5 novembre 2009

LA COMMISSIONE TRILATERALE DOMINA IL GOVERNO DI OBAMA


di Patrick Wood
TheAugustReview.com

Nei suoi primi dieci giorni, Barack Obama ha designato nella Commissione Trilaterale undici importanti membri chiave della sua amministrazione. Così introdusse una potente forza esterna nella leadership del suo governo, ma con un’agenda di base che piuttosto danneggia i cittadini USA.

Oltre a queste nomine, Obama ha portato alla Casa Bianca rilevanti membri della Commissione Trilaterale, come il suo consigliere principale in politica estera Zbigniew Brzezinski, co-fondatore della Commissione insieme a David Rockefeller.

La Commissione Trilaterale ha una grande responsabilità sullo stato attuale del mondo. Si è costituita nel 1973 come un centro mondiale di presunti pensatori che hanno progettato il giro multinazionale del capitalismo verso il cosiddetto neoliberismo, che è stato solo una radicalizzazione della destra neo-conservatrice, della concezione keynesiana più classica dell’economia, del ruolo dello Stato, l’intensificazione dello sfruttamento mondiale del lavoro e dell’egemonia militare mondiale dei paesi più ricchi del pianeta e delle loro corporazioni transnazionali.

La Trilaterale è una specie di grande partito politico mondiale di destra. Secondo il loro sito web, è stato formato da privati cittadini del Giappone, Europa (paesi dell’ UE) e Nord America (USA e Canada) per promuovere una collaborazione più stretta tra le aree industrializzate democratiche rilevanti del mondo [in opposizione al campo socialista di allora] e condividere responsabilità di gestione in un sistema internazionale più ampio.

Secondo la lista ufficiale, la Commissione Trilaterale è composta da 424 membri, ma solo 87 appartengono agli Stati Uniti e altri 337 provengono da altri paesi. Così, nelle sue prime due settimane, Obama ha nominato la quota di rappresentati governativi, che costituiscono il 12% della Trilateral, per esempio la nomina permanente di William Jefferson Clinton, il marito della segretaria di Stato Hillary Clinton. Le undici nomine di Obama sono ricadute sui seguenti personaggi:

Tim Geithner, Segretario del Tesoro
Susan Rice, Ambasciatrice nelle Nazioni Unite
General James L. Jones, Consigliere della Sicurezza Nazionale
Thomas Donilon, Consigliere Commissionato della Sicurezza Nazionale
Paul Volker, Presidente del Comitato di Recupero Economico
Almirante Dennis C. Blair, Direttore dell’ Intelligence Nazionale
Kurt M. Campbell, Segretario di Stato Ausiliare- Asia e Pacifico
James Steinberg, Commissionato della Segretaria di Stato
Richard Haass, Inviato Speciale del Dipartimento di Stato
Dennis Ross, Inviato Speciale del Dipartimento di Stato
Richard Holbrooke, Inviato Speciale del Dipartimento di Stato.

L’amministrazione di Obama e la Commissione Trilaterale hanno molti altri vincoli. Per fare un esempio, il gruppo informale dei consiglieri del Segretario del Tesoro Tim Geithner comprende i membri della Commissione E. Gerald Corrigan, banchiere, ex presidente della Federal Reserve; Paul Volker, ora a capo della ripresa economica di Obama; Alna Greenspan, l'ex capo della Federal Reserve e Peter G. Peterson, un importante banchiere e investitore.

Il primo lavoro di Geithner, dopo essere uscito dall’università, è stato al servizio di Henry Kissinger nell’ufficio di Kissinger Associates. Il trilateralist Brent Scowcroft, che da commerciante è diventato banchiere, è stato consigliere informale di Obama e mentore dell’attuale segretario della Difesa Robert Gates. Ed è anche membro della Commissione, Robert Zoelick, ex segretario del Commercio e attuale presidente della Banca Mondiale designato dall’ amministrazione George W. Bush.

Il sito web afferma “Il corpo dei mebri della Commissione Trilaterale è composto di circa 400 capi distinti nel mondo degli affari, mass media, accademia, servizio pubblico (escludendo ministri di gabinetto nazionali attuali), sindacati e altre organizzazioni non governative delle tre regioni. I presidenti regionali, vicepresidenti e direttori costituiscono la direzione della Commissione Trilaterale, insieme ad un comitato Esecutivo che include circa altri 40 membri”.

Dal 1973, la Commissione Trilaterale si riunisce regolarmente in sessioni plenarie per discutere manifesti politici sviluppati dai loro membri. Le politiche si dibattono fino a raggiungere i consensi. I rispettivi membri ritornano ai loro paesi per l'attuazione delle politiche concordate con coerenza in questi consensi. Lo scopo originale della Commissione Trilaterale è stato la creazione di un “Nuovo Ordine Economico Internazionale” (cioè, la conosciuta globalizzazione). La sua dichiarazione attuale fortifica l’incentivo di una “collaborazione più stretta tra queste aree industrializzate democratiche dominanti del mondo con responsabilità condivise nella direzione di un sistema internazionale più ampio”.

Dal periodo dell’ amministrazione di Carter, i menbri della Commissione Trilaterale hanno portato a termine queste posizioni influenti da postazioni chiave controllati dal governo degli USA: sei degli ultimi otto presidenti della Banca Mondiale; i presidenti ed i vicepresidenti degli Stati Uniti (ad eccezione di Obama e Biden); più la metà di tutti i segretari di Stato degli Stati Uniti, e tre quarti dei segretari della Difesa.

Durante il triennio 2009-2012, l’agenda della Commissione sarà guidata da due grandi convinzioni. Primo, la Commissione Trilaterale continuerà ad essere più importante che mai per preservare la direzione condivisa dei paesi ricchi in un sistema internazionale più ampio. Secondo, la Commissione “amplierà il suo raggio d'azione per riflettere i cambiamenti più ampi nel mondo”. In questo modo, il Gruppo Giapponese è diventato il Gruppo Asia Pacifico, che include a membri della Cina e dell’ India, ed ha aggiunto membri messicani al Gruppo Nordamerica (Canada e USA). Il Gruppo Europeo continua ad allargarsi conforme all’ampliamento dell’ UE.

Aggiornamento di Patrick Word (di August Review.Com)

Il concetto di "indebito condizionamento" si presenta considerando il numero di membri della Commissione Trilaterale in alte cariche dell’amministrazione di Obama. Hanno il controllo delle nostre più urgenti esigenze nazionali: crisi finanziaria ed economica, sicurezza nazionale e politica estera.
Il conflitto d’ interessi risulta palese. Con il 75 % dei membri non statunitensi nella Trilaterale, quale influenza ha questa stragrande maggioranza sul 25 % restante?

Ad esempio, quando la Chrysler ha messo il suo fallimento sotto la protezione e il controllo dell’amministrazione di Obama, rapidamente si è deciso che il costruttore italiano delle macchine FIAT, avrebbe preso il controllo di quella compagnia. La persona nominata per l'accordo è stato il segretario al Tesoro e il ministro delle Finanze Timothy Geithner, membro della Commissione Trilaterale. Vi sorprenderebbe sapere che il presidente della Fiat, Luca di Montezemolo è anche lui un membro? Il Congresso avrebbe dovuto fermare questo accordo nel momento in cui fu suggerito.

Molti membri europei della Commissione Trilaterale sono anche massimi dirigenti dell' Unione Europea. Quale oscillazione politica ed economica hanno attraverso la loro contropartita statunitense?

Se in qualche sondaggio venisse chiesto, la maggioranza degli statunitensi direbbero che le aziende degli Stati Uniti sono le loro e che devono rimanere chiuse all’interferenza di stranieri che non abbiano agende statunitensi. Ma la maggior parte degli statunitensi non hanno la minima idea di cosa sia la Commissione Trilaterale, meno ancora dell’enorme potere che ha usurpato da quando nel 1976, Jim Carter, che fu il primo membro della Trilaterale e che poi venne eletto presidente.

Alla luce dell’attuale crisi finanziaria senza precedenti i trilaterali sarebbero inorriditi se avessero letto la dichiarazione di Zbigniew Brzezinski (co-fondatore della Commissione con David Rockefeller) impressa nel suo libro del 1971 “Tra due età: il ruolo degli Stati Uniti nell’era tecnotronica” che dice così:

“La Nazione-Stato come unità fondamentale della vita dell'uomo organizzata ha cessato di essere la principale forza creativa: Le banche internazionali e le corporazioni transnazionali sono 'ora' attori e pianificatori nei termini in cui un tempo erano attribuiti i concetti politici di stato-nazione” . (Cioè, ha inviato alla alla sala giochi in disuso i concetti basici di stato-nazione, sovranità delle nazioni e ruolo dello Stato nella società, per promuovere un mondo governato dalle banche e dalle corporazioni transnazionali).

