Il 25 dicembre 2009 le autorità statunitensi, arrestarono un nigeriano, Abdulmutallab a bordo del volo della Northwest Airlines che collega Amsterdam a Detroit; fu accusato di aver tentato di far esplodere l’aereo con una bomba che aveva nascosto all’imbarco. I giorni seguenti molti servizi apparirono sulla CNN, nel NewYork Times e negli altri media secondo i quali il nigeriano era sospettato di aver seguito un addestramento nello Yemen dedicato a questa missione suicida.
E’ stato cosi che il mondo a visto nascere un nuovo obiettivo della Guerra contro il terrorismo statunitense, uno stato isolato e indigente della penisola Arabica: lo Yemen. Osservando più da vicino il contesto dell’apparizione di questa presunta minaccia, l’agenda segreta del pentagono e dei servizi segreti statunitensi per lo Yemen, apparivano più chiari.
Dopo qualche mese tutti assistono all’intensificazione delle operazioni militari statunitensi nello Yemen, un paese disperatamente povero, vicino dell’Arabia Saudita alla sua frontiera settentrionale, che si affaccia sul mar rosso ad ovest e sul Golfo d‘Aden a sud il suo accesso al mare d’Arabia, su cui si affaccia un altro paese desolato, recentemente all’attenzione dei media: la Somalia.
Patto dell’Euro, Libia, Fukushima, Portogallo, proteste sindacali a Bruxelles, Londra e Budapest.
Nel Consiglio Europeo di Bruxelles del 25 marzo è stato adottato “un insieme globale di misure che rafforzerà la governance economica dell’UE e garantirà la stabilità duratura della zone dell’euro nel suo insieme”. Si tratta del “Patto dell’Euro”, che in un primo momento si chiamava “Patto di Stabilità” e che, secondo l’osservatorio Corporate Europe significa“il più grande passo verso un modello corporativo di governance economico che si tradurrà in un attacco massivo ai diritti sociali e agli standard di vita”.
Di Gorka Larrabeiti
Rebelión Il Presidente della Commissione Europea, Barroso, aveva definito le nuove misure sulla governance economica europea come una “rivoluzione silenziosa”. Grandi gruppi di pressione come il BusinessEurope o la Tavola Rotonda Europea degli Industriali, un “forum informale che riunisce i 45 manager e presidenti delle più grandi multinazionali europee” vedono compiersi le rivendicazione che avevano già chiesto nel documento Europa in cammino.Una visione per un’Europa competitiva nel 2025.
Un vento di libertà soffia in Egitto dal quel giorno storico dell'11 febbraio 2011, data della destituzione del generale-presidente Hosni Mubarak da parte dei suoi colleghi e della sua fuga senza gloria verso Sharm El Sheikh, stazione balneare particolarmente apprezzata dai sub di tutto il mondo per le sue acque limpide e la compagnia di delfini.
Un vento così eccitante che il gruppo irriducibile di attivisti per la pace - al quale si sono aggiunte più di 500 persone - ha deciso di assediare la piazza di Tahrir. Diverse classi della società egiziana - imprenditori, guide turistiche, ingegneri, avvocati, medici, giornalisti, studenti, o semplicemente uomini e donne del popolo - hanno deciso di occupare, come una sfida democratica, il centro di questo luogo simbolico della rivoluzione egiziana. Obiettivo: la promulgazione di una nuova costituzione e indire elezioni libere dopo un anno - e non quattro mesi, come annunciato dal Consiglio Supremo delle Forze Armate a capo del paese - per consentire alla società civile egiziana di organizzare la sua rappresentazione. La posta in gioco è alta: evitare che le aspirazioni democratiche della maggioranza finora silenziosa non si ritrovino incagliate tra la potente Fratellanza Musulmana (prima soggetta a divieto di scrutinio elettorale come un partito) e il Partito Nazionale Democratico, lo stesso sul quale si è basato il sistema clientelare di Mubarak.
