5 marzo 2009

IL BULLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO...

...è sempre lui, il personaggio in questione ha accumulato un grande capitale, e un grande potere mediatico e politico. Nel corso della sua lunga carriera è stato, cantante melodico, ricco impresario, playboy generoso, (donando qualche donna anche a Sarkozy), ma anche corruttore di menti, e mafioso impunito. Grazie ai massicci interventi di chirurgia plastica e protesi di capelli, finge una gioventù che, ai suoi quasi 73 anni, dovrebbe lasciarsi alle spalle e dovrebbe anche dimettersi. E' un talebano che pratica il più duro fondamentalismo nella società, nella politica e nella religione. Senza nessun ritegno, si approva decreti leggi, cuciti addosso per evitare procedimenti giudiziari che porterebbero qualsiasi cittadino in carcere per decenni. Disprezza la libertà, la democrazia, il diritto e la giustizia è autoritario e xenofobo. Emana decreti razzisti, discriminatori e ingiusti nei confronti degli immigrati, e non perde mai tempo per parlare di aiuti al Terzo Mondo, della fame in Africa di guerre in Medio Oriente. In poche parole, è un tipo impresentabile disgustoso e, inoltre, in maniera inequivocabile, un fascista. Silvio Berlusconi governa l'Italia per la quarta volta, è qualcosa per cui gli italiani sono da biasimare, ma dovrebbero cominciare a preoccuparsi sul serio e con interesse tutti gli europei.
Queste persone, che scatenano una caccia disumana nei confronti degli immigrati, che lottano senza tregua contro la libera espressione della sessualità e delle emozioni, poi applaudono con l' entusiasmo più spietato le guerre dei potenti contro i deboli, e guardano dall'altra parte, senza il minimo interesse per le vite torturate di centinaia di milioni di diseredati di questo mondo. Persone come queste sono pericolose. Il totalitarismo mascherato è pericoloso, perchè oggi il popolo si sente libero nella propria gabbia, e non vede le sbarre che lo circondano.
La libertà ha molte dimensioni e forme di controllo, ma il controllo non è libertà.
Viviamo un uno stato di polizia fascista, dove si legalizzano le milizie contro gli immigrati, si enfatizza qualsiasi fatto di cronaca che riguarda gli stranieri, per manovrare la gente attraverso la paura, nel frattempo si censura la realtà, in un mondo mediadico dove non c'è spazio per la vera informazione, un mondo dove la sicurezza è uno spot pubblicitario da mandare in onda tutti i giorni, persino nei TG. Il TG5, che ogni giorno fa la sua buona azione quotidiana, da zerbino della politica e del governo, anche oggi ha fatto la sua televendita della sicurezza, forse non tutti hanno notato che non passa giorno in cui non si elogiano le telecamere, grazie alle quali vengono arrestati pericolosi criminali. Come quello di oggi, un poveraccio che rubava in una chiesa, ma che grazie al parroco 007 (Jesus Bond?), ha piazzato una telecamera nella casa del Signore, riprendendo il ladro che ripuliva la cassetta delle offerte, che poi è stato arrestato. Che dire di questo parroco? Ha una grande "fede"...nella tecnologia!
Il nostro pericolo sta solo nella dittatura politica, mediadica ed economica che stiamo subendo senza esserne consapevoli. E vero che non siamo al sicuro ma perchè siamo governati da gente corrotta e collusa: il Parlamento è "cosa nostra"...del popolo? No intendevo quell'altra "cosa"!

Immagine di Forumtime.it


4 marzo 2009

OBAMA DIFENDE IL SUO "GUANTANAMO" IN AFGHANISTAN

di James Cogan

L'amministrazione di Obama ha insistito sul fatto che i prigionieri, che sono detenuti indefinitamente senza alcun giudizio in una prigione Usa nella base aerea di Bagram, in Afghanistan, non hanno nessun diritto di impugnare nè la loro detenzione nè il trattamento che subiscono dai tribunali degli Stati Uniti.
Venerdì 20 febbraio, in un caso, presentato nel tribunale del distretto federale di Bagram, da quattro denenuti, il Dipartimento di Giustizia di Obama ha mantenuto il proclama dell'amministrazione Bush e cioè che gli uomini erano "combattenti nemici" e che i tribunali degli Usa non avevano giurisdizione in questi casi. "Dopo aver considerato la questione", ha scritto il vice procuratore, il Generale Micheal Hertz: "il governo aderisce alla posizione anteriormente articolata".
Dopo aver preso il potere, Obama ha cercato di riparare il danno che il centro di detenzione della Baia di Guantanamo aveva causato nell'immagine dell'imperialismo Usa. Aveva annunciato la sua chiusura e aveva dichiarato pubblicamente: "Noi non torturiamo". Adesso, la posizione reale della sua amministrazione è chiara. Mentre gli ipotetici "sospetti di terrorismo" non soffrivano più maltratti a Guantanamo, i tribunali Usa hanno dichiarato finalmente che era territorio degli Stati Uniti sottomesso a supervisione legale, ma simili atrocità potranno essere compiute senza nessun controllo in Afghanistan e in molti altri luoghi.
Jonathan Hafetz ,dell'American Civil Liberties Union (Unione Libertà Civili Americane), ha commentato all' Associated Press: "Adesso hanno abbracciato (la casa bianca di Obama) la politica di Bush, e possono essere costruite delle carceri al limite della legge"
Dalle informazioni avute, il centro di detenzione di Bagram ha fermi almeno 600 prigionieri. Si sa che esistono altre prigioni Usa opertative in altre città afgane, come Kandahar, Jalabad e Khost. In queste prigioni i detenuti non sono mai portati di fronte ad un tribunale; non vedono nè ascoltano le ipotetiche prove contro di loro e non possono avere nessun avvocato. Lì sono mantenuti, sottomessi alla mercè dell'esercito degli Stati Uniti. Ricevono solo visite dai rappresentanti della Croce Rossa, che non hanno l'autorizzazione di informare circa le condizioni di vita che hanno.
In alcuni casi, inclusi gli uomini coinvolti nell'attuazione del tribunale federale menzionato all'inizio, i detenuti sono presi in altri paesi come " sospettatti di terrorismo" e dopo "consegnati" in Afghanistan. I quattro di questa causa, sono stati consegnati dallo Yemen, Tunisia, Tailandia e Pakistan. Uno di loro è detenuto senza nessuna accusa reale da 6 anni. Il governo britannico ha ammesso, la settimana scorsa, che aveva inviato due nazionali pakistani detenuti in Irak all'Afghanista perchè si "sospettava" che appartenessero ad un' organizzazione islamica.
La parte più consistente dei prigionieri in Bagram sono afagani, detenuti dall'esercito Usa perchè erano sospettati di appartenere alla resistenza armata contro l'occupazione iniziata dai talebani ed altri gruppi.
Questi "combattenti nemici" non sono protetti dalla Convenzione di Ginevra (prigionieri di guerra), che afferma: "non si potrà infligere ai prigionieri di guerra torture fisiche o morali nè alcun tipo di pressione per ottenere dei dati di qualsiasi genere. I prigionieri che si rifiutassero di rispondere non potranno essere minacciati nè insultati nè esposti a molestie di nessun genere".
Secondo un dossier delle Nazioni Unite sull'Afghanistan, pubblicato lo scorso febbraio, ex detenuti di Bagram hanno informato di essere stati ripetutamente sottomessi a interrogatori che includevano torture e maltrattamenti perchè rispondessero a domande o firmassero confessioni. Sono stati mantenuti in celle affollate con altri 15 o 20 uomini e più. Secondo la loro testimonianza, nei campi venivano usati tutti i tipi di metodi spregevoli usati in Abu Ghraib in Irak e a Guantanamo. A fine del 2002, due detenuti sono morti a Bagram dopo essere stati torturati fisicamente dal personale militare Usa.
Una volta che le agenzie di intelligence e l'esercito degliUsa hanno finito il loro lavoro con loro, inviano a una dozzina di detenuti perchè siano giudicati dai tribunali stabiliti dal governo afgano, burattino degli Usa. Un dossier del 2008, Human Rights First, descriveva questi giudizi così:
" Sotto le leggi afgane, i detenuti venivano accusati di delitti che comprendevano il tradimento e la distruzione di proprietà governative e minacce alla sicurezza dell'Afghanistan. I giudizi duravano dai 30 minuti ad un'ora e gli accusati erano sentenziati con pene di prigione da 3 a 20anni......senza che ci fosse qualche testimone presente, nè affermazioni extragiudiziali di testimoni che potesso sostenere le accuse e quasi nessuna prova fisica di tali accuse....Questi giudizi violano tanto la legge del procedimento criminale afgano che gli standards internazionali stabiliti per un giudizio giusto."
Quando gli avvocati difensori hanno protestato per la mancanza di prove, sembra che i pubblici ministeri abbiano risposto che l'esercito degli Stati Uniti non avrebbe detenuto all'accusato in questione se non fosse colpevole. Il mese scorso, i familiari dei detenuti hanno detto al Telegraph britannico che la maggior parte dei prigionieri erano stati detenuti in base a false testimonianze ed informazioni date da tribù rivali o nemici della famiglia.
Mentre l'amministrazione di Obama spedisce altre truppe verso l'Afghanistan, per assicurare gli interessi degli Usa in Asia Centrale, si preparano ad aumentare la capacità del centro di detenzione di Bagram. Sono stati destinati 60 milioni di dollari per ingrandire il campo che potrebbe contenere fino a 1.100 prigionieri. Centinaia di persone, dentro e fuori l'Afghanistan, spariranno nel buco nero legale creato da Bush e mantenuto adesso da Obama, in nome di una falsa "guerra contro il terrore"

Fonte: http://wsws.org/articles/2009/feb2009/bagr-f27.shtml

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

3 marzo 2009

CRISI FINANZIARIA: IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE

Nouriel Roubini, Stephen Roach, David Smick, Robert Shiller e Dean Baker:



Cinque economisti hanno dato avventimenti che non sono stati ascoltati, è ora di gettare uno sguardo alla prossima fase della crisi globale. Ecco cosa dicono:




• Attenzione: Si avvicinano tempi bui. Nouriel Roubini
• Uno shock letale. Stephen Roach
• Buona fortuna, Barack. David Smick
• Quanto manca? Robert Shiller
• Si deve controllare il dollaro. Dean Baker

Nouriel Roubini. Avviso: Si avvicinano tempi bui.
Le peggiori previsioni dello scorso anno si sono realizzate. La pandemia finanziaria globale che alcuni avevano previsto è già qui. Ma siamo ancora nelle prime fasi di questa crisi. La mia previsione per l'anno che inizia, purtroppo, è ancora più pessimista: le bolle, che sono state molte, hanno appena iniziato ad esplodere.