Questo è quello che veramente sta succedendo. Le banche e le corporazioni globali sono circoli che stringono intorno alla nazione–stato, includendo gli Stati Uniti. Non hanno nessun rispetto per il giusto processo, il Congresso o la volontà popolare.

Perché hanno mantenuto gli statunitensi all’oscuro di un argomento così grande che scuote il nostro paese alla sua stessa base? La Trilaterale controlla i grandi media.

La risposta è semplice: La principale leadership dei grandi mass media d’informazione sono saturi di membri della Commissione Trilaterale, che sopprimono selettivamente le notizie che devono essere coperte, per esempio:

David Bradley, presidente dell’ Atlantic Media Company
Karen Elliot House, ex vicepresidente senior di Dow Jones & Company, ed editrice di “The Wall Street Jorunal”, proprietà di Rupert Murdoch
Richard Pleper, copresidente dell’ HBO
Charlie Rose, di PBS, Servizio Pubblico di Radio e TV degli USA
Fareed Zakaria, redattore di “Newsweek”
Mortimer Zuckerman, presidente di “U.S. News & World Reports”.

Esistono molte altre connessioni con il livello superiore dei mass-media originate dai membri o partecipanti nelle direzioni corporative e la proprietà azionaria comune. Per maggiori informazioni, consultare il libro pubblicato originalmente nel 1978 da questo scrittore, “Trilaterals Over Washngton”, che è disponibile in lingua inglese in pdf e senza nessun costo su www.AugustReview.com. In questo sito ci sono molti lavori che analizzano diversi aspetti dell’egemonia della Commissione Trilaterale negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, dato che fu fondata nel 1973.

Fonte: http://www.argenpress.info/2009/10/proyecto-censurado-la-comision.html

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Vanesa

VACCINI & MICROCHIP, IL PIANO ERA GIA' STATO RIVELATO 20 ANNI FA...


Notizia tratta dal sito http://ronpaul.blog.de attraverso la traduzione del sito theflucase.com.

Il quotidiano britannico "The Sun" nella sua edizione del 1 agosto 1989 (vedi foto qui in alto, cliccare su di essa per vederla ingrandita) recava una profetica notizia. Sotto il titolo "Il Grande Fratello sta arrivando - Rivelato piano segreto per etichettare ogni uomo, donna e bambino" venivano rivelati i piani segreti del governo per impiantare microchip in ogni persona allo scopo di ottenere il controllo totale della popolazione, anche con il pretesto di una pandemia di influenza suina.

L'articolo potrebbe essere stato scritto oggi, dal momento che i governi si preparano a realizzare una campagna di vaccinazione di massa per l'influenza suina con dei vaccini non testati e tossici, mentre molte fonti riferiscono che ci saranno dei nanochip nelle siringhe che verranno utilizzate per le iniezioni di tali vaccini.

Ovviamente molti medici che parteciperanno volontariamente a tale operazione criminale saranno probabilmente convinti dai loro mandanti che i nanochip (versione ancora più miniaturizzata dei pericolosi microchip già attualmente in uso) servono per monitorare il diffondersi dell'epidemia onde combatterla meglio. Come infatti già segnalato nel mio "profetico" articolo su microchip e vaccini l'azienda VeryChip ha realizzato un cosiddetto chip "anti-pandemia" che potrebbe essere utilizzato come foglia di fico per coprire la vergognosa operazione.

Fonte:
http://scienzamarcia.blogspot.com/

4 novembre 2009

Il "GOVERNO MONDIALE" di George Soros


di Alfredo Jalife

Dal suo letto di Procuste mentali, Soros desidera imporre un nuovo ordine globale di taglio finanziario quando il mondo vola verso l’economia politica e/o finanziaria regolate e addomesticate dall’alta politica.

Antecedenti: due mesi dopo il fallimento della banca Lehman Brothers, che ha fatto precipitare la crisi finanziaria globale, Gideon Rachman- molto vicino ad Israele e ai circoli finanziari della City, e colonnista del Financial Times- pontificò i supposti benefici per l'installazione di un "governo mondiale" (9-12-2008), inquietante idea che i suoi apologisti critici negavano in modo fariseo come una paranoica “teoria della cospirazione”.

"IL PEGGIO DELLA CRISI STA PER ARRIVARE"


di Raùl Dellatorre

“Credete che arriva il crollo del sistema capitalista? Non vi dimenticate che ci sono esperti in demolizioni”. La frase è lapidaria. La sua intenzione? Mettere in guardia circa i rischi di illudersi su quello che la crisi del capitalismo soffre, quando è questo il centro del potere, gli Stati Uniti, che continuano a gestire i tempi e le risposte globali alla crisi. Una crisi autogestita? Non tanto, ma neanche così lontano. Il suo autore? Pedro Paez Perez, l’economista che il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha messo al fronte della costruzione della proposta di una Nuova Architettura per l’ America Latina, il cui primo pilastro sarà la Banca del Sud.

Paez Perez è passato da Buenos Aires per partecipare ad un colloquio organizzato dal Cefid.Ar (il centro di studi formato dalla banca pubblica e cooperativa). Questo giornalista ha avuto l' opportunità di partecipare ad un profondo scambio di idee con economisti locali nella sede di Clacso di questa capitale, un giorno dopo in un’intervista per Visiòn Siete (la televisione pubblica) e, nel mezzo, parla “mano a mano” con questo specialista. Dalla sua personalità si sottolinea l’audacia delle sue proposte e la ferma convinzione “militante” con la quale si assume la ristrutturazione del sistema finanziario e il reinserimento strategico dell'America Latina nel mondo. Quello che segue è una parte dei suoi questionamenti.

Perché crede che la crisi internazionale non ha ancora attraversato il suo momento peggiore?

La storia che “il peggio della crisi è passata” sembra essere prodotto di un ipnotismo sincronizzato dei politici, mass media e alcuni governi. E’ molto pericoloso illudersi che sia già superata, perché quello che è stato fatto fin qui, come misure correttive, non ha fatto altro che aggravare le condizioni che hanno prodotto la crisi. I miliardi di miliardi di dollari che i governi centrali hanno trasferito al settore privato non sono stati la creazione di nuovi posti di lavoro, ma di speculazione. Vediamo salire la Borsa senza nessun senso, il petrolio soffre salti spettacolari per poi crollare. I fondi d’investimento si sono rafforzati. Non c’è relazione tra quello che succede in quei mercati e l’economia reale. Nè i cambiamenti dei costi, nè la scarsità o l’eccesso della domanda o dell’offerta, nè le prospettive di crescita giustificano tali movimenti. Si stanno formando nuove bolle e adesso possono colpire principalmente l’ America Latina.

Perché l’avvertimento in modo particolare per questa regione?

Per la sua dipendenza dalle risorse primarie e del prezzo internazionale. Per la sua vulnerabilità ai movimenti speculativi di capitali. Seguite con attenzione quello che sta succedendo in alcune borse della regione. Inoltre, per la sua dipendenza monetaria. Di fronte all’indebolimento del dollaro, chi esce a sostenerlo? Le banche centrali dei paesi della regione. Gli Stati Uniti raccolgono i benefici di emissione illimitata e non hanno nemmeno bisogno di fare lo sforzo di difendere il valore della loro moneta. Ci sono pochi studi fatti sull’utilizzo della moneta come strumento di dominio. E, nonostante questo, lo svolgimento di questa crisi potrebbe essere il fattore fondamentale. Chi ha maggiore capacità di emissione è in vantaggio.

Tuttavia, spesso s' interpreta l’egemonia del dollaro mettendola in discussione perchè potrebbe essere il tallone d’ Achille degli USA come economia dominante.

C’è anche chi dice che “la crisi dell’impero è terminale” ( ride). Quando mi chiedono se arriva il cataclisma, la caduta del sistema, dico di non dimenticare che ci sono anche esperti in demolizione, capaci di controllare i detonanti, dove e quando causare il danno e, la cosa più importante, sanno cosa fare sulle macerie. Gli Stati Uniti stanno transitando la crisi amministrandola. Decidono di salvare alcuni invece di altri. Perché sono crollate le banche di investimento Lehman Brothers e Bear Stearns prima che apparissero i piani di salvataggio? Erano i nomi più emblematici del sistema finanziario statunitense, e nonostante questo li lasciano cadere perché sono quelli che avrebbero colpito la Germania e la Francia, per coinvolgerli nei costi della crisi. Quale reazione hanno avuto questi due paesi? Si sono indignati con gli USA e li hanno incolpati di tutti i loro mali. Però, a dicembre (2008), alla riunione dei 20 negli Stati Uniti sono arrivati “mansueti”. Cosa è sorto da quella riunione? Più regolazioni al sistema finanziario, ma nelle mani degli Stati Uniti e gli organismi che controlla, la Banca Mondiale e l’ FMI. Cioè hanno concentrato ancora di più la capacità di regolamentare l'economia globale. Fanno la politica e trasferiscono i costi al resto del mondo. E questo è quello che sta per arrivare. Il peggio deve ancora accadere. E’ una storiella che la crisi l’hanno loro, per il Terzo Mondo i rischi sono molto superiori.

Lei dice che il tema monetario è la chiave. Cosa significa questo per l’America Latina?

Che ora è più urgente che mai avere una struttura finanziaria completa, che costruisce le basi per un nuovo tipo di sovranità. Un' organizzazione sovranazionale che pensi alla Grande Patria latino-americana, inserendo temi che non c’erano, fino ad adesso, nè nell’agenda dell’accademia nè dei movimenti sociali, nè dei politici, come la sovranità monetaria e finanziaria. Continuare ad essere legati al FMI e agli organismi tradizionali vuol dire continuare ad essere contaminati dal Consenso di Washington, il “dogma” del neoliberismo. La prossima tappa della crisi sarà molto aggressiva con America Latina. Le condizioni che si stanno generando ci conducono alla barbarie. Dobbiamo creare le condizioni per blindare le nostre economie, e difendere la produzione ed il lavoro. Non sto neanche parlando del socialismo del XXI secolo. Dico che è imprescindibile trovare gli strumenti per affrontare le condizioni di questo capitalismo del XXI secolo.

La Banca del Sud è questo strumento?

Non solo la Banca del Sud, che sarà una Banca di sviluppo con altri tipi di priorità: la sovranità alimentare ed energetica, il finanziamento dell’economia popolare, dell’ infrastruttura che integri i popoli. Che promuove una base critica di ricerca in scienze e tecnologia, da cui partire per rinegoziare il ruolo della regione nella divisione internazionale del lavoro. Siamo ottimisti sul fatto che alla fine del 2010 possa funzionare. Ma è anche necessario avere un fondo di stabilizzazione sovrana, un Fondo del Sud, ed una moneta regionale. Sono i tre pilastri della nuova architettura finanziaria. Una proposta modulare, ma con la sovranità monetaria come elemento chiave.

Fonte: http://www.pagina12.com.ar/diario/economia/2-134488-2009-11-01.html

Tradotto pr Voci Dalla Strada da Vanesa

3 novembre 2009

UN PO' DI "SUCRE" IN UN MONDO DI AMAREZZA

Di Maximilien Arvelaiz e Manuel Cerezal

In meno di un anno, l’Alleanza Bolivariana dei Popoli d’America (ALBA- TCP) ha concepito e messo in moto un sistema regionale di compensazione dei pagamenti, il SUCRE*, associato ad un valore di scambio comune con stesso nome. Il meccanismo comincerà ad operare nel 2010.

Di fronte alla decadenza di un modello economico che molto presto sarà insostenibile, le autorità economiche internazionali si limitano a mantenerlo sotto perfusione e cercano, invano, le ricette necessarie per riattivare la crescita depressa. Si possono vedere gli sforzi, ampiamente diffusi, nei mass media, dei Premi Nobel Joseph Stiglitz e Amyarta Sen, diretti a ripensare, o meglio, a “ricalcolare”, lo sviluppo, l'espressione di una certa propensione universitaria di diluire l' emergenza della recessione attuale. Un' approcio così sterile quanto la promessa di alcuni, in vigilia dell’ennesimo summit del “G+qualcosa” di “rifondare il capitalismo”.

Non sorprende che l'interesse, per le élite economiche e politiche del mondo è quello di mantenere lo stato quo. Principalmente quando argomentano che la difesa del libero commercio, garantisce l’intensità del libero commercio, e necessario per preservare il tenore di vita degli occidentali. Però le maschere cadono quando diciassette dei venti paesi che condannano congiuntamente il protezionismo si sbrigano a proteggere le loro stesse economie nazionali e i loro sistemi industriali: il discorso economico del G-20 è chiaramente ingannevole. Tanto ingannevole quanto il signoraggio degli Stati Uniti, che rilancia la sua economia lasciando cadere il biglietto verde e continua, in questo modo, a succhiare le ricchezze al resto del mondo.

Al Sud la crisi non è nuova, e sta aggravando i suoi tre principali problemi:
  • L’ asimmetria, da una parte, tra i centri tecnologici di alto valore riconosciuti dal Nord, e dall’altra parte, tra i paesi del Sud, condannati ad essere i primi fornitori di materie prime, privandoli della possibilità di soddisfare le loro necessità fondamentali.
  • L’estrema difficoltà per gli Stati del Sud di sviluppare sistemi produttivi solidi che contribuiscano alla creazione di posti di lavoro dignitosi e al benessere della loro popolazione. Un’altra conseguenza, una in più, delle ricette neoliberali della crescita basate sulle esportazioni.
  • E, infine, l’ostacolo monetario appena sciolto dall’ FMI, che per ammortizzare le incoerenze di un mondo intossicato dai dollari mal ripartiti, recentemente ha optato per una ripartizione generale dei diritti speciali di prelievo (DTS). Diritti che, quando saranno liquidati, ci rinvieranno rapidamente alle negoziazioni delle politiche con un FMI “rinnovato” grazie ai “favori” artificiali del G-20.
Affrontandosi nella pretesa rassegnazione dei popoli di continuare a subire l'insopportabile,e come risposta modesta, ma molto concreta, a questi tre tumori che affliggono le economie del Sud, l’ ALBA (1) ha creato, il 16 ottobre scorso, il Sistema Unitario di Compensazione Regionale di pagamenti (SUCRE) (2), durante il suo settimo summit dei capi di Stato.

Questo meccanismo comincerà a compensare i flussi commerciali, ancora modesti, (3) tra la Bolivia, l’Ecuador, il Venezuela, Nicaragua e Cuba. Il SUCRE si emanciperà così simbolicamente da altri sistemi internazionali di pagamenti utilizzando un valore di scambio comune, il SUCRE. Come anteriormente l’ecu in Europa, il sucre sarà composto da un paniere di monete nazionali. Inizialmente servirà solo per i pagamentitra le banche centrali dei valori dei flussi di commercio internazionale, e non per trasferire capitali. Ma, questi sucre saranno relativamente virtuali, dato che ogni unità emessa e attribuita ad un paese avrà come contropartita il suo equivalente in moneta nazionale, depositata nel Consiglio Monetario Regionale, organo supremo del SUCRE.

Si tratta di un modo originale di utilizzare di meno il dollaro negli scambi tra i paesi vicini ed amici. Tuttavia, all’inizio il sistema dovrà necessariamente essere influenzato dalla pervasività della valuta utilizzata come riferimento per la conversione delle valute nazionali tra di loro, che è ancora il metodo di pagamento preferito di agenti commerciali; e resta anche il fatto che sarà un’ unità di riserva vincolante per le banche centrali. Dopo ogni semestre di operazioni effettuate in sucre sarà necessario, quindi, che le banche centrali convertano le loro partite in dollari, con lo scopo di ossigenare la loro bilancia dei pagamenti. Questa operazione sarà anche, e soprattutto, una forma per mantenere una politica di emissione fissa, garanzia di fiducia contro eventuali rischi speculativi.

Man mano che il commercio inter-regionale s' intensifica, il sucre guadagnerà in peso ed in credibilità. Intervallato da uno scioglimento progressivo di dollari nel tempo, si potrà farere un pagamento alternativo all’interno dell’ALBA, estendendolo anche ai servizi o anche usandolo con altri blocchi monetari in costruzione.

Emanciparsi dal dollaro implica che le autorità commerciali dei paesi membri del SUCRE rispettino il compromesso di consolidare le loro relazioni commerciali... Dal che derivano i due obiettivi a breve e medio termine:
  • In primo luogo, un' espansione equilibrata del commercio. Le prime cifre saranno simboliche: non supereranno l’equivalente di 1.000 milioni di dollari, con lo scopo di provare il sistema senza rischi. Progressivamente, queste quantità aumenteranno. Anche se oggi sono insignificanti, sarà sufficiente la crescita al ritmo degli scambi degli ultimi anni (dal 17 al 26% per anno dal 2005) per trasformarsi in consistenti. La particolarità del SUCRE sarà, in primo luogo, rispondere ai bisogni fondamentali dei paesi membri e di favorire il commercio “complementare”, riaffermando così il ruolo dello Stato nella pianificazione degli scambi;
  • L’investimento incrociato tra i paesi membri, centrato nella consolidazione dei suoi sistemi produttivi e l’applicazione del principio della solidarietà tra gli eccedenti e i deficitari cronici (4). Si tratta di essere interessati allo sviluppo degli altri con il fine di ridurre le asimmetrie commerciali e produttive.
Se il sistema si mette in marcia correttamente, allora, a fine del 2010- ed è in ogni caso quello che i presidenti degli Stati membri, desiderano- la trasformazione di una frazione delle posizioni in deficit in investimenti produttivi potrebbe cominciare a far concretizzare gli sforzi comuni diretti a consolidare il potenziale produttivo delle nazioni ricche sia nelle risorse che nella mano d’opera. L’intermediario di queste operazioni incrociate sarà il Fondo di Riserva e di Convergenza Commerciale (FRCC) che come la Camera Centrale di Compensazione, sarà diretto dalla banca dell’ ALBA (5).

