11 marzo 2020
Arabia: Morte di un principe saudita in circostanze misteriose
La Corte reale dell'Arabia Saudita ha annunciato martedì la morte del principe Abdulaziz bin Abdullah bin Faisal bin Farhan Al Saud.
In una dichiarazione riportata dall'agenzia di stampa saudita "SPA", la corte reale ha confermato la morte del principe Abdulaziz bin Abdullah bin Faisal bin Farhan Al Saud, fratello del governatore della Majmaah, il principe Abdul Rahman bin Abdullah bin Faisal.
In una dichiarazione riportata dall'agenzia di stampa saudita "SPA", la corte reale ha confermato la morte del principe Abdulaziz bin Abdullah bin Faisal bin Farhan Al Saud, fratello del governatore della Majmaah, il principe Abdul Rahman bin Abdullah bin Faisal.
L'esercito israeliano non ha cecchini al confine di Gaza: ha dei cacciatori
Sono i migliori dei nostri ragazzi. Uno è un "musicista di un buon liceo", un altro è un "boy scout specializzato in teatro". Questi sono i cecchini che hanno sparato su migliaia di manifestanti disarmati lungo la recinzione di confine di Gaza.
Nella Striscia di Gaza, ci sono 8.000 giovani uomini permanentemente disabili a causa delle azioni dei cecchini. Ad alcuni di loro sono state amputate le gambe, e i cecchini ne sono molto orgogliosi. Nessuno dei cecchini intervistati per lo spaventoso reportage di Hilo Glazer a Haaretz (6 marzo) ha rimpianti. Se sono dispiaciuti, è perché non hanno versato altro sangue.
Nella Striscia di Gaza, ci sono 8.000 giovani uomini permanentemente disabili a causa delle azioni dei cecchini. Ad alcuni di loro sono state amputate le gambe, e i cecchini ne sono molto orgogliosi. Nessuno dei cecchini intervistati per lo spaventoso reportage di Hilo Glazer a Haaretz (6 marzo) ha rimpianti. Se sono dispiaciuti, è perché non hanno versato altro sangue.
Geopolitica del Coronavirus:Virus lungo la Via della Seta
Mentre in Italia il Coronavirus produce i suoi pesanti e scontati effetti economici/finanziari, nell’ottica di una più ampia destabilizzazione dell’Europa, altri Paesi risultano essere particolarmente investiti dalla virus: in primis Corea del Sud e Iran. Il diffondersi della malattia segue dunque criteri squisitamente geopolitici e si inserisce nella più ampia strategia delle potenze marittime anglosassoni contro la massa continentale afro-euro-asiatica.
Sono trascorsi poco più di sette giorni dalla nostra ultima analisi sul diffondersi del Coronavirus in Italia e gli avvenimenti intercorsi ne mostrano la validità: a fronte di un numero relativamente basso di vittime (circa 80 su 2.500 casi) ed una mortalità di poco superiore alla normale influenza, questa acuta forma di polmonite ha prodotto, produce e produrrà enormi danni economici e finanziari, vero obiettivo dell’attacco asimmetrico di cui è vittima l’Italia.
Sono trascorsi poco più di sette giorni dalla nostra ultima analisi sul diffondersi del Coronavirus in Italia e gli avvenimenti intercorsi ne mostrano la validità: a fronte di un numero relativamente basso di vittime (circa 80 su 2.500 casi) ed una mortalità di poco superiore alla normale influenza, questa acuta forma di polmonite ha prodotto, produce e produrrà enormi danni economici e finanziari, vero obiettivo dell’attacco asimmetrico di cui è vittima l’Italia.
10 marzo 2020
L’economia politica del Coronavirus
Il mondo, e l’Italia in particolare, è ormai stravolto dall’emergenza Coronavirus (Covid-19). Non è certo questa la sede per discutere degli aspetti medici dell’epidemia, con quasi 100.000 contagiati dalla Cina (80.000) alla Germania (400), dall’Iran (3.500) agli Stati Uniti (150). Ma non tutto è appannaggio dei tecnici della medicina, e la gestione dell’epidemia da parte del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ha una dimensione economica, dunque politica, profonda.
