Tanto, di tutto e di più è stato detto e
scritto sul microscopio del Prof. Stefano Montanari.
“Ancora con questo microscopio?” Eh già, vi toccherà ancora leggere di questo
argomento, eppoi decidete voise è
importante sapere quali sostanze vengono iniettate ai nostri figli nei vaccini,
se sono sicuri. E l’acqua, l’amianto, l’inceneritore vicino casa (o anche più
lontano) che incessantemente rilascia sostanze nell’aria che respiriamo? “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto
si trasforma”? Lavoisier è superato?
I moderni inceneritori bruciano rifiuti
e rilasciano ossigeno nell’aria, meglio della sintesi clorofilliana?
Sapete bene che non è così.
Penso sia stato detto troppo poco, degli
studi realizzati dagli scienziati Gatti/Montanari sulle nanopatologie, ed oggi
questa ricerca è in serio pericolo.
La campagna diffamatoria costruita e
portata avanti contro i due scienziati, va avanti da anni, inutile ripartire
dall’inizio, chi volesse saperne di più,può leggere quanto accaduto, nel 2009 che fu per molte settimane l’argomento più dibattuto in rete.
Roberta Doricchi intervista il dott. Stefano Montanari.
Roberta Doricchi – Oggi vorrei iniziare sentendo il suo parere sulla manifestazione contro il decreto della signora Lorenzin che è in programma per il 21 novembre prossimo a Roma.
Stefano Montanari – Io non ci sarò.
Perché?
Per due ragioni almeno di pari importanza. La prima è che quel giorno non sarò in Italia e la seconda è che, comunque, non sarei andato.
Forse posso immaginare il motivo ma, indipendentemente da questo, lo vuole illustrare a chi ci legge?
DiLuis Casado Il filosofo francese Michel Feher ha appena pubblicato un libro(Le temps des investis. Essai sur la nouvelle question sociale) in cui analizza il modo in cui il centro di gravità del capitalismo è passato dalle imprese industriali ai mercati finanziari. Secondo Feher, questo invita a riorganizzare le lotte sociali in funzione di tale spostamento. Da parte sua, Vladimir Ilich Ulianov - conosciuto come Lenin - scrisse nel 1916 e pubblicò nell'anno 1917, appena un secolo fa, un'opera intitolata "Imperialismo, la più alta fase del capitalismo". In quel libro Lenin scrive quanto segue:
"L'imperialismo e il capitalismo raggiungono una fase di sviluppo in cui si è affermato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, in cui l'esportazione di capitali ha acquisito un'importanza di primo piano, in cui la ripartizione del mondo è cominciata fra le fiduciarie internazionali e in cui è stata completata la ripartizione di tutto il territorio del globo tra i più grandi paesi capitalisti".
Se lo faccio notare, è perché Feher sembra scoprire la polvere da sparo con un secolo di ritardo, mentre la cosiddetta classe politica finge di non sapere.
Cosa succederebbe se persone sconosciute in Iran, Francia o Venezuela attaccassero commercianti ebrei e li costringessero a chiudere i loro negozi?Quali scuse ed espressioni di sorpresa avremmo dovuto ascoltare dai nostri diplomatici dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite e da chi sa chi altro?Con quanta gioia i vari investigatori avrebbero manipolato l'odio crescente nei media grafici, avrebbero parlato con grande dettaglio delle inquietanti caratteristiche antisemite e rifuggendo i ricordi dimenticati del furto del sostentamento e della distruzione delle proprietà ebraiche. Ma per noi israeliani, questa questione retorica ha perso il suo potere di educare, imbarazzare e far vergognare. Il fatto che tanti israeliani siano coinvolti nel rapinare tanti palestinesi del loro sostentamento non si registra neppure nelle nostre basi demografiche che sono destinate a registrare solo furti agricoli, per esempio apparentemente perpetrati dai palestinesi.
L'isola delle Indie Occidentali non è in debito, è creditrice. È la Francia che le deve dei soldi.Spiega Jerome Duval, CADTM.