IL LINGUAGGIO DELLA DEMOCRAZIA DEI CACCIABOMBARDIERI NATO!
La guerra è pace. Adesso i manifestanti sono fuori dalle video camere, adesso si filma la diplomazia dei missili. Avvolti dalla rettitudine morale, i Tomahawks, Typhoons, Tornado, Rafale, Mirages, B-2 e F-18, per non nominare i “sexy” missili cruise europei Storm Shadow e possibilmente la guest star, il jet stealth (quasi invisibile) F-22 Raptor che evita i radar, parlano adesso il linguaggio della democrazia. Questi “mezzi militari” che ostentano le loro “capacità uniche”, “proteggono adesso il popolo libico”. Mettiti al riparo o diventerai un danno collaterale.
10- Il ritorno di Ulisse: Operazione “Alba dell’Odissea”? Bisogna congratularsi con gli scrittori fantasmi del Pentagono. L’Odissea di Omero è l’archetipo della cronaca di tutti i viaggi. Quindi Odissea/Ulisse tornano a deambulare per il Mediterraneo. Il ritorno degli eroi che hanno conquistato Troia adesso diventa il ritorno degli eroi che ci hanno commosso e stupito. Bengasi è Itaca e Tripoli è in lista d’attesa. Muamar Gheddafi è Ciclope. Ma chi è Circe? Hillary Clinton?
Il Senato del Wisconsin, a maggioranza Repubblicana, ha approvato mercoledì sera una legge che spoglia i lavoratori statali dei loro diritti a negoziare un contratto collettivo e li obbliga a pagare molto di più per l’assicurazione sanitaria e la pensione. La legge è stata adottata malgrado l’assenza di 14 senatori Democratici che avevano lasciato lo Stato, privando legalmente i Repubblicani del quorum e della maggioranza di due terzi necessaria per iniziare la procedura di voto.
La legge dovrebbe essere votata giovedì dall’assemblea del Wisconsin e promulgata dal Governatore Scott Walker entro la fine della settimana.
I Repubblicani hanno fatto valere un principio giuridico nel processo, ritirando temporaneamente dal cosiddetto “disegno di legge di riparazione di bilancio” i suoi elementi fiscali. Così facendo, i Repubblicani hanno dichiarato che la normativa non era più un disegno di legge finanziaria e perciò non era nemmeno soggetta al quorum. E’ stato un momento di menzogna evidente per Walker e per i dirigenti Repubblicani del Senato che, in ogni dichiarazione pubblica, avevano assicurato che l’attacco contro i diritti di contrattazione salariale era di natura fiscale.
Dopo qualcheesitazionecircale azioni da intraprenderedi fronte allerivoluzioniarabe, l’amministrazione di Obama decide l’uso della forza come mezzo per salvare i vassalli che ancora possono essere salvati. Come in passato, è l’Arabia Saudita che riceve la missione di dirigere la controrivoluzione. Riad è riuscita a far si che la comunità internazionale riconosca le sue pedine libiche in detrimento dei ribelli e adesso ha appena invaso il Bahrein, affogando in sangue la rivolta popolare.
Dopo essersi riuniti a Parigi con tre emissari della ribellione, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha annunciato, il 10 marzo 2011, che la Francia non riconosce il regime del colonnello Gheddafi come rappresentante della Libia ma al Consiglio Nazionale Libico della Transizione (CNLT).
Si tratta, in questo caso, di un atto contrario ad ogni tradizione diplomatica della Francia che, fino ad ora, non aveva mai riconosciuto governi ma Stati. In precedenza, il 4 dicembre 2010, sempre la Francia aveva riconosciuto Alassane Outtara come presidente della Costa d’Avorio e non Laurent Gbagbo.
