14 febbraio 2014
IL BOICOTTAGGIO MINACCIA L'ECONOMIA ISRAELIANA
Stiamo assistendo da
qualche tempo in Israele ad una rinnovata polemica sui pericoli del
boicottaggio per lo stato ebraico, pericoli accresciuti dalla mancanza di prospettive per un accordo
di pace nella regione e per la soluzione della questione palestinese. Mentre
sono in corso i preparativi del il World Economic Forum di Davos, i principali
responsabili delle politiche economiche israeliane si stanno preparando per
inviare a Netanyahu un avvertimento circa l'impatto devastante del fallimento
dei negoziati di pace sull'economia.
Le principali
preoccupazioni riguardano soprattutto i molteplici effetti del boicottaggio in
Europa, boicottaggio che continua ad amplificarsi minacciando di estendersi in
altre parti del mondo. Per il ministro israeliano dell'Economia, Naftali
Bennett, leader del partito di estrema destra HaBayit Hayehudi (La
casa ebraica), invece, sarebbe la creazione di uno Stato palestinese la causa
della distruzione dell'economia israeliana.
13 febbraio 2014
L'U€: APPROVA UN NUOVO MAIS OGM
I ministri degli Affari europei dei 28 Stati membri della UE, martedì 11 febbraio, hanno approvato la coltivazione di TC1507, una nuova specie di mais geneticamente modificato, anche se 19 paesi rifiutano questa proposta.
"Non c'era la maggioranza qualificata", ha detto Evangelos Venizelos, il vice presidente del governo greco e ministro degli esteri, a nome della presidenza greca dell'UE durante il dibattito pubblico tra i ministri a Bruxelles. Tutti i 19 paesi contrari all'autorizzazione equivalgono a 210 voti, lontano dai 260 voti necessari. L'astensione di quattro membri (Germania, Belgio, Portogallo e Repubblica Ceca) e il voto favorevole di cinque paesi (Spagna, Regno Unito, Svezia, Finlandia e Estonia) hanno impedito il rifiuto della coltivazione. In conformità con le procedure stabilite, ora è il turno della Commissione Europea. Secondo le norme dell'UE in materia di OGM, nel caso non vi è una maggioranza qualificata a favore o contro un provvedimento, questo ritorna nelle mani della CE che, presumibilmente deve essere approvarlo automaticamente. Un portavoce del colosso biotech statunitense DuPont Pioneer, multinazionale che ha sviluppato il TC1507, ha detto all'agenzia di stampa AFP che stava aspettando che la Commissione a proceda "al più presto possibile per dare la sua approvazione definitiva" al prodotto.
"Non c'era la maggioranza qualificata", ha detto Evangelos Venizelos, il vice presidente del governo greco e ministro degli esteri, a nome della presidenza greca dell'UE durante il dibattito pubblico tra i ministri a Bruxelles. Tutti i 19 paesi contrari all'autorizzazione equivalgono a 210 voti, lontano dai 260 voti necessari. L'astensione di quattro membri (Germania, Belgio, Portogallo e Repubblica Ceca) e il voto favorevole di cinque paesi (Spagna, Regno Unito, Svezia, Finlandia e Estonia) hanno impedito il rifiuto della coltivazione. In conformità con le procedure stabilite, ora è il turno della Commissione Europea. Secondo le norme dell'UE in materia di OGM, nel caso non vi è una maggioranza qualificata a favore o contro un provvedimento, questo ritorna nelle mani della CE che, presumibilmente deve essere approvarlo automaticamente. Un portavoce del colosso biotech statunitense DuPont Pioneer, multinazionale che ha sviluppato il TC1507, ha detto all'agenzia di stampa AFP che stava aspettando che la Commissione a proceda "al più presto possibile per dare la sua approvazione definitiva" al prodotto.
CANCRO $.p.A.
Uno dei pericoli
più seri della diagnosi precoce, è la sovradiagnosi, che consiste nel
mettere in evidenza delle lesioni o dei tumori
in situ
che non
evolveranno mai nel corso della vita, ma sui quali, se li trovi, ti
sentirai ‘obbligato’ ad intervenire chirurgicamente e/o con terapie
radianti o chemioterapiche. Una recente analisi dei risultati di 57 studi sull’efficacia degli
screening tumorali ha evidenziato che solo in 4 di essi è stata valutata
la prevalenza della sovradiagnosi. I check-up, gli screening e i test diagnostici hanno quindi molto spesso
la capacità di sovrastimare l’incidenza di malattie ‘inconsistenti’
oppure di anticipare una diagnosi che crea magari per anni ansia e
angoscia supplementari senza poi vi sia un beneficio in termini di
sopravvivenza.
I dati americani purtroppo mostrano che in questi ultimi 30 anni c’è stato un notevole aumento nella scoperta di questi tumori “precoci” (che tumori non sono) e sarà sempre di più.
La stima, anche se per difetto, è che oltre un milione e trecentomila donne americane abbiano ricevuto una tale diagnosi con i successivi trattamenti ortodossi (chirurgia, chemio e radio), inutili se non per le industrie del cancro.
I dati americani purtroppo mostrano che in questi ultimi 30 anni c’è stato un notevole aumento nella scoperta di questi tumori “precoci” (che tumori non sono) e sarà sempre di più.
