La Ong GRAIN è stata recentemente insignita del Premio Nobel Alternativo per la sua lotta contro l'accaparramento di terre, soprattutto da parte dalle multinazionali nei paesi in via di sviluppo. Abbiamo parlato con il coordinatore internazionale, Henk Hobbelink riguardo la sovranità alimentare, la lotta dei contadini e la biodiversità agricola. Di Gloria Martìnez
"Cristian Ferreyra è stato ucciso da un proiettile sparato da due uomini armati di fronte alla sua casa e alla sua famiglia. Christian viveva a San Antonio, un villaggio a nord di Santiago del Estero in Argentina. Apparteneva ad una comunità agricola ed è stato membro di un'organizzazione partner, l'organizzazione indigena contadina MOCASE-Vía Campesina. Il suo crimine? Rifiutarsi di lasciare la sua terra d'origine per dar luogo ad una massiccia piantagione di soia, una delle numerose piantagioni che sono state incorporate nelle comunità rurali in Argentina negli ultimi dieci anni. Così i proprietari della piantagione lo fecero uccidere. Cristian aveva 25 anni".
Inizia così il discorso di ringraziamento di GRAIN dopo aver ricevuto il Right Livelihood Award noto come Premio Nobel Alternativo nel dicembre scorso.
GRAIN (Genetic Resources Action International) si definisce come una piccola organizzazione internazionale che sostiene gli agricoltori e i movimenti sociali, nelle loro lotte per ottenere sistemi alimentari basati sulla biodiversità e controllati dalla comunità.
COSA SI NASCONDE DIETRO LE “NUOVE MISURE DI AUSTERITA'”?
“Siamo di fronte alla distruzione. Il nostro paese, la nostra patria, tutto è pronto per bruciare, per andarsene in fumo. Il centro di Atene è in fiamme!”– Costis Hatzidakis, parlamentare conservatore
Domenica scorsa, 12 febbraio 2012, il Parlamento greco ha approvato una nuova tornata di misure di austerità, che ulteriormente aggraveranno la depressione che dura da cinque anni e troncheranno gli ultimi logorati fili di coesione sociale.
Al fine di garantire un prestito di 130 miliardi di euro, i leader politici della Grecia hanno convenuto di conformarsi ad un “Memorandum di Intesa” (MOU), che non solo intensificherà i sacrifici della gente comune che lavora, ma effettivamente assegnerà anche il controllo dell’economia nazionale a banche ed imprese straniere.
Il Memorandum è tanto calcolatore e venale come mai un documento del tipo sia stato scritto. E mentre la maggior parte dell’attenzione è stata focalizzata sui tagli profondi alle pensioni integrative, al salario minimo, e agli stipendi del settore privato, molto di più balza agli occhi in questo mandato oneroso.
Il documento di 43 pagine deve essere letto nella sua interezza per apprezzare appieno la vacuità morale delle persone che dettano la politica nell’Eurozona.
Esiste una concreta possibilità di arrivare a stabilire con precisione cosa è avvenuto e perché la sera del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica, quando venne abbattuto il DC-9 Itavia, sigla I-TIGI, causando la morte dei quattro membri dell'equipaggio e dei settantasette passeggeri, fra cui tredici bambini. Si tratta di un'opportunità da non perdere, fondamentale per comprendere la nostra storia recente.
L'ultima fase di un lunghissimo percorso giudiziario ha visto lo scorso 10 settembre 2011 il Tribunale di Palermo presieduto dal giudice Paola Proto Pisani, condannare, dopo tre anni di dibattimento, i ministeri della Difesa e dei Trasporti al pagamento di oltre 100 milioni di euro in favore di ottanta familiari delle vittime: una sentenza nelle cui motivazioni viene quanto meno messa in rilievo con dovizia di riferimenti documentali l'evidenza dei depistaggi, delle omissioni e delle coperture messi in atto lungo un trentennio di storia italiana da altissime cariche militari e civili, per impedire che venisse alla luce una verità che la ragion di Stato non può evidentemente rendere di pubblico dominio. Contro questa sentenza, infatti, si sono ancora appellati i ministeri condannati e proprio in questi giorni si sta celebrando a Palermo il processo di Appello.