Nel caso della Costa d’Avorio, la maggior parte della comunità internazionale ha imitato la decisione di Parigi che spera di provocare adesso una reazione simile per quanto riguarda la Libia. Ma, nessuno può non notare che le decisioni del presidente Nicolas Sarkozy non rispondono agli interessi della Francia, le cui aziende vengono espulse dalla Costa d’Avorio e che non tarderanno a fare la stessa fine dalla Libia- ma che sono state prese in risposta alle richieste espresse dalle amministrazioni del presidente statunitense Obama e del primo ministro israeliano Netanyahu.
Un evento storico per i diritti umani negli Stati Uniti si è verificato Martedì 1 marzo, quando la Commissione Presidenziale per lo Studio sulle Questioni Bioetiche ha ascoltato le dichiarazioni scioccanti di una rappresentanza dei molti Americani che vengono torturati attraverso armi a distanza e tattiche Cointelprosimili. Ciascuna vittima sopravvissuta alla tortura ha presentato prove di violazioni estreme dei diritti umani, implorando Obama di porre termine all'orrenda sperimentazione militare umana non consensuale condotta oggi su di loro e migliaia di altri come loro.
Secondo le presentazioni fatte alla Commissione di Bioetica martedì, le vittime sopravvissute necessitano di un'inchiesta del Congresso. Hanno bisogno che i loro abusi siano documentati ed ascoltati. Essi richiedono una maggiore declassificazione dei documenti governativi che nascondono la sperimentazione umana non consensuale e le operazioni di controspionaggio che hanno come obiettivo cittadini americani. Tale declassificazione si è verificata durante l'amministrazione Clinton, rivelando violazioni dei diritti umani che hanno scosso la nazione.
Il Rapporto annuale del servizio d’intelligence statunitense ha confermato la natura pacifica del programma nucleare iraniano.
Una recente relazioneannuale dei servizi d'intelligence statunitensi ha modificato le considerazioni precedenti sulla possibilità che l’Iran costruisca armi nucleari ed ha affermato la natura pacifica del programma atomico del paese persiano, secondo quanto informa la Press Tv, citando il rapporto pubblicato sul Washington Post.
Nel documento consegnato al Congresso statunitense non si fa riferimento alle accuse secondo le quali l’Iran mantenga l’opzione di costruire armi nucleari.
Il Centro per il Controllo delle Armi, l’Intelligence e la Non Proliferazione delle Armi della CIA, hanno realizzato questo rapporto in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Intelligence statunitense.
Il Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA), Yukiya Amano, ha riconosciuto anche, lo scorso lunedì, che da quando ha assunto l’incarico a dicembre del 2009, non vi era alcun segnale che l’Iran sviluppasse un programma nucleare militare.
L’Iran come membro dell’AIEA e del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) sviluppa il suo programma nucleare con scopi puramente pacifici e sotto la supervisione continua di ispettori internazionali.
Vi scrivo questo in forma anonima, perché trovo necessario che queste informazioni escano dalla striscia. Vi chiedo di diffondere queste informazioni ma di mantenerle in forma anonima, e di mantenere alta l'attenzione su cosa sta succedendo qui. Grazie.
Anonimo
Il 15 di Marzo, il popolo palestinese è sceso in piazza. È sceso in piazza sia a Gaza che in Cisgiordania, sono scese in piazza donne, bambini, uomini, famiglie intere. Vi racconterò quello che è successo e che sta succedendo a Gaza, dove mi trovo, e non parlerò della Cisgiordania solo perché non ne ero testimone oculare. Qui hanno manifestato, secondo le stime, 300.000 persone, soprattutto giovani, su un'idea lanciata da un gruppo “15 di marzo”, gruppo che non fa riferimento a nessun partito, gruppo di ragazzi e ragazze per lo più giovani e giovanissim*, gruppo nato circa un mese prima e che è rimbalzato in facebook e che è riuscito a raccogliere persone di tutti i tipi e facenti parte di tutte (o quasi) le fazioni politiche.
Il popolo palestinese è sceso in piazza perché vuole l'unità.