La stima, anche se per difetto, è che oltre un milione e trecentomila donne americane abbiano ricevuto una tale diagnosi con i successivi trattamenti ortodossi (chirurgia, chemio e radio), inutili se non per le industrie del cancro.
12 febbraio 2014
NEL MERCATO TRANSATLANTICO LA DEMOCRAZIA E' SUPERFLUA!
Un trattato-capestro, da imporre a un’Europa disperata perché devastata dalla crisi. E’ questa la premessa su cui sia gli Usa
che l’Unione Europea sperano di concludere entro due anni i negoziati
segreti per il Trattato Transatlantico. Obiettivo: assoggettare i
governi, per legge, ai diktat delle multinazionali, con un liberismo
ancora più sfrenato di quello del Wto. Vantaggi smisurati, però, solo
per le grandi multinazionali: i rari studi dedicati alle conseguenze del
Ttip non dicono nulla sulle sue reali ricadute sociali ed economiche.
Si narra che il trattato darà alla popolazione del mercato
transatlantico un aumento di ricchezza di 3 centesimi pro-capite al
giorno «a partire dal 2029», mentre si valuta di appena lo 0,06%
l’aumento del Pil in Europa e negli Usa
con l’entrata in vigore del Ttip. Un risultato ridicolo, per chi ripete
il libero scambio «dinamizza» la crescita economica. Teoria
regolarmente confutata dai fatti: la quinta versione dell’iPhone di
Apple ha generato negli Stati Uniti una crescita del Pil otto volte più
importante.
Il boccone grosso del Trattato, infatti, è un altro: costringere gli Stati a farsi da parte, lasciando che a dettar legge – ufficialmente – siano i colossi dell’economia mondiale, a cominciare da quelli della finanza. Appena cinque anni dopo l’esplosione della crisi dei subprime, americani ed europei sono d’accordo sul fatto che le velleità di regolamentazione dell’industria finanziaria hanno fatto il loro tempo: il quadro che vogliono delineare, attraverso il nuovo Trattato Transatlantico, il devastante dispositivo legale destinato a sconvolgere lo scenario europeo e la residua libertà dei nostri Stati, prevede di eliminare tutti gli ostacoli in materia di investimenti a rischio. Vogliono impedire ai governi di controllare il volume, la natura e l’origine dei prodotti finanziari messi sul mercato, cancellando ogni tipo di regolamentazione.
Il boccone grosso del Trattato, infatti, è un altro: costringere gli Stati a farsi da parte, lasciando che a dettar legge – ufficialmente – siano i colossi dell’economia mondiale, a cominciare da quelli della finanza. Appena cinque anni dopo l’esplosione della crisi dei subprime, americani ed europei sono d’accordo sul fatto che le velleità di regolamentazione dell’industria finanziaria hanno fatto il loro tempo: il quadro che vogliono delineare, attraverso il nuovo Trattato Transatlantico, il devastante dispositivo legale destinato a sconvolgere lo scenario europeo e la residua libertà dei nostri Stati, prevede di eliminare tutti gli ostacoli in materia di investimenti a rischio. Vogliono impedire ai governi di controllare il volume, la natura e l’origine dei prodotti finanziari messi sul mercato, cancellando ogni tipo di regolamentazione.
11 febbraio 2014
E se il lavoro potesse essere qualcosa di diverso?
Se esiste un ambito dell'attività umana nei paesi occidentali, che nel corso degli ultimi decenni è stato più di ogni altro radicalmente rivoluzionato, violentato e trasfigurato, si tratta senza dubbio del "mondo del lavoro".
Fin dagli albori dell'età moderna e per quasi tutto il corso del 900, il lavoro remunerato, sia sotto forma dipendente (operaia e impiegatizia), sia sotto forma imprenditoriale (artigianato, commercio e industria) ha costituito la spina dorsale sulla quale ogni nuova generazione costruiva le proprie prospettive di futuro. Una sorta di tronco intorno ai cui rami affastellare le foglie dell'esistenza, talvolta destinato a trasformarsi in un albero rigoglioso, più spesso in nulla più che una piantina ordinaria.....
10 febbraio 2014
LA DEMOCRAZIA U€ E' DIVENTATA TOTALITARISMO: AUSTERITY E PERDITA DI SOVRANITA'
La domanda è tutt’altro che scontata, soprattutto visti i risvolti
attuali. I vari leader europei si mostrano molto preoccupati da quelle
che vengono definite tendenze populiste e demagogiche, ma da cosa si
capisce cos’è la demagogia? Ovviamente finché gli organi di informazione (qualcuno li chiamerebbe di
disinformazione) saranno dalla parte delle oligarchie, nonostante le
costanti critiche alla corruzione della politica non avverrà una reale
delegittimazione del sistema nel suo insieme.
Insomma, finché un grosso numero di persone sarà convinto che esistono mali minori e mali peggiori, elettoralmente parlando, la situazione rischia solo di deteriorarsi ulteriormente. A tal proposito rimane anche da chiedersi cosa intendano per ‘democrazia’ i politici italiani e gli eurocrati e in che cosa si sentano ‘democratici’, la questione non è affatto scontata: se si sentono ‘democratici’ alla maniera dell’Honduras, allora si possono capire tante cose. Esagerazione? Affatto, chi ha eletto Herman Van Rompuy?