L'idea che più ha preso piede è che i prezzi di molti attivi finanziari a rischio sono caduti così tanto, che abbiamo toccato il fondo. E' vero che essi hanno subìto una forte contrazione rispetto al loro massimo alla fine del 2007, ma è anche vero che possono scendere ancora di più. Nei prossimi mesi, le notizie macroeconomiche negli Stati Uniti e in tutto il mondo saranno molto peggiore di quelle attese. I dossier sui guadagni delle aziende sorprenderebbero qualsiasi analista di valori che ancora creda che la situazione economica sarà lieve e breve.

I mercati finanziari continuano ad avere vari punti vulnerabili: una crisi di credito che peggiorerà ancora prima di cominciare a migliorare, un affossamento che continuerà nella misura in cui i fondi alternativi e alti attori con fondi altrui si vedano obbligati a vendere i loro attivi in mercati senza liquidità e senza tensione e ciò causerà la caduta di titoli a pioggia dei prezzi degli attivi; esigenze di margini e altro affossamento, la bancarotta di altre istituzioni finanziarie, l'entrata in una crisi finanziaria piena per alcune economie dei mercati emergent, e il pericolo, per altre, di non riuscire a pagare il loro debito sovrano.

Da allora, gli Stati Uniti hanno sperimentato la peggiore recessione degli ultimi decenni. L'idea tradizionale che il rallentamento degli Stati Uniti sarebbe breve e superficiale, una recessione a "V" con un rapido recupero, come il 1990-1991 e 2001, è ora stata eliminata. Al contrario, la recessione negli Stati Uniti è ad "U": lunga e profonda potrebbe durare circa 24 mesi. Potrebbe finire con l'essere anche di più, in una situazione di stallo da parecchi anni (in "L"), come abbiamo visto in Giappone negli anni'90.

Appena l'economia degli Stati Uniti si contrae, l'intera economia globale entra in recessione. In Europa, Canada, Giappone e in altre economie avanzate, le conseguenze saranno gravi. E le economie di mercati emergenti, legati al mondo sviluppato da scambi di merci, finanza e moneta, non sfuggiranno a questo.

Esattamente ciò che costituirà una recessione dipenderà da ciascun paese. Per la Cina, un grosso calo del tasso di crescita annuo dal 12% al 6%. Pechino dovrebbe crescere del 10% o più in un anno per portare i 12-15 milioni di contadini poveri nel mondo moderno. Per gli altri mercati emergenti come il Brasile o la Corea del Sud, il crollo è rappresentato da una crescita al di sotto del 3%. I paesi più vulnerabili, come l'Ecuador, l'Ungheria, la Lettonia, il Pakistan e l'Ucraina, possono vivere una totale crisi finanziaria ed hanno bisogno di un grande volume di finanziamento esterno per evitare il collasso.

In paesi più ricchi, ci potrebbe essere una debilitante combinazione di stagnazione economica e deflazione, nel momento in cui le merci iscritte si contraggono, la domanda aggregata diminuisce. Data l'enorme crescita che ha la capacità di produzione a causa di eccessivi investimenti in Cina e in altri mercati emergenti, il calo della domanda produrrà un più basso tasso di inflazione. Nel frattempo, si accumulano perdite di posti di lavoro e aumentano i tassi di disoccupazione, con conseguenti pressioni al ribasso sui salari. Alcune materie prime hanno indebolito i mercati, i cui prezzi sono diminuiti dopo il picco in estate, e con l'ulteriore calo di una recessione globale, produrrebbe un più basso tasso di inflazione. Nella prima parte del 2009, l'inflazione nelle economie avanzate potrebbe scendere a 1%, più o meno, troppo vicino alla deflazione.

Questa situazione è pericolosa per molti motivi. Diverse banche centrali sono state costrette a fissare i tassi di interesse per ripristinare le loro economie e saranno quelli che subiranno un triplice colpo: una linea di liquidità trappola, una trappola di deflazione e di debito-deflazione. In una trappola di liquidità, le banche perdono la loro capacità di stimolare l'economia, perché non possono fissare i tassi di interesse nominali di sotto dello zero. In una trappola di deflazione, calo dei prezzi significa che i tassi di interesse reali sono relativamente elevati, in modo da soffocare consumo e di investimento. Questo porta a un circolo vizioso in cui la caduta di reddito e di occupazione e di calo della domanda, scende ancora di più. Infine, il debito-deflazione, il valore reale del debito nominale sorge come un abbassamento dei prezzi, ed è un male per i paesi come Stati Uniti e Giappone, che hanno un elevato rapporto fra debito pubblico e il PIL.

Gli strumenti monetari ortodossi perderanno efficacia, e le autorità dovranno cercare metodi eterodossi. Vedremo tradizionali politiche fiscali sotto forma di tagli fiscali e aumenti di spesa, ma ci saranno in tutto il mondo operazioni di salvataggio dei creditori, investitori e le istituzioni finanziarie, così come i mutuatari. Le banche centrali iniettato enormi somme di denaro in sistemi finanziari per sbloccare la crisi di liquidità. Potrebbero essere necessarie azioni più radicali quali l'acquisto di obbligazioni societarie e di governo o di sovvenzioni dei tassi di interesse, per far tornare a funzionare correttamente i mercati del credito.

Questa crisi non è solo una conseguenza dello scoppio della bolla immobiliare degli Stati Uniti e il crollo del settore dei mutui spazzatura. A causare questo disastro a livello mondiale sono stati i crediti in eccesso. Ci sono state diverse le bolle d'aria, in molti paesi sono andati oltre la casa e la diffusione di mutui e prestiti su immobili non residenziali, carte di credito, prestiti per l'acquisto di autovetture e prestiti agli studenti. Ci sono state le bolle dei prodotti trasformati, che hanno trasformato i mutui in strumenti finanziari complessi, tossici e distruttivi. E c'erano bolle di sapone, anche, nei prestiti ufficiali locali; comprare con capitale altrui, fondi alternativi, prestiti commerciali e industriali, buoni cooperativi, materie prime e permute a rischio di credito; un pericoloso mercato senza regole nel quale si sono venduti fino a 60mila milioni di dollari emergenti di protezione nominale contro una riserva sospesa di buoni cooperativi di solo 6 mila milioni di dollari.

Queste bolle, hanno formato, in totale, la più grande bolla di credito e di attivi della storia, con la loro esplosione, le perdite totali di credito potrebbero essere di anche 2000 milioni di dollari.
Se i governi non riescono ad agire più rapidamente per ricapitalizzare le banche e altri istituti finanziari, la crisi del credito è destinata a peggiorare ulteriormente. Le perdite aumenteranno più velocemente di quanto le società ricostruiranno i loro bilanci.

Grazie alle azioni drastiche del G-7 ed altri, il rischio di una crisi finanziaria strutturale è diminuita. Ma purtroppo, il peggio non è ancora arrivato. Quest' anno sarà difficile. Solo una risposta molto aggressiva, coordinata ed efficace da parte delle autorità, può assicurare che il 2010 non sarà peggio di quello che è sicuramente sarà il 2009.

Stephen Roach:UNO SHOCK LETALE.
Prima della fine di quest' anno, tutte le regioni del mondo subiscono gli effetti della recessione. A mio parere, il 2009 passerà alla storia come l'anno della prima vera recessione globale della moderna economia. E 'vero che negli Stati Uniti è iniziata nell'estate del 2007, con la "crisi delle ipoteche spazzatura". Ma vi è stata basata su modelli di crescita delle bolle in un numero sorprendentemente elevato di paesi, di cui tutti hanno eruttato.

Negli Stati Uniti, la crescita alla base di attività sono concentrate in due settori dell'economia: attività di costruzione e il consumo personale. Oggi, questi due settori, che corrispondono a quasi l' 80% del PIL U. S., hanno subìto una forte contrazione.

Questo fa sì che le economie asiatiche, che dipendono da esportazioni rientrano in questa equazione. Infatti, la bolla di esportazioni, a sua volta, dipende dalla bolla di consumo degli Stati Uniti. L' Asia ha avuto anche l'aiuto della moneta chiaramente sottovalutato.E, per mantenere le loro divise economiche, paesi come la Cina hanno dovuto reciclare enormi quantità di riserve estere in attivi in dollari, e questo ha contribuito a sopprimere i tipi di interessi degli Stati Uniti e sostenere appunto le bolle di credito e di attivi che alimentavano l'economia delle bolle degli Usa. Era un circolo vizioso che è stato rotto. Siccome le economie asiatiche non hanno un consumo interno che serva da solido sostegno, i rischi per la crescita nella regione, hanno cominciato ad aumentare.

Probabilmente succederà lo stesso con le regioni produttrici di materie prime, non solo in Medio Oriente, che dipende dal petrolio, ma anche con le risorse delle economie di Australia, Canada, Brasile, Russia e Africa. Così diminuisce la crescita globale, in modo che la domanda di materie prime sensibili per l'economia, con il conseguente adeguamento dei prezzi, viene distorta da bolle e dal ritmo di crescita dei principali produttori.

Una seconda megaforza attiva è la globalizzazione, i vincoli che attraversano le frontiere, durante l'ultimo decennio, hanno utilizzato sempre più forme di flussi commerciali, di capitali e di mano d'opera. Il credito è essenzialmente una crisi forte di contagio tra i prodotti, un virus che è apparso con ipoteche lettiera, ma che si è propagato rapidamente alla carta commerciale sostenuta da attività, titoli garantiti da ipoteche e d'asta, quote e altri strumenti in tutti i mercati del credito. Tuttavia, poiché gli ingegneri finanziari erano così affezionati all' assegnare prodotti complessi, hanno creato questa situazione economica che è una croce letale. Non c'è da meravigliarsi se questa è la peggiore crisi finanziaria in 75 anni.