L’importanza della dimensione economica del problema si coglie immediatamente a partire da una semplice considerazione. Nel discutere degli effetti del contagio del Covid-19, si usa prendere come un dato il tasso di letalità (ossia il rapporto tra deceduti e contagiati), indicato nell’ordine del 3,4% dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tuttavia, posta una determinata mortalità intrinseca della malattia, quel dato dipende in misura importante dalla capacità del SSN di gestire la diffusione del virus: quel tasso di mortalità corrisponde infatti ad una situazione, quale quella iniziale, in cui le strutture sanitarie sono in grado di accogliere i pazienti e garantirgli un trattamento adeguato alla gravità dello stato di salute.
L’importanza della dimensione economica del problema si coglie immediatamente a partire da una semplice considerazione. Nel discutere degli effetti del contagio del Covid-19, si usa prendere come un dato il tasso di letalità (ossia il rapporto tra deceduti e contagiati), indicato nell’ordine del 3,4% dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tuttavia, posta una determinata mortalità intrinseca della malattia, quel dato dipende in misura importante dalla capacità del SSN di gestire la diffusione del virus: quel tasso di mortalità corrisponde infatti ad una situazione, quale quella iniziale, in cui le strutture sanitarie sono in grado di accogliere i pazienti e garantirgli un trattamento adeguato alla gravità dello stato di salute.
Rapporti trapelati mostrano come le polizie dell'UE stiano pianificando una rete pan-europea di database per il riconoscimento facciale
Un investigatore di polizia in Spagna sta cercando di risolvere un crimine, ma ha solo un'immagine del volto di un sospetto, catturata da una telecamera di sicurezza nelle vicinanze. La polizia europea ha da tempo accesso al database di impronte digitali e DNA nei 27 paesi dell'Unione europea e, in alcuni casi, negli Stati Uniti. Ma presto questo investigatore sarà anche in grado di cercare in una rete poliziesca di banche dati di volti, che copre l'intera Europa e gli Stati Uniti.
Secondo quanto trapelato da documenti interni all'Unione europea, l'UE sarà presto in grado di creare una rete di banche dati delle polizie nazionali per il riconoscimento facciale. Un rapporto preparato dalle forze di polizia nazionali di 10 stati membri dell'UE, guidati dall'Austria, chiede l'approvazione della legislazione UE per introdurre e interconnettere queste banche dati in tutti gli stati membri.
Secondo quanto trapelato da documenti interni all'Unione europea, l'UE sarà presto in grado di creare una rete di banche dati delle polizie nazionali per il riconoscimento facciale. Un rapporto preparato dalle forze di polizia nazionali di 10 stati membri dell'UE, guidati dall'Austria, chiede l'approvazione della legislazione UE per introdurre e interconnettere queste banche dati in tutti gli stati membri.
9 marzo 2020
Coronavirus, c'è chi ci guadagna con l'Italia in ginocchio
Sulla sciagurata gestione dell’emergenza Coronavirus
Tutti a crocifiggere la Società italiana di anestesia, rianimazione e terapia intensiva che in un suo documento ha chiesto di “porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva (…) riservando risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza“. E che altro avrebbe dovuto suggerire davanti alla sciagurata gestione di questa “epidemia Coronavirus”? Dove il tampone viene fatto a chiunque dichiari di essere “a rischio”? Dove si portano d’ufficio nei reparti di terapia intensiva anziani, oggi positivi al tampone, con problemi respiratori che in passato venivano curati e, spesso guariti, con una bombola di ossigeno e un medico a casa loro. Dove nessuno dice alla gente che le epidemie influenzali, senza nessun panico, si portano via ogni anno in Italia, mediamente, ottomila persone.
Tutti a crocifiggere la Società italiana di anestesia, rianimazione e terapia intensiva che in un suo documento ha chiesto di “porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva (…) riservando risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza“. E che altro avrebbe dovuto suggerire davanti alla sciagurata gestione di questa “epidemia Coronavirus”? Dove il tampone viene fatto a chiunque dichiari di essere “a rischio”? Dove si portano d’ufficio nei reparti di terapia intensiva anziani, oggi positivi al tampone, con problemi respiratori che in passato venivano curati e, spesso guariti, con una bombola di ossigeno e un medico a casa loro. Dove nessuno dice alla gente che le epidemie influenzali, senza nessun panico, si portano via ogni anno in Italia, mediamente, ottomila persone.
