Russell Means, nella sua lakȟótiyapi (idioma Lakota) di nome Oyate Wacinyapin (Colui che Lavora per il Popolo) “l’Indiano d’America più famoso dai tempi di Toro Seduto e Cavallo Pazzo” secondo il L.A. Times, è morto lunedì 22 ottobre, all’età di 72 anni.Da lungo tempo si è battuto per rivendicare i diritti naturali degli Indiani USamericani, da Alcatraz (1969) a Wounded Knee (1973), a The Longest Walk (1978) fino alla Repubblica di Lakotah, che ha proclamato nel 2007.Questo è il suo più famoso discorso, pronunciato nel luglio 1980, davanti a diverse migliaia di persone che aveva convocato da ogni parte del mondo in occasione del “Black Hills International Survival Gathering”, il Raduno internazionale per il salvataggio delle colline Black Hills del South Dakota. Di Oyate WacinYapin aka Russel Means L’unica possibile apertura di una dichiarazione
come questa è che detesto la scrittura. Il processo in sé incarna il
concetto europeo di “pensiero legittimo”: ciò che è scritto ha
un’importanza che è negata al parlato. La mia cultura, la cultura
Lakota, ha una tradizione orale, quindi di solito mi rifiuto di
scrivere. Questo è uno dei modi in cui il mondo bianco distrugge le
culture dei popoli non europei, attraverso l’imposizione di
un’astrazione sul rapporto parlato di un popolo. Quindi, quello che leggerete qui non è quello
che ho scritto. È quello che ho detto e che qualcun altro ha scritto. Ho
permesso questo perché sembra che l’unico modo per comunicare con il
mondo bianco sia attraverso le foglie secche, morte, di un libro.Non mi importa se le mie parole arrivano ai bianchi o meno. Loro
hanno già dimostrato con la loro storia che non sono in grado di
sentire, non possono vedere, ma possono solo leggere (ovviamente, ci
sono delle eccezioni, ma le eccezioni confermano solo la regola).
Sono più preoccupato di farmi sentire dalla gente indiana
americana, studenti e altri, che hanno cominciato a farsi assorbire dal
mondo bianco attraverso le università e altre istituzioni. Leggi tutto...
DiLoretta Napoleoni - Cado In Piedi Stanno trasferendo il debito pubblico italiano dalle banche straniere alle nostre. E quando questo sarà interamente nei nostri istituti di credito, il default lo pagheremo solo noi. Oggi lo spread non ha il significato che aveva due anni
fa, o anche un anno fa, per il semplice fatto che la maggior parte del
debito pubblico italiano è stata sottoscritta dalle banche italiane. Leggi tutto...
"Il futuro appartiene alle persone che vedono le possibilità prima che diventino ovvie"(Theodore Levitt)
Per Buono Locale SCEC,
denominato anche semplicemente SCEC, si intende quella riduzione di
prezzo che gli associati al circuito nazionale di Arcipelago SCEC
decidono di riconoscersi reciprocamente e liberamente. All’atto
dell’associazione il socio ordinario, colui che offre beni o servizi,
comunica la percentuale di riduzione che offrirà ai soci nell’esercizio
della propria attività. Questa riduzione di prezzo è simboleggiata dal Buono Locale SCEC dove SCEC è l’acronimo di Solidarietà ChE Cammina.
Il Buono Locale SCEC ha un rapporto di 1:1 con l’euro, ma non è
convertibile, rappresentando solo la riduzione di prezzo offerta agli
associati. I buoni scec fanno aumentare il potere d’acquisto di
chi li usa, facendoci diventare un po’ più liberi dalla dipendenza del
denaro e a medio termine possono far aumentare la ricchezza di un
territorio.
A dare retta ai telegiornali ed ai quotidiani, sembrerebbe che la gara
fra Bersani e Renzi sia storicamente più decisiva dello scontro fra
Cesare e Pompeo. Quanto poi una maggioranza parlamentare o l'altra siano
in grado di cambiare realmente qualcosa, lo si è potuto accertare nei
giorni scorsi, quando il generale De Bertolis ha tranquillamente ammesso
di aver dato numeri falsi alla Camera a proposito del costo dei caccia
F-35. Rispetto agli ottanta milioni di euro ad aereo che erano stati
annunciati, già si prospetta un "ritocco" a centoventisette milioni
cadauno, anche se il generale promette che dopo il cinquantacinquesimo
esemplare i costi scenderanno a sessanta milioni. Un affare. [1] Comidad
Il parlamento ha finto ancora una volta di crederci. Si potrebbe
giustamente osservare che in materia di spese militari il parlamento si è
sempre lasciato prendere in giro senza protestare, e che basi militari
USA e NATO sono sorte senza neppure avvertire lo stesso parlamento.
Tutto vero, ma ciò non toglie che la vicenda degli F-35 rappresenti
quello che negli anni '70, con reminiscenze hegeliane, si soleva
chiamare un "salto di qualità".
Negli stessi giorni in cui Bersani va predicando che bisogna far tutto
rispettando i famosi "saldi", fa comunque un po' di impressione sapere
che il bilancio dello Stato ha al suo interno una sorta di buco nero
istituzionalizzato, vincolato a sua volta a quel feticcio indiscutibile
costituito dagli "obblighi NATO".
Mario Draghi puo' imporre non solo i tassi ma le riforme politiche e
fiscali ai singoli paesi. Oggi torna al Bundestag a difendere il piano
sui bond: "è necessario". Giallo su motivi che hanno spinto il
Parlamento tedesco a tenere l'audizione a porte chiuse. Wall Street Italia Ben Bernanke, ormai giunto al crepuscolo della sua carriera, potrebbe
essere insignito dello scettro dell'uomo piu' potente nei mercati
finanziari internazionali. Se non fosse per il presidente della banca
centrale europea Mario Draghi, che con le sue mosse e dichiarazioni
forti ha dimostrato di saper andare contro la legge dei falchi della fortezza tedesca del Bundestag.
Anche i presidenti della Banca del Giappone e di quella d'Inghilterra
potrebbero essere presi in considerazione in una eventuale classifica
delle persone piu' potenti nell'economia mondiale. Cosi' come di diritto
dovrebbe esserlo il dirigente numero uno di Goldman Sachs, che insieme a una ristretta cerchia di investitori di primo piano come Warren Buffett, o il ministro saudita del Petrolio, esercitano giocoforza una grande influenza sui mercati.
Questa mattina alle 6 l’unità di crisi della Farnesina ha contattato
la moglie di Marco Ramazzotti Stockel , sequestrato ieri mattina dalla
Marina Israeliana in acque internazionali mentre navigava a bordo di
Estelle diretto a Gaza. Ore di angoscia ieri dovute a nessuna notizia su
Marco e gli altri passeggeri di Estelle dal momento del sequestro fino a
questa mattina in cui è stato comunicato l’arrivo imminente di Marco a
Fiumicino. Denunciamo che Israele, dopo aver “rapito” Marco non ha mai
comunicato notizie dirette al console italiano, ai familiari o alla
nostra organizzazione per rassicurare sullo suo stato di salute. ISM L’unità
di crisi della Farnesina in contatto con la moglie di Marco non ha
saputo dare informazioni precise su di lui fino a questa mattina. Israele ha solo emesso agenzie stampa in cui parlava di abbordaggio
pacifico,
Domanda da 10 Milioni di Euro – “Chi comanda a Brussel?” Di certo non Van Rompuy e nemmeno Barroso, dato che questi due
pupazzi non sanno nemmeno muovere un dito o alzare la voce nei confronti
del governo Israeliano, specialmente in direzione di Liebermann o
Netanjahu. Questi due spocchioselli si son presi la licenza di prendere per il
fondello tutti i cittadini Europei grazie ai loro lecca fondelli messi a
gestire quella che doveva essere una Europa Unita, in Democrazia,
libertà, uguaglianza e fraternità, cosa che nemmeno la Francia è stata
capace di mantenere nonostante queste parole sono scritte a GRANDI
caratteri nella loro costituzione.