La miseria dei paesi colonizzati è notevolmente aumentata a causa del trasferimento del debito: i debiti contratti dalle potenze coloniali con la Banca Mondiale per massimizzare la redditività nelle loro colonie, sono stati trasferiti, senza il loro consenso, ai paesi colonizzati che hanno guadagnato la loro indipendenza.Essi costituiscono un caso di debito odioso, nonché i successivi debiti contratti per rimborsarli. A Santo Domingo, nella notte del 22-23 agosto 1791, decine di migliaia di schiavi entrarono contemporaneamente in insurrezione armata, provocando un lungo processo che conduce alla prima abolizione della schiavitù nella storia, il 29 Agosto 1793, e alla proclamazione dell'indipendenza. Santo Domingo, recuperando poi il nome di Haiti, diventa la prima repubblica nera indipendente nel 1804, caso unico nella storia di una rivolta di schiavi che hanno dato vita a uno Stato.La Francia probabilmente non ha mai perdonato questa insurrezione, con conseguente perdita di entrate del suo sistema schiavista e migliaia di piantagioni di zucchero e caffè distrutte.Haiti la paga molto cara:
Uno studio britannico pubblicato il 27 ottobre 2017 ha scritto che la maggioranza dei politici non sa da dove viene il denaro. Secondo City A.M. (London):
Più di tre quarti dei parlamentari intervistati riteneva che solo il governo abbia la capacità di creare nuova moneta.
La Banca d’Inghilterra è intervenuta in precedenza per indicare che la maggior parte del denaro nel Regno Unito deriva da prestiti bancari. In un articolo del 2014 la Banca ha indicato che: “ogni volta che una banca fa un prestito, crea contemporaneamente un corrispondente deposito nel conto corrente bancario del beneficiario, creando così nuova moneta”.
La Catalogna è oggi il solo territorio dell’Unione Europea cui è stata negata la legge suprema a favore della quale hanno votato i suoi cittadini, il parlamento che i suoi cittadini hanno eletto, il presidente che tale parlamento ha eletto e il governo che tale presidente ha nominato nell’esercizio dei suoi poteri. Agendo in modo arbitrario, antidemocratico e, secondo me, illegale, lo stato spagnolo ha deciso di sciogliere il parlamento catalano nel mezzo del mandato elettorale, di rimuovere il presidente e il governo catalano, di intervenire nel nostro autogoverno e nelle istituzioni che i catalani sono andati costruendo nella nostra nazione per secoli. Ha attuato una brutale offensiva giudiziaria per determinare l’incarcerazione di massa e la criminalizzazione di candidati promotori di idee politiche che, solo due anni fa, hanno ottenuto livelli storicamente elevati di sostegno pubblico.
Oggi i leader di questo progetto democratico sono accusati di ribellione e rischiano una grave punizione, possibile in base al codice penale spagnolo: la stessa dei casi di terrorismo o omicidio, cioè trent’anni di carcere.
Lo scorso 24 ottobre il Parlamento europeo si è espresso, con un parere non vincolante, per vietare del tutto entro il 2022 l’uso del glifosato, un potente erbicida prodotto dalla Monsanto e che si impiega, tra l’altro, in associazione agli OGM [1]. Ma il giorno seguente, 25 ottobre, la Commissione europea, riunita per discutere il rinnovo della licenza, ha dibattuto, discettato e discusso, e infine ha rinviato tutto. La posizione degli Stati membri è diversificata. Italia, Belgio, Svezia, Austria e Grecia sono per la messa al bando; Francia e Spagna sono per il rinnovo [2]. A scanso di equivoci, non parliamo qui di OGM, ma di un diserbante attualmente impiegato anche nel nostro Paese. Monsanto, la multinazionale recentemente acquisita dalla Bayer – e nel mirino dell’Antitrust europeo - è già nota per aver prodotto il Napalm: l'arma chimica che gli americani usavano in Vietnam, presentandola come un defoliante. Il meccanismo del glifosato è noto: l'erbicida è generalmente letale per ogni forma di vita, ma le piante brevettate dalla Monsanto sono geneticamente modificate per resistergli. Tuttavia, sul glifosato grava da tempo il fondato sospetto di causare il cancro.
Il rischio paese è un indicatore che permette di valutare lo stato di salute finanziario di un paese in base agli impegni di debito che ha contratto, cioè la sua capacità o incapacità di pagare. Nel caso venezuelano è la banca statunitense JP Morgan che elabora questo indice - denominato EMBI -, incentrato principalmente sui mercati emergenti.
