A Santo Domingo, nella notte del 22-23 agosto 1791, decine di migliaia di schiavi entrarono contemporaneamente in insurrezione armata, provocando un lungo processo che conduce alla prima abolizione della schiavitù nella storia, il 29 Agosto 1793, e alla proclamazione dell'indipendenza. Santo Domingo, recuperando poi il nome di Haiti, diventa la prima repubblica nera indipendente nel 1804, caso unico nella storia di una rivolta di schiavi che hanno dato vita a uno Stato. La Francia probabilmente non ha mai perdonato questa insurrezione, con conseguente perdita di entrate del suo sistema schiavista e migliaia di piantagioni di zucchero e caffè distrutte. Haiti la paga molto cara:
26 novembre 2017
2018, Italia al bivio: commissariamento o uscita dall’€uro?
Il futuro dell’Italia si fa sempre più minaccioso man mano che il 2018 si avvicina: all’incertezza derivante dalle elezioni politiche si somma un quadro europeo ostile, dove la Germania, disposta forse a sobbarcarsi la Francia per ragioni geopolitiche, non ha alcuna intenzione di concedere sconti al nostro Paese. Un commissariamento esplicito o subdolo, sulla falsariga del governo Monti, è tra le ipotesi sul tavolo e, se a Berlino dovesse prevalere una linea ancora più rigorista, non si potrebbe neanche escludere l’imposizione di un “default ordinato”. Di fronte a questo scenario, l’Italia sarà costretta a scegliere: capitolazione o un’uscita dall’euro. Un soccorso può venire soltanto dalle potenze emergenti.
Nessuno sconto da parte della Germania (cui interessa solo il Veneto)
I prossimi 12-18 mesi, come abbiamo sovente evidenziato nelle nostre ultime analisi, saranno cruciali per il futuro dell’Italia e dell’Europa: man mano che il 2018 si avvicina e nuovi dettagli si aggiungono, è quindi opportuno riallacciare i fili dell’analisi. Avevamo abbandonato il discorso parlando del “nuovo sacco di Roma” che Germania e Francia andavano preparando ai danni del nostro Paese e della conseguente necessità, per l’Italia, di stringere una serie di alleanze internazionali per evitare un tristissimo epilogo. Tutti gli ultimi sviluppi confermano i nostri presagi.
24 novembre 2017
La BC€ propone di metter fine alla protezione dei depositi
ZeroHedge pubblica un articolo su un pericoloso provvedimento, già a lungo paventato, ma ora probabilmente in via di attuazione, che rimuove ogni garanzia sui depositi bancari (anche al di sotto di 100.000 euro). La logica prevalente nella UE è che, tutto mascherato dietro la tutela dei “contribuenti”, anche i piccoli risparmiatori si possano considerare alla stessa stregua degli azionisti, e attaccabili in un eventuale bail-in. Per tutelarsi dal rischio di una corsa agli sportelli infatti, secondo la BCE, non ha senso mantenere la piena libertà di accesso ai conti, che potrebbero venire congelati a prescindere dal loro ammontare.
È “opinione della Banca Centrale Europea” che il programma di protezione dei depositi non sia più necessario:
È “opinione della Banca Centrale Europea” che il programma di protezione dei depositi non sia più necessario:
“La copertura dei depositi protetti e dei crediti soggetti al programma di compensazione degli investitori dovrebbe essere sostituita da esenzioni discrezionali limitate concesse dall’autorità competente al fine di mantenere un certo grado di flessibilità“.
23 novembre 2017
Come l'Arabia Saudita compra gli "alleati" globali e regionali
L'Arabia Saudita ha costruito una potente rete di relazioni politiche, militari ed economiche regionali e locali che integrano un'appartenenza religioso-estremista condivisa. Di conseguenza, nonostante la reputazione di monarchia clericale dispotica e arretrata con una fortissima dipendenza dalle vendite di petrolio, l'Arabia Saudita è diventata una forza politica micidiale nel Medio Oriente e altrove.