L'orchestrazione di questi sforzi complementari, spetterà al Consiglio Monetario Regionale, il CMR, che a differenza di una banca centrale sovranazionale, non si limiterà ad uno o due obiettivi macroeconomici nè si conformerà emettendo gli orientamenti della politica economica sovranazionale. Il CMR definirà le variabili e i parametri del sistema dei pagamenti, della moneta, e servirà come trasmittente in materia d’informazione commerciale e di politica degli investimenti.

Restano molti “se”, certamente, e grandi sforzi da fare al di là di instaurare il sistema nel 2010. Ma già cinque firme presidenziali hanno dato tutto il loro appoggio ai primi grammi del SUCRE depositati nel piatto di un’economia reale e costruttiva. Di fronte all’arroganza accademica e l’amaro progetto di egemonia che non saranno eterne….

(1) L’Alba , L’Alleanza Boliviana dei Popoli d' America, è nata a dicembre del 2004 come reazione simbolica all’ ALCA, Zona del Libero Scambio delle Americhe. L’ALCA è stata sotterrata definitivamente nel Summit delle Americhe tenutasi a Mar Del Plata (Argentina) a novembre del 2005 in presenza di George Bush. Il presidente boliviano, Evo Morales, propose di aggiungere all’acronimo dell’ALBA la menzione TPC (TLC) che non sono altro che le versioni bilaterali di un ALCA screditata.

(2) In riferimento al nome del Libertador (liberatore) Josè Antonio de Sucre e all’antica moneta dell’Ecuador la cui economia si è “ dollarizzata” nel 200. Leggere: http://www.medelu.org/spip.php?article211

(3) Attualmente, il volume degli scambi interregionali tra i membri del SUCRE rappresentano appena il 5 % del loro commercio globale

(4) Un’idea sviluppata da John Maynard Keynes nel piano che opponeva a Dexter White, capo della delegazione statunitense nella conferenza di Bretton Woods.

(5) La banca dell’Alba dispone di uno statuto giuridico da settembre del 2009.

Fonte: http://www.medelu.org/spip.php?article285

NDT: *Il titolo gioca con la parola “sucre” che in francese significa zucchero e in spagnolo è il nome della nuova organizzazione della moneta dell’ALBA.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

L'ORA DELLA SOVRANITA' ALIMENTARE

di Izaskun Sanchez Aroca

Recuperare il seme locale è molto più che un atto ambientale. E’ un gesto politico che vincola il Nord con il Sud. Si tratta di un gesto politico che collega il nord con il sud e sfida il modello neoliberista di monopolio che ha invaso la nostra alimentazione.

Guardiamo l’etichetta: mele cilene, asparagi peruviani, gamberetti dall’Ecuador, pomodori marocchini, zucche senegalesi...chilometraggio alimentare della terra da cima a fondo per raggiungere i nostri piatti. L’idea di frutta e verdura di stagione o di prodotti locali fanno parte della lista di concetti obsoleti, come ne fanno parte molte varietà orticole. Di fatto, per la FAO, il 75% delle varietà genetiche delle coltivazioni agricole sono scomparse nell’ultimo secolo. E tutto grazie ad una logica neoliberale di mercato che è entrata in pieno nel settore dell’alimentazione. Una logica di monopoli, di mono-coltivazioni che si traduce in prezzi più bassi per i consumatori dei paesi del Nord, alimenti di pessima qualità, grandi benefici per gli intermediari e le multinazionali del settore, e fame e miseria per i paesi impoveriti dove, causalmente, risiedono la maggior parte dei produttori e dei produttori di generi alimentari. Una logica che condanna il movimento contadino alla scomparsa e alla povertà. In effetti, gli ultimi dati della FAO affermano che sono 1.020 milioni le persone mal nutrite. Una cifra che peggiora con la crisi alimentare del 2008, frutto della speculazione, degli agro combustibili, e della congiuntura economica globale. Ciò che è ironico è che il 70 % delle persone che soffrono la fame sono o erano produttori di alimenti.

Il discorso ufficiale parla con allarmismo della mancanza di cibo e del bisogno di una nuova rivoluzione verde nei continenti come l’Africa (questo significa: più semi geneticamente modificati e agro-tossici) per aumentare la produttività. Una rivoluzione che favorirebbe le grandi corporazioni del settore, come la Monsanto, che aumenterebbe considerevolmente le sue entrate e che pregiudicherebbe direttamente i contadini, rendendoli più dipendenti con l’acquisto dei semi modificati ogni anno (i semi OGM si devono acquistare ogni anno, questa è una delle condizioni imposte dalle aziende come la Monsanto, NDT), inquinando la loro terra e la loro acqua e rovinando le coltivazioni tradizionali. Qualcosa che già succede in molti paesi come il Brasile o il Paraguay. Così, mentre nel 2008, il numero di famelici aumentava a 100 milioni, la Monsanto annunciava che durante l’ultimo trimestre di quell’anno i suoi guadagni si erano duplicati grazie alla vendita di pesticidi (glisofato), specialmente in America Latina, e all’aumento dei prezzi dei semi tra il 15 e il 20 %. Semi transgenici destinati alle mono-coltivazioni di soia che sarà esportata perché l’Europa alimenti il suo bestiame. Secondo i dati del Ministerio de Medio Ambiente Rural y Marino (Ministero delle Aree Rurali e Marine, NDT), solo allo stato spagnolo arrivano ogni anno circa 6 milioni di tonnellate di soia transgenica per far mangiare i polli, mucche e maiali. Una soia che nel suo luogo d’origine lascia deforestazione- circa tre milioni di ettari, che equivale alla grandezza della Galizia - inquinamento e migliaia di sfollati e profughi. Di fronte a questa situazione la risposta del movimento contadino non si sta facendo aspettare.

Sta affrontando gli Stati, gli organismi internazionali e le multinazionali, lottando per la sua sovranità alimentare. Questo è definito come il diritto dei popoli a decidere le loro politiche alimentari, produttive e distributive degli alimenti, in modo che si garantisca l’accesso ad un cibo sano, sostenibile e adeguato. Gli alimenti, quindi, restano fuori dall’esigenza dei mercati e delle multinazionali, fuori dalla speculazione. La Via Contadina, una coalizione di 148 organizzazioni creata nel 1992, è la maggior rappresentante a livello internazionale di questa lotta. Un momento centrale per questo movimento è stato il Foro Mondiale sulla Sovranità Alimentaria celebrato a Mali, nel 2007. Lì, più di 500 rappresentanti hanno presentato la dichiarazione di Nyéléni, dove reclamavano il diritto all’acqua, ai semi, alla gestione della terra.

Diritti negati

Diritti che fino ad oggi non sono garantiti in nessun paese. Neanche nello stato spagnolo, in cui il movimento contadino si trova ad affrontare, secondo Isabel Alvarez, del sindacato agrario EHNE, il problema dell’accesso alla terra, “si dà priorità alle infrastrutture e la speculazione prima che all' alimentazione locale”. L’altro grande problema, afferma Alvarez, è la “privatizzazione di tutte le nostre fonti di vita, come l’acqua o i semi”. Ma le alternative si stanno articolando, ed attraverso diversi sindacati agrari e organismi di lavoro, si sta reclamando la sovranità alimentare. Un esempio molto chiaro sono le mobilizzazioni contro le coltivazioni del mais transgenico in Spagna. Il sistema agroalimentare mondiale non è a vantaggio dei consumatori che in modo indiretto ingeriscono transgenici senza saperlo (attraverso la carne e l’allevamento industriale) e vedono scarseggiare la qualità dei loro alimenti (meno sapore, più chimici, meno varietà). Per Isabel Alvarez il loro ruolo è anche importante nella lotta per la sovranità alimentare. Di fatto, un’altra linea su cui si sta lavorando è “l’alleanza con i consumatori ed i produttori, se le persone prendono coscienza e sono capaci di vedere cosa c’è dietro un piatto di cibo, possono costituire una grande forza. Modificando le nostre abitudini di consumo giorno dopo giorno, la situazione può cambiare”.

“Dumping” nel Sud

Pratica attraverso la quale i paesi ricchi invadono, grazie alle sovvenzioni che ricevono, i mercati locali di altri paesi e affondano la loro produzione nazionale. Nel 2004, in Ghana, un chilo di pollo locale costava quasi il doppio di quello proveniente dall' UE.

La cura per l'ambiente

Lo studio più recente dell’ organizzazione internazionale Grain Cuidar, dimostra dai dati sul suolo, come l’agricoltura familiare e contadina possano contribuire ed essere un buon strumento, per combattere il cambiamento climatico, non essendo così inquinante.

Sicurezza alimentare

La sicurezza alimentare difende il diritto delle persone ad avere accesso al cibo necessario ogni giorno. Non dice nulla circa la precedenza o la forma di produzione dell’alimento e le conseguenze che questo può avere.

Fonte: http://www.diagonalperiodico.net/La-hora-de-la-sob-erania.html

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Vanesa

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2 novembre 2009

HAITI NON COMPRA LA LIBERTA' E LA DEMOCRAZIA AL MERCATO!


Non c'è dubbio che il movimento politico Lavalas si opponeva al modello neoliberale di sviluppo è ora in fase di attuazione in Haiti.

L'insistenza del FMI, la Banca Mondiale e la Inter-American Development Bank sugli "aggiustamenti strutturali", compresa l'eliminazione dei dazi sulle importazioni e le esportazioni, la vendita delle industrie e delle aziende che erano nelle mani dello Stato, il mantenimento di uno salario minimo e una dipendenza ossessiva sul settore privato come motore di sviluppo economico è stato chiamato "il piano mortale".

di Kevin Pina
www.suramericapress.com/

"L'ostacolo maggiore al piano delle istituzioni finanziarie di Haiti è stata la stessa democrazia, il modo in cui il movimento Lavalas rappresentava gli interessi della maggioranza dei poveri e il presidente, due volte eletto Jean-Bertrand Aristide.
Il governo si è rifiutato di privatizzare le industrie chiave come la compagnia telefonica (Teleco) e la società elettrica (EDH) e mentre le istituzioni finanziarie insistevano sul fatto che i programmi sociali sono stati tagliati, il partito Fanmi Lavalas ha beneficiato di queste imprese di Stato per investire nell' alfabetizzazione e fornire milioni di pasti sovvenzionati per i poveri.

Per la prima volta nella storia, Haiti aveva una rete di sicurezza che proteggeva contro la fame e la malnutrizione diffusa. Nonostante le obiezioni delle istituzioni finanziarie e dell' élite economica depredatrice di Haiti, il salario minimo è stato raddoppiato per due volte durante il primo e il secondo mandato di Aristide, per la forza lavoro peggio pagata dell'emisfero. Non è un caso che i due mandati di Aristide sono stati falciati da un golpe.

Dovrebbe essere molto chiaro, anche per l'osservatore più distratto, che questo era uno dei motivi principali del colpo di stato del febbraio 2004, che non solo ha rovesciato il presidente, ma che ha rimosso oltre 7,400 eletti dal livello comunale a incarichi nazionali in tutta Haiti.

Non è stato altro che un tentativo di distruggere movimento maggioritario dei poveri haitiani e il loro diritto di stabilire, attraverso le elezioni, le proprie priorità per lo sviluppo economico basato sulla sovranità e la giustizia sociale.
L'amministrazione Bush e il partito repubblicano appoggiarono l'élite haitiana per rovesciare il governo costituzionale e orchestrare la transizione". Lontani dalla mitologica "rivolta popolare", menzionata spesso dai ben pagati giornalisti, il rovesciamento della democrazia in Haiti, nel 2004 è stato violento e perpetrati dalle antiche forze militari e dai comandanti degli squadroni della morte che fecero una strage.

La minoranza pagata dall' elite benestante scesa in strada per dare l'impressione di una rivolta popolare non è stata in grado di far cadere il governo, per questo lanciarono i cani di guerra ben curati che avevano nella vicina Repubblica Dominicana.

E non era diverso dai recenti sviluppi in Honduras: un presidente rapito in casa sua contro la sua volontà nel bel mezzo della notte e costretto a salire su un aereo, mentre il crimine cominciava per assicurare il trionfo dei cospiratori.

Due anni dopo il colpo di Stato 2004, in Haiti ha chiarito quali fossero le intenzioni della Organizzazione degli Stati Americani, Nazioni Unite e la comunità internazionale. Tutti hanno beneficiato del regime instaurato dagli Stati Uniti che prese il potere e scatenò una campagna senza precedenti di esecuzioni sommarie, episodi regolari di sparare ai manifestanti disarmati e di arresti arbitrari.

Tutto questo fatto nel nome di “restaurare la democrazia”. E’ stato un periodo di grandi violazioni dei diritti umani commessi sotto la protezione delle Nazioni Unite che con successo oscurarono e occultarono quello che è successo fino ad oggi. Confrontando migliaia uccisi, imprigionati e costretti all'esilio, il movimento Lavalas poté eleggere Rene Preval, il nuovo presidente nel 2006. La sua speranza era che avrebbe potuto fermare la repressione, liberare i prigionieri politici e permettere il ritorno di Aristide ad Haiti.

Quello che non potevano sapere è che lui aveva già firmato a favore del cinico progetto di distruggere il movimento popolare come preparazione per portare Haiti in un nuovo campo di sviluppo economico neoliberale e al “piano mortale” che tanto loro avevano contrastato. Nonostante i più di 4 miliardi di dollari di aiuti internazionali dopo il golpe del 2004, la vita ad Haiti è peggiorata, mentre l’elite depredatrice era libera di spremere più profitto possibile dalla disperata popolazione.

Con un limitato investimento, l’elite avrebbe usato il suo monopolio sulle importazioni di prodotti alimentari a rubare più di 1.500 milioni di dollari che familiari e amici inviavano annualmente dall’estero ai loro familiari e affetti in Haiti nello sforzo di mantenerli vivi. Un accordo “dolce” per i monopolisti che si assicuravano che la ridistribuzione della ricchezza cadesse nelle loro tasche, anche quando le proteste pubbliche contro la crescente miseria e fame aumentavano in aprile del 2008.

Tutto il tempo il movimento Lavalas ed i poveri si sono mantenuti attivi dimostrando contro il golpe e richiedendo giustizia ed il ritorno di Aristide. I loro leader furono fatti sparire forzatamente, come nel caso di Lovinsky Pierre- Antoine nell’agosto del 2007, o forzati a marcire in carcere come Ronald Dauphin, o a soccombere ai maltrattamenti come nel caso del Padre Gerard Jean- Juste il 27 maggio 2009.

Tuttavia altri sono stati corteggiati da Preval e hanno ricevuto offerte di posizioni di potere all'interno del suo governo se davano le spalle alla loro storia e al movimento Lavalas. Dopo sono venute le ritardate elezioni al senato in aprile e giugno del 2009 dove si diede il colpo finale a Lavalas.

Il partito Fanmi Lavalas sarebbe stato escluso dalla partecipazione alle elezioni per una questione tecnica, non perché esistesse la possibilità che vincesse se entrava nuovamente in campo politico. Nonostante questo Lavalas boicottò le selezioni e lo fece così effettivamente diventarono uno scherzo in relazione a qualsiasi valorizzazione di partecipazione democratica.

Non è stato altro che un rifiuto collettivo a Preval e alla comunità internazionale. Uccidere, incarcerare, esiliare, dividere, escludere e comprare tanto quanto hanno potuto si presentò come la strategia a lungo termine per distruggere Lavalas e per far apparire Haiti come storia trionfante dell’esito neoliberale nei Caraibi.

Anche così la maggioranza povera di Haiti è una forza elastica e speranzosa. Spera che con l’elezione di Obama, come primo presidente con sangue africano degli Stati Uniti, la politica estera degli Stati Uniti verso Haiti cambi. Ma non è cambiata.

Si sperava, almeno fino alla sua visita a giugno a Andy Apaid sostenitore del golpe e promotore del modello neoliberale, che la nomina di Hillary Clinton come Segretaria di Stato facesse una differenza.

Si sperava nella nomina di Bill Clinton come Inviato Speciale a Haiti delle Nazioni Uniti, avrebbe segnato un cambiamento,fino a quando ha fatto del suo meglio per ignorare le petizioni che gli venivano fatte frequentemente, durante le sue brevi visite negli ultimi due mesi. Al contrario lui ha parlato di coordinare l’aiuto delle ONG in vista dell’istituzione di un nuovo “piano mortale” come venne postulato dal consigliere economico delle Nazioni Uniti, Paul Collier, lo stesso piano mortale neoliberale degli anni 80 fatto da Reagan per la conca dei Caraibi.

Ignorando la storia, apponendo il proprio nome e annunciandolo come nuovo ad una stampa acritica che no sa. Le istituzioni finanziarie lo scoro giugno hanno annunciato che hanno cancellato 1200 milioni di dollari di debito ad Haiti, la maggior parte era stata acquistata da ex dittatori e i loro soci dell' elite benestante, che erano stati sponsorizzati dagli Stati Uniti.

Deve essere rassicurante andare a letto la notte, in un mare di terribile povertà, ma sapendo che uno è il “motore dello sviluppo economico del mondo e che uno non ha mai sbagliato”. Adesso arriva l’atto finale del ritorno ufficiale di Haiti al neoliberismo: precisamente questa settimana il Parlamento haitiano ha decretato il lavoratore haitiano come peggior stipendiato dell’emisfero.