Spinto da una confluenza di shock dopo lo scoppio delle bolle e la crescente forza dei legami a livello mondiale, questo sarà probabilmente la peggiore recessione dopo la seconda guerra mondiale. Ciò significa che può essere più grave rispetto a quella della metà degli anni'70 e i primi anni '80. Quindi sono state le azioni aggressive da parte delle banche centrali di controllo l'inflazione che ha causato una profonda recessione. Questa volta, tutto è stato causato dall'esplosione di una bolla d'aria sulla base di squilibri a livello mondiale.

Ma non dobbiamo contare su un forte recupero (a V), del mondo post-bolla recessione nel 2009. Senza grandi probabilità che appaia un altro consumatore importante per riempire il buco lasciato dagli Stati Uniti, il mondo, non uguale e distorto dalla bolla, sperimenterà un recupero anemico nel migliore dei casi.Passerà molto tempo prima di tornare al tasso di crescita globale di quasi il 5% che aveva nei quattro anni e mezzo fino a metà del 2007. Shock di questo tipo sono fatali per qualsiasi economia, in particolare, e molto di più per il mondo intero.

David Smick: BUONA FORTUNA BARAK.
Barack Obama ha raggiunto la Casa Bianca con un programma ambizioso. Ma con l'economia globale nel bel mezzo di un brutale collasso finanziario in cui praticamente tutte le attività del mondo stanno riducendo il loro valore, lui ei suoi omologhi internazionali si devono aspettare un' immensa sofferenza.

Dobbiamo iniziare con la politica interna degli Stati Uniti. Il primo deficit di bilancio Obama potrebbe essere molto più alto di 1,5 trilioni di dollari. I diversi pacchetti di salvataggio, i piani di aumento della spesa, e la contrazione economica provocano un calo del gettito fiscale. I governi sono già in coda per chiedere aiuti federali. Fondi pensione privati saranno i prossimi. La Federal Deposit Insurance (FDIC), che sta affrontando il problema del mutuo, hanno bisogno di una sana iniezione di capitale da Zio Sam. E questo, prima di sommare le promesse di Obama alle spese e ai tagli fiscali.

Il progetto di legge sarà sicuramente rivolto a tutto questo debito prima del 2012. I tassi di interesse sui mutui sono aumentati rapidamente quando il Tesoro U.S.A ha presentato il suo piano di salvataggio, e il passivo della bilancia dei pagamenti della Federal Reserve è aumentato del 100%. I mercati finanziari si aspettano che, entro tre o quattro anni, le banche centrali di tutto il mondo, dopo un periodo di disinflazione, saranno costrette a trattare con questo massiccio aumento del debito. Forse Obama dovrà affrontare un incubo che ricorda quello ha colpito il Giappone nel '90. Oggi le banche degli Stati Uniti, sono piene di capitali(400.000 mila milioni di dollari supplementari, secondo gli ultimi conti, in gran parte dato dai contribuenti) ma non concedono prestiti.Si tratta di un problema come l'uovo e la gallina. Le banche non prestano denaro a causa dell' indebolimento dell'economia statunitense. L'economia è indebolita perché le banche non prestano denaro. Oltre alla nazionalizzazione, c'è poco che Obama può fare per loro vigore.

Nel resto del mondo, il breve periodo di gioia per un male estraneo ai problemi economici di Washington è finito. Risulta che l'Europa è stata sei volte più esposta al rischio di credito commerciale nei mercati emergenti, rispetto ai titoli spazzatura negli Stati Uniti. In alcune economie, tra cui la Gran Bretagna, il pericolo in cui le banche hanno sfiorato, si avvicina molto al PIL nazionale.

Perché questo è un grosso problema? Dato che le economie in via di sviluppo hanno permesso pericolosamente la dipendenza dalle esportazioni, mentre il cambio tra la loro moneta e il dollaro statunitense ha accumulato montagne di avanzo di risparmio. Questo modello di crescita è arrivato a tutta velocità verso il basso, come una diminuzione della domanda mondiale. Ma se si rompono molti di questi mercati emergenti, il FMI non dispone delle risorse necessarie per organizzare le operazioni di soccorso. Per mettere le cose in prospettiva, le banche austriache hanno un contatto con i mercati finanziari di 290.000 milioni di dollari e oltre.In Austria il PIL ammontava a 370.000 milioni. L'unico motivo di ottimismo è che il mondo non ha la mancanza di capitali. Semplicemente aspetta, ci sono sei miliardi di dollari solo in fondi di mercato monetario in tutto il mondo.

Quanto prima Obama e i suoi seguaci possano elaborare una riforma finanziara credibile che aumenti la trasparenza allo stesso tempo che proteggano i flussi commerciali e di capitale, prima tornerà a circolare il capitale messo da parte.Alla fine, i mercati vogliono la certezza che i nostri leader hanno un piano d'azione che può essere considerato attendibile. Questo piano non esiste ancora.


QUANTO MANCA? Robert Shiller
Le bolle speculative, alla fine, sono solo una questione psicologica. La gente si crea aspettative stravaganti sulla ricchezza che producono i loro investimenti, dimenticando i preziosi insegnamenti delle altre crisi finanziarie del passato, quindi non vi è una pericolosa bolla.

Ma la psicologia della caduta può essere altrettanto pericolosa. Come cadono dei prezzi delle attività, i mercati possono spostarsi. Alcuni indicatori mostrano che ci stiamo avvicinando ai livelli dei prezzi prima della bolla. Il rapporto prezzo-utili negli Stati Uniti, e il mercato azionario è più o meno nella sua media storica. I prezzi degli immobili sono probabilmente a metà strada per un ritorno alla fine degli anni'90, quando cominciò la bolla. In alcune città degli Stati Uniti sono diventati quasi interamente a quel livello.

Ma nessuno può dire esattamente quando il mercato ha toccato fondo. In un certo senso, il processo è una profezia. L'euforia è finita e le aspettative negative che sono il collasso dei prezzi delle attività, a loro volta, sembrano giustificare questo pessimismo. Date le scarse prospettive economiche per l'anno che è iniziato, è possibile che i prezzi delle case continuino a scendere anche nel 2010, come suggerito dai mercati futures a Chicago.

La storia ci dice che c'è qualche precedente nel mercato immobiliare debole per un periodo di tempo prolungato. Dopo l'ultimo boom edilizio negli Stati Uniti, che ha raggiunto il picco nel 1989, la città ha impiegato cinque anni prima di rallentare. Questa volta, i prezzi sono soltanto come quelli di due anni fa. Forse dovremmo guardare con attenzione a ciò che è accaduto in Giappone, dove i prezzi delle proprietà urbane sono scesi per 15 anni consecutivi tra il 1991 e il 2006.

Quando il mercato toccherà il fondo, forse sarà una caduta lieve non una frattura. In generale, non ci sono punti di svolta molto marcati. I prezzi degli immobili possono rimanere gli stessi per qualche anno prima di cominciare a salire. Nel frattempo, i parametri di riferimento saranno difficili da identificare in modo molto chiaro, finché non ci siamo lasciati tutto alle spalle.

Finora, le misure che abbiamo adottato per risolvere questa crisi sono dispensate con i principi di una sana gestione finanziaria. Abbiamo avviato una drastica dieta -valutando caso per caso i contratti di ipoteche e dando molti soldi-quando avremmo dovuto ideare un regime di alimentazione che ci permettesse vivere in modo indifinito. Invece di mettere in marcia i ratoppi a breve termine che sembrano necessari, avremmo dovuto adottare una strategia più strutturale, basata sul mercato, come fare in modo che i valori delle ipoteche siano sempre vincolati ai prezzi delle case e siano in sintonia sempre di più.

Gli eccessi speculativi sono un problema endemico del sistema del capitalismo di mercato, ma fornisce anche i propri meccanismi correttivi. Non vi è alcuna ragione per farlo ora.

Dean Baker: NECESSITA' DI CONTROLLARE IL DOLLARO
La bolla immobiliare è stata la prima a scoppiare, ma non l'ultima in questa recessione globale. Oggi ci dovrebbe essere una maggiore attenzione per l'imminente esplosione della bolla del dollaro.
La valuta statunitense è stata gravemente sopravvalutata, alla fine degli anni 90, e questo ha causato un enorme deficit commerciale, che ha raggiunto il suo picco in quasi il 6% del PIL nel 2006 (900.000 milioni di dollari di oggi). Ciò è insostenibile. Alla fine, obbligherà il dollaro a cadere ad un livello tale nel quale la bilancia commerciale sia praticamente equilibrata.

Tale processo è già in corso. Ma la crisi ha fatto girare gli investitori al dollaro per la sicurezza, e ha causato un aumento nei confronti della maggior parte delle altre valute. La sua ascesa o recessione nella maggior parte del mondo faranno che si che il deficit commerciale torni ad aumentare.
Tuttavia, una volta che la situazione finanziaria comincia a riconquistare la normalità (cosa che forse non accadrà nel 2009), gli investitori saranno dispiaciuti per la scarsa resa degli attivi in dollari. Il suo esodo farà si che il dollaro ricolleghi la caduta che aveva iniziato nel 2002, ma questa volta la sua caduta potrebbe essere molto più veloce. Altri paesi, soprattutto la Cina, dipenderanno molto meno dal mercato statunitense per le loro esportazioni e sono meno interessati a sostenere il dollaro.

Per gli americani, l'effetto di una forte svalutazione del dollaro si verdà nell' esporazione a prezzi molto più elevati e un livello di vita molto più basso. Se la Federal Reserve si preoccupa per l'inflazione causata dall'aumento dei prezzi degli articoli importati, forse alzerà gli interessi, e questo sarebbe un altro colpo per l'economia. Come nel 2009, è continuato il crollo della bolla edilizia abitativa, il crollo della bolla immobiliare a uso commerciale e la conseguente ondata di crediti inesigibili, che saranno i principali ostacoli per l'economia degli Stati Uniti, anche se il dollaro cadrà dopo.

In realtà, le ipoteche spazzatura non sono state altro che il segnale di una crisi molto più ampia.
Il calo dei prezzi delle case ha portato anche a precedenti tassi di default sui prestiti preferenziali e ancora a raggiungere la maggior parte delle conseguenze. Si vedranno anche più inadempienze sui prestiti per l'acquisto di automobili, carte di credito e altre forme di debito dei consumatori, perché i proprietari non possono più essere utilizzati come garanzia per il pagamento di altri debiti.

