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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
23 giugno 2013
MUOS, le carte segrete. "Io faccio Ponzio e tu fai Pilato"
Un prefetto,
un diplomatico degli Stati Uniti d'America e una sfilza di generali e
ammiragli. E un ministro della guerra e un viceministro degli esteri.
Forse persino una talpa dell'Ambasciata Usa in un prestigioso istituto
pubblico d'Italia. Tutti insieme appassionatamente per individuare una
strategia che consenti alle forze armate statunitensi di aggirare lo
stop ai lavori d'installazione del terminale MUOS nella riserva naturale
di Niscemi. Sulla pelle e alle spalle di centinaia di attivisti No war
che dal gennaio 2013 bloccano gli ingressi della stazione siciliana di
telecomunicazione con i sottomarini nucleari in navigazione negli oceani
per impedire il transito degli operai chiamati a realizzare il nuovo
sistema di guerra satellitare.
A fine maggio gli hacker di Anonymus Italia
hanno fatto incetta di e-mail e comunicazione riservate del Ministero
degli interni. Oltre 2.600 documenti prontamente messi online che
svelano le trattative del Viminale per l'acquisizione di apparecchiature
d'avanguardia da usare per fini investigativi e l'affidamento al
cantiere navale "Vittoria" (Adria, Rovigo) dell'ammodernamento di otto
unità libiche nell'ambito dei famigerati accordi di cooperazione
Italia-Libia per il contrasto all'immigrazione (un contratto da 5
milioni di euro). Ma ci sono pure le informative sulle più recenti
mobilitazioni studentesche a difesa dell'istruzione pubblica e le
"istruzioni" per la garantire la sicurezza ai viaggi del Capo dello
Stato. E, dulcis in fundo, i carteggi tra la Prefettura di
Caltanissetta, la Farnesina, il Ministero della difesa e l'Ambasciata
degli Stati Uniti a Roma. Oggetto il MUOS in via di realizzazione in
Sicilia.
Il governo italiano è sotto il pressing delle
autorità USA indispettite dal provvedimento di revoca delle
autorizzazioni ai lavori del terminale terrestre di Niscemi firmato il
29 marzo 2013 dalla Regione siciliana. Ma soprattutto i militari
statunitensi invocano un'azione energica contro i presidi e le azioni
dirette non violente del Movimento No MUOS. Il 12 aprile, il colonnello
B. Tucker, a capo dell'ufficio di cooperazione militare USA in Italia,
invia una e-mail al tenente colonnello Filippo Plini e al generale Luca
Goretti (entrambi in forza al Capo gabinetto del Ministero della
difesa), lamentando gli effetti del blocco dei cantieri del MUOS. "Per
ogni giorno di sospensione dei lavori, il governo degli Stati Uniti
d'America perde 50.000 dollari", scrive l'ufficiale. "Il sito deve
diventare operativo non più tardi del dicembre 2014 per non pregiudicare
la missione. In conseguenza di tutti questi ritardi, abbiamo la
necessità di tornare a lavorare immediatamente per rispettare questa
data operativa". Due ore prima, in altra e-mail indirizzata al
colonnello Plini, il responsabile dell'ufficio di cooperazione militare
aveva stimato il danno economico generato dalla sospensione dei lavori
tra i 43 e i 53.000 dollari al giorno, più i costi per il personale. "Le
azioni degli attivisti - conclude il colonnello Tucker - impediscono
che il personale civile faccia ingresso nella base per eseguire la
manutenzione degli impianti di radiotrasmissione che nulla hanno a che
fare con il MUOS o di altri impianti come quello di potabilizzazione
dell'acqua guasto da qualche giorno".
Le considerazioni dei militari USA mettono in allarme il governo Monti. Le forze dell'ordine sono chiamate alla tolleranza zero
con le proteste, mentre vengono attivati prefetti e questori per
individuare una soluzione con la giunta del presidente Rosario Crocetta
che consenta perlomeno le opere di predisposizione delle mega-antenne a
Niscemi. Il 16 aprile, con una e-mail inviata alle ore 8.20 al
viceministro degli esteri Staffan de Mistura (oggi commissario
straordinario del governo Letta per sbloccare la vicenda dei fucilieri
di Marina accusati in India di omicidio), il prefetto di Caltanissetta
Carmine Valente risponde alle considerazioni "sollecitate"
dall'interlocutore. "Dopo la riunione di ieri a Palazzo Chigi sembra che
la situazione di empasse in cui ci si trova sull'argomento
MUOS possa essere superata, anche alla luce di una conversazione
informale avuta oggi con Crocetta", esordisce il prefetto. "Il
Presidente in effetti ha manifestato imbarazzo a ritirare la revoca in
quanto non sarebbe sostenuta da alcuna motivazione plausibile e perché,
alla luce dell'accordo politico raggiunto lo scorso 11 marzo, è stata
accettata pubblicamente anche dal Governo nazionale la tesi che le
autorizzazioni rilasciate precedentemente dalla Regione Siciliana
presentassero vistose lacune sotto il profilo ambientale e sanitario".