Esiste in ogni paese del mondo una pericolosissima specie, ossia coloro che sono convinti dell’ esportabilità del modello democratico-liberale, ciecamente convinti del bisogno viscerale di tutti i popoli di adottare tale credo.
Insomma, finché un grosso numero di persone sarà convinto che esistono mali minori e mali peggiori, elettoralmente parlando, la situazione rischia solo di deteriorarsi ulteriormente. A tal proposito rimane anche da chiedersi cosa intendano per ‘democrazia’ i politici italiani e gli eurocrati e in che cosa si sentano ‘democratici’, la questione non è affatto scontata: se si sentono ‘democratici’ alla maniera dell’Honduras, allora si possono capire tante cose. Esagerazione? Affatto, chi ha eletto Herman Van Rompuy?
Esiste in ogni paese del mondo una pericolosissima specie, ossia coloro che sono convinti dell’ esportabilità del modello democratico-liberale, ciecamente convinti del bisogno viscerale di tutti i popoli di adottare tale credo.
8 febbraio 2014
MUOS: EGEMONIA TRANSATLANTICA
Per la sua rilevanza strategica e architettura di funzionamento, il MUOS potrà essere usato dagli Stati uniti in tutti i conflitti, anche in quelli non conformi all’art. 11 della Costituzione italiana che afferma i principi fondamentali della pace e del ripudio delle guerre. Il progetto avanza, nel silenzio dei mass media e di fronte a un Paese inconsapevole dei suoi rischi e dei suoi obiettivi.
Ecco cosa vuol dire sovranità limitata.
Ecco cosa vuol dire sovranità limitata.
Invierà ordini d’attacco ai reparti militari ovunque essi si trovino, in Africa, Asia, Europa o Oceania. Dirigerà le operazioni dei droni killer e dei missili da crociera, il first strike dei sottomarini e dei missili intercontinentali. Uno strumento per consolidare l’egemonia degli Stati Uniti d’America nel pianeta e nello spazio e accelerare la transizione verso una gestione interamente automatizzata dei conflitti del XXI secolo. Senza più limiti giuridici e imperativi morali. Guerre globali e permanenti. Convenzionali, chimiche, batteriologiche, nucleari. Sino all’olocausto finale.
Servirà a questo il MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate USA. Cinque satelliti geostazionari nello spazio e quattro terminali terrestri: uno di essi sorgerà in Sicilia, nel comune di Niscemi, nel cuore della riserva naturale che le leggi europee e nazionali vorrebbero protetta. Un sistema di distruzione di massa, di proprietà e uso esclusivo di Washington, che legherà però indissolubilmente l’Italia alle politiche belliche statunitensi. Il MUOS, per questo, viola i valori fondanti della nostra Costituzione.
6 febbraio 2014
New York: un progetto di legge anti-BDS minaccia la libertà di espressione
Il disegno di legge è stato introdotto dopo chel'American Studies Association, un'organizzazione di
studiosi, ha adottato nel mese di dicembre una risoluzione a sostegno
dell'appello dei Palestinesi al boicottaggio delle istituzioni
accademiche israeliane. Il gruppo ha dichiarato che avrebbe rifiutato
qualsiasi collaborazione formale con le istituzioni accademiche
israeliane o con rappresentanti di queste istituzioni o del governo
israeliano fino a quando "Israele non cessi la violazione dei diritti umani e del diritto internazionale". Il boicottaggio non viene applicato ai singoli ricercatori israeliani impegnati in programmi di scambi ordinari.
Debito Perpetuo: La Vita in Vendita
Nel suo recente saggio “Democrazia vendesi”, Loretta Napoleoni raccontava di un popolo himalayano che era stato reso, da secolare consuetudine, schiavo del debito. Un debito che cresceva, si accumulava, matematicamente inestinguibile: come al giorno d’oggi in Italia, in Europa, ovunque. E quando non ebbero più nulla per poter far fronte a questo indebitamento, erano costretti a pagare il “signore” con gli unici beni che avevano ancora a disposizione: i corpi delle proprie figlie, immolati al mercimonio.
Senza scomodare le meste vicissitudini di remote popolazioni asiatiche, pensiamo a più prosaici e grotteschi casi nostri. A migliaia di connazionali sarà capitato di sottoscrivere un contratto di locazione. Quanti non hanno un lavoro, o hanno uno dei mille contratti a tempo determinato, o sottopagato, o comunque precario, si saranno visti imporre una clausola umiliante: quella della firma di garanzia di un genitore, magari novantenne, di un nonno, di un parente che ancora può contare sulla certezza di un assegno pensionistico. Sarà lui, in caso di insolvenza, a dover onorare l’impegno, il debito sottoscritto col proprietario dell’immobile.
Senza scomodare le meste vicissitudini di remote popolazioni asiatiche, pensiamo a più prosaici e grotteschi casi nostri. A migliaia di connazionali sarà capitato di sottoscrivere un contratto di locazione. Quanti non hanno un lavoro, o hanno uno dei mille contratti a tempo determinato, o sottopagato, o comunque precario, si saranno visti imporre una clausola umiliante: quella della firma di garanzia di un genitore, magari novantenne, di un nonno, di un parente che ancora può contare sulla certezza di un assegno pensionistico. Sarà lui, in caso di insolvenza, a dover onorare l’impegno, il debito sottoscritto col proprietario dell’immobile.
