Il presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzek, ha sanzionato il deputato euroscettico britannico Nigel Farage con dieci giorni non retribuiti, equivalenti a 3.000 euro, per aveer insultato grossolanamente il presidente del Consiglio Europeo, Herman van Rompuy, nella sua prima apparizione il 24 febbraio.
Nella seduta parlamentare, Farage con notevole agitazione sbottò a Van Rompuy: "lei ha il carisma di uno straccio umido e l'aspetto di un impiegato di banca da quattro soldi" e gli ha rinfacciato la sua provenienza belga "che è piuttosto una non-nazione". Le parole di Farage hanno creato una profonda indignazione nell' europarlamento e alcuni deputati come il presidente del gruppo socialista Martin Shulz, ne ha chiesto le dimissioni. Gli insulti di Farage contro Rompuy hanno causato un particolare malessere fra i politici britannici, per il suo comportamento antidemocratico e per l’intento di screditare un politico, che nonostante il breve tempo in carica ha già raggiunto un elevato grado di riconoscimenti per la sua efficienza, discrezione e un sentito consenso. Nella lettera con cui Buzek ha fatto sapere della pena a Farage, gli fa presente il suo rifiuto di scusarsi con Van Rompuy. Buzek afferma che da una grande importanza alla libertà di espressione “con la quale ho combattuto per decenni nel mio paese“, ma gli ricorda che non si può difenderla “senza rispettare la dignità degli altri”.
Quando gli economisti liberali parlano della necessità di fare sacrifici, con l'obiettivo di superare la crisi, propongono sempre misure che colpiscono prevalentemente le classi popolari. In realtà, questa chiamata al sacrificio è una costante nella costruzione dell'Europa e dell'euro. Così, quando è stata presa la decisione delle èlite politiche e mediatiche del paese che la Spagna sarebbe entrata nell'Unione europea e l'euro, hanno preso una serie di misure che influenzano in modo significativo la spesa pubblica, compresa la spesa sociale, un tipo di spesa, quest'ultima, che è particolarmente vantaggioso per classi popolari. Le loro pensioni, la loro salute, la loro educazione, l'alloggio, i servizi sociali e molti altri trasferimenti e servizi pubblici di welfare state sono finanziate da questa spesa.
"I festeggiamenti in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione dello stato d’Israele hanno portato sentimenti contrari per quelli di noi che sono sopravissuti all’ Olocausto. Il motivo di questa ambivalenza è che, mentre i sopravissuti al genocidio Nazi festeggiano la creazione di uno stato ebraico nel 1948, in pochi si rendevano conto che il costo umano e le ingiustizie che sono state commesse, si stanno commettendo e continueranno a perpetrarsi contro i palestinesi arabi nel nostro nome".
Lo slogan “Mai Più” che era il pensiero dominante nella psiche ebraica in quegli anni era relazionata principalmente con il destino degli ebrei europei. Tuttavia, alcuni sopravvissuti hanno trovato difficile capire perché, dopo il massacro scientifico e industrializzato di milioni di ebrei e di altri gruppi etnici e nazionalità, insieme alla persistenza dell'antisemitismo, sia in Europa che e in America del dopoguerra, le grandi potenze sono state pronte per accedere al progetto di una patria per gli ebrei. Era questo cambio di cuore una semplice reazione alla colpa per il tiro giocato agli ebrei europei o c’era qualche “intelligente disegno” che implicava la linea di un' architettura politica internazionale futura alla cui nascita poteva contribuire alla formazione di un nuovo stato?
IL POTERE OCCULTO: COSA FANNO E A COSA SERVONO I POLITICI?
di Manuel Freytas
Al di sopra del potere politico si colloca un sovrapotere (di natura occulta) basato su un tripode: Le grandi camere aziendali, le ambasciate estere ed i grandi monopoli dei mass media. Il politico è solo l' espressione gestionale di quel potere.
Le maggioranze, alienate e brutalizzate dalla stupidità dei mezzi di comunicazione, credono abitualmente che “il potere” sono i presidenti ed i governi di turno.
