Nonostante sia sempre occupato in "ben altri problemi", il presidente USA, Barack Obama, ha trovato il tempo di riconfermare ed inasprire le sanzioni economiche contro la Siria, spingendo inoltre l'Unione Europea ad accordarsi ed accodarsi a queste misure, che sono dei veri e propri atti di guerra. Il pretesto attuale per questa nuova ondata di sanzioni è la repressione delle rivolte interne alla Siria, ma in effetti la Siria è sotto sanzioni praticamente da sempre.
Il governo siriano aveva sperato che con l'elezione di Obama si aprisse una possibilità di ritiro delle sanzioni. Al contrario, Obama le ha riconfermate esattamente due anni fa, nel maggio 2009, motivandole con le consuete accuse, peraltro mai provate, di rapporti della Siria con organizzazioni terroristiche. Quindi, se la Siria è povera, non lo si deve soltanto alla malvagia dittatura degli Assad, ma anche ad un'aggressione coloniale degli Stati Uniti. (1)
Da anni la Siria sta cercando di ristabilire normali relazioni diplomatiche ed economiche con gli USA. A questo scopo nel 2007 il governo siriano aveva persino accettato di partecipare alla conferenza di Annapolis sul Medio Oriente, una kermesse diplomatica messa su dall'allora presidente Bush e da Condoleeza Rice al solo scopo di isolare l'Iran.(2)
“Terrorismo” aggiornato: Gli USA hanno “ucciso” Bin Laden affinché “Al Qaeda” continui a vivere.
Washington si è scrollato di dosso un catorcio usato e ormai inutile (Bin Laden) e ha posto le basi strategiche e dottrinali di un riciclaggio e ammodernamento della “guerra contro il terrorismo” su scala globale: “Abbiamo ucciso Bin Laden ma Al-Qaeda continua ad essere viva e si moltiplica molto più pericolosamente di prima”, è il messaggio implicito della Casa Bianca guidata da Obama. In sintesi, gli USA “hanno ucciso” Bin Laden, ma il “terrorismo islamico” sopravive e genera nuove creature (e “minacce terroristiche”) come l’uovo del serpente. Come direbbe George W. Bush: Questo è il piano.
Riassumiamo: Domenica, e con un'impressionante copertura mediatica dal vivo e su scala globale, gli USA “hanno ucciso” Bin Laden, ma hanno avvertito il mondo che Al- Qaeda ed il “terrorismo islamico” continuano a essere attivi e con la sloro capacità di “attacchi terroristici” moltiplicata.
In sintesi, con la “morte” di Bin Laden la “guerra contro il terrorismo” viene riciclata e riattivata mondialmente sulla “paura” moltiplicata degli attentati di Al-Qaeda senza limiti territoriali né continentali.
E’ evidente che sta cominciando a configurarsi un Nuovo Ordine Mondiale. Un cambiamento profondo che non è esente da pericoli. Per America Latina la scommessa è vitale: o integrazione o rimanere sotto il controllo di una superpotenza in declino.
Lo scopodi questadiscussioneèstrutturatoattorno a treidee:
1)- Nei rapporti transnazionali l’economia del mondo capitalista sta vivendo una mutazione, un riordinamento sistemico. Affrontiamo una transizione geopolitica di enormi dimensioni, il suo fondamento è la redistribuzione sostanziale del potere politico a livello mondiale.
2)- L’America Latina e i Caraibi hanno davanti a loro un’opportunità storica, per diventare soggetti e non semplice oggetto in questa transizione. Questa regione è una delle “linee di frattura” del sistema-mondo. Per la prima volta in decenni è un territorio conteso tra le grandi potenze. La commemorazione del bicentenario dell’indipendenza si allaccia al momento attuale con tale questione. E’ una nuova opportunità storica per unire l’emancipazione sociale con l’indipendenza nazionale e la sovranità con l’unità latino americana.
3)- La necessità di un “nuovo regionalismo”, per questo bisogna uscire dal “cosmopolitismo di mercato” e organizzare una nuova unità che permetta un modello di sviluppo sociale, economico e ecologicamente sostenibile. In breve, diventare un attore politico internazionale protagonista che dia voce ai popoli del continente.