Valente spiega tuttavia di aver percepito che a Palermo "vi sarebbero
poche remore a concedere una deroga alla revoca per la prosecuzione di
alcuni lavori ben definiti, nelle more della decisione della Commissione
istituita presso l'Istituto Superiore di Sanità". A tal fine, il
prefetto suggerisce che il Ministero della difesa presenti alla Regione
una richiesta di autorizzazione "di un numero limitato di lavori,
indicati anche solo di massima, da portare a termine entro il prossimo
31 maggio", data fissata originariamente (ma non rispettata) per la
consegna degli studi I.S.S. sui rischi elettromagnetici del MUOS. "Tale
richiesta diventerebbe oggetto di una Conferenza di servizi durante la
quale la Regione accetterebbe il prosieguo di alcuni lavori in deroga",
conclude Valente.
Mercoledì 17 aprile, alle ore 22.36, il viceministro
degli esteri trasmette una raccomandazione al prefetto di
Caltanissetta. "Le sarei grato di tenerlo a mente perché se le liste
arrivano, mi sono impegnato a suo nome e alla luce di ciò che ha detto
di fare si (sic) che gli operai addetti ad opere non MUOS
possano avere accesso alla base", scrive Staffan de Mistura. In effetti,
il viceministro si era rivolto qualche attimo prima a Douglas C.
Hengel, vicecapo missione dell'ambasciata Usa a Roma, per concordare
l'iter da seguire per ottenere dalla Regione siciliana una deroga al
divieto di avanzamento dei lavori nel sito di Niscemi. "Dear Doug,
quanto segue relativamente a quanto discusso nell'ultima info con il
prefetto Valente", esordiva de Mistura. "Per superare le revoche
avremmo bisogno con urgenza da parte delle autorità della base o del
ministero della difesa italiano una lista che indichi specificatamente
che sono necessari nel posto lavori non relativi alle parabole MUOS. Le
liste dovrebbero includere il numero stimato di contractor civili
richiesti per questi lavori. La lista che deve essere indirizzata
formalmente al governatore Crocetta, con una copia al prefetto,
consentirebbe a quest'ultimo di essere in una posizione che assicuri
quotidianamente il passaggio (a dispetto delle revoche) dei
contractor richiesti, per lavori ordinari fino al 31 maggio quando
finisce il divieto. Relativamente ai passi legali del ministero della
difesa italiano con oggetto le revoche, essi andranno sicuramente avanti con la speranza che verranno accolti dalle autorità competenti".
Tra i file in mano ad Anonymus Italia
compare altresì la nota che sempre il 17 aprile il diplomatico Douglas
C. Hengel aveva inviato al viceministro sollecitando una soluzione che
consentisse l'ingresso dei tecnici e delle imprese appaltatrici
all'interno della base. "Abbiamo la necessità che i contractor del MUOS
facciano ritorno al sito per spegnere e altrimenti mettere a sicuro le
attrezzature a cui essi stavano lavorando", scrive Mr. Hengel. "Quando
hanno lasciato il sito l'ultima volta, si aspettavano di tornare il
giorno successivo e così non si sono portate via le attrezzature di
monitoraggio e altre cose connesse che non dovrebbero restare in questo
stato per lungo tempo. O così mi è stato raccontato. Pertanto i nostri
militari a Sigonella lavoreranno con l'ufficio del Prefetto perché
alcuni contractor (non so' quanti) abbiano accesso al sito. Quando ciò
accadrà, le persone che ci stanno osservando vedranno i contractor lavorare al MUOS".
