Intervista a Carlo Freccero di Giacomo Russo Spena Repubblica.it
“Renzi ha ripetuto gli stessi risultati elettorali della Democrazia cristiana, dall’altronde il suo Pd è la rifondazione della vecchia Dc”. Autore televisivo, guru della comunicazione ed ex dirigente Rai, Carlo Freccero traccia la fenomenologia del renzismo tentando di analizzare e codificare il suo messaggio politico: “Ha vinto il missionario che ci ha convertito alla speranza”.
Partiamo dal boom del Pd, sopra il 40 per cento. Per ritrovare un dato simile bisogna finire alla Dc di Fanfani. Come analizza tale successo elettorale per il premier? E’ sicuramente un evento politico di dimensioni storiche ed è stato sorprendente per lo scollamento mediatico tra agenda televisiva e intenzioni di voto. Ha ripetuto gli stessi risultati della Dc negli anni ’50, dimostrando di essere il degno rifondatore della Democrazia Cristiana. Nel suo modo di parlare è rassicurante, ha vinto in qualche modo il missionario che ci ha convertito alla speranza.
Perché i mass
media e il sistema sanitario ci nascondono queste informazioni?
Uno dei più famosi bambini
ex autistici, il figlio di Jenny McCarthy e di Jim Carrey, qui sopra con i
genitori alla manifestazione "Green our vaccines" (contro presenza nei vaccini
di metalli pesanti ed altri veleni) Ci sono ancora persone che
stentano a credere che l'autismo sia curabile, e che stentano a credere che mass
media ed istituzioni sanitarie possano commettere un errore così macroscopico e
grossolano come ripetere continuamente che l'autismo NON E' CURABILE! Qui di seguito una lista di video-testimonianze che provano senza ombra di
dubbio che l'AUTISMO E' CURABILE.
Per chi ha occhi per vedere, queste sono anche prove granitiche che il sistema
in cui viviamo è marcio fin dalle fondamenta.Visto che solo in Italia
ci sono circa 400.000 bambini autistici chiedo ai miei fedeli lettori di fare
girare con ogni mezzo possibile le informazioni contenute in questo articolo.
Per altro alcune
testimonianze riprendono bambini di pochi anni di età prima e dopo la cura:
pensate forse che siano dei bravissimi e precocissimi attori?
Il
Memorial Day è il giorno in cui commemoriamo i nostri caduti in
guerra. Come il 4 luglio sta diventando una celebrazione della guerra
stessa.
Coloro i quali hanno perso familiari e amici stretti in guerra non
vogliono che le loro morti siano state vane, di conseguenza i conflitti
diventano azioni valorose messe in atto da persone valorose che
combattono per la verità, la giustizia e il modo di vivere statunitense.
I discorsi patriottici declamano quanto siamo debitori nei confronti
di quelli che hanno dato le loro vite affinchè gli USA possano restare
liberi.
I discorsi nascono dalle buone intenzioni, ma creano una falsa
realtà che sostiene ulteriori guerre: nessuna delle guerre combattute
dagli USA ha mai avuto a che fare con la salvaguardia della loro
libertà, al contrario, le guerre ci hanno strappato i diritti civili,
rendendoci sempre meno liberi.Il presidente Lincoln aveva emanato un
ordine di arresto per i giornalisti ed editori dei giornali nordisti,
aveva chiuso 300 testate e trattenuto 14.000 prigionieri politici.
Lincoln aveva arrestato il Rappresentante Clement Vallandingham, che
criticava la guerra, in Ohio, esiliandolo nella Confederazione. Woodrow
Wilson sfruttò la prima guerra mondiale per sopprimere la libertà di
fare comizi e anche Franklin D. Roosevelt sfruttò la seconda guerra
mondiale per internare 120.000 cittadini di origine giapponese, sulle
basi che la loro razza li rendeva sospetti. Il professor Samuel Walker
ha affermato che il presidente George W. Bush ha usato la “guerra al
terrore” per un attacco trasversale ai diritti civili, rendendo il suo
regime il più grande pericolo alla libertà che gli USA abbiano mai
vissuto. Leggi tutto...
In relazione alla questione della semina di mais Ogm in Friuli e alla
possibile contaminazione dei campi limitrofi coltivati con mais
tradizionale, la Commissione agricoltura della Camera ha sentito in
audizione il Capo del Corpo forestale Cesare Patrone.