5 febbraio 2014
"VOGLIONO PREDARE LA BANCA CENTRALE DELL'IRAN"
In una sua interessante analisi, il giornalista Pete Papaherakles dell'American Free Press mette in evidenza come, dietro alle tensioni nel Vicino Oriente, vi sia il tentativo dei Rothschild di mettere le mani sulla Banca Centrale dell'Iran. È interessante notare come, a differenza dell'Italia e degli altri Paesi dell'Unione Europea dove i grandi mass media sono fortemente omologati e controllati dal "sistema", soprattutto quando si parla di questioni economiche, negli Stati Uniti riescano spesso a trovare spazio sui giornali analisi indipendenti ed obiettive sulla politica estera e sull'economia.
In questo contesto merita di essere posto in risalto un recente articolo del giornalista Pete Papaherakles della American Free Press, che denuncia come, dietro alle crescenti tensioni nel Vicino Oriente e all'ostilità nei confronti dell'Iran vi sia la longa mano dei Rothschild, leader indiscussi del potere bancario e finanziario internazionale.
Questa ambizione, del resto mai smentita dai grandi burattinai della finanza mondiale, appare ovvia ed evidente se si considera - come rileva Papaherakles - che l'Iran è al momento uno dei soli tre Paesi rimasti al mondo la cui banca centrale non sia sotto il controllo, diretto o indiretto, dei Rotschild.
Prima dell'11 Settembre 2001, esistevano infatti nel mondo sette Paesi con questa caratteristica: Afghanistan, Cuba, Irak, Iran, Korea del Nord, Libia e Sudan. In realtà questi Paesi erano otto, perché il giornalista dell'American Free Press ha dimenticato, mi auguro per semplice distrazione, di inserire nell'elenco la Siria. E cosa sia successo a partire dallo scatenamento, da parte della presidenza di John Walker Bush, della cosiddetta "guerra al terrorismo" è sotto gli occhi di tutti.
In questo contesto merita di essere posto in risalto un recente articolo del giornalista Pete Papaherakles della American Free Press, che denuncia come, dietro alle crescenti tensioni nel Vicino Oriente e all'ostilità nei confronti dell'Iran vi sia la longa mano dei Rothschild, leader indiscussi del potere bancario e finanziario internazionale.
Questa ambizione, del resto mai smentita dai grandi burattinai della finanza mondiale, appare ovvia ed evidente se si considera - come rileva Papaherakles - che l'Iran è al momento uno dei soli tre Paesi rimasti al mondo la cui banca centrale non sia sotto il controllo, diretto o indiretto, dei Rotschild.
Prima dell'11 Settembre 2001, esistevano infatti nel mondo sette Paesi con questa caratteristica: Afghanistan, Cuba, Irak, Iran, Korea del Nord, Libia e Sudan. In realtà questi Paesi erano otto, perché il giornalista dell'American Free Press ha dimenticato, mi auguro per semplice distrazione, di inserire nell'elenco la Siria. E cosa sia successo a partire dallo scatenamento, da parte della presidenza di John Walker Bush, della cosiddetta "guerra al terrorismo" è sotto gli occhi di tutti.
4 febbraio 2014
«Colonia Socialista» di San Leucio (prima al mondo) - L'utopia di Ferdinando IV di BORBONE
L’utopia della “Città del Sole” del calabrese Tommaso Campanella,
vittima dell’Inquisizione e della dominazione spagnola a Napoli e in
Sicilia, sarebbe stata realizzata proprio nel “retrogrado” regno dei
Borbone, dove, a dispetto delle calunnie e delle menzogne diffuse dalla
centrale londinese della massoneria, per iniziativa dei Borbone era
fiorito l’Illuminismo di Vico, Galiani, Genovesi, Pagano, Filangieri, il
più ragguardevole nell’ambito dell’Illuminismo italiano. San Leucio è il primo esempio di repubblica socialista della storia
contemporanea. E’ curioso che esso risalga a un despota illuminato,
quando un altro despota illuminato, il re del Portogallo Giuseppe I,
asservito all’Inghilterra, aveva stroncato nelle colonie brasiliane le
prime repubbliche socialiste della storia, le Encomiendas progettate,
fondate e dirette dai Gesuiti.
San Leucio era in origine una residenza di caccia di Ferdinando IV di Borbone. Dopo la morte prematura del figlio principe ereditario Carlo Tito, avvenuta alla fine del 1778, non volendo più recarsi nell’amena località legata alla memoria del caro estinto, il re decise di destinarla ad altro più utile uso. Lasciamo a lui la parola: “Essendo giunti gli abitanti del luogo, con le famiglie aggregatesi, al numero di 134 (…), temendo che tanti fanciulli e fanciulle, che andavano sempre aumentando, per mancanza di educazione divenissero un giorno e formassero una piccola comunità di scostumati e malviventi, pensai di stabilire una Casa di educazione per i figli dell’uno e dell’altro sesso, servendomi, per collocarveli, del mio casino (…).