Anche per la proprietà immobiliare per uso commerciale arriverà la sua ora. Quando il mercato immobiliare ha cominciato a scendere verso la fine del 2005, ha cominciato ad aumentare il non residenziale. In meno di tre anni, questo settore è cresciuto di oltre il 40%. Ora vi è un'abbondanza di negozi, uffici, alberghi e altri usi non residenziali, e questo ha portato alla caduta dei prezzi, il declino nel settore della costruzione e altre importanti fonti di crediti in sofferenza per le banche.

Riassumendo, state attenti alle parole ottimistiche di quelli che dicono "stiamo superando la parte peggiore", ignorate il saliscendi giornalieri del mercato e allaciate le cinture. Staremo male.

Fonte: http://www.rebelion.org

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

2 marzo 2009

STATI UNITI MENO UNITI...

di Enrico Piovesana

L'interventismo di Obama scatena il secessionismo.
Presentando la sua megafinanziaria anticrisi, il presidente Barack Obama ha raccontato la storia di una bambina della Carolina del Sud che aveva scritto una letterina al Congresso per chiedere che la sua malandata scuola venisse ristrutturata. "E noi non ci tiriamo indietro!", ha detto Obama per dimostrare che i cittadini statunitensi possono contare sul governo federale di Washington.

Roba da far tremare i polsi a tantissimi americani già spaventati dall'interventismo statalista e centralista di Barack Obama.

Reazione trasversale. Una paura atavica che affonda le sue radici nella tradizione ultraliberale e federalista dei Padri Fondatori e che oggi riemerge in maniera politicamente trasversale, dalla sinistra libertaria all'estrema destra conservatrice.
L'incubo della prima è uno Stato centrale che, con la scusa della crisi (oltre che del terrorismo), si trasformi in un potere fascista orwelliano che schiaccerà le libertà dei cittadini, anche con la forza se necessario.
I conservatori hanno invece il terrore che Obama voglia trasformare gli Stati Uniti in un sistema socialista che inizierà intervenendo nell'economia per poi estendere il suo controllo su tutta la società, calpestando la proprietà privata e le libertà individuali.

Decimo Emendamento. Secondo entrambe queste visioni, l'unico baluardo contro il centralismo interventista obamiano è il Decimo Emendamento, ovvero il principio costituzionale che riconosce la sostanziale autonomia dei singoli Stati della federazione rispetto al potere federale centrale. "Ogni Stato mantiene la sua sovranità, libertà e indipendenza e ogni potere, giurisdizione e diritto che non sia espressamente delegato alla Confederazione".
Negli ultimi mesi, prima e dopo l'elezione di Obama, una decina di governi statali (Washington, New Hampshire, Michigan, Missouri, Montana, Arizona, Texas, Oklahoma e South Carolina) hanno approvato leggi e risoluzioni che, richiamandosi al Decimo Emendamento, affermano il loro diritto a governarsi come Stati liberi, sovrani e indipendenti. Altri quattordici Stati stanno per fare altrettanto. E c'è già chi parla di rischio secessionismo.

Fonte: http://it.peacereporter.net/

1 marzo 2009

APPELLO CONTRO LA DITTATURA BANCARIA E TECNOFINANZIARIA





No alla vita basata sul prestito e sull’usura
.
No al debito eterno degli Stati, dei Popoli e dei Cittadini
Il Popolo (attraverso lo Stato) torni titolare della Sovranità Monetaria

La questione della Sovranità Monetaria non è questione economica. Riguarda tutti gli aspetti della nostra vita. La Banca Centrale Europea, proprietà delle Banche Nazionali Europee, come Bankitalia, emette le banconote di Euro. Per questa stampa pretende un controvalore al 100% del valore nominale della banconota (100 euro per la banconota da 100 Euro), appropriandosi del poter d’acquisto del denaro che crea a costo zero e senza garantirlo minimamente.
E’ un’incredibile regalia truffaldina ai danni della popolazione intera. Gli Stati pagano questa cifra con titoli di Stato, quindi indebitandosi. Su questo debito inestinguibile, pagheranno (pagheremo) gli interessi passivi per sempre. Con le tasse dei cittadini, o vendendo a privati beni primari, come le fonti d’acqua. Per contenere il debito pubblico, che è generato soprattutto dal costo dell’emissione del danaro che lo Stato paga alla BCE, ogni governo è costretto ad aumentare una pressione contributiva diretta ed indiretta sempre più alta nel tempo, che per alcuni soggetti, i più deboli, corrisponde ad un prelievo forzoso di oltre il 60% del proprio guadagno.
Questo enorme profitto è incamerato ingiustamente, illegittimamente ed anticostituzionalmente dalla BCE, ovvero dai suoi soci, le Banche Nazionali, a loro volta controllate da soggetti privati. Queste Banche sono di proprietà privata, e, soprattutto, di gestione privata, anche se ingannevolmente vengono fatte passare per “pubbliche”. Gli utili che traggono dalla emissione monetaria vengono occultati attraverso bilanci ingannevoli, in cui si fa un’arbitraria compensazione dei guadagni da Signoraggio con inesistenti uscite patrimoniali. Dopo 60 anni di Signoraggio (il guadagno sull’emissione) esercitato da Bankitalia e BCE, l’Italia ha un enorme debito pubblico generato esclusivamente dai costi per l’emissione del danaro pagati alle Banche Centrali.
Se l’emissione del danaro fosse stata affidata allo Stato, senza creare debito, oggi non avremmo un solo euro di debito pubblico e le tasse da reddito potrebbero non esistere od incidere minimamente sui redditi da lavoro. Tutti i costi sociali (pubblico impiego, opere, scuole, ospedali) si sarebbero potuti coprire con i proventi da IVA (imposta sul valore aggiunto) magari maggiorata al 30% per i prodotti di lusso e non popolari, e da tasse su transazioni soggette a pubblica registrazione.
Senza usura contro lo Stato da parte delle Banche Centrali, che ha costretto lo Stato a vessare i propri cittadini con tasse spropositate (ricordate il prelievo sul conto corrente voluto dal banchiere Ciampi, travestito da uomo politico?), non bisognerebbe lavorare 30 anni per comprare una piccola casa, pagando tassi da usura. Non esisterebbe il degrado sociale, la povertà, il precariato, la delinquenza come mezzo di sopravvivenza di massa. Senza il Signoraggio delle Banche Centrali gli Stati non avrebbero più debiti e non sarebbero più costretti a tassare e tartassare i propri cittadini, a sottoporli a forme di controllo poliziesco per la determinazione dei redditi. I guadagni da lavoro dipendente ed autonomo sarebbero tutti legittimi, provati e dichiarabili senza timore, senza evasione, senza elusione, e l’unica tassa da riscuotere sarebbe quella sull’acquisto di beni e servizi, favorendo quelli per la sussistenza con aliquote più basse ed alzando le aliquote per i prodotti voluttuari e di lusso.
Ritornando la sovranità monetaria nelle mani degli Stati sovrani si eliminerebbe il debito degli stessi e di conseguenza di larga parte della popolazione. L’esistenza di noi tutti, condizionata e vincolata fin dalla nascita dal principio usurocratico del debito sarebbe sollevata dall’angoscia da rata, da scoperto di conto corrente, da pignoramento, da sfratto, da banca dati della puntualità dei pagamenti. Le nostre vite sarebbero liberate dall’assillo dal lavoro, del doppio lavoro, del bisogno di guadagnare tanto, per poi pagare il 60% del proprio guadagno allo Stato, perché lo Stato è sotto l’usura dei Banchieri.
Merita trattazione a parte l’analisi delle influenze sulla nostra vita dell’assillo economico. Influenze negative di carattere psichico, culturale, sociale. Con i drammi della povertà, dell’emigrazione, del doppio lavoro familiare, del lavoro precario, del lavoro insicuro, delle pensioni minime, che, senza la voracità da usura delle Banche Centrali, si sarebbero potuti evitare. Sottoponiamo l’appello a deputati, senatori, giornalisti, intellettuali, contestatori, anticonformisti, per promuovere la proposta di legge che faccia tornare l’emissione monetaria in mano statale, ovvero politica e popolare. Diffondiamo la verità negata: viviamo in una dittatura bancaria che impone a tutti l’angoscia esistenziale della vita basata sui debiti.

Azzeriamo il debito degli Stati
Eliminiamo la schiavitù degli indebitati per sopravvivere
Riprendiamoci la nostra vita e la nostra libertà

Massimo Fini
Marco Francesco De Marco
Valerio Lo Monaco
Alessio Mannino
Andrea Marcon

Fonte: http://www.movimentozero.org/

28 febbraio 2009

L'ARMA SEGRETA PER PER GLI INTRAPPOLATI NELL'IPOTECA DEI SUBPRIME

“Se il popolo americano permetterà mai che banche private controllino l'emissione dei loro soldi, in primo luogo tramite l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le corporazioni che si svilupperanno tutt'intorno ad esse, priveranno il popolo della sua proprietà fino a che i loro bambini non si sveglieranno un giorno senza casa nel continente che i loro padri hanno conquistato. Bisogna togliere alle banche il diritto di emissione e ridarlo al popolo, a cui appartiene di diritto” Thomas Jefferson, lettera al segretario del Tesoro, Albert Gallatin(1802)
di Ellen Brown
Jefferson capiva bene il sistema. Si pensa che, quest’anno, oltre 1.500 milioni di proprietari subiranno l’esecuzione dell’ ipoteca e che circa la metà perderà la loro casa. Se le conseguenze catastrofiche di cui Jefferson aveva avvertito 200 anni fa, sono arrivate lentamente, è perché sono state nascoste da ciò che Geronimo, a Parigi, chiama, la malattia anglosassone,” l’economia profondamente impari dove i ricchi e il settore finanziario....catturano la maggior parte delle entrate ma le nascondono, dando un debito a poco prezzo alle classi medie affinché continuino a spendere”. Lui chiama “finanza del settore cannibalistico” dell’economia attuale. Scrivendo nel “The European Tribune” indica:

27 febbraio 2009

CSM CONTRO DE MAGISTRIS

Dinanzi la sezione disciplinare del Csm è iniziato un nuovo processo nei confronti dell’ex pm di Catanzaro De Magistris. Dopo quello che ha portato il tribunale dei togati a decidere per il suo trasferimento ad altra sede, a seguito dell’inchiesta Why not nell’affaire delle tangenti europee in cui sono finiti coinvolti l’ex presidente del Consiglio Prodi e l’ex ministro della Giustizia Mastella, adesso per De Magistris si prospetta un altro processo. Al centro delle accuse la scelta di aver affidato a Genchi il ruolo di consulenza tecnica nel mettere sotto controllo le utenze di politici, in primis quella di Mastella, senza chiedere l’autorizzazione alla Camera. E in più di essere andato ben al di là delle sue prerogative, affidando al suo collaboratore compiti al di fuori della legge. Dunque, il processo all’ex pm catanzarese non è terminato con il suo trasferimento. Ora si vuole affossare definitivamente, con un colpo solo, la sua inchiesta principe e il suo consulente, attualmente sotto la lente di controllo del Copasir. A sfilare davanti la sezione disciplinare del Csm si sono alternati ufficiali e sottufficiali del Ros e per il 19 maggio è prevista anche l’audizione di Genchi.
di Michele Mendolicchio
 
E’ stato comunque il procuratore aggiunto di Palermo Antonino Ingroia, difensore dell’ex pm, a chiedere la testimonianza di Genchi. E a proposito di quest’ultimo la sezione disciplinare togata ha chiesto informazioni alla procura di Roma sulle indagini in corso sul famoso archivio segreto che l’ex collaboratore di De Magistris avrebbe illecitamente detenuto. Non può certamente passare sotto silenzio l’acquisizione da parte del tribunale togato della richiesta di archiviazione della procura di Salerno nei confronti di De Magistris per abuso d’ufficio nella vicenda dei tabulati relativi all’ex ministro Mastella. L’atto della procura salernitana che scagiona l’ex pm dalle accuse viene dunque passato sotto la lente del Csm.