«I risultati
dell’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni
limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia,
allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico
dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti
un “inquinamento genetico” del mais transgenico che arriva anche fino
al 10%» ha dichiarato Patrone.
Si ricorda che nel giugno 2013 un
imprenditore agricolo ha reiterato la semina di mais, effettuata la
prima volta due anni fa, privo di tracciabilità ma dichiarato
geneticamente modificato, in due appezzamenti localizzati nella Regione
Friuli Venezia Giulia, rispettivamente nel Comune di Mereto di Tomba
(Udine) e di Vivaro (Pordenone). In conseguenza il Corpo forestale dello
Stato, di propria iniziativa e su delega della Procura della Repubblica
di Udine ha svolto nei mesi scorsi dei campionamenti nei campi
presuntivamente seminati a Ogm e di quelli a essi limitrofi, sia per
accertare la varietà di mais geneticamente modificato coltivata, sia al
fine di verificare una possibile contaminazione ambientale.
«Ci siamo svegliati in un brutto sogno», ammette Pier Francesco De Iulio su “Megachip”, di fronte alla nuova “notte della repubblica” che cala sul paese che fu di Berlusconi. «A tutti coloro che nutrivano aspettative in un cambiamento radicale della nostra rappresentanza politica
bisogna parlare con franchezza: rassegnatevi», perché «il vecchio che
avanza segna una vittoria elettorale di proporzioni bulgare». La
peggiore delle notizie: Matteo Renzi e il suo Pd ipotecano la politica
italiana, «e probabilmente lo faranno a lungo». Non ci sarà nessun
nuovo corso: «Tutto previsto. Tutto ampiamente annunciato in campagna
elettorale». Nessuna reale opposizione al regime di austerity europeo e
nessuna opposizione ai diktat degli Usa sull’economia
– il Ttip, Trattato Transatlantico – e sulla geopolitica, dal Medio
Oriente all’Ucraina. E ancora:
«Nessuna reale opposizione alla politica economica delle privatizzazioni selvagge e alla precarizzazione del mondo del lavoro».
Campane a morto per la nostra democrazia in via di avanzata rottamazione, dall’abolizione del Senato al micidiale Italicum che impedisce agli elettori di selezionare
i propri dirigenti. «Nessuna reale opposizione allo sfruttamento
incondizionato delle risorse naturali e allo strapotere delle lobby del
petrolio e del carbone», continua De Iulio. «Nessuna reale possibilità
si salvaguardare lo “stato sociale” a garanzia dei cittadini, destinato a
soccombere definitivamente sotto i colpi di machete del (neo)liberismo.
Niente. Niente di niente. Soltanto chiacchiere e distintivo».
L’annuale riunione a porte chiuse del Gruppo Bilderberg che quest’anno si terrà all’Hotel Marriott di Copenaghen,
Danimarca, dal 29 maggio al 1 giugno, arriva in un momento di estrema
incertezza per molti dei 120 convitati (vertici delle più grandi banche,
istituzioni, aziende e governi del mondo) a causa dell'intransigenza
della Russia sulla crisi in Ucraina e dell’ascesa dei partiti
euroscettici in Europa che sono una seria minaccia per l'ordine mondiale
unipolare che negli ultimi 60 anni il Gruppo ha contribuito a
costruire. Al centro delle discussioni di quest’anno, oltre alla crisi
in Ucraina e alle recenti elezioni europee, sarà sicuramente il
Transatlantic Trade and Investment Partnership.
Il TTIP, come scrive
Infowar, è “parte integrante del tentativo del Gruppo
Bilderberg di salvare il mondo unipolare con la creazione di una
"società mondiale”, inizialmente un'area di libero scambio, che avrebbe
collegato gli Stati Uniti con l'Europa. Proprio come l'Unione europea ha
avuto inizio come una semplice zona di libero scambio e alla fine fu
trasformata in una federazione politica che controlla dall'alto di 50
per cento delle leggi e dei regolamenti dei suoi Stati membri "con
totale disprezzo per la sovranità nazionale e la democrazia, il TTIP è
stato progettato per realizzare il stesso obiettivo, solo su scala più
grande.”