Quasi tutto è incomprensibile nella guerra che Francia, Inghilterra, Stati Uniti e il folcloristico codazzo italiano hanno dichiarato contro la Libia. di Stefano D’Andrea http://www.appelloalpopolo.it/ Le notizie sulle fosse comuni, sui bombardamenti aerei contro "folle di manifestanti", sulle stesse folle di manifestanti e sul numero dei morti erano false. Ormai tutti sanno che erano false, anche se, per convenienza o viltà, alcuni fingono di crederle vere. La cosa incomprensibile, tuttavia, è che sebbene quelle notizie fossero assurde, inverosimili e sfornite di ogni prova, molti le hanno reputate vere. L'unica plausibile spiegazione è che i cittadini occidentali siano stati stupiditi. Non parlo soltanto della massa. Mi riferisco anche alla classe dirigente, ai giornalisti, ai politici, ai docenti universitari. Spiegazioni più plausibili non so ipotizzarne. Fornitemele se siete in grado.
Russia, Cina e Germania si sono limitate ad astenersi nella deliberazione del consiglio di sicurezza dell'ONU. Perché? Perché Cina e Russia non hanno posto il veto?
Come alcuni sanno, nel settembre del 1969, Muammar al-Gaddafi, un militare arabo beduino di peculiare carattere, ispirato dalle idee del leader egiziano Gamal Abdel Nasser, promosse nel seno delle Forze Armate un movimento che sconifisse il Re Idris I della Libia, un paese desertico nella sua quasi totalità e con una scarsa popolazione, situato al nord dell’Africa, tra Tunisi e l’Egitto.
Le importanti e preziose risorse energetiche della Libia si scopersero progressivamente.
Nato nel seno di una famiglia di una tribù beduina di pastori nomadi del deserto, nella regione di Trípoli, Gheddafi era profondamente anticolonialista. Si assicura che un suo nonno paterno morì lottando contro gli invasori italiani, quando la Libia fu invasa da costoro nel 1911. Il regime coloniale e il fascismo cambiarono la vita di tutti. Si dice, ugualmente, che suo padre sofferse la reclusione prima di guadagnarsi il pane come operaio industriale.
Stringiamoci a coorte, l’Italia s’è desta, ci han fatto la festa.
La Libia alla BP, Total e Chevron, l'ENI è fuori. A Roma tutti contenti. Pappata la Fiat, ora vanno per Finmeccanica e Fincantieri. Westerwelle: "Nessun soldato tedesco combatterà in Libia" (vedi qui). La veggenza della Lloyd's Di Tito Pulsinelli e Attilio Folliero Attiliofolliero/Selvasorg
Nel giorno del suo compleanno 150 l’Italia viene amputata del potere di avere una politica esterna autonoma nel Mediterraneo, non nella sua ampiezza totale, persino sul pianerottolo con l’inquilino dirimpetto. La ciliegina sulla torta è amara. L’ENI perde le concessioni a favore della British Petroleum (BP), Total , Chevron e Shell. Scacciati da una delle tre aree in cui si continuano a scoprire risorse energetiche o nuovi giacimenti. Congiuntamente all’Iran ed il Venezuela. All’Italia viene negata la funzione storica di ponte europeo verso l’Africa ed il Medioriente, e pure lo spazio di manovra per un’autonoma politica energetica, volta a garantire l’autosufficienza attraverso una propria impresa multinazionale, parzialmente statale.
Quel che un mese fa era un putch militare interno per assicurarsi il controllo dei giacimenti della Libia, divenuto poi un golpe fallito, ha preso finalmente le sembianze di una manovra separatista infruttuosa. Per andare a buon fine, gli sponsor “occulti” di Francia, Inghilterra e Stati Uniti devono sporcarsi le mani- con un intervento diretto. Opportuno riflettere sul perchè la Germania si defila e dice nein. Siamo tornati ai tempi dell’invasione anglo-francese dell’Egitto, dopo la nazionalizzazione del canale di Suez.