La crisi senza fine della Grecia è esemplare per comprendere la deriva di una Unione Europea che vive la contraddizione di voler giustamente conservare da un lato un minimo di Stato sociale e che dall’altro si trova costretta a tagliare i diritti di chi lavora, tra stipendi e pensioni, per permettere alle proprie aziende di essere competitive con i prodotti di Paesi che usufruiscono di un costo del lavoro 8-10 volte minore di quello europeo. Una competizione destinata ad una inevitabile sconfitta laddove è basata sulla riduzione dei costi di produzione ma con possibilità di successo se basata sull’innovazione tecnologica soltanto per un Paese come la Germania che da più di un secolo è il più avanti di tutti in questo settore e che può basarsi su una struttura produttiva delle aziende elastica e capace di rinnovarsi in continuazione e su un sistema statale che fa un punto d’onore del sostegno alle imprese nazionali.
La crisi in corso vede così maggiormente in difficoltà Paesi come quelli mediterranei che più degli altri avevano investito su un sistema di Stato sociale che tutelasse quanti erano rimasti ai margini dello sviluppo economico e che sono rimasti travolti dalla crisi finanziaria innescata dai mercati statunitense e inglese che ci ha messo pochissimo a trasformarsi prima in crisi e poi in recessione e depressione economiche.
Negli ultimi dieci anni, oltre 40 milioni di ettari di terreno nei paesi in via di sviluppo sono stati acquisiti da imprese per la produzione di biocarburanti. Lo segnala un nuovo studio pubblicato dalla International Land Coalition. Il rapporto esamina esclusivamente le grandi acquisizioni di terreni, che tra il 2000 e il 2010 ammontano a 200 milioni di ettari di terreno: di questi, gli autori hanno individutato 71 milioni di ettari dedicati agli agrocarburanti. Il più interesante risultato del rapporto, intitolato "Land Rights and the Rush for Land: Findings of the Global Commercial Pressures on Land Research Project è che la produzione alimentare riguarda meno di un quinto delle acquisizioni di terreni. Quasi il 60 per cento era invece finalizzato alla produzione di biocarburanti.
Nell’ultima settimana o giù di lì, ho notato una insolita quantità di articoli molto ben scritti e densi di dettagli che mettono in guardia su una triste sorte e su un orrore finanziario incombente. Questi articoli non sono scritti da un branco di arrabbiati blogger ignoranti, ma da gestori di fondi, investitori ed editorialisti finanziari. Sono tutte persone che avevano visto giusto che stava maturando il crollo del 2008, e la mia scommessa è che lo sono di nuovo. Dopo il crollo del 2008, i media del sistema delle comunicazioni di massa (MSM) ci avevano raccontato: “Nessuno aveva previsto ciò che stava per arrivare”, cheè una menzogna sfacciata che non funzionerà più.
Jim Quinn di “TheBurningPlatform.com” scriveva un profluvio di documenti su realtà preoccupanti, che non sentirete mai sul MSM.
Quinn espone la tesi di una rovina in arrivo con statistiche, grafici e logica tagliente come un rasoio in un post dal titolo “Illusion of Recovery–Feelings vs. Facts - Illusione di una ripresa – Emozioni vs fatti.”
Questa la sua sintesi:
“Non c’è modo di evitare il collasso finale di un boom creato esclusivamente dall’espansione del credito. Coloro che sono al potere non potranno mai rinunciare volontariamente al loro grande gioco del saccheggio della ricchezza della nazione, e così il risultato finale sarà il collasso economico. Costoro continueranno ad utilizzare la propaganda, le rotative e le mezze verità per portare avanti i loro programmi. Ma chi esamina i fatti arriverà alla conclusione logica che ci stanno vendendo un grande menzogna.”