Votano a porte chiuse il “doppio stipendio minimo” di 3,75 dollari al giorno, circa di 38 centesimi l’ora in una giornata normale di 10 ore. Il "vantaggio comparativo" di Haiti, nel quadro della politica economica neoliberista si è solidificata, si tratta di lavoro a buon mercato che mantiene il prezzo basso del lavoro nell’emisfero e nel mondo. Il vantaggio di Haiti dall’epoca di Reagan è stata quella di mantenere gli stipendi bassi nell’emisfero, l’haitiana è la forza lavorativa più economica e contro di lei devono competere altre forze lavorative della regione.

Dovrebbe servire da consolazione sapere che anche se uno non potrà mai guadagnare sufficiente denaro per uscire dalla povertà, anche lavorando 10 ore al giorno, almeno sta svolgendo un piccolo ruolo nel mantenere il prezzo del lavoro “sufficientemente basso” in modo che i manifatturieri tessili e i loro soci dell' elite ricevano buoni guadagni.

Si può dormire la notte sapendo che il Congresso degli Stati Uniti hanno così tante speranze, come uno in che la legislazione che assicura ai manifatturieri tessili degli USA buoni di tasse, paghino i ben guadagnati 3,75 dollari al giorno che il Parlamento haitiano ha appena approvato.

Tutto ciò che rimane della piattaforma ad Haiti della ex signora delle ONG e attuale primo ministro, Michele Duviviere Pierre- Louis è di sedersi nel teatro con Bill Clinton per annunciare “formalmente” che il periodo di incubazione del nuovo-vecchio Piano Mortale è finito e che è nato con rinnovata speranza ad Haiti.

I corpi sono seppelliti e il sangue è stato lavato, e quindi adesso Haiti può girare pagina su Lavalas e quelli che nella maggior parte dei poveri hanno avuto l’audacia di pensare che le selezioni significano che loro possono scegliere un’alternativa. Qualsiasi analista degno di questo nome che capisce la storia haitiana non scommetterebbe, però, che la situazione sia finita.

Vale la pena di ripetere le parole del presidente haitiano eletto democraticamente e fatto cadere nel 2004 e ancora esiliato in SudAfrica, Aristide, che una volta disse “Pèp pa achte libète ak demokrasinan mache" o “Il popolo non compra la sua libertà e democrazia al mercato”.

Nel mondo d’oggi qualsiasi cosa sembra possibile, con un Democratico alla Casa Bianca e un altro nel Congresso- specialmente uno deve il suo successo alla piattaforma di “Cambio nel quale lei possa credere”. La lezione per i poveri del mondo continua ad essere la stessa; quando parliamo di Partito Democratico non confondere speranza con cambiamento, specialmente se quello è tutto ciò che ricevi per le tue 10 ore di lavoro”.
upsidedownworld.org

Fonte: http://selvasorg.blogspot.com/2009/10/haiti-no-compra-libertad-y-democracia.html

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Vanesa

OBIETTIVO: SCHEDARE IL DNA DI TUTTA LA POPOLAZIONE

di Jean Marc- Manach
Bug Brother
  • Il primo passo consiste nello stabilire l’infrastruttura e impegnare tecnici di laboratori. E questo dovrebbe portare via almeno un anno.
  • L’obiettivo è schedare, finalmente, tutta la popolazione.
  • La nostra meta è quella di ottenere i campioni di un milione di persone all’anno, e questo dovrebbe richiedere 10 anni, se teniamo conto dell’evoluzione della popolazione.
Il DR. Ahmed al Marzooqi, è il responsabile della base nazionale dei dati del DNA del ministero degli Interni degli Emirati Arabi Uniti.

Gli Emirati sono il primo paese che ha deciso di creare uno schedario delle impronte genetiche di tutta la sua popolazione, incluso gli espatriati, gli immigraTi ed i "visitatori", in modo indefinito, o almeno fino alla sua morte.

I primi ad essere schedati saranno i minorenni, dato che la maggior parte dei crimini cominciano quando sono giovani. Se li identifichiamo a quell’età, sarà più facile riabilitarli prima che commettano crimini più gravi”.

The National, il giornale inglese (controllato dalla famiglia reale di Abu Dhabi) che pubblica l’informazione, segnala ad un passo, che alcuni “funzionari” hanno suggerito che la schedatura generale dell’informazione genetica della popolazione, poteva richiedere una nuova legislazione.

Il DR. Al Marzooqi non è d’accordo:
  • Si tratta di una semplice misura di sicurezza e si ordinerà a tutta la popolazione di aprire la bocca per permettere che i tecnici delle forze di sicurezza prendano un pò di saliva. Non è necessario fare un dibattito pubblico, una legge o un controllo di conformità delle più alte cariche dello Stato
D'altronde, la banca dati nazionale è stata creata, e i kit di prelievo sono stati ordinati.

Apprendisti stregoni o all'avanguardia?

Certamente, alcuni s'interrogano su determinate questioni etiche, cominciando dal fatto di schedare innocenti, così come a tutta la popolazione, mentre, fin' ora, si schedavano solo i criminali.

Il DR. Al Marzooqi rifiuta totalmente questo tipo di critiche:
  • “Questo sforzo sarà di enorme utilità nel caso di un disastro naturale o umano (per poter identificare i resti dei cadaveri, fare le prove di paternità e concedere la cittadinanza ai figli espatriati, N.DR) Questo ridurrà anche drasticamente i crimini, così come la quantità di innocenti sospettati erroneamente, e permetterà, in maniera scientifica, d’identificare i criminali molto più velocemente”
Alec Jeffreys, il padre del DNA giudiziale, si mostra più dubbioso e ha chiesto una “giustificazione trasparente dei motivi per elaborare uno schedario universale al posto di un data base unicamente con il DNA dei criminali

  • Sarà interessante vedere come si svilupperà. Avrà un’importanza considerevole nel modo in cui altri paesi affrontino il problema.
  • Se si percepisce come un gran successo totalmente accettato dalla popolazione, penso che porterà molti altri paesi a seguire la stessa strada.
  • Se, per qualunque motivo, sarà un disastro, sarà la fine di questa storia. Per questo motivo, questa esperienza è interessante.
Il DR al Marzooqi si dichiara cosciente dell’importanza di questa “sfida”:

  • “Siamo convinti che gli aspetti positivi vinceranno su quelli negativi. La protezione della vita privata è così importante per noi quanto lo è per il pubblico.
  • Stabiliremo norme di applicazione molto ristrette e procederemo ad esami supplementari quando le mostre saranno usate in processi giudiziali, per garantire la loro validità”.
Il 75 % delle persone schedate non è stata condannata.
Nel suo editoriale, The National, sottolinea che “la chiave è la fiducia nel governo”.
Ma si sa che, matematicamente parlando, quante più persone schedate ci sono, maggiore è il rischio d’errore.

Falsi positivi (una persona identificata per errore), falsi negativi (una persona dichiarata innocente per errore), errori di manipolazione, conservazione, etichettatura, analisi; gli annuari giudiziari già menzionano decine di casi di errori giudiziali sulla questione delle impronte genetiche: Il ne faut pas “croir” les “ experts” (Non bisogna credere agli esperti)

Per non parlare del rischio di “perdita” di dati, venduti o cambiati da persone senza scrupoli, o la possibilità di usare questi DNA con scopi medici, per identificare futuri malati, aumentare o diminuire le polizze vita, e senza dimenticare le velleità di alcuni eugenisti.

Schedare tutta la popolazione è una scelta politica alla quale sono stati coinvolti anche, in particolar modo, la Francia e il Regno Unito, che hanno preso l’abitudine di schedare non solo le persone con condanne, ma anche semplici sospetti e anche coloro che successivamente sono dichiarati innocenti (che è il caso di 800.000 sui 4,5 milioni di britannici schedati, vedere "Le père de la preuve ADN critique le fichage de ses concitoyens britanniques" – Il padre della prova del DNA critica la schedatura dei suoi concittadini britannici)

Olliver Joulin, del sindacato della magistratura, me l'aveva spiegato molto bene nel 2007:
  • Secondo un metodo collaudato, in un primo momento si giustifica un attentato generale contro le libertà pubbliche insistendo sul suo carattere eccezionale (delitti sessuali gravi) e sull’importanza delle forme di controllo, in modo particolare per quanto riguarda l’abilitazione del personale e i protocolli che saranno messi in pratica.

  • Tutto questo viene messo in evidenza per tranquillizzare coloro che gridando a rischio di attentati alla libertà.
    Dopo si estende al campo applicativo del FNAEG
    (Archivio Nazionale Automatizzato delle Impronte Genetiche francese, N.d.R) che attualmente interessa quasi tutte le infrazioni, e riduce le possibilità di controllo. L’eccezione diventa la norma.”