Il mondo vuole ancora ignorare questa minaccia quasi inevitabile che pongono il dollaro e la bomba del debito statunitense sulla stabilità globale. Questa crisi, di cui vogliamo minimizzare la gravità, è tuttavia la foresta che l'albero europeo non può più nascondere. Questo è essenzialmente ciò che annuncia Myrette Zaki, direttore della rivista economica svizzera Bilan, nel suo libro "La fine del dollaro".
E' in preparazione un crollo del biglietto verde. E 'inevitabile. Il maggiore rischio globale attuale è una crisi del debito sovrano degli Stati Uniti. La più grande economia del mondo non è che una grande illusione. Per produrre un dollaro di ricchezza, ha bisogno di 6 dollari di debito. Di fronte ai loro 14.000 miliardi di PIL, gli Stati Uniti mostrano più di 50.000 miliardi di debito totale, che costa al governo, alle imprese e alle famiglie 4.000 miliardi di interessi all'anno. E il divario tra debito e PIL si accentua ancora. La situation des déficits américains est intenable. La situazione del deficit statunitense è insostenibile.
Le rivoluzioni arabe e il disastro nucleare di Fukushima hanno deviato l'attenzione dalla crisi degli Stati europei dall'inizio dell'anno. Tuttavia la situazione continua a deteriorarsi.Nonostante le riforme drastiche, il Portogallo è caduto sotto la tutela del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria e del FMI. In Spagna, la situazione economica peggiora ogni giorno di più e la maggior parte degli analisti prevedono che il paese si ritrovi ad affrontare il fallimento al più tardi entro il prossimo autunno.
Nonostante l'aiuto del Fondo Europeo e il FMI concesso nel giugno scorso, la Grecia è ben lungi dal trovare un bilancio in pareggio.Nella raffica di relazioni che hanno scandito gli incontri organizzati dal FMI e il G20 a Washington lo scorso fine settimana (1), uno di questi punta gravemente il dito su Atene. Il documento menziona anche una possibile ristrutturazione del debito greco.Chiaramente, ciò significa che il paese è di nuovo molto vicino al default.Uno scenario da incubo per le banche che detengono obbligazioni della Grecia, in primo luogo Germania e Francia.Sono possibili due soluzioni per evitare il peggio: inasprire le condizioni del piano di aiuto e far contribuire la popolazione greca con nuove misure di austerità, con il rischio di provocare una grave crisi sociale,
E’ un fatto universalmente accettato che, l’inserimento della Cina nell’economia mondiale, avvenuta negli ultimi 30 anni sta influendo nei cangianti cambiamenti che avvengono nelle relazioni economiche internazionali. Allo stesso tempo, suggeriscono che, il paese, entrando nella società globalizzata, con successi evidenti, sta affrontando la sfida di assorbire il patrimonio tecnico-culturale istituzionale mondiale, senza perdere l’ancestrale fisionomia della sua cultura molto particolare. La prima metà del XXI secolo verificherà eloquentemente se si trova di fronte ad una minaccia o a una sfida senza precedenti nella sua millenaria storia.
Tuttavia, sembra utile notare che la vocazione ufficiale della Repubblica Popolare Cinese d’integrarsi pienamente all’economia globale come scopo ultimo della politica di riforma e apertura, ha avuto la sua prima manifestazione nel 1983 quando sollecitò e ottenne lo status di osservatore nell’Accordo Generale di Tariffe e Tasse (GATT). Nel 1984 al paese è stato consentito di intervenire nell’Organismo come osservatore speciale, e assistere alle riunioni del Consiglio e alle sue entità subordinate.
La ricerca del profitto porta i mass media ad interrogarsi più che mai sul tipo d'informazione che il pubblico piacerebbe leggere. Essi partono da una costatazione: meno del 15% di quello che pubblicano i giornali interessa veramente alla maggior parte della gente. Ci sarebbe dunque un problema di offerta, che non corrisponderebbe, o non abbastanza, alla domanda. Si pongono quindi due domande: “quale tipo di informazione dare?” “ E quando farlo esattamente?