QUANDO BERLUSCONI ERA CONTRO LA CASSA INTEGRAZIONE...


Nel 2000 Berlusconi, Fini e Bossi si esposero personalmente contro la Cig in Telecom Italia. E adesso?

Il 20 settembre 2000 Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi presentarono un'interrogazione parlamentare per quanto riguardava il progetto di cassa integrazione per i dipendenti di Telecom Italia deciso dall'azienda insieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Allora al governo c'era Giuliano Amato, il ministro dell'Industria era Pier Luigi Bersani e i tre leader della destra erano all'opposizione. Ora le parti si sono rovesciate e, invece di Roberto Colaninno, padre del deputato del Pd Matteo, al vertice di Telecom c'è Bernabè.

Colaninno allora era stato fortemente sponsorizzato nella sua Opa su Telecom dal centrosinistra, così come oggi lo è stato dal centrodestra in Alitalia; anche Berlusconi si era dichiarato a favore per mantenere l'italianità di Telecom.

Il divorzio tra Colaninno e Berlusconi era avvenuto in seguito all'acquisto di Telecom di TeleMonteCarlo (trasformata in La7) che voleva fare concorrenza a Mediaset, la famosa "Telesogno" con Fazio, Costanzo e Santoro mai partita e rimasta (appunto) nel regno dei sogni.

Il centrodestra si era quindi opposto alla cassa integrazione in Telecom Italia sostenendo che un'azienda che dava ricchi dividendi ai suoi azionisti non poteva depredare le risorse pubbliche.

Oggi Telecom Italia è combattuta tra la decisione di non dare dividendi o darne uno più basso rispetto agli anni scorsi; ma il suo progetto di mettere in Cig qualche centinaio di lavoratori potrebbe ugualmente trovare l'opposizione dell'attuale Pdl.

Il motivo del contendere potrebbe essere la forte resistenza che Bernabè oppone al progetto di Forza Italia di scorporare la Rete Telecom e assegnarne una quota alla Cassa depositi e prestiti.

Allora Colaninno si fece dare la Cig, ma Berlusconi era solo il capo dell'opposizione mentre oggi è il capo del governo: per Bernabè le cose potrebbero essere meno facili.

Fonte: http://www.zeusnews.com/

26 febbraio 2009

IL NUOVO ORDINE MONDIALE SI STA PREPARANDO AL PEGGIO...

di Adrian Salbuchi

Secondo la rete "Foxnews" in U.S.A c'è un piano in prossimità di un crollo generalizzato.
Nel nostro Comunicato n° 57 del 15-dic-08, informiamo che diversi analisti internazionali, vedono più vicina la probabilità di un crollo diffuso negli Stati Uniti. Venerdì scorso, 20-feb-09, il programma “The War Room” ( "La sala della guerra") condotto dal giornalista Glenn Beck su Foxnews Television, ha dedicato un programma speciale per la valutazione di "cosa fare se .." (what if?) si è verificato un "11 settembre economico "(”an Economic 911″), per il quale si è fatta un'analisi utilizzando la metodologia della pianificazione strategica militare, applicata a probabili scenari di eventi ad alto impatto (in stile giochi di guerra).
Il giornalista Beck ha detto più volte che il miglior piano è quello di preparare al peggio, e non certo a caso. Tutti gli scenari sono stati valutati sulla base del presupposto: "Noi siamo nell'anno 2014: Che cosa succede se ...? ". Nell' MSRA, riteniamo che l'anno 2014 è stato scelto perchè non fosse così evidente che questi analisti credono (speranza, o piano) che questi scenari succederanno prima del 2014 o durante la presidenza di Barack Obama.
Dato che il mandato di Obama termina nel gennaio 2013, affermano che questi sono gli scenari per il "2014", e ciò consente loro di calciare la palla, perché allora la conseguenza è che il crollo si verificherà sotto "il futuro presidente post- Obama ... "
Personalmente, e come indicato nel comunicato n°57, penso che sia probabile che il vero potere del Nuovo Ordine Mondiale abbia permesso a Barack Obama di raggiungere la Presidenza, perché sarà l'ultimo presidente gli Stati Uniti.

25 febbraio 2009

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA



Ci vuole una riforma della giustizia...Subito...Ma solo in certi casi...


TOGHE ROTTE: LA RUBRICA SULLA GIUSTIZIA DI BRUNO TINTI

Il sindaco è stato arrestato, l’onorevole è stato iscritto nel registro degli indagati, il ministro è stato intercettato.
Ci vuole una riforma della giustizia. Subito.
Il tribunale della libertà ha deciso che il sindaco (che ha dato le dimissioni) non potrà commettere altri reati di corruzione, motivo per il quale il GIP lo aveva arrestato; e quindi lo scarcera. Dunque il sindaco è innocente, il PM (e il GIP) un persecutore.
Ci vuole una riforma della giustizia. Subito.
Il tribunale ha condannato l’onorevole per favoreggiamento semplice mentre il PM aveva chiesto la condanna per favoreggiamento di mafiosi. Il PM ha commesso un grave errore e l’onorevole è stato ingiustamente perseguitato.
Ci vuole un riforma della giustizia. Subito.
La corte d’appello ha deciso che onorevoli e ministri sono responsabili di corruzione, turbativa d’asta, concussione e favoreggiamento; però ha escluso l’associazione a delinquere. Non avevano progettato di dedicarsi in pianta stabile al malaffare, vi si dedicavano quando capitava. Sono stati perseguitati da una magistratura politicizzata.
Ci vuole una riforma. Subito.

A leggere i giornali e guardare le televisioni sembra che i giudici non facciano altro che processare i politici. Purtroppo non è vero. Sarebbe bello che il malaffare politico venisse effettivamente scoperto, tutto, e sanzionato. Ma più che la punta dell’iceberg non si riesce a trovare. Per il resto del tempo, per il 99 % del tempo, i giudici si occupano di un altro tipo di delinquenti, quelli comuni, i ladri, i rapinatori, gli spacciatori di droga, gli assassini. Si occuperebbero anche di delinquenti border line, gli evasori fiscali, i falsificatori di bilancio, i bancarottieri; ma questi spesso appartengono all’altra categoria di delinquenti, quella dei politici, e allora la legge è congegnata in modo che questi processi non si riescano a fare.

Sicché i giudici si occupano prevalentemente di delinquenti comuni. Li perquisiscono, li pedinano, li intercettano, li arrestano, li processano. Talvolta li condannano, talaltra no. Talvolta il PM chiede al GIP di arrestare quel rapinatore che è stato riconosciuto da tre testimoni mentre un quarto ha avuto dei dubbi; e il GIP non lo arresta perché, dice, le prove della sua colpevolezza non sono poi così sicure. Talvolta dalle intercettazioni si scopre che ci sono altri delinquenti che prima non si conoscevano; e quindi il PM chiede al GIP di arrestarli e il GIP emette il suo bravo provvedimento di cattura. Talvolta il PM chiede al tribunale una condanna a 10 anni per associazione a delinquere e una quindicina di episodi di spaccio; e il tribunale condanna a 5 anni per 10 episodi di spaccio e assolve per l’associazione a delinquere. Talvolta addirittura il PM chiede l’assoluzione: non ci sono prove sufficienti signor giudice; e il giudice assolve.

Tutto questo succede centinaia di volte al giorno in centinaia di tribunali, di corti d’appello, di procure: si chiama amministrazione della giustizia; funziona così. I giudici studiano le carte, interrogano i testimoni, fanno perizie, ascoltano telefoni, insomma fanno il loro lavoro. E poi decidono. E speriamo che decidano bene, come in genere fanno. Qualche volta decidono male, si sbagliano; e il sistema (l’appello, la cassazione, il tribunale della libertà) prova a controllare gli errori. Magari poi il primo giudice non aveva sbagliato, anzi aveva proprio ragione, e sbaglia il secondo. Ma va bene così, quella che conta è l’ultima sentenza. E se è sbagliata? Beh, intanto non lo sappiamo se è sbagliata; e poi è l’ultima, questa è la legge, è questa quella che conta.

Qualcuno ha mai sentito i politici preoccuparsi della necessità delle riforme quando un assassino è stato assolto, un spacciatore scarcerato, un ladro acchiappato e messo in prigione su due piedi? Anzi, quale lassismo, quante pene miti! E la certezza della pena? Con tutti questi condannati e subito scarcerati? E le intercettazioni che hanno permesso di scoprire un intero clan dedito allo sfruttamento di tante povere ragazze violentate e buttate sulla strada? E la retata delle forze dell’ordine che ha arrestato 83 mafiosi e sequestrato un intero arsenale (esibito in bella fila sul tavolo della caserma)? Qui sì che lo Stato ha dato la sua risposta ai poteri criminali: una capillare indagine condotta da … coordinata da… ha permesso di smantellare etc. etc. Naturalmente a seguito di perquisizioni, sequestri, catture e … e intercettazioni.

