debito. Per il
2013 significa tagli per 50 miliardi, ma la cifra nei prossimi anni
potrebbe ulteriormente crescere, visto l’aumento continuo del nostro
debito, senza più l’argine di una banca centrale sovrana che emetta
denaro a costo zero.
Un simile impegno, riconosciuto come fondamentale della cosiddetta agenda-Monti, imporrebbe al nostro paese continue manovre “lacrime e sangue” fino al dimezzamento del debito pubblico. «Ma anche il programma del centrosinistra si guarda bene dal rimettere in discussione gli impegni assunti con l’Europa»,
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Un simile impegno, riconosciuto come fondamentale della cosiddetta agenda-Monti, imporrebbe al nostro paese continue manovre “lacrime e sangue” fino al dimezzamento del debito pubblico. «Ma anche il programma del centrosinistra si guarda bene dal rimettere in discussione gli impegni assunti con l’Europa»,
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14 gennaio 2013
LA QUESTIONE MONETARIA
Nel
1913, il Congresso degli Stati Uniti autorizzò la creazione della Federal
Reserve. Il suo mandato era limitato, , ma è cresciuto nel tempo fino a
divenire il pianificatore centrale di tutto il sistema monetario. Nel 1933, il
Presidente Roosvelt rese illegale il possesso di oro. Nel 1944, le potenze
alleate, presto vittoriose nella II Guerra Mondiale, firmarono un trattato a Bretton
Woods che sancì l'uso del dollaro americano come se fosse oro. Il dollaro
era diventato la valuta di riserva mondiale. Le banche centrali di tutti i
firmatari avrebbero detenuto dollari e preso a prestito dollari, e costruito la
piramide di credito nella propria valuta sulla base del dollaro.
Vincitori & VintiIl dollaro americano era redimibile dalle banche centrali straniere, e quindi era uno schema che effettivamente permetteva alle varie valute di avere un cambio fisso tra loro e con l'oro. Ciò, almeno, aveva la virtù di frenare l'espansione del credito, dal momento che si manteneva un legame con l'oro e quindi con la realtà. Il problema di fissare il prezzo di qualcosa relativamente a qualcos’altro è che ciò che viene sottovalutato sarà tesaurizzato, e ciò che è sopravvalutato sarà svenduto. Il governo degli Stati Uniti pose il prezzo dell'oro troppo in basso, e così le banche centrali straniere continuavano a chiedere spedizione di oro.
Quando
alla Presidenza arrivò Nixon, qualcosa andava cambiato...
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Stati Uniti d'Europa? Un progetto pericoloso e reazionario
Coloro che parlano di stato federale europeo in genere svalutano
l'argomento del Demos. Quando si oppone loro il semplice fatto che non
esiste qualcosa di paragonabile ad un popolo europeo, essi spesso
ribattono indicando esempi di felice convivenza e cooperazione tra
popoli diversi chiusi negli stessi confini. Tra questi c'è la Svizzera,
ma si potrebbero citare tanti altri paesi, incluso quello che sembra il
vero modello degli europeisti, ossia gli Stati Uniti d'America.
Di Claudio Martini
MainStream
In effetti l'omogeneità etnica-culturale sembra essere l'eccezione, e non la regola, dello scenario delle formazioni statuali odierne. Sono davvero pochi gli stati, come le Coree o il Giappone, dove lo stesso gruppo etnico rappresenta più del 95% del totale della popolazione. Stati che appaiono monolitici ai nostri occhi superificiali, come la Cina, la Russia o l'Iran, sono in realtà complessi ordinamenti federali caratterizzati da un'ampia varietà etnica e linguistica. Per non parlare di veri universi multiculturali come l'India o la maggior parte degli stati africani.
Eppure questo argomento ha qualcosa che non va. Quando noi constatiamo l'assenza di un popolo europeo non pretendiamo certo che sia condizione per avere una federazione europea che tutti gli abitanti del continente europeo appartengano allo stesso popolo. Sulla scorta degli esempi sopra fatti, basterebbe individuare un'etnia dominante.
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Di Claudio Martini
MainStream
In effetti l'omogeneità etnica-culturale sembra essere l'eccezione, e non la regola, dello scenario delle formazioni statuali odierne. Sono davvero pochi gli stati, come le Coree o il Giappone, dove lo stesso gruppo etnico rappresenta più del 95% del totale della popolazione. Stati che appaiono monolitici ai nostri occhi superificiali, come la Cina, la Russia o l'Iran, sono in realtà complessi ordinamenti federali caratterizzati da un'ampia varietà etnica e linguistica. Per non parlare di veri universi multiculturali come l'India o la maggior parte degli stati africani.
Eppure questo argomento ha qualcosa che non va. Quando noi constatiamo l'assenza di un popolo europeo non pretendiamo certo che sia condizione per avere una federazione europea che tutti gli abitanti del continente europeo appartengano allo stesso popolo. Sulla scorta degli esempi sopra fatti, basterebbe individuare un'etnia dominante.
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12 gennaio 2013
« Caro Ingroia, la vera Mafia è quella di Bruxelles »
Caro Ingroia, l’antimafia non basta: perché oggi il vero nemico che
ci minaccia è molto più pericoloso del potere delle cosche, persino di
quelle che si infiltrano nell’economia
fino ad avvelenarla. Deve cadere il Muro di Bruxelles, quello che
ricatta i popoli dell’Eurozona sulla base dei diktat emanati dalle
oligarchie finanziarie, ordini firmati da tecnocrati non eletti da
nessuno, a cui – grazie all’attuale personale politico – siamo costretti
a sottometterci, per fare la stessa fine della Grecia. Dopo i “garanti”
dei movimenti firmatari dell’appello “Cambiare si può”, anche l’ex
leader della Fiom Giorgio Cremaschi, vicino ai No-Tav e promotore del
Comitato No-Debito e del “No-Monti Day”, prende le distanze dalla lista
“arancione” capeggiata da Antonio Ingroia, ipotetico leader del “quarto
polo”, sul quale confluiscono i partiti di Di Pietro, Ferrero e
Diliberto, insieme ai Verdi di Bonelli.
LibreIdee
LibreIdee
«Siccome non son mai stato una vittima del nuovo in politica, di quel nuovismo attraverso il quale si sono perpetuate da trent’anni le stesse politiche e le stesse classi dirigenti – premette Cremaschi, in un intervento su “Micromega” – non mi scandalizza che la lista del cosiddetto quarto polo sia diventata l’ennesima lista personale, ove il leader è la sostanza della proposta, né mi sconvolge che i partiti siano alla fine l’architrave della lista». I partiti esistono da sempre, aggiunge Cremaschi, e chi li rifiuta «semplicemente ne sta fondando un altro».
5 MITI MEDIATICI SULLA SALUTE DI CHAVEZ E SUL SUO GIURAMENTO
Nelle ultime settimane i media
privati inglesi hanno accresciuto la propria campagna contro la
rivoluzione venezuelana, diffondendo una quantità di menzogne e di
pregiudizi a proposito della salute del presidente Hugo Chavez, della
politica e degli aspetti legali relativi al suo giuramento per il nuovo
mandato e alla gestione della situazione da parte del governo
venezuelano. I media, spesso prendendo
l’imboccata direttamente dall’opposizione venezuelana di destra, stanno
sfruttando un momento triste per il popolo venezuelano.
Di Tamara Pearson e Ewan Robertson
Venezuelanalysis.com
La giornalista Mariclem Stelling, di Media Observatory [Osservatorio mediatico], parlando alla televisione pubblica VTV, ha definito la situazione “un misto di soddisfazione, ironia e necrofilia … un tentativo di rimuoverlo [Chavez] dal suo ruolo politico.”
“Stanno fabbricando le notizie in conformità agli interessi economici e politici cui rispondono”, ha affermato.
Qui Venezuelanalysis.com smonta le cinque principali bugie attualmente diffuse dai media privati.
1) Il governo venezuelano è reticente a proposito della salute di Chavez
Questa accusa è stata mossa dai media internazionali da quando Chavez ha informato per la prima volta del suo cancro, nel giugno del 2011. La critica, da parte dei media privati, alla “reticenza” del governo ha proposito della sua condizione si è intensificata con l’avvicinarsi della data del giuramento, riflettendo in parte un’opposizione venezuelana sempre più insofferente, ansiosa di dettagli da poter utilizzare a proprio vantaggio.
Di Tamara Pearson e Ewan Robertson
Venezuelanalysis.com
La giornalista Mariclem Stelling, di Media Observatory [Osservatorio mediatico], parlando alla televisione pubblica VTV, ha definito la situazione “un misto di soddisfazione, ironia e necrofilia … un tentativo di rimuoverlo [Chavez] dal suo ruolo politico.”
“Stanno fabbricando le notizie in conformità agli interessi economici e politici cui rispondono”, ha affermato.
Qui Venezuelanalysis.com smonta le cinque principali bugie attualmente diffuse dai media privati.
1) Il governo venezuelano è reticente a proposito della salute di Chavez
Questa accusa è stata mossa dai media internazionali da quando Chavez ha informato per la prima volta del suo cancro, nel giugno del 2011. La critica, da parte dei media privati, alla “reticenza” del governo ha proposito della sua condizione si è intensificata con l’avvicinarsi della data del giuramento, riflettendo in parte un’opposizione venezuelana sempre più insofferente, ansiosa di dettagli da poter utilizzare a proprio vantaggio.
TITANIC ITALIA
Senza dubbio quella del prossimo febbraio sarà la consultazione elettorale in assoluto più inutile e farsesca
di tutta la storia della Repubblica. Una competizione fra partiti
depotenziati, privi di ogni programma, che già prima del voto si sono
impegnati (essendo stato loro ordinato) a seguire pedissequamente
qualsiasi dettame imposto dalla BCE,
senza alcuno spazio di autonomia rispetto ai diktat europei. Unitamente
ad alcune liste "alternative" che in varia misura affrontano qualcuno
dei problemi ferali che attanagliano il paese, senza però mostrare
l'intenzione di risalire alla radice degli stessi.
Di Marco Cedolin
Logica vorrebbe che una campagna elettorale di questo genere si svolgesse in un clima permeato dal disinteresse e dallo scetticismo, nei confronti di una commedia stantia che non diverte più nessuno.
Ma la logica purtroppo di questi tempi è merce rara, di quella sconosciuta ai più, e gli italiani mai come questa volta sembrano avere dismesso ogni anelito d'intelligenza per vestire la casacca del tifoso che urla e strepita per la squadra del cuore....
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Di Marco Cedolin
Logica vorrebbe che una campagna elettorale di questo genere si svolgesse in un clima permeato dal disinteresse e dallo scetticismo, nei confronti di una commedia stantia che non diverte più nessuno.
Ma la logica purtroppo di questi tempi è merce rara, di quella sconosciuta ai più, e gli italiani mai come questa volta sembrano avere dismesso ogni anelito d'intelligenza per vestire la casacca del tifoso che urla e strepita per la squadra del cuore....
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« DI LIBERISMO SI CREPA! »
Karoshi è la parola giapponese che indica la morte per fatica
che colpisce chi lavora al di là di ogni suo limite naturale. Il decesso
sopravviene generalmente con un attacco cardiaco, dovuto allo stress e
allo sforzo lavorativo: il cuore non regge alla fatica e si ferma. E se
qualcuno pensa che sia una cosa tragica ma pittoresca, tipica delle
lontane isole del Giappone e magari di qualche distorta mentalità
orientale… bhé… si sbaglia di grosso. Nella civile Europa delle guerre per procura e dell’ingerenza umanitaria
a suon di bombe, c’è uno Stato che può vantare orgoglioso la sua prima
ed ufficiale morte per fatica: l’Italia.
Di Costantino Ceoldo
Stato & Potenza
Culla di poeti, artisti, esploratori, luogo dove per secoli Arte e Filosofia si sono incarnate assumendo forma viva, l’Italia paga oggi ufficialmente il suo tributo al dio denaro, al vitello d’oro dell’ultima divinità sopravvissuta tra quelle adorate dall’Umanità.
Il luogo del pagamento è Roma, fermata Termini della Metropolitana. Il tempo del pagamento è domenica 18 novembre 2012, mattino presto, troppo presto, assurdamente troppo presto per pagare qualsiasi dazio, figuriamoci questo. Una donna è seduta su una panchina ad aspettare il treno che la porta al lavoro, lungo quei cinquanta chilometri che deve fare due volte al giorno perché la famiglia, marito disoccupato e figli piccoli, possa appena appena sopravvivere.
Oramai è da un bel po’ che fa quella vita ma da qualche tempo la donna si sente diversa, non sta bene ed è sempre più stanca.
Di Costantino Ceoldo
Stato & Potenza
Culla di poeti, artisti, esploratori, luogo dove per secoli Arte e Filosofia si sono incarnate assumendo forma viva, l’Italia paga oggi ufficialmente il suo tributo al dio denaro, al vitello d’oro dell’ultima divinità sopravvissuta tra quelle adorate dall’Umanità.
Il luogo del pagamento è Roma, fermata Termini della Metropolitana. Il tempo del pagamento è domenica 18 novembre 2012, mattino presto, troppo presto, assurdamente troppo presto per pagare qualsiasi dazio, figuriamoci questo. Una donna è seduta su una panchina ad aspettare il treno che la porta al lavoro, lungo quei cinquanta chilometri che deve fare due volte al giorno perché la famiglia, marito disoccupato e figli piccoli, possa appena appena sopravvivere.
Oramai è da un bel po’ che fa quella vita ma da qualche tempo la donna si sente diversa, non sta bene ed è sempre più stanca.
11 gennaio 2013
« Ci vendono tutto, tranne quello che ci serve: la felicità »
Jose Mujica, presidente dell’Uruguay |
LibreIdee
In altre parole: il mondo possiede oggi gli elementi materiali per fare in modo che 7-8.000 milioni di persone possano avere lo stesso livello di consumo e di spreco delle più ricche società occidentali? Sarà possibile, o dovremmo forse mettere la discussione su un altro piano?
Perché abbiamo creato una civilità, quella in cui viviamo, figlia del mercato e della concorrenza, che ci ha portato un progresso materiale portentoso ed esplosivo. Ma ciò che è nato come “economia di mercato” è diventato “società di mercato”. E ci ha portato questa globalizzazione, che significa doversi occupare di tutto il pianeta. La stiamo governando, la globalizzazione, o è la globalizzazione a governare noi? E’ possibile parlare di solidarietà e dire che siamo tutti uniti, in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a che punto arriva la nostra fraternità? La sfida che abbiamo davanti è di una dimensione epocale. E la grande crisi non è ecologica: è politica. L’uomo, oggi, non governa le forze che ha creato; sono queste ultime a governare l’uomo e la nostra vita.
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