Creato nel 2002 per schedare i criminali sessuali, il FNAEG si è esteso a quasi tutti i crimini e delitti (137, per essere precisi, con notevole eccezione dei delitti finanziari). Ormai sono schedate 1.080.000 persone, delle quali 263.000 sono state condannate, si registrano 30.000 schedature mensili (la cui tariffa unitaria è stata fissata a 17 euro, ma questa spesa potrebbe arrivare a 300€).

Più del 75 % delle persone ha il DNA schedato in Francia, continuano ad essere, quindi, “presunti innocenti”, ma per essere state sospettate un giorno, vennero processate e schedate.

Dall’altra parte, questi “innocenti” costituiscono la fonte principale di alimentazione del FNAEG, come si può osservare in questo grafico:

http://www.rebelion.org/imagenes/94223_1.jpg

La schedatura generalizzata è in marcia.

Le Monde ha rivelato recentemente che, dalla sua creazione, il FNAEG, ha permesso 25.000 comparazioni tra le impronte prese nella scena di un delitto e le impronte schedate.

“Certo, è possibile risolvere i casi, ma adesso ci troviamo in una logica di alimentazione dello schedario, pensa Matthieu Nonduelle, segretario generale del Sindacato della Magistratura. Nessuno predica lo schedario generalizzato ma, di fatto, lo stiamo facendo”.

Due personalità della politica francese, Jean–Christophe Lagarde e Christian Estrosi, si sono pronunciati a favore della schedatura generalizzata della popolazione, fin dalla nascita (vedere “ la petition pour l’abrogation du FNAEG” – petizione per abrogare il FNAEG ) si è presentato un progetto di modifica in questo senso che dopo è stato tolto dall’agenda parlamentare perché era troppo costoso.

Coloro che rifiutano (volontari, sindacalisti, militanti politici...) questa forma di schedatura rischiano un anno di prigione e 15.000 euro di multa. Tra il 2003 e il 2005, su 452 persone che hanno rifiutato la schedatura genetica, 108 sono state dispensate da pene, 267 sono state in carcere (3 mesi in media), 16 hanno avuto la condizionale e 58 hanno pagato multe ( in media 300 euro).

Il collettivo “RefusADN” ha lanciato una campagna di cancellazione dal FNAEG citando il caso particolare di un adolescente che, per aver fatto un sit-in di fronte ad un istituto per protestare contro la soppressione degli esami preparatori- una questione chiusa poi per mancanza di prove- si è visto le sue impronte digitali e genetiche schedate dalla polizia. La CNIL è intervenuta e quei dati furono cancellati.

Secondo il collettivo RefusADN, da come riporta il quotidiano The Brick, il 10% di rifiuti è sufficiente per intasare completamente i tribunali ...

Si legga anche del mio collega Bruno Fay, Les maitres de l’ADN (I maestri del DNA, NDT) sulla privatizzazione del patrimonio genetico di tutti gli islandesi; e sul mio blog Bug Brother:
Il ne faut pas “croire” les “ experts (Non bisogna credere agli esperti, NDT) (sugli errori giudiziale vincolati in modo speciale al DNA),
Comment légaliser les fichiers policiers? (Come per legalizzare gli archivi della polizia)
Le quart des 58 fichiers policiers est hors la loi (Un quarto dei 58 archivi di polizia è fuorilegge) e
En 2008 , la CNIL a constate 83% d’erreurs dans les fichiers policiers (Nel 2008, la CNIL ha rilevato l'83% di errori nellle schedature della polizia)

Fonte: http://bugbrother.blog.lemonde.fr/2009/10/08/objectif-ficher-ladn-de-toute-la-population/

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Vanesa

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31 ottobre 2009

ALIMENTANDO LA POLVERIERA SOCIALE

Aziende e banche si “salvano” mentre mantengono la disoccupazione negli USA.

La tendenza sembra essere confermata: Nonostante l’annunciata “riattivazione” della prima economia imperiale, le banche e le aziende, maggiormente, non riassumono personale e, al contrario, cercano di migliorare i loro margini di guadagno mantenendo lo stesso gruppo di mano d’ opera, nonostante che, apparentemente, le condizioni di produzione e di commercializzazione siano migliorate.

In uno scenario, caratterizzato da una dubbiosa “ripresa economica” (della quale tutti dubitano) e con un aumento del deficit e della disoccupazione negli USA, la borsa, le macro aziende e banche quotate a Wall Street, continuano a raccogliere guadagni multimilionari che si contraddicono con i numeri ufficiali dell’economia reale. La cosiddetta “riattivazione” ha chiaramente due letture parallele: Da una parte, la piovra finanziaria di Wall Street e le borse mondiali, riciclano una nuova “bolla” di profitto, non più con denaro speculativo proveniente dal settore privato ma da fondi pubblici (delle tasse pagate da tutta la società), messi compulsivamente al servizio di un nuovo ciclo di guadagno capitalista attraverso la crisi. Attualmente, le grandi banche di Wall Street (responsabili della crisi finanziaria) stanno guadagnando nuovamente delle cifre milionarie, ma non attraverso prestiti ai consumatori e aziende produttive, ma dalla comra-vendita speculativa di azioni e dell’acquisto di istituzioni fallite che dopo ricapitalizzano in borsa.

Tuttavia, i settori non finanziari non godono dello stesso recupero, come segnala il Wall Street Journal.

Nonostante gli annunci di un recupero dell’economia, aziende e banche stanno ancora licenziando ed ottenendo guadagni attraverso la riduzione dei costi (inclusa la riduzione degli stipendi) al posto di potenziare l’aumento della produzione e delle vendite attraverso la ri-occupazione lavorativa. Come giornalmente registra la stampa economica, le aziende in tutti i settori dell’economia statunitense, mantengono congelati i contratti, anche nei momenti in cui le prospettive di guadagno migliorano. La storia si ripete in tutti i settori dell’economia statunitense, in fabbriche, hotel e banche. La settimana media di lavoro adesso è scesa a 33 ore, la cifra più bassa da quando si è iniziato con il registro di statistiche durante il 1960. La produttività, o la produzione per ore di lavoro, è aumentato ad un tasso annuale del 6,6 % nel secondo trimestre, man mano che i datori di lavoro licenziavano più velocemente di quanto non ritagliassero la produzione.

I contratti di lavoro restano sempre relegati durante i periodi di recupero economico, ma questa volta le prospettive sono peggiori, affermano gli economisti citati dal Wall Street Journal. “A Wall Street, si sente parlare di ritorno alla redditività, di fine della recessione e della necessità di una 'strategia di uscita", ha detto Lawrence Summers di recente, consigliere economico della Casa Bianca. “Posso assicurarvi che per la gente comune, per la quale la disoccupazione è in aumento, la situazione è molto diversa” Eppure, a molti statunitensi, sembra che Wall Street sia stata riscattata ma non loro, per Summers. “Così come in una guerra, ci sono vittime non intenzionali, così anche nei riscatti economici ci sono beneficiari non intenzionali”, ha aggiunto. La maggioranza degli analisti si aspettano un prolungato periodo di elevata disoccupazione, e molte aziende hanno dubbi persistenti su quanto durevole sarà il momento positivo e attribuiscono l’aumento della domanda in gran parte alla decisione di molti clienti di ricomporre i loro inventari e ai piani di stimolo del governo, più che a una forza di fondo nel mercato.

Le aziende affrontano incertezze sui costi potenziali di misure di regolamentazione – come un ampliamento della copertura medica e leggi sul cambiamento climatico- che potrebbero aumentare i costi lavorativi. Inoltre, dice il Journal, molti datori di lavoro hanno imparato come produrre di più con meno persone rispetto a quanto credevano fosse possibile. “Considerate le prospettive di incertezza nell’economia e le condizioni per ottenere un credito, le imprese sono riluttanti ad assumere i lavoratori”, afferma l’economista Mark Gertler dell’ Università di New York. “Questo è un mercato del lavoro molto difficile. Sembra che sarà un lento processo”.

Nel breve termine, esigere più personale esistente significa meno contratti. Inoltre, c’ è un altro fattore che contribuisce alla mancanza di opportunità lavorative: le aziende che hanno eliminato le ore extra e hanno ritagliato le giornate di lavoro durante la recessione possono aumentare la loro produzione semplicemente aumentando le ore di lavoro della sua squadra. Il capitalismo industriale o commerciale statunitense, con l’argomento della “catastrofe economica” riduce il “costo del lavoro” licenziando, riducendo stipendi e sopprimendo i benefici sociali e “sfruttamento”delle forze che restano impiegate. Rimpiccioliscono altre spese (e investimenti) della produzione per guadagnare lo stesso producendo e vendendo di meno, il che acutizza la recessione e genera una riduzione del consumo e licenziamenti.

