Visualizzazione post con etichetta Troika. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Troika. Mostra tutti i post
7 aprile 2014
MES: Tutto quello che non vi dicono e che dovreste sapere
In molti si rincorrono oggi a criticare un Trattato internazionale, il
cosiddetto Fiscal compact, che avrà i suoi effetti dirompenti e
drammatici per il nostro paese dal prossimo anno. A chiedere la
rinegoziazione di un accordo che prevede per il nostro paese l'obbligo
del perseguimento del pareggio di bilancio per Costituzione, quello del
non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5%
del Pil e una significativa riduzione del debito pubblico al ritmo di un
ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell'arco di
un ventennio, sono, in modo sorprendente e tragicomico, anche quei
partiti che l'hanno ratificato in Parlamento nel luglio del 2012 dietro
le direttive dell'allora premier Mario Monti. La campagna elettorale per le elezioni europee di maggio, del resto, è iniziata
e il regime del partito unico che governa il paese dall'ex Commissario
dell'Unione Europea, Monti, a Renzi, passando per Letta, continua nella
sua opera di mistificazione verso una popolazione, della quale non
interessa nemmeno più il voto.
Troppo poco, a torto, si sa di un altro Trattato internazionale, quello istitutivo il Meccanismo europeo di stabilità (MES),
che, in modo complementare al Fiscal Compact, ha istituito una nuova
governance europea per la gestione della crisi. Il MES ha già prodotto
risultati pratici tangibili e enormi. L'Italia, considerando anche il
vecchio Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) di cui il Mes è
stato l'erede, ha già versato 46 miliardi di euro dei 125 miliardi
previsti fino al 2017. Soldi che chiaramente potevano essere utilizzati
per rilanciare la nostra economia attraverso quei progetti eternamente
sospesi per la mancanza di coperture.
28 febbraio 2014
La Troika ordina di toccare i risparmi dei privati e Renzi esegue
Matteo Renzi è un mero esecutore degli ordini della
massoneria bancaria europea. La UE e la Merkel ordinano, lui esegue. Che
non sarà lui a salvare l’Italia, lo abbiamo capito fin da subito, anzi,
finirà di affossarla nei prossimi 12-18 mesi portandoci ai livelli
della Grecia. E lo si evince anche dai discorsi che sta tenendo: tante
chiacchiere insensate, pochi discorsi concreti, zero fatti.
Perfino il Financial Times, pochi giorni fa, rivolgendosi a lui, precisava che a nulla serviranno le fantomatiche riforme perché il vero problema dell’Italia è l’euro (ovviamente nessun quotidiano o media italiano, nonostante si tratti di un quotidiano di caratura internazionale, ha solo minimamente accennato la notizia).
19 febbraio 2014
"Renzi non deve chiedere a Bruxelles il permesso di governare"
"Renzi andrà a Bruxelles a
tentare di ridurre i vincoli di bilancio. Ma un premier dovrebbe andare a
chiedere il permesso di governare il paese che rappresenta?"
Siamo “cavie” da laboratorio economico? Si domanda Lidia Undiemi oggi sul suo sito per specificare meglio i concetti espressi nella trasmissione di Rai 3. In tutti i paesi in cui è intervenuta la Troika (UE, BCE e FMI) per fornire “assistenza finanziaria”, del resto, il debito pubblico è aumentato e non diminuito. Inoltre, in Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro i cittadini europei colpiti dall’austerità hanno pagato a caro prezzo i salvataggi degli interessi finanziari della zona euro.
Siamo “cavie” da laboratorio economico? Si domanda Lidia Undiemi oggi sul suo sito per specificare meglio i concetti espressi nella trasmissione di Rai 3. In tutti i paesi in cui è intervenuta la Troika (UE, BCE e FMI) per fornire “assistenza finanziaria”, del resto, il debito pubblico è aumentato e non diminuito. Inoltre, in Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro i cittadini europei colpiti dall’austerità hanno pagato a caro prezzo i salvataggi degli interessi finanziari della zona euro.
28 gennaio 2014
U€: D€MONIZZARE, €SORCIZZAR€ € COMANDAR€
Il buon candidato? Chi devolve ai legittimi depositari il potere usurpato dalla “commissione” di Bruxelles e dalla Banca Centrale Europea (BCE)
Di Tito Pulsinelli
SelvasBlog
Alla fine l'essenziale è sapere chi è il nemico principale. Quali sono i mezzi più efficaci per impedire che il potere economico deglutisca anche il residuale potere politico. Come strappare spazi di manovra alle onnivore elites universaliste? Il 14 maggio, l'oggetto del contendere è una istituzione devitalizzata, evirata di ogni potere reale sull'economia, moneta e difesa. Strasburgo è un teatro in cui le due ali del neoliberismo -costrette dall'emergenza a dismettere la vetusta baruffa sceneggiata- si coalizzano per non precipitare nel vuoto.