San Leucio era in origine una residenza di caccia di Ferdinando IV di Borbone. Dopo la morte prematura del figlio principe ereditario Carlo Tito, avvenuta alla fine del 1778, non volendo più recarsi nell’amena località legata alla memoria del caro estinto, il re decise di destinarla ad altro più utile uso. Lasciamo a lui la parola: “Essendo giunti gli abitanti del luogo, con le famiglie aggregatesi, al numero di 134 (…), temendo che tanti fanciulli e fanciulle, che andavano sempre aumentando, per mancanza di educazione divenissero un giorno e formassero una piccola comunità di scostumati e malviventi, pensai di stabilire una Casa di educazione per i figli dell’uno e dell’altro sesso, servendomi, per collocarveli, del mio casino (…).
3 febbraio 2014
"POLIZIA SEGRETA UE: UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA"
Forse nessuno ha mai sentito parlare dello Standing Committee on
Operational Cooperation on Internal Security (comitato permanente per la
cooperazione sulla sicurezza interna) meglio conosciuto come COSI ed è
un vero peccato perche' questo ente che lavora nell'ombra e i cui
dirigenti si incontrano in segreto ha un potere enorme sulle vite dei
cittadini europei.
Istituito col Trattato di Lisbona che l'Italia sciaguratamente ha sottoscritto, il COSI è di fatto una sorta di ministero degli interni dell'Unione Europea il cui scopo è quello di coordinare il lavoro delle forze di polizia dei paesi membri con istituzioni quali l'Europol, la Gendarmeria europea e il Frontex.
Oltre ad operare in completa segretezza il COSI non è sottoposto a nessun controllo da parte dei parlamenti dei vari stati europei e quindi agisce nella totate impunità.
A rivelare la pericolosità di questa istituzione autoritaria è stato il Daily Telegraph, il quale qualche giorno fa ha rivelato che sta lavorando a un piano per introdurre in tutte le auto un dispositivo che permette a qualsiasi poliziotto dentro un qualsiasi distretto di polizia di fermare qualsiasi auto premendo un semplice bottone.
Istituito col Trattato di Lisbona che l'Italia sciaguratamente ha sottoscritto, il COSI è di fatto una sorta di ministero degli interni dell'Unione Europea il cui scopo è quello di coordinare il lavoro delle forze di polizia dei paesi membri con istituzioni quali l'Europol, la Gendarmeria europea e il Frontex.
Oltre ad operare in completa segretezza il COSI non è sottoposto a nessun controllo da parte dei parlamenti dei vari stati europei e quindi agisce nella totate impunità.
A rivelare la pericolosità di questa istituzione autoritaria è stato il Daily Telegraph, il quale qualche giorno fa ha rivelato che sta lavorando a un piano per introdurre in tutte le auto un dispositivo che permette a qualsiasi poliziotto dentro un qualsiasi distretto di polizia di fermare qualsiasi auto premendo un semplice bottone.
U€: LISTA ELETTORALE O BLOCCO ANTI-EGEMONICO?
PIU' DELLA META' DELL'U€ VIVE SENZA €URO!
Di Tito Pulsinelli
SelvasBlog
Il neoliberismo ha fatto dello Stato un operatore che si amputa funzioni, competenze e potere, e consegna le risorse pubbliche all'economia privata sovranazionale. L'inebriata coazione a privatizzare, ormai ad alta velocità, oltre all'economia include anche i flussi finanziari, cultura, giustizia e difesa. E' la sostanza concreta dell'usurpazione della sovranità, giunta alla fase dell'esautorazione del potere politico e liquidazione delle istituzioni tuttavia generate dalla volontà popolare. Il potere politico pervenuto all'harakiri, soccombe al cavallo di Troia della cooptazione e della connivenza criminosa, soprattutto nei suoi massimi livelli gerarchici. Questa sorta di estinzione dello Stato, rimane ben lungi dall'essere appropriazione o assimilazione di capacità e funzioni da parte della base sociale. Non è l'inverarsi del libertario anelito ugualitario a rendere superfluo lo Stato. No, è solo utopia di paccottiglia delle elites, grimaldello per scarnificare lo Stato fino al minimalismo depredatore del gabelliere.
La realtà è che le nazioni, popoli e lo Stato moderno transitano in una bidimensionalità (1) in cui è avvenuta una mutazione della sovranità. Coesistono conflittualmente la sfera di poteri nazionali e pubblici (anche economici) in via di drastica riduzione, e una crescente dimensione sovrastale del controllo dell'eccedente economico, dell'uso della forza, e della regolazione del lavoro produttivo. Il problema, quindi, è capire da che parte stanno i neofiti dell'ultima ora. E' nefasto il fondamentalismo che accomuna la fazione dell'azzeramento degli spazi nazionali e la schiera dei credenti nella superiorità aprioristica della “europa” realmente esistente.