Non bisogna dimenticare che il controllo del clima e, specificamente, il controllo dei fenomeni climatici come terremoti o tsunami sono possibili da molto tempo, la stessa ONU ha elaborato, nel 1977, una risoluzione per vietare lo sviluppo di tecniche di modificazione del clima, per il rischio del suo uso con scopi bellici o ostili.
Dopo uno dei più grandi terremoti che abbia mai scosso la terra, che casualmente si è verificato in una delle coste del Giappone dove ci sono un gran numero di centrali nucleari, le informazioni chestiamoricevendoda parte dei mediaoccidentalisi concentrano quasi esclusivamente, sul pericolo di possibili fughe radioattive dalle centrali colpite dal terremoto, lasciando in secondo piano il fatto che visono ancoramigliaia didispersi e che i danni subiti stanno mettendo in grosse difficoltà la vita di decine di migliaia di giapponesi.
L’attenzione che le corporazioni mediatiche occidentali danno al pericolo nucleare in Giappone, ed il modo di affrontarlo, ci può dare qualcheindizio sul fatto che esistono interessi nascosti dietro questa tragedia, dato che queste multinazionali della (dis)informazione non sono altro che strumenti creati e finanziati per difendere gli interessi dei grandi oligarchi del capitalismo,
Ciò che non appare nei media, non accade.Questa è la massima che si deve applicare allo strano caso dell'Islanda. Sì, l'Islanda. L’Islanda dovrebbe essere notizia, titolo principale dei giornali. Perché? Bene, perché in Islanda, la gente è scesa per le strade, pentola in mano, per mostrare la sua radicale opposizione al suo governo. E la mobilitazione dei cittadini non solo ha provocato due crisi di governo, ma ha imposto un processo costituzionale, la stesura di una nuova Costituzione per evitare il ripetersi di situazioni simili come quelle che si sono verificate nel corso di questa crisi globale. Quali sono queste situazioni?
Le tre principali banche islandesi si lanciarono, protette dal neoliberismo rampante, in una politica di acquisto di attivi e prodotti al di fuoridei loro confini.Come è successo con molte banche, quei prodotti sono risultati spazzatura, di quella che a Rodrigo Rato sembrava una stupenda scommessa finanziaria quando era direttore del FMI, che ha portato questeistituzioni alla bancarotta per i loro debiti in Olanda e Gran Bretagna.Il governo islandese ha provveduto a nazionalizzare le banche e ad assumersi i loro debiti.
Non c’è dubbio che nel campo delle interpretazioni storiografiche è opportuno evitare atteggiamenti troppo faziosi, dogmatici o apologetici per adottare un approccio possibilmente problematico verso le questioni e i processi storici. Francamente questo spirito libero non c’è nel clima di esaltazione retorica dei 150 anni dell’unità d’Italia.
Con questo articolo so di andare controcorrente per tentare di recuperare la memoria di due esperienze storiche che sono state letteralmente cancellate dalla storiografia ufficiale. Mi riferisco al destino parallelo degli Indiani d’America e di coloro che sono definiti i “Pellerossa” del Sud Italia: i briganti e i contadini del Regno delle Due Sicilie.
Due nomi, due facce, Fadoua e Karim, due vittime dell’arbitrarietà, certamente non gli unici, ma il loro triste destino ha emozionato il Marocco. Karim Chaib di 21 anni ha perso la vita nei violenti disordini che hanno scosso la città di Sefrou, dopo le manifestazioni del 20 febbraio. Un video mostra numerosi poliziotti che si scagliano contro di lui in una strada della città mentre si sentono le urla indignate di alcune donne. Anche se la scena si è verificata davanti a testimoni, questo non ha impedito alle autorità di “mascherare” il suo crimine. Karim è stato sepolto di prima mattina in presenza di un numero molto limitato dimembridella famiglia, senza che i risultati dell’autopsia siano stati resi pubblici.