Ci sono altri indicatori - come il Credit Default Swap, elaborato dalla banca tedesca Deutsche Bank - che valuta anche la capacità di pagamento di un determinato paese e il rischio d’investimento.
Secondo i punteggi dell'indice (dal più basso al più alto), la credibilità finanziaria, la capacità di pagare e la salute finanziaria variano. La base del calcolo per determinare questi fattori è la relazione del debito estero con il Prodotto Interno Lordo (PIL), cioè la capacità che ha l'economia di ottenere le risorse necessarie per affrontare gli impegni assunti dal paese.
Visione della gestione del potere di Bankitalia al Governo
La segreteria del Ministro non può avere rapporti con la struttura stabile del Ministero, ha la funzione di tenere i rapporti tra il Ministro e la politica del territorio. Il Gabinetto del Ministro è l’unico deputato ad avere rapporti con il segretario Generale del Ministero o con i capi Dipartimento per comunicare gli indirizzi del Ministro o del Sottosegretario. La contabilità finanziaria è regolata per legge con i capitoli di spesa. I capitoli di spesa sono assegnati e gestiti dai Direttori funzionari pubblici (burocrati) non scelti dalla politica ma vincitori di concorsi e protetti dalle associazioni sindacali, il Ministro può solo chiedere al Capo di Gabinetto di spostare un direttore ad altra direzione motivando la richiesta e il dirigente può fare ricorso alla Corte dei Conti (se è un Ministro capace riesce a fare lo spostamento anche dopo un anno)
Diciamolo: nell’economia internazionale odierna, sempre più complessa e interdipendente, la sovranità nazionale è diventata irrilevante. La crescente globalizzazione economica ha reso i singoli Stati sempre più impotenti nei confronti delle forze del mercato. L’internazionalizzazione della finanza e la sempre maggiore importanza delle multinazionali hanno eroso la capacità dei singoli stati di perseguire autonomamente delle proprie politiche sociali ed economiche – in particolare quelle di tipo progressista – e di assicurare la prosperità ai propri popoli. Pertanto, la nostra unica speranza di conseguire qualsiasi cambiamento significativo è che i paesi “mettano insieme” le loro sovranità e le trasferiscano ad istituzioni sovranazionali (come l’Unione europea) che siano abbastanza grandi e potenti da far ascoltare la loro voce, riconquistando così a livello sovranazionale la sovranità persa a livello nazionale.
Sono un italiano: fin qui, nessuna colpa. Appartengono alla “classe 1984”: nemmeno questa una colpa. Una “sfiga” forse si: quella di appartenere ad
una generazione di mezzo, quella generazione “Y” nata a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90: né “figli dei fiori” (per lo più
“figli di papà” in lotta per superbi ideali, almeno finché non entrati in banca o ottenuto un posto fisso); né figli della
globalizzazione (svezzati a pane e smartphone e quanto mai “cittadini del mondo”). Una generazione “ibrida” cresciuta
in un mondo jurassico ormai estinto, dopato da un benessere diffuso e indottrinato dal mito della crescita felice.
“Studia e farai strada”, dicevano in tanti; “una laurea in Legge è meglio di un’assicurazione sulla vita”,
aggiungevano altri. Ed eccomi qui, a 33 anni, crocifisso dal mercato del lavoro, con una Laurea (cum Laude) in tasca e
tanti sogni in un cassetto che non si aprirà mai… Il miraggio resta sempre lo stesso: né la fama, né il successo, né la
ricchezza, nemmeno il famigerato “posto fisso”… Semplicemente un lavoro, un dignitosissimo lavoro, che consenta
finalmente di esclamare: “ce l’ho fatta!”.
Non c’è mai stato niente di simile: un impero ha promesso una terra, che non aveva ancora conquistato, a un popolo che non vi viveva senza chiederlo agli abitanti.