Io ho una teoria. Non importa quale giornale si ritenga più o meno fazioso: per avere una chance di fare le pulci al governo in carica basta leggere i quotidiani che si trovano all’opposizione. Quegli stessi che, a parti inverse, erano autorevoli come una dichiarazione di "Alì Babà" resa dinanzi ai "40 ladroni", improvvisamente diventano la summa del giornalismo di inchiesta meno indulgente con il potere. Allo stesso modo funziona con i partiti di governo e di opposizione. Quando gli uni sono maggioranza, giustificano senza colpo ferire "le peggio cose", quando per pura convenienza politica decidono di essere minoranza, o vi si trovano per i risultati elettorali, sono i più feroci critici degli altri e si fanno attendibilissimi paladini di verità e giustizia. Così, capita che la Lega Nord, ora che si è sfilata dalla maggioranza, dica cose condivisibili, anche se provengono da personaggi come Francesco Enrico Speroni, piuttosto contestabili.
L'Observatoire de l'Europepubblica un'intervista a Stiglitz, in cui il Nobel per l'economia manifesta una sfiducia oramai totale sull'euro, paragonando l'austerità ai salassi delle sanguisughe.
Il Premio Nobel per l'economia, noto per le sue posizioni keynesiane, paragona la pratica attuale dell'austerità ai "salassi della medicina medievale." Egli ritiene che solo gli investimenti pubblici possono interrompere questa spirale verso il basso.
Che Joseph Stiglitz, Premio Nobel dell'economia, noto per le sue posizioni anticonformiste, si distinguesse per la sua analisi sulla crisi Europea, è cosa logica. Durante il Forum finanziario Asiatico di Hong Kong, tenutosi a fine gennaio, tuttavia, il famoso economista ha avuto parole di un pessimismo raro a proposito del continente. Per lui, i funzionari Europei, sotto la pressione di un dubbio consensus finanziario, stanno portando i loro paesi nel caos, e la moneta unica verso una sparizione quasi inevitabile.
L'Europa, a giudizio dell'economista, sta per "restituire il favore agli Stati Uniti", esportando a sua volta una crisi sempre più complessa e totale. Le ragioni: politiche di austerità "chiaramente insostenibili". Invece di portare a termine, nel 2010, la struttura politica che avrebbe reso l'area dell'euro coerente e sostenibile, i paesi Europei hanno imposto alla Grecia una cintura stretta che ha solo aumentato il peso del suo debito - perché il crollo dell'economia ha abbattuto le entrate fiscali. "Benché l'austerità non dia frutti, la risposta politica è quella di chiederne sempre di più"
La classe dirigente greca ha piegato la testa, ha firmato la capitolazione all'oligarchia finanziaria che si è impadronita dell'Europa. Mentre le strade di Atene erano teatro dell'ultimo disperato ed eroico tentativo di respingere le draconiane condizioni decise a Bruxelles e Francoforte, sono divampati gli incendi in una sessantina di edifici e sedi bancarie. Una settantina di deputati di opposti schieramenti politici che hanno votato contro l'abdicazione alla dignità nazionale e la condanna ad una povertà prolungata per decenni, sono stati immediatamente espulsi dai rispettivi partiti.Questa è la "democrazia" targata Unione Europea, questa è la libertà secondo il format della Banca Centrale Europea. Entrambe incompatibili con i diritti sociali di un popolo e di una nazione.
Le elites del Potere Globale privato incorporate all'interno dei governi mondiali sembrano essere intente ad imporre il Governo Mondiale su tutti noi, prima piuttosto che dopo. Diamo un'occhiata ai 12 mega-processi, veri "grilletti", che come si deduce stanno utilizzando per raggiungere i loro obiettivi.