8 marzo 2020
"Non c'è un confine rigido tra democrazia e dittatura"
Intervista a Eugénie Mérieau, autrice di La dictature, une antithèse de la démocratie? (La dittatura, un'antitesi della democrazia?), un'opera affascinante che decostruisce idee preconcette sui regimi autoritari.
A fine gennaio, su un aereo di ritorno da Israele, Emmanuel Macron ha denunciato "i discorsi politici straordinariamente colpevoli" che affermano che la Francia è diventata una dittatura e che, secondo lui, giustificano la violenza politica e sociale. "si sono installati nella nostra società l'idea che non saremmo più in una democrazia", disse allora. "Ma andate in una dittatura! Una dittatura è un regime in cui una persona o un clan decide le leggi. Una dittatura è un regime in cui non si cambia leader, mai. Se questa è la Francia, provate la dittatura e vedrete!"
Cosa rivela questa affermazione? I regimi autoritari esercitano il potere senza il consenso del popolo? E quale realtà politica copre veramente il termine "democrazia" in Occidente?
A fine gennaio, su un aereo di ritorno da Israele, Emmanuel Macron ha denunciato "i discorsi politici straordinariamente colpevoli" che affermano che la Francia è diventata una dittatura e che, secondo lui, giustificano la violenza politica e sociale. "si sono installati nella nostra società l'idea che non saremmo più in una democrazia", disse allora. "Ma andate in una dittatura! Una dittatura è un regime in cui una persona o un clan decide le leggi. Una dittatura è un regime in cui non si cambia leader, mai. Se questa è la Francia, provate la dittatura e vedrete!"
Cosa rivela questa affermazione? I regimi autoritari esercitano il potere senza il consenso del popolo? E quale realtà politica copre veramente il termine "democrazia" in Occidente?
7 marzo 2020
Stefano Montanari sul coronavirus
Nei giorni scorsi, Stefano Montanari ha fatto un'intervista con Roberta Doricchi sul coronavirus. Ma quando Montanari l’ha pubblicata sul suo sito, il medesimo è stato hackerato (il post è scomparso e il sito è andato in blocco, senza motivo apparente). Dopo aver ottenuto lo sblocco dal provider, Montanari l’ha pubblicata di nuovo, ma il sito è stato nuovamente bloccato. Nel frattempo l’intervista è stata ripresa da diversi siti, per cui circola comunque in rete. La ripubblichiamo anche noi, per dargli ancora maggiore visibilità.
Roberta Doricchi – In questo periodo che fa tanto peste manzoniana credo sia impossibile non parlare del Coronavirus.
– Io non sono un virologo…
Ma qualcosa sa.
– Vede, io sono fuori moda. Lo sono perché ciò che so fa parte della conoscenza basata sulla fisica, sulla chimica, sulla fisiologia, sulla farmacologia, sulla biologia… In più, so quello che ho imparato da quasi mezzo secolo di ricerca personale. Niente a che fare con quello che oggi viene spacciato come scienza.
Roberta Doricchi – In questo periodo che fa tanto peste manzoniana credo sia impossibile non parlare del Coronavirus.
– Io non sono un virologo…
Ma qualcosa sa.
– Vede, io sono fuori moda. Lo sono perché ciò che so fa parte della conoscenza basata sulla fisica, sulla chimica, sulla fisiologia, sulla farmacologia, sulla biologia… In più, so quello che ho imparato da quasi mezzo secolo di ricerca personale. Niente a che fare con quello che oggi viene spacciato come scienza.
6 marzo 2020
Dalle cessioni di sovranità alle cessioni della libertà una crisi pianificata a tavolino?
Non è più possibile fare finta di niente e non accorgersi di quello che le centrali di potere transnazionale stanno preparando per la disgraziata Italia, divenuta in breve tempo la pecora nera appestata dell’Europa.
La crisi delle epidemia del Coronavirus sembra l’occasione che l’elite finanziaria stava aspettando per commissariare l’Italia ed imporre tutte quelle misure che in situazione normale sarebbe stato difficile imporre. Ritorna all’orecchio il detto di Mario Monti “Abbiamo bisogno delle crisi per arrivare alle cessioni di sovranità”.
Era esattamente quello che aspettavano i signori della elite finanziaria con la differenza che oggi, dalle cessioni di sovranità si sta rapidamente passando alle cessioni di libertà, quella libertà personale che viene attentamente limitata dagli ultimi decreti di emergenza emanati dal governo: chiuse le scuole, le università, rinviate le udienze nei Tribunali, bloccate le manifestazioni pubbliche, abolite le manifestazioni sportive, culturali, musicali e ricreative.