Comunque sia, di certo al Parlamento Europeo non mancano persone
oneste che hanno al cuore l’Europa dei cittadini, l’Europa che vuole
essere all’altezza di quello che è stato promesso ai suoi cittadini, una
Europa capace di aiutare altri popoli in difficoltà e specialmente il
Popolo Palestinese che da anni è sotto barbaro attacco da parte del
governo israeliano, che invece di non essere tale e quale a quelli che
loro definirono “Assassini” compiendo il loro Olocausto, stanno facendo
ancor di peggio, lo stesso sistema, stessi metodi di tortura e
uccisioni, stesso modo di disinformare chi vuol sapere la verità, c’è da
chiedersi se questi non sono i figli di coloro che loro stessi hanno da
decenni incolpato di genocidio e di aver attuato il tanto sbandierato
Olocausto sulla pelle dei cittadini con religione Ebraica? Qualcosa non
quadra con quello che viene ancor oggi scritto e diffuso e con quello
che il governo Israeliano sta attuando contro i Palestinesi e contro chi
cerca di aiutarli.
Non c’è solo la Grecia a testimoniare il fallimento dell’Europa di
Maastricht. Quello è il caso più acuto, più estremo, che rimbalza sui
media quotidianamente, per ammonire gli altri paesi europei su quale
potrebbe essere il loro destino qualora decidessero di non bere più
l’amara medicina prescritta dai burocrati dell’Unione. “Si potrebbe
finire come la Grecia”, sentiamo ripetere in continuazione. E
perché proprio come la Grecia e non come la Spagna? Oppure come il
Portogallo, la Slovenia, la Romania, Cipro, la Polonia, l’Irlanda, la
stessa Francia? Perché no, come l’Italia, giustappunto. Per rispondere a
questa domanda dobbiamo per prima cosa chiarirci le idee su cosa
intendiamo col termine “crisi”. Ingenuamente abbiamo preso per buona la
storiella che la “crisi” era quella del debito pubblico, dei cosiddetti
spread: siamo in “crisi” perché paghiamo più interessi sul nostro debito
rispetto alla Germania. Questa la spiegazione che ci hanno dato a
Bruxelles ed a Francoforte, poi anche a Roma. Tradotto: ci vogliono più
soldi del bilancio statale per pagare gli interessi a coloro che ci
prestano i soldi, perciò dobbiamo stringere la cinghia. Più tasse e meno
reddito per recuperare quattrini da dare a chi investe sui nostri
titoli di stato. Leggi tutto...
1. Repressione finanziaria come
situazione e come regime giuridico. 2. Una lunga stagione di repressione
finanziaria. 3. Contro la cancellazione del debito pubblico. 4. La
giustizia del regime di repressione finanziaria. 5. Il regime giuridico
italiano di repressione finanziaria. 6. Conclusioni e proposte.
1. Repressione finanziaria come situazione e come regime giuridico.
Repressione finanziaria è espressione sconosciuta ai più.
Nell’uso volgare indica due diversi fenomeni: una situazione, creata da un’azione politica; e l’azione politica che la genera. Con la formula “azione politica” alludo all’emanazione
e alla vigenza di un insieme di norme giuridiche volto a reprimere la
redditività del capitale finanziario messo a rendita.
Repressione finanziaria è la situazione
in cui il risparmio non genera rendite, o meglio genera rendite molto
basse, inferiori al tasso d’inflazione. Leggi tutto...
DiHiginio Polo El Viejo Topo Adesso è evidente
che il capitalismo è un virus letale, in azione, che uccide. Un virus
che infetta tutti gli organismi, dagli esseri viventi all'economia, dai
mezzi di comunicazione alle istituzioni chiamate democratiche.
L'economia capitalistica ha divorato
i soldi della criminalità. Gli introiti derivanti dal traffico di
droga, dalla tratta e vendita di esseri umani, dalla prostituzione, dal
gioco d'azzardo e casinò, dall'estorsione mafiosa, dalla vendita
clandestina di armi da parte dei trafficanti, dal furto truccato delle
proprietà pubbliche, da anni ingrassano i tubi del sistema: dalle
banche svizzere, fino alle entità finanziarie nordamericane e europee,
passando dai criminali dei paradisi fiscali, il sistema finanziario
internazionale si alimenta dal "lavaggio" di denaro del crimine. La
mafia è arrivata ad avere ministri nei governi, come in Italia, e
controlla una parte significativa dell'economia del paese. La mafia
siciliana, napoletana, così come quella nordamericana, russa, francese,
giapponese o jugoslava si relazionano con le grandi banche e
istituzioni finanziarie, e gli organismi che dovrebbero controllare e
garantire i metodi onesti, chiudono gli occhi di fronte a questa
realtà. Ci sono settori in cui si è giunti ad una situazione di
emergenza: in Bulgaria, l'ex capo dei servizi segreti ha dichiarato:
"Ci sono paesi che hanno la mafia. In Bulgaria, la mafia ha un paese".
In Kosovo, questa caricatura di paese, il principale capo mafioso è il
presidente, Hashim Thaçi, che è un trafficante di droga, prostitute e
organi umani ed è un protetto di Washington. Leggi tutto...
Fabrizio Tringali, autore insieme a Marino Badiale di "La trappola
dell'euro", con la prefazione di Alberto Bagnai, spiega perché è stata
perseguita la moneta unica, in Europa, nonostante gli economisti
sapessero fin dall'inizio che sarebbe stata una catastrofe.
Buongiorno a tutti. Sono Fabrizio Tringali e sono l'autore di un libro
uscito da poco sull'euro e sull'Unione Europea; il titolo del libro è
“La trappola dell'Euro. Le cause, la crisi, le conseguenze e la via
d'uscita”, scritto insieme a Marino Badiale che insegna matematica
all'Università di Torino. Sono molto grato a Claudio Messora per avermi dato la possibilità di
raccontarvi qualcosa, rispetto alla crisi che stiamo vivendo, che spero
possa esservi utile, affrontando anche qualche aspetto che magari finora
non è stato del tutto affrontato.
Quando si dice che gli economisti di oggi sono incompetenti qualcuno penserà che sia solo una provocazione. Ma venerdì è stato proprio il Presidente del Consiglio Mario Monti a fugare i dubbi a proposito, nel rispondere alle domande dei giornalisti stranieri all'inaugurazione della nuova sede dell'Associazione Stampa Estera di Milano.
Quando il corrispondente dell'EIR Andrew Spannaus ha chiesto al supertecnico - che per molti anni ha ricoperto la carica di presidente della più rinomata tra le università in materie economiche in Italia, la Bocconi - se non sia necessario tornare alla separazione bancaria per garantire che la liquidità vada all'economia reale piuttosto che alle operazioni speculative, Monti ha dapprima fatto qualche giro di parole sulle regole europee e il "pragmatismo" di Mario Draghi. Poi ha concluso con questa perla di saggezza economica:
"Sulla questione della separazione tra le banche commerciali e le banche d'investimento..... non l'ho particolarmente approfondita".
Dunque il massimo esperto economico, il professore che ci somministra la medicina amara di tagli, tasse e liberalizzazioni, non è in grado di pronunciarsi su uno dei temi più importanti per l'economia in questo momento;
Il 2 ottobre scorso un analista demografico in pensione della Banca
Mondiale ha ammesso che le campagne di diffusione dei vaccini sono parte
integrante delle politiche demografiche dalla Banca Mondiale. John F.