Allora. Possibile che nessuno si chieda come mai la “riforma subito” sembra necessaria solo quando i delinquenti su cui si indaga o che si processa sono politici?
Voglio dire: magari una riforma è necessaria; per la verità io, che un poco me ne intendo, potrei indicare varie centinaia di riforme legislative, parecchie decine di assetti organizzativi da adottare domani, anzi oggi. Ma, prima di occuparsi di queste riforme (che ovviamente non hanno nulla a che fare con quelle che i politici illustrano con una sicurezza pari alla loro ignoranza), dovremmo chiederci perché l’idea della “riforma subito” gli viene sempre quando si tratta di un sindaco arrestato, di un onorevole iscritto nel registro degli indagati, di un ministro intercettato.

Il tormentone delle intercettazioni è un buon test che raccomando alla riflessione di tutti.
Allora: le intercettazioni si debbono fare per i reati di corruzione, peculato, concussione e in genere per i reati contro la pubblica amministrazione? Oppure no?.
Ma che razza di domanda è?
Il problema, semmai, dovrebbe essere: le intercettazioni servono per scoprire i reati e incastrare i colpevoli? Se si, allora si tratta di uno strumento di indagine che deve essere utilizzato sempre; se no, si tratta di un’attività inutile e costosa che dobbiamo abbandonare.
Una volta deciso che le intercettazioni sono uno strumento di indagine utile (non solo nemmeno Berlusconi ha mai detto che si tratta di uno strumento di indagine inutile; ma proprio il fatto che le vuole riservare ai reati di terrorismo e mafia dimostra che anche lui lo sa, che si tratta di strumenti di indagine necessari), porsi il problema dei reati per cui consentire le intercettazioni e di quelli per cui non consentirle significa solo decidere che alcuni reati li vogliamo scoprire e altri no.
Quindi, secondo i nostri politici, va bene scoprire terrorismo e mafia e mettere in prigione terroristi e mafiosi; ma scoprire corruttori, corrotti, falsificatori di bilanci, turbatori d’asta e metterli in prigione, questo no.

Mi pare di sentirli (come ci si abitua a tutto!): “Il punto è che le intercettazioni sono uno strumento invasivo della privacy e dunque solo in casi gravissimi si deve accettare che la vita privata delle persone venga violata. Quindi accettiamo malvolentieri questa aggressione all’intimità dei cittadini per reprimere reati gravissimi; ma non siamo disposti a pagare questo prezzo per reati come la corruzione e le sue sorelline”.

E già; quindi va bene intercettare le comunicazioni dei cittadini per il furto pluriaggravato (3 giovanotti che vanno a rubare le macchine parcheggiate sulla pubblica via – reato di cui agli artt. 110, 624, 625 n. 2 e 7 codice penale); va anche bene intercettare per il reato (una contravvenzione) di molestie (art. 660 codice penale); e poi va bene intercettare per una rapinetta alle poste o per lo spaccio di un centinaio di dosi di coca.

Però, ma che volete che sia una tangente, un finanziamento al partito, un appalto fatto vincere a un amico, un dirigente o un amministratore messo in qualche ente pubblico o sbattuto via da qualche ente pubblico. Robetta, non si può violare la privacy di tanti cittadini che hanno diritto alla tutela della loro vita privata etc. etc..

Ecco, se, prima di pensare alla “riforma della giustizia subito” si cominciasse a pensare “ma perché questi vogliono la “riforma della giustizia subito” solo in certi casi?”, si farebbe qualche passo avanti sulla strada, tanto per cominciare, del voto consapevole. Alle prossime elezioni...
Mah, mi sto spaventando da solo.

Fonte: http://www.chiarelettere.it/

23 febbraio 2009

GOD SAVE INTERNET


Le libertà in Internet sono in grave pericolo.

Qualora dovesse essere approvato un insieme di direttive,
in discussione al Parlamento Europeo, Internet cambierà così:

* non potrai più collegarti a Internet solo per aver condiviso un file;
* sarà possibile conoscere il contenuto del tuo traffico Internet;
* non potrai usare liberamente FTP, Skype, chat, p2p;
* sarà il tuo provider a scegliere quali siti web potrai visitare e quali no.

Caro cittadino della Rete,

il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha infatti raggiunto un accordo politico su norme e direttive fortemente lesive dei diritti dei cittadini europei e dei consumatori. Tale regolamentazione è inclusa nel Pacchetto Telecom, un complesso sistema di cinque Direttive che influenzerà profondamente le leggi degli Stati Membri dell'Unione Europea, Italia inclusa, per molti anni a venire. L'accordo politico del Consiglio stravolge il contenuto del Pacchetto, che con voto democratico, e con l'appoggio della Commissione Europea, il Parlamento Europeo aveva approvato a larghissima maggioranza nel settembre 2008 con emendamenti che garantivano e tutelavano i diritti fondamentali dei cittadini e dei consumatori.

Il 19 febbraio il Parlamento Europeo darà inizio alla Seconda Lettura del Pacchetto Telecom, e se non avrà la forza di opporsi alla volontà del Consiglio dei Ministri, entro pochissimo tempo le leggi dei Paesi Membri dovranno obbligatoriamente adeguarsi con le seguenti conseguenze:

- sarà possibile disconnetterti dalla Rete sulla base di semplici indizi, raccolti da società private senza autorizzazione della magistratura, che facciano sospettare che tu abbia condiviso contenuti protetti da copyright. Il tuo fornitore di accesso Internet sarà obbligato a collaborare con le società private per fornire i tuoi dati, e sarà costretto a procedere alla sospensione del servizio. Non avrai diritto né alla difesa né ad un equo processo;

- il tuo fornitore di accesso sarà libero di filtrare contenuti, servizi e applicazioni a piacimento. Per fare solo un esempio fra i tanti possibili, diventerà lecito e legale bloccare Skype al fine di promuovere e costringerti ad acquistare un servizio VoIP a pagamento;

- il tuo fornitore potrà applicare "differenziazioni di tariffe", e farti pagare abbonamenti aggiuntivi per applicazioni e protocolli specifici, ad esempio per e-mail, FTP, newsgroups, chat, peer-to-peer ecc.; potrà inoltre liberamente decidere a quali siti web potrai accedere senza limitazioni, a quali potrai accedere con de-prioritizzazione del traffico (quindi con rallentamento nello scambio dati), e a quali non potrai accedere affatto;

- qualsiasi società privata, per generici scopi di sicurezza di rete, potrà intercettare, memorizzare a tempo indefinito, leggere e analizzare, tutti i dati che invii e che ricevi sulla Rete senza autorizzazione di alcun organismo governativo, inclusa la magistratura.

Per tutelare i tuoi diritti fondamentali, si è formata un'ampia coalizione europea che riunisce le più importanti associazioni in difesa dei diritti digitali e dei diritti dei consumatori. La coalizione comprende 16 organizzazioni non governative e associazioni che si battono per i diritti dei consumatori, con sedi in 22 Paesi Membri dell'Unione Europea e altri Paesi non Membri. Da settimane rappresentanti della coalizione stanno attivamente partecipando a Brussels al fine di tutelare i tuoi diritti. In Italia le organizzazioni che fanno parte della coalizione sono Altroconsumo, l'Istituto per le Politiche dell'Innovazione, NNSquad Italia e ScambioEtico.

ABBIAMO TUTTAVIA BISOGNO DEL TUO AIUTO, E NE ABBIAMO BISOGNO CON URGENZA.

Ti chiediamo di dedicare qualche minuto del tuo tempo per scrivere un'e-mail, e se ti è possibile telefonare, all'europarlamentare italiano che ritieni ti possa meglio rappresentare in Parlamento Europeo, al fine di sensibilizzarlo sui gravi rischi che il Pacchetto Telecom arrecherà a Internet e a i tuoi diritti fondamentali, fra i quali la libertà di espressione, di informazione, il diritto alla difesa e a un equo processo, e il diritto alla privacy. Se ti è possibile, ti chiediamo di sensibilizzare i tuoi familiari, conoscenti e amici, e se ti capita di scrivere in Internet, di informare tramite interventi nei forum e nei blog.

Se sei un blogger o un giornalista e ne vuoi sapere di più, non esitare a contattare il Portavoce di ScambioEtico Paolo Brini

Ti forniamo il LINK per reperire le e-mail e il numero di telefono di tutti gli europarlamentari italiani, al fine di farti scegliere quello che ritieni più coerente con le tue idee. Ti forniamo il link al PDF della lettera aperta della coalizione, indirizzata al Parlamento Europeo e a tutti i suoi Membri, in modo da darti tutti i riferimenti normativi che delineano quanto è stato sopra affermato. Per qualsiasi richiesta o necessità, non esitare a leggere e a scrivere in questo forum LINK, che rimarrà sempre aperto e fornirà supporto nonché aggiornamenti sulla Seconda Lettura del Pacchetto Telecom.
Infine, ti forniamo anche una proposta di lettera, che potrà darti lo spunto, se ne avessi bisogno, per cosa scrivere e dire.

