Silvio Berlusconi ha detto che “ridurre gli immigrati clandestini significa che ci sarà meno criminalità”, equiparando immigrazione e delinquenza. Il suo governo ha decretato che essere immigrati senza permesso di soggiorno in Italia è un delitto e gli immigrati irregolari possono essere detenuti fino ad un anno e mezzo. O condannati a pene da sei mesi a quattro anni di prigione.
Il Berlusconi che compara l’immigrazione senza permesso di soggiorno con il crimine è lo stesso che ha vari processi giuridici per diversi reatiaccumulati negli ultimi anni. Processi dai quali è scappato e scappa riformando le leggi italiane con la sua maggioranza per ottenere ritardi, prescrizioni, immunità, archiviazione di cause che si trasformano in impunità….
La creazione e l' istituzione dell’Unione Europea e dell’euro, è stato un passo positivo nel processo di costruzione di un mondo bipolare, permettendo all’Europa di trasformarsi in un punto di riferimento per la sua dimensione sociale. Bene, l' istituzione dell’UE e dell’euro ha originato anche alcuni elevati costi, che sono stati assorbiti, per maggior parte, dalle classi popolari, e dei quali poco si parla nei nostri mass media.
Nei miei lavori ho mostrato con dati- che nessuno ha ribadito- che il modo in cui la Spagna ha conseguito l’adesione all’euro è stato in base al ritardo nella correzione dell’enorme deficit sociale, ereditato da 40 anni di una delle dittature più repressive e con minor sensibilità sociale che sia esistita in Europa.
Se crediamo ai ministri della Finanza del G-7, Haiti è sul punto di ottenere qualcosa che meritava da molto tempo: la “remissione” totale del suo debito estero. A Port au Prince, l’economista haitiano Camille Chalmers ha seguito gli avvenimenti con un cauto ottimismo. La cancellazione del debito è un buon inizio, ha detto ad Al Jazeera nella sua versione inglese, ma “è tempo di andare oltre. Dobbiamo parlare delle risarcimenti ed indennizzi per le devastanti conseguenze del debito”. Nella sua dichiarazione, l' idea che Haiti è un paese debitore, ha bisogno di essere abbandonata. Haiti, argomenta- è un creditore- e siamo noi, in Occidente ad essere in ritardo con il pagamento dei nostri obblighi.
La crisi finanziaria ritorna con maggiore forza e si tradurrà in una crisi economica più profonda di quella del 2009. Si combina con una crisi profonda della costruzione europea che ha dimostrato….la sua inesistenza. La Tribune di venerdì 12 febbraio riassume bene la situazione: “Europa vacilla”. L’appoggio alla Grecia, prima vittima dei mercati finanziari, è stato soltanto- hanno senso dell’humor- “politico”. Totalmente insufficiente per dare un segnale positivo della fine della speculazione.
Una persona sa che sta vivendo una situazione caotica quando:
1) i principali media sono sorpresi costantemente da ciò che accade,
2) previsioni a breve termine dei vari esperti vanno, in modo radicale, in direzioni diverse e sono espresse con molte riserve,
3) l'istituzione osa dire cose o usa parole che una volta erano tabù,
4) la gente comune è spaventata o arrabbiata, ma molto insicura su cosa fare.
Questa è una buona descrizione degli ultimi due anni in tutto il mondo, o almeno la maggior parte del pianeta.
Si considerino le recenti enormi "sorprese," l'elezione di un senatore repubblicano del Massachusetts; il crollo finanziario di Dubai e il quasi fallimento di molti grandi stati all'interno degli Stati Uniti e di quattro o cinque degli Stati membri dell'Unione Europea; le gravi fluttuazioni degli scambi nel mondo.
. Sono ancora vivissimi per molti italiani i ricordi di quei giorni di fine inverno del 2002, quando l'asse Stati Uniti - Gran Bretagna diede il via ad una delle più sconcertanti, ingiustificate ed oggettivamente criminali (come emerge dall'inchiesta britannica degli ultimi mesi) missioni di guerra dalla seconda guerra mondiale ad oggi: l'invasione dell'Iraq. E' difficile dimenticare le dure contrapposizioni politiche di allora sulla questione, così come è difficile rimuovere il ricordo della più grande manifestazione di protesta internazionale. 110 milioni di persone in tutto il mondo, oltre 3 milioni solo a Roma, per un 15 febbraio in cui un'enorme fetta di umanità gridò il proprio no alla guerra in Iraq.
