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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
13 ottobre 2012
BANCA MONDIALE: LA CAMPAGNA PER I VACCINI E' PARTE DELLA POLITICA DI RIDUZIONE DELLA POPOLAZIONE
Il 2 ottobre scorso un analista demografico in pensione della Banca
Mondiale ha ammesso che le campagne di diffusione dei vaccini sono parte
integrante delle politiche demografiche dalla Banca Mondiale. John F.
May, il maggior specialista demografico della Banca dal 1992 al 2012, ha
detto al giornale web francese Sens Public (poi trascritto dal
think-tank per cui lavora May) (1) che le campagne di vaccinazioni
condotte soprattutto nei cosiddetti “paesi altamente fertili”, sono
strumenti utilizzati per la riduzione della popolazione in quei paesi.
May:
“Gli strumenti utilizzati per attuare le politiche demografiche sono
“leve politiche” o azioni mirate come le campagne per i vaccini o la
pianificazione familiare, allo scopo di cambiare alcune variabili
fondamentali..”
Si definiscono “politiche demografiche” come “l’insieme
d’interventi attuati dai governi per meglio gestire le variabili legate
alla popolazione e per tentare di armonizzare i cambiamenti demografici
(numero, struttura per età e classificazione) alle aspettative di
sviluppo del paese”. May continua spiegando che la Banca Mondiale sta
assumendo un ruolo chiave nel raggiungimento della riduzione
demografica. Non è la prima volta che dirigenti della Banca Mondiale parlino
apertamente di queste azioni mirate al controllo demografico nei paesi
del terzo mondo. Nel suo rapporto 1984 World Development Reportc (2), la
Banca Mondiale suggerisce di utilizzare “furgoni” e “campi” di
sterilizzazione per facilitare tali politiche nel terzo mondo. Il
rapporto inoltre minaccia quei paesi che si mostrano lenti nell’attuare
le politiche della Banca di “misure drastiche, meno compatibili con le
scelte e la libertà individuale”.
“La politica demografica ha lunghi tempi di esecuzione; le altre
politiche di sviluppo devono adeguarsi di conseguenza. L’inerzia di oggi
pregiudica le opzioni di domani nel quadro generale delle strategie di
sviluppo e delle future politiche demografiche. Inoltre, l’inerzia di
oggi potrebbe significare che domani, per rallentare la crescita
demografica, si rendano necessarie misure più drastiche, meno
compatibili con la scelta e la libertà individuale”.
Alcune di queste misure vengono già adottate.
Uno studio pubblicato in Human and Experimental Toxicology (3) del
Maggio 2011 concludeva che “le nazioni che richiedono più dosi di
vaccini tendono ad avere una più alta percentuale di mortalità
infantile”(pag. 8).
Dopo studi approfonditi sugli effetti dei vaccini in rapporto ai tassi
di mortalità tra i bambini, gli autori Neil Z. Miller e Gary S. Goldman
sono arrivati a questa inquietante conclusione e hanno sottolineato
l’urgenza di un’analisi più attenta delle correlazioni tra vaccini,
tossicità biochimica o sinergica e mortalità infantile ”- ma hanno anche
concluso ingenuamente che “Tutte le nazioni – ricche o povere –
sviluppate e arretrate – hanno l’obbligo di verificare se i loro
programmi d’immunizzazione stiano raggiungendo gli obiettivi
prefissati.”
Non ci si può aspettare che gli autori siano a conoscenza del fatto che,
in realtà, si stanno raggiungendo proprio gli obiettivi prefissati.
A questo riguardo è indicativo il loro punto finale, e cioè che non
intendevano dire che i vaccini fossero pericolosi, e che avevano tratto
le loro conclusioni basandosi sulla convinzione che l’aumento della
mortalità infantile non fosse un fatto intenzionale.
E invece è proprio il contrario. L’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS), la Banca Mondiale, il Dipartimento per l’Ambiente dell’ONU, il
Fondo per le Popolazioni dell’ONU, la Fondazione Bill e Melinda Gates e
tutte le altre “braccia” della creatura che chiamiamo “dittatura
scientifica” stanno accerchiando l’umanità con campagne massicce di
programmi di vaccinazioni e cibo geneticamente modificato.