"Gentilissimo On. , vorrei richiamare la Sua attenzione su alcune serie preoccupazioni che nutro nei confronti del Pacchetto Telecom, che sta per entrare nello stadio di Seconda Lettura al Parlamento Europeo.Le mie preoccupazioni si riferiscono agli articoli relativi a Internet nel Pacchetto Telecom, e che metteranno a repentaglio sia i benefici economici che Internet sta portando all'Europa, sia i diritti fondamentali quali la privacy e la libertà di espressione. Io desidero poter accedere a qualsiasi sito web o servizio Internet, alla velocità più elevata per la quale sono disposto a pagare. Non voglio che che gli operatori di rete scelgano per me quali siti web e quali servizi e applicazioni posso utilizzare. Voglio essere in grado di sperimentare nuove applicazioni e protocolli senza dover preventivamente chiedere il permesso agli operatori di rete, e non voglio che il traffico che genero e i contenuti ai quali voglio accedere siano bloccati o limitati dagli operatori di rete. Pretendo inoltre il rispetto della mia privacy, in conformità a quanto specificato dallo European Data Protection Supervisor e ribadito dallo stesso in data 09 gennaio 2009. Mi riferisco specificamente ai seguenti articoli del Pacchetto Telecom [1] e [2], i quali: 1. permetteranno il filtraggio di contenuti, applicazioni e servizi - Direttiva Servizi Universali, Articolo 22(3), 2. consentiranno di applicare un rifiuto di accesso a materiale on-line protetto da copyright attraverso tentativi di imposizione, anche quando tale accesso è legale, per mezzo della "cooperazione" fra fornitori di accesso e "i settori interessati alla promozione di contenuto legale" - Direttiva Servizi Universali, Articoli 33(3), 20(1.b.1), 21(4a); e Direttiva Quadro, Articolo 8(4g), 3. minacceranno la privacy attraverso la memorizzazione e l'elaborazione dei dati personali per "motivi di sicurezza" - Direttiva sulla Privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche, Articolo 6(7). Allo stesso tempo, 1. sono state rimosse le protezioni per gli utenti contro le pratiche discriminatorie, le sanzioni sproporzionate e le restrizioni inique di servizio - Direttiva Quadro Articolo 8 (4g) e Direttiva servizi universali Articolo 32a; 2. sono stati indeboliti i controlli regolatori sulle attività dei fornitori di servizio, che proteggerebbero contro pratiche inique, restrittive o discriminatorie - Direttiva servizi universali, Articolo 22(3). In qualità di Suo elettore, Le chiedo pertanto di opporsi a [2]: * Direttiva Servizi Universali o Articolo 22(3); o Articolo 33(3); o Articolo 20(1.b.1); o Articolo 21 (4a); * Direttiva sulla Privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche o Articolo 6(7) come da raccomandazioni EDPS (European Data Protection Supervisor) del 09 gennaio 2009 [4] e Le chiedo di sostenere [3]: * Direttiva Quadro o Articolo 8.4(ga) (Emendamento 138) * Direttiva Servizi Universali o Art. 32a (Emendamento 166) Confidando in un Suo appoggio verso i diritti fondamentali dei cittadini europei, Le porgo distinti saluti
Potete trovare gli indirizzi mail a questo link.

Indice dei collegamenti:

E mail di Paolo Brini
-per ragioni di privacy riferirsi all'articolo originale in scambioetico.org
E-mail e il numero di telefono di tutti gli europarlamentari italiani
-per ragioni di timore della privacy esercitata in modo "ricattatorio e vessatorio" riferirsi all'articolo originale in scambioetico.org
Indirizzo per il pdf della lettera aperta
http://www.scambioetico.org/Telecom_package_italian.pdf
Indirizzo al Forum di scambioetico.org
http://www.scambioetico.org/index.php?board=31.0

Fonte: http://velenosereno.blogspot.com/2009/02/vogliono-uccidere-internet.html

22 febbraio 2009

STATI UNITI E CUBA, VERSO LA NORMALIZZAZIONE?

di Salim Lamrani 20.02.2009

Cuba ha celebrato il cinquantesimo anniversario del trionfo rivoluzionario di Fidel Castro sulla dittatura di Fulgencio Batista nel 1959. Da parte sua, il nuovo eletto presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in carica dal 20 gennaio, fa scattare una straordinaria attesa in tutto il mondo. I Cubani sperano di stabilire, infine, un dialogo, una conciliazione con l'Occidente e il nuovo leader e di risolvere le loro divergenze. Fare un bilancio delle relazioni del governo Bush e un'analisi delle prospettive future.

L'elezione di Barack Obama come presidente degli Stati Uniti è una rivoluzione senza precedenti. Per la prima volta nella storia, un uomo di colore raggiunge la posizione suprema. Scegliendo il candidato democratico, il popolo americano ha portato al potere un uomo che cerca di incarnare una nuova politica dopo la disastrosa amministrazione Bush.(1)
L'arrivo di Obama al potere è di buon auspicio per le future relazioni tra L'Avana e Washington. Come un simbolo, l'ex senatore dell' Illinois è il primo candidato presidenziale democratico che si è accaparrato il voto ispanico nello Stato della Florida, dove vivono 800.000 cubani, con un ampio margine di 57%. (2)

I Cubani sull'isola hanno accolto con favore la nomina di Obama con un misto di soddisfazione e cautela. "E 'certamente più intelligente, colto e leale rispetto al suo avversario repubblicano", ha detto Fidel Castro in relazione alla sua elezione. "E' il migliore oratore politico degli Stati Uniti degli ultimi decenni ", ha aggiunto, lodando il suo programma ben articolato di idee. (3)

L'amministrazione Bush ha acuito le tensioni con l'Avana ad un livello senza precedenti in quanto dai "giorni" di Reagan ha singolarmente aumentato le sanzioni economiche. Dall' avvento al potere, l'ex governatore del Texas ha dichiarato il suo desiderio di rovesciare il governo cubano. Pertanto, non sorprende, che Cuba avesse una preferenza per Obama contro John McCain, considerato l'erede di George W. Bush.

Fin dall'inizo del suo mandato, nel 2002, l'amministrazione Bush è stata aggressiva verso L'Avana. Nel mese di aprile 2002, John Bolton, allora sottosegretario di Stato per il controllo degli armamenti e della sicurezza internazionale, ha accusato Cuba di produrre armi biologiche ed esportarle verso paesi terzi, che minacciano l'isola con rappresaglie. Nel maggio 2002, nel corso di una storica visita a Cuba, l'ex Presidente U. S. James Carter ha negato le accuse di Bolton, costringendo Washington a fare marcia indietro. (4)

Nel settembre 2002, James Cason è stato nominato capo della U.S. Sezione di Interessi all'Avana (SINA). Al suo arrivo a Cuba il 10 settembre, ha dichiarato la sua intenzione di "accelerare la transizione verso una società democratica a Cuba". Una settimana più tardi, ha riunito le principali figure dell'opposizione cubana, mettendo a disposizione assistenza finanziaria e materiale per svolgere la loro attività contro il governo. Nel marzo 2003, 75 oppositori che avevano accettato che il "trattamento economico" fornito da Washington, sono stati arrestati e condannati al carcere duro, per associazione con una potenza straniera. (5)

Cason ha anche cercato di incoraggiare l' emigrazione, rifiutando di concedere ai richiedenti visti, violando gli accordi sull'immigrazione del 1994. Hanno stabilito che gli Stati Uniti dovrebbero concedere almeno 20.000 visti a Cuba in un anno. Ad esempio, dal 1 ° settembre 2002 al 28 febbraio 2003, gli Stati Uniti ha concesso solo 505 visti, vale a dire il 2,5% del totale fissato dalla convenzione. Ad esempio, nel 2002, Washington aveva emesso per lo stesso periodo 7237 i visti, 8300 nel 2001, 10.860 nel 2000 e 11.600 nel 1999. (6)

Allo stesso tempo, con l'obiettivo di destabilizzare il paese, l'amministrazione Bush ha incoraggiato l'immigrazione clandestina attraverso Radio e TV Martí, ricordando l'esistenza della Legge di Aggiustamento cubano. Questo permette ad ogni cubano che legalmente o illegalmente migra verso gli Stati Uniti di ottenere automaticamente dopo un anno lo status di residente permanente e una serie di vantaggi in più. (7)

L' impresa ha avuto successo. Infatti, tra l'agosto 2002 e aprile 2003, ci sono stati sette sequestri di persona, di cui uno fatale, a Cuba. Le persone in questione sono stati in grado di raggiungere gli Stati Uniti dove sono stati rilasciati su cauzione, incluso il responsabile dell'uccisione di un marine lanciando un chiaro messaggio a tutti coloro che volevano emigrare. Allo stesso tempo, Roger Noriega, allora assistente segretario di Stato per gli affari interni americani, ha detto che qualsiasi massiccio flusso di immigrati dovrebbe essere "considerato una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti e che richiedono una risposta militare". Di fronte a tali minacce esplicite, L'Avana aveva cercato di reagire bruscamente e tre dirottatori sono stati portati in giudizio, nel mese di aprile 2003, mettendo così fine alla crisi. (8)

Nel maggio 2004, Bush ha imposto nuove sanzioni istituita la Commissione per l'assistenza per una Cuba Libera. Tali sanzioni limitano a 14 giorni, ogni tre anni il soggiornano nel loro paese di origine dei cubani residenti negli Stati Uniti, separando così molte famiglie, e riducono a soli $ 100 al mese le somme che possono essere inviate. La Commissione ha aumentato i finanziamenti per l'opposizione, per la trasmissione di programmi dei ribelli, lanciando una campagna internazionale per screditare il governo di L'Avana. La Casa Bianca ha inoltre nominato proconsole Caleb McCarry come responsabile di una transizione a Cuba post-rivoluzionaria. (9)

Allo stesso modo, violano il diritto internazionale, l'amministrazione Bush non ha esitato ad applicare sanzioni economiche contro Cuba. Diversi delegati cubani sono stati espulsi da diversi alberghi dove stavano soggiornando in Messico, Norvegia e Regno Unito, sostenendo gli l'hotels appartenevano a multinazionali americane. Washington inoltre ha intensificato provocazioni contro Cuba e annullato la maggior parte degli incontri sportivi, culturali e universitari tra le due nazioni. (10)

Nel luglio 2006, Bush ha elaborato altre sanzioni e fissa entro 18 mesi la data per eliminare il governo di Fidel Castro. A tal fine un apposito bilancio di $ 80 milioni, che comprendevano un aumento dei finanziamenti al dissenso, la moltiplicazione delle trasmissioni sovversive contro Cuba, una lobby, invitato le altre nazioni a rafforzare l'assedio e le sanzioni contro i paesi che commerciano con l'Isola di Caribe. (11)

Il 24 ottobre 2007, "l'inquilino" della Casa Bianca ha pronunciato un discorso virulento al Dipartimento di Stato a Washington contro Cuba. Bush ha annunciato la creazione di un "Fondo per Cuba Libera 'di svariati miliardi di dollari per rovesciare il governo di Cuba, e per riportare la sfera di influenza degli Stati Uniti. Bush ha detto chiaramente: "la parola di base nel nostro futuro rapporto con Cuba non è 'stabilità' [ma] 'libertà'". (12)

Una relazione da parte del GAO (United States Government Accountability Office – GAO) del 19 dicembre 2007, ha pubblicato 96 pagine sulle conseguenze causate da un irrigidimento delle sanzioni economiche contro Cuba, ed è indicativo della crudeltà dell'amministrazione Bush con l'Avana. Secondo il GAO, l'irrigidimento dei servizi doganali nei confronti di Cuba "riduce la capacità delle dogane di effettuare il loro compito, che è quello di impedire a terroristi, criminali ed gli altri stranieri di entrare nel paese. (13)