La crisi delle epidemia del Coronavirus sembra l’occasione che l’elite finanziaria stava aspettando per commissariare l’Italia ed imporre tutte quelle misure che in situazione normale sarebbe stato difficile imporre. Ritorna all’orecchio il detto di Mario Monti “Abbiamo bisogno delle crisi per arrivare alle cessioni di sovranità”.
Era esattamente quello che aspettavano i signori della elite finanziaria con la differenza che oggi, dalle cessioni di sovranità si sta rapidamente passando alle cessioni di libertà, quella libertà personale che viene attentamente limitata dagli ultimi decreti di emergenza emanati dal governo: chiuse le scuole, le università, rinviate le udienze nei Tribunali, bloccate le manifestazioni pubbliche, abolite le manifestazioni sportive, culturali, musicali e ricreative.
5 marzo 2020
Stati Uniti: Il Pentagono ha simulato una guerra nucleare con la Russia
"Ci hanno appena attaccato con una testata nucleare a bassa potenza e nel corso degli esercizi abbiamo simulato la risposta con un'arma nucleare", afferma un anonimo funzionario del Pentagono in un articolo pubblicato sulla rivista National Defense.
È abbastanza comune per il Pentagono condurre falsi attacchi per adeguare quella che potrebbe essere la sua risposta ufficiale, come afferma l'articolo di National Defense, tuttavia è molto raro che ciò sia reso pubblico attraverso una rivista.
Il portale Defense One, specializzato anche in affari militari e di difesa, ha confermato l'esercizio e ha assicurato che il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Mike Esper, vi ha partecipato personalmente.
È abbastanza comune per il Pentagono condurre falsi attacchi per adeguare quella che potrebbe essere la sua risposta ufficiale, come afferma l'articolo di National Defense, tuttavia è molto raro che ciò sia reso pubblico attraverso una rivista.
Il portale Defense One, specializzato anche in affari militari e di difesa, ha confermato l'esercizio e ha assicurato che il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Mike Esper, vi ha partecipato personalmente.
Nel XXI secolo: Reti e trame di guerra
In sostanza, la Rete Centralizzata di Guerra traduce la superiorità nell’informazione in potenza bellica.
(DARPA – Defense Advanced Research Projects Agency
[Agenzia degli Stati Uniti per i progetti di ricerca avanzata di difesa])
Nel 1993, Arquilla e Rondfeldt, due importanti teste pensanti del Pentagono, annunciavano la costituzione di una nuova modalità di guerra che corrispondeva a ciò che implicitamente veniva riconosciuto come un nuovo ambito di dominio. Il mondo ha così ricevuto l’annuncio di una nuova epoca, in gestazione già da tre decadi: eravamo entrati nell’era informatica (cyber).
L’aspetto esteriore del mondo si è trasformato. Ai territori conosciuti (mare, terra, sottosuolo e spazio) si è aggiunto il cyberspazio, costruito materialmente e virtualmente con cavi, macchinari che comunicano fra loro, informazioni, codici, protocolli, algoritmi e onde che attraversano in modo permanente lo spazio atmosferico, rendendo possibile lo scambio di crescenti quantità di informazioni di ogni tipo.
4 marzo 2020
Coronavirus: stampare ed elargire moneta, unica via di scampo per l'Italia
Nella foto vediamo il palazzo antica sede della zecca italiana in cui a Roma venivano stampate le lire.
In questo momento in cui è difficile capire la vera portata e i veri pericoli annessi al diffondersi del Corona virus è molto più facile fare proiezioni e previsioni in ambito economico.
E non ci vuole molto per capire che l'Italia da questo arresto repentino di decine di attività non potrà che uscire con le ossa rotte, ovvero col bilancio dello stato nonché di milioni di famiglie completamente collassato.
L'Italia e milioni di famiglie, in queste condizioni, hanno 15, forse 30 giorni di autonomia prima di affondare.
Le "derrate" di IVA in entrata per la corsa alle scorte alimentari non compensano assolutamente i mancati introiti per miliardi degli altri settori che sono in evidentemente rallentamento se non praticamente fermi come il turismo, specie dall'estero.