Demonizzano il movimento reale in cui è sottesa un'idea-forza: chi ha il potere economico non può avere anche il potere politico. Oligarchie e lobbies segrete contro ceti medi e produttivi; funzionari in incognito di Goldman Sachs contro dirigenti scaturiti e legittimati dalla sovranità popolare. “Commissari” di Bruxelles e plenipotenziari di Francoforte versus dirigenza leale ai Paesi che compongono l'Europa storica e millenaria. Non quella fuoriuscita dalla provetta di Maastricht con la formula esoterica che riduce il governare a 5 macro-indicatori economici.
Di Tito Pulsinelli
SelvasBlog
Alla fine l'essenziale è sapere chi è il nemico principale. Quali sono i mezzi più efficaci per impedire che il potere economico deglutisca anche il residuale potere politico. Come strappare spazi di manovra alle onnivore elites universaliste? Il 14 maggio, l'oggetto del contendere è una istituzione devitalizzata, evirata di ogni potere reale sull'economia, moneta e difesa. Strasburgo è un teatro in cui le due ali del neoliberismo -costrette dall'emergenza a dismettere la vetusta baruffa sceneggiata- si coalizzano per non precipitare nel vuoto.
Demonizzano il movimento reale in cui è sottesa un'idea-forza: chi ha il potere economico non può avere anche il potere politico. Oligarchie e lobbies segrete contro ceti medi e produttivi; funzionari in incognito di Goldman Sachs contro dirigenti scaturiti e legittimati dalla sovranità popolare. “Commissari” di Bruxelles e plenipotenziari di Francoforte versus dirigenza leale ai Paesi che compongono l'Europa storica e millenaria. Non quella fuoriuscita dalla provetta di Maastricht con la formula esoterica che riduce il governare a 5 macro-indicatori economici.
22 dicembre 2013
LISBONA: I GIUDICI CONTRO LA DITTATURA DELLA TROIKA
Oltre che nelle piazze, in Portogallo gli ordini della troika fedelmente eseguiti dal primo ministro di destra Passos Coelho continuano a trovare un ostico avversario nelle stanze del Tribunale Costituzionale.
Per l’ennesima volta i 13 magistrati che compongono la massima istanza legislativa del piccolo paese sono tornati a bocciare una delle misure di cosiddetta austerità imposti dall’Unione Europea, dalla Banca Centrale e dal Fondo Monetario Internazionale. Nella fattispecie la Corte ha bocciato in quanto illegale secondo le leggi portoghesi il provvedimento incluso nel bilancio statale del 2014 che taglia le pensioni.
Il governo di destra prevedeva di risparmiare 388 milioni di euro sulle spalle dei lavoratori in pensione, pari ad un 12% della spesa totale, attraverso la riduzione del 10% degli assegni mensili superiori a 600 euro (non ci siamo dimenticati uno zero...) e attraverso una revisione complessiva al ribasso delle indennità pensionistiche. Interrogato dal presidente portoghese Anibal Cavaco Silva il Tribunale Costituzionale si è pronunciato contro la misura, giudicata in violazione del “sacro principio di fiducia stabilito dalla Costituzione”, così come aveva già fatto con altre misure analoghe nei mesi scorsi, facendo saltare i nervi, oltre che i conti, dei ministri marionetta di Lisbona.
17 dicembre 2013
IRLANDA: "Aiuti dalla Troika? No grazie!"
Noonan ha ringraziato i cittadini irlandesi che sono stati costretti a sopportare maggiori tagli nei servizi pubblici a causa del programma di austerità di bilancio. Secondo lui, il governo irlandese ha ora a che fare con due questioni fondamentali: garantire una crescita economica sostenibile e aumentare il tasso di occupazione nel paese.
A metà novembre 2013, le autorità irlandesi hanno deciso di non rinnovare il programma di sostegno finanziario dell'UE e del FMI, che doveva scadere nel dicembre 2013, e ha anche accolto una linea di credito precauzionale internazionale del valore di 10.000 milioni di euro, vista come assicurazione nel caso in cui il paese torni ad affrontare problemi finanziari.