Per chi è nato negli ultimi cinquanta anni, sotto l’assurda dittatura del Pil, per chi ha vissuto per anni con l’idea che la misura della ricchezza e del benessere sia data il Prodotto interno Lordo. Per chi è abituato a lavorare ogni santo giorno, per oltre otto ore al giorno per un pizzico di benessere in più è un enormità di vita buttata nel cesso. Per chi nonostante soccombe sotto il peso del sistema e nonostante tutto esegue ubbidiente, e per chi il sistema lo cavalca o addirittura lo gestisce, l’idea di frenare questa folle corsa è inapplicabile.
di Paul Krugman Gran parte della copertura mediatica dei problemi della zona euro si è concentrata sulla Grecia, che è comprensibile: la Grecia è alle corde, più di qualsiasi altro paese. Ma l'economia greca è molto piccola. In effetti, in termini economici, il cuore della crisi è in Spagna, un paese molto più grande. E, come ho cercato di sottolineare in molti post, i problemi della Spagna non sono, nonostante quello che abbiamo letto, il risultato di un' irresponsabilità fiscale. Al contrario, i problemi della Spagna mostrano shock "asimmetrici" che hanno luogo nella zona euro, shock che abbiamo sempre saputo che costituivano un problema, ma sono risultati essere un problema ancora più grande di quanto gli euroscettici temevano.
La NATO, la scorsa domenica in Afghanistan, non ha commesso nessun errore uccidendo 12 civili. Così garantisce il generale britannico Nick Carter, comandante delle forze dell’alleanza, che ha assicurato inoltre, che il proiettile “ha centrato l’obiettivo stabilito”.
In una video-conferenza dall’Afghanistan organizzata dal ministero britannico della Difesa, Carter, ha assicurato che che si era creduto fosse un lancio sbagliato, “adesso sappiamo che abbiamo centrato l’obiettivo, non è stato un missile fallito, non c’è stato nessun errore tecnico nell’accaduto”.
Lo scorso 11 febbraio l’assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo ha rifiutato di ratificare l’Accordo “Swift” firmato dalla Commissione Europea con le autorità statunitensi. Si tratta di una reazione del Parlamento di fronte ad un’evoluzione delle relazioni transatlantiche che dà all’esecutivo statunitense una sovranità diretta sulle popolazioni europee. Sebbene la reazione dei deputati non ha i mezzi per mettere in scacco il dominio che presiedono questi rapporti, marca un freno nell’esercizio dell’egemonia statunitense nel processo di riconoscimento da parte degli europei il diritto che l’amministrazione statunitense si è data di organizzare la sua esistenza.
Al di fuori dei media e spazi alternativi che cercano di disegnare un altro volto al sistema, di cosa si parla su internet? Qual è il modello e quali sono i contenuti della “comunicazione globalizzata” dal Web?
Di Manuel Freytas
Quanti sullo spazio comunicativo più grande (le reti sociali) di Internet parlano della depredazione irrazionale del pianeta da parte di aziende capitaliste che ci stanno portando ad un' Apocalisse ecologica per mancanza di pianificazione razionale dello sfruttamento delle risorse?
Quanti parlano dei conflitti militari intercapitalisti che possono far esplodere il pianeta in qualsiasi momento?
Quanti parlano dei 3 miliardi di poveri o indigenti (quasi la metà della popolazione mondiale) che vivono senza o al di sotto delle risorse basiche per la sopravvivenza?
Sul poster appare la frase: «L' aiuto umanitario non s' improvvisa»
di Julien Teil
Per realizzare le sloro azioni, le ONG umanitarie cercano di sedurre i grandi donatori, che sono generalmente le transnazionali e gli Stati. Questo rapporto favorisce il lucro dei dirigenti e la politicizzazione delle grandi cause. Poco a poco, alcune associazioni si sviano verso obiettivi non relazionati con le cause che dicono di difendere. Julien Teil analizza questa evoluzione attraverso vari esempi.
Molti programmi di solidarietà internazionale, di quelli che seguono da vicino le ONG e i mass media, contano sul sostegno delle organizzazioni intergovernative. Ma alcuni di questi programmi non sembrano rappresentare i valori ed ideali che teoricamente difendono. Una veloce analisi permette di verificare in essi l’apparizione di alcuni vincoli.
Il Trattato di Lisbona che è da poco entrato in vigore nei 27 paesi dell’UE è il punto culminante di mezzo secolo di costruzione europea, finalmente approvato dopo il rifiuto dei cittadini francesi e irlandesi della mal chiamata “Costituzione Europea”. Il Parlamento Europeo il 9 febbraio ha ratificato i nuovi membri della Commissione Europea come previsto dal Trattato. Sfortunatamente, il risultato di questo lungo e penoso processo di costruzione istituzionale cristallizza una situazione di ingovernabilitàe di forte perdita dell’influenza dell’Europa nel mondo. Vale la pena di ricordare come siamo arrivati a questa situazione.