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In questo momento in cui è difficile capire la vera portata e i veri pericoli annessi al diffondersi del Corona virus è molto più facile fare proiezioni e previsioni in ambito economico.
E non ci vuole molto per capire che l'Italia da questo arresto repentino di decine di attività non potrà che uscire con le ossa rotte, ovvero col bilancio dello stato nonché di milioni di famiglie completamente collassato.
L'Italia e milioni di famiglie, in queste condizioni, hanno 15, forse 30 giorni di autonomia prima di affondare.
Le "derrate" di IVA in entrata per la corsa alle scorte alimentari non compensano assolutamente i mancati introiti per miliardi degli altri settori che sono in evidentemente rallentamento se non praticamente fermi come il turismo, specie dall'estero.
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Coronavirus: “Quest'allarmismo è funzionale alla speculazione finanziaria”
Quali saranno le ricadute sul sistema economico italiano della diffusione del Coronavirus e perché la borsa di Milano ha perso in un solo giorno il 5,4%? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Fumagalli, esperto di economia politica, che spiega in quale modo l’allarmismo rispetto al contagio è funzionale alla speculazione finanziaria.
Negli studi degli analisti economici e tra i professori delle università c'è una domanda ricorrente: "Quali saranno le ricadute del Coronavirus sul sistema economico?". I primi segnali arrivano dalla borsa di Milano che nel primo lunedì dopo la diffusione del Coronavirus nel Nord Italia ha fatto registrare un calo del 5,4%, ma si aspettano ricadute in molti settori: dal turismo alla ristorazione, dai trasporti all'export. Per provare ad analizzare la situazione ci siamo rivolti ad un esperto, Andrea Fumagalli, dal 2001 professore associato di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Pavia.
Negli studi degli analisti economici e tra i professori delle università c'è una domanda ricorrente: "Quali saranno le ricadute del Coronavirus sul sistema economico?". I primi segnali arrivano dalla borsa di Milano che nel primo lunedì dopo la diffusione del Coronavirus nel Nord Italia ha fatto registrare un calo del 5,4%, ma si aspettano ricadute in molti settori: dal turismo alla ristorazione, dai trasporti all'export. Per provare ad analizzare la situazione ci siamo rivolti ad un esperto, Andrea Fumagalli, dal 2001 professore associato di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Pavia.
3 marzo 2020
Coronavirus: l'Italia affonda?
Strade semi-deserte, esercizi pubblici e commerciali nonché negozi vuoti o semi vuoti...
Gli effetti del Corona virus stanno affondando un' Italia che già stava messa male.
I dati della produzione industriale italiana, pubblicati a -6% a poche ore dal rompete le righe al panico da virus, hanno subito fatto venire cattivi pensieri riguardo a cosa si volesse celare dietro un allarmismo, inizialmente solo nostro, che dall'Italia ora sta dilagando ovunque.
Ma lasciando da parte gli inevitabili pensieri complottisti resta il fatto che ci troviamo ad affrontare una situazione mai vista se non in qualche serie TV più o meno catastrofista.
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Gli effetti del Corona virus stanno affondando un' Italia che già stava messa male.
I dati della produzione industriale italiana, pubblicati a -6% a poche ore dal rompete le righe al panico da virus, hanno subito fatto venire cattivi pensieri riguardo a cosa si volesse celare dietro un allarmismo, inizialmente solo nostro, che dall'Italia ora sta dilagando ovunque.
Ma lasciando da parte gli inevitabili pensieri complottisti resta il fatto che ci troviamo ad affrontare una situazione mai vista se non in qualche serie TV più o meno catastrofista.
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Il virus e il capitalismo: l’emergenza e noi
Che fare davanti al coronavirus? La domanda non porta con se l’analisi delle scellerate scelte di governo, regione e comune di questa settimana. La domanda è posta ai movimenti sociali, se dovessero affrontare questa situazione anomale da potenziale pandemia da virus mai conosciuto prima. Ribadiamo, a scanso di equivoci, che non parliamo della nuova peste, ma nemmeno di un raffreddore di stagione.
Spesso nella critica al contemporaneo e all’azione governativa e filo capitalista manca una parte di ragionamento sulle necessarie forme d’azione per reagire, resistere, rispondere ad una novità.