May, il maggior specialista demografico della Banca dal 1992 al 2012, ha
detto al giornale web francese Sens Public (poi trascritto dal
think-tank per cui lavora May) (1) che le campagne di vaccinazioni
condotte soprattutto nei cosiddetti “paesi altamente fertili”, sono
strumenti utilizzati per la riduzione della popolazione in quei paesi.
May:
“Gli strumenti utilizzati per attuare le politiche demografiche sono
“leve politiche” o azioni mirate come le campagne per i vaccini o la
pianificazione familiare, allo scopo di cambiare alcune variabili
fondamentali..”
Si definiscono “politiche demografiche” come “l’insieme
d’interventi attuati dai governi per meglio gestire le variabili legate
alla popolazione e per tentare di armonizzare i cambiamenti demografici
(numero, struttura per età e classificazione) alle aspettative di
sviluppo del paese”. May continua spiegando che la Banca Mondiale sta
assumendo un ruolo chiave nel raggiungimento della riduzione
demografica. Non è la prima volta che dirigenti della Banca Mondiale parlino
apertamente di queste azioni mirate al controllo demografico nei paesi
del terzo mondo. Nel suo rapporto 1984 World Development Reportc (2), la
Banca Mondiale suggerisce di utilizzare “furgoni” e “campi” di
sterilizzazione per facilitare tali politiche nel terzo mondo. Il
rapporto inoltre minaccia quei paesi che si mostrano lenti nell’attuare
le politiche della Banca di “misure drastiche, meno compatibili con le
scelte e la libertà individuale”.
Il premio Nobel per la pace 2012 è stato attribuito all’Unione Europea: “per
oltre 60 anni ha contibuito all’avanzamento della pace, della
riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa“, è stato spiegato nelle motivazioni del premio. Fra le primissime reazioni quella del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che si è detto “onorato e toccato” dal riconoscimento.
Il comitato norvegese ha scelto di attribuire il premio alla Ue per
gli sforzi compiuti a favore dell’unità del continente, a favore della
ricostruzione dopo la Seconda guerra mondiale e per il suo ruolo nel
favorire la stabilità degli ex paesi comunisti dopo la caduta del muro
di Berlino nel 1989.
Dopo aver assegnato al guerrafondaio Barak Obama il
premio 2009, quest’anno si va oltre i confini della realtà. Diciamo le
cose come stanno, l’Unione europea, schiacciata dalla crisi economica e
dal “rigore” delle misure di austerità imposte dalla finanza
internazionale, è fautore di tutto fuorchè della serena e civile
convivenza tra i popoli.
Aleggiano venti di guerre civili e rivolte, ma non importa, perchè
grazie al totalitarismo per gradi targato UE, sta per sorgere il mega
stato centralizzato tanto agoniato e desiderato dai poteri forti che
dirigono le sorti del mondo. Esso è il primo tassello di un progetto
mondiale.
Sembra che la neutrale Svizzera sappia di già cosa succederà nei prossimi mesi in Europa. In un articolo comparso domenica scorsa sul “Schweizer Zeitung”, il governo Svizzero ha mobilitato l’esercito e i Reservisti che dovranno prendere parte a delle manovre militari assieme ai diversi corpi di Polizia disclocati nei diversi Cantoni della Confederazione.
In una intervista con il Capo della Stato Maggiore Svizzero Andrè Blattman e il Ministro della Difesa Ueli Maurer, il giornale lascia capire che a causa della problematica situazione che si è creata in tutta l’Europa e specialmente in Italia-Spagna-Portogallo e Grecia nella quale le popolazioni vengono a più non posso depredati dei loro diritti, del loro posto di lavoro e dei loro beni accumulati con il passare degli anni, molti cittadini di questi stati cercheranno di passare il confine clandestinamente per cercare aiuto nel governo Svizzero e magari qualche posto di lavoro per assicurare qualcosa da mettere sotto i denti ai loro figli. Di Corrado Belli Stampa Libera Lo stesso giornale si basa pure sulle parole dette dal Premier Greco, Antonis Samaras, che non smentisce la sua preoccupazione di una escalazione della violenza in Grecia a causa delle Austerità che il governo e la costituzione di una organizzazione paramilitare stile Nazista che approfitterà della situazione per prendere il comando del Paese come lo fù in Germania con la caduta della repubblica di Weimar.