Le misure adottate dall'amministrazione Bush sono state un fallimento. Le sanzioni economiche hanno sollevato una reazione unanime. Il mondo del lavoro, l'opinione pubblica e la comunità internazionale si sono opposte ad esse. Il 29 ottobre 2008, per il diciassettesimo anno consecutivo, 185 dei 192 membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno chiesto la revoca di tale punizione che provoca sofferenze ai cubani. Mai è stata raggiunta una schiacciante maggioranza. Solo gli Stati Uniti, Israele e Palau hanno votato contro la risoluzione. Dalla loro introduzione nel 1960, le sanzioni sono costate la bellezza di 93.000 milioni di dollari per l'economia cubana e 3.700 milioni di euro l'anno 2007. (14)

La posizione di Barack Obama

Il nuovo presidente ha dichiarato la sua disponibilità a impegnarsi in colloqui bilaterali con il governo di L'Avana, "per normalizzare le relazioni e ammorbidire l'embargo che hanno caratterizzato le relazioni tra i nostri paesi nel corso degli ultimi cinque decenni. Obama è il primo presidente degli Stati Uniti ad annunciare un eventuale revoca dello stato d'assedio contro Cuba economica. (15)

Secondo la sua promessa in campagna elettorale, Obama avrebbe subito revocato le restrizioni sui viaggi e le rimesse imposti nel 2004. "Questa è ancora una volta una questione umanitaria e strategica. [...] Questa decisione ha un'impatto profondamente negativo sul benessere del popolo cubano", ha detto Obama. Come presidente, "sovvenzioni per i cubano-americani, diritti illimitati per visitare le loro famiglie e per inviare denaro nell'isola", ha assicurato. (16)

Da parte sua, il Congresso dominato dai democratici, potrebbe porre fine al divieto di viaggiare a Cuba e per i cubano-americani sarebbe una destinazione turistica gli Stati Uniti. Inoltre, le procedure amministrative consentirebbero anche a L'Avana di comprare più prodotti agricoli dagli Stati Uniti e rimuovere facilmente le restrizioni in materia di scambi accademici, culturali e manifestazioni sportive.

Un modus vivendi tra Cuba e gli Stati Uniti è inconcepibile. Dal 1959, L'Avana ha ripetutamente teso un ramo d'ulivo a Washington e ha ricevuto un rifiuto sempre più ostinato. Il governo di Raúl Castro, che aveva proposto un dialogo a Bush due volte dal 2006, ha dichiarato la sua disponibilità a risolvere tutte le divergenze con la nuova amministrazione democratica, proponendo il rispetto per la sovranità, la reciprocità e la non ingerenza. (17)

Il presidente Obama ha una opportunità storica di porre fine ad un' obsoleta, disumana politica contro il popolo cubano. Se da prova del coraggio politico necessario, se riesce a sfuggire alla probabilità, sempre più forte, di un attentato contro la sua vita, allora sarà possibile considerare una soluzione onorabile per le due nazioni, dopo 50 anni di relazioni conflittuali.

Note
1- Il New York Times ", il prossimo presidente", 4.11. 2008.
2- Casey Wood, «Obama First Democrat to Win Florida’s Hispanic Vote», The Miami Herald, 5.11.2008.
3- Fidel Castro Ruz, «Las elecciones del 4 de noviembre», Cuba Debate, 3.11.2008.
4-The Miami Herald, «No Proof of Bioweapons in Cuba, Carter Says», 14.052002.
5- Cuba Socialista, «The Diplomacy of James Cason», settembre 2003.
6- Salim Lamrani, Fidel Castro, Cuba y los Estados Unidos (La Habana: Editorial José Martí, 2008), p. 189
7- Ibid.
8- Ibid.
9-Colin L. Powell, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington: United States Department of State, mai 2004). www.state.gov/documents/organization/32334.pdf (sito accessibile 7.05. 2004).
10-Salim Lamrani, «Washington dicta la ley sobre Cuba en Europa», Rebelión, 16.01.2007.
11- Condolezza Rice & Carlos Gutierrez, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington: United States Department of State, Julio de 2006).www.cafc.gov/documents/organization/68166.pdf (sitio consultado el 12 de julio de 2006).
12-George W. Bush,"Osservazioni del Presidente della politica su Cuba", Ufficio Stampa del Segretario, il Miami Herald, 24.10. 2007.
13- The United States Government Accountability Office, Economic Sanctions. Agencies Face Competing Priorities in enforcing the US Embargo on Cuba, Report to Congressional Requesters, novembre 2007.
http://www.gao.gov/new.items/d0880.pdf (sitio consultado el 21 de diciembre de 2007), Introduzione, pp. 1, 6, 7, 48. 1, 6, 7, 48.
14- Edith M. Lederer, «UN Again Urges US to Lift Embargo Against Cuba», The Associated Press, 29.10.2008.
15- Barack Obama, «Our Main Goal: Freedom in Cuba», The Miami Herald, 21.08.2007.
16- Ibid.
17- El Nuevo Herald, «Triunfo de Obama pone a Raúl ‘contra la pared’, afirma opositor», 6.11.2008.

Salim Lamrani è Docente presso l'Università Paris Descartes e giornalista francese, esperto in relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Ha appena pubblicato Doble Moral.

Fonte:http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=12379

21 febbraio 2009

FACEBOOK: "LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CH' ENTRATE"!

Cancellarsi definitivamente è sempre più difficile.

Secondo le nuove condizioni d'uso, Facebook può fare quello che vuole delle informazioni immesse dagli utenti. Anche quando si cancellano.

Facebook ha modificato recentemente le Condizioni d'uso che gli utenti devono accettare al momento di creare l'account, arrogandosi in pratica il diritto di disporre a piacimento di tutti i contenuti (testi, immagini, filmati) inseriti dagli utenti, anche qualora questi decidano di cancellarsi definitivamente dal social network.

Chi si iscrive concede a Facebook il diritto "perpetuo, irrevocabile, non esclusivo, trasferibile" di usare in qualsiasi modo ("copiare, pubblicare, diffondere, conservare, rendere pubblico, trasmettere, modificare" e la lista è ancora lunga) le immagini, i testi e quant'altro possa essere catalogato sotto la dicitura "User Content", ossia praticamente qualunque cosa. Non solo: Facebook può anche concedere i contenuti in sub-licenza.

"Pazienza" - qualcuno potrebbe dire - "ci si può sempre cancellare". È vero, ma i contenuti potrebbero non scomparire insieme all'account.

Nella versione originale delle Condizioni d'uso c'erano un paio di righe che tutelavano certi diritti degli utenti: "Potete rimuovere i vostri Contenuti Utente dal Sito in qualunque momento." - si poteva leggere - "Se scegliete di rimuovere i vostri Contenuti Utente, la licenza concessa scadrà automaticamente, ma riconoscete alla Compagnia il diritto di conservare delle copie archiviate dei vostri Contenuti Utente".

Ora queste righe sono scomparse, la licenza non scade più e "The Company" non ha più bisogno di archiviare alcunché, dato che può fare quello che vuole con le informazioni immesse, che non saranno mai soggette all'oblio.

Per essere ancora più chiari, una lunga lista, rubricata sotto la voce "Termination and Changes to the Facebook Service", elenca tutto ciò che non svanisce con la chiusura dell'account e comprende pressoché qualunque attività un utente compia tramite Facebook.

In pratica i nuovi iscritti si consegnano completamente al social network che va tanto di moda e così fanno anche quelli vecchi, che a suo tempo avevano accettato le Condizioni originali.

Da sempre, infatti, le Condizioni d'uso prevedono una clausola che ne consente la modifica da parte della società senza la necessità di avvisare gli iscritti. Anzi, "Continuare a usare il Servizio Facebook dopo tali cambiamenti costituisce l'accettazione delle nuove Condizioni".

Esiste in realtà una possibilità per mantenere il controllo sulle informazioni immesse e sta nell'essere estremamente restrittivi per quanto riguarda le impostazioni sulla privacy.

Le Condizioni esplicitano infatti che l'unico limite che Facebook si autoimpone riguarda proprio quelle impostazioni: prima di cancellarsi, quindi, sarà utile regolarle. Dopo essere usciti dal social network tutto sarà di "proprietà" di Facebook.

Alla fine è intervenuto Mark Zuckerberg in persona per chiarire meglio la situazione che si è creata quando qualcuno ha cominciato a notare i recenti cambiamenti apportati alle Condizioni d'uso di Facebook.

Fonte: www.zeusnews.com

20 febbraio 2009

RESPIRARE MORTE MANGIANDO VELENO



www.diciamolatutta.tv

Che vi sia un incalcolabile business dietro i rifiuti è decisamente noto a tutti. Che siano politici e grandi imprenditori a guadagnarci in moneta e scambi di favori, anche questo è noto a tutti. Bruciare rifiuti uccide noi, e le generazioni future. Per smaltire le polveri sottili inquinanti che rimangono nell'aria occorrono centinaia e probabilmente migliaia di anni. Noi non ci saremo, ma permettendo l'utilizzo degli inceneritori, non ci saranno nemmeno le generazioni future. Lo scienziato Stefano Montanari, risponde alle domande degli spettatori e....state un pò a sentire cosa succede...
# EADV S.R.L. # Pubblicità Digitale e Programmatic Advertising # ___ ____ _ __ # ___ / | / __ \ | / / # / _ \/ /| | / / / / | / / # / __/ ___ |/ /_/ /| |/ / # \___/_/ |_/_____/ |___/ # # Contattaci per informazioni commerciali # Website: www.eadv.it # Email: marketing@eadv.it # START ads.txt - vocidallastrada.org - 2023-10-18 14:39:45 eadv.it, 13135, DIRECT 152media.info, 152M10, RESELLER 33across.com, 0010b00002MptHCAAZ, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0010b00002T3JniAAF, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0010b00002cGp2AAAS, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0013300001kQj2HAAS, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0015a00002oUk4aAAC, RESELLER, bbea06d9c4d2853c 33across.com, 0015a00003DKg9ZAAT, RESELLER, bbea06d9c4d2853c ad.plus, 352349, RESELLER adagio.io, 1294, RESELLER adcolony.com, 496220845654deec, RESELLER, 1ad675c9de6b5176 adform.com, 1226, RESELLER adform.com, 1819, RESELLER, 9f5210a2f0999e32 adform.com, 1889, RESELLER adform.com, 1943, RESELLER 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