Nel mio piccolo mi pare interessante pensare di portare l’emergenza ad un livello totale, senza generare allarmismo ma nel nome della tutela di un bene comune e collettivo, la salute. Pretendere il blocco totale delle attività lavorative, per 7 o 10 giorni. Spiegare che la riduzione di contatti tra persone può limitare la propagazione del virus, e una minore propagazione del virus significa evitare di riempire le corsie d’ospedale, oltre che ridurre il numero dei morti. Quindi senza militarizzare alcun territorio. Fermare il tempo della produzione e del capitale.
2 marzo 2020
La Palestina condanna le politiche discriminatorie di Amazon
L'Autorità Palestinese critica la decisione di Amazon di offrire la spedizione gratuita di merci agli insediamenti israeliani illegali nella Cisgiordania occupata
I ministri dell'economia e della finanza palestinese Shukri Bishara e Jaled al-Oseili, rispettivamente, in una lettera inviata al fondatore di Amazon Jeff Bezos hanno denunciato la recente pratica discriminatoria della società di e-commerce statunitense.
Secondo la controversa decisione dell'azienda, i clienti della West Bank che scelgono la Palestina come territorio, sono soggetti alle spese di spedizione e devono sostenere una spesa di almeno 24 dollari per la "movimentazione".
"È inaccettabile che Amazon si faccia beffa del diritto internazionale in questo modo.
I ministri dell'economia e della finanza palestinese Shukri Bishara e Jaled al-Oseili, rispettivamente, in una lettera inviata al fondatore di Amazon Jeff Bezos hanno denunciato la recente pratica discriminatoria della società di e-commerce statunitense.
Secondo la controversa decisione dell'azienda, i clienti della West Bank che scelgono la Palestina come territorio, sono soggetti alle spese di spedizione e devono sostenere una spesa di almeno 24 dollari per la "movimentazione".
"È inaccettabile che Amazon si faccia beffa del diritto internazionale in questo modo.
1 marzo 2020
Coronavirus e autonomia regionale
Walter Ricciardi del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) su Il Fatto Quotidiano di oggi: «Bisogna ricondurre [la sanità] all'unitarietà nazionale, adesso lo Stato provvede solo a programmazione, livelli essenziali e finanziamento, mentre organizzazione e gestione che sono in mano alle Regioni, contrariamente ad altri paesi dove c'è una unica linea di comando e non è un caso se hanno meno casi rispetto a noi».
Insomma, secondo uno dei massimi esperti dell'OMS la frammentarietà del nostro sistema sanitario nazionale (SSN) - la cui gestione è ormai da tempo in mano alle Regioni e non più allo Stato centrale - rappresenta un ostacolo fondamentale alla gestione di crisi di portata nazionale come quella che stiamo vivendo in questi giorni, che richiedono ovviamente un alto livello di coordinamento.
Appunti su una notte di terrore in Palestina
Ramallah, capitale provvisoria della Palestina, sono le due di notte tra domenica e lunedì. Voci alterate e concitate discussioni mi svegliano. Strano. Per 12 notti ho dormito in questo albergo di uno dei quartieri più eleganti e non ho mai sentito nessun rumore durante la notte. Pochi ospiti e nessuno è mai arrivato ubriaco o parlando a voce alta. Mi siedo sul letto, davanti alla porta, con le spalle alla finestra. Il frastuono aumenta, si sente rumore di oggetti che si rompono e di urla. Penso: sono loro! Lo conferma una botta forte e la porta si spalanca: quattro soldati dell'esercito israeliano entrano urlando nella mia stanza e mi puntano contro mitra e fucili. Alzo le mani, chiudo gli occhi e resto immobile per dei secondi interminabili. Urla, parole in una lingua incomprensibile per me e una pistola puntata sul petto. Penso: mi uccideranno! Ma non sento nessuno sparo.
Apro gli occhi e comincio a parlare a voce alta: Brasile (con un accento americano), Brasile! Brasile! Le urla si fermano, ma le armi restano ancora puntate. Vedo la scena. Davanti a me, due soldati con una maschera, armati fino ai denti. Ai piedi del letto, un altro soldato; dietro, il quarto soldato sempre con una maschera e la pistola che mi punzecchia sulla schiena. Dalla porta aperta posso vedere, in questo corridoio del quarto piano, una dozzina di soldati e cani e bastoni che sfondano le porte e uomini che vengono trascinati fuori dalla loro camera.
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