Per comprendere le dinamiche e le proiezioni del potere saudita, è importante identificare e analizzare come utilizza le sue armi militari, religiose ed economiche.
Arabia Saudita: senilità e protezione mercenaria
L'Arabia Saudita ha finanziato e fornito feroci eserciti mercenari in Siria, Iraq, Somalia, Yemen, Libia, Libano, Afghanistan, Pakistan, Filippine, Malesia e molti altri paesi asiatici e africani.
L'intollerante ramo wahhabita dell'Islam sunnita, quello saudita e i suoi mercenari agiscono per rovesciare e distruggere i regimi arabi e le società che vantano una leadership moderna, nazionalista e laica indipendente o praticano la tolleranza multietnica o multireligiosa. Hanno anche preso di mira le repubbliche con governi a maggioranza sciita contro la dominazione saudita-wahhabita in Medio Oriente.
Arabia Saudita: senilità e protezione mercenaria
L'Arabia Saudita ha finanziato e fornito feroci eserciti mercenari in Siria, Iraq, Somalia, Yemen, Libia, Libano, Afghanistan, Pakistan, Filippine, Malesia e molti altri paesi asiatici e africani.
L'intollerante ramo wahhabita dell'Islam sunnita, quello saudita e i suoi mercenari agiscono per rovesciare e distruggere i regimi arabi e le società che vantano una leadership moderna, nazionalista e laica indipendente o praticano la tolleranza multietnica o multireligiosa. Hanno anche preso di mira le repubbliche con governi a maggioranza sciita contro la dominazione saudita-wahhabita in Medio Oriente.
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22 novembre 2017
Amnesia generale: Chi ha fatto gli accordi con i libici?
Prima era stato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, adesso arriva una dura presa di posizione da parte delle Nazioni Unite sulle conseguenze degli accordi che gli stati europei hanno concluso in forme diverse con le milizie libiche e con alcuni sindaci, loro evidente espressione.
Tutti i media del mondo documentano da tempo la condizione anche schiavistica degli immigrati detenuti nei centri di detenzione in Libia dove nessun governo legalmente costituito è in grado di garantire la vita ed i diritti fondamentali delle persone arrestate a qualunque titolo dalle milizie e dalle forze di polizia affiliate ai clan locali. Una circostanza che non poteva essere ignorata o sottovalutata da chi ha concluso gli accordi con il governo Serraj, e con alcuni sindaci libici.
In Italia i mezzi di informazione hanno scoperto soltanto adesso tutto l’orrore dei centri di detenzione in Libia, e da ultimo i comportamenti illegali della sedicente Guarda costiera libica, argomenti tenuti ben nascosti per mesi durante la campagna di aggressione contro le ONG che operavano attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale.
In Italia i mezzi di informazione hanno scoperto soltanto adesso tutto l’orrore dei centri di detenzione in Libia, e da ultimo i comportamenti illegali della sedicente Guarda costiera libica, argomenti tenuti ben nascosti per mesi durante la campagna di aggressione contro le ONG che operavano attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale.
21 novembre 2017
La Svezia ha abolito il contante!
In tutti i servizi l'accento viene messo soprattutto sull'aspetto innovativo di questa "rivoluzione" telematica. Si vuole cioè sottolineare l'aspetto positivo di questo cambiamento. Addirittura, nei servizi dei TG vengono mostrati i negozi svedesi che espongono con orgoglio i cartelli con la scritta "cash free", come se il contante fosse un male da cui ci si è finalmente liberati, da mettere alla pari con una malattia o con l'inquinamento.
Democrazia virtuale
- Neo: "Perché mi fanno male gli occhi?"
- Morpheus: "Perché non li hai mai usati"
Matrix, 1999
Il miraggio di una società presentata come democratica impone immagini di un mondo estraneo a quello che è vissuto, come realtà virtuali che predicano cambiamenti nell'illusione di un pacifismo sterile. Assistiamo a un ordine sociale prefabbricato dove territori mentali di gruppi umani e comunità sono stati invasi, colonizzati e dominati fino a diventare mansuetudine, che accetta condizioni di vita subumane come un fatto normale.