In questa concezione massificata, alimentata dagli stessi analisti della stampa convenzionale, un “Presidente” è qualcosa così come un’entità sovradipendente che prende decisioni autonome al di sopra della trama strutturale del potere economico ed imprenditoriale.
Nelle loro analisi (così come fanno sparire la dinamica dei rapporti capitalisti) i comunicatori del sistema presentano uno scenario di conflitto il cui asse passa solo attraverso la competizione e le guerre tra i politici ed i partiti.
Il terremoto di Haiti ha svegliato l'interesse di imprese militari private che vedono la possibilità di realizzare un profitto nel paese più povero dell'emisfero occidentale.
Il 9 ed il 10 marzo, un’associazione che rappresenta i militari e logistica, l’International Peace Operations Association (IPOA), organizzerà a Miami, Stati Uniti, un “Summit di Haiti” affinchè “importanti funzionari” possano celebrare “consultazioni private con aziende ed investitori partecipanti”.
L’associazione non ha perso tempo nel dedicare una pagina di “Sostegno al terremoto di Haiti” nel suo sito web dopo il sisma del 12 gennaio che ha devastato il paese caraibico. LA IPOA è stata soprannominata “associazione del commercio mercenario”, dal giornalista Jeremy Scahill, autore di “Balckwater: The Rise of the World’s Most Powerful Mercenary Army” (Blackwater: Il successo dell’esercito mercenario più potente del mondo).
Parlano i documenti: sin dagli anni 80 in Europa agiva un comitato d’affari sovranazionale che spingeva l’Unione Europea e i governi a stravolgere dalle fondamenta l’idea stessa di istruzione pubblica, preparando la strada all’entrata delle imprese nella gestione della scuola. Si tratta di un percorso tortuoso che vale la pena seguire per capire che cosa ha agito sullo sfondo delle “riforme” della scuola volute dai governi italiani succedutisi negli ultimi 15 anni, di destra e di “sinistra”: fino alla riforma gelminiana delle scuole superiori, in corso di approvazione proprio in questi giorni.
Dal punto di vista della personalità umana, il doppio discorso è una discrepanza (mancanza di corrispondenza) tra quello che si dice e quello che si fa. Una specie di “disturbo dissociativo dell’identità” che impedisce che la persona si faccia carico ed esegua quanto promette. Spostato sul piano del messaggio politico, il doppio discorso è una “tecnica dissociativa della realtà” attraverso la quale i presidenti, funzionari e politici del sistema, negano immediatamente con i loro atti quello che affermano con le loro parole senza che nessuno chieda spiegazioni.
Questa mancanza di corrispondenza tra la “teoria” (quello che dicono giornalmente per ottenere voti e consenso sociale) e la “pratica” (quello che fanno giornalmente per servire gli interessi dello Stato capitalista che li assume) ha permesso che, ad aprile del 2009, Barack Obama, il CEO dell’azienda imperiale USA (che storicamente sottomette i popoli dell’America Latina) venisse applaudito dai presidenti e si trasformasse per qualche ora nel “primo difensore” degli interessi regionali in un cosiddetto “Summit delle Americhe”. Oggi ripetono lo stesso scenario e lo stesso show ma senza Obama.
Pierre Hillard racconta la storia di un movimento ideologico, che ha lasciato la sua impronta sui tentativi in corso di raggruppamento di Stati all'interno dei blocchi regionali e cerca di orientarli verso una forma di governance globale. Il suo obiettivo non è quello di prevenire i conflitti, ma di estendere il potere finanziario e commerciale del mondo anglo-sassone. Egli teorizza e sostiene il progetto di un «Nuovo Ordine Mondiale», eretto sulle rovine delle Nazioni Unite. Naturalmente, non assimila tutti gli sforzi per porre fine alle divisioni nazionali in una volontà di dominio. Ma è indispensabile studiare questo progetto di globalizzazione politica per non lasciar trasformare l'ideale dell'unità umana in un incubo totalitario.