Tutte le strade portano ad un governo mondiale. Questo non dovrebbe essere una sorpresa. Il Financial Times di Londra, articola apertamente questo punto di vista in un articolo del suo principale commentatore di affari esteri, Gideon Rachman, pubblicato l'8 dicembre 2009, il cui titolo dice tutto: "E' ora per un Governo Mondiale". Questi obiettivi sono condivisi dagli addetti ai lavori in seno alla Commissione Trilaterale, il CFR e il Gruppo Bilderberg ... anche dal Vaticano.
Alla fine degli anni Settanta tutto il complesso industrial-farmaceutico scientifico
che era stato schierato sulle indagini dei retrovirus come causa del cancro
era ad un vicolo cieco. Sembrava proprio che non si potesse dimostrare che i retrovirus causassero il cancro.
Fu chiaro in quel momento storico a tutti i partecipanti che formulare una qualsiasi ipotesi di un ruolo dei retrovirus in una patologia umana sarebbe stato appoggiato dal sistema con tutte le sue forze politiche ed economiche disponibili!
L'Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO) ha appena pubblicato un equilibrato rapporto sulla crisi galoppante in atto nei mercati del lavoro mondiali.Abbiamo iniziato il 2011 con 900 milioni di lavoratori poveri, che guadagnano meno di 2 dollari al giorno, e altri disoccupati fino a 1,1 miliardi di persone - una su tre della forza lavoro globale. Alla sovrabbondanza degli attuali 200 milioni di disoccupati, i mercati del lavoro globale vedranno aggiungersi ogni anno, in media, quaranta milioni di nuove persone in cerca di lavoro. Ciò significa che sarà necessario creare 400 milioni di posti di lavoro nel prossimo decennio per evitare un ulteriore aumento della disoccupazione.
Per dare lavoro a tutti coloro che vogliono lavorare, il mondo ha bisogno di 600 milioni di nuovi posti di lavoro.
Preoccupa, comunque, il rallentamento della crescita globale, il che significa che ai mercati mondiali del lavoro risulterà difficile tenere il passo con la crescita della forza lavoro, figuriamoci recuperare il terreno perduto. Nel 2011, la crescita globale è rallentata dal 5,1% al 4%, e il FMI avverte di un ulteriore rallentamento dal 2012.
Il rapporto ILO mette in guardia che anche un modesto rallentamento nel 2012, vale a dire di 0,2 punti percentuali, significherebbe 1,7 milioni di disoccupati in più entro il 2013.
Il rapporto fa luce anche sull’impatto che le politiche fiscali troppo rigide hanno avuto sulla crescita e sull’occupazione, a partire dai programmi di austerità distruttiva di posti di lavoro che sono diventati così comuni nell’Eurozona.
Altrove, in nazioni con politiche ad ampio margine di manovra, i governi hanno perso il loro forte desiderio compulsivo alla fiscalità, dato che l’accresciuta insicurezza e la fiducia abbattuta dei consumatori mantengono debole la domanda del settore privato.
Cos’è questo Impero che ci sovrasta e ci domina ? Questo Impero che inquina i nostri pensieri e ci impedisce di allargare lo sguardo e di agire ? Questo Impero che, giorno dopo giorno, mostra sempre più i contorni allucinanti di una nuova, postmoderna e imperturbabile macchina totalitaria ? Se io dovessi descriverlo ricorrerei alla figura enorme e strabordante di un parco giochi edificato su un immenso deserto, o – il che non è poi tanto diverso – di un supermercato ove, chi se lo può permettere, può acquistare qualunque prodotto, voluttuario, superfluo o di lusso che sia…
Fuori da questo gigantesco magazzino si concentra una massa composta da un numero incalcolabile di persone che, attratte da quel che luccica nelle vetrine, sogna di poter un giorno o l’altro entrarvi e poter acquistare tutto ciò che desidera, senza lesinare sul prezzo…
La scadenza pare avvicinarsi. Secondo le autorità militari israeliane, il progetto pronto da anni per trasferire 20 comunità di beduini palestinesi, 2300 persone in tutto, in modo da consentire di ampliare l’insediamento di Ma’ale Adumim nella Cisgiordania occupata, dovrebbe iniziare a breve. La maggior parte degli sgomberati, che appartengono quasi interamente alla comunità beduina jahalin, doveva, almeno secondo i piani iniziali delle autorità israeliane, essere ricollocata in un’area a 300 metri di distanza dalla discarica comunale di Gerusalemme… Un impegno a voce dell’ultimo minuto ha scongiurato, per il momento, questa ipotesi: le autorità militari israeliane dicono che individueranno una nuova area.