I
recenti risultati elettorali hanno scatenato la prevedibile,
lunghissima serie di commenti negativi sul carattere assolutamente
conservatore del popolo italiano, mosso com'è (sempre secondo questa ben
nota analisi) da una mentalità che ha una paura innata verso il
cambiamento. Pare quasi che carattere e mentalità siano un dono infuso, e
non delle capacità indotte.
Troppo
spesso sento parlare degli italiani in questi termini, come se il
nostro DNA fosse solo questo, e non ci fossero elementi condizionanti
all'interno del panorama culturale (in senso lato) del Belpaese. Ma a
ben vedere gli elementi di condizionamento del comune sentire (quindi
del carattere e della mentalità del popolo italiano) non mancano. Ad
esempio: come siamo messi a libertà di stampa? Secondo Reporter senza
frontiere l'Italia occupa il 57° posto, la Francia il 37° ed il Regno
Unito il 29°. [1] E come viene usata quel poco di libertà che dicono
esistere? Esiste una qualche pluralità di informazione oppure c'è solo
un granitico blocco mediatico che ripete ossessivamente gli stessi
mantra, indipendentemente dal tipo di emittente?
Quando dovete fare i conti
con una diagnosi allarmante, una procedura invasiva od un’operazione rischiosa,
probabilmente la domanda più spontanea da porre è «Se fosse in me, lei cosa
farebbe?». Ecco il parere di alcuni medici esperti e ricercatori su quali cure
loro eviterebbero, e molto spesso si tratta di andare contro il modo di vedere
più consolidato.
Uno Psichiatra che non
assumerebbe mai antidepressivi La Dott.ssa
Joanna Moncrieff è senior lecturer in psichiatria presso il London University
College ed autrice di «The Myth Of The Chemical Cure» [Il mito delle cure
chimiche].
«Esercito nel campo della psichiatria da oltre 20 anni, e per la mia esperienza
gli antidepressivi non fanno nulla di buono. Non li assumerei in nessuna
circostanza, nemmeno se fossi a rischio di suicidio.
Tutti gli studi mostrano che – nel migliore dei casi – gli antidepressivi ti
fanno sentire un po’ meglio di quanto non farebbe un placebo, il che non
significa che curino la depressione. Dopo anni di scannerizzazione del cervello, non abbiamo una sola prova che la
depressione sia collegata ad un qualche squilibrio chimico cerebrale, dunque è
discutibile l’idea in sé di trattarla con sostanze chimiche.
Ciò che è accaduto domenica, in occasione delle elezioni per il parlamento europeo, è troppo poco definirlo sconcertante. Scioccante potrebbe andare un po’ meglio, ma è ancora insufficiente. Verrebbe da dire che gli italiani non hanno memoria e neppure spina dorsale, che non solo non imparano dai propri errori, ma ne commettono sempre di peggiori. Il voto a valanga al pd di Renzi, euroservo e filo-atlantista – impegnato a ridurre l’Italia a un cumulo di macerie sociali e produttive per conto delle aristocrazie del denaro e della finanza – lo testimonia nel peggior modo possibile. Potremmo forse parlare di “Sindrome di Stoccolma”, visto che il consenso è stato amorevolmente concesso ai carcerieri e kapò piddini, che si celano dietro l’immagine promozionale di Renzi.
Mentre nel resto d’Europa si moltiplicano i segnali di ribellione all’unionismo elitista e alle politiche antisociali, in Italia accade esattamente il contrario e la sinistra neoliberista, atlantista ed europoide, incarnata perfettamente dal pd, raggiunge il massimo storico dei consensi. Solo in germania i governativi tengono, ma sappiamo che la germania beneficia, per ora, della trappola dell’euro e delle politiche di austerità imposte agli altri paesi. Per questo vorrebbe prolungare all’infinito, a proprio vantaggio, l’agonia degli altri popoli europei.
Nella giornata della valanga euroscettica, mentre in Francia dilaga il FN di Marine Le Pen, in Gran Bretagna spopola l'Ukip di Nigel Farage, in Danimarca diventa primo partito il DPP ed in Austria il Fpoe raddoppia i propri consensi attestandosi oltre il 20%, in Italia l'ebetino Matteo Renzi, alla guida del PD, stravince la sfida con Beppe Grillo e raccoglie più del 40% dei consensi, smentendo qualsiasi previsione della vigilia. Tutto ciò nonostante il Matteo fiorentino rappresenti un partito in tutto e per tutto prono di fronte all'Europa dei banchieri, di cui rappresenta di fatto la quinta colonna all'interno del nostro disgraziato paese e nonostante l'Italia, insieme a Grecia, Portogallo e Spagna, sia fra le nazioni maggiormente devastate dall'euro e dalle politiche di austerity della UE.....