Prima il mantra era “per combattere il riscaldamento globale, abbiamo
bisogno di un unico grande governo mondiale”; ora suona così: “Se
vogliamo combattere la povertà, dobbiamo avere un unico governo mondiale
e anche…ma sì, ridurre il numero degli umani.”
Ogni pretesto è buono. Tempo fa era l’emergenza “oceani” che spingeva la
Banca Mondiale a dare il via a un’”alleanza” globale. Lo stesso
argomento vale per ogni altra possibile calamità naturale.
Seguendo questo ragionamento, inevitabilmente si arriva ai pretesti con
cui vengono “spacciati” i controlli demografici. Vuoi ridurre le vittime
della guida in stato di ebbrezza? Vuoi trovare la cura del cancro?
Riduci la popolazione, così moriranno meno persone e il risultato è
raggiunto. Anche la comunità scientifica si è unita allo sforzo,
sfruttando il concetto di riduzione demografica per fermare la povertà e
le malattie nel mondo.
Sotto la guida di Jeffrey Sachs, primo consigliere di Ban Ki-moon (4),
sono stati pubblicati diversi studi che sollecitano una forte riduzione
della popolazione mondiale nel nome della riduzione della povertà. Nel
2009 Sachs e i suoi pupilli Pejman Rohani e Matthew H. Bonds, scrivono
il documento La trappola della povertà creata dall’ecologia delle
malattie infettive (5). Scrissero che la “trappola della povertà può (…)
essere neutralizzata migliorando le condizioni di salute della
popolazione.”
Ovviamente, sorge il problema: “Come migliorare le condizioni di
salute”. In un altro studio del 2009 (6) Bonds e Rohani dicono:
“(…) la nascita di un bambino nelle aree più povere del mondo
rappresenta una nuova opportunità d’infezione per il resto della
popolazione ospite. Quindi, la teoria epidemiologica predice che una
riduzione delle nascite riduce in modo significativo l’incidenza delle
malattie infantili.”
Nello stesso anno, qualche mese prima, Bonds scrive una dissertazione
intitolata Socialità, Sterilità e Povertà; coevoluzione dell’ospite
patogeno con le implicazioni nell’ecologia umana.(7) Lo studio conclude
che il modo migliore per sradicare povertà e malattie è di… sradicare
gli umani.
“Abbiamo verificato che, oltre ad avere effetti sull’economia, la
riduzione della fertilità può comportare anche una forte riduzione delle
malattie nel lungo termine, più di quanto ci si possa aspettare, e
potrebbe anche rivelarsi un’ottima strategia per sconfiggere alcune
malattie infettive. Una tale soluzione renderebbe fiero anche Malthus”. Scrisse Bonds.
“(…) il nuovo modello, che rappresenta un effetto economico, mostra
che una riduzione della fertilità può essere ancora più efficace di un
vaccino; e che una politica di diffusione dei vaccini può rivelarsi più
efficace se condotta congiuntamente a una riproduzione umana
controllata.”
“Questo modello” continua Bonds, “dimostrerà sicuramente i reali
vantaggi della fertilità controllata, poiché l’effetto di una ridotta
natalità comporterà anche una riduzione nella percentuale di contagiati
da malattie infettive, il che equivarrebbe a un vaccino per tutte le
malattie infettive nello stesso momento.”
Se sradichi gli umani, sradichi anche la malattia: il problema è risolto.
“Tuttavia, le malattie infettive, continuano a essere significative
nei paesi in via di sviluppo, quei paesi con un alto tasso di natalità”.
“E’ chiaro l’effetto di quest’alto tasso di natalità sulla persistenza e
sulle dinamiche delle malattie infantili, e anche sulle difficoltà di
applicazione dei vaccini” (McLean and Anderson, 1988a; Broutin et al.,
2005). E arriviamo al punto: “La riduzione della fertilità può essere
parte integrante di una campagna per l’eradicazione delle malattie?”
La risposta a questa domanda ce l’ha data Bill Gates nel 2010 quando
promosse l’uso dei vaccini per ridurre la popolazione del 10-15%.