13 dicembre 2013
SOVRANISMO: ARMA ANTILIBERISMO E ANTIEGEMONICA
Blocco europeo sovrano ostacolato dagli "euroatlantisti" e dall'incapacità tedesca di trasformare il primato economico in egemonia geostrategica
La sovranità è l'arma concettuale che ha orientato il Sudamerica ad uscire dalle sabbie mobili in cui lo sprofondò il neoliberismo, dai tempi del suo moderno progenitore Pinochet. La resistenza contro la “globalizzazione”, venduta come superiore e ineluttabilile modernità, generò poderosi e diversificati movimenti sociali. Questi, cacciarono dalla scena pubblica partiti moribondi, e si trasformarono in vettori diventati poi governi. All'insegna della revisione o sospensione del pagamento del debito estero (Ecuador); rifiuto unilaterale delle esazioni e confische del FMI (Argentina) nazionalizzazione degli idrocarburi (Bolivia e Venezuela); delle telecomunicazioni e banche (Venezuela) o priorità della crescita con redistribuzione sul dogmatismo monetarista (Brasile). Dove vi furono assemblee costituenti e si riscrissero le costituzioni, legittimate dal voto popolare come in Venezuela, Ecuador e Bolivia, il cambiamento fu più profondo e prolungato. Il recupero della sovranità iniziò dal potere politico e si estese a quello monetario, banca centrale e difesa.
La sovranità è l'arma concettuale che ha orientato il Sudamerica ad uscire dalle sabbie mobili in cui lo sprofondò il neoliberismo, dai tempi del suo moderno progenitore Pinochet. La resistenza contro la “globalizzazione”, venduta come superiore e ineluttabilile modernità, generò poderosi e diversificati movimenti sociali. Questi, cacciarono dalla scena pubblica partiti moribondi, e si trasformarono in vettori diventati poi governi. All'insegna della revisione o sospensione del pagamento del debito estero (Ecuador); rifiuto unilaterale delle esazioni e confische del FMI (Argentina) nazionalizzazione degli idrocarburi (Bolivia e Venezuela); delle telecomunicazioni e banche (Venezuela) o priorità della crescita con redistribuzione sul dogmatismo monetarista (Brasile). Dove vi furono assemblee costituenti e si riscrissero le costituzioni, legittimate dal voto popolare come in Venezuela, Ecuador e Bolivia, il cambiamento fu più profondo e prolungato. Il recupero della sovranità iniziò dal potere politico e si estese a quello monetario, banca centrale e difesa.
La tenaglia del potere politico+movimenti da un lato, e la crescente unione civico-militare dall'altro, riuscirono a stritolare l'ALCA (1), progetto di annessione agli Stati Uniti delle economie a sud del Messico. Fu l'apogeo del sovranismo che -a partire dalla protezione della produzione endogena- recuperò l'iniziativa geopolitica per conformare il “grande spazio” del blocco sudamericano. La Patria Grande si inoltrò negli spazi aperti dalla lucidità multipolare di Chàvez con la Russia, Cina e Iran.
17 novembre 2013
L'EUROPA VERSO IL FASCISMO
Le oligarchie finanziarie si baloccano con governi compiacenti o direttamente imposti da loro. Infatti la BCE ha ormai il potere di influenzare la composizione dei governi nazionali. Questi alchimisti dello spread evocano una nuova guerra santa contro i "populismi" rei di mettere in discussione un'architettura economica costruita sopra le teste dei cittadini, un atto profondamente anti democratico. La povertà e la disoccupazione dilagano ovunque in Europa insieme a un'emigrazione incontrollata dall'Africa e dall'Est dell'area Schenghen, a cui non aderisce la Gran Bretagna che sta studiando nuove limitazioni agli ingressi e sospesa in Danimarca, ennesimo fallimento della UE.
La Grecia è stata lasciata morire dai "fratelli" europei, sacrificata sull'altare delle banche tedesche e francesi che volevano indietro la loro "libbra di carne". Questa Europa non è basata sulla solidarietà, chi sbaglia paga e paga fino in fondo. Fino alla spoliazione dei beni dello Stato, con la distruzione del tessuto sociale, dei servizi di prima necessità, come la sanità. E' quello che sta avvenendo ai greci abbandonati alla loro sorte come degli appestati. L'Europa sta diventando un lazzaretto. Chi si ammala è lasciato alla sua sorte. Che razza di Europa è questa? Assomiglia a quelle riunioni di mafiosi in cui chi sgarra viene assassinato. Solidarietà doveva essere la prima parola, il primo mattone dell'edificio europeo. Non è stato così. Non è così. I garanti dello status quo ormai insopportabili, in Italia la coppia al comando è Napolitano - Letta, continuano imperturbabili nelle loro convinzioni ignorando il mondo che gli sta crollando intorno.