Di Tito Pulsinelli
SelvasBlog
Il neoliberismo ha fatto dello Stato un operatore che si amputa funzioni, competenze e potere, e consegna le risorse pubbliche all'economia privata sovranazionale. L'inebriata coazione a privatizzare, ormai ad alta velocità, oltre all'economia include anche i flussi finanziari, cultura, giustizia e difesa. E' la sostanza concreta dell'usurpazione della sovranità, giunta alla fase dell'esautorazione del potere politico e liquidazione delle istituzioni tuttavia generate dalla volontà popolare. Il potere politico pervenuto all'harakiri, soccombe al cavallo di Troia della cooptazione e della connivenza criminosa, soprattutto nei suoi massimi livelli gerarchici. Questa sorta di estinzione dello Stato, rimane ben lungi dall'essere appropriazione o assimilazione di capacità e funzioni da parte della base sociale. Non è l'inverarsi del libertario anelito ugualitario a rendere superfluo lo Stato. No, è solo utopia di paccottiglia delle elites, grimaldello per scarnificare lo Stato fino al minimalismo depredatore del gabelliere.
La realtà è che le nazioni, popoli e lo Stato moderno transitano in una bidimensionalità (1) in cui è avvenuta una mutazione della sovranità. Coesistono conflittualmente la sfera di poteri nazionali e pubblici (anche economici) in via di drastica riduzione, e una crescente dimensione sovrastale del controllo dell'eccedente economico, dell'uso della forza, e della regolazione del lavoro produttivo. Il problema, quindi, è capire da che parte stanno i neofiti dell'ultima ora. E' nefasto il fondamentalismo che accomuna la fazione dell'azzeramento degli spazi nazionali e la schiera dei credenti nella superiorità aprioristica della “europa” realmente esistente.
2 febbraio 2014
MESSICO: La Discriminazione Condanna gli Indigenii alla Povertà e all'Esclusione Sociale
Essere indigeno in Messico può diventare sinonimo di emarginazione. Il territorio di Oaxaca, con un alto tasso di aborigeni, è il luogo dove si sente maggiormente il peso di questa discriminazione economica e morale.
La discriminazione nei confronti dei popoli indigeni del Messico è uno dei grandi problemi del paese e anche uno dei suoi tabù più profondi. Lo stile di vita e la cultura di questi popoli sono minacciati dalla mancanza di un quadro di tutela e di riconoscimento che li aiuti a sopravvivere. Questo fatto è più evidente nello stato di Oaxaca, dove il 58% della popolazione è indigena e dove l'esclusione è all'ordine del giorno.
RT.com ha parlato con il segretario degli affari indigeni dello stato di Oaxaca, Adelfo Regino Montes. "Molte delle nostre comunità e molti dei comuni di Oaxaca sono caratterizzati da un'alta emarginazione, e i tassi di povertà e di esclusione sono estremamente elevati rispetto allo standard medio nazionale", ha detto il funzionario.
La discriminazione nei confronti dei popoli indigeni del Messico è uno dei grandi problemi del paese e anche uno dei suoi tabù più profondi. Lo stile di vita e la cultura di questi popoli sono minacciati dalla mancanza di un quadro di tutela e di riconoscimento che li aiuti a sopravvivere. Questo fatto è più evidente nello stato di Oaxaca, dove il 58% della popolazione è indigena e dove l'esclusione è all'ordine del giorno.
RT.com ha parlato con il segretario degli affari indigeni dello stato di Oaxaca, Adelfo Regino Montes. "Molte delle nostre comunità e molti dei comuni di Oaxaca sono caratterizzati da un'alta emarginazione, e i tassi di povertà e di esclusione sono estremamente elevati rispetto allo standard medio nazionale", ha detto il funzionario.
LO SPECCHIO
Fra
due mesi andrà in scena al Teatro Piccolo di Milano un dramma del celebre
drammaturgo norvegese Henrik Ibsen “I pilastri della società” che tratta alcune
tematiche cruciali per la società di ogni tempo. “I piliastri della società
dovrebbero essere la verità e la libertà, ma” così espone Lavia, regista e
attore dell’allestimento “non c’è verità senza libertà e non c’è libertà senza
verità.” Gli effetti dell’elusione di questi postulati sono devastanti:
l’ipocrisia, la corruzione morale e materiale, l’individualismo e l’egoismo
sfrenati, la bramosia di potere e di
ricchezza, l’imbroglio e, in definitiva la stessa disgregazione sociale, per
non parlare della mancanza di democrazia e della più elementare cognizione dei
diritti del cittadino. Ebbene è proprio questa la fotografia della nostra
piccola e decadente Italia repubblicana e contemporanea, senza tralasciare che
il resto del mondo non se la passa poi tanto bene... Restringendo il dettaglio
e guardando con attenzione ci si accorge che la verità e la libertà non sono
proprio di casa nel nostro paese con le note conseguenze che sono sotto gli
occhi di tutti...
Di HS
Alla Corte d’Assise di Palermo si sta celebrando il famoso processo sulla cosiddetta trattativa “Stato – Mafia” che dovrebbe quanto meno illuminare su alcuni retroscena di quanto avvenne agli albori della disgraziata Seconda Repubblica. Alla sbarra il consueto campionario delle più torbide vicende italiche e sicule: oltre a mafiosi e rampolli di mafiosi di un certo calibro, ufficiali dei carabineri presumibilmente “felloni”, ministri non troppo fedeli al proprio mandato, politici e parlamentari riconducibili ai due schieramenti che hanno preteso e pretendono di egemonizzare la vita civile e politica del paese senza pagare lo scotto dei propri, reiterati “errori” – od “orrori”, a seconda dei punti di vista – compiacendo i reali “poteri forti” interni ed internazionali che condizionano ed orientano la rotta della nave “Italia”.