"Voglio farti sapere - aggiunge Douglas C. Hengel -
che stiamo per inviare al Ministero affari esteri una nota diplomatica
con un documento per asserire il nostro diritto di accesso secondo il
NATO SOFA (lo Status of Forces Agreements che stabilisce il quadro giuridico generale entro cui opera il personale militare statunitense in Italia, nda),
compreso quello dei contractor accreditati come rappresentanti tecnici,
alle installazioni militari cedute in uso alle forze armate USA. La
nazione ospitante ha l'obbligo di assicurare l'accesso alle persone
coperte dallo status SOFA nei siti che ci sono stati ceduti".
Il diplomatico parla poi dell'intenzione del
Movimento 5 Stelle di effettuare un'ispezione parlamentare a Niscemi.
"Il Ministro della difesa ha ricevuto oggi una richiesta per una visita
da parte di 9 parlamentari di M5S al sito NRTF/MUOS. La richiesta è
stata spedita al Ministero Affari Esteri e poi a noi. Noi supporteremo
la loro visita". Hengel spiega infine di seguire con attenzione i lavori
del comitato dell'Istituto Superiore di Sanità che analizza i possibili
rischi elettromagnetici del MUOS, lasciando intendere di poter disporre
d'informazioni di prima mano. "Ieri ho parlato con Carpani al Ministero
della salute. Noi c'incontreremo con il ministro la prossima settimana
per un aggiornamento sullo studio". La persona chiamata in causa
potrebbe essere il Capo di gabinetto del Ministero della salute Guido
Carpani, già vicedirettore della segreteria generale della Presidenza
della Repubblica dal 2001 al 2012 (presidenti Ciampi e Napolitano).
Giorno 18 aprile, alle ore 17.05, il Capo di
gabinetto del Ministero della difesa, ammiraglio Vanni Nozzoli, invia un
messaggio al prefetto Carmine Valente per delineare le modalità
d'intervento presso la Regione siciliana affinché vengano definite le
attività da autorizzare all'interno della base di Niscemi. "Concordiamo
sul fatto che la Difesa è l'interfaccia con gli USA per i lavori e
intenderemmo informare la Regione per il Suo tramite", scrive l'alto
ufficiale. In attachment alla e-mail c'è un documento-bozza stilato in
accordo con il viceministro De Mistura e l'Ufficio di Cooperazione per
la Difesa (ODC) dell'Ambasciata USA che delinea i principi da seguire
per assicurare l'ingresso a Niscemi dei contractor USA. "Gli operai
civili devono poter entrare sempre nel Parco antenne (esistenti ed
operanti da tempo)", vi si legge. "In quanto autorizzato e funzionante
serve l'accesso di operai civili per la manutenzione ordinaria". Per gli
impianti MUOS in costruzione, si precisa che "gli operai civili devono
entrare regolarmente" in quanto "è necessario assicurare la manutenzione
e la riparazione di eventuali avarie di impianti di sicurezza e di
quanto già realizzato anche per prevenire inconvenienti". Nel documento
si specifica altresì che "sarà cura di ODC preparare elenco e tipologia
dei lavori e ditte/operai coinvolte sia per gli impianti NRTF che MUOS".
"Il montaggio delle parabole e i lavori di
costruzione delle torri sono sospesi fino all'acquisizione dello studio
ISS (31 maggio) come concordato nella riunione del 15 alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri", annota ipocritamente l'estensore della
bozza. Infine il protocollo da far sottoscrivere al governatore Crocetta
e al Ministero della difesa. La Proposta dell'attività presso il sito di Niscemi nella attuale situazione a fronte delle revoche emanate dalla Regione Siciliana
si apre con l'assunto che "il personale militare US e quello militare
nazionale devono sempre poter entrare/uscire dal sito in quanto
concessionari/titolari dell'area". "Il personale civile US e il
personale di ditte/operai italiani coinvolti nel funzionamento degli
impianti e infrastrutture NRTF devono poter entrare/uscire per le
attività quotidiane e la riparazione degli apparati radio, antenne,
impianti elettrici, generatori elettrici nonché interventi in occasione
di avarie e malfunzionamenti essenziali per la piena funzionalità del
sistema", si legge al punto 2. Relativamente ai cantieri del MUOS, la
proposta di accordo Stato-Regione assicura la completa libertà di
movimento al personale civile statunitense e a quello italiano "onde
garantire la messa in sicurezza delle costruzioni e dei sistemi" e per
"intervenire in particolare in caso di imprevisti, previa tempestiva
informazione mediante la locale Prefettura". Il protocollo priva la
Regione siciliana da qualsivoglia controllo e verifica degli interventi
autorizzati. "Il Prefetto competente per territorio sarà preventivamente
informato sullo svolgimento delle entrate/uscite, mentre il comandante
dell'aeroporto di Sigonella, o suo delegato, assicurerà il rispetto di
tutte le restanti attività previste alla NRTF e ai cantieri MUOS".
