Nel
1913, il Congresso degli Stati Uniti autorizzò la creazione della Federal
Reserve. Il suo mandato era limitato, , ma è cresciuto nel tempo fino a
divenire il pianificatore centrale di tutto il sistema monetario. Nel 1933, il
Presidente Roosvelt rese illegale il possesso di oro. Nel 1944, le potenze
alleate, presto vittoriose nella II Guerra Mondiale, firmarono un trattato a Bretton
Woods che sancì l'uso del dollaro americano come se fosse oro. Il dollaro
era diventato la valuta di riserva mondiale. Le banche centrali di tutti i
firmatari avrebbero detenuto dollari e preso a prestito dollari, e costruito la
piramide di credito nella propria valuta sulla base del dollaro.
Vincitori & Vinti Il
dollaro americano era redimibile dalle banche centrali straniere, e quindi era
uno schema che effettivamente permetteva alle varie valute di avere un cambio
fisso tra loro e con l'oro. Ciò, almeno, aveva la virtù di frenare l'espansione
del credito, dal momento che si manteneva un legame con l'oro e quindi con la
realtà.Il
problema di fissare il prezzo di qualcosa relativamente a qualcos’altro è che
ciò che viene sottovalutato sarà tesaurizzato, e ciò che è sopravvalutato sarà svenduto. Il
governo degli Stati Uniti pose il prezzo dell'oro troppo in basso, e così le
banche centrali straniere continuavano a chiedere spedizione di oro.
Quando
alla Presidenza arrivò Nixon, qualcosa andava cambiato...
Coloro che parlano di stato federale europeo in genere svalutano
l'argomento del Demos. Quando si oppone loro il semplice fatto che non
esiste qualcosa di paragonabile ad un popolo europeo, essi spesso
ribattono indicando esempi di felice convivenza e cooperazione tra
popoli diversi chiusi negli stessi confini. Tra questi c'è la Svizzera,
ma si potrebbero citare tanti altri paesi, incluso quello che sembra il
vero modello degli europeisti, ossia gli Stati Uniti d'America. Di Claudio Martini MainStream
In
effetti l'omogeneità etnica-culturale sembra essere l'eccezione, e non
la regola, dello scenario delle formazioni statuali odierne. Sono
davvero pochi gli stati, come le Coree o il Giappone, dove lo stesso
gruppo etnico rappresenta più del 95% del totale della popolazione.
Stati che appaiono monolitici ai nostri occhi superificiali, come la
Cina, la Russia o l'Iran, sono in realtà complessi ordinamenti federali
caratterizzati da un'ampia varietà etnica e linguistica. Per non parlare
di veri universi multiculturali come l'India o la maggior parte degli
stati africani. Eppure questo argomento ha qualcosa che non va.
Quando noi constatiamo l'assenza di un popolo europeo non pretendiamo
certo che sia condizione per avere una federazione europea che tutti gli
abitanti del continente europeo appartengano allo stesso popolo. Sulla
scorta degli esempi sopra fatti, basterebbe individuare un'etnia
dominante. Leggi tutto...
Caro Ingroia, l’antimafia non basta: perché oggi il vero nemico che
ci minaccia è molto più pericoloso del potere delle cosche, persino di
quelle che si infiltrano nell’economia
fino ad avvelenarla. Deve cadere il Muro di Bruxelles, quello che
ricatta i popoli dell’Eurozona sulla base dei diktat emanati dalle
oligarchie finanziarie, ordini firmati da tecnocrati non eletti da
nessuno, a cui – grazie all’attuale personale politico – siamo costretti
a sottometterci, per fare la stessa fine della Grecia. Dopo i “garanti”
dei movimenti firmatari dell’appello “Cambiare si può”, anche l’ex
leader della Fiom Giorgio Cremaschi, vicino ai No-Tav e promotore del
Comitato No-Debito e del “No-Monti Day”, prende le distanze dalla lista
“arancione” capeggiata da Antonio Ingroia, ipotetico leader del “quarto
polo”, sul quale confluiscono i partiti di Di Pietro, Ferrero e
Diliberto, insieme ai Verdi di Bonelli. LibreIdee
«Siccome non son mai stato una vittima del nuovo in politica, di quel nuovismo attraverso il quale si sono perpetuate da trent’anni le stesse politiche e le stesse classi dirigenti – premette Cremaschi, in un intervento su “Micromega”
– non mi scandalizza che la lista del cosiddetto quarto polo sia
diventata l’ennesima lista personale, ove il leader è la sostanza della
proposta, né mi sconvolge che i partiti siano alla fine l’architrave
della lista». I partiti esistono da sempre, aggiunge Cremaschi, e chi li
rifiuta «semplicemente ne sta fondando un altro».