A poco più di un anno dalla costituzione di No Fracking Italy,
di sotto propongo un film di Lech Kowalsky prodotto da Odile Allard,
con la collaborazione di numerosi attivisti europei, tra cui Antoin
Simon e Grace Murray. Le immagini e i contenuti di questo
lavoro sono stranoti agli attivisti ambientalisti e alle persone attente
a ciò che succede realmente intorno, senza farsi distorcere
dall’informazione dopata, stordente e telecomandata. La sua diffusione serve a capire una volta di più quale landa fascista lobbytomizzata sia la Fortezza Ue-ropa.
Democrazia del Fracking Un documentario di Lech Kowalski prodotto da Odile Allard sottotitoli in italiano Francesco Giannatiempo
“Il gas di scisto non è
piu’ una delle tante opzioni in Europa, ma una realtà. L’esplorazione è
in corso in diversi paesi europei e vaste aree sono già state designate
per essere sottoposte ad eventuali processi di fratturazione.
Il film di Lech Kowalski
analizza la realtà dell’esplorazione di gas non convenzionali in tre
comunità: a Zurawlow, Polonia; a Balcombe, Regno Unito; e a Pungesti,
Romania. Quando le multinazionali impongono la propria agenda sui
cittadini, la democrazia è rimessa in questione e spesso i media non
riportano alcuna opposizione alle attività di fratturazione.
“Napolitano è un pericolo per la democrazia in Italia”: parole e musica non di un Beppe Grillo qualsiasi ma della prestigiosa London Review of Books, dove storici e ricercatori britannici hanno condannato l’operato di Re Giorgio. A cui staranno già fischiando le orecchie: avviso di sfratto in corso. L’avviso di sfratto a Giorgio Napolitano arriva da Londra, regno dell’alta finanza europea, per mezzo della prestigiosa rivista London Review of Books. Gli storici e i ricercatori inglesi, accademici di statura internazionale, che compongono il board della rivista hanno ospitato e recensito il nuovo saggio di Perry Anderson, storico di fama mondiale, la cui conclusione è inequivocabile:“Giorgio Napolitano è la vera minaccia per la democrazia italiana”. Altro che il salvatore della patria, altro che “roccia su cui fondare la Terza Repubblica”, come scrivono i pennivendoli di fiducia. Secondo Anderson,
“Napolitano è una vera pericolosa anomalia, un politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare sempre dalla parte del vincitore".
Sembra che la Grande Germania, ritornata soggetto geopolitico egemone in Europa,
stia realizzando attualmente la prospettiva immaginata dai politici e
dagli economisti nazisti per il loro dopoguerra vittorioso: di rendersi
esportatrice netta di merci verso una periferia monetariamente
subalterna ad una moneta unica che allora sarebbe stato il marco e
adesso è l’euro.
Alla metà degli anni ’30 la stabilità degli scambi commerciali con
l’estero era stata raggiunta in Germania mediante accordi bilaterali di
clearing che consentivano di scambiare le merci senza “consumare” moneta
perché le importazioni, non coperte da esportazioni, venivano
contabilizzate in una “stanza di compensazione” e rinviate al futuro,
senza interessi, in attesa d’essere saldate con esportazioni a venire. A
seguito dei successi militari del 1940 una sua evoluzione venne
ritrovata nella compensazione multilaterale tra le nazioni
progressivamente alleate o conquistate, così che se la Germania si
trovava con un debito verso A ma pure con un credito verso B, B pagava A
e la Germania era libera dal debito senza nessun movimento di valuta.