Nel tardo pomeriggio del 17 aprile è il prefetto di
Caltanissetta a rivolgersi via iPhone al Capo di gabinetto Nozzoli. "Il
mio intervento con il Vice ministro De Mistura - scrive Carmine Valente -
è servito a chiarire che il passaggio dei civili per la manutenzione
ordinaria della base non si è mai interrotto se non quando non siamo
riusciti a far passare il messaggio che si entrava davvero per fare
quella, mentre lavori al MUOS oggi si potrebbero fare soltanto ottenendo
una deroga dalla Regione rispetto al provvedimento di revoca". Il
prefetto chiede che sia il Ministero della difesa a presentare la
"richiesta per poche attività legate al MUOS senza che queste inficino
lo spirito della revoca". "Tengo a confermarle che l'Assessore Lo Bello
la sta aspettando", aggiunge. "In tal modo eventuali osservazioni è
giusto siano sollevate direttamente tra di voi. Sono a disposizione
successivamente a farmi parte attiva per la comunicazione alla
cittadinanza di Niscemi". Valente suggerisce però di agire con molta
cautela onde non irritare ulteriormente gli attivisti che presidiano le
vie di accesso alla base. "Mi preme far osservare che lavori corposi che
implichino l'utilizzo di molti operai civili non sarebbero accettati e
sarebbe difficile farlo comprendere alla popolazione. Inoltre
consideriamo che il 31 maggio è davvero dietro l'angolo e quindi forse
non forzare troppo la mano sarebbe consigliabile".
Il 18 aprile alle ore 17.29 giunge l'Ok di Staffan
de Mistura alla bozza da sottoporre alla Regione. Prima però si registra
uno scambio di e-mail tra lo stesso viceministro, l'ammiraglio Nozzoli,
il ministro della difesa Giampaolo Di Paola e il diplomatico
statunitense Doug G. Hendel. In una, in particolare, de Mistura
suggerisce a Hendel di "estendere il valore e l'utilità" della lista
dei contractor da sottoporre alla Regione siciliana e alla Prefettura
di Caltanissetta oltre che ai lavori di ordinaria manutenzione della
base anche a quelli del MUOS. L'idea era venuta a Carmine Valente.
"Stamani ho parlato con l'ass. Lo Bello che sa tutto e aspetta questa
lista", aveva annotato il prefetto nella tarda mattinata del 18 aprile
2013.
Lo stesso giorno, Douglas C. Hendel si mostra
comunque irritato di dover interloquire con il governo siciliano. "Ti
risponderò questo pomeriggio", scrive il diplomatico a de Mistura. "Noi
non vogliamo essere visti che negoziamo con Crocetta su cosa possiamo e
non possiamo fare. Il nostro accordo sul MUOS è con il Ministero della
difesa". Il 22 aprile viene stilata la bozza finale da sottoporre
all'Assessorato ambiente e territorio della Regione siciliana.
L'ammiraglio Vanni Nozzoli ne invia copia al viceministro degli esteri,
al prefetto di Caltanissetta, all'ambasciata USA in Italia e ai generali
Paolo Romano e Luca Goretti. "L'intendimento è di darne conoscenza
anche alla Procura una volta definita", scrive il militare. "Al riguardo
chiedo cortesemente una vostra condivisione ovvero eventuali
osservazioni prima di procedere. Ciò anche alla luce dei fatti di oggi".
In mattinata quattro attivisti No MUOS avevano fatto ingresso nella
base di Niscemi e si erano arrampicati in cima alle antenne del sistema
NRTF. Due di essi, Turi Vaccaro e Nicola Boscelli, erano stati poi
arrestati e condotti a Caltagirone per comparire davanti all'autorità
giudiziaria. Il blitz, ovviamente, aveva mandato in tutte le furie i
militari di Sigonella e il corpo diplomatico statunitense. Nozzoli
rigira al prefetto la nota di protesta ricevuta dal vicecapo missione
Hengel. "Caro Vanni, è stato pubblicato che quella in corso è stata
denominata la Settimana di protesta da parte del gruppo No MUOS. Vedi http://www.nomuos.info/en/la-resistenza-unisce-le-lotte-settimana-resistente-21-28-aprile/",
scrive il funzionario USA. "Dato quanto accaduto oggi, noi chiediamo
che venga distaccata una forza militare di sicurezza italiana aggiuntiva
per assistere le nostre forze alla NRTF per il resto della settimana.