La Grecia è stata lasciata morire dai "fratelli" europei, sacrificata sull'altare delle banche tedesche e francesi che volevano indietro la loro "libbra di carne". Questa Europa non è basata sulla solidarietà, chi sbaglia paga e paga fino in fondo. Fino alla spoliazione dei beni dello Stato, con la distruzione del tessuto sociale, dei servizi di prima necessità, come la sanità. E' quello che sta avvenendo ai greci abbandonati alla loro sorte come degli appestati. L'Europa sta diventando un lazzaretto. Chi si ammala è lasciato alla sua sorte. Che razza di Europa è questa? Assomiglia a quelle riunioni di mafiosi in cui chi sgarra viene assassinato. Solidarietà doveva essere la prima parola, il primo mattone dell'edificio europeo. Non è stato così. Non è così. I garanti dello status quo ormai insopportabili, in Italia la coppia al comando è Napolitano - Letta, continuano imperturbabili nelle loro convinzioni ignorando il mondo che gli sta crollando intorno.
8 novembre 2013
GRECIA: In prigione chi si opporrà alla dittatura U€
Aria di dittatura europea in Grecia? Non
bastava la troika ad imporre tagli a stipendi e pensioni, o tasse
praticamente su tutto, da qualche giorno un emendamento del governo in
via di approvazione da parte del Parlamento di Atene prevede fino a due
anni di carcere per chi si oppone ai regolamenti Ue o alla sua politica
estera.
Identica pena per chi sia in disaccordo con le decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull'embargo o sull'opportunità di attaccare uno Stato terzo. In un Paese praticamente governato dalla Ue viene imposta una sanzione penale pazzesca (da sei mesi a due anni di reclusione) per ogni regolamento comunitario disatteso. Come dire che, volendo semplificare la materia, se un cittadino decidesse di produrre i famosi zucchini troppo lunghi o decidesse di utilizzare reti da pesca a maglie più larghe di quelle previste dal regolamento Ue (il numero 40/2013 del consiglio del 21 gennaio 2013) finirebbe in carcere.
Identica pena per chi sia in disaccordo con le decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull'embargo o sull'opportunità di attaccare uno Stato terzo. In un Paese praticamente governato dalla Ue viene imposta una sanzione penale pazzesca (da sei mesi a due anni di reclusione) per ogni regolamento comunitario disatteso. Come dire che, volendo semplificare la materia, se un cittadino decidesse di produrre i famosi zucchini troppo lunghi o decidesse di utilizzare reti da pesca a maglie più larghe di quelle previste dal regolamento Ue (il numero 40/2013 del consiglio del 21 gennaio 2013) finirebbe in carcere.
23 agosto 2013
GRECIA: La Troika trasforma la recessione in depressione. Salvataggio o annegamento?
Sei anni di recessione, un drastico calo del PIL da 231 miliardi nel 2009 a 193 miliardi di euro nel 2012, un tasso di disoccupazione del 27% (si passa dal 7,5% al 26,9% tra il secondo trimestre del 2008 e aprile 2013), del 57% per i giovani al di sotto di 25 anni e un'esplosione dei casi di suicidi... Il panorama della Grecia è catastrofico e allarmante per il resto d'Europa. Come in Argentina nel 2001, i bambini svengono a scuola per mancanza di cibo. Si accerta un aumento dei casi di sieropositività (HIV), mentre la spesa sanitaria è scesa di oltre il 20% in 2 anni (passando dal 7,1% del PIL nel 2010 al 5,8% nel 2012). Nel frattempo, il partito nazista Alba Dorata, che siede in Parlamento, approfitta del degrado sociale per diffondere il suo odio. I creditori hanno trasformato la recessione in una depressione e la Troika (UE - FMI - BCE) non fa che offuscare ogni volta di più il quadro.
La nuova soluzione del FMI per salvare il proprio programma
Tutti i lavori della Troika giacciono oramai su un tasso di debito pubblico del 124% del PIL per l'anno 2020. Credendo che tutto giri intorno a questo obiettivo fantasioso, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) si impegna ogni volta a rettificare il tiro e puntare meglio questo bersaglio. La popolazione greca dovrebbe essere soddisfatta di un tale orizzonte macroeconomico che assolutamente non tiene conto del suo benessere?
La nuova soluzione del FMI per salvare il proprio programma
Tutti i lavori della Troika giacciono oramai su un tasso di debito pubblico del 124% del PIL per l'anno 2020. Credendo che tutto giri intorno a questo obiettivo fantasioso, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) si impegna ogni volta a rettificare il tiro e puntare meglio questo bersaglio. La popolazione greca dovrebbe essere soddisfatta di un tale orizzonte macroeconomico che assolutamente non tiene conto del suo benessere?
22 agosto 2013
GRECIA: DALL' AUSTERITÀ ALL' AGONIA...