Silvio Berlusconi ha detto che “ridurre gli immigrati clandestini significa che ci sarà meno criminalità”, equiparando immigrazione e delinquenza. Il suo governo ha decretato che essere immigrati senza permesso di soggiorno in Italia è un delitto e gli immigrati irregolari possono essere detenuti fino ad un anno e mezzo. O condannati a pene da sei mesi a quattro anni di prigione.
Il Berlusconi che compara l’immigrazione senza permesso di soggiorno con il crimine è lo stesso che ha vari processi giuridici per diversi reatiaccumulati negli ultimi anni. Processi dai quali è scappato e scappa riformando le leggi italiane con la sua maggioranza per ottenere ritardi, prescrizioni, immunità, archiviazione di cause che si trasformano in impunità….
La creazione e l' istituzione dell’Unione Europea e dell’euro, è stato un passo positivo nel processo di costruzione di un mondo bipolare, permettendo all’Europa di trasformarsi in un punto di riferimento per la sua dimensione sociale. Bene, l' istituzione dell’UE e dell’euro ha originato anche alcuni elevati costi, che sono stati assorbiti, per maggior parte, dalle classi popolari, e dei quali poco si parla nei nostri mass media.
Nei miei lavori ho mostrato con dati- che nessuno ha ribadito- che il modo in cui la Spagna ha conseguito l’adesione all’euro è stato in base al ritardo nella correzione dell’enorme deficit sociale, ereditato da 40 anni di una delle dittature più repressive e con minor sensibilità sociale che sia esistita in Europa.
Se crediamo ai ministri della Finanza del G-7, Haiti è sul punto di ottenere qualcosa che meritava da molto tempo: la “remissione” totale del suo debito estero. A Port au Prince, l’economista haitiano Camille Chalmers ha seguito gli avvenimenti con un cauto ottimismo. La cancellazione del debito è un buon inizio, ha detto ad Al Jazeera nella sua versione inglese, ma “è tempo di andare oltre. Dobbiamo parlare delle risarcimenti ed indennizzi per le devastanti conseguenze del debito”. Nella sua dichiarazione, l' idea che Haiti è un paese debitore, ha bisogno di essere abbandonata. Haiti, argomenta- è un creditore- e siamo noi, in Occidente ad essere in ritardo con il pagamento dei nostri obblighi.
La crisi finanziaria ritorna con maggiore forza e si tradurrà in una crisi economica più profonda di quella del 2009. Si combina con una crisi profonda della costruzione europea che ha dimostrato….la sua inesistenza. La Tribune di venerdì 12 febbraio riassume bene la situazione: “Europa vacilla”. L’appoggio alla Grecia, prima vittima dei mercati finanziari, è stato soltanto- hanno senso dell’humor- “politico”. Totalmente insufficiente per dare un segnale positivo della fine della speculazione.
Una persona sa che sta vivendo una situazione caotica quando:
1) i principali media sono sorpresi costantemente da ciò che accade,
2) previsioni a breve termine dei vari esperti vanno, in modo radicale, in direzioni diverse e sono espresse con molte riserve,
3) l'istituzione osa dire cose o usa parole che una volta erano tabù,
4) la gente comune è spaventata o arrabbiata, ma molto insicura su cosa fare.
Questa è una buona descrizione degli ultimi due anni in tutto il mondo, o almeno la maggior parte del pianeta.
Si considerino le recenti enormi "sorprese," l'elezione di un senatore repubblicano del Massachusetts; il crollo finanziario di Dubai e il quasi fallimento di molti grandi stati all'interno degli Stati Uniti e di quattro o cinque degli Stati membri dell'Unione Europea; le gravi fluttuazioni degli scambi nel mondo.