Alcune forze di sicurezza del 41° Stormo erano nel sito oggi e sono
state molto apprezzate. Non vogliamo che si ripeta quanto accaduto
stamani — siamo felici che nessuno si sia ferito seriamente. Forze di
sicurezza addizionali possono aiutare a prevenire che ciò possa avvenire
ancora".
Il 23 aprile il Capo di gabinetto del Ministero
della difesa si rivolge direttamente all'assessore regionale Marisa Lo
Bello. "Illustre Assessore - scrive Nozzoli - le invio una scheda con la
quale intendiamo formulare una proposta per condividere un quadro
chiaro della situazione/esigenze dei lavori/attività nel sito di Niscemi
(Parco antenne esistente e MUOS), tenuto conto di quanto concordato
nelle riunioni e a seguito delle revoche emesse dalla Regione. Riteniamo
che un quadro chiaro e condiviso possa consentire di affrontare meglio
la situazione in atto e prevista nei prossimi giorni, contribuendo a
istaurare un clima più disteso. Posto che siamo a disposizione per
chiarimenti/approfondimenti, qualora condiviso propongo di concordare un
modo per ufficializzarlo congiuntamente. Ovviamente il Prefetto è a
conoscenza di questa iniziativa".
Il contenzioso con la Regione viene risolto
in tempi record. La mattina seguente il prefetto Valente scrive a Vanni
Nozzoli: "Caro Ammiraglio. Ho avuto modo di parlare con l'Assessore Lo
Bello, mi ha assicurato che la scheda è condivisibile e che rispecchia
esattamente quello che ci eravamo detti a Roma nell'ultima riunione.
Stava pertanto preparando una risposta in tal senso". Il funzionario
esprime però un certo disappunto per la decisione dei giudici di
scarcerare i due pacifisti arrestati dopo l'introduzione all'interno
della base USA. "Apprendo ora che gli ultimi due che sono saliti
sull'antenna sono stati scarcerati dal gip di Caltagirone e portati in
trionfo a Niscemi", scrive Valente. "Non è un buon segnale". "Concordo
sul brutto segnale e speriamo che con una maggiore chiarezza si riduca
la tensione", risponde Nozzoli. "Grazie comunque, caro Prefetto. Trovare
la condivisione della Regione è importante per tutti".
L'atto ufficiale dell'Assessorato regionale
all'ambiente e territorio giunge il 3 maggio 2013 e reca la firma del
dirigente generale Vincenzo Sansone. "Relativamente alla scheda proposta
- vi si legge - fermo restando che questo Assessorato non ha mai
impedito alcuna azione all'interno della base, nulla osta a che vengano
effettuati interventi di manutenzione e messa in sicurezza degli
impianti, demandando al Prefetto e al Comandante di Sigonella la
vigilanza sulle attività svolte all'interno della base". Pace fatta tra
Regione, governo nazionale e Washington mentre Crocetta & C. salvano
la faccia e l'onore. O quasi.
"I contenuti emersi dalle e-mail tra vari soggetti
istituzionali portano allo scoperto, da un lato, la determinazione da
parte del governo a tutelare in ogni modo gli interessi degli Stati
Uniti e, dall'altro, l'apertura della Regione al completamento dei
lavori del MUOS", commenta l'avvocata Paola Ottaviano del Coordinamento
regionale dei Comitati No MUOS. "Non capiamo che senso abbia completare
la predisposizione delle parabole, senza installarle, se poi dovesse
essere provato che le autorizzazioni non potevano essere in alcun modo
concesse. Nello stesso tempo, la recente decisione del Tar di Palermo di
richiedere ulteriore documentazione all'avvocatura di Stato per
giustificare la legittimazione ad agire del ministero della difesa
contro la revoca delle autorizzazioni, fa sperare che prima o poi tutti i
nodi vengano al pettine. Per porre fine a questo progetto insostenibile
e mettere in luce tutte le responsabilità di chi lo ha permesso".
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