OurLand, un progetto unico e innovativo ► Dalla Terra alla Blockchain

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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"

3 maggio 2009

PREPARATIVI USA PER INVADERE IL PAKISTAN

Gli Stati Uniti si preparano a “invadere” il Pakistan.

di Matteo Bernabei

Non sono servite a nulla le garanzie date dal presidente, Asif Ali Zardari, riguardo alla messa in sicurezza dell’arsenale nucleare del Paese. E così gli Usa, secondo quanto riferito dal quotidiano francese Le Canard Enchaine, starebbero preparando alcune unità speciali che potrebbero essere destinate, a breve, alla sorveglianza degli ordigni atomici di Islamabad. Intanto, però, in attesa di conferme da parte del Pentagono sull’operazione, altre unità della base navale degli Stati Uniti nell’Oceano Indiano sono state messe in allerta e vari sottomarini dotati di missili si trovano già vicino alla costa pakistana. A Washington si sta inoltre vagliando la possibilità di inviare anche fondi urgenti al Pakistan, tra i 200 e i 400 milioni di dollari, come contributo per “la lotta all’insurrezione talibana” e come forma di “assistenza economica” al Paese. “A vari livelli il Pakistan rappresenta una fonte di preoccupazione maggiore rispetto all’Afghanistan - ha spiegato il leader della maggioranza democratica alla Camera dei rappresentanti Usa, Steny Hoyer - la stabilità di Islamabad è molto importante non soltanto per la regione, ma per gli Stessi Stati Uniti”. Quello che attualmente preoccupa maggiormente gli Usa, oltre alla sicurezza delle armi atomiche, è la facilità con la quale le milizie islamiche sono riuscite ad avanzare e prendere il controllo dell’area a nordovest del Pakistan. Sono molti, infatti, gli uomini, anche all’interno della polizia e delle istituzioni, che si sarebbero uniti alla causa talibana, una parte dei quali starebbe anche combattendo al fianco degli insorti.
Nel frattempo gli scontri proseguono. L’esercito regolare è riuscito a prendere il controllo dell’area e della città di Daggar, strategico capoluogo nel distretto nordoccidentale di Buner, dove le milizie talibane erano riuscite a penetrare senza che venisse opposta una qualche resistenza. “All’alba -aveva spiegato in precedenza un alto ufficiale pakistano - forze eliotrasportate sono atterrate nella città e nelle aree circostanti, riconquistando il centro”. Nell’operazione, sempre secondo quanto riferito dalle autorità militari, cinquanta miliziani del movimento radicale islamico sono rimasti uccisi, mentre fra le forze armate regolari è stata registrata soltanto una perdita.
Le vittime dall’inizio del conflitto, risalente a domenica scorsa, sarebbero circa 130, ma ora, dopo essere stata così rassicurata sul pericolo talibano, quello che preoccupa la comunità internazionale è il rischio di una grave emergenza umanitaria. Proprio per questo il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Jakob Kellenberger, è giunto ieri Pakistan per una serie d’incontri che lo vedranno visitare Peshawar, Quetta e Islamabad. “Ci sono ancora troppe persone coinvolte nel conflitto e che non hanno accesso sufficiente a cure mediche e acqua - ha spiegato Kellenberger prima della sua partenza - il Cicr vorrebbe quindi poter fare di più per aiutarle”. La situazione peggiora di giorno in giorno e se non si raggiungerà una stabilità nel breve periodo gli Stati Uniti, gli stessi che hanno spinto per una reazione decisa, non si limiteranno a inviare truppe per proteggere l’arsenale nucleare pakistano. Già ieri un sospetto attacco missilistico statunitense ha provocato cinque vittime in una regione vicina alla frontiera con l’Afghanistan.

Fonte: Rinascita.info

2 maggio 2009

CRONACA DI UN'INFLUENZA (PORCINA) ANNUNCIATA

Città del Messico – In soli 7 giorni la capitale messicana è cambiata come nessuno avrebbe potuto immaginare. Cinema chiusi, campionato di calcio a porte chiuse, dalle materne alle università niente scuola, niente concerti, sospesi gli eventi pubblici, musei e teatri chiusi, proibite anche le pratiche religiose; ristoranti aperti solo "da asporto".

Eppure secondo il quotidiano Reforma, già da fine marzo autorità sanitarie statali erano a conoscenza dell’elevato rischio prodotto dalla diffusione dell’influenza porcina. Veratect, una impresa statunitense di bio-vigilanza, aveva infatti individuato nel piccolo paesino de "La Gloria", nello stato di Veracruz, la diffusione di un virus influenzale particolarmente violento che aveva colpito il 60% degli abitanti della cittadina. La totale mancanza di pianificazione e di previsione da parte delle autorità sanitarie e del governo ha però permesso che la situazione sia oggi fuori controllo. Da una iniziale tendenza a minimizzare questi casi infatti si è passati ad una serie di decisioni del governo che hanno prodotto panico e allarmismo sia nella popolazione che a livello internazionale. E pensare che proprio il governo Calderon iniziò la legislatura con grandi promesse riguardo ambiziosi piani di salute.

Inutile invece negare che siamo di fronte ad una crisi di credibilità delle autorità messicane anche nel maneggio dei numeri con una totale discrepanza rispetto alle cifre fornite dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Per le autorità messicane siamo a più di 160 morti, mentre la OMS ne ha confermato solo 11 morti (comprendendo il neonato messicano morto in territorio statunitense) causati dal virus N1H1 e 260 casi di infettati. Di cosa sarebbero quindi morti le altre 150 persone?

Queste incongruenze non fanno altro che alimentare le più disparate teorie negazioniste, secondo cui il governo stia approfittando della febbre suina per occultare situazioni peggiori per il paese o per approfittarne in prospettiva elettorale. Difficile però fare speculazioni.

Influenza porcina o no comunque, è l’immagine di un Messico malato quella che emerge in questi giorni, proprio quando gli occhi di tutto il mondo sono rivolti con interesse e timore agli sviluppi del nuovo virus H1N1. I problemi per il governo Calderon sembrano non finire mai: la difficile lotta al narcotraffico che sta avendo risultati più che discutibili, l’insicurezza diffusa e la crisi finanziaria mondiale che ha fatto del Messico uno dei paesi più colpiti economicamente ed ora il virus N1H1.

Il Messico è passato in poco meno di 2 anni dall’essere considerato un grande paese emergente, una potenza latinoamericana, un recettore di inversione straniera diretta, un punto strategico per la sua posizione e per i suoi trattati di libero commercio, un gigantesco mercato a livello internazionale, a trasformarsi in un paese diviso in due dalle ultime elezioni, un paese sconvolto dai cartelli del narcotraffico, insicuro, con una moneta debole, con una divisione sociale sempre più marcata e già superato dal Brasile per importanza politica ed economica a livello continentale.

La crisi economica che ha bloccato l’economia statunitense aveva già compromesso fortemente anche quella messicana, ma ora l’influenza porcina rischia di darle il definitivo KO. Le ultime stime di “crescita” del PIL vedono - 4,8% per il 2009 (fonti del Banco de Mexico) altre fonti, come l’agenzia Moody’s, prevedono addirittura una caduta del -8% / -9%, un’inflazione al 4.5% ed una perdita di circa 800.000 posti di lavoro. Per l'economia quindi un ulteriore colpo durissimo, nel momento peggiore.

Fonte: Vero Sudamerica

1 maggio 2009

IL LATO OSCURO DELL'UNIONE EUROPEA

Intervista a Soren Bo Sondergaard

Parla l’euoparlamentare danese che ha bloccato il bilancio

Soren Bo Sondergaard non ci sta. Considera molto grave questa faccenda dei soldi che vengono spostati da un capitolo di spesa ad un altro, senza che nessuno ne sappia le ragioni, senza che il Consiglio si senta in dovere di informare. «E’ intollerabile che si agisca senza alcuna trasparenza. Ed anche senza democrazia visto che non si risponde alle legittime domande degli europarlamentari. Il Consiglio si comporta come se dovesse nascondere qualcosa di molto grosso».

Ha idea di cosa si tratti?

«Mi permetta, come prima cosa, di dire che personalmente non ho una posizione preconcetta verso il Consiglio. Mi limito semplicemente ad un profondo dissenso su un comportamento non condivisibile. Ho cercato, invano, di avere un incontro ufficiale. Niente da fare. La risposta è sempre la stessa: andiamo a pranzo e ne parliamo in maniera informale. Nonostante tutto sto cercando di fare in modo che il Consiglio abbia la possibilità, se vuole, di rispondere alle domande. Anche ora che la Commissione per il controllo dei bilanci ha adottato, con una così grande e per me inaspettata maggioranza, la mia proposta di posporre l’adozione del bilancio del Consiglio Ue. Mi auguro davvero che il Consiglio rifletta sull’inopportunità di continuare ad agire in modo sempre più oscuro. Non si rende conto che sta diventando il lato oscuro dell’Europa, il Dark Vidor dell’Unione europea?»,

Come in “Star Wars”?

«Abbiamo scoperto che non c’è un minimo di trasparenza. I contribuenti pagano, ma noi non sappiamo come e perché vengono spesi i soldi. Questa storia deve finire. E deve finire a maggior ragione ora, finché la parte di bilancio del Consiglio destinata alla Pesc e alla Pesd, e cioè alla politica europea di sicurezza e di difesa, non è ancora di grandissima rilevanza. E’ la Commissione europea che gestisce la parte maggiore della politica di sicurezza e di difesa. Ma con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona passerà tutto sotto l’egida del Consiglio. Per questo dobbiamo imporre ora una gestione trasparente e un controllo democratico. Il Consiglio non vuole, è del tutto evidente. Vuole restare con le mani libere. Ma in questo modo si rovesciano gli stessi assunti democratici sui quali si fondano i nostri Stati. Il Consiglio sta veramente diventando il “lato oscuro” dell’Europa».

La relazione che lei ha presentato è molto tecnica, anche se quanto ha appena affermato si legge tra le righe Ma perché tanto tecnicismo?

«Nella struttura europea il Consiglio detiene il massimo del potere e non è facile convincere la maggioranza a mettere il naso nel cuore del potere continentale. Ho lavorato tenendo conto dei fatti, dei numeri e delle critiche che già in passato il Parlamento ha rivolto al bilancio del Consiglio. Ho scelto questa strada per ottenere il necessario consenso. E così è stato».

Che ne pensa della storia del gentleman agreement?

«Ho chiesto al governo e al parlamento danesi una copia di questo supposto accordo di cui parla il Consiglio. Ho dovuto aspettare 107 giorni per avere qualche risposta. Al momento sono tutte insoddisfacenti».

Cosa le hanno risposto il parlamento e il governo danesi? Che documenti le hanno mandato?

Il sorriso di Sondergaard è sempre un po’ ironico e sornione, ma non ho ancora finito di porre la domanda che sul viso gli si stampa un largo sorriso. «Ho ricevuto le solite quattro righe e mezzo della loro risoluzione. In inglese. Poi mi hanno mandato la Gazzetta Ufficiale dl Granducato del Lussemburgo del dicembre del 1970. In francese. Una volta tradotto, ho avuto la conferma che l’accordo non esiste. Ed aggiungo che se anche esistesse, non sarebbe assolutamente vincolante. Mi creda, li abbiamo presi in castagna e dovranno dare delle risposte. E’ un’altra delle tante storie senza un minimo di trasparenza. E’ un’altra delle tante, brutte storie».

R. G.

Fonte: La Rinascita della Sinistra n. 15 (16.04.2009)
www.resistenze.org

30 aprile 2009

LA RECESSIONE DURERA' ALMENO 4 ANNI

Iker Aranburu intervista Michael Hudson
"Bush e Cheney sono criminali, gangsters, ma li trattano con rispetto, perché sono ricchi. E due milioni di famiglie perderanno la loro casa perché non possono pagare, in quanto i prestiti sono stati concessi da truffatori".

Michael Hudson (Chicago, USA, 1939) ha una cattiva notizia per coloro che credono che la crisi si concluderà entro la fine di quest'anno o all'inizio del prossimo anno. Secondo questo analista di Wall Street, durerà ancora 4 o 5 anni, e si risolverà solo quando li si avvertirà che il debito delle famiglie, imprese e Stati è eccessivo e si smette di pagare. Tuttavia, non si vede un ambiente propizio per questo. Più che una crisi finanziaria, Hudson vede una crisi politica, "la crisi della democrazia sta diventando oligarchia."

29 aprile 2009

ABBIAMO BISOGNO DI UNA NUOVA INTERNET?

Commento di Cubadate:

Il New York Times recentemente ha confermato quello su cui stiamo mettendo in allarme da mesi: gli Stati Uniti hanno praticamente in lista una nuova internet, che funzionerà parallelamente a quella che conosciamo oggi e che finirà col sostituirla. Un progetto conosciuto con il nome di "Clean Slate" (piazza pulita).

La Fondazione Nazionale per la Scienza ha finanziato con delle cifre milionarie una rete sperimentale conosciuta come Ambiente Globale per le Innovazioni di Reti (Global Environment for Network Innovetions GENI), con il sostegno di svariate università, il Dipartimento della Difesa e anche l'UE, che hanno appoggiato le ricerche con un programma conosciuto come Ricerca e Sperimentazione Futura di Internet (Future Internet Research and Experimentation, FIRE).

La nuova rete funzionerebbe parallelamente all' attuale Internet e la sostituirebbe dopo, o forse alcuni aspetti della ricerca si applicherebbero ad una ristrutturazione dell'architettura esistente. Questo significherebbe un colpo mortale per le economie più deboli, per le voci alternative al modello egemonico e al principio di neutralità d'internet, opposta ad una rete doppiamente standard: una per i ricchi e un'altra per i poveri.

28 aprile 2009

LA CRISI COME MEZZO PER COSTRUIRE UNO STATO TOTALITARIO GLOBALE

Mentre la crisi finanziaria ed economica arriva al suo punto massimo, i dirigenti politici e le elites occidentali cercano di inculcare all'umanità l'idea che questa convulsione finirà per "trasformare il mondo in qualcosa di diverso". Nonostante che la visione del "Nuovo Ordine Mondiale" continui ad essere vaga e soffusa, l'idea principale è abbastanza chiara: Un solo governo globale, dicono, deve essere stabilito se non vogliamo che prevalga il caos generalizzato.
di Olga Chetverikova
Ogni tanto, i politici occidentali menzionano il bisogno di un "Nuovo Ordine Mondiale", di una nuova "architettura finanziaria mondiale", o di qualche tipo di "controllo sopranazionale", chiamandolo un "Nuovo Patto" per il mondo. Nicolas Sarkoszy è stato il primo a dirlo, quando si diresse all'Assamblea Generale dell'Onu nel settembre del 2007 (cioè prima della crisi).

27 aprile 2009

LA CRISI POTREBBE PORTARE DISTURBI SOCIALI E COLLASSO DEL CREDITO

Esperti avvertono su possibili disturbi sociali in Germania. Economisti prevedono una contrazione economica del 6%, la più grande dopo la Grande Depressione. Il peggio potrebbe ancora arrivare.

La crisi finanziaria ha colpito la più grande economia europea con tutta la sua forza. Gli istituti leaders in ricerca economica pronosticano per quest'anno una contrazione dell'attività economica di un 6%, cosa che ha fatto suonare tutti i campanelli d'allarme.
Politici e leaders sindacalisti avvertono su possibili disturbi sociali, simili ai recenti fatti accaduti in Francia, dove ultimamente i sequestri di managers da parte dei lavoratori disperati, hanno catturato i titoli della stampa.
"Se il governo tedesco non fa qualcosa potrebbero scoppiare dei disturbi sociali in Germania", avverte il leader della potente confederazione dei sindacati tedeschi, DGB, Micheal Sommer.

Gesine Schwan, candidata alla presidenza del Partito Socialdemocratico tedesco, ha espresso i suoi timori. "Posso immaginare che tra due o tre mesi, la rabbia della popolazione aumenterà considerevolmente", ha detto.

26 aprile 2009

E ADESSO CENSURATE ANCHE QUESTO

GLI STATI UNITI POTREBBERO DIVENTARE "IRLANDA"

La crisi irlandese è uno specchio dal quale bisogna imparare.
di Paul Krugman

Qual'è la peggiore prospettiva per l'economia mondiale? chiese il mio interlocutore. Soltanto il giorno dopo mi è venuta in mente la risposta corretta. "Gli Stati Uniti potrebbero diventare l'Irlanda".
L'aspetto negativo è che il governo irlandese pronostica che quest'anno il PBI cadrà di un 10%, e con questo attraverserebbe la linea che si usa per differenziare una recessione da una depressione.
Ma c'è qualcos' altro: per soddisfare i nervosi usurai.
L'Irlanda è obbligata ad aumentare le tasse e a ribassare drasticamente la spesa governativa alla luce della depressione economica. Ed è questa riduzione di possibilità di scelte che temo potrebbe succedere anche a noi.
Come ha fatto l'Irlanda ad arrivare nella situazione in cui si trova oggi? Essendo come noi, ma di più. Allo stesso modo dell'Islanda, l'Irlanda si è buttata nel mondo dei mercati globali non controllati. Nel 2008, la Fondazione Heritage aveva dichiarato all'Irlanda come la terza economia più libera del mondo, dopo Hong Konk e Singapore.

25 aprile 2009

« Il Consiglio di sicurezza ha autorizzato i sionisti ad inseguire i loro crimini »

Viene qui riprodotto il testo integrale del discorso che il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Mahmoud Ahmedinejad, ha pronunziato il 20 aprile u.s. a Ginevra presso la sede dell’O.N.U.

Signor Presidente,

onorevole segretario generale delle Nazioni Unite,

onorevole Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani,
signore e signori.

Ci siamo riuniti a seguito della conferenza di Durban contro il razzismo e la discriminazione razziale per cercare di agire concretamente in nome della nostra causa, che è sacra e umanitaria.


Nel corso degli ultimi secoli l’umanità ha attraversato grandi dolori e grandi sofferenze. Durante il Medio Evo, pensatori e scienziati sono stati mandati a morte. A quell’epoca è seguita l’era della schiavitù e della tratta. Persone innocenti sono state prese prigioniere a milioni, separate dalle loro famiglie e dai loro cari e deportati in Europa ed in America nelle peggiori condizioni di vita che si possano immaginare. Un periodo oscuro, cui non furono ignote le occupazioni, i saccheggi ed i massacri di persone innocenti.

24 aprile 2009

GLI OGM SONO DANNOSI PER LA SALUTE UMANA

di Ima Sanchìs

Il Dr. Gilles Séralini, esperto della Commissione Europea sui transgenici.

E' stato invitato dalla piattaforma "Som lo que Sembrem" e dice che urge fare pressione ai governi perchè esigano dalle compagnie produttrici di transgenici di rendere pubblici gli studi degli effetti che questi alimenti hanno sulla salute: "non è possibile alimentare il mondo con un prodotto che è stato provato solo 3 mesi sui topi e le cui analisi del sangue sono segrete" "Ha qualche autorità o è un pazzo di natura?..... Presiede il Consiglio del Comitato Di Ricerca e d'Informazione Indipendenti sui Geni genetici (Criigen). Per nove anni ha lavorato per il Governo francese valutando gli effetti dei transgenici sulla salute. Adesso svolge questo lavoro per la Comissione Europea.
Ho 49 anni. Sono nato ad Argelia e vivo a Caen (Francia), dove ho la cattedra di biologia molecolare. Sono sposato ed ho due figli. Mi preoccupano l'ambiente e la salute a lungo termine, sono specialista nella tossicità delle varietà transgeniche e delle erbe. Sono cristiano.

-Lei è un sostenitore del naturale?
-Assolutamente, ma la mia professione è l'investigazione nella biologia molecolare, come si fanno gli organismi geneticamente modificati (ogm) e che effetti hanno sulla salute quando vengono ingeriti.

23 aprile 2009

GLOSSARIO DEL DISINCANTO

di Naomi Klein
Non tutto va a meraviglia nell' Obamafanland, e non è molto chiaro a cosa può essere dovuto il cambio di umore. Forse è dovuto all'aroma stantio che emana l'ultimo riscatto bancario realizzato dal Dipartimento del Tesoro. O alla notizia che il principale assessore economico del presidente, Larry Summers, ha vinto milioni di dollari con le stesse banche e fondi di alto rischio di Wall Street che adesso protegge con una nuova regolamentazione. O forse è iniziato prima, con il silenzio di Obama durante l'attacco di Israele a Gaza.
Qualunque sia la goccia che ha riempito il bicchiere, un numero crescente di entusiasti sostenitori di Obama sta cominciando ad intravedere la possibilità che il loro uomo, in realtà, non salverà il mondo, per quanto sia grande la speranza che poniamo in questo.
Che, dopo tutto, è una buona cosa. Se la cultura dei superfans che ha portato Obama al potere si deve trasformare in un movimento politico indipendente con una forza sufficiente per produrre programmi capaci di far fronte all'attuale crisi, dovremmo tutti, smetterla con la speranza e cominciare a fare delle domande.
Nonostante ciò, un primo passo consiste nel comprendere questa terra di nessuno nella quale si trovano molti movimenti progressisti statunitensi. Per farlo, abbiamo bisogno di una serie di nuove parole, specifiche per questo momento di Obama. Qui ce ne sono parecchie.

22 aprile 2009

LA MAFIA E IL TERREMOTO

di Peter Popham

La mafia approfitterà del terremoto in Italia.
Si preparano "a fare grandi affari", afferma il giornalista e autore di Gomorra.

Roberto Saviano, l'autore del successo editoriale Gomorra, dice che i fondi per aiutare la regione Abruzzo, recentemente colpita da un terremoto, corrono il rischio di diventare il bersaglio della criminalità organizzata.

Saviano, il cui libro ha venduto un milione e 800 mila copie ed è stato tradotto in 43 lingue ha lanciato un'avvertimento sul quotidiano La Repubblica dopo aver visitato la zona devastata. Ha vissuto sotto protezione della polizia, dal momento che i capi della Camorra, la mafia napoletana, hanno minacciato di ucciderlo, per averli "insultati" rivelando segreti delle loro operazioni in un'intervista, trasformata in un film di successo.

21 aprile 2009

IL VERO VOLTO DEL CODEX ALIMENTARIUS


Di Marcello Pamio

Il Codex Alimentarius, è un insieme di importantissime regole su tutto quello che riguarda l’alimentazione, adottate da 181 paesi[1] (il 97% della popolazione mondiale).
Codici che vanno dalla produzione degli alimenti, all’etichettatura,

regolamentazioni sui livelli di sostanze chimiche permesse

(inquinanti, pesticidi, tossine, additivi, ecc.), sul trasporto e la tracciatura, nonché le norme igieniche, ecc.
Circa 200 codici per gli alimenti, 40 di igiene e 3200 limiti massimi di residui di pesticidi e farmaci veterinari.[2]
Normative fondamentali e nessuno ne sa nulla.

Ufficialmente il Codex dovrebbe facilitare gli scambi internazionali degli alimenti. Ufficialmente.
La verità come sempre sta da un’altra parte.
“Regolamentare” spesso e volentieri è sinonimo di “controllare”.

20 aprile 2009

L'INTERCONNESIONE DELLA CRISI CAPITALISTA

di Éric Toussaint

L'esplosione della crisi alimentare, le condizioni economiche e finanziarie nel 2007-2008 mostrano come sono interconnesse le economie del pianeta. Per risolvere queste crisi, è necessario curare il male alla radice.

La crisi alimentare
Nel 2007-2008, più della metà della popolazione mondiale ha subìto un grave degrado a causa di un grosso aumento dei prezzi dei prodotti alimentari che ha dovuto affrontare. Ciò ha portato a proteste di massa in almeno una dozzina di paesi, nella prima metà del 2008. Il numero di persone colpite dalla fame si è incrementato di diverse decine di milioni e centinaia di milioni di altri hanno visto limitare il loro accesso al cibo (e, di conseguenza, altri beni e servizi essenziali (1). Tutto questo a seguito di decisioni prese da una manciata di aziende nel settore della 'agro' (la produzione di biocarburanti) e il finanziamento del settore (gli investitori istituzionali che contribuiscono alla manipolazione dei prezzi dei prodotti agricoli), che hanno beneficiato del sostegno del governo di Washington e la Commissione europea (2).

19 aprile 2009

ISRAELE DISEGNA UNA SUA IMMAGINE SU MISURA IN INTERNET

Il governo israeliano contratta a 7 esperti per migliorare i risultati delle ricerche in rete.
I palestinesi hanno messo mano al canale di ricerca Google? Una semplice ricerca della parola "Israele" indica che non è così. Però, il Ministro degli Esteri di Israele, sembra essere convinto che esiste un complotto internazionale contro lo stato ebraico ed esige che vengano prese misure urgenti.
Il mese scorso questo stesso ministro ha lanciato una campagna per reclutare a naviganti ebraici e non ebraici che siano disposti a dedicare parte del loro tempo libero a scrivere nei fori e blogs di internet difendendo Israele in tutte le lingue immaginabili. I volontari ricevono tramite posta elettronica l'informazione che devono introdurre in rete.
La seconda parte della campagna, che inizia adesso, pretende di mettere a freno il teorico complotto internazionale di Google. Il ministero assicura che quando si mette nella barra di ricerca la parola "Israele" o altra simile, la prima cosa che appare sono immagini di distruzione che hanno causato nella striscia di Gaza.
Il Ministero degli Esteri afferma che c'è un complotto su Google.

18 aprile 2009

L'AFGHANISTAN E LA NATO

Di Noam Chomsky

Fin dall'antichità, la regione ora conosciuta come Afghanistan è stato un traguardo per i potenziali conquistatori. Alessandro Magno, Gengis Khan e Tamerlàn hanno regnato lì.
Durante il XX secolo, gli imperi britannici e russi hanno cercato di conquistare la supremazia nell'Asia Centrale. Questa rivalità è stata denominata come il Grande Gioco. Nel 1893, sir Henry Mortimer Durand, un funzionario coloniale britannico, ha tracciato una linea di 500 mila miglia definendo l'estremo occidente dell'India, controllata dalla Gran Bretagna.

La linea Durand attraversava le aree delle tribù dei pashtunes che erano considerate dagli afgani come parte dei loro territori. Nel 1947, la parte nord-occidentale della regione divenne un nuovo stato del Pakistan.
Il Gran Gioco continua in Afghanistan-Pakistan, o Afpak, come viene chiamato ora. Il termine ha senso in una regione, su ambi i lati della porosa linea Durand, che la popolazione non ha mai accettato e alla quale lo stato dall' Afghanistan si è sempre opposto, quando ancora era funzionante.
http://big5.chinataiwan.org/english/News/lu/200807/W020080723501164587031.jpg
Un indelebile segno storico è che il popolo afgano ha sempre combattuto gli invasori.
L'Afghanistan continua ad essere un premio geostrategico nel Grande Gioco. In Afpak, il presidente Barack Obama ha agito, in base alle promesse fatte durante la campagna elettorale, aumentando la guerra in modo considerevole, facendo avanzare le modalità di escalation portati avanti dal governo di George W. Bush.
Attualmente, l'Afghanistan è occupato dagli Stati Uniti e i suoi alleati dell'Organizzazione del Trattato Del Nord Atlantico (NATO). La presenza militare straniera genera solo scontri quando è necessario uno sforzo comune tra le potenze regionali, tra di esse la Cina, India, Iran, Pakistan e Russia, che possono aiutare gli afgani ad affrontare i loro problemi interni, così come credono in molti. 

La NATO è andata molto oltre quelle che erano le sue origini durante la Guerra Fredda. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, questa organizzazione ha perso la motivazione della sua esistenza: la difesa contro un ipotetico attacco russo. Ma velocemente ha assunto nuovi compiti. Il Presidente Bill Clinton, violando le promesse fatte a Mijail Gorbachov, l'ha ingrandita verso l'est, una seria minaccia per la Russia e questo, in modo naturale, ha aumentato le tensioni internazionali. 

L'assessore alla Sicurezza Nazionale del Presidente Obama, James Jones, comandante supremo della Nato in Europa tra il 2003 e il 2006, è favorevole alla sua espansione verso l'est e il sud. Questi passi rafforzerebbero il controllo delle forniture di energia degli Stati Uniti in Medio Oriente.
E' anche favorevole ad una risposta forte, che darà all' alleanza controllata dagli Usa "una maggiore capacità di agire velocemente e a distanze molto lunghe".

Questa missione della NATO potrebbe includere l'oleodotto progettato TAPI, che è costruito con un costo di 7,600 milioni di dollari e che fornirà gas naturale dal Turkemenistàn al Pakistan e l'India. Le tubature attraverseranno la provincia afgana di Kandahar, dove ci sono i soldati canadesi. Washington ha favortio TAPI perchè bloccherà un oleodotto competitivo dall' Iran all'India al Pakistan e ridurrà il controllo dell'energia dell'Asia Centrale da parte della Russia. Ma non risulta chiaro, invece, se questi piani sono realistici considerando l'attuale agitazione che esiste in Afghanistan.
La Cina potrebbe rappresentare la principale preoccupazione di Washington. L'Organizzazione di Cooperazione di Shangai, con sede in Cina, e che alcuni analisti considerano un potenziale contrappeso per la Nato, include la Russia e altri stati dell' Asia centrale. L'India, l'Iran e il Pakistan sono degli osservatori ed esistono delle speculazioni sul fatto se si aggiungeranno all'organizzazione. 

La Cina ha approffondito i suoi rapporti con l'Arabia Saudita, la perla della corona nel sistema di somministrazione del petrolio.
Una forza che si oppone alle manovre della grande potenza è il vigoroso movimento della pace che sta crescendo in Afghanistan. Gli attivisti hanno chiesto la fine della violenza e che si stabiliscano delle negoziazioni con i talebani. Questi afgani danno il benvenuto all'aiuto estermo, per la ricostruzione e lo sviluppo, che non abbiano scopi militari. 

Il movimento della pace sta raccogliendo tanto sostegno popolare in Afghanistan che i soldati che gli Usa stanno inviando in questo paese non solo dovranno affrontare i talebani ma anche ad "un nemico senza armi, ma ugualmente travolgente: l'opinione pubblica", informa Pamela Constable, nel the Washington Post, dopo una recente visista in Afghanistan. Molti afgani dicono che ulteriori soldati stranieri invece di aiutare a sconfiggere gli insorti, aumenteranno il problema. 

La maggior parte degli afgani intervistati da Constable, dicono di preferire un accordo negoziato con gli insorti. Il primo messaggio del presidente afgano Hamid Karzai a Obama e che sembra non abbia avuto risposta, è stato quello di cessare gli attacchi contro i civili. Karzai ha anche informato una delegazione delle Nazioni Unite che desidera un calendario per la ritirata dei soldati stranieri (Usa). Quindi ha perso il favore di Washington. Come risultato, dall'essere il favorito dai mass media Usa è passato ad essere un leader "corrotto" e di "poco affidabile", ecc..... Ci sono versioni giornalistiche che dicono che gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno pianificando di metterlo al bando in favore di una figura scelta da loro.

La popolarità di Karzai è diminuita in Afghanistan, anche se continua ad essere superiore a quella dei soldati di occupazione statunitensi.
Una prospettiva utile viene da un inviato britannico con molta esperienza, Jason Burke che scrive: "Abbiamo ancora speranze di costruire lo stato che vogliamo che gli afgani desiderano, al posto dello Stato che in realtà loro vogliono" Se si domanda qual'è lo Stato che gli afgani desiderebbero, molti risponderanno: "qualcosa di simile all' Iran..."

Il ruolo dell'Iran è particolarmente importante. Ha rapporti molto stretti con l'Afghanistan. Si oppone ai talebani ed ha offerto un sostanziale aiuto per mandarlo via. E come ricompensa, ha ricevuto il dono di fare parte dell'asse del male. L'Iran ha più interessi in un Afganistan fiorente e stabile, più di qualsiasi altro paese, mantiene relazioni naturali con il Pakistan, India, Turchia, Cina e Russia. Queste relazioni potrebbero svilupparsi, forse, in associazione con l'Organizzazione di Cooperazione di Shangai, se gli Usa continuano a bloccare le relazioni dell'Iran con il mondo occidentale.

Questa settimana, in una conferenza dell'Onu sull'Afghanistan realizzata a LA Haya, Karzai si è riunito con funzionari iraniani che hanno promesso dare aiuto per la ricostruzione e cooperare negli intenti regionali di frenare il narcotraffico nella nazione asiatica.
La politica dell'avanzata di Bush e Obama non permette un accordo pacifico in Afghanistan o nella regione. Ciò che sembra importante è che ci siano delle negoziazioni tra gli afgani senza l'interferenza straniera, sia che si tratti del Grande Gioco che di un'altra cosa.
I problemi dell'Afghanistan devono essere risolti dagli afgani stessi.


Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

17 aprile 2009

OBAMA CONTROLLERA' INTERNET?

di Steve Aquino

Una nuova legge potrebbe dare al Presidente la facoltà di frenare il traffico della Rete e di accedere a dati privati in caso di emergenza.

Potrebbe il Presidente tagliare il traffico cibernetico in caso di emergenza?
I senatori John Rockefeller (Democratico, della Virginia Occidentale) e Olympia Snowe (Repubblicana del Maine) lo credono. Mercoledì (1° aprile, entrambi) hanno introdotto una "proposta di legge" volta alla creazione di un Consiglio Nazionale di Cibersicurezza (NCA, la sua sigla in inglese) che sarà parte integrante del potere esecutivo ed avrebbe larghi poteri di osservare e di controllare il traffico di internet, al fine di affrontare le potenziali minacce all'infrastruttura informatica sensibile. Questi larghi poteri potrebbero toccare alcune libertà civili.
La Legge Di sicurezza Cibernetica (CSA, la sua sigla in inglese, vedere l'archivo aggiunto) dà al Presidente la facoltà di "dichiarare emergenze di sicurezza cibernetica" e di frenare o rallentare- in nome della sicurezza nazionale- il traffico di dati nelle reti di informazione "sensibile". La CSA non definisce ciò che vuol dire nè con "reti di informazione sensibili" nè con "emergenza di sicurezza cibernetica". Toccherebbe al Presidente stabilirlo.
Inoltre, la CSA, da anche pieni poteri al Segretario del Commerico, che dà "accesso- senza bisogno di nessun legale- a qualsiasi dato importante e sensibile che incomba sulle reti sensibili." Questo significa libero accesso a dati privati e a reti pubbliche senza bisogno di osservare le leggi della protezione alla privacy.
Rockefeller- come membro della Comissione dell'Intelligence del Senato, che ha presieduto fino allo scorso anno, sta facendo diventare la cibersicurezza un affare strategico. Attualmente presiede la Comissione del Commercio, Scienza e Trasporto, aree che saranno coinvolte dal CSA.
"Dobbiamo proteggere la nostra infrastruttura sensibile costi quel che costi: dall'acqua all'elettricità, passando dalle banche, alla trasmissione dei dati, alle banche dati... e chissà cos'altro", ha detto Rockefeller in un comunicato. Snowe sostenendo il suo collega: " se non agiamo rapidamente, potrebbe arrivarci una Cyber-Katrina addosso" (NDT: riferendosi all'uragano che ha devastato New Orleans nel 2005)
Nonostante le scarse giustificazioni, i larghi poteri delineati dal CSA preoccupano. "Le minacce alla sicurezza informatica sono reali", riconosce Leslie Harris, Presidente Del Centro per la Democrazia e la Teconologia (CDT), "ma, un veloce e rapido intervento governativo nelle comunicazioni private e nella rete pubblica potrebbe rappresentare una minaccia, tanto per la propria sicurezza come per la privacy."
Di fatti, secondo il consulente del CDT, Greg Nojeim, il CSA potrebbe pervertire la legge di protezione alla Riservatezza delle Comunicazioni Elettroniche (ECPA, le sue sigle in inglese).
Tale legge, emanata a metà degli anni 80, esige che ci siano autorizzazioni legali prima dell'osservazione e il controllo delle comunicazioni informatiche.
"Si tratta di poteri incredibilmente estesi", appunta Nojeim, e puntualizza che esistono leggi che potrebbero "mettere in tessitura tanta discrezionalità".
Jennifer Granick, specialista in libertà civili della Fondazione di Frontiera Elettronica (Electronic Frontieer Foundation, EFF) afferma che la concessione di tali poteri al segretario del Commercio potrebbe trasformare Internet in una rete molto meno sicura di quanto lo è attualmente. Quando una persona ha accesso a tutta l'informazione in rete, quest'ultima, "aumenta i termini della sua vulnerabilità, fondamentalmente, perchè attraverso quest'azione si stabilisce, per i cattivi, un cammino sicuro verso la vulnerabilità."
L'obiettivo del CSA, aggiunge Granick, è "contrario alle garanzie costituzionali" e lo è "per l'impatto negativo che può avere sui diritti alla privacy degli utenti della Rete. Se il Dipartimento del Commercio avvistasse prove di attività illegale in aree sensibili, potrebbe utilizzare questa informazione giuridicamente, nonostante questo non sia l'intento iniziale dell'atto di osservazione. Questo violerebbe la garanzia costituzionale che protegge contro le investigazioni aleatorie."
"Una volta avuta un'informazione, questa potrebbe essere usata con qualsiasi oggetto, anche se è diverso da quello che ha causato l'atto iniziale di osservazione." sottolinea Granick. A chi interessa questa legge?, si domanda, "all'industria della sicurezza, che vuole garantirsi una specie di sovvenzione pubblica" (NDT: insinua una specie di necessità creata)
Nojeim pensa che nonostante tutto, in ultima analisi, tanto potere potrebbe essere ritagliato, se la legge fosse approvata, per via legislativa. Perciò si mostra pronto a lavorare con i legislatori "per chiarire ciò che è necessario per fare le cose nel modo migliore".


Titolo originale: Should Obama Control the Internet?

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

16 aprile 2009

LILIANA GORINI SUL TRATTATO DI LISBONA



Il mensile Babilonia Swing intervista Liliana Gorini sul Trattato di Lisbona
 
Lei si è dichiarata più volte contraria alla ratifica del Trattato di Lisbona, ce ne spiega le ragioni?
 
Le ragioni sono molteplici, principalmente il fatto che ratificando il Trattato di Lisbona ci stiamo consegnando nelle mani di una dittatura della Commissione Europea senza neanche sapere bene le conseguenze della nostra decisione. Quasi nessuno dei parlamentari dei 24 stati europei che finora ha ratificato il Trattato si è preso la briga di leggere il testo del Trattato, che è volutamente fumoso e incomprensibile (come ha ammesso in Italia lo stesso Giuliano Amato). Grazie all’analisi di eminenti giuristi e costituzionalisti da tutta Europa (Austria, Francia, Germania e Italia, compreso il prof. Guarino, rinomato costituzionalista) abbiamo appreso che col Trattato di Lisbona i nostri governi rinunceranno alla sovranità nella politica economica, nella politica di difesa, nella politica sociale, perfino in materia di pena di morte. Le do un esempio concreto sulla crisi attuale che forse farà capire ai suoi lettori la gravità di questa imposizione: si discute in questi giorni della creazione di una "Bad Bank" che assorba tutti i titoli tossici che hanno provocato la gravissima crisi finanziaria americana in settembre, e che oggi stanno affondando anche l’economia reale in tutta Europa. 

Il Commissario europeo Almunia ha avanzato una proposta in questo senso in seno all’Unione Europea, ed essa coincide con la "Bad Bank" proposta dal Premier britannico Gordon Brown e dal megaspeculatore George Soros: significa essenzialmente che saranno i contribuenti dell’Unione a rifinanziare questi titoli tossici, che in realtà dovrebbero essere depennati. Finora si sono opposti il governo tedesco ed il Ministro italiano dell’Economia Tremonti, che chiede giustamente che questi titoli tossici, ad esempio i famosi derivati che hanno mandato in bancarotta alcuni bilanci comunali, vengano congelati per 50 anni, e che se si crea una "Bad Bank" sia solo per "sterilizzare" tali titoli, perché non è giusto che sia lo stato (ed i suoi cittadini) a pagare per gli errori, e le truffe, di speculatori miliardari. La discussione è ancora in corso, così come lo è negli Stati Uniti di Obama. Ma se il Trattato di Lisbona fosse già stato ratificato da tutti i 27 stati membri, sarebbe l’Unione Europea a decidere, e la giusta opposizione di Germania e Italia non potrebbe nulla contro il Commissario Almunia. I nostri contribuenti dunque dovrebbero dire addio ai loro risparmi, che andrebbero nelle tasche della Bad Bank di Almunia e Soros, e degli speculatori. 

La ratifica del Trattato, conferirà poteri straordinari alla Commissione UE. In cosa consistono tali poteri e che ruolo avrà la nostra Costituzione?
 
Il Trattato di Lisbona contempla una politica estera comune, una organizzazione comune di difesa, una politica commerciale comune, un confine doganale comune, e la moneta e la politica monetaria sono comuni. Questo viola la Costituzione italiana, a partire dall’Articolo 1 che recita "la sovranità appartiene al popolo". Viola anche l’Art. 11 della nostra Costituzione (L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali) in quanto prevede, oltre alle missioni di pace, anche missioni offensive ed il potenziamento delle forze militari messe a disposizione dell’Unione Europea, nell’ambito della NATO. La Commissione si impadronisce dei poteri esecutivo, legislativo ed anche in parte di poteri di solito attribuiti solo al giudiziario. Per questo Guarino parla, correttamente, di "organocrazia". 

Che effetti avremo sulla politica economica?
 