Alla Corte d’Assise di Palermo si sta celebrando il famoso processo sulla cosiddetta trattativa “Stato – Mafia” che dovrebbe quanto meno illuminare su alcuni retroscena di quanto avvenne agli albori della disgraziata Seconda Repubblica. Alla sbarra il consueto campionario delle più torbide vicende italiche e sicule: oltre a mafiosi e rampolli di mafiosi di un certo calibro, ufficiali dei carabineri presumibilmente “felloni”, ministri non troppo fedeli al proprio mandato, politici e parlamentari riconducibili ai due schieramenti che hanno preteso e pretendono di egemonizzare la vita civile e politica del paese senza pagare lo scotto dei propri, reiterati “errori” – od “orrori”, a seconda dei punti di vista – compiacendo i reali “poteri forti” interni ed internazionali che condizionano ed orientano la rotta della nave “Italia”.
1 febbraio 2014
€UROPA: TEMPESTA DI DEFLAZIONE E DEFAULT DI STATI
Sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard analizza le tendenze dell'economia globale: USA e Cina in contemporanea intraprendono politiche restrittive per contrastare le bolle, i paesi emergenti si difendono alzando i tassi per evitare fughe di capitali, e l'unica senza spazi di manovra rimane l'Europa, che con le sue politiche monetarie ortodosse ha già abbandonato le difese rispetto alla deflazione e alla esplosione del debito. Sorge spontanea la domanda finale: perché stanno lasciando che accada...?
Metà dell’economia mondiale è a un incidente di distanza da una trappola deflattiva. L’FMI dice che la probabilità che ciò accada potrebbe essere ora del 20%. Una circostanza importante è che le due superpotenze monetarie - USA e Cina – starebbero entrambe adottando misure restrittive che portano verso tale 20% di rischio, senza dubbio perché hanno concluso che le bolle speculative stanno diventando un pericolo ancora più grande.
"Dobbiamo essere estremamente vigili" ha detto a Davos Christine Lagarde del FMI.
"Il rischio di deflazione è quel che accadrebbe se ci fosse uno shock in quelle economie che ora hanno tassi di inflazione bassi, ben al di sotto del target. Credo che nessuno possa negare che nell'eurozona l'inflazione è ben al di sotto l’obiettivo dichiarato."
31 gennaio 2014
Olli Rehn: "L'Italia Deve Privatizzare Tutto!"
Nessuno pensi che il proprio paese sia governabile secondo gli interessi specifici della sua popolazione, struttura sociale o industriale. “La linea” piove dall'alto come nemmeno nel “blocco sovietico” del secolo scorso.
E per farlo capire a tutti, Olli Rehn – commissario europeo agli affari monetari, finlandese e “falco” neoliberista – ha ribadito le sue prescrizioni all'Italia. «L'Italia deve usare la maggiore stabilità politica per lanciare progetti come le privatizzazioni e gli ulteriori miglioramenti sul mercato del lavoro per aumentare la competitività». L'ha fatto non a caso dal vertice di Davos, in Svizzera, dove i decision maker di tutto il mondo svolgono il consueto brainstorming annuale per vedere come regolare i business comuni – e conflittuali, non va mai dimenticato – per l'anno che si è aperto. Ma non ce n'è stato soltato per la derelitta italietta. «L'Italia come la Francia ha accusato un'erosione delle sue quote di mercato negli ultimi dieci anni. C'è una chiara necessità che aumentino la competitività sia in termini di costo del lavoro che di mercato dei prodotti».
C'è da dire che si tratta di una caduta di stile, visto che il governo Letta aveva deciso proprio il giorno prima di mettere sul mercato il 40% di Poste, aprendo così la strada alla privatizzazione-distruzione di una cassaforte (da lì vengono i soldi della Cassa Depositi e Prestiti) che conserva i risparmi di milioni di cittadini, specie quelli meno abbienti. Sui “miglioramenti del mercato del lavoro” - notate la delicatezza linguistica che deve nascondere la realtà brutale della regolamentazione forsennata, abolendo diritti, garanzie, livelli salariali del lavoro dipendente – quel che non è stato ancora fatto sarà certamente contenuto nel “jobs act” del piccolo duce di Firenze.
30 gennaio 2014
Il MUOS in Sicilia è stato ultimato
Ennesima vittoria dell'Impero...
Ma procediamo con ordine. Il Muos è l’acronimo di “Mobile User Objective System”, cioè un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari concepito dalla marina militare statunitense che, grazie a cinque satelliti in orbita e quattro stazioni di terra, permetterà agli Usa di controllare e coordinare tutte le unità navali, aeree e terrestri dislocate nel mondo, compresi i droni. Una di queste quattro stazioni di terra è proprio quella di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. È qui che ieri, 27 gennaio, si è completata la costruzione di tre parabole satellitari dal diametro di 20 metri e di due antenne alte 150. Ma il sistema di difesa americano è diventato anche di pubblico interesse perché nasce in un’area dove vivono persone che hanno paura di assistere inermi ad un bombardamento di onde elettromagnetiche.