Malattia e povertà, unite come sono, possono quindi essere eliminate
grazie a una significativa riduzione della fertilità nel mondo. La
religione della dittatura scientifica in un guscio di noce.
Non era la prima volta che il sig. Sachs sollecitasse un coordinamento a
livello mondiale per il controllo della popolazione. In un comunicato
stampa del Settembre 2009 (8) Sachs non solo si lamentava di
un’inattività generale nel campo, ma incoraggiava gli scienziati e gli
esperti a prendere in mano le redini.
“Il nostro pianeta sta vivendo l’era in cui l’attività umana domina i
processi della terra. L’umanità si è così espansa in termini assoluti e
di attività economiche che ha preso il sopravvento in modo vitale sui
processi terrestri al punto da cambiare il clima e i cicli
idrogeologici”. Ha affermato Sachs nel corso della Conferenza ONU su Commercio e Sviluppo.
“Non abbiamo necessariamente bisogno di diplomatici attorno a un
tavolo” continuava Sachs.“Abbiamo bisogno d’ingegneri intorno a un
tavolo, di scienziati intorno a un tavolo. Dobbiamo mettere giù le carte
e dare il via a un nuovo corso”.
Che tipo di modello ha in mente Sachs nella sua utopia usurpatrice? In un numero del 2000 dell’ Economist (9)ha affermato:
“Il modello da emulare è la Fondazione Rockefeller, prestigiosa
istituzione del 20° secolo dedicata allo sviluppo, che ha dimostrato
quanto bene riuscivano a compiere gli aiuti mirati alla conoscenza”.
Non devo ricordare ai lettori che fu proprio la Fondazione Rockfeller
(10) a finanziare e sviluppare proprio i vaccini per la riduzione della
fertilità, con l’intenzione di distribuirli nel mondo su vasta scala.
Nel suo commento in Ritorna il fantasma di Malthus (11), Sachs fa
un’appropriata descrizione dell’ Agenda 21 senza fare però cenno al
piano ONU per la ridistribuzione della ricchezza e la riduzione
demografica:
“Dobbiamo ripensare le diete moderne e l’architettura delle città per
raggiungere migliori stili di vita e ridurre i consumi. E per
stabilizzare la popolazione mondiale a circa 8 miliardi di persone
dovremo aiutare l’Africa e altre aree del mondo ad accelerare le loro
transizioni demografiche. Siamo ancora molto lontani da questo
percorso. Avremo bisogno di politiche nuove che spingano i mercati
verso quella direzione e promuovere sviluppi tecnologici mirati al
risparmio delle risorse. Per raggiungere quest’obiettivo, dobbiamo
adottare nuove politiche che riconoscano l’importanza di una strategia
di crescita sostenibile e di cooperazione globale.”
Come ha detto Paul Joseph Watson nel suo articolo del Settembre 2010
Global Tax Scam Shifts From Climate Change to Poverty (12) (la truffa
fiscale si sposta dal Cambiamento Climatico alla Povertà Mondiale),
stanno cambiando quei pretesti con i quali si spinge il mondo verso un
governo “globale”. Il centro d’attenzione si è spostato dal mito ormai
ritrito del riscaldamento globale al tema della riduzione della povertà.
Come sempre accade, una volta che il pretesto viene propinato alle
masse, ecco che gli eugenisti fanno un ulteriore passo verso la
“riduzione della fertilità”. In altre parole, verso il “governo
globale”, che faciliti la dittatura scientifica mondiale.
D'accordissimo sulla riduzione della popolazione globale del pianeta, viviamo su un guscio di noce con risorse finite nel quale scarichiamo ogni sorta di rifiuti come se fosse una cloaca sbattendocene delle conseguenze immediate o future sull'ambiente e sulla salute. "E per stabilizzare la popolazione mondiale a circa 8 miliardi...." non sono d'accordo sulla cifra, si dovrebbe arrivare a non piu' della meta', per dare modo al pianeta di riprendersi dalle ingiurie subite nell'ultimo secolo e per avere risorse sufficienti alla popolazione per condurre una vita decente. La somma dell'intelligenza sulla Terra e' costante; la popolazione umana e' in aumento. (Assioma di Mr. Cole)
Io invece non sono d'accordo su "CHI" decide "CHI" deve sparire dal pianeta. In questo modo...dimezzando la popolazione a 4 miliardi....resteranno i 4 miliardi che mangiano e consumano per 12 e spariranno quei poveracci che mangiano si o no una volta al giorno, e con "moderazione"!