Domande vecchie quanto i mass media, alle quali internet potrebbe contribuire a rispondere, per la prima volta, con l’aiuto di alcuni nuovi strumenti. Tra gli altri, Google Trends un servizio che offre la possibilità di “conoscere la frequenza con cui una parola è stata scritta nel motore di ricerca di Google, con la possibilità di conoscere questi dati per regione e lingua” (1). Così è possibile conoscere, in tempo reale, quali sono i temi d’attualità che più interessano gli internauti in un determinato momento.
Partendo da queste informazioni, Google News ha messo a punto un servizio gratuito, aggiuntivo delle informazioni on-line, che presenta, in modo automatico, articoli presi in modo permanente da innumerevoli fonti della rete e, in particolare, dagli altri media. (…)
[Ma] il grande pioniere di una nuova formula di “articoli su richiesta” è il sito statunitense Demand Media (www.demandmedia.com) creato nel 2006. Secondo il suo “Manifesto”, si è posto la “missione” di “soddisfare la domanda mondiale di contenuti di valore commerciale”. Ma non di qualunque contenuto, dato che il suo ambizioso obiettivo è quello di"creare contenutiche risolvono iproblemi, rispondano a domande, facciano risparmiaredenaro,tempoerendanola gentefelice".(2). I media-felicità!
N.D.E. Gentili lettori, lungi dal considerare la Nato uno strumento di pace o un organo che rispetti la sovranità dei paesi membri e non, vi proponiamo questo dettagliato articolo sulle cooperazioni Nato nell'ambito del "nuovo concetto strategico" lanciato alcuni mesi fa. Nell'interpretare queste particolari cooperazioni anche con paesi che non sono membri Nato, è importante saper leggere tra le righe del linguaggio orwelliano in cui la pace è guerra, la libertà è schiavitù e l'ignoranza forza. Solo in questo modo si potrà intravedere ciò che è stato pianificato per il futuro dell'umanità, cioè il saccheggio legale della sovranità degli Stati-nazione, ed è importante una riflessione in un momento come questo in cui sempre più insistentemente si parla di una moneta mondiale e di un esercito mondiale sotto l'egida dell'ONU. La cosa che più dovrebbe far riflettere e discutere è che la Nato, un'organizzazione che oggi non ha più motivo di esistere, si stia rafforzando in modo esponenziale, toccando con i suoi tentacoli ogni angolo del pianeta.
La NATO è un'organizzazione dove la cooperazione militare non si limita agli Stati membri ma è aperta ad un numero di partner che supera quelli dei membri che ne hanno pieno diritto.
Tra questi figurano singoli partner così importanti come la Federazione Russa e l’Ucraina, tra molti altri, e partner regionali come quelli mediterranei e del Consiglio della Cooperazione del Golfo. Per aumentare le opportunità associative, la NATO ha ampliato la sua collaborazione ai cosiddetti paesi di contatto come il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda e altri che non si adattano i modelli precedenti di cooperazione.
Questo documento di lavoro fa il punto delle varie iniziative di cooperazione con terzi della NATO: l’Associazione Euro-Atlantica e i suoi diversi Consigli, l’Associazione per la Pace e le sue diverse modalità, il Dialogo Mediterraneo e l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul, così come quella dei consigli NATO-Russia, NATO-Ucraina e la Commissione NATO-Georgia al fine di aggiornare il Concetto strategico della NATO.
Mentre un sondaggio dell' «Istituto israeliano per la Democrazia», dice che il 70% degli israeliani ritengono che il loro governo non dovrebbe lanciare un'iniziativa di pace, e Benyamin Netanyahu ha deciso di costruire 942 nuove case in un quartiere di insediamenti ebraici a Gerusalemme Est, una cinquantina di personalità israeliane - compreso il figlio di Yitzhak Rabin, un ex capo del Mossad, e due ex capi dello Shin Beth - hanno presentato il 6 Aprile 2011, un'iniziativa di pace. Essa comprende, tra l'altro, la restituzione delle alture del Golan alla Siria ....
Come tutti i popoli colonizzati e derubati, gli arabi delle alture del Golan occupate da Israele - per la maggior parte drusi (1) - resistono.Ma la loro lotta non ha preso la forma di una lotta armata - le condizioni evidentemente non sempre si prestano - e la stampa internazionale non gli danno l'attenzione che merita.Dura da oltre 40 anni, perché nel campo dei media, Damasco non ha l'influenza di cui disposizione Israele in Occidente.