La fame, causa oggettiva e analisi dei movimenti rivoluzionari che pensavano avrebbero creato le condizioni per le rivolte popolari, oggi si calmano non con cibo e rivolta, ma con programmi assistenziali che costruiscono una società di mendicanti che baciano la mano del padrone che dà loro gli avanzi che cadono dalla sua tavola.
La democrazia, trasformata in falsità politica, è una mutazione dell'invenzione mediatica che applica il controllo sociale alle popolazioni che hanno finito col credere che i paesi siano trasformati senza lotte di popoli e comunità che rischiano la vita in azioni de facto contro lo Stato.
19 novembre 2017
L’assalto alle “fake news” è un attacco ai media alternativi
Sono giorni difficili in cui essere un giornalista serio. Fai il resoconto di una storia oggi, con i tuoi fatti graziosamente messi in fila, e probabilmente te la ritroverai etichettata come “notizia falsa” da qualunque persona alla quale tu abbia incornato le proprie bufale – e anche dagli amici che non condividono la tua prospettiva politica. Per buona misura, diranno che ti sei basato su “fatti alternativi”.
Gli storici dicono che il termine “fake news” risale all’epoca della “stampa scandalistica” del tardo 19° secolo, ma il termine è decollato nel 2016, poco più di un anno fa, durante la corsa presidenziale di Donald Trump. Il termine è stato usato per descrivere cose differenti, dai media “privi di fatti” pro-Trump a storie sensazionalistiche e in gran parte false, il cui unico obiettivo era catturare attenzione e soldi. Durante la stagione delle primarie, lo stesso Trump ha iniziato a etichettare tutte le storie dei media mainstream su di lui come “notizie false”. Anche se l’idea che ci potrebbero essere diverse verità risale almeno all’amministrazione del presidente George W. Bush, quando il consigliere Karl Rove affermò che l’amministrazione “crea la propria” realtà, ha guadagnato terreno quando il consigliere di Trump Kellyanne Conway, beccata a inventarsi cose in un’intervista televisiva, ha affermato di affidarsi a “fatti alternativi”.
Gli storici dicono che il termine “fake news” risale all’epoca della “stampa scandalistica” del tardo 19° secolo, ma il termine è decollato nel 2016, poco più di un anno fa, durante la corsa presidenziale di Donald Trump. Il termine è stato usato per descrivere cose differenti, dai media “privi di fatti” pro-Trump a storie sensazionalistiche e in gran parte false, il cui unico obiettivo era catturare attenzione e soldi. Durante la stagione delle primarie, lo stesso Trump ha iniziato a etichettare tutte le storie dei media mainstream su di lui come “notizie false”. Anche se l’idea che ci potrebbero essere diverse verità risale almeno all’amministrazione del presidente George W. Bush, quando il consigliere Karl Rove affermò che l’amministrazione “crea la propria” realtà, ha guadagnato terreno quando il consigliere di Trump Kellyanne Conway, beccata a inventarsi cose in un’intervista televisiva, ha affermato di affidarsi a “fatti alternativi”.
17 novembre 2017
Non è il Venezuela, è il resto dell’America Latina
Mentre i mezzi di informazione corporativi ci bombardano di notizie sul Venezuela – c’è la fame ... la dittatura di Maduro ... – nel resto del continente si vive l’assalto del neo-liberismo.
Mentre noi “non vogliamo essere come il Venezuela”, nei nostri paesi si commettono malversazioni milionarie, muoiono centinaia di bambini per denutrizione, si fa della pulizia sociale, veniamo terrorizzati con la violenza comune, che in realtà è violenza istituzionale, si commettono furti di terre da parte dei governi e delle oligarchie, opprimendo così le comunità che le abitano e, se è necessario, facendole sparire.
