Da settimane Benjamin Netanyahu chiede agli Stati Uniti e ai loro
alleati di tracciare una “linea rossa” oltre la quale il programma
nucleare iraniano va fermato con ogni mezzo. Alla fine il primo ministro
israeliano l’ha tracciata lui stesso questa linea. Con un pennarello,
davanti alla platea della 67esima Assemblea generale dell’Onu di New
York, sopra un cartoncino con una bomba stilizzata disegnata, con tanto
di miccia scintillante che spunta dalla cima. Ma il rischio è che, a
forza di agitare bombe di carta, la crisi iraniana precipiti rapidamente
verso un vero conflitto. Dietro la messinscena al Palazzo di Vetro, c’è
la convinzione dichiarata da parte di Netanyahu che l’Iran riuscirà a
dotarsi di un ordigno atomico entro l’autunno del 2013, e che quindi
bisogna mettere Teheran davanti a una “credibile linea rossa”. Che
tradotto significa rendere sempre più plausibile, agli occhi degli
iraniani e del mondo, il ricorso a un attacco militare contro la
Repubblica Islamica.
Con l’aiuto del disegno, Netanyahu ha così semplificato il presunto “programma di armamento nucleare” iraniano: “Per arrivare all’atomica l’Iran ha bisogno dell’uranio arricchito e del meccanismo per farla esplodere. Ma mentre questo iniettore può essere costruito nel segreto di una stanza, l’arricchimento dell’uranio ha bisogno di migliaia di centrifughe e grandi impianti che non possono essere facilmente nascosti”.