Il patto per la competitività adottato dalla zona euro questo fine settimana non resterà in nessun cassetto per un anno, termine dato ai paesi per attuare le loro misure. L’accordo tornerà sul tavolo nella riunione dei ministri dell’euro questo pomeriggio e domani tra i 27 paesi dell’UE.
L'attuazionedellepropostedel cancelliere tedescoAngelaMerkel, comprese le riforme sui limiti dei salari e del deficit, saranno controllate dalla Commissione, che prevede un documento redatto da ciascun partner, entro aprile, per sapere quali sono le proposte per portare a termine queste riforme.
Il patto per la competitività, chiamato ora Patto per l’Euro, sarà il pilastro di un Governo Economico rafforzato, che include anche il controllo europeo degli aspetti dell’economia nazionale, che fino ad ora erano fatti solo successivamente. Nello stesso documento, chiamato Programma Nazionale della Riforma, i paesi dell’UE rimetteranno a Bruxelles le linee generali dei loro conti nazionali per il prossimo anno, uneserciziodi prevenzioneche miraadevitare speseirresponsabili.
Questo controllo europeo fisserà il margine per i parlamenti nella redazione delle finanziarie.
Nel mese di febbraio, il debito pubblico USA è continuato a crescere; dall’inizio dell’anno è aumentato complessivamente di 169,55 miliardi. Nell’ultimo anno, a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, in molti paesi del nord Africa e del Medio Oriente sono scoppiate rivolte popolari. La fame è, dunque, alla base di queste rivolte, che solo negli ultimi mesi sono arrivate all’attenzione dei media mondiali; basta citare la rivolta in Egitto, di cui noi abbiamo parlato già un anno fa circae che i media ufficiali hanno scoperto solo all’inizio di quest’anno!
Oggi, nessuno ne parla, ma presto vedremo queste rivolte anche negli Stati Uniti. Molto presto gli statunitensi, che fino ad ora sono i più ricchi del pianeta, avranno problemi di fame ed inevitabilmente i rimorsi della fame conducono alle rivolte, alle esplosioni sociali.
Come se non fosse sufficientemente irresponsabile la nostra interazione in questo pianeta, si sta già preparando la nuova generazione di armi futuriste: super potenti, ipereffettive e più distruttive che mai.
Di Jeff Hecht
Newscientist.com Lo sviluppo delle armi è stato, tristemente, uno dei più grandi detonanti innovativi a livello tecnologico di tutta la storia. Basta ricordare i molteplici vantaggi tecnologici di cui godiamo da un paio di decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, elo stesso fenomeno chesi è verificato dopola guerra fredda. Ma ovviamente, perché la società goda dei benefici di questi strumentiinnovativi devono trascorrere diversi anni dopo che sono stati sfruttati a livello militare. A conferma di ciò, basta verificare che l’antecedente guidato dalla World Wide Web, la ARPANET (Advances Research Projects Agency Network)è statalanciataa metàanni Sessantadal governoUsa e solo 20 anni il suo miele è cominciato ad arrivare alla società civile.
L'International Solidarity Movement(ISM) Gaza chiede una giornata di azione globale per attirare l'attenzione sui prigionieri politici palestinesi che si trovano illegalmente detenuti in Israele. Il 17 aprile è il giorno dei prigionieri palestinesi, una giornata in commemorazione delle 5.834 palestinesi che sono attualmente (al 1 Febbraio 2011), detenuti nelle carceri israeliane. Non meno di 221 di loro sono bambini e 798 sono condannati all'ergastolo.
Vi chiediamo di organizzare eventi il 17 aprile o nel corso di quella settimana nei vostri paesi per contrastare le numerose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele in materia prigionieri palestinesi.
Aumentate la consapevolezza, incentivate la pressione dell'opinione pubblica i vostri rappresentanti locali e nazionali per far rendere conto ad Israele dei suoi crimini, domandando che vengano rispettati come minimo i seguenti punti: