18 marzo 2013
CIPRO: COLOSSALE RAPINA IN BANCA DA PARTE DELL'U€
Colpo di scena sabato a Cipro. Colossale rapina in banca. Il governo
aveva annunciato giovedì congiuntamente alla UE e alla Troika un
salvataggio delle banche da 17 miliardi, una cifra pari al PIL
dell'isola (ma le passività totali delle banche cipriote sono 8 volte
tanto). Sembrava quindi un salvataggio con soldi della UE, a dispetto
delle proteste in Germania contro le banche cipriote, note per il
riciclaggio di denaro e i traffici degli oligarchi dell'Est Europa.
Cobraf
Ma nel frattempo la Germania aveva dato un ultimatum: o fate un prelievo forzoso dai conti correnti pesantissimo o uscite dall'Euro. Il governo di Cipro ha scelto l'eurozona e l'euro. Oggi annuncia, a banche chiuse, che all'apertura di lunedì mattina avranno già prelevato su tutti i depositi bancari detenuti in banche a Cipro : un 6.75% su quelli sotto 100mile euro (che sono assicurati per legge nella UE contro la bancarotta) e del 10% per quelli sopra 100mila euro. E fino ad allora i bancomat sono bloccati nel weekend a Cipro e agli istituti e' stato inoltre imposto di bloccare durante questo fine settimana la possibilita' di effettuare trasferimenti di denaro via internet.
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Cobraf
Ma nel frattempo la Germania aveva dato un ultimatum: o fate un prelievo forzoso dai conti correnti pesantissimo o uscite dall'Euro. Il governo di Cipro ha scelto l'eurozona e l'euro. Oggi annuncia, a banche chiuse, che all'apertura di lunedì mattina avranno già prelevato su tutti i depositi bancari detenuti in banche a Cipro : un 6.75% su quelli sotto 100mile euro (che sono assicurati per legge nella UE contro la bancarotta) e del 10% per quelli sopra 100mila euro. E fino ad allora i bancomat sono bloccati nel weekend a Cipro e agli istituti e' stato inoltre imposto di bloccare durante questo fine settimana la possibilita' di effettuare trasferimenti di denaro via internet.
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STIGLITZ: «Basta trucchi, dobbiamo nazionalizzare le banche!»
«La
notizia che la nazionalizzazione delle banche potrebbe essere
necessaria anche secondo Alan Greenspan dimostra quanto la situazione
sia disperata: come è evidente da tempo, l’unica soluzione è che il
nostro sistema bancario sia rilevato dal governo, forse sulla falsariga
di quanto fecero Norvegia e Svezia negli anni ‘90». Parola di Joseph
Stiglitz, docente della Columbia University e Premio Nobel per
l’economia. Nazionalizzare le banche: «Bisogna farlo, e farlo in fretta,
prima che altri soldi vadano sprecati in manovre di salvataggio», dopo
la catastrofe planetaria provocata da «anni di comportamenti
sconsiderati, tra cui la concessione di crediti inesigibili e l’avere
giocato d’azzardo con i derivati». Teoricamente, siamo già alla
bancarotta: se il governo rispettasse le regole del gioco, sono
moltissime le banche che uscirebbero dal mercato. Nessuno sa con
certezza quanto sia grande il buco: almeno due-tremila miliardi di
dollari, se non di più.
16 marzo 2013
50 verità su Hugo Chavez e la rivoluzione bolivariana
Deceduto
il 5 marzo 2013 all'età di 58 anni a causa del cancro, il presidente
Hugo Chavez ha segnato per sempre la storia del Venezuela e dell'America
Latina.
1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.
2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.
3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelanoè stato il "migliore del mondo".
4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.
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1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.
2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.
3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelanoè stato il "migliore del mondo".
4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.
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15 marzo 2013
U€: « E' il Momento di Riprendersi la Sovranità Nazionale »
Per uscire fuori dalla crisi, occorre "ridare agli stati membri il
controllo delle politiche fiscali e di bilancio". E’ questa la ricetta
proposta da Ashoka Mody, ex capo missione FMI in Germania e Irlanda.
Nessun rafforzamento dell’Unione europea. Anzi. Per uscire fuori dalla crisi, la strada da percorrere potrebbe andare nella direzione opposta, ovvero quella di "ridare agli stati membri il controllo delle politiche fiscali e di bilancio". E’ questa la ricetta proposta da Ashoka Mody, ex capo missione FMI in Germania e Irlanda, che in un lungo articolo sulla crisi europea ritiene essenziale per uscire dalla crisi, la ricostituzione delle sovranità nazionali con l’obiettivo di "ridurre lo stress a cui sono sottoposte le economie periferiche nel breve periodo e, quindi, in modo da spianare la strada verso un'Europa più integrata e un euro più forte".
In sostanza Mody suggerisce ai leader europei di compiere tre passi:
Nessun rafforzamento dell’Unione europea. Anzi. Per uscire fuori dalla crisi, la strada da percorrere potrebbe andare nella direzione opposta, ovvero quella di "ridare agli stati membri il controllo delle politiche fiscali e di bilancio". E’ questa la ricetta proposta da Ashoka Mody, ex capo missione FMI in Germania e Irlanda, che in un lungo articolo sulla crisi europea ritiene essenziale per uscire dalla crisi, la ricostituzione delle sovranità nazionali con l’obiettivo di "ridurre lo stress a cui sono sottoposte le economie periferiche nel breve periodo e, quindi, in modo da spianare la strada verso un'Europa più integrata e un euro più forte".
In sostanza Mody suggerisce ai leader europei di compiere tre passi:
- 1 - Smantellamento dell’attuale sistema fiscale;
2 – Ripristino della responsabilità fiscale agli stati membri;
3 – Attribuire ai i creditori privati le perdite del debito sovrano.
MENTRE L’EUROZONA E’ NEL CAOS L’IRLANDA SI RIPRENDE PARTE DELLA SUA SOVRANITA’
Piero Valerio, socio dell’ARS e curatore del blog Tempesta perfetta ci
informa sulla coraggiosa scelta del primo ministro irlandese, il quale,
per evitare che i problemi si aggravino e per tentare di risolverli, ha
deciso di violare i trattati europei. L’ARS ha sempre sostenuto, fin dal Documento di Analisi e Proposte, che la sovranità e l’indipendenza saranno riconquistare con provvedimenti di rottura dell’ordine giuridico dell’Unione europea
– tanto che, pur essendo un giurista, non sono mai stato attratto
dall’analisi giuridica del modo legittimo per uscire dai trattati
europei. La rottura dell’ordine giuridico europeo sembrerebbe iniziata. Il precedente scaverà un solco e il fatto si porrà come norma.
La tendenza sarà a violazioni sempre maggiori e a scontri tra la
Bundesbank, la Germania, eventualmente l’Olanda e altri alleati, da un
lato, e gli Stati del sud europa e prima o poi la Francia, dall’altro.
A poco a poco, l’ordine giuridico dell’Unione europea si disintegrerà. Se le elites saranno lungimiranti, a un certo punto prenderanno atto del fallimento e tenteranno di mantenere il mercato unico senza l’euro. In tal caso, la lotta italiani dei sovranisti continuerà. Se saranno più lungimiranti, allora diranno addio al mercato unico (l’Unione europea) e torneranno a qualcosa di simile al mercato comune (CEE). Anche a questo caso la lotta dei sovranisti continuerà, perché ricollocata la Costituzione italiana anche di fatto al vertice dell’ordinamento, e riconquistati allo stato italiano alcuni poteri, la Costituzione dovrà essere attuata e i poteri esercitati, prendendo a modello, con eventuali miglioramenti, la cosiddetta prima Repubblica (fino al 1985). Se, invece, le elites non saranno minimamente lungimiranti, si verificherà l’implosione. In questo terzo caso, la presa del potere da parte dei sovranisti sarà ancora più importante, per gestire pacatamente il caos. I sovranisti hanno il vento in poppa (Stefano D’Andrea).
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A poco a poco, l’ordine giuridico dell’Unione europea si disintegrerà. Se le elites saranno lungimiranti, a un certo punto prenderanno atto del fallimento e tenteranno di mantenere il mercato unico senza l’euro. In tal caso, la lotta italiani dei sovranisti continuerà. Se saranno più lungimiranti, allora diranno addio al mercato unico (l’Unione europea) e torneranno a qualcosa di simile al mercato comune (CEE). Anche a questo caso la lotta dei sovranisti continuerà, perché ricollocata la Costituzione italiana anche di fatto al vertice dell’ordinamento, e riconquistati allo stato italiano alcuni poteri, la Costituzione dovrà essere attuata e i poteri esercitati, prendendo a modello, con eventuali miglioramenti, la cosiddetta prima Repubblica (fino al 1985). Se, invece, le elites non saranno minimamente lungimiranti, si verificherà l’implosione. In questo terzo caso, la presa del potere da parte dei sovranisti sarà ancora più importante, per gestire pacatamente il caos. I sovranisti hanno il vento in poppa (Stefano D’Andrea).
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HABEMUS GESUITAM!
E' arrivato il papa double-face
Della scelta di Bergoglio al soglio pontificio non stupisce tanto la nazionalità - ormai all'idea di un papa internazionale ci siamo abituati - quanto il fatto che sia un gesuita. E' infatti il primo in assoluto nella storia a diventare papa, e questa non è certo una casualità.
Fin dalla fondazione dell'ordine, da parte di Ignazio di Loyola, i gesuiti hanno sempre presentato un doppio volto nei loro rapporti con il Vaticano.
Da una parte i primi gesuiti erano i "soldati di Gesù" che andavano in tutt'Europa a combattere il protestantesimo insorgente, nel tentativo di restaurare il potere di Roma durante la controriforma.
Dall'altra però criticavano la lassitudine e la corruzione in cui era caduto il clero romano negli ultimi secoli, chiedevano una più stretta aderenza alle sacre scritture, si auguravano una maggiore preparazione culturale nei vertici della Chiesa, e predicavano una povertà e un'umiltà che ormai in Vaticano erano del tutto sconosciute. E' infatti curioso che nessun papa, dal 1200 ad oggi, avesse mai pensato di chiamarsi "Francesco".
Della scelta di Bergoglio al soglio pontificio non stupisce tanto la nazionalità - ormai all'idea di un papa internazionale ci siamo abituati - quanto il fatto che sia un gesuita. E' infatti il primo in assoluto nella storia a diventare papa, e questa non è certo una casualità.
Fin dalla fondazione dell'ordine, da parte di Ignazio di Loyola, i gesuiti hanno sempre presentato un doppio volto nei loro rapporti con il Vaticano.
Da una parte i primi gesuiti erano i "soldati di Gesù" che andavano in tutt'Europa a combattere il protestantesimo insorgente, nel tentativo di restaurare il potere di Roma durante la controriforma.
Dall'altra però criticavano la lassitudine e la corruzione in cui era caduto il clero romano negli ultimi secoli, chiedevano una più stretta aderenza alle sacre scritture, si auguravano una maggiore preparazione culturale nei vertici della Chiesa, e predicavano una povertà e un'umiltà che ormai in Vaticano erano del tutto sconosciute. E' infatti curioso che nessun papa, dal 1200 ad oggi, avesse mai pensato di chiamarsi "Francesco".
13 marzo 2013
SOVRANITA' MONETARIA O GUERRA CIVILE!
“Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista pensa alle prossime generazioni” (Alcide De Gasperi)
L’Italia sta morendo, l’urlo prima sordo, ora disperato e sempre più forte, percorre oramai tutta la penisola. Il tradimento della consegna della sovranità del paese in mano di “ soggetti non democratici, non trasparenti, non responsabili, banche d’affari multinazionali, shadow banks, hedge funds, agenzie di rating, fondi sovrani, organismi internazionali di regolazione non governativi…”(Bassanini),continua a sommarsi all’inerzia della politica, unica responsabile di questa consegna e oramai ulteriormente responsabile di questa condotta inesorabilmente distruttiva.
Negli ultimi mesi, parecchi giovani, animati solo da un puro idealismo e molta buona volontà, in molte regioni d’Italia ed anche fuori da quella che un tempo era culla ideale e fucina di studio, ossia l’università, oramai tristemente svuotata anche di contenuti, hanno iniziato ad analizzare e diffondere i meccanismi di funzionamento della moneta, radunando gruppi di poche decine di persone, imprenditori, persone comuni, chiunque fosse interessato. Tutta questa gente, ora, è perfettamente consapevole delle cause del disastro economico cui si assiste impotenti. Queste persone sanno che la politica e i suoi protagonisti hanno permesso tutto questo con dei precisi atti di consegna del paese nelle mani della finanza privata, ma sono anche consapevoli dell’illegittimità di quegli atti.
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L’Italia sta morendo, l’urlo prima sordo, ora disperato e sempre più forte, percorre oramai tutta la penisola. Il tradimento della consegna della sovranità del paese in mano di “ soggetti non democratici, non trasparenti, non responsabili, banche d’affari multinazionali, shadow banks, hedge funds, agenzie di rating, fondi sovrani, organismi internazionali di regolazione non governativi…”(Bassanini),continua a sommarsi all’inerzia della politica, unica responsabile di questa consegna e oramai ulteriormente responsabile di questa condotta inesorabilmente distruttiva.
Negli ultimi mesi, parecchi giovani, animati solo da un puro idealismo e molta buona volontà, in molte regioni d’Italia ed anche fuori da quella che un tempo era culla ideale e fucina di studio, ossia l’università, oramai tristemente svuotata anche di contenuti, hanno iniziato ad analizzare e diffondere i meccanismi di funzionamento della moneta, radunando gruppi di poche decine di persone, imprenditori, persone comuni, chiunque fosse interessato. Tutta questa gente, ora, è perfettamente consapevole delle cause del disastro economico cui si assiste impotenti. Queste persone sanno che la politica e i suoi protagonisti hanno permesso tutto questo con dei precisi atti di consegna del paese nelle mani della finanza privata, ma sono anche consapevoli dell’illegittimità di quegli atti.
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GRILLO: "L'Italia è già fuori dall'€uro!"
Il leader del Movimento 5 Stelle lo dice in un'intervista al quotidiano economico tedesco Handelsblatt. I paesi del Nord Europa manterranno l'Italia nell'Euro "finché non riavranno gli investimenti". Dopo "ci lasceranno cadere come una patata bollente".
FRANCOFORTE - "L'Italia de facto è già fuori dall'euro". Queste le parole di Beppe Grillo al quotidiano economico tedesco Handelsblatt, in un'intervista esclusiva.CI LASCERANNO "COME UNA PATATA BOLLENTE". Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, il Belpaese non rimarrà a lungo nell'Eurozona. I Paesi del nord Europa sosterranno l'Italia, solo "fino a quando gli investimenti delle loro banche nei titoli di Stato italiani saranno recuperati. Poi ci lasceranno cadere come una patata bollente", ha detto il comico genovese.
ABBIAMO PERSO IL NOSTRO MIGLIORE AMICO
Il 5 marzo, nel pomeriggio, è morto il miglior amico che ha avuto il popolo cubano nella sua storia. Una telefonata via satellite ha comunicato l’amara notizia.
E il significato della frase usata era inconfondibile. Anche se conoscevamo lo stato critico della sua salute, la notizia ci ha fortemente colpito. Ricordavo le volte che scherzava con me dicendo che quando tutti e due avessimo terminato il nostro impegno rivoluzionario, mi avrebbe invitato a passeggiare lungo il fiume Arauca, in territorio venezuelano, che gli faceva ricordare il risposo che non ha mai avuto.
Abbiamo avuto l’onore di condividere con il leader bolivariano gli stessi ideali di giustizia sociale e di sostegno agli sfruttati. I poveri sono poveri in qualsiasi parte del mondo.
“Ditemi in cosa servire il Venezuela! In me ha un figlio”, aveva proclamato l’Eroe Nazionale e Apostolo della nostra indipendenza, José Martí, un viaggiatore che, senza togliersi di dosso la polvere del cammino, chiese dove si trovava la statua di Bolívar.
Martí aveva conosciuto il mostro, perchè aveva vissuto nelle sue viscere.
È possibile ignorare le profonde parole che aveva riversato nella lettera mai conclusa per il suo amico Manuel Mercato, prima della sua morte in combattimento?
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E il significato della frase usata era inconfondibile. Anche se conoscevamo lo stato critico della sua salute, la notizia ci ha fortemente colpito. Ricordavo le volte che scherzava con me dicendo che quando tutti e due avessimo terminato il nostro impegno rivoluzionario, mi avrebbe invitato a passeggiare lungo il fiume Arauca, in territorio venezuelano, che gli faceva ricordare il risposo che non ha mai avuto.
Abbiamo avuto l’onore di condividere con il leader bolivariano gli stessi ideali di giustizia sociale e di sostegno agli sfruttati. I poveri sono poveri in qualsiasi parte del mondo.
“Ditemi in cosa servire il Venezuela! In me ha un figlio”, aveva proclamato l’Eroe Nazionale e Apostolo della nostra indipendenza, José Martí, un viaggiatore che, senza togliersi di dosso la polvere del cammino, chiese dove si trovava la statua di Bolívar.
Martí aveva conosciuto il mostro, perchè aveva vissuto nelle sue viscere.
È possibile ignorare le profonde parole che aveva riversato nella lettera mai conclusa per il suo amico Manuel Mercato, prima della sua morte in combattimento?
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12 marzo 2013
MUOS: Mafia e CIA contro Crocetta?
Quando lo scorso mese il
Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha dato mandato
all’assessore regionale all’Ambiente Mariella Lo Bello e al dirigente
Giovanni Arnone di revocare le autorizzazioni per la realizzazione del
Muos, l’impianto militare di antenne satellitari di Niscemi, in tanti
avevano accolto la notizia come uno straordinario successo per tutto il
movimento “No Muos” che da anni si batte per questo. Nonostante ciò,
però, all'interno della base Usa si continua a lavorare, come denunciato
da alcuni attivisti, con gli Stati Uniti che si fanno forti del
protocollo d’intesa siglato nel 2011 tra l’allora ministro della Difesa
italiano Ignazio La Russa e il governatore siciliano Raffaele Lombardo,
favorevoli alla realizzazione.
Di Aaron Pettinari
Antimafiaduemila
Ci sono poteri forti a spingere per quest'opera e la conferma arriverebbe dalle dichiarazioni dell'ex Idv Sergio De Gregorio che, interrogato dai magistrati, ha raccontato i retroscena in merito alla campagna acquisti del 2007 che affossò il governo Prodi. L’ex senatore ha dichiarato agli inquirenti che l'allora governo di centrosinistra cadde per le pressioni di altri poteri, ovvero la Cia, che avevano messo nel mirino Prodi e il suo esecutivo soprattutto per l’ostilità manifestata nei confronti del Muos. Un fatto che nei giorni scorsi ha allarmato non poco lo stesso Crocetta il quale ha dichiarato:
Di Aaron Pettinari
Antimafiaduemila
Ci sono poteri forti a spingere per quest'opera e la conferma arriverebbe dalle dichiarazioni dell'ex Idv Sergio De Gregorio che, interrogato dai magistrati, ha raccontato i retroscena in merito alla campagna acquisti del 2007 che affossò il governo Prodi. L’ex senatore ha dichiarato agli inquirenti che l'allora governo di centrosinistra cadde per le pressioni di altri poteri, ovvero la Cia, che avevano messo nel mirino Prodi e il suo esecutivo soprattutto per l’ostilità manifestata nei confronti del Muos. Un fatto che nei giorni scorsi ha allarmato non poco lo stesso Crocetta il quale ha dichiarato:
“Sono seduto su una polveriera. Già dai primi giorni dal mio insediamento sono partiti i dossier nei miei confronti. Ed è chiaro che a muoversi, in questi casi, sono i poteri forti. Non è mafia. O meglio, non stiamo parlando solo di mafia. Questi poteri, in passato, a mio parere, furono responsabili, ad esempio, della sparizione di Enrico Mattei. Figuriamoci se si preoccupano di intervenire su un presidente della Regione”.
10 marzo 2013
€URO: LA CAUSA DELLA CRISI
Intervista a Claudio Borghi* a cura di Rodolfo Monacelli
In questa campagna elettorale l’uscita dall’euro è stata considerata come uno spauracchio e un tabù. Nella realtà, cosa succederebbe se l’Italia uscisse dall’Euro?
Se l’Italia uscisse dall’Euro tornerebbe un paese con sovranità monetaria, come lo è l’Inghilterra, la Norvegia, la Svizzera, ma anche la Turchia. Non cambierebbe nulla dal punto di vista della vita normale di tutti i giorni. Cambierebbe molto, invece, dal punto di vista delle prospettive economiche perché ritorneremmo ad avere una moneta correttamente valutata secondo il livello della nostra economia, consentendo a tutto il nostro sistema economico e produttivo di ricominciare a funzionare. In questo momento è in shock totale perché non è possibile pensare di poter essere minimamente competitivi nei mercati internazionali con una moneta come l’euro, che ha una valutazione superiore del 25-30%. A questo problema, inoltre, si sommano i noti difetti del sistema economico italiano. Uscendo dall’euro, la stagnazione e la distruzione di tutto il nostro sistema economico si fermerebbe e comincerebbe a diminuire la disoccupazione, ricominceremmo a esportare e a importare di meno, le imprese attualmente in crisi ricomincerebbero ad avere degli ordini, si fermerebbero i licenziamenti e, di conseguenza, aumenterebbe la domanda interna. Tutto ricomincerebbe, quindi, secondo lo schema del circolo virtuoso.
Recentemente l’On. Stefano Fassina, durante la trasmissione di Michele Santoro “Servizio Pubblico”, ha affermato che “Non potendo svalutare la moneta, si svaluta il lavoro“. Ritiene coerente, in base a quest’affermazione, la difesa dell’euro da parte di un partito di sinistra come il Partito Democratico?
Vorrei premettere che mi sembra offensivo pensare che un imprenditore che impiega tutto il suo tempo a pensare come rendere più efficiente la propria azienda, possa essere considerato improduttivo, lazzarone o qualcosa del genere. Suppongo, quindi, che dal punto di vista dei processi interni i nostri imprenditori abbiano fatto il possibile per essere efficienti. Ma, al di là di questa considerazione, questa è una delle contraddizioni più gravi nell’atteggiamento della sinistra italiana. Leggi tutto...
In questa campagna elettorale l’uscita dall’euro è stata considerata come uno spauracchio e un tabù. Nella realtà, cosa succederebbe se l’Italia uscisse dall’Euro?
Se l’Italia uscisse dall’Euro tornerebbe un paese con sovranità monetaria, come lo è l’Inghilterra, la Norvegia, la Svizzera, ma anche la Turchia. Non cambierebbe nulla dal punto di vista della vita normale di tutti i giorni. Cambierebbe molto, invece, dal punto di vista delle prospettive economiche perché ritorneremmo ad avere una moneta correttamente valutata secondo il livello della nostra economia, consentendo a tutto il nostro sistema economico e produttivo di ricominciare a funzionare. In questo momento è in shock totale perché non è possibile pensare di poter essere minimamente competitivi nei mercati internazionali con una moneta come l’euro, che ha una valutazione superiore del 25-30%. A questo problema, inoltre, si sommano i noti difetti del sistema economico italiano. Uscendo dall’euro, la stagnazione e la distruzione di tutto il nostro sistema economico si fermerebbe e comincerebbe a diminuire la disoccupazione, ricominceremmo a esportare e a importare di meno, le imprese attualmente in crisi ricomincerebbero ad avere degli ordini, si fermerebbero i licenziamenti e, di conseguenza, aumenterebbe la domanda interna. Tutto ricomincerebbe, quindi, secondo lo schema del circolo virtuoso.
Recentemente l’On. Stefano Fassina, durante la trasmissione di Michele Santoro “Servizio Pubblico”, ha affermato che “Non potendo svalutare la moneta, si svaluta il lavoro“. Ritiene coerente, in base a quest’affermazione, la difesa dell’euro da parte di un partito di sinistra come il Partito Democratico?
Vorrei premettere che mi sembra offensivo pensare che un imprenditore che impiega tutto il suo tempo a pensare come rendere più efficiente la propria azienda, possa essere considerato improduttivo, lazzarone o qualcosa del genere. Suppongo, quindi, che dal punto di vista dei processi interni i nostri imprenditori abbiano fatto il possibile per essere efficienti. Ma, al di là di questa considerazione, questa è una delle contraddizioni più gravi nell’atteggiamento della sinistra italiana. Leggi tutto...
9 marzo 2013
Approvata l'Introduzione di Chip RFID in USA
Mentre in Italia si scherza sui microchip, non poche polemiche sono nate a proposito del disegno di legge sulla salute firmata da Obama che renderà obbligatorio per tutti i cittadini statunitensi l'impianto di un microchip Rfid che contenga tutte le informazioni relative a ogni americano. L'intento dichiarato è quello di facilitare il monitoraggio e il controllo della salute di ogni singolo individuo, con la creazione di un apposito registro nazionale in cui ogni chip - e quindi ogni persona - sia registrato.
Freeonda Revolution
Oltre ai parametri medici potranno essere inserite nei chip informazioni in merito al conto bancario del paziente, così da determinare in tempo reale la sua capacità finanziaria. Medici e ospedali saranno quindi autorizzati ad eseguire la scansione dei conti bancari così da poter prelevare immediatamente, in tempo reale, la cifra prevista per il trattamento terapeutico.
Fin troppo facile lanciarsi in speculazioni indegne dell'orwelliano Grande Fratello, ma il nuovo progetto sulla salute - l'HR 3200 - adottato dal Congresso prevede la necessità di impiantare il chip per identificare tutti i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario.
Oltre ai parametri medici potranno essere inserite nei chip informazioni in merito al conto bancario del paziente, così da determinare in tempo reale la sua capacità finanziaria. Medici e ospedali saranno quindi autorizzati ad eseguire la scansione dei conti bancari così da poter prelevare immediatamente, in tempo reale, la cifra prevista per il trattamento terapeutico.
Fin troppo facile lanciarsi in speculazioni indegne dell'orwelliano Grande Fratello, ma il nuovo progetto sulla salute - l'HR 3200 - adottato dal Congresso prevede la necessità di impiantare il chip per identificare tutti i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario.
L'€URO E' FIGLIO DEL NEOLIBERISMO!
Forexinfo
1) Nel suo interessante contributo sulla crisi dell’euro, Lei parla di un’ideologia “neoliberista” che è alla base della suddetta crisi appunto. Ci può spiegare in cosa consiste?
Quando parlo di “ideologia neoliberista” mi riferisco alle idee politiche che hanno ottenuto consenso elettorale prima con Margaret Thatcher, nel Regno Unito alla fine degli anni ’70, e poi con Ronald Reagan negli Stati Uniti. Anche se l’ideologia neoliberista è più variegata, a mio avviso ci sono tre elementi di questa ideologia che sono alla radice della crisi attuale: il primo è l’idea che se una quota maggiore del reddito va ai ceti più abbienti (e ai profitti delle imprese), gli investimenti aumenteranno, l’economia fiorirà creando posti di lavoro, e l’aumento del benessere verrà diffuso a tutti (la cosiddetta trickle-down economics). Si è quindi provveduto a
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8 marzo 2013
SCANDINAVIA IN FUGA DALL'U€
Linkiesta
Ma c’è altro. Commentando le parole di Soini, il ministro delle finanze Jutta Urpilainen ha detto che non serve una consultazione popolare ma servono riforme: ad esempio è necessario che i paesi dell’Europa Meridionale (vale a dire Italia, Grecia, Portogallo, Spagna) adottino una più rigorosa disciplina di bilancio. Appunto: bilanci statali, piani di salvataggio e denaro che non torna indietro.
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USA: MILITARIZZAZIONE DELLA POLIZIA SOTTO INCHIESTA
L'Unione americana per le Libertà Civili (ACLU) chiede che si indaghi sulla tendenza a collocare unità di polizia militarizzate nelle città e in tutto il paese.
Associazioni aderenti all'ACLU in 23 stati hanno presentato questa settimana più di 255 richieste, basandosi sul Freedom of Information Act, per ottenere tutto il materiale possibile relativo alla continua trasformazione delle unità di polizia in piccole squadre di soldati fortemente armati.
RT.com
"E' tempo di capire la reale portata della militarizzazione della polizia negli Stati Uniti e l'impatto che sta avendo sui nostri quartieri ", dice un comunicato dell'ACLU.
L'associazione sostiene che è sempre più frequente vedere le squadre speciali (unità di armi e tattiche speciali) armate fino ai denti sul territorio degli Stati Uniti, che spesso entrano nelle case di persone innocenti.
Associazioni aderenti all'ACLU in 23 stati hanno presentato questa settimana più di 255 richieste, basandosi sul Freedom of Information Act, per ottenere tutto il materiale possibile relativo alla continua trasformazione delle unità di polizia in piccole squadre di soldati fortemente armati.
RT.com
"E' tempo di capire la reale portata della militarizzazione della polizia negli Stati Uniti e l'impatto che sta avendo sui nostri quartieri ", dice un comunicato dell'ACLU.
L'associazione sostiene che è sempre più frequente vedere le squadre speciali (unità di armi e tattiche speciali) armate fino ai denti sul territorio degli Stati Uniti, che spesso entrano nelle case di persone innocenti.
7 marzo 2013
“EL COMANDANTE” HA LASCIATO IL PALAZZO
Questo si’ che sarebbe un film: la storia di un uomo del popolo che
sfida ogni avversità per diventare l’Elvis politico dell’America Latina.
Più grande di Elvis, a dire il vero: un presidente che ha vinto 13
elezioni democratiche su 14. Ce lo possiamo anche scordare di vedere un
giorno un film così vincere un Oscar – tanto meno vederlo prodotto ad
Hollywood. A meno che, ovviamente, Oliver Stone convince HBO a produrre
uno special via cavo/DVD.
Di Pepe Escobar
AsiaTimes
Com’è illuminante vedere le reazioni dei vari leader mondiali alla notizia della morte del Comandante Venezuelano Hugo Chavez. il Presidente dell’Uruguay Jose Mujica - un uomo che rinuncia al 90% del proprio salario perchè insiste nel dire che gli basta molto di meno per le proprie necessità - ha voluto ricordare ancora una volta come considerava Chavez “il leader più generoso che io abbia mai incontrato”, mentre lodava “la fortezza della democrazia” di cui Chavez era stato il grande costruttore.
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Di Pepe Escobar
AsiaTimes
Com’è illuminante vedere le reazioni dei vari leader mondiali alla notizia della morte del Comandante Venezuelano Hugo Chavez. il Presidente dell’Uruguay Jose Mujica - un uomo che rinuncia al 90% del proprio salario perchè insiste nel dire che gli basta molto di meno per le proprie necessità - ha voluto ricordare ancora una volta come considerava Chavez “il leader più generoso che io abbia mai incontrato”, mentre lodava “la fortezza della democrazia” di cui Chavez era stato il grande costruttore.
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6 marzo 2013
« Ci sono prove che gli Stati Uniti hanno indotto il cancro in Hugo Chavez »
Ci sono prove concrete che gli Stati Uniti hanno la tecnologia per assassinare il presidente venezuelano Hugo Chavez, così ha detto l'avvocato e scrittrice Eva Golinger.
"Ci sono informazioni che dagli anni '70 tentavano di assassinare, ad esempio, il presidente cubano, Fidel Castro, con radiazioni e altri metodi. Questo non è un segreto, tutto ciò che è stato rivelato da migliaia di documenti declassificati. Possiamo immaginare ora la capacità di queste armi che gli Stati Uniti hposseggono oggi. hanno utilizzato diverse armi biologiche contro i loro avversari ", ha detto la Golinger.
"Ci sono informazioni che dagli anni '70 tentavano di assassinare, ad esempio, il presidente cubano, Fidel Castro, con radiazioni e altri metodi. Questo non è un segreto, tutto ciò che è stato rivelato da migliaia di documenti declassificati. Possiamo immaginare ora la capacità di queste armi che gli Stati Uniti hposseggono oggi. hanno utilizzato diverse armi biologiche contro i loro avversari ", ha detto la Golinger.