Non c’è altro modo per descrivere il colonialismo temerario e incredibile della dichiarazione Balfour. I primi ministri di Israele e Gran Bretagna celebreranno l’enorme successo sionista questa settimana. Cento anni di colonialismo, prima inglese e poi, ispirato da esso, israeliano si è realizzato a scapito di un altro popolo. Questo è il suo infinito disastro. La dichiarazione di Balfour avrebbe potuto essere un documento giusto se avesse promesso di trattare nello stesso modo sia le persone che sognavano la terra sia le persone che vi abitavano, ma la Gran Bretagna ha scelto i sognatori, quasi nessuno dei quali viveva nel paese, non i suoi abitanti vissuti lì da centinaia di anni e che costituivano la maggioranza assoluta. Non ha concesso loro alcun diritto nazionale. Così la Gran Bretagne ha seminato i semi della calamità i cui frutti velenosi stanno mangiando entrambi i popoli. Questa non è una causa da festeggiare piuttosto, nel 100° anniversario della dichiarazione, ci dovrebbe essere una richiesta per riparare un’ingiustizia mai riconosciuta né dalla Gran Bretagna né da Israele.
Per lungo tempo si sono potute distinguere le valute del mondo in tre distinte categorie: (i) la moneta leader, tipicamente appartenente alla potenza imperialista principale, oggi gli Stati Uniti, considerata "buona come l'oro" dai possessori dei patrimoni mondiali; (ii) le altre valute della metropoli imperialista in base alle quali i possessori di patrimoni mondiali detenevano parte della loro ricchezza, ma che, proprio per non essere considerate "buone come l'oro", dovevano mantenere un certo valore stabile nei confronti della moneta principale attraverso il perseguimento di appropriate politiche macroeconomiche, comprese le politiche di contrattazione nei rispettivi paesi; e (iii) le valute del terzo mondo che, a prescindere dalle politiche macroeconomiche perseguite, erano destinate generalmente al deprezzamento nel tempo del loro valore relativo nei confronti dei suddetti due gruppi di valute, sia in termini nominali che in termini reali (anche quando fossero presi in considerazione i tassi differenziali di inflazione tra questi paesi e le economie metropolitane); per cui i possessori di patrimoni evitavano di detenere una parte della loro ricchezza in quelle valute e se i ricchi locali dei paesi in parola, lo hanno fatto, ciò è dovuto a inerzia o coercizione (ossia l'esistenza di un sistema di controlli che ponevano restrizioni allo spostamento della ricchezza all'estero).
Lo sviluppo di eventi in Catalogna sta generando molte
discussioni sulla leicità, legittimità o legalità di alcuni atti, sia da parte
del governo catalano che da quello spagnolo. Si discute, ad esempio, se il
governo agisce unilateralmente o lo fa con l'approvazione di giudici o
tribunali, si discute anche se azioni giudicate illegali da parte dei
giudici raggiungono la legittimità quando sono supportate da centinaia di
migliaia di persone in strada. Tutto questo, ovviamente, è passato
attraverso i media, che sono il filtro con il quale i cittadini vedono la
realtà da molto tempo.
Questi
elementi mi fanno percepire alcune somiglianze con il Venezuela che vale la
pena analizzare, tra le altre cose, ed evidenziare i due pesi e due
misure di molti. Tuttavia, ci sono alcuni elementi diversi che
dobbiamo anche prendere in considerazione. Vediamoli.
La Banca centrale europea (BCE) ha tratto buon profitto dalle sue partecipazioni al debito pubblico greco, secondo un documento visionato dal Financial Times.Una risposta scritta alla richiesta di un parlamentare greco ha dimostrato che la banca ha raccolto 7,8 miliardi di euro di pagamenti di interessi nel periodo tra il 2012 e il 2016 sui titoli di stato greci acquisiti nell'ambito del programma Securities Market Programme (SPM) Gli utili sono di solito ridistribuiti tra le 19 banche centrali dell'area euro. Nel 2016, la BCE aveva raccolto più di 1,1 miliardi di euro di pagamenti di interessi sui titoli greci sui circa 20 miliardi di euro di bond da essa detenuti, secondo il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung. Un'analisi della Jubilee Debt Campaign stima che l'altro creditore della Grecia, il Fondo Monetario Internazionale, aveva collezionato 2,5 miliardi di euro di guadagno sui suoi prestiti al paese.
I banchieri centrali non hanno mai fatto tanti danni all’economia mondiale quanti ne hanno fatti in questi ultimi dieci anni. Possiamo anche dire che finora non hanno mai avuto tanto potere per farlo. Se i loro predecessori avessero avuto questo potere … chissà? Comunque, l’economia globale non è mai stata più interconnessa come lo è oggi, soprattutto per effetto dell’avanzamento del globalismo, del neoliberalismo e forse anche della tecnologia.