In tutto sono stati mobilitati 100.000 soldati, 2000 ufficiali e 1600 uomini della Polizia Militare per prendere parte alle manovre denominate “Stabilo Due” che avranno il compito di assicurare i confini dei quattro Cantoni da un eventuale immigrazione di massa o attacchi da parte qualche stato confinante in cui il governo non sarà capace di ripristinare l’ordine. Allude il giornale forse all’Italia?
Forse non è un caso che ogni volta che la pochezza del governo degli pseudo-contabili risulta evidente, scoppi qualche scandalo che punta i riflettori mediatici sulle magagne della "casta" politica. Qualcuno che non è completamente immerso nel feticismo della magistratura, si è persino accorto che, in tre anni, si tratta del secondo governatore della Regione Lazio fatto fuori senza imputazioni specifiche; nel caso di Marrazzo addirittura la frequentazione di trans diventò per i media più grave del fatto che dei carabinieri si dedicassero professionalmente al ricatto. COMIDAD L'unico argomento a favore di Monti rimane a tutt'oggi quello di non infliggerci le continue figuracce nei consessi internazionali che per anni hanno costituito il marchio di fabbrica del Buffone di Arcore. Ma per evitare di fare il pagliaccio in pubblico, non c'era certo bisogno di un "tecnico". Per il resto appare sconcertante la continuità del governo attuale con il governo precedente, in particolare per ciò che concerne la politica anti-industriale. La tanto attesa convocazione di Marchionne si è risolta nell'ennesimo calo di brache da parte del governo, mentre sull'Ilva di Taranto la doppiezza dello stesso governo si dimostra sempre più plateale.
“I politici ‘con due facce‘ hanno aperto la porta ad un superstato dell’UE rinunciando alla democrazia”, ha detto il veterano statista ceco Václav Klaus, a Bruno Waterfield. La nuova spinta verso una federazione dell’Unione europea, completa di un proprio capo di Stato e dell’esercito, è la “fase finale” della distruzione della democrazia e dello Stato-nazione, ha messo in guardiail presidente della Repubblica Ceca.
In un’intervista con il Sunday Telegraph, Václav Klaus avverte che i politici “con due facce”, compresi i Conservatori, hanno aperto la porta ad un superstato UE cedendo democrazia, in quella che è una fuga dalla credibilità e dalla responsabilità verso i loro elettori.
“Dobbiamo pensare a come ripristinare la nostra indipendenza e la nostra sovranità. Questo è impossibile all’interno di una federazione. L’UE dovrebbe muoversi in una direzione opposta”, ha detto.
La settimana scorsa, la Germania, la Francia e altri nove dei più grandi paesi d’Europa hanno chiesto di mettere fine ai veti delle nazioni in materia di politica di difesa mentre Guido Westerwelle, ministro degli Esteri tedesco, ha sollecitato la creazione di un presidente europeo eletto direttamente “che nomina personalmente i membri del suo governo europeo”.
La Grecia esca dall'euro.E' l'unica possibilità che ha di restituire al suo popolo un futuro più dignitosodi quello che, altrimenti, lo attenderebbe rimanendo nell'euro. Mandasse a quel paese tutti gli eurocrati del piffero, preoccupati, più che altro, di salvare gli interessi delle banche (soprattutto tedesche) esposte sul debito greco e dell'industria bellica, sempre pronta a vendere ad un Paese fallito, sottomarini a suon di miliardi di euro, nonostante la popolazione ridotta alla fame e addirittura priva di medicinali.
Oggi, il Primo Ministro ellenico Samaras ha rilasciato un intervista al giornale tedesco Handelsblatt, rilanciata dal Il Sole 24 Ore, e ha tratteggiato un futuro inquietante per lo stato ellenico.