Di Costas Panayotakis Κώστας Παναγιωτάκης
Contrariamente alle aspettative della troika (FMI, UE e BCE ) che dichiarava che il suo programma avrebbe portato solo ad una breve recessione, ma che avrebbe permesso alla Grecia di rientrare rapidamente sui mercati finanziari mondiali, dopo tre anni di austerità ci troviamo di fronte ad una profonda depressione economica, con conseguenze sociali catastrofiche e un debito greco che continua a restare ingestibile.
La Grecia non è un caso unico. Il FMI è sempre arrivato tardi nel riconoscere i suoi errori, quando i programmi di "aggiustamento strutturale" imposti ai paesi che devono risanare la loro economia si dimostrano economicamente controproducenti per la devastazione sociale che causano in tutto il paese. Tutti i fallimenti dei modelli imposti dal FMI si basano sulle teorie economiche dominanti, su una fede indiscussa nel mercato capitalista e dimostrano che i risultati che si posso raggiungere sono solo apparentemente benigni.
Leggi tutto...
10 agosto 2013
DISTRUGGERE LA GRECIA PER SALVARLA
La Troika sta saccheggiando la Grecia. La stanno distruggendo. Stanno intraprendendo una guerra finanziaria. Si sono associati a funzionari greci corrotti. Stanno scavando la Grecia per guadagnare. È l’epicentro del saccheggio globale. La gente normale non ha voce in capitolo. Sono vittime di una crudeltà coatta. Più prestiti chiedono gli ateniesi, più cresce il fardello del debito, più difficile è uscirne. La Grecia sta morendo. È praticamente un cadavere ormai. Rimane solo da decidere l’obitorio.
Il tasso ufficiale di disoccupazione raggiunge il 27%. La disoccupazione giovanile si aggira sul 65%.
Un’intera generazione è perduta. Viene sistematicamente distrutta. Sta morendo per pagare i banchieri. Tutto ciò che voglio, se lo prendono. La nuova colazione Nuova Democrazia/PASOK prevede altre migliaia di licenziamenti entro la fine dell’anno. Il 17 luglio, ha messo in atto il suo settimo pacchetto di austerità dal 2010.
Esso richiede il licenziamento di 15.000 lavoratori statali. Circa 25.000 se ne andranno entro dicembre. Entro la fine del 2014, saranno 150.000.
I membri della Troika richiedono ciò che gli è dovuto. Insistono in cambio di prestiti di emergenza. Rispecchiano molto i decreti economici degli usurai.
Leggi tutto...
Il tasso ufficiale di disoccupazione raggiunge il 27%. La disoccupazione giovanile si aggira sul 65%.
Un’intera generazione è perduta. Viene sistematicamente distrutta. Sta morendo per pagare i banchieri. Tutto ciò che voglio, se lo prendono. La nuova colazione Nuova Democrazia/PASOK prevede altre migliaia di licenziamenti entro la fine dell’anno. Il 17 luglio, ha messo in atto il suo settimo pacchetto di austerità dal 2010.
Esso richiede il licenziamento di 15.000 lavoratori statali. Circa 25.000 se ne andranno entro dicembre. Entro la fine del 2014, saranno 150.000.
I membri della Troika richiedono ciò che gli è dovuto. Insistono in cambio di prestiti di emergenza. Rispecchiano molto i decreti economici degli usurai.
Leggi tutto...
28 luglio 2013
QUANDO SI UTILIZZANO I DISOCCUPATI PER RAFFORZARE LO SFRUTTAMENTO...
Mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli record in Europa con un tasso che supera il 12%, in una lunga intervista per Standaard, Bart De Wever [leader del Partito di Nuova Alleanza Fiamminga, N-VA] dichiara che la contraddizione tra capitale e lavoro non è più rilevante: la nuova linea di demarcazione è tra produttivi e non produttivi. Per lui, "lo Stato è un mostro che ispira ed espira denaro. Chi apporta denaro? Quelli che creano valore aggiunto. Chi consuma denaro? I non produttivi, così importanti elettoralmente che consentono di perpetuare questa politica".
In Francia, il deputato di estrema destra Jacques Bompard ha presentato un disegno di legge per trasformare il disoccupato in un lavoratore gratuito. Questa idea, tutt'altro che nuova, era già nel programma di Nicolas Sarkozy nel 2007, suggerendo che "i titolari del minimo sociale siano impegnati in attività di interesse generale, per incoraggiare tutti a trovare un posto di lavoro, piuttosto che vivere di assistenza". In Inghilterra, per giustificare una nuova riforma del sistema di previdenza sociale per ridurre la quantità dei sussidi di disoccupazione, David Cameron dichiara oggi che il sistema "è diventato una scelta di vita per alcuni" [1]. Gli interventi raccomandati da questi politici sono quindi diretti a ripristinare la "giustizia" di un sistema che penalizza chi "lavora sodo" e premiare chi indulge nella "dipendenza". Questo discorso è diventato egemonico e incarna una tendenza generale sul continente dove è diventato luogo comune esaltare "chi si alza presto", contro gli "assistiti", i "produttivi" contro gli "improduttivi" e per meglio legittimare le riforme di austerità e la crescita della disuguaglianza.
Leggi tutto...
In Francia, il deputato di estrema destra Jacques Bompard ha presentato un disegno di legge per trasformare il disoccupato in un lavoratore gratuito. Questa idea, tutt'altro che nuova, era già nel programma di Nicolas Sarkozy nel 2007, suggerendo che "i titolari del minimo sociale siano impegnati in attività di interesse generale, per incoraggiare tutti a trovare un posto di lavoro, piuttosto che vivere di assistenza". In Inghilterra, per giustificare una nuova riforma del sistema di previdenza sociale per ridurre la quantità dei sussidi di disoccupazione, David Cameron dichiara oggi che il sistema "è diventato una scelta di vita per alcuni" [1]. Gli interventi raccomandati da questi politici sono quindi diretti a ripristinare la "giustizia" di un sistema che penalizza chi "lavora sodo" e premiare chi indulge nella "dipendenza". Questo discorso è diventato egemonico e incarna una tendenza generale sul continente dove è diventato luogo comune esaltare "chi si alza presto", contro gli "assistiti", i "produttivi" contro gli "improduttivi" e per meglio legittimare le riforme di austerità e la crescita della disuguaglianza.
Leggi tutto...
27 luglio 2013
Ma chi ci lavora al FMI, il mago Otelma?
Mentre i nostri governanti di sbracciano a
farci credere che entro la fine dell’anno si comincerà ad intravedere
una luce in fondo al tunnel della crisi, a gelare tali previsioni
arriva un rapporto del Fondo Monetario Internazionale che mette sotto
accusa le debolezze strutturali della zona euro e, indovinate un po’?,
sottolinea ancora una volta come in Italia persista un alto costo del
lavoro: evidentemente nessuno gli ha trasmesso l’ultimo accordo
realizzato tra governo, cgil, cisl, uil, confindustria e istituzioni
lombarde che abbassa il costo del lavoro per gli assunti per l’EXPO a
livelli che neppure in Cina!
Ma neppure a questi esimi esperti sfugge che la cura dimagrante a cui stanno sottoponendo i paesi europei più deboli, insieme al resto della Troika, Commissione e Banca Centrale Europea, imponendo drastiche riduzioni della spesa e del debito pubblico, non potrà che rallentare qualsiasi prospettiva di crescita.
Ma neppure a questi esimi esperti sfugge che la cura dimagrante a cui stanno sottoponendo i paesi europei più deboli, insieme al resto della Troika, Commissione e Banca Centrale Europea, imponendo drastiche riduzioni della spesa e del debito pubblico, non potrà che rallentare qualsiasi prospettiva di crescita.
Per l’Italia giungono a prevedere ‘un elevato
rischio di stagnazione nel medio termine’ sottolineando come mentre in
altri paesi il costo del lavoro sia stato abbassato in Italia la
tendenza continua ad essere al rialzo.
Secondo l’FMI il nostro paese dovrebbe attuare le
condizioni per ‘valutare la possibilità di una differenziazione
regionale per i salari del pubblico impiego, introdurre rapporti di
lavoro flessibili illimitati e promuovere la contrattazione aziendale’.
14 luglio 2013
GRECIA: Il FMI vuole chiudere 13 ospedali pubblici
Il governo greco prevede di chiudere almeno tredici ospedali pubblici in tutto il paese. Il
Fondo monetario internazionale (FMI), fa pressione sul
premier Antonis Samaras, affinchè attui, quanto prima, lo smantellamento
di questi centri, il che porterà anche al licenziamento di migliaia di
lavoratori.
I rappresentanti del FMI che rimangono ad Atene, la capitale greca, chiedono
al governo di portare avanti la chiusura degli ospedali e di aumentare i ticket pagati dai cittadini per gli esami medici e i farmaci.
3 luglio 2013
IL FMI E' GIA' A CASA NOSTRA
Di "spedizioni" della troika abbiamo scritto praticamente ogni
settimana in merito alla Grecia, ma anche alla Spagna e al Portogallo.
Senza grosso clamore mediatico, ora, è la volta di una nuova tornata di
"controlli". E questa volta riguardano l'Italia. Il Fondo Monetario Internazionale è a Roma, e i suoi emissari si
muovono tra il Tesoro, la Banca d'Italia, Palazzo Chigi e varie
authority di vigilanza. Passano in rassegna i nostri compiti,
come gli ispettori del Ministero dell'Istruzione di volta in volta nelle
scuole pubbliche. Solo che questa volta si parla in lingua anglofona,
cioè straniera.