Ringraziamo Silvia Todeschini per la segnalazione di seguito pubblicata.
Il 20 di aprile salperà dal porto di Gasa “Oliva”, una barca con equipaggio internazionale per il monitoraggio dei diritti umani. L'equipaggio del Civil Peace Service, che attualmente è composto da cittadini provenienti da Spagna, Stati Uniti, Italia e Belgio, accompagnerà i pescatori di Gaza in acque palestinesi. Verranno monitorate e documentate le violazione dei diritti umani; i materiali video e i dati saranno raccolti e diffusi.
Vittorio Arrigoni, l'attivista dei diritti umani assassinato, era impegnato nella realizzazione di questo progetto e al termine della conferenza stampa verrà ricordato con una piccola cerimonia. Poichè Vik è stato coinvolto nella scelta del nome della barca e ha espresso il desiderio che non fosse il nome di un individuo, la barca salperà col nome Oliva, da lui appoggiato, ma la missione proseguirà nel suo spirito.
Nel bel mezzo dell’era postmoderna o (post) postmoderna e postundici settembre ancora non riusciamo ad attribuire alle cose il loro nome corretto, perché nell’epoca in cui la barbarie ha indossato abiti eleganti e civili non ci siamo accorti che la guerra non è mai esistita o, per meglio dire, non esiste oggi. Fino ad un tempo non molto lontano gli eserciti si affrontavano in campo aperto, magari con grande spreco di sangue, ma rispettando delle regole non scritte, quasi dettate da una sorta di etica cavalleresca. Naturalmente le vittime civili non sono mai mancate anche in passato, ma la brutalità verso gli innocenti non costituiva, tutto sommato, almeno fino a due secoli fa, il tratto distintivo di una guerra.
Progressivamente e forse soprattutto per il degrado culturale delle masse e per il pragmatico cinismo di capi di stato e governanti, la guerra è mutata in puro e semplice terrorismo, omicidio di massa e barbarie generalizzata.
Le cosiddette “guerre” odierne non contemplano più l’aspro e violento confronto fra divisioni corazzate, ma spesso si impongono all’attenzione come sanguinarie e fratricide guerre civili con il coinvolgimento di potenze e forze esterne per basse ragioni di bottega o finalità geopolitiche e strategico militari.
Luis Posada Carriles, ex dipendente della CIA, veterano della fallita invasione a Cuba, supporto operativo dei Contras in Nicaragua e accusato di essere la mente dei peggiori attentati terroristici avvenuti in America, è stato assolto oggi in un tribunale di El Paso, Texas, ma solo per accuse relative all'aver mentito alle autorità d'immigrazione e non per la lunga storia che lo vede ricercato dalla giustizia del Venezuela e di altri paesi.
Dopo un processo durato 13 settimane, e solo tre ore dopo l'inizio della discussione, la giuria ha raggiunto il verdetto unanime di non colpevolezza su ciascuno degli 11 capi d’accusa per spergiuro, ostruzione della giustizia e frode migratoria.
Il verdetto segna la fine di un processo fiscale del governo degli Stati Uniti contro Posada Carriles, cominciato quattro anni fa, quando questi fu accusato di essere entrato illegalmente negli Stati Uniti; ora sembra che potrà continuare a vivere in pace a Miami, dove è considerato un eroe. Alla fine del processo ha lasciato il palazzo di giustizia come un uomo libero.
17 anni fa, il 7 Aprile, in Ruanda veniva perpetrato il genocidio di quasi un milione di Tutsi. Questo genocidio non sarebbe stato possibile senza l’atteggiamento passivo della comunità internazionale, ma soprattutto senza l'aiuto di una ristretta cerchia di militari francesi e leader politici dell'epoca. Mentre in Francia sono state avviate indagini giudiziarie contro i soldati francesi che hanno prestato servizio in Ruanda e contro i sospettati di genocidio che risiedono sul nostro territorio, è chiaro che nessun processo è ancora stato aperto. L'associazione Survie e il CPCR rinnovano il loro appello, affinché sia fatta piena luce sul ruolo francese nel genocidio e cessi il regno d’impunità sul territorio francese.
Dal 1993, prima ancora che il genocidio fosse commesso, l'associazione Survie ha messo in guardia contro i rischi di massacri e denunciato il sostegno delle autorità francesi al regime etnocentrico del generale Habyarimana. Da allora, l’azione di molti lavori ricercatori, ONG, giornalisti o semplici cittadini, ha rivelato l'entità del sostegno francese prima, durante e dopo il genocidio. Secondo l'associazione Survie, tale sostegno costituisce una complicità nel genocidio nella misura in cui il sostegno umano, militare e finanziario dato agli assassini, ha contribuito alla perpetrazione di questo crimine imprescrittibile.
Palpitante alla fine del 2010 e ormai in ebollizione dal 2011, il mondo musulmano conosce dei cambiamenti che hanno preso di sorpresa le diplomazie di tutti i continenti. Manifestazioni di massa scuotono le strutture politiche ereditate dalla Seconda Guerra mondiale o dalla decolonizzazione. In un contesto di povertà diffusa e di corruzione generalizzata, le folle sunnite e sciite esigono cambiamenti radicali. Democrazia, elezioni libere, una maggiore libertà dei media ed altri elementi propri allo sviluppo dell’uomo devono ormai disciplinare le strutture politiche musulmane. Tali rivendicazioni non possono che soddisfare i leaders e le opinioni pubbliche delle nazioni europee e americane.
Tuttavia, questa rappresentazione idilliaca deve essere vista in termini di realtà politica. In effetti, la “commedia umana”, cara ai romanzi di Honoré de Balzac, ci insegna che i grandi avvenimenti sono sempre il frutto di azioni di un’élite. Le masse sono sempre state utilizzate come uno strumento in favore di una politica ben definita. “Agitare il popolo prima di servirsene”, come amava ricordare il diplomatico Charles-Maurice de Talleyrand, che di queste cose se ne intendeva.
L’ho conosciuto e l’ho abbracciato, dopo aver visto i suoi filmati di Gaza una sera a Ferrara. In quelle immagini, lui e altri ragazzi dell’International Solidarity Movement ponevano i loro corpi come scudo a protezione di contadini palestinesi alla fame che tentavano di raccogliere cicoria, mentre i militari israeliani sparavano ad altezza d’uomo su quei poveracci per impedirgli persino di sfamarsi. In quelle immagini Vik Arrigoni era un eroe, e questo io so di lui.
Le notizie sono che Vik è morto per mano di assassini islamici. E di certo ci sarà il fuoco incrociato delle insinuazioni e delle accuse, dei complottismi… “è stato il Mossad… il ragazzo era coinvolto in questo e quello… sporchi giochi dietro la sua fine…” Può essere, tutto può essere, ma la realtà è che milioni di persone non andranno oltre i titoli sui giornali di oggi, e soprattutto oltre il titolo del loro giornale interno, ed esso recita: “Quel poveraccio lottava per loro e loro l’hanno ammazzato come un cane. Sono dei barbari sti islamici, altro che… In Israele non sarebbe mai successo”. Dalla prospettiva del bar, del negozio, dell’autobus, dell’ufficio e dell’ipermercato c’è - e ci sarà - solo questo.
VITTORIO ARRIGONI UCCISO PRIMA DI UN BLITZ DI HAMAS
GAZA - Il corpo senza vita di Vittorio Arrigoni, il volontario italiano rapito da una cellula a Gaza, è stato trovato in una casa abbandonata nella striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia Reuters. Arrigoni era stato sequestrato giovedì mattina a Gaza city da un gruppo salafita ultra-estremista ispirato alle parole d'ordine di Al Qaeda. I sequestratori avevano poi diramato un video del volontario italiano, in cui minacciavano di ucciderlo entro le 17 di oggi ora locale (le 16 in Italia) se non fossero stati rilasciati detenuti integralisti e il capo del gruppo, arrestato il mese scorso da Hamas. Le fonti della sicurezza di Hamas hanno aggiunto che due uomini sono stati arrestati e che un numero imprecisato di altri sono ricercati.
Giuseppe Cosco nacque a Catanzaro nel 1950. Ricercatore, criminologo, grafologo, occultista, cittadino impegnato nel sociale, è stato uno dei più prolifici ed appassionati truth-seeker italiani della 'vecchia guardia.' Prestò consulenza presso la procura della Repubblica di Catanzaro e diresse le sezioni locali dello IIP (Istituto Indagini Psicologiche) e della SIPS (Società Internazionale della Psicologia della Scrittura). Collaborò inoltre con numerose riviste specializzate nel campo del paranormale.
Come si conviene a qualsiasi occultista, il suo lavoro fu oggetto di critiche a causa dello scetticismo sollevato dai suoi studi in tema di cospirazionismo, satanismo, società segrete e fenomeni misteriosi. La sua opera di ricerca e denuncia proseguì fino al 2002, quando a soli 52 anni fu improvvisamente stroncato da un 'malore' fulminante.
Proponiamo di seguito un estratto da una interessante intervista, a tratti profetica, che Cosco rilasciò nell'anno 2000 alla rivista Terzo Millennio.
L'altro ieri ero a casa di un'amica ad AbuSan, e quando mi sono svegliata mi ha spiegato che le forze di occupazione sioniste avevano ammazzato 2 ragazzi all'ingresso del villaggio di Khuza'a. Giusto dove arriva la strada principale per entrare nel villaggio.
Verso mezzogiorno ero ancora a casa, perchè era Venerdì, ed il venerdì qui non si va a visitare nessuno. Si sono sentiti colpi di artiglieria israeliani dal confine. Mi hanno spiegato che venivano dal villaggio vicino, Farahin, e non erano carri armati perchè i carri armati non lanciano sufficientemente lontano, erano altri tipi di missili, fatti per arrivare più distante. Quattro boom in meno di 5 minuti. Era un momento in cui dovevo uscire per restituire una macchina fotografica ad un'altra attivista dell'ISM, e dopo poco sono uscita comunque. Per strada c'erano solo ambulanze, una gran folla di uomini era radunata davanti alla moschea.
Articolo di Daily Bellche commenta l'accordo sulla governance economica europea del 15 marzo, ma anche il metodo subdolo dei piccoli passi con il quale l'eurocrazia estorce la sovranità nazionale senza chiedere permesso.
L'UE inaugura una 'rivoluzione silenziosa' assumendo il controllo delle politiche economiche nazionali ... Il nuovo quadro configura un intervento senza precedenti sui bilanci nazionali e sulle decisioni economiche ... Dopo mesi di trattative spesso dure, i Ministri delle Finanze europei hanno finalmente dato il via libera ad una radicale svolta verso un monitoraggio centralizzato dei processi di bilancio nazionali e, ancora di più, di tutte le politiche economiche - sia dei paesi che utilizzano la moneta unica che di quelli che non la usano. - EU Observer
L'altro giorno la UE si è impadronita dell'Europa. Avete letto qualcosa in proposito? Forse sapete che l'ex presentatore tv Charlie Sheen trasmette ora da Radio City Music Hall e che Lady Gaga ha fatto un nuovo single sulla tolleranza di genere. Oh, sì, tra l'altro, l'UE ha appena realizzato la più grande presa di potere legislativo nella storia dell'umanità.
Alvertice della piramideemettono segnalielettronicidall'occhio che tutto vede, questeaziendesostengono unimpero mediaticochefissanosulla psichedelpianeta,una realtàinequivocabile.Sebbene alcune persone potrebbero obiettare che gli occhi sono la porta dell’anima, è evidente che se non altro gli occhi sono la porta della mente, connessi ad una rete neuronale attraverso impulsi luminosi.“Chi controlla gli schermi, programma la tua mente”, diceva Tim Leary parafrasando Marshall Mcluhan.
Sembra che negli USA siano 6 le compagnie che controllano lo schermo, e appena poche altre nel mondo. Nella maggior parte dei paesi vediamo che i mass media sono formati da oligopoli che si proteggono con progetti indipendenti che vogliono dividere la torta. Se a questo aggiungiamo che in gran parte del mondo si vedono abbondantemente le produzioni realizzate dai media statunitensi, ci rendiamo conto che viviamo nell'omologazione del messaggio comunicativo. La diversità e la multi-opzione sono generalmente un’illusione. Questoci faricordareladefinizionediinfernodiJeanBaudrillard, la perdita della diversità, l’inferno è “la ripetizione dello stesso”.