Gli effetti saranno disastrosi, perché come ho detto ci priveranno della possibilità di intervenire, come governo sovrano, sul Bene Comune. Anche in politica economica, la nostra Costituzione sancisce che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (Art. 3).
Purtroppo, come abbiamo verificato nel corso delle manifestazioni contro la ratifica del Trattato di Lisbona, a cui ho partecipato anche io a Milano (di fronte a Palazzo Marino), la gente non è al corrente del problema, e non vede il collegamento tra la gravissima crisi economica attuale e l’abbandono della sovranità in politica economica. Magari pensa che i “tecnici” a Bruxelles siano meglio dei nostri politici, ed è qui che si sbaglia: sono molto peggio, perché non conoscono la nostra situazione economica, la nostra storia, le nostre tradizioni, e sicuramente non se ne curano. Hanno un solo obiettivo in mente: far quadrare il bilancio, costi quel che costi. Il Patto di Stabilità ed i parametri di Maastricht sono già ora il principale impedimento a un vero piano anti-crisi, che promuova il credito destinato all’economia reale, all’industria, all’agricoltura, alle infrastrutture, alla scuola, alla sanità, creando posti di lavoro produttivi. Col Trattato di Lisbona questo impedimento diventerà legge, scritta nella pietra, e se un governo cercherà di adottare misure in difesa dei propri cittadini, verrà severamente punito. 


Su questo mi sono documentata meno, perché il nostro movimento ritiene che i timori sugli OGM non siano fondati. Posso dirle che "Rettet Oesterreich" (salvate l’Austria) uno dei comitati di cittadini in Europa che si sono mobilitati per un referendum contro il Trattato, denuncia anche questo aspetto nel Trattato (vedi http://rettet-oesterreich.at/index.php?id=43). 

In che modo i cittadini possono difendersi da un Trattato che non sembra essere loro di vantaggio?
 
Ci sono state numerose manifestazioni contro il Trattato, sia in Italia (quelle da noi indette a Milano, di fronte a Palazzo Marino) che in tutta la Francia, Austria e Germania, indette da comitati di cittadini a favore di un referendum sul Trattato. Ritengo che sia bene proseguire con le proteste, anche alla luce della grave crisi economica attuale, che richiede misure urgenti da parte di governi nazionali sovrani. 

Perché, a suo avviso,l’Irlanda ha rifiutato la ratifica del Trattato di Lisbona?
 
Il referendum in Irlanda è stata l’unica consultazione democratica, insieme ai referendum sulla Costituzione europea in Francia e Olanda (ed anche lì è stata bocciata). Se si fosse dato ascolto ai cittadini austriaci (che intendevano difendere la propria neutralità, anche quella abolita dal Trattato) e tedeschi, il Trattato sarebbe stato sconfitto anche in questi paesi. In Italia un referendum sarebbe consentito solo se si trattasse di una Costituzione. Per questo motivo l’hanno definito “Trattato” anche se, di fatto, annulla la nostra Costituzione. La popolazione irlandese ha espresso un sentimento generale, ed è stata subito redarguita: questo dimostra quanto poco democratici siano i fautori del Trattato. L’Irlanda si è liberata 100 anni fa da un impero, sicuramente non aveva nessuna voglia di entrare a far parte di un altro impero, quello dell’UE.
Fonte: http://www.movisol.org/09news032.htm

15 aprile 2009

IMMIGRATI: "SIAMO LAVORATORI NON CRIMINALI!"