Ironia della sorte, tutti e tre questi fattori vengono continuamente magnificati come forze del bene. Ma gli standard di vita per molti milioni di persone in Occidente sono scesi – o sono pieni di incertezze – mentre milioni di cinesi ora hanno un livello di vita migliore. Alle persone in occidente hanno detto di guardare a questo come ad uno sviluppo positivo; dopo tutto, permette di comprare prodotti che costano meno di quelli che produrrebbero le industrie nazionali.
Nella prima parte della mia inchiesta dedicata alla vaccinoprofilassi ed in particolare alla questione delle reazioni avverse, ho diffuso la intervista con la dottoressa Hiroko Mori, che in passato è stata a capo della Sezione Malattie Infettive dell'Istituto di Salute pubblica del Giappone. La questione della vaccinoprofilassi è un tema molto delicato, perché diritti individuali si scontrano con l'interesse della collettività, la cui salute viene tutelata dalle Autorità sanitarie e dal Legislatore, che in Italia impone una vaccinazione obbligatoria (a differenza della Germania, e del Giappone, dove non c'è obbligatorietà, come già da me ricordato nella prima parte della inchiesta). Nondimeno, la vaccinoprofilassi, essendo un atto medico che prevede la somministrazione di un farmaco quasi sempre nel sangue (ad eccezione di quelli somministrati oralmente), non è esente da rischi. Fortunatamente il mercurio – in passato usato come componente/ingrediente di un conservante (il thimerosal) – è stato ridotto od eliminato da molti vaccini negli ultimi anni (eliminato soprattutto in quelli ad uso pediatrico). In alcuni è contenuto solo in tracce. Ma l'alluminio - invece - continua ad essere frequentemente usato, purtroppo, poiché esso ha la funzione di potenziare l'efficacia della risposta immunitaria (è contenuto nei sali di alluminio, come adiuvante immunologico). Il suo impiego si accompagna talvolta all'insorgenza di sospetti effetti collaterali.
A fronte della estesa e martellante campagna di informazione quasi a senso unico portata avanti negli ultimi mesi da mass media, da autorità istituzionali, da compagini politiche nazionali e regionali (con pochissimi distinguo) sulle vaccinazioni e tutti i loro benefici (che esistono), e sulla responsabilità genitoriale invocata per rispondere alla salvaguardia della sanità pubblica, ho deciso di intervistare personalmente la d.ssa Hiroko Mori, un medico che per anni è stato a capo della Sezione Malattie infettive dell'Istituto di Sanità Pubblica del Giappone. Un importante ruolo governativo quello ricoperto dalla Mori, che ha raggiunto dopo anni di lavoro in veste di ricercatrice scientifica. La d.ssa Hikoro Mori, oggi anziana ed in pensione, pone l'accento soprattutto nel valutare il rapporto rischio /beneficio della cosiddetta profilassi vaccinale, e mette in guardia il pubblico nel non sottovalutare il rischio delle reazioni avverse (che esistono anch'esse) ai vaccini, una realtà documentata scientificamente e che tocca da vicino soprattutto le famiglie dei Paesi avanzati, dove le condizioni igienico-sanitarie ed i livelli di nutrizione sono nettamente migliori rispetto a Paesi in via di sviluppo.
Un anno e mezzo fa ho scritto che il re Filippo VI promuoverebbe un referendum sulla Catalogna per "giustificare il suo regno". Era la cosa intelligente e ciò che i suoi consiglieri gli avrebbero consigliato. Un re che nessuno ha votato ha bisogno di mettere la sua leadership su qualcosa che va poco oltre l'essere un Borbone, figlio di suo padre e erede nel XXI secolo di un posto di lavoro fisso in politica grazie, vale la pena ricordarlo, al colpo di Stato del 1936. Ma proprio come Rosa Díez (1) - ogni giorno più vociferante - si sparò nel piede nel giorno in cui lei stessa rinunciò all'alleanza con Rivera (2), Felipe VI ha deciso di gettarsi nelle braccia del partito più corrotto in Europa e responsabile del disordine in cui siamo. Durante i giorni dell'assalto al Palazzo della Bastiglia, Luigi XVI, annoiato, scrisse nel suo diario: "niente, niente, niente". Un problema non piccolo per i re è che finiscono per credere di essere re. E dimenticano che la gente può accettare un regno solo se capisce che serve a qualcosa.