Il Ribelle
Ci apriamo al nemico insomma. O meglio, ci lasciamo invadere, occupare e controllare da chi di fatto è all'origine della crisi nella quale siamo. L'Fmi viene a verificare che dopo i proclami di Letta, in merito a Imu, Iva e Lavoro, in ogni caso non si sgarri da quanto a suo tempo prescritto. E noi non solo li facciamo entrare, ma gli stendiamo il tappeto rosso dinnanzi a ogni passo.
Il punto di attualità, al centro di questo viaggio d'ispezione dell'Fmi, è chiaro: vuole vedere da dove prendiamo la copertura per le manovrine rilanciate dal Governo Letta. Anche gli italiani vorrebbero saperlo, ma mentre noi ce ne stiamo calmi ad aspettare Godot, l'Fmi invece non perde tempo, pretende di vedere i libri contabili e ci fa le pulci.
Il Ribelle
Ci apriamo al nemico insomma. O meglio, ci lasciamo invadere, occupare e controllare da chi di fatto è all'origine della crisi nella quale siamo. L'Fmi viene a verificare che dopo i proclami di Letta, in merito a Imu, Iva e Lavoro, in ogni caso non si sgarri da quanto a suo tempo prescritto. E noi non solo li facciamo entrare, ma gli stendiamo il tappeto rosso dinnanzi a ogni passo.
Il punto di attualità, al centro di questo viaggio d'ispezione dell'Fmi, è chiaro: vuole vedere da dove prendiamo la copertura per le manovrine rilanciate dal Governo Letta. Anche gli italiani vorrebbero saperlo, ma mentre noi ce ne stiamo calmi ad aspettare Godot, l'Fmi invece non perde tempo, pretende di vedere i libri contabili e ci fa le pulci.
1 luglio 2013
« Le Banche faranno tornare il Fascismo in Europa! »
Mentre la Grecia è
sotto la tutela della Troika, mentre lo Stato reprime le manifestazioni
per calmare i mercati e mentre l’Europa cerca di far
galleggiare nuovamente le istituzioni finanziarie, il compositore
Mikis Theodorakis chiama i greci a combattere e avverte i popoli
d’Europa che, se le cose continueranno così, le banche faranno
tornare il fascismo in Europa.
Intervistato ad un
programma politico molto popolare in Grecia, Mikis Theodorakis, figura
emblematica della resistenza contro la dittatura dei
colonnelli, avverte che se la Grecia si sottometterà alle esigenze
dei cosiddetti “soci europei”, questi “la faranno finita con noi come
popolo e come nazione”. Theodorakis ha accusato il governo
di esser una “formica” di fronte ai suoi “compagnucci” mentre il
popolo li vede come “brutali e offensivi”. Se questa politica continua
“non potremo sopravvivere … l’unica soluzione è ribellarsi
e combattere”, aggiunge il famoso musicista.
Membro della
resistenza contro l’occupazione nazista e fascista, combattente
repubblicano durante la guerra civile, torturato sotto il regime dei
colonnelli, Mikis Theodorakis ha scritto una lettera aperta ai
popoli d’Europa, pubblicata su numerosi giornali greci. Qui sotto alcuni stralci della lettera.
“La nostra
lotta non è solo in Grecia: aspiriamo ad un’Europa libera, indipendente e
democratica. Non credete ai governi quando questi dicono
che il vostro denaro serve ad aiutare la Grecia.
10 giugno 2013
GRECIA: Resa dei conti tra FMI e Bruxelles
Il fondo monetario
internazionale ha reso pubblico un rapporto particolarmente critico
sulla situazione della Grecia [1]. Questo rapporto conferma la
prevalenza di politiche restrittive che conducono a un aggiustamento
prodotto essenzialmente dalla recessione.
Di Jaques Sapir
« La Grecia
sta correggendo la propria posizione principalmente attraverso la
recessione, non attraverso riforme che esaltino la produttività.»
Questa relazione ha
suscitato le ire della Commissione europea [2], e oggi possiamo dire
che una resa dei conti è in atto all'interno della Troika
(combinazione di FMI, BCE e Commissione europea) che è responsabile
per l'amministrazione delle "riforme" imposte alla Grecia.