Gli ecocidi abbondano, ma noi urbanizzati, noi delle capitali, non ce ne rendiamo conto o, per meglio dire, ci voltiamo dall’altra parte perchè è più comodo: teniamo gli occhi addosso al Venezuela perchè non vogliamo essere come loro; ci hanno detto che là si vive un inferno di dittatura in modo che non ci rendessimo conto che la dittatura, in realtà, la stiamo vivendo noi: questo è il successo del capitalismo e del modello neo-liberista che ci hanno imposto le post dittature in America Latina.
Un calcolo matematico, una pizza e un microscopio
Che la medicina non sia una scienza esatta pare essere cosa troppo ardua da comprendere, nonostante sia dimostrato dagli stessi manuali di medicina e ammesso anche da qualche medico onesto – pochi che sono – rimasto in circolazione. Siamo però fiduciosi che almeno si conosca un altro detto storico, così suonante: la matematica non è un’opinione. Rimarcato questo inconfutabile dato di fatto (2+2, ad esempio, fa’ sempre 4) accingiamoci a fare un piccolo giochino matematico di semplici calcoli.
I genitori cosiddetti “no-vax”, “free-vax” o tutto ciò che vi pare, aumentano a dismisura in Italia; certamente la legge 119/2017 ha dato una mano a rendere presente un bacino di genitori dissidenti molto più ampio. L’obbligo, la coercizione indiscriminata, hanno mosso le coscienza anche di coloro i quali non avevano ben chiaro l’attentato alla famiglia che minuziosamente si andava preparando. I numeri salgono, le forze crescono. Anche questo rientra integralmente nei calcoli matematici: più si è, più si è forti – a meno che non si tratti di una forza retta da tanti sprovveduti.
14 novembre 2017
Un microscopio per il nostro futuro
“Ancora con questo microscopio?” Eh già, vi toccherà ancora leggere di questo
argomento, eppoi decidete voise è
importante sapere quali sostanze vengono iniettate ai nostri figli nei vaccini,
se sono sicuri. E l’acqua, l’amianto, l’inceneritore vicino casa (o anche più
lontano) che incessantemente rilascia sostanze nell’aria che respiriamo? “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto
si trasforma”? Lavoisier è superato?
I moderni inceneritori bruciano rifiuti
e rilasciano ossigeno nell’aria, meglio della sintesi clorofilliana?
Sapete bene che non è così.
Sapete bene che non è così.
Penso sia stato detto troppo poco, degli
studi realizzati dagli scienziati Gatti/Montanari sulle nanopatologie, ed oggi
questa ricerca è in serio pericolo.
La campagna diffamatoria costruita e
portata avanti contro i due scienziati, va avanti da anni, inutile ripartire
dall’inizio, chi volesse saperne di più, può leggere quanto accaduto, nel 2009 che fu per molte settimane l’argomento più dibattuto in rete.
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Come faremo senza la ricerca di Gatti e Montanari?
Stefano Montanari e Antonietta Gatti |
Roberta Doricchi intervista il dott. Stefano Montanari.
Roberta Doricchi – Oggi vorrei iniziare sentendo il suo parere sulla manifestazione contro il decreto della signora Lorenzin che è in programma per il 21 novembre prossimo a Roma.
Stefano Montanari – Io non ci sarò.
Perché?
Per due ragioni almeno di pari importanza. La prima è che quel giorno non sarò in Italia e la seconda è che, comunque, non sarei andato.
Forse posso immaginare il motivo ma, indipendentemente da questo, lo vuole illustrare a chi ci legge?
13 novembre 2017
Il Cile elegge il capitano del pedalò*
Di Luis Casado
Il filosofo francese Michel Feher ha appena pubblicato un libro (Le temps des investis. Essai sur la nouvelle question sociale) in cui analizza il modo in cui il centro di gravità del capitalismo è passato dalle imprese industriali ai mercati finanziari. Secondo Feher, questo invita a riorganizzare le lotte sociali in funzione di tale spostamento.