. Sono ancora vivissimi per molti italiani i ricordi di quei giorni di fine inverno del 2002, quando l'asse Stati Uniti - Gran Bretagna diede il via ad una delle più sconcertanti, ingiustificate ed oggettivamente criminali (come emerge dall'inchiesta britannica degli ultimi mesi) missioni di guerra dalla seconda guerra mondiale ad oggi: l'invasione dell'Iraq. E' difficile dimenticare le dure contrapposizioni politiche di allora sulla questione, così come è difficile rimuovere il ricordo della più grande manifestazione di protesta internazionale. 110 milioni di persone in tutto il mondo, oltre 3 milioni solo a Roma, per un 15 febbraio in cui un'enorme fetta di umanità gridò il proprio no alla guerra in Iraq.
Per chi è nato negli ultimi cinquanta anni, sotto l’assurda dittatura del Pil, per chi ha vissuto per anni con l’idea che la misura della ricchezza e del benessere sia data il Prodotto interno Lordo. Per chi è abituato a lavorare ogni santo giorno, per oltre otto ore al giorno per un pizzico di benessere in più è un enormità di vita buttata nel cesso. Per chi nonostante soccombe sotto il peso del sistema e nonostante tutto esegue ubbidiente, e per chi il sistema lo cavalca o addirittura lo gestisce, l’idea di frenare questa folle corsa è inapplicabile.
di Paul Krugman Gran parte della copertura mediatica dei problemi della zona euro si è concentrata sulla Grecia, che è comprensibile: la Grecia è alle corde, più di qualsiasi altro paese. Ma l'economia greca è molto piccola. In effetti, in termini economici, il cuore della crisi è in Spagna, un paese molto più grande. E, come ho cercato di sottolineare in molti post, i problemi della Spagna non sono, nonostante quello che abbiamo letto, il risultato di un' irresponsabilità fiscale. Al contrario, i problemi della Spagna mostrano shock "asimmetrici" che hanno luogo nella zona euro, shock che abbiamo sempre saputo che costituivano un problema, ma sono risultati essere un problema ancora più grande di quanto gli euroscettici temevano.
La NATO, la scorsa domenica in Afghanistan, non ha commesso nessun errore uccidendo 12 civili. Così garantisce il generale britannico Nick Carter, comandante delle forze dell’alleanza, che ha assicurato inoltre, che il proiettile “ha centrato l’obiettivo stabilito”.
In una video-conferenza dall’Afghanistan organizzata dal ministero britannico della Difesa, Carter, ha assicurato che che si era creduto fosse un lancio sbagliato, “adesso sappiamo che abbiamo centrato l’obiettivo, non è stato un missile fallito, non c’è stato nessun errore tecnico nell’accaduto”.
Lo scorso 11 febbraio l’assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo ha rifiutato di ratificare l’Accordo “Swift” firmato dalla Commissione Europea con le autorità statunitensi. Si tratta di una reazione del Parlamento di fronte ad un’evoluzione delle relazioni transatlantiche che dà all’esecutivo statunitense una sovranità diretta sulle popolazioni europee. Sebbene la reazione dei deputati non ha i mezzi per mettere in scacco il dominio che presiedono questi rapporti, marca un freno nell’esercizio dell’egemonia statunitense nel processo di riconoscimento da parte degli europei il diritto che l’amministrazione statunitense si è data di organizzare la sua esistenza.
Al di fuori dei media e spazi alternativi che cercano di disegnare un altro volto al sistema, di cosa si parla su internet? Qual è il modello e quali sono i contenuti della “comunicazione globalizzata” dal Web?
Di Manuel Freytas
Quanti sullo spazio comunicativo più grande (le reti sociali) di Internet parlano della depredazione irrazionale del pianeta da parte di aziende capitaliste che ci stanno portando ad un' Apocalisse ecologica per mancanza di pianificazione razionale dello sfruttamento delle risorse?
Quanti parlano dei conflitti militari intercapitalisti che possono far esplodere il pianeta in qualsiasi momento?
Quanti parlano dei 3 miliardi di poveri o indigenti (quasi la metà della popolazione mondiale) che vivono senza o al di sotto delle risorse basiche per la sopravvivenza?