Le problematiche di militarizzazioni ed inquinamento ambientale legate all’istallazione dell’ultimo terminale terrestre del Muos, nella Sughereta di Niscemi, sono tornate alla ribalta nel corso di questa campagna elettorale in vista delle europee ormai imminenti. C’è da dire, però, per fare chiarezza una volta per tutte, che l’Europa non può compiere nessuna azione diretta circa il Muos, ovvero: non può impedirlo o farlo smantellare. Questo perché, come è noto, questa micidiale arma per controllare a distanza le prossime guerre, di proprietà ed uso esclusivo del Pentagono, viene installata proprio in Sicilia in seguito a un “accordo” tra le forze armate degli Stati Uniti ed italiane, bypassando il Parlamento e in violazione agli artt. 11, 80 e 87 della Costituzione. Ci sono, però, diverse cose che l’UE può e deve fare. Strade indirette per la salvaguardia della vita della popolazione, dell’ambiente e per scongiurare uno dei passi più decisivi in vista dell’automatizzazione di tutti i conflitti.
L’istituzione del segreto bancario ha le ore contate, grazie a due
eventi che ne hanno segnato l’inizio della fine: l’attentato alle Torri
Gemelle e la crisi
finanziaria del 2007-2009. Dopo l’11 Settembre, col pretesto della
“lotta al terrorismo”, Washington «ha iniziato a ottenere un sempre
maggiore accesso alle informazioni sui clienti delle banche,
sui loro conti e sulle loro transazioni», afferma l’economista russo
Valentin Katasonov. Il Patriot Act, approvato dopo l’attacco alle Twin
Towers, permise all’intelligence statunitense di accedere liberamente a
informazioni prima riservate, senza più dover ottenere il permesso dei
giudici. Così, attraverso organizzazioni internazionali come l’Ocse e il
Fmi, Washington ha iniziato ad avere libero accesso alle informazioni
bancarie di tutto il mondo. Il secondo evento, la crisi
finanziaria, «ha dato il via a un processo repressivo nei confronti dei
conti offshore e del segreto bancario». Chi ha condotto la campagna
contro il segreto bancario e i conti offshore? Gli Stati Uniti. Ma,
dietro alle motivazioni ufficiali, la guerra al segreto bancario nasconde la volontà di controllare il sistema bancario mondiale.
Continuano imperterriti nel lavoro di propaganda e condizionamento mentale, per convincerci ad impiantarci sottopelle il microchip. Non sanno più che fare e le stanno provando tutte. Hanno iniziato diversi anni fa, facendo legiferare i camerieri-marionette (politici e governi), con decreti ad hoc per impiantare il microchip negli animali domestici. Da novità, oggi è diventata una pratica normalissima e imposta per legge. L’obiettivo finale però non è il cane, ma l’animaleuomo!
Utilizzando la sempreverde paura, e la crescente richiesta di sicurezza e protezione, qualche povero individuo si è fatto, per soldi, impiantare sottopelle il microchip. Paura de che? Ovviamente paura di rapimenti, sequestri di persona, terrore di furti o clonazione di carte di credito, tanto per citarne alcune. Ma a tutto, sappiamo esserci rimedio e infatti con il microchip queste cose non esisteranno più! Saremo tutti più al sicuro. Un bambino viene rapito? Nessun problema: grazie al satellite saranno in grado di rilevare il codice emesso dal chip in poche ore. Ti clonano la carta di credito e la usano per acquisti su internet? Nessun problema: con il chip questo non sarà più possibile.
Ma nonostante la propaganda mediatica più becera, tale strategia non sta avendo il successo voluto, forse perché, nonostante il rimbambimento e l’ipnosi cerebrale, le persone sono ancora in grado di pensare fino in fondo, per fortuna. L’ultimo tentativo in ordine cronologico ci arriva dalla frontiera della contraccezione.
Molti "autorevoli commentatori" sostengono che in caso di uscita dell'Italia dall'euro, i risparmi subirebbero delle gravi perdite per effetto della svalutazione che ne seguirebbe.
Per di più, usano questo tipo di affermazioni per cercare di incutere
terrore verso l'opinione pubblica (in questo caso i risparmiatori), al
fine di veicolare il consenso a favore della permanenza dell'Italia
nella moneta unica euro. Il tema dell'euro, oltre ad essere di estrema
importanza, è anche di difficile comprensione, poiché presuppone delle
conoscenze economiche che non tutti hanno o possono avere. Ecco quindi
che esercitare pressioni sull'opinione pubblica evocando scenari
apocalittici, appare un atto censurabile sotto ogni punto di vista, solo
per usare un eufemismo. Chi scrive,
pur lodando il dibattito (quello serio) che eminenti economisti sono
stati capaci di stimolare aprendo gli occhi all'opinione pubblica
meno preparata e meno sensibile al tema, teme che questo grande impegno
porti a ben poco, in termini concreti. Per
il semplice motivo che noi non abbiamo una classe politica capace di
assumere una scelta così importante, che peraltro distruggerebbe
l'enorme investimento del patrimonio politico che la creazione
dell'euro ha presupposto negli ultimi 50 anni di storia politica
europea.L'omertà (e l'ignoranza) che sovrasta la scena politica italiana sul tema euro ne costituisce esempio tangibile.