Da parte sua, Vladimir Ilich Ulianov - conosciuto come Lenin - scrisse nel 1916 e pubblicò nell'anno 1917, appena un secolo fa, un'opera intitolata "Imperialismo, la più alta fase del capitalismo". In quel libro Lenin scrive quanto segue:
Il filosofo francese Michel Feher ha appena pubblicato un libro (Le temps des investis. Essai sur la nouvelle question sociale) in cui analizza il modo in cui il centro di gravità del capitalismo è passato dalle imprese industriali ai mercati finanziari. Secondo Feher, questo invita a riorganizzare le lotte sociali in funzione di tale spostamento.
Da parte sua, Vladimir Ilich Ulianov - conosciuto come Lenin - scrisse nel 1916 e pubblicò nell'anno 1917, appena un secolo fa, un'opera intitolata "Imperialismo, la più alta fase del capitalismo". In quel libro Lenin scrive quanto segue:
"L'imperialismo e il capitalismo raggiungono una fase di sviluppo in cui si è affermato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, in cui l'esportazione di capitali ha acquisito un'importanza di primo piano, in cui la ripartizione del mondo è cominciata fra le fiduciarie internazionali e in cui è stata completata la ripartizione di tutto il territorio del globo tra i più grandi paesi capitalisti".Se lo faccio notare, è perché Feher sembra scoprire la polvere da sparo con un secolo di ritardo, mentre la cosiddetta classe politica finge di non sapere.
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11 novembre 2017
Uno sbadiglio: ecco come la maggior parte degli israeliani risponde al furto di terra
Ma per noi israeliani, questa questione retorica ha perso il suo potere di educare, imbarazzare e far vergognare. Il fatto che tanti israeliani siano coinvolti nel rapinare tanti palestinesi del loro sostentamento non si registra neppure nelle nostre basi demografiche che sono destinate a registrare solo furti agricoli, per esempio apparentemente perpetrati dai palestinesi.
10 novembre 2017
Haiti: dalla tratta al debito
L'isola delle Indie Occidentali non è in debito, è creditrice. È la Francia che le deve dei soldi. Spiega Jerome Duval, CADTM.
La miseria dei paesi colonizzati è notevolmente aumentata a causa del trasferimento del debito: i debiti contratti dalle potenze coloniali con la Banca Mondiale per massimizzare la redditività nelle loro colonie, sono stati trasferiti, senza il loro consenso, ai paesi colonizzati che hanno guadagnato la loro indipendenza. Essi costituiscono un caso di debito odioso, nonché i successivi debiti contratti per rimborsarli.
A Santo Domingo, nella notte del 22-23 agosto 1791, decine di migliaia di schiavi entrarono contemporaneamente in insurrezione armata, provocando un lungo processo che conduce alla prima abolizione della schiavitù nella storia, il 29 Agosto 1793, e alla proclamazione dell'indipendenza. Santo Domingo, recuperando poi il nome di Haiti, diventa la prima repubblica nera indipendente nel 1804, caso unico nella storia di una rivolta di schiavi che hanno dato vita a uno Stato. La Francia probabilmente non ha mai perdonato questa insurrezione, con conseguente perdita di entrate del suo sistema schiavista e migliaia di piantagioni di zucchero e caffè distrutte. Haiti la paga molto cara:
A Santo Domingo, nella notte del 22-23 agosto 1791, decine di migliaia di schiavi entrarono contemporaneamente in insurrezione armata, provocando un lungo processo che conduce alla prima abolizione della schiavitù nella storia, il 29 Agosto 1793, e alla proclamazione dell'indipendenza. Santo Domingo, recuperando poi il nome di Haiti, diventa la prima repubblica nera indipendente nel 1804, caso unico nella storia di una rivolta di schiavi che hanno dato vita a uno Stato. La Francia probabilmente non ha mai perdonato questa insurrezione, con conseguente perdita di entrate del suo sistema schiavista e migliaia di piantagioni di zucchero e caffè distrutte. Haiti la paga molto cara:
9 novembre 2017
L'opzione della banca pubblica
Uno studio britannico pubblicato il 27 ottobre 2017 ha scritto che la maggioranza dei politici non sa da dove viene il denaro. Secondo City A.M. (London):
Più di tre quarti dei parlamentari intervistati riteneva che solo il governo abbia la capacità di creare nuova moneta.