Per il suo intreccio e l'interdipendenza globale, ci sono tre processi fondamentali che determinano in questi giorni il corso dell' economia mondiale: La crisi fiscale degli Stati Uniti, crisi finanziaria in Europa e la crisi del commercio USA-Cina. Da questa relazione strategica, dipende l'equilibrio o lo squilibrio, del resto delle economie delle zone periferiche di Asia, Africa e America Latina.
Di Manuel Freytas
L' UE, collettivamente, è la seconda economia più grande, dopo gli Stati Uniti.La Cina, singolarmente, è, secondo la maggior parte degli analisti, la seconda economia mondiale e la potenza esportatrice mondiale dopo gli Stati Uniti. Insieme, queste tre principali economie (USA-UE-Cina) raggiungono quasi i due terzi del PIL mondiale, e sono completamente interconnesse (sono dipendenti l'uno dall'altro) attraverso l'importazione e l'esportazione. Inoltre, la Cina ha le sue riserve in dollari ($ 2300 miliardi) ciò la lega al destino dell'economia americana, nel bene o nel male.
La produzione di medicamenti costituisce uno dei componenti più importanti, più solidi e più potenti, sulla quale contano, oggi, le gigantesche corporazioni transnazionali, che dopo la ristrutturazione che hanno fatto ai loro pesticidi, si auto qualificano come “industrie della scienza della vita”, passando a controllare virtualmente tutte le attività essenziali per gli esseri umani in tutto il nostro pianeta.
Così, Syngenta, Monsanto, Bayer ed altre possiendono una concentrazione d’interessi ed un potere quasi assoluto di aree così vitali,in aggiunta al lucrativo mercato farmaceutico, che include i semi agricoli, i prodotti veterinari, i pesticidi, la biotecnologia e il trasporto e distribuzione di alimenti. Questo spiega in gran misura, molte delle particolarità che oggi circondano e definiscono un’industria farmaceutica, molto più identificata con concetti come profitto economico, accumulazione di capitali e profitti, piuttosto che curare e salvare vite umane.
Nel suo obiettivo essenziale, la notizia “express”, il “fast food” dell’informazione, non è orientata ad alimentare la conoscenza ma ad ingrassare l’ignoranza in massa. E’ la risorsa più efficace che usa la struttura mediatica per trasformare il cervello umano in un microchip ripetitore di slogan al servizio del dominio senza l’uso di armi.
In un sistema (livellato come “mondo unico”), solo una minoranza elabora (e consuma) analisi o interpretazioni sugli avvenimenti che si succedono nel pianeta.
A livello di massa, le “notizie” o l’”informazione” pubblicata si sintetizza in titoli, volantini, paragrafi corti che si riassumono in se stessi. Nascono e muoiono alla stessa velocità della lettura.
I diversi fronti di conflitto (diplomatico, economico e militare) che si stanno sviluppando nei rapporti tra gli USA e la Cina formano parte di una scacchiera molto più complessa al cui centro si trova un conflitto strategico per aeree di influenza nel cosiddetto “triangolo petrolifero” (Eurasia- Caucaso e Medio Oriente) attuato dall’asse Russia-Cina-Iran (l’asse del male), e dall’asse USA- UE-Israele (“l’asse occidentale”). In questo scenario (e non nel quadro limitato che la stampa internazionale mostra) c’è da leggere la pericolosa crisi militare scatenata tra gli USA e la Cina dalla vendita di armi a Taiwan.
Alcune delle peggiori ipotesi che certe analisi di esperti hanno elaborato sullo sviluppo della crisi si stanno dimostrando con successo alla luce dei recenti dati che stiamo vedendo sull'evoluzione economica in Spagna.Per questi analisti, e i lettori che hanno seguito da vicino le loro riflessioni, i fuochi d'artificio del governo Zapatero peccano di credibilità, ma la stragrande maggioranza dei cittadini spagnoli hanno diffidato di un governo che è venuto mascherando e decorando la crisi e le sue conseguenze anche prima del suo inizio.Gli archivi dei giornali sono pieni di dichiarazioni sempre meno credibili, tra cui il famoso "germogli verdi" hanno fatto fortuna.
Israele vuole essere membro della NATO. Non dice più di no alle alleanze militari. Non vuole più prendere distanza dagli accordi militari occidentali. Vuole essere dentro.
La maggior parte degli israeliani credono che essere membri della NATO aumenterà la sicurezza d’Israele e il potere strategico della NATO. Curiosamente non si è prodotta nessuna reazione araba al desiderio d’Israele di unirsi alla NATO, nessun intento arabo di bloccare la decisione e nessun preparativo per affrontarne le conseguenze.