In Alta Irpinia a Cairano, 340 abitanti arroccati ai confini della
Lucania, nelle terre interne del mezzogiorno, parte l'Orto comunitario.
Il progetto è ideato dall'associazione culturale l'Albero Vagabondo e ha
un valore fortemente simbolico e identitario. A pochi metri dall'osservatorio geo-cosmico della Rupe di Cairano,
sulle sponde del Lago di Conza, c'è uno dei panorami più belli delle
terre dell'osso, una parte che ancora resiste all’immanente devastazione
finto-energetica del paesaggio appenninico. Qui
parte l'esperimento resiliente dell'Orto comunitario di Cairano, una
scommessa lanciata alla popolazione che potrebbe sembrare una
provocazione:tornare alla terra, mentre tutti la abbandonano.
«Restare anziché scappare – spiegano dall’associazione L’Albero
Vagabondo, che ha avuto l’idea - In queste terre non c'è ancora la
cognizione necessaria a percepire l'attuale ritorno all’agricoltura; qui
coltivare la terra non fa ancora tendenza, il ricordo della terra
arcigna è ancora presente e le nuove generazioni la rifuggono. Ma è la
capacità di adattarsi ai cambiamenti, quella capacità di resistere che
si trova nelle situazioni più difficili, la possibilità di identificare
risorse, di generare rete, di sviluppare rapporti e creare nuove
relazioni felicitanti la premessa per avviare un esperimento di coltivazione comunitaria.
Una ricerca dell’identità originaria attraverso relazioni tra vecchio e
nuovo, tra interni ed esterni, tra la vita e la morte»
“Questi trovavano una serie di corpi sfigurati, sparsi intorno, indizi di un antagonismo sociale cieco e distruttore. Questa scena poteva corrispondere a qualcosa di assolutamente caotico e disordinato in cui si trovavano i cadaveri smembrati, disseminati o impilati tutt’intorno. Ma era altrettanto facile imbattersi in scene dove c’era un ordine intenzionale, una vera messa in scena. (…) Questo metodo cercava innanzitutto di terrorizzare gli abitanti del paese che fuggivano abbandonandolo del tutto.” (María Victoria Uribe Alarcón, “Antropologia dell’Inumanità”, 2004, p.92)
L’arrivo a Buenaventura, in un primo momento, lascia un certo senso di ansia. Dà la sensazione che tutti gli edifici stiano per crollare, ammuffiti e marci. A differenza di altri luoghi colombiani, si respirano sfiducia e paura: la sensazione di abbandono è evidente. Pare incredibile che la maggior parte del commercio internazionale colombiano passi per questo porto, rimarcando il carattere contraddittorio del capitalismo, in cui investimento e privazione sono termini indissociabili. La miseria è un concetto relativo e diventa tanto più odiosa se è circondata da tanta ricchezza.
Quello che accade a Buenaventura, dove quotidianamente saltano fuori corpi umani smembrati che galleggiano tra le mangrovie o sono sparsi per le strade, non è niente di nuovo per la maggior parte delle persone. All’improvviso, tutto il mondo si è messo a parlare di Buenaventura in Colombia. Vengono scritti resoconti giornalistici e trasmessi programmi televisivi colmi d’indignazione sulla situazione scoraggiante che la città vive alle prese del flagello paramilitare (che ora agisce sotto i nomi di Urabeños, Rastrojos, Empresa). Ha suscitato rabbia e risentimento l’orrore delle “Casas de Pique”(case della tortura), vere e proprie macellerie per esseri umani, che tutto il mondo conosce e può vedere, tranne che la polizia, l’esercito e le autorità. Ma il tratto dato a queste notizie, come sempre, è molto povero, sensazionalista e decontestualizzato.