La Banca d’Inghilterra è intervenuta in precedenza per indicare che la maggior parte del denaro nel Regno Unito deriva da prestiti bancari. In un articolo del 2014 la Banca ha indicato che: “ogni volta che una banca fa un prestito, crea contemporaneamente un corrispondente deposito nel conto corrente bancario del beneficiario, creando così nuova moneta”.
I ricercatori della Banca d’Inghilterra hanno affermato che il 97 per cento dell’offerta di denaro in Gran Bretagna è creato in questo modo.
"Non si tratta solo della Catalogna: ma della democrazia stessa"
Di Carles Puigdemont
La Catalogna è oggi il solo territorio dell’Unione Europea cui è stata negata la legge suprema a favore della quale hanno votato i suoi cittadini, il parlamento che i suoi cittadini hanno eletto, il presidente che tale parlamento ha eletto e il governo che tale presidente ha nominato nell’esercizio dei suoi poteri. Agendo in modo arbitrario, antidemocratico e, secondo me, illegale, lo stato spagnolo ha deciso di sciogliere il parlamento catalano nel mezzo del mandato elettorale, di rimuovere il presidente e il governo catalano, di intervenire nel nostro autogoverno e nelle istituzioni che i catalani sono andati costruendo nella nostra nazione per secoli. Ha attuato una brutale offensiva giudiziaria per determinare l’incarcerazione di massa e la criminalizzazione di candidati promotori di idee politiche che, solo due anni fa, hanno ottenuto livelli storicamente elevati di sostegno pubblico.
Carles Puigdemont con un manifestante |
Oggi i leader di questo progetto democratico sono accusati di ribellione e rischiano una grave punizione, possibile in base al codice penale spagnolo: la stessa dei casi di terrorismo o omicidio, cioè trent’anni di carcere.
7 novembre 2017
Il capitalismo provoca il cancro Gli interessi della Monsanto e la Commissione Europea
Lo scorso 24 ottobre il Parlamento europeo si è espresso, con un parere non vincolante, per vietare del tutto entro il 2022 l’uso del glifosato, un potente erbicida prodotto dalla Monsanto e che si impiega, tra l’altro, in associazione agli OGM [1]. Ma il giorno seguente, 25 ottobre, la Commissione europea, riunita per discutere il rinnovo della licenza, ha dibattuto, discettato e discusso, e infine ha rinviato tutto. La posizione degli Stati membri è diversificata. Italia, Belgio, Svezia, Austria e Grecia sono per la messa al bando; Francia e Spagna sono per il rinnovo [2]. A scanso di equivoci, non parliamo qui di OGM, ma di un diserbante attualmente impiegato anche nel nostro Paese.
Monsanto, la multinazionale recentemente acquisita dalla Bayer – e nel mirino dell’Antitrust europeo - è già nota per aver prodotto il Napalm: l'arma chimica che gli americani usavano in Vietnam, presentandola come un defoliante. Il meccanismo del glifosato è noto: l'erbicida è generalmente letale per ogni forma di vita, ma le piante brevettate dalla Monsanto sono geneticamente modificate per resistergli. Tuttavia, sul glifosato grava da tempo il fondato sospetto di causare il cancro.
Monsanto, la multinazionale recentemente acquisita dalla Bayer – e nel mirino dell’Antitrust europeo - è già nota per aver prodotto il Napalm: l'arma chimica che gli americani usavano in Vietnam, presentandola come un defoliante. Il meccanismo del glifosato è noto: l'erbicida è generalmente letale per ogni forma di vita, ma le piante brevettate dalla Monsanto sono geneticamente modificate per resistergli. Tuttavia, sul glifosato grava da tempo il fondato sospetto di causare il cancro.