In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha ricordato a Israele che trasferimenti di popolazione, eseguiti senza consultare le comunità interessate e anzi contro la volontà di queste ultime, costituiscono una violazione delle norme internazionali. Se portato avanti, il piano di sgombero dei beduini per far posto alle nuove costruzioni di Ma’ale Adumim, darà il colpo di grazia a un gruppo di persone tra le più povere della Cisgiordania occupata.
Il segretario alla Difesa americano, Leon Panetta, riconosce che è "molto probabile" che Israele attaccherà l'Iran nella primavera di quest'anno, secondo l'opinionista del Washington Post, David Ignatius. Secondo Panetta, gli Stati Uniti, hanno già espresso la loro "preoccupazione su questo problema", dice il giornalista. Tuttavia, il capo del Pentagono ha rifiutato di commentare le affermazioni del giornale, e se l'intervista, presumibilmente presa durante l'incontro con i ministri della difesa della NATO, ha avuto luogo. RT.com
Israele: l'Iran ha materiale per creare quattro bombe nucleari
Questo giovedì Israele ha parlato anche dell'Iran e del suo controverso programma nucleare. "L'Iran sta lavorando duramente per acquisire la capacità militare nucleare", ha avvertito il direttore dei servizi segreti militari di Israele, il generale Aviv Kochavi, il quale ha detto che la repubblica islamica "ha abbastanza materiale per fare quattro bombe".
Il funzionario israeliano ha anche detto che a suo parere, Teheran vuole che le armi nucleari per tre motivi: l'egemonia regionale, la dissuasione e il desiderio di essere un paese chiave nella zona.
in questi giorni Lei ha denunciato l'esistenza del "seme di un populismo antieuropeo in Italia come in altri Paesi". Lei ha ragione! Tuttavia, bisogna intendersi in merito a chi e cosa si celi dietro questo sentimento antieuropeo e perché sia progressivamente crescente e addirittura maggioritario in sempre più vasti strati della popolazione europea. Ed a corollario di ciò, Lei dovrebbe chiedersi se le sue politiche economiche fomentino o meno questo sentimento antieuropeo.
E' da almeno il 1992, quando siamo entrati sotto le condizioni del patto di stabilità del Trattato di Maastricht, che ci viene richiesto di fare sacrifici. A noi, ed a tutti gli Europei. Questi sacrifici sono alla base di alcune ricette di economisti, professori, tecnici (oggi al Governo!) che, in Italia come nel resto d'Europa, avrebbero dovuto portare a risanare i conti pubblici, dare prosperità e benessere. Niente di tutto ciò è stato raggiunto! L’esperienza dimostra che nei venti anni dalla sottoscrizione del Trattato, il rapporto debito/pil è peggiorato quasi ovunque.
“Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm – Un taglio netto: una nuova strategia per rendere sicuro il regno” è il biglietto di presentazione di autori chiave…i sadici neo-cons degli Stati Uniti Richard Perle, David Wurmser e Douglas Feith ... Un decennio più tardi, gli autori di questo studio sono poco nominati, ma il loro spirito di “guerra senza fine” è vivo e vegeto all’interno della “Informativa sulla difesa strategica” (DSG) recentemente illustrata dall’amministrazione Obama, come parte del programma “Conservare la leadership globale degli Stati Uniti: Priorità per la difesa nel XXI secolo”. DiMahboob A. Khawaja The Palestine Telegraph
Mentre “Clean Break” proponeva quello che allora era una radicale strategia militare per il Medio Oriente, l’“Informativa DSG” di Obama individua le priorità militari statunitensi per il XXI secolo per “affrontare e sconfiggere le aggressioni, in qualsiasi parte del mondo”, con particolare attenzione sul Medio Oriente e la regione Asia-Pacifico, come le “più grandi sfide per il futuro.” (Panetta, 5 gennaio 2012)
Cari nazisti dal volto umano, cari signori dalla pelle di serpente e dalla voracità degna di uno squalo che dai vostri castelli colorati, agghindati da pagliacci, mostrate i vostri ebeti sorrisi di gente pasciuta…
Interrompete solo per un attimo la vostra imperterrita e starnazzante marcia a passo d’oca per volgere uno sguardo qua sotto, nei tuguri, nei bassifondi e nelle fogne…
Per volgere uno sguardo sia pur sprezzante su di noi, sudici omini condannati dalla vita e dal destino a spalare la vostra merda, quando non a ingoiarla e a digerirla… Ma, si sa, anche, così si sopravvive…
Permettete qualche domanda, se a lorsignori, pipparoli e cravattari, non disturba e non agita la vostra festa senza fine…
Ci saremmo noi…
Noi che bussiamo alle vostre porte…
Finchè morte non ci separi…
Noi, modestamente e assurdamente Noi…
Noi che abbiamo fame di speranza, ma niente è rimasto da mangiare…
Noi che cerchiamo dolorosamente le vostre risposte di gente perbene…
Secondo una dichiarazione resa pubblica (vedere qui sotto) dall’ assemblea generale dei lavoratori dell’ Ospedale Generale di Kilkis, i medici, gli infermieri e il resto del personale dichiarano che i problemi di lungo corso del Sistema Sanitario Nazionale (ESY) nel paese non possono essere risolti attraverso limitate richieste di risarcimento del servizio sanitario. Pertanto, i lavoratori dell’ Ospedale Generale rispondono al fascismo del Potere occupando questo ospedale pubblico e ponendolo sotto il loro diretto e completo controllo. L’organo decisionale per le questioni amministrative sarà l’ assemblea generale dei lavoratori. Workers at Kilkis General Hospital
Sottolineano inoltre che il governo greco non ha assolto ai suoi obblighi finanziari verso l’ ospedale. I lavoratori denunceranno tutte le autorità competenti alla pubblica opinione e, se le loro richieste non saranno soddisfatte, si rivolgeranno ai comuni, alla comunità locale ed altre, per avere un appoggio di qualunque tipo possibile per aiutare i loro sforzi: per salvare l’ ospedale e difendere la sanità pubblica, per rovesciare il governo ed ogni politica neoliberista. La prossima assemble generale di tutti i dipendenti si terrà nella mattinata del 13 Febbraio. La loro assemblea avrà luogo giornalmente e sarà l’ organo principale per ogni decisione concernente i lavoratori e l’ operatività ospedaliera. Leggi tutto...
Il grande gelo. Quali sono le reali cause? Per quale motivo i media di regime parlano di correnti fredde dalla Siberia e cioè dal lato opposto del globo? Forse non vogliono dover parlare di questa anomalia? Top secret? Sicuramente, così come spiega il Dottor Broocks Ednew, sono i riscaldatori ionosferici la causa dello smembramento e conseguente biforcazione delle Jet Streams. Leggiamo che cosa dice Ednew:
"H.A.A.R.P. viene sfruttato per le mutazioni atmosferiche. I rapporti del'esercito lo dimostrano, il Pentagono lo ammette nei documenti ufficiali, eppure smentisce il suo reale utilizzo all'opinione pubblica".