I lavori per la costruzione del sistema satellitare Usa sono stati ultimati |
Caltanissetta, 28 gen – La sovranità, il
valore e l’onore di una nazione passano anche e non solo da episodi come
questo che andremo a raccontarvi, perchè in Sicilia gli Stati uniti
hanno vinto e l’Italia ha perso. La costruzione delle tre parabole americane a Niscemi è terminata.
Non sono stati sufficienti anni di proteste, di ricorsi, di tribunali,
di medici, per impedire la costruzione del Muos. Una contesa ad armi
impari combattuta senza il supporto delle istituzioni, colpevoli di aver
illuso la popolazione locale, di averla sostenuta in un primo momento e
poi di averla abbandonata. Insomma, la consueta storia tutta
italiana, condita dalla solita soggezione di non voler contraddire
l’alleato a stelle e strisce.
Ma procediamo con ordine. Il Muos è l’acronimo di “Mobile User Objective System”, cioè un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari concepito dalla marina militare statunitense che, grazie a cinque satelliti in orbita e quattro stazioni di terra, permetterà agli Usa di controllare e coordinare tutte le unità navali, aeree e terrestri dislocate nel mondo, compresi i droni. Una di queste quattro stazioni di terra è proprio quella di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. È qui che ieri, 27 gennaio, si è completata la costruzione di tre parabole satellitari dal diametro di 20 metri e di due antenne alte 150. Ma il sistema di difesa americano è diventato anche di pubblico interesse perché nasce in un’area dove vivono persone che hanno paura di assistere inermi ad un bombardamento di onde elettromagnetiche.
29 gennaio 2014
"L'ITALIA RISCHIA IL COLLASSO NEL 2014"
Intervista esclusiva di Alessandro Bianchi al Columnist economico del Telegraph Ambrose Evans Pritchard.
- Dalle colonne del Telegraph, Lei ha scritto spesso come i paesi dell'Europa del sud dovrebbero formare un cartello e parlare con un'unica voce nel board della Bce e nei vari summit per forzare quel cambiamento di politica necessario a rilanciare le loro economie. Ritiene che il sistema euro possa ancora salvarsi o giudica migliore per un paese come l'Italia scegliere il ritorno alla propria valuta nazionale?
Quello che serve in Europa oggi è uno shock economico sul modello dell'Abenomics. Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, insieme alla Francia devono smettere di fare finta di non avere un interesse in comune da tutelare. Questi paesi hanno i voti necessari per forzare un cambiamento. La Bce oggi non sta rispettando gli obblighi previsti dai trattati e non solo per il target del 2%, dato che nei trattati non si parla solo d'inflazione, ma anche di crescita e di occupazione. Il dato dello 0,8% di ottobre è un autentico disastro per l'andamento della traiettoria di lungo periodo del debito. Senza un cambio di strategia forte, l'Italia sarà al collasso nel 2014. Il paese ha un avanzo primario del 2.5% del PIL e ciononostante il suo debito continua ad aumentare. Il dramma dell'Italia non è morale, ma dipende dalla crisi deflattiva cui è costretta per la sua partecipazione alla zona euro.
La politica è fatta di scelte e di coraggio. Fino ad oggi non si è agito per impedire che si dissolvesse il consenso politico dell'euro in Germania. Ma oggi c'è una minaccia più grande e se Berlino non dovesse accettare le nuove politiche, può anche uscire dal sistema. Il ritorno di Spagna, Italia e Francia ad una valuta debole è proprio quello di cui i paesi latini hanno bisogno. Del resto, la minaccia tedesca è un bluff ed i paesi dell'Europa meridionale devono smascherarlo. L'ora del confronto è arrivato.
Quello che serve in Europa oggi è uno shock economico sul modello dell'Abenomics. Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, insieme alla Francia devono smettere di fare finta di non avere un interesse in comune da tutelare. Questi paesi hanno i voti necessari per forzare un cambiamento. La Bce oggi non sta rispettando gli obblighi previsti dai trattati e non solo per il target del 2%, dato che nei trattati non si parla solo d'inflazione, ma anche di crescita e di occupazione. Il dato dello 0,8% di ottobre è un autentico disastro per l'andamento della traiettoria di lungo periodo del debito. Senza un cambio di strategia forte, l'Italia sarà al collasso nel 2014. Il paese ha un avanzo primario del 2.5% del PIL e ciononostante il suo debito continua ad aumentare. Il dramma dell'Italia non è morale, ma dipende dalla crisi deflattiva cui è costretta per la sua partecipazione alla zona euro.
La politica è fatta di scelte e di coraggio. Fino ad oggi non si è agito per impedire che si dissolvesse il consenso politico dell'euro in Germania. Ma oggi c'è una minaccia più grande e se Berlino non dovesse accettare le nuove politiche, può anche uscire dal sistema. Il ritorno di Spagna, Italia e Francia ad una valuta debole è proprio quello di cui i paesi latini hanno bisogno. Del resto, la minaccia tedesca è un bluff ed i paesi dell'Europa meridionale devono smascherarlo. L'ora del confronto è arrivato.
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