JP Morgan manipola il rischio paese ogni volta che il Venezuela paga il suo debito
Il rischio paese è un indicatore che permette di valutare lo stato di salute finanziario di un paese in base agli impegni di debito che ha contratto, cioè la sua capacità o incapacità di pagare. Nel caso venezuelano è la banca statunitense JP Morgan che elabora questo indice - denominato EMBI -, incentrato principalmente sui mercati emergenti.
Ci sono altri indicatori - come il Credit Default Swap, elaborato dalla banca tedesca Deutsche Bank - che valuta anche la capacità di pagamento di un determinato paese e il rischio d’investimento.
Secondo i punteggi dell'indice (dal più basso al più alto), la credibilità finanziaria, la capacità di pagare e la salute finanziaria variano. La base del calcolo per determinare questi fattori è la relazione del debito estero con il Prodotto Interno Lordo (PIL), cioè la capacità che ha l'economia di ottenere le risorse necessarie per affrontare gli impegni assunti dal paese.
5 novembre 2017
Come il cartello "Banca d'Italia" governa l'Italia
Visione della gestione del potere di Bankitalia al Governo
La segreteria del Ministro non può avere rapporti con la struttura stabile del Ministero, ha la funzione di tenere i rapporti tra il Ministro e la politica del territorio.
Il Gabinetto del Ministro è l’unico deputato ad avere rapporti con il segretario Generale del Ministero o con i capi Dipartimento per comunicare gli indirizzi del Ministro o del Sottosegretario.
La contabilità finanziaria è regolata per legge con i capitoli di spesa.
I capitoli di spesa sono assegnati e gestiti dai Direttori funzionari pubblici (burocrati) non scelti dalla politica ma vincitori di concorsi e protetti dalle associazioni sindacali, il Ministro può solo chiedere al Capo di Gabinetto di spostare un direttore ad altra direzione motivando la richiesta e il dirigente può fare ricorso alla Corte dei Conti (se è un Ministro capace riesce a fare lo spostamento anche dopo un anno)
La segreteria del Ministro non può avere rapporti con la struttura stabile del Ministero, ha la funzione di tenere i rapporti tra il Ministro e la politica del territorio.
Il Gabinetto del Ministro è l’unico deputato ad avere rapporti con il segretario Generale del Ministero o con i capi Dipartimento per comunicare gli indirizzi del Ministro o del Sottosegretario.
La contabilità finanziaria è regolata per legge con i capitoli di spesa.
I capitoli di spesa sono assegnati e gestiti dai Direttori funzionari pubblici (burocrati) non scelti dalla politica ma vincitori di concorsi e protetti dalle associazioni sindacali, il Ministro può solo chiedere al Capo di Gabinetto di spostare un direttore ad altra direzione motivando la richiesta e il dirigente può fare ricorso alla Corte dei Conti (se è un Ministro capace riesce a fare lo spostamento anche dopo un anno)
4 novembre 2017
Tutto quello che sapete sul neoliberalismo è sbagliato
Diciamolo: nell’economia internazionale odierna, sempre più complessa e interdipendente, la sovranità nazionale è diventata irrilevante. La crescente globalizzazione economica ha reso i singoli Stati sempre più impotenti nei confronti delle forze del mercato. L’internazionalizzazione della finanza e la sempre maggiore importanza delle multinazionali hanno eroso la capacità dei singoli stati di perseguire autonomamente delle proprie politiche sociali ed economiche – in particolare quelle di tipo progressista – e di assicurare la prosperità ai propri popoli. Pertanto, la nostra unica speranza di conseguire qualsiasi cambiamento significativo è che i paesi “mettano insieme” le loro sovranità e le trasferiscano ad istituzioni sovranazionali (come l’Unione europea) che siano abbastanza grandi e potenti da far ascoltare la loro voce, riconquistando così a livello sovranazionale la sovranità persa a livello nazionale.
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