Proprio questo è essenziale. Infatti, le critiche dell’FMI alle
politiche imposte alla Grecia sono piuttosto moderate, anche se molto
spesso si basano su una corretta constatazione dei fatti. La cosa importante è quindi piuttosto la
rottura del fronte esistente tra le istituzioni europee e il fondo
monetario internazionale, cosa che era nell’aria fin dall'inizio di
quest'anno, con le polemiche sugli effetti delle politiche di
aggiustamento fiscale e di bilancio. Questo contribuirà ad aprire
gli occhi di qualcuno. Le politiche criminali condotte in Grecia, e
questo nel vero senso del termine, perché i suicidi sono aumentati
di un quarto in questo paese, sono piena responsabilità dei leader
europei e per primi dei governanti tedeschi, ma anche, ahimè, dei
francesi.
9 aprile 2013
L’ ITALIA FARÀ LA FINE DELLA GRECIA!
In questi giorni ho ricevuto parecchie mail che mi chiedevano di
commentare l’articolo apparso sul blog di Beppe Grillo che reiterava il
rischio per l’Italia di fare una fine, questa volta a medio termine come
la Grecia. Grillo segue i suggerimenti dei suoi consiglieri economici e si vede….sic! Se utilizziamo il lungo termine forse riesce meglio soprattutto
considerando che per Keynes nel lungo termine siamo tutti morti e così
si mettono in pace anche gli ansiosi e i paranoici.
Che dire oggi nel partito unico trasversale del ” occhio che faremo
la fine della Grecia ” ci sono un po’ tutti, dagli economisti grillini
come la mitica Napoleoni quella che devevamo fallire ieri agli
economisti caccia grillini come Seminerio , dallo stesso Grillo a Monti,
da tizio a caio sino a raggiungere sempronio.
Che volete che vi dica ma lasciamoli sfogare, devono pur scrivere o parlare di qualcosa, non importa cosa.
Sembrano tanti papa o patrigni che avvertono ignari bambini dell’ arrivo dell’uomo nero.
26 marzo 2013
CIPRO: "I BANCHIERI SONO SACRI, I DEPOSITI NO!"
La piccola isola del Mediterraneo orientale è responsabile solo dello 0,2% del PIL dell’Unione Europea. Ma l’architettura del nuovo piano di “salvataggio” per Cipro fa rinascere la paura sul futuro dell’euro. Comè possibile questo?
Anticipando le conclusioni, il piano di salvataggio per Cipro porta con sè tre grandi pericoli. Primo: distrugge le aspettative che si avevano sull’unione bancaria per l’Eurozona. Oltre ai problemi di supervisione delle banche, la crisi cipriota rivela che i banchieri sono sacri e i depositi no. Secondo: ravviva i timori dell’effetto contagio su altri paesi dell’Eurozona, tra cui l’Italia e la Spagna, questa volta rispetto al comportamento dei depositanti. Terzo: apre un nuovo fronte del teatro della cirisi europea nel coinvolgere la Russia.
Di Alejandro Nadal
L’economia cipriota ha sofferto pesantemente per la crisi europea. Le sue due principali banche hanno patito forti perdite per la ristrutturazione del debito dellaGrecia e la recessione ha portato al collasso le riscossioni. Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades, è tornato il fine settimana scorsa da Bruxelles con un pacchetto di salvataggio. L’accordo prevedeva per il piccolo paese grandi difficoltà. Primo, il debito non include i grandi possessori di buoni che potrebbero essere candidati in uno schema di ristrutturazione stile Grecia. Secondo, qualsiasi taglio al principale dei buoni sovrani significherebbe il fallimento delle banche cipriote che sono le più esposte. Così si è deciso per un altro piano.
Leggi tutto...
Anticipando le conclusioni, il piano di salvataggio per Cipro porta con sè tre grandi pericoli. Primo: distrugge le aspettative che si avevano sull’unione bancaria per l’Eurozona. Oltre ai problemi di supervisione delle banche, la crisi cipriota rivela che i banchieri sono sacri e i depositi no. Secondo: ravviva i timori dell’effetto contagio su altri paesi dell’Eurozona, tra cui l’Italia e la Spagna, questa volta rispetto al comportamento dei depositanti. Terzo: apre un nuovo fronte del teatro della cirisi europea nel coinvolgere la Russia.
Di Alejandro Nadal
L’economia cipriota ha sofferto pesantemente per la crisi europea. Le sue due principali banche hanno patito forti perdite per la ristrutturazione del debito dellaGrecia e la recessione ha portato al collasso le riscossioni. Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades, è tornato il fine settimana scorsa da Bruxelles con un pacchetto di salvataggio. L’accordo prevedeva per il piccolo paese grandi difficoltà. Primo, il debito non include i grandi possessori di buoni che potrebbero essere candidati in uno schema di ristrutturazione stile Grecia. Secondo, qualsiasi taglio al principale dei buoni sovrani significherebbe il fallimento delle banche cipriote che sono le più esposte. Così si è deciso per un altro piano.
Leggi tutto...
Iscriviti a:
Post (Atom)