Rispetto le opinioni altrui, ma senza un controllo demografico della popolazione a breve termine, quelli che mangiano si e no una volta al giorno e forse manco quella saranno molti di piu'. Senza contare, come la storia umana insegna, le guerre per impossessarsi delle risorse e dei territori che si scateneranno da qui a qualche decennio con il diminuire sempre piu' delle risorse. Purtroppo la razza umana ha sempre preso le decisioni sbagliate o prende sempre quelle che fanno comodo ai pochi potenti di turno e capisco che "CHI" decide "CHI" suona male, ma se qualcuno non lo fara' la situazione probabilmente arrivera' a un punto di non ritorno e poi saranno uccelli per diabetici. Secondo me non si tratta di far "sparire dal pianeta" qualcuno ma di portare la popolazione mondiale nell'arco di qualche decennio a pochi miliardi sostenibili dal pianeta. Forse basterebbe una buona campagna di prevenzione, fatta veramente con l'intento di informare e non coercere le popolazioni, nei paesi del terzo mondo e in quelli in via di sviluppo, evitando qualsiasi interferenza religiosa ma cio' potrebbe risultare utopico. Una diminuzione della popolazione potrebbe solo portare piu' vantaggi a tutti (si spera) con un miglioramento delle condizioni di vita e piu' risorse a disposizione.
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D'accordissimo sulla riduzione della popolazione globale del pianeta, viviamo su un guscio di noce con risorse finite nel quale scarichiamo ogni sorta di rifiuti come se fosse una cloaca sbattendocene delle conseguenze immediate o future sull'ambiente e sulla salute.
RispondiElimina"E per stabilizzare la popolazione mondiale a circa 8 miliardi...." non sono d'accordo sulla cifra, si dovrebbe arrivare a non piu' della meta', per dare modo al pianeta di riprendersi dalle ingiurie subite nell'ultimo secolo e per avere risorse sufficienti alla popolazione per condurre una vita decente.
La somma dell'intelligenza sulla Terra e' costante; la popolazione umana e' in aumento.
(Assioma di Mr. Cole)
Io invece non sono d'accordo su "CHI" decide "CHI" deve sparire dal pianeta.
EliminaIn questo modo...dimezzando la popolazione a 4 miliardi....resteranno i 4 miliardi che mangiano e consumano per 12 e spariranno quei poveracci che mangiano si o no una volta al giorno, e con "moderazione"!
Rispetto le opinioni altrui, ma senza un controllo demografico della popolazione a breve termine, quelli che mangiano si e no una volta al giorno e forse manco quella saranno molti di piu'. Senza contare, come la storia umana insegna, le guerre per impossessarsi delle risorse e dei territori che si scateneranno da qui a qualche decennio con il diminuire sempre piu' delle risorse. Purtroppo la razza umana ha sempre preso le decisioni sbagliate o prende sempre quelle che fanno comodo ai pochi potenti di turno e capisco che "CHI" decide "CHI" suona male, ma se qualcuno non lo fara' la situazione probabilmente arrivera' a un punto di non ritorno e poi saranno uccelli per diabetici. Secondo me non si tratta di far "sparire dal pianeta" qualcuno ma di portare la popolazione mondiale nell'arco di qualche decennio a pochi miliardi sostenibili dal pianeta. Forse basterebbe una buona campagna di prevenzione, fatta veramente con l'intento di informare e non coercere le popolazioni, nei paesi del terzo mondo e in quelli in via di sviluppo, evitando qualsiasi interferenza religiosa ma cio' potrebbe risultare utopico. Una diminuzione della popolazione potrebbe solo portare piu' vantaggi a tutti (si spera) con un miglioramento delle condizioni di vita e piu' risorse a disposizione.
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