22 aprile 2011

Le iniziative di Cooperazione della NATO di fronte al nuovo concetto strategico

N.D.E. Gentili lettori, lungi dal considerare la Nato uno strumento di pace o un organo che rispetti la sovranità dei paesi membri e non, vi proponiamo questo dettagliato articolo sulle cooperazioni Nato nell'ambito del "nuovo concetto strategico" lanciato alcuni mesi fa. Nell'interpretare queste particolari cooperazioni anche con paesi che non sono membri Nato, è importante saper leggere tra le righe del linguaggio orwelliano in cui la pace è guerra, la libertà è schiavitù e l'ignoranza forza. Solo in questo modo si potrà intravedere ciò che è stato pianificato per il futuro dell'umanità, cioè il saccheggio legale della sovranità degli Stati-nazione, ed è importante una riflessione in un momento come questo in cui sempre più insistentemente si parla di una moneta mondiale e di un esercito mondiale sotto l'egida dell'ONU. La cosa che più dovrebbe far riflettere e discutere è che la Nato, un'organizzazione che oggi non ha più motivo di esistere, si stia rafforzando in modo esponenziale, toccando con i suoi tentacoli ogni angolo del pianeta.
La NATO è un'organizzazione dove la cooperazione militare non si limita agli Stati membri ma è aperta ad un numero di partner che supera quelli dei membri che ne hanno pieno diritto.
Tra questi figurano singoli partner così importanti come la Federazione Russa e l’Ucraina, tra molti altri, e partner regionali come quelli mediterranei e del Consiglio della Cooperazione del Golfo. Per aumentare le opportunità associative, la NATO ha ampliato la sua collaborazione ai cosiddetti paesi di contatto come il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda e altri che non si adattano i modelli precedenti di cooperazione.

Questo documento di lavoro fa il punto delle varie iniziative di cooperazione con terzi della NATO: l’Associazione Euro-Atlantica e i suoi diversi Consigli, l’Associazione per la Pace e le sue diverse modalità, il Dialogo Mediterraneo e l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul, così come quella dei consigli NATO-Russia, NATO-Ucraina e la Commissione NATO-Georgia al fine di aggiornare il Concetto strategico della NATO. Man mano che i problemi e spazi geografici della sicurezza si globalizza, l’esperienza di tutti questi processi di cooperazione internazionale rappresentano una risorsa per l’Alleanza, i cui insegnamenti dovrebbero trovare riscontro nella formulazione del nuovo Concetto strategico.


Introduzione
1-Iniziative di cooperazione al momento opportuno
2-La cooperazione multilaterale
3-L’Associazione per la Pace
4-Il Dialogo Mediterraneo e l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul
5-Le relazioni NATO-Russia, difficili ma necessarie
6-Le relazioni dell’Alleanza con l’Ucraina
7-Georgia, un caso molto speciale
8-Altre forme di cooperazione con terzi
9-Conclusioni generali
Allegato: paesi partecipanti nell’Associazione per la Pace.

Introduzione
La NATO ha sviluppato dall’inizio degli anni 90 del secolo scorso una serie d’iniziative di cooperazione che hanno avuto un ruolo molto importante nel mantenimento della pace e della stabilità nell'area euro-atlantica. La più conosciuta di queste iniziative è l’Associazione per la Pace, ma esistono altre tra le quali si può citare il Dialogo Mediterraneo e l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul. Questo documento di Lavoro mira a esporre la nascita, lo sviluppo e il funzionamento di queste iniziative di cooperazione.
Il Rapporto sui “futuri compiti dell’Alleanza” è uno dei documenti più importanti scritti sulla politica alleata durante la Guerra Fredda. La dottrina di Harmel (1) era a favore di una difesa forte combinata con buone relazioni diplomatiche coi paesi del Patto di Varsavia ed ha aiutato a preparare la strada per la détente Est-Ovest dall’inizio degli anni 70 (2). Venti anni dopo la sua approvazione si è veramente presentata l’occasione di raggiungere un ordine pacifico, giusto e duraturo in Europa con l’inaspettato crollo dei regimi politici dei paesi del Patto di Varsavia, la dissoluzione del Patto, la caduta del muro di Berlino e lo smembramento dell’Unione Sovietica, che in pochi mesi hanno cambiato la mappa politica dell’Europa.

L’Alleanza Atlantica non poteva rimanere passiva di fronte ad una situazione nuova che cambiava gli equilibri geostrategici della Guerra Fredda. In linea generale con il Rapporto Harmel, la NATO ha dato una risposta costruttiva attraverso le iniziative di cooperazione che nacquero all’inizio degli anni 90. Queste iniziative hanno avuto un ruolo fondamentale nella stabilità e lo sviluppo democratico dei paesi del centro ed est Europa che, dopo molti anni di oppressione, avevano recuperato la loro libertà. Il primo approccio formale per la cooperazione multilaterale con questi paesi è stato attraverso il Consiglio di Cooperazione del Nord Atlantico, creato nel 1991. Per permettere una relazione bilaterale con esso nel 1994 nacque l’Associazione per la Pace. Le relazioni speciali, l’Alleanza con la Russia, Ucraina e più recentemente con la Georgia, sono sorte per rispondere alle richieste concrete o situazioni specifiche. Per i paesi della riviera sud del Mediterraneo nel dicembre del 1994 fu creato il Dialogo Mediterraneo. L’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul è nata in quella città durante il summit del 2004 per estendere la cooperazione ai paesi di un Medio Oriente ampliato che include i Paesi del Golfo. Negli ultimi anni sono state sviluppate altre relazioni cooperative con diversi paesi non partecipanti nelle iniziative tradizionali.

Iniziative di cooperazione nel momento opportuno.

L’alleanza ha seguito con particolare interesse l’evoluzione democratica dei vecchi nemici e la cooperazione si è andata profilando attraverso numerose riunioni, dichiarazioni successive e altri documenti fino ad arrivare alla prima e storica riunione annuale del Consiglio di Cooperazione dell’Atlantico Nord del 20 dicembre 1991. A questa presero parte gli allora 16 paesi membri dell’Alleanza e nove nazioni dell’Europa Centrale e Orientale. Nel 1997 il Consiglio dell’Associazione Euro-Atlantica ha sostituito il precedente consiglio nel monitoraggio delle attività bilaterali, sempre più numerose, che si realizzavano tra l’Associazione per la Pace.
In relazione ai paesi mediterranei, la cui sicurezza e stabilità è intimamente legata alla sicurezza alleata secondo quanto riconosciuto nella Dichiarazione del citato Summit di Bruxelles, la riunione ministeriale del Consiglio Atlantico del Nord dell’1 dicembre 1994 ha offerto di stabilire contatti, caso per caso, con i paesi mediterranei non alleati per contribuire al “rafforzamento della stabilità regionale”. Era nato il Dialogo Mediterraneo, che nei suoi primi giorni era solo un forum per il dialogo ma che è andato, lentamente, avvicinandosi al modello dell’Associazione per la Pace. Più tardi ha stabilito un rapporto speciale con la Russia (Summit NATO-Russia a Parigi nel maggio 1997) presto rafforzato con la creazione del Consiglio NATO-Russia (Summit NATO-Russia a Roma a luglio 2002) dove gli alleati e la Russia partecipano come partner allo stesso livello per discutere affari di reciproco interesse.  Con l’Ucraina è stato seguito lo stesso modello di relazione (Summit Madrid a luglio 1997). Tuttavia con la Georgia è stata stabilita a settembre del 2008 la Commissione NATO-Georgia per fungere da forum di consultazione politica e di cooperazione pratica per aiutare la Georgia a raggiungere il suo obiettivo di essere membro della NATO. Nel Comunicato pubblicato dopo il summit di Bucarest il 3 aprile del 2008 si riconoscono le variegate e crescenti relazioni dell’Alleanza con i diversi paesi di tutto il globo. Queste relazioni al di fuori del quadro delle diverse iniziative di cooperazione sono un’ulteriore prova dell’attenzione con cui da molti paesi si segue la traiettoria dell’Alleanza e il suo contributo alla pace e stabilità nel mondo. (3)

La cooperazione multilaterale

La Dichiarazione dei capi di Stato e di Governo riuniti il 30 maggio a Bruxelles per il 40° anniversario dell’Alleanza, già raccoglieva la volontà alleata di stabilire “un nuovo quadro di relazioni tra i paesi dell’Est e dell’Ovest”. La Dichiarazione di Londra, pubblicata dopo il Summit tenutosi in questa città il 6 luglio 1990, approfondiva questa idea e nel punto 6 proponeva ai membri del Patto di Varsavia e della NATO una dichiarazione congiunta e proclamava che non erano più avversari. Un anno dopo, il documento intitolato “Associazione con i paesi dell’Europa Centrale e Orientale”, approvato dopo la riunione ministeriale del Consiglio Atlantico a Copenaghen il 7 giugno 1991, è pieno d’idee per rafforzare le relazioni con quei paesi e in esso si menziona “l'impegno per un’associazione della sicurezza” che si svilupperebbe attraverso una serie d’iniziative diverse. Successivamente, il Concetto Strategico concordato al Summit di Londra l’8 novembre 1991 ha osservato che una delle funzioni fondamentali dell’Alleanza era di fornire un ambiente di sicurezza stabile in Europa, che definì un approccio globale alla sicurezza” nel quale è inclusa la cooperazione e il dialogo insieme alla protezione della pace in una nuova Europa, la difesa collettiva e il controllo delle crisi. 