5 marzo 2013
« La Grecia deve sospendere unilateralmente il rimborso del suo debito »
Tassos
Tsakiroglou intervista Eric Toussaint
Tuttavia la Grecia è al centro perché rappresenta l’inizio
della nuova fase della crisi, dell’attuazione del memorandum d’intesa del
maggio 2010, ma anche a causa della resistenza del popolo greco.
“In Grecia, la classe dirigente e i governanti stanno
distruggendo la democrazia”, ha dichiarato al quotidiano greco “Ef. Syn” Eric
Toussaint, docente di Scienze Politiche e attivista. Secondo Toussaint, solo un
governo determinato basato sul popolo potrà ottenere una soluzione al problema
del debito. Dal suo punto di vista, SYRIZA non dovrebbe spostarsi verso
posizioni moderate [1].
La Grecia sembra
rimanere al centro della crisi del debito. Lei ha dichiarato che il popolo
greco, essendo nel cuore della crisi, ne è anche l’epicentro della soluzione.
Che cosa intendeva con questa affermazione?
E’ chiaro che tutta l’Europa sta vivendo una profonda crisi.
La classe capitalista e la Commissione europea, che opera per conto suo, hanno
innescato un attacco terribile contro tutti i popoli. La Grecia si trova al
centro di questa crisi ma è anche il centro della resistenza a tutti questi
attacchi. Paesi come l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna ma anche la Romania e
la Bulgaria sono anche essi vittime di tali attacchi.
4 marzo 2013
€URO: UN MORTO CHE CAMMINA!
L'euro è ormai un morto che cammina. Occorre tentare una exit strategy "da sinistra"
Il signor euro aveva più volte rischiato l’infarto. Il dottor Draghi decise allora di metterlo in coma farmacologico. Sulla cura però indugiava, e a intervalli periodici il dilemma amletico gli si ripresentava: lasciarlo dormire o farlo morire? Draghi insisteva per la prima soluzione. Ma ad un tratto il popolo italiano ha improvvisamente optato per la seconda: ormai l’euro è solo uno zombie, un morto che cammina. Volenti o nolenti, prendiamone atto.
Vedrete che nel Direttorio della Bce l’avranno già capito. A Francoforte si accingeranno a modificare la “regola di solvibilità” della politica monetaria: il famigerato ombrello europeo contro la speculazione verrà pian piano chiuso, per poi finire in cantina [1]. La dottrina del falco Jurgen Stark, uscita dalla porta, si appresta dunque a rientrare dalla finestra. Si può star certi che il dottor Draghi dovrà accoglierla con tutti gli onori. Le più fosche previsioni di un appello di 300 economisti, pubblicato nel giugno 2010, si stanno dunque avverando [2]. La pretesa della Bce di proteggere dagli attacchi speculativi solo i paesi devoti alla disciplina dell’austerity, si è rivelata un clamoroso errore, logico e politico. L’Italia, che ha dato i lumi al Rinascimento ma anche al Fascismo, ieri ha sancito che per l’euro non resta che recitare il De Profundis. Nessuno osi affermare che ha fatto da sola: i tecnocrati europei, condizionati dagli interessi prevalenti in Germania, stavano già da tempo preparando il fosso in cui seppellire la moneta unica.
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Il signor euro aveva più volte rischiato l’infarto. Il dottor Draghi decise allora di metterlo in coma farmacologico. Sulla cura però indugiava, e a intervalli periodici il dilemma amletico gli si ripresentava: lasciarlo dormire o farlo morire? Draghi insisteva per la prima soluzione. Ma ad un tratto il popolo italiano ha improvvisamente optato per la seconda: ormai l’euro è solo uno zombie, un morto che cammina. Volenti o nolenti, prendiamone atto.
Vedrete che nel Direttorio della Bce l’avranno già capito. A Francoforte si accingeranno a modificare la “regola di solvibilità” della politica monetaria: il famigerato ombrello europeo contro la speculazione verrà pian piano chiuso, per poi finire in cantina [1]. La dottrina del falco Jurgen Stark, uscita dalla porta, si appresta dunque a rientrare dalla finestra. Si può star certi che il dottor Draghi dovrà accoglierla con tutti gli onori. Le più fosche previsioni di un appello di 300 economisti, pubblicato nel giugno 2010, si stanno dunque avverando [2]. La pretesa della Bce di proteggere dagli attacchi speculativi solo i paesi devoti alla disciplina dell’austerity, si è rivelata un clamoroso errore, logico e politico. L’Italia, che ha dato i lumi al Rinascimento ma anche al Fascismo, ieri ha sancito che per l’euro non resta che recitare il De Profundis. Nessuno osi affermare che ha fatto da sola: i tecnocrati europei, condizionati dagli interessi prevalenti in Germania, stavano già da tempo preparando il fosso in cui seppellire la moneta unica.
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