Di David Bacon

Lavoratori immigrati riempiranno le strade degli Stati Uniti, il primo maggio.
In meno di un mese, migliaia e forse anche milioni, di persone riempiranno le strade delle città, una dietro l'altra, una località dietro ad un'altra, in tutti gli Stati Uniti. Questo primo maggio, marce di lavoratori immigranti faranno un' importante richiesta al governo di Obama:
  • Fine delle politiche di polizia draconiane del governo di Bush.
  • Stabilire una nuova politica immigratoria basata sui diritti umani e il riconosciemtnto delle cruciali contribuzioni economiche e sociali degli immigranti alla società statunitense.
Le marce di quest'anno continueranno il recupero negli Usa della celebrazione del 1 maggio, commemorato nel resto del mondo come il giorno in cui vengono riconosciuti i contributi e i risultati dei lavoratori. Questo recupero è iniziato il 1 maggio del 2006, quando oltre un milione di persone riempì le strade di Los Angeles, e altre centinaia di migliaia di persone le strade di Chigago, New York ed altre città in tutti gli Usa. Il 1 maggio nel 2007 e nel 2008, gli immigrati e i loro sostenitori hanno manifestato nuovamente e hanno marciato in tutto il paese.
Un manifesto presente in quasi ogni marcia, diceva tutto: "Siamo lavoratori, non criminali!". Spesso erano nelle mani di uomini e donne che sembravano essere usciti appena dal lavoro in una fabbrica, dalle pulizie in un edifico e dalla vendemmia. Il manifesto dichiarava una verità scontata: Milioni di persone sono andati negli Usa, a lavorare non a violare le sue leggi. Alcuni sono arrivati coi visti e altri senza averli. Ma tutti contribuiscono alla società di quel paese.
Le manifestazioni sono sembrate spontanee, ma sono state il risultato di anni di organizzazioni, educazione e agitazione- attività che hanno dato fiducia agli immigrati e a qualche organizzazione la credibilità necessaria per mobilizzare l'azione in massa. Questo movimento è ereditario di Bert Corona, pioniere dei diritti degli immigrati e fondatore di numerose organizzazini nazionali latine. Ha addestrato mille di immigrati attivisti, ha insegnato il valore dell'indipendenza politica e credeva che gli stessi immigrati devono condurre la lotta per i diritti degli immigrati. La maggior parte dei dirigenti dell'ala radicale dell'attuale movimento per i diritti degli immigrati sono stati studenti o discepoli di Corona.
Gli immigrati, però, si sentono con le spalle al muro, e sono usciti dalle loro case e posti di lavoro per dimostrarlo. Da una parte, le loro proteste rispondono a un'onda di proposte draconiane per criminalizzare la condizione dell'immigrazione e del proprio lavoro per le persone senza documenti. Ma le proteste fanno molto di più che reagire di fronte ad un'agenda particolare del Congresso. Sono la reazione accumulata da anni di attacchi e di denigrazione contro gli immigranti in generale, e contro i messicani e latini in particolar modo.
Nel 1986, la Legge di Riforma e Controllo dell'Immigrazione ha convertito in crimine, per la prima volta nella storia degli Usa, l' assunzione di persone senza documenti. I sostenitori argomentarono che la gente se ne sarebbe andata se non poteva lavorare legalmente.
La vita non è così semplice.
La gente senza documenti forma parte delle comunità in cui vive. Non può semplicemente andarsene, nè dovrebbe farlo. Cerca gli stessi obiettivi di uguaglianza e opportunità per i quali i lavoratori negli Usa storicamente hanno lottato. Inoltre, la maggior parte degli immigrati, non ha un posto di lavoro al quale ritornare nei paesi dai quali sono andati via. Rufino Dominguez, dirigente comunitario di Oaxaca a Fresno,California, dice: "L'accordo del libero commercio di NordAmerica (NAFTA) ha fatto abbassare così tanto il prezzo del mais che non è più economicamente possibile piantare coltivazioni. Veniamo negli Usa a lavorare perchè non c'è un'altra alternativa". Dopo che il Nafta è stato approvato dal Congresso degli Stati Uniti, sei milioni di persone si sono spostate negli Usa, come risultato.
Invece di riconoscere questa realtà, il governo degli Usa, ha cercato di far diventare il possedere un posto di lavoro in un atto criminale. Alcuni Stati e comunità locali, vedendo la luce verde data dal Dipartimento di Sicurezza Interno, hanno approvato misure che vanno ancora oltre. L'estate scorsa, il Segretario di sicurezza degli Interni, Miacheal Chertoff, ha proposto una regola che richiede che i "padroni"(i titolari) licenzino qualsiasi lavoratore che non possa correggere una discrepanza tra il numero di Sicurezza Sociale che il lavoratore ha consegnato a un titolare e la base dei dati del SSA (Amministrazione Sicurezza Sociale). Questa regolamentazione presuppone che quei lavoratori non hanno un visto di immigrazione che sia valido e quindi neanche un numero di sicuro sociale valido.
Siccome ci sono 12 milioni di persone che vivono negli USa, senza uno status legale d'immigrazione, quella regola porterebbe a licenziamenti di massa e alla paralizzazione di numerose industrie e ditte. Saranno colpiti così anche cittadini e possessori di visti legali dato che la base dei dati della sicurezza sociale è frequentemente non esatta. Sotto Chertoff, l'Officina di Immigrazione e Applicazione della Dogana(ICE) ha fatto numerose intrusioni nei siti di lavoro, arrestando e deportando migliaia di lavoratori. Molti sono stati accusati di un crimine aggiuntivo- furto d'identità- perchè hanno utilizzato un numero di sicurezza sociale che apparteneva ad un'altra persona con lo scopo di ottenere un lavoro. Nonostante ciò, i lavoratori che usano un altro numero di Sicurezza Sociale effettivamente depositano soldi nei fondi di questo ente, ma non avranno mai servizi pagati dai loro contributi.
La legislatura dell'Arizona ha approvato una legge che richiede che i titolari di aziende verifichino la condizione di immigrazione di ogni lavoratore attraverso un database federale chiamato E-Verify che è ancora più incompleta e piena di errori di quelli della Sicurezza Sociale. Devono licenziare lavoratori i cui nomi sono stati segnalati. Il Mississipi ha approvato una legge che converte in crimine che un lavoratore senza documenti abbia un lavoro, con pene carcerarie tra 1 e 10 anni, multe fino a 10.000 dollari, senza libertà sotto cauzione per coloro che verranno arrestati. I titolari ricevono l'immunità.
Molte di queste misure punitive sono state incorporate ad altre proposte per la "riforma integrale dell'immigrazione" che sono state discusse nel Congresso nel 2006 e 2007. Le leggi integrali combinavano l'aumento del lavoro di polizia, specialmente la criminalizzazione del lavoro dei senza documenti, con immensi programmi di lavoratori temporali sotto i quali grandi titolari avrebbero reclutato lavoro temporale con contratti fuori dagli Usa, portando i lavoratori al paese con uno status che avrebbe negato loro i diritti basici di uguaglianza sociale. Anche se queste proposte nel Congresso hanno fallito, il governo di Bush ha introdotto alcune provvigioni più draconiane per l'ordine esecutivo e l' azione amministrativa.
Nel suo insieme, questi fattori hanno prodotto un'immensa reazione popolare, che si è fatta più visibile nelle marce annuali e manifestazioni del primo maggio. Nativo Lopez presidente dell'Associazione Politica Messicana-Statounitense e della Fratellanza Messicana Latinoamericana, dice che "i numerosi immigrati e suoi sostenitori nelle strade hanno definito completamente inaccettabili questi compromessi. Otterremmo solo quello per cui saremo disposti a lottare, ma la gente è disposta a lottare per tutto. I legistatori e i lobbisti di Washington temono la crescita di un nuovo movimento per i diritti civici nelle strade, perchè rifiuta i loro compromessi e nascono richieste che vanno oltre quello che loro ritengono come "politicamente possibile".
Le marce hanno presentato un insieme di richieste alternative, che includono un genuino status legale per i 12 milioni di senza documenti negli Usa, il diritto a organizzarsi per aumentare gli stipendi e ottenere diritti nei posti di lavoro, aumento della disponibilità dei visti per dare agli immigranti un certo grado di uguaglianza sociale, specialmente visti basati sul ricongiungimento familiare, che non aumentino i programmi di lavoro temporale e una garanzia dei diritti umani per gli immigrati, specialmente nelle comunità lungo la frontiera tra gli Usa e Messico.
Allo stesso tempo, il prezzo da pagare per cercare di espellere gente dagli Usa che è arrivata in quel paese per sopravvivere, sarà l'aumento della vulnerabilità dei lavoratori senza documenti. Titolari senza scrupoli usano questa vulnerabilità per negare il pagamento di ore extra o dello stipendio base o per licenziare a lavoratori quando protestano o si organizzano. L'aumento della vulnerabilità risulta in ultima analisi la mano d'opera più economica e meno diritti per tutti. Dopo di aver deportato a più di 1.000 lavoratori negli stabilmenti di imballaggio della carne Swift, il Segretario di Sicurezza degli Interni, Chetoff ha chiamato per combinare "un effettivo lavoro di pulizia interiore con un programma di lavoratori temporali." L'obiettivo del governo è mano d'opera meno costosa per i grandi titolari. Deportazioni, licenziamenti e programma di lavoratori temporanei contribuiranno tutti insieme a diminuire il costo della mano d'opera e contribuiranno ad un clima di timore e di insicurezza per tutti i lavoratori.
Le azioni del 1 maggio mostrano l'importanza economica dalla mano d' opera degli immigrati. I lavoratori senza documenti meritano uno status legale per questo lavoro- il loro contributo inerente alla società. Il valore che creano non è mai qualificato come illegale e nessuno si sogna di toglierlo ai "capi" che traggono beneficio da questo. Ma la gente che produce questo valore è chiamata precisamente così- illegale. Tutti i lavoratori creano valore attraverso il loro lavoro ma i lavoratori immigrati sono specialmente profitto, perchè spesso vengono a loro negati molte dei diritti conquistati dai sindacalisti e che si danno ai lavoratori nati nel paese. Il lavoratore medio senza documenti è stato negli Usa durante gli ultimi 5 anni. Dopo questo tempo, questi lavoratori hanno pagato un prezzo alto per la loro mancanza di uno status legale, attraverso stipendi bassi e prestazioni perse.
"I lavoratori senza documenti meritano uno status legale immediato, hanno già pagato per averlo." Dice Lopez.
Il 1 maggio, l'assenza di lavoratori immigrati nei posti di lavoro , nelle scuole e negozi, dimostra il suo potere nel dibattito nazionale sull'immigrazione e invia un potente messaggio che non sarà escluso dal dibattito sulla loro condizione. Hanno riscattato dall'anonimato la lotta per la giornata di 8 ore, cominciando a Chicago oltre un secolo con gli immigrati di quel periodo. Hanno superato l'eredità della guerra fredda, durante la quale le manifestazioni del 1 maggio erano attaccate o proibite. Stanno recuperando le tradizioni di tutti i lavoratori per il popolo degli Stati Uniti.

Fonte: http://www.zmag.org/znet/viewArticle/21008

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

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