Dalla parte sua, lo Stato nordamericano abbassa il “costo sociale” attraverso la riduzione della spesa pubblica (salute, abitazioni, educazione, ecc) per compensare la perdita dei guadagni durante la crisi. In questo modo, il sistema capitalista USA (Stato e aziende private) scaricano il costo del collasso recessivo economico (la crisi) sul settore stipendiato (forza lavorativa in massa) e la massa meno protetta e maggioritaria della società (popolazione povera con limitate risorse di sopravvivenza). Attraverso i licenziamenti e la riduzione della spesa sociale che aumentano i livelli di deprivazione economica e sociale di mercato, dalla precarietà economica all’esclusione in massa dal mercato del lavoro, le banche e le aziende mantengono i loro tassi di guadagno al costo di disoccupazione e depressione dell'economia reale.

Per il Journal, gli Stati Uniti hanno eliminato 7, 2 milioni di posti di lavoro da quando è cominciata la recessione a dicembre del 2007, la maggior concentrazione dal periodo della Grande Depressione. Anche -afferma- se il mercato del lavoro cominciasse a creare lavoro con la velocità che si è registrata durante l’auge degli anni 90, quando si sono aggiunti 2,15 milioni di posti di lavoro nel settore privato annualmente, gli Stati Uniti non recupererebbero un tasso di disoccupazione del 5% fino alla fine del 2017. In questo processo, di “sfruttamento capitalista” (che retrocede le conquiste sociali e sindacali a fasi inferiori) si spiega il mantenimento del guadagno aziendale (guadagni capitalisti) mentre l’economia reale continua a frantumarsi a causa della disoccupazione e della non riattivazione del consumo.

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/norteamerica/0106_alimentando_polvorin_social_26oct09.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da
Vanesa

30 ottobre 2009

IL NUOVO PACCHETTO TELECOM DELL'UE: L'IMPERO DEL COPYRIGHT CONTRATTACCA

Ci troviamo di fronte ad uno dei momenti più duri della storia d’Internet Dopo due tentativi falliti, le lobby dell’industria del copyright cercheranno di fare in modo che il parlamento europeo approvi il pacchetto Telecom. Questo pacchetto di misure legali rappresenta un taglio dei diritti digitali che non ha precedenti:
  • a) permetterà che ti stacchino la connessione ad internet senza garanzie giudiziarie (potrai andare in giudizio tre anni dopo per far valere i tuoi diritti)
  • b) terminerà la neutralità della rete, cioè, gli operatori potranno filtrare il traffico che promuove i web con cui hanno dei contratti firmati emarginando (o direttamente censurando) il traffico che infastidisce i loro interessi (Skype, youtube, P2p, o quello che volete) e infine,
  • c) raccoglierà e legalizzerà le intercettzioni e il monitoraggio del traffico senza garanzie giuridiche, nè rispetto per la presunzione di innocenza, nè garanzie per la privacy degli utenti.






Sign for CONDIVIDERE NON E' RUBARE: LEGALIZE P2P




Informati ed agisci prima che sia troppo tardi.

Cosa sta succedendo proprio ora con il Pacchetto Telecom?

Twitter appena pubblicato dal Telecomix New Agency, che l'emendamento 138, che tutela il diritto di accesso a Internet come uno dei nostri diritti, è morto.

Le lobby del copyright hanno ottenuto che alcuni euro-rappresentanti abbandonino la loro missione di rappresentare i suoi cittadini e salvaguardare il bene comune per consegnare i nostri diritti alla privacy e la possibilità di accedere ad un internet neutrale alle industrie dell’intrattenimento. Diversi mass media allertano sulla preparazione di una bozza di “Telecom Package” da parte della Commissione Europea ed una delegazione del Parlamento. Tutto fa pensare ad una proposta che elimina l' Emendamento 138 o meglio includerà altre ammende che permetteranno all’industria dell’intrattenimento di tagliare le nostre libertà.

Un chiosco di “democrazia” corrotta su misura dell’industria della proprietà intellettuale.

La politica democratica europea di corridoi occulti e movimenti invisibili, inscrutabili per la cittadinanza, arriva alle più alte cime delle sue istituzioni; accordi e emendamenti manipolati con chiari interessi per trasormare il nostro stile di vita. Non è qualcosa che comincia adesso: il furto delle nostre libertà nell’Europarlamento è antico come se stesso. In questi ultimi anni abbiamo visto di tutto: dall’introduzione di emendamenti sulla “Proprietà intellettuale e brevetti” in commissioni di pesca cercando non vi è alcuna possibilità di discussione, fino al più recente tradimento politico di Alejo Vidal- Quadras che, contro l’88% degli Europarlamentari che hanno votato per mantenere l’ Emendamento 138, l’ha annullato completamente nella prima negoziazione della conciliazione del pacchetto (i progetti di legge passano a commissioni di conciliazione per arrivare ad un consenso, le lobby sono riuscite a far passare Vidal- Quadras come capo della commissione dedicata al pacchetto telecom). Perché vi facciate un' idea, agli europarlamentari del gruppo Verde/Partito Pirata e GUE/NGL (appartenenti alla commissione!) non è stato neanche permesso di leggere il testo finale. Vidal- Quadras ha finito la sessione dicendo che il testo “era stato discusso da tutti” ( proprio dopo aver negato la possibilità di leggere il testo agli europarlamentari della commissione) puoi verificarlo personalmente andando sul blog dell’europarlamentare svedese Henrik Alexandersson.

Offensiva mediatica delle lobby e complicità del governo.

Nel frattempo questa settimana accade un' incredibile offensiva mediatica da parte della multinazionali dell’intrattenimento come la Warner o EMI, che sostenute dalla Federazione Internazionale dell’ Industria Fonografica (IFPI) hanno seminato su mass media disinformazione e confusione in modo massiccio. Intanto, il governo spagnolo (Miguel Sebastian e Paco Ros) invita a tornare a sedersi al tavolo la coalizione dei creatori e gli operatori associati a REDTEL nonostante la rottura senza accordi di un mese fa. Ora ha chiesto di ricercare un accordo sulla base di quello che proporranno se il pacchetto telecom viene approvato, con una proposta che lo permetta, con tutto pagato da noi, tutto contro di noi.
Mentre ci dicono che difendono la libertà, cercano di creare nuove leggi Internet, per tagliare le nostre libertà, che Internet non è più libero di tutelare gli interessi degli azionisti miliardari, è un vero esempio di democrazia.

Chiamata all’azione

I professionisti delle lobby da più di due anni perseguono le libertà dei cittadini Europei attraverso il Pacchetto Telecom. Quale emendamento sarà introdotto per permettere di evitare le garanzie giuridiche? Potrò continuare a usare Skype o VoIP con la mia connessione internet? Qualche entità privata sta monitorando o spiando le cose che scarico?.... Ogni giorno durante questi due anni ci siamo fatti queste e molte altre domande, come se dovessimo vergognarci di voler mantenere le nostre libertà civili, il nostro diritto all’intimità e alla privacy, e a condividere.

Essendo questa rete una forma dell’espressione di resistenza P2P e di spazio di cooperazione, facciamo una chiamata a tutte le persone interessate a mantenere una rete libera e neutrale per l'organizzazione della resistenza contro il Pacchetto Telecom.

Partecipa e vinci.

Perché il computer è connesso a una rete neutrale, sei un punto con la stessa importanza, come il resto, siamo in grado di rispondere ad altre forme di fare politica; alcune aziende come Google graffiano milioni di centesimi da ogni movimento nel suo web: noi possiamo graffiare collettivamente milioni di click per bloccare compagnie. Solo attraverso la partecipazione si supera l'inerzia nella quale ci vogliono.
Per fare un piccolo gesto puoi tagliare e incollare il codice nel tuo sito web e mettere un banner contro il pacchetto telecom:

Organizzati e crea

C'è poco sforzo inutile o, forse solo mal distribuito. Crea banner, video che smontino le bugie pubbliche sul tuo blog, diffondi i comunicati, scrivi alla stampa, crea contenuti che amplifichino le lotte, unisciti ad altre persone ed altre associazioni per connetterle, domanda e partecipa agli incontri, sii attento alle azioni collettive sul tuo territorio e a livello Europeo. Non aspettare che si associno per te, associati e moltiplica la tua partecipazione, cerca punti d’incontro e genera un movimento. Ogni parola conta ma conta anche la forma in cui la organizzi.

Mettiti in contatto con noi per coordinarti e /o visitare il Foro de Cultura Libre, FCFORUM a Barcellona.

Abbiamo due settimane per conoscere la proposta definitiva, se pretendono monitorare le nostre connessioni o rompere la neutralità della rete non permetteremo che i politici che partecipino alla rapina se ne vadano senza essere segnalati come deve essere fatto.

Ulteriori informazioni:
Fonte: http://hacktivistas.net/node/38/

Traduzione per Voci Dalla Strada di Vanesa

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