Nelle ultime settimane i media
privati inglesi hanno accresciuto la propria campagna contro la
rivoluzione venezuelana, diffondendo una quantità di menzogne e di
pregiudizi a proposito della salute del presidente Hugo Chavez, della
politica e degli aspetti legali relativi al suo giuramento per il nuovo
mandato e alla gestione della situazione da parte del governo
venezuelano. I media, spesso prendendo
l’imboccata direttamente dall’opposizione venezuelana di destra, stanno
sfruttando un momento triste per il popolo venezuelano. Di Tamara Pearson e Ewan Robertson Venezuelanalysis.com
La giornalista
Mariclem Stelling, di Media Observatory [Osservatorio mediatico],
parlando alla televisione pubblica VTV,
ha definito la situazione “un misto di soddisfazione, ironia e
necrofilia … un tentativo di rimuoverlo [Chavez] dal suo ruolo
politico.” “Stanno fabbricando le notizie in conformità agli interessi economici e politici cui rispondono”, ha affermato. Qui Venezuelanalysis.com smonta le cinque principali bugie attualmente diffuse dai media privati.
1) Il governo venezuelano è reticente a proposito della salute di Chavez Questa accusa è stata mossa dai
media internazionali da quando Chavez ha informato per la prima volta
del suo cancro, nel giugno del 2011. La critica, da parte dei media
privati, alla “reticenza” del governo ha proposito della sua condizione
si è intensificata con l’avvicinarsi della data del giuramento,
riflettendo in parte un’opposizione venezuelana sempre più insofferente,
ansiosa di dettagli da poter utilizzare a proprio vantaggio.
Senza dubbio quella del prossimo febbraio sarà la consultazione elettorale in assoluto più inutile e farsesca
di tutta la storia della Repubblica. Una competizione fra partiti
depotenziati, privi di ogni programma, che già prima del voto si sono
impegnati (essendo stato loro ordinato) a seguire pedissequamente
qualsiasi dettame imposto dalla BCE,
senza alcuno spazio di autonomia rispetto ai diktat europei. Unitamente
ad alcune liste "alternative" che in varia misura affrontano qualcuno
dei problemi ferali che attanagliano il paese, senza però mostrare
l'intenzione di risalire alla radice degli stessi. Di Marco Cedolin Logica
vorrebbe che una campagna elettorale di questo genere si svolgesse in un
clima permeato dal disinteresse e dallo scetticismo, nei confronti di
una commedia stantia che non diverte più nessuno. Ma la logica
purtroppo di questi tempi è merce rara, di quella sconosciuta ai più, e
gli italiani mai come questa volta sembrano avere dismesso ogni anelito
d'intelligenza per vestire la casacca del tifoso che urla e strepita per
la squadra del cuore....
Karoshi è la parola giapponese che indica la morte per fatica
che colpisce chi lavora al di là di ogni suo limite naturale. Il decesso
sopravviene generalmente con un attacco cardiaco, dovuto allo stress e
allo sforzo lavorativo: il cuore non regge alla fatica e si ferma. E se
qualcuno pensa che sia una cosa tragica ma pittoresca, tipica delle
lontane isole del Giappone e magari di qualche distorta mentalità
orientale… bhé… si sbaglia di grosso. Nella civile Europa delle guerre per procura e dell’ingerenza umanitaria
a suon di bombe, c’è uno Stato che può vantare orgoglioso la sua prima
ed ufficiale morte per fatica: l’Italia. Di Costantino Ceoldo Stato & Potenza Culla di poeti, artisti, esploratori, luogo dove per secoli Arte e
Filosofia si sono incarnate assumendo forma viva, l’Italia paga oggi
ufficialmente il suo tributo al dio denaro, al vitello d’oro dell’ultima
divinità sopravvissuta tra quelle adorate dall’Umanità.
Il luogo del pagamento è Roma, fermata Termini della Metropolitana. Il
tempo del pagamento è domenica 18 novembre 2012, mattino presto, troppo
presto, assurdamente troppo presto per pagare qualsiasi dazio,
figuriamoci questo. Una donna è seduta su una panchina ad aspettare il
treno che la porta al lavoro, lungo quei cinquanta chilometri che deve
fare due volte al giorno perché la famiglia, marito disoccupato e figli
piccoli, possa appena appena sopravvivere.
Oramai è da un bel po’ che fa quella vita ma da qualche tempo la donna si sente diversa, non sta bene ed è sempre più stanca.
Come governanti, esprimiamo la sincera volontà di accompagnare tutti
gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere.
Tuttavia, ci venga concesso di porci qualche domanda a voce alta. Per
tutto il pomeriggio si è parlato di “sviluppo sostenibile”, per togliere
masse immense dalla povertà. A cosa ci riferiamo? Il modello di
sviluppo e di consumo che abbiamo in mente è quello attuale delle
società ricche? Un’altra domanda: cosa succederebbe, a questo pianeta,
se gli indiani avessero la stessa proporzione di auto per famiglia che
hanno i tedeschi? Quanto ossigeno ci rimarrebbe per respirare? LibreIdee
In altre
parole: il mondo possiede oggi gli elementi materiali per fare in modo
che 7-8.000 milioni di persone possano avere lo stesso livello di
consumo e di spreco delle più ricche società occidentali? Sarà
possibile, o dovremmo forse mettere la discussione su un altro piano? Perché abbiamo creato una civilità, quella in cui viviamo, figlia del
mercato e della concorrenza, che ci ha portato un progresso materiale
portentoso ed esplosivo. Ma ciò che è nato come “economia di mercato” è diventato “società di mercato”. E ci ha portato questa globalizzazione, che significa doversi occupare di tutto il pianeta. La stiamo governando, la globalizzazione, o è la globalizzazione a governare noi? E’ possibile parlare di solidarietà e dire che siamo tutti uniti, in una economia
basata sulla competizione spietata? Fino a che punto arriva la nostra
fraternità? La sfida che abbiamo davanti è di una dimensione epocale. E
la grande crisi non è ecologica: è politica. L’uomo, oggi, non governa le forze che ha creato; sono queste ultime a governare l’uomo e la nostra vita.
È stata lanciata da McDonald's la campagna pubblicitaria sulle assunzioni: l'azienda annuncia di voler creare tremila nuovi posti di lavoro in Italia nei prossimi tre anni. La Cgil contesta l'offerta della multinazionale americana sostenendo che si tratta di impieghi precari. Inquinamento, nocività del cibo venduto, sfruttamento degli animali e disboscamento dovrebbero essere però le principali questioni da considerare prima di decidere di entrare a far parte della più nota catena di fast food del mondo. Di Paolo Ermani Il Cambiamento McDonald’s recentemente sta pubblicizzando l’intenzione di assumere tremila lavoratori nei prossimi tre anni e, sfruttando il momento di forte disoccupazione, cerca di fare bella figura agli occhi dell’opinione pubblica. Il sindacato ha contestato la pubblicità dicendo che si tratta soprattutto di lavoro precario. Peccato però non porsi il problema e la questione più importante e cioè: lavorare per McDonald’s è positivo, è giusto? McDonald’s è una delle multinazionali più aggressive e inquinanti del pianeta. Per rifornirla di carne vengono uccisi milioni di animali ogni anno in un olocausto di dimensioni anche difficilmente immaginabili. Per fare posto agli allevamenti vengono abbattute intere foreste e le emissioni di gas serra prodotte dalla combinazione di allevamento e disboscamento sono drammaticamente alte.
Per circa tre anni, i nostri governi, la cricca dei banchieri e i media industriali ci hanno garantito che loro conoscevano l’approccio corretto per aggiustare le economie che loro avevano
in precedenza paralizzato con la loro mala gestione. Ci è stato detto
che la chiave stava nel balzare sul Popolo Bue imponendo “l’austerità”
al fine di continuare a pagare gli interessi ai Parassiti delle
Obbligazioni, a qualsiasi costo.
Dopo
tre anni di questo continuo, ininterrotto fallimento, la Grecia è già
insolvente per il 75% dei suoi debiti e la sua economia è totalmente
distrutta. La Gran Bretagna, la Spagna e l’Italia stanno tutte
precipitando in una spirale suicida, in cui quanta più austerità quei
governi sadici infliggono ai loro stessi popoli tanto peggiore diventa il problema del loro debito/deficit. L’Irlanda e il Portogallo sono quasi nella stessa condizione.
Ora,
in quello che potrebbe essere il più grande “mea culpa” economico
della storia, i media ammettono che questa macchina
governativa-bancaria-propagandistica della Troika ha avuto torto per tutto il tempo. Sono
stati costretti a riconoscere che l’approccio dell’Islanda al pronto
intervento economico è stato quello corretto sin dall’inizio.
Non è soltanto l'allarme "spread" che sta rientrando. Pare proprio che
sia il concetto in quanto tale ad avere perso di fascino e di seduzione
mediatica. Capita come in quei serial televisivi, dove un personaggio o
una situazione sembrano assumere un'importanza decisiva nella
narrazione, salvo poi essere liquidati e dimenticati nelle puntate
successive, come se non fossero mai esistiti. Ci sono alcuni telespettatori che, addirittura dagli anni '80, ancora
ricordano con indignazione la vicenda della figlia del commissario
Cattani nel serial "La Piovra". COMIDAD Tutta la prima serie si era basata
sull'effetto emotivo della violenza carnale subìta dalla figlia del
commissario ad opera di sicari mafiosi, e su tutte le peripezie del
commissario per salvare la ragazza. All'inizio della seconda serie, dato
che il personaggio-figlia ormai era d'ingombro, la poverina venne, con
brutalità mafiosa, liquidata dagli sceneggiatori col pretesto di un
banale incidente. La grande maggioranza degli spettatori non notò nulla
di strano, ed il serial continuò con crescente successo.
Essere antieuropeisti e, pertanto, decisamente recalcitranti alla concretizzazione di questa Unione, basata su trattati ed accordi sconvenienti per i popoli che ne fanno parte, da quelli economici a quelli politici (con commissioni che si occupano della grandezza dei piselli e teste di pisello che non arrivano a capo di nulla), non significa essere contro l’Europa. Di Gianni Petrosillo Conflitti e Strategie Quest’ultima esiste, non solo in quanto innegabile espressione geografica, piuttosto perché ha un passato millenario fatto di prossimità, di battaglie, di alleanze, di pacificazioni, di tradimenti, di rivalità, di porosità e di sbarramenti reciproci, estrinsecatesi in un campo culturale omogeneo ma non meno conflittuale, frutto di un destino secolare d’interdipendenze e dipendenze tra nazioni e popolazioni che si sono abbracciate e massacrate; dunque, essa c’è negli eventi, nelle cose e negli uomini a prescindere dai suoi recenti apparati artificiali troppo deboli, corrotti, insignificanti e distanti dalla realtà per poter contribuire a dispiegare una vera sovranità continentale.
Per questo, possiamo dire che l’Europa sussisteva più consapevolmente, con maggiore spinta e coerenza (di ciascuno Stato), prima che fosse perfezionata la sua scialba architettura istituzionale attuale la quale, appunto, rappresenta la negazione del “sogno” urgente dell’ edificazione di un insieme geopolitico eterogeneo eppure indipendente, orientato ad una politica di potenza sinergica tra partner “cugini” (di affratellamento parlano solo gli idioti che non hanno il senso della Storia), come risultato di un grande gioco di prospettive ed orizzonti di entità statali contigue, non sovrapponibili ma, tuttavia, concordi nel perseguire comuni (per quanto possibile) obiettivi internazionali e mondiali. Forse, la Grande Europa invocata da De Gaulle, oppure, anche qualcosa di meglio. Leggi tutto...
"Nel lungo periodo saremo tutti Monti". (J. Maynard Keynes ft. Chicago Boys)
Parliamo dell'agenda,
quella in pelle di esodato che avete trovato sotto l'albero in cambio
della vostra sudata tredicesima servita per fare un bel regalone alle
banche bollite ed ai fondi salva-stati (come ammette tranquillamente a
pagina 2 l'autore Mario Monti, d'ora in avanti Montichino).
Che poi questa non è un'agenda vera dove segnare appuntamenti e
ricette, ma un'agenda parola inglese, un documento programmatico,
direbbe Bersani in piddinese, e come tale va trattata. Tenendo presente che, siccome quasi tutti i partiti
sono smaniosi di attenervisi nella prossima legislatura, leggendone i
contenuti, anzi i presupposti, possiamo capire ciò che ci attenderà nel
breve e lungo periodo. Prendetelo come un oroscopo del 2013 che ci
azzecca, una volta tanto. E ricordate l'ammonimento di Maynard in
apertura. In effetti bisogna andare oltre l'avvolgimento in pluriball di
bisognafarismo piddino (merito del volonteroso Ichino, molto
probabilmente) e le promesse da marinai del Titanic tipo "tranquilli, ci
salveremo tutti" - che non parlano di quelli che rimarranno chiusi a
chiave in terza classe. Occorre scovare i pochi concetti fondamentali
buttati qua e là che rivelano la vera natura dell'agenda di rinascita
democratica. Ne cito uno che per me vale come abstract dell'intero
programma: "Non si può fare marcia indietro", Leggi tutto...
Nella vita comune,
l'utilizzo del denaro contante è una delle cose più normali che esista.
La possibilità di utilizzare denaro contante, per compensare transazioni
commerciali, costituisce elemento di libertà di ogni essere umano, oltre
che motore di sviluppo alla crescita economica e al benessere collettivo.
Quotidianamente, avvengono milioni e milioni di transazioni che hanno come
contropartita l'utilizzo del denaro contate, senza il quale, con ogni
probabilità, parte di queste non avverrebbero mai, o avverrebbero in maniera
sensibilmente ridotta. Di Paolo Cardenà Vincitori e Vinti Pensate alle piccole spese quotidiane che ognuno di noi
compie per il soddisfacimento dei propri bisogni, dei propri desideri,
delle proprie ambizioni, dei propri vizi, e delle proprie
libertà. Pensate ad un caffè consumato in un bar, all'acquisto del pane dal
panettiere, o ad una bibita offerta ad un amico. Oppure, ancora, pensate alla
paghetta data settimanalmente ai propri figli, o ad un acquisto di un
determinato oggetto, che deve rimanere segreto. Queste transazioni,
semplicemente, avvengono utilizzando carta moneta. In mancanza della
possibilità di spesa per mezzo del contante, queste avverrebbero in
maniera significativamente ridotta poiché, ognuno di noi, sarebbe ben disposto
a rinunciare a qualcosa per tutelare la nostra privacy e il nostro
perimetro di riservatezza. Ognuno di noi sarebbe disposto a rinunciare a
qualcosa se le modalità di acquisto non fossero pratiche come oggi
avviene.
Il Ministro dei servizi correzionali venezuelano, Iris Varela, ha annunciato sul suo account Twitter l’espulsione di un cittadino francese noto come Frédéric Laurent Bouquet, il 29 dicembre 2012. Bouquet (foto) è stato arrestato a Caracas il 18 giugno 2009, assieme a
tre cittadini dominicani in possesso di un arsenale. La polizia
scientifica aveva sequestrato nell’appartamento che aveva acquistato:
500 grammi di esplosivo C4, 14 fucili d’assalto di cui 5 con mirino
telescopico, 5 con puntatore laser e uno con silenziatore, cavi
speciali, 11 detonatori elettronici, 19.721 cartucce di diversi calibri,
3 pistole, 4 fucili di calibro diverso, 11 apparecchi radio, tre walkie
talkie e una radio base, 5 fucili da caccia calibro 12, due giubbotti
antiproiettile, 7 divise militari, 8 granate, una maschera antigas, 1
coltello da combattimento e 9 bossoli d’artiglieria.
Durante il processo, Bouquet ha ammesso di essersi addestrato in Israele
e di essere un agente del servizio d’intelligence militare francese
(DGSE). Ha ammesso di aver progettato un attentato per assassinare il
presidente costituzionale Hugo Chavez.
Mario Draghi è molto contento. La bilancia commerciale dell'Italia, ha
affermato giorni addietro, è migliorata del 21% dal 2009 ad oggi. E sono
previsti ulteriori miglioramenti per il 2013. [2] La verità però è che
l'Italia presenta una bilancia commerciale pessima e il trend è al
ribasso [vedi tabella n.1]. Dal 2000 al 2012 mancano quasi 100 miliardi
di euro cumulativi. Tutto punti PIL che si spostano all'estero. La più
grande colpa della bilancia negativa è del più grande mercato
dell'Italia, la Germania. [Vedi Tabella n.2] Perché la Germania non è
solo il più grande mercato per l'esportazione, ma soprattutto è il paese
dal quale l'Italia importa di più in assoluto. E facendo una semplice
somma del disavanzo della bilancia siamo per il 2011 a -137.000.000.000.
-137 miliardi di euro.
Cioè un anno dopo l'entrata di Italia
nell'Euro l'equilibrio commerciale con la Germania che in qualche modo
durava dal 1971 si è interrotto. Praticamente da subito c'è stato un
divario che non si è più chiuso. Questo potrebbe dipendere da una
produzione industriale tedesca tanto più importante di quella italiana.
Oppure potrebbe essere il risultato di un euro che in 12 anni non è
riuscito a diventare una sola valuta, in combinazione con tassi
d'interesse tedeschi sbagliati. Leggi tutto...
Divieto di vendita in Bolivia e modifica obbligatoria in California ASPARTAME E CANCRO... Alcuni studi dimostrano che l’aspartame produce formaldeide e può
provocare linfomi di leucemia. L’Autorità europea per la sicurezza
alimentare intanto loda l’Aspartame. E noi, chi ci difende? La California ha dichiarato cancerogeno un elemento del colorante.
Di Francesco Tamburini
Coca-Cola cambia colore per evitare l’obbligo di segnalare elementi
cancerogeni all’interno delle lattine. La California ha infatti aggiunto
l’anno scorso il composto 4-methylimidazole, presente nel colorante
utilizzato dalla società, alla lista delle sostanze che rischiano di
provocare il cancro. Coca-Cola ha modificato così la formula segreta,
riducendo la presenza del composto incriminato e modificando leggermente
il colore della bevanda. L’intervento della corporation è avvenuto anche in seguito alle
pressioni dell’associazione a tutela dei consumatori Center for Science
in the Public Interest, che ha avviato una petizione rivolta alla Food
and Drug Administration per vietare alcuni coloranti presenti nelle
lattine di Coca-Cola e Pepsi. Ma l’agenzia federale non è d’accordo. “E’
importante sapere che una persona dovrebbe bere oltre mille lattine al
giorno per raggiungere il livello cancerogeno segnalato nelle ricerche”.
E’ della stessa opinione l’American Beverage Association, che ha
avvertito: “Sono accuse scandalose, la scienza non dimostra che il
composto 4-methylimidazole è dannoso alla salute”.
In molti, nelle ultime ore, si stanno domandando provocatoriamente se
siano più democratici i governi dei Paesi che si dicono democratici per
principio, oppure i governi dei Paesi oggi ritenuti parzialmente o
totalmente al di fuori della democrazia. Le manifestazioni di piazza che
stanno andando in scena in moltissime città del continente europeo,
mostrano per l’ennesima volta che la violenza dello Stato in Occidente
esiste ancora. Quanto giunge direttamente dalle piazze di Torino, Roma,
Madrid, Lisbona e Atene è non solo l’evidente indice che le classi
subalterne dei cosiddetti PIGS non accettano le politiche antipopolari
di austerità e di predazione della ricchezza nazionale nel nome della
stabilizzazione finanziaria e della rassicurazione dei cosiddetti
“mercati”, ma anche la dimostrazione dell’inconsistenza sostanziale
della retorica utilizzata da quasi tutte le classi dirigenti di quei
Paesi che da sessant’anni cercano di distinguersi nello scenario
internazionale in funzione del principio della presunta superiorità
occidentale, per quanto concerne la democrazia e i diritti della
persona. Stato & Potenza
Ma la democrazia, in realtà, non esiste e non è mai esistita,
per lo meno nei termini in cui questa viene posta all’interno della
società occidentale dai politici e dagli intellettuali di punta. Ogni
potere costituito nasce su basi di violenza (guerre civili) e si impone
attraverso una progressiva costruzione normativa che regolarizzi il
proprio impianto istituzionale, abituando la popolazione a considerarne
inviolabili i principi secondo parametri più o meno corrispondenti alle
necessità sociali. Questo non significa che i “diritti” siano una
semplice invenzione giuridica ma che la loro espressione politica sia,
di volta in volta, la risultante di precisi rapporti di forza e
dell’evoluzione sociale ed economica del pianeta.
Quando i nostri politici o i nostri giornali hanno la presunzione di
considerare questa parte del mondo come la “migliore possibile”, la “più
libera” e la “più equa” non va dimenticato che la società occidentale
nasce come prodotto della rivoluzione industriale e dell’ordine
coloniale, e che il primato tecnologico acquisito negli ultimi duecento
anni è pur sempre un dato relativo e temporaneo.
Nella lunga lista di soggetti riuniti da venditori di realtà
prestabilite sotto lo slogan “teorie cospiratorie”, si trova un mondo
senza contanti – dove i tecnocrati regnano sulla plebe, e tutto è
scambiato via plastica e chip RFID.
In questa sterile e controllata società Hi-Tech Orwelliana, l’idea del cash scambiato da mano a mano sarebbe arcaica come l’idea di andare in giro oggigiorno con dei tally sticks (preistorici bastoni da conteggio).
Però, nonostante l’incredibile espansione delle transazioni con carta di
credito o di debito nel mondo economico e il boom dell’internet
shopping, in pochi ammetterebbero in tranquillità che una società senza
contanti incombe su di noi. E’ un naturale diniego di molti alimentato
dall’idea che la nostra società sia in effetti in rotta di collisione
con una sorta di futuro impersonale distopico come quello dipinto nel
classico sci-fi anni ’70 ‘Logan’s Run’ [La Fuga Di Logan] (1).
Il denaro “cashless” (privo di contanti) è qui, e in rapida crescita.
Negli anni, analisti e commentatori son sembrati d’accordo sul fatto che
una società senza contanti si sarebbe infiltrata lentamente, e si
sarebbe assestata da sé semplicemente in virtù del volume di transazioni
elettroniche che avrebbero reso gradualmente il contante meno
disponibile e più costoso da redimere e scambiare. In gran parte ciò è
ancora vero. Tuttavia quello su cui contavano in pochi, era il come e il
perché ci sarebbe stata la spinta finale. Certi saranno sorpresi da
questi nuovi meccanismi emergenti, e dalle loro macabre conseguenze
politiche.
Da più di un
anno si è affermata la vulgata secondo cui l'aumento del debito pubblico
porta alla crescita degli interessi sul debito pubblico e dello spread,
il differenziale con i tassi tedeschi. A questo concetto è connessa
l'idea che una politica di rigore, riconducendo sotto controllo il
debito, può ridurre spread e interessi. Il Presidente Napolitano,
proprio allo scopo di risolvere la situazione di crescita del debito e
salvare l'Italia dall'insolvenza e dal baratro, ha nominato Monti che ha
applicato una politica di rigore. Di Domenico Moro Resistenze
Ora, però, a distanza di una anno dal suo
insediamento accade una cosa strana: il debito pubblico è aumentato
ancora. E di molto: la soglia psicologica dei 2mila miliardi è stata
sfondata, raggiungendo i 2.014.693 miliardi di euro. La cosa più
bizzarra, però, è che nell'anno montiano, tra novembre 2011 e ottobre
2012, il debito è aumentato del 5,3%, mentre tra novembre 2010 e ottobre
2011, Berlusconi presidente, il debito era cresciuto del solo 2%. In
assoluto con Monti il debito è aumentato di quasi 102 miliardi, mentre
nell'anno precedente l'aumento fu di 38 miliardi.
Altro fenomeno, apparentemente inspiegabile secondo la logica imperante, è il fatto che lo spread sia diminuito.
“Mi chiedo quanto ancora potrà sopportare questa società prima di esplodere” ha detto Georg Pieper, uno psicoterapista tedesco specializzato nella
cura dei disordini post-traumatici a seguito di catastrofi, grandi
incidenti (incluso quello tremendo verificatosi in Germania), atti di
violenza, sequestri di persona; questa volta, però, parlava della
Grecia.
Aveva trascorso diversi giorni ad Atene, dando gratis dei corsi in
terapie post-traumatiche a psicologi, psichiatri e medici, essendo
questo un paese in profonda crisi. Era accompagnato da Melanie Mühl,
giornalista del quotidiano Frankfurter Allgemeine. E nel suo
rapporto (1), la Muhl denuncia il modo in cui la crisi greca è stata
descritta ai “consumatori di notizie” in Germania.
Non era che “una lontana minaccia che si profilava all’orizzonte”,
definita in termini poco comprensibili, come stretta bancaria, taglio
di spese, buchi di miliardi di euro, cattiva gestione, Troike,
rifinanziamento di debiti… "Invece di riuscire a comprendere qual è
il contesto generale, non vediamo altro che la faccia scura di Angela
Merkel che sbuca dalle limousine nere a Berlino, Bruxelles ed altre
città, avanti e indietro tra un summit e l’altro, dove si sta
elaborando, pezzo dopo pezzo, la grande “manovra di salvataggio” della
Grecia e dell’Europa". (Si legga anche: La Maledizione dell’Euro “Irreversibile”). (2)