Il Consiglio di Cooperazione del Nord Atlantico ha lavorato regolarmente per quasi sei anni dopo la sua prima riunione nel 1991 ed è servito come forum di dialogo politico per facilitare il suo avvicinamento ai paesi che cercavano disperatamente un ravvicinamento ai paesi dell’Europa Occidentale e un quadro stabile per la sicurezza per mantenere la loro nuova libertà. Successivamente, il Consiglio è diventato Consiglio del partenariato euro-atlantico(EAPC) nella riunione che si è tenuta a Sintra, in Portogallo, il 30 maggio 1997, dove è stato approvato il Documento di Base del nuovo forum. Questo rispondeva al bisogno di dare attenzione alle relazioni sempre più avanzate e complesse con i paesi partner nel contesto del programma dell' Associazione per la Pace e l’operazione di mantenimento della pace in Bosnia Erzegovina, dove, dal 1996, aveva dispiegato le forze di 14 paesi partner insieme ai continenti alleati. L'EAPC è un organo multilaterale che supervisiona lo sviluppo del dialogo, la cooperazione e le consultazioni tra la NATO e i loro partner dell’APP con paesi non membri in modo strutturato, e inoltre rende possibile la cooperazione e le consultazioni tra ognuno dei suoi membri e l’Alleanza per lo sviluppo dei programmi bilaterali. Attualmente è formato da 28 paesi membri e 22 partner, che per lo più hanno stabilito missioni diplomatiche presso la sede della NATO a Bruxelles, cosa che facilita la comunicazione e le consultazioni regolari sempre che siano necessarie.

Gli ambasciatori dei paesi appartenenti all' EAPC si riuniscono abitualmente una volta al mese, mentre i ministri della difesa e Affari Esteri, così come i capi di Stato Maggiore della Difesa lo fanno annualmente e, occasionalmente, si celebrano summit di capi di Stato e di Governo. Dal 2005 hanno luogo riunioni di alto livello nel cosiddetto Forum della Sicurezza dell' EAPC nel quale si discutono importanti questioni relative alla sicurezza e si studia come i membri dell’Alleanza e i partner possono affrontarli congiuntamente. I paesi dell’EAPC si scambiano idee nelle loro riunioni su questioni tali come il controllo delle armi, terrorismo, operazioni di pace ed economia della difesa. Nelle loro agende includono anche la protezione dell' ambiente e la pianificazione civile in caso di emergenze. Il Centro di Coordinamento Euro Atlantico per le Risposte ai Disastri serve da punto focale per il coordinamento degli sforzi per gli aiuti ai paesi appartenenti all'EAPC in caso di emergenza e catastrofi naturali. Il Centro ha coordinato l’aiuto in più di 30 operazioni in tutto il mondo da quando è stato inaugurato a giugno del 1998.

Un altro aspetto molto importante dell' EAPC è il Piano del Lavoro del Partenariato Euro-Atlantica che serve come un ventaglio di attività che possono sviluppare i soci dell’Associazione per la Pace e offre più di 30 aree di dialogo e di cooperazione pratica. Le attività incluse nel Piano di Lavoro sono molto varie e includono, tra le altre, la pianificazione della difesa, le relazioni civili-militari, l'istruzione e formazione per la difesa aerea, i sistemi di comunicazione e informazione, il controllo delle crisi e la pianificazione nelle emergenze civili. I paesi soci scelgono le attività individuali basandosi sulle loro ambizioni all'interno dell’Associazione per la Pace e sulle loro abilità, includendole in un Documento di Presentazione che serve come riferimento per il Programma di partenariato individuale che sono concordate e sviluppate tra ciascun partner e la NATO. Questi programmi sono biennali e sono preparati selezionando alcune delle molte attività che figurano nel Piano del Lavoro.

L’Associazione per la Pace

L’Associazione per la Pace (APP) è un'importante iniziativa introdotta dalla NATO nel summit di Bruxelles del 10 gennaio 1994. I capi di Stato e di Governo riuniti hanno invitato i loro soci del NACC e i membri della Conferenza della Sicurezza e della Cooperazione in Europa a partecipare all’APP aggiungendo una nuova dimensione bilaterale ai rapporti tra la NATO e i suoi partner che permette di sviluppare una relazione individualizzata scegliendo le proprie priorità di cooperazione. L’Associazione trascende l’ambito del dialogo e la cooperazione per stabilire una vera associazione basata sull'impegno con i principi democratici e il suo scopo è di aumentare la stabilità, diminuire le minacce alla pace e sviluppare relazioni di sicurezza tra ognuno dei paesi soci e la NATO, così come tra i soci.

Come abbiamo indicato, l'EAPC è il forum multimediale che fornisce il quadro politico generico per i programmi bilaterali dell’APP dove si promuove la cooperazione pratica, che è possibile perché tutti i soci dell’APP sono anche soci dell’EAPC. L’APP conta su due documenti iniziali: il Documento di Invito e il Documento Quadro che tutti i paesi invitati devono firmare per diventare soci. Il Documento Quadro costituisce la base formale e segnala le azioni specifiche che ogni socio deve adottare. Per assicurare una comunicazione fluida tra gli elementi operativi dell’APP, è stata creata nel summit del 1994: La Cellula di Coordinamento sotto la supervisione dell’allora Comando Supremo Alleato in Europa, adesso Comando delle Operazioni situato a Mons, Belgio. (4) Ufficiali dei paesi membri e soci lavorano insieme da allora in quella Cellula per assicurare che l’esecuzione dei piani e dei programmi di carattere militare dell’APP siano fatti adeguatamente. Visto il crescente coinvolgimento dei paesi partner e di altri paesi non membri della NATO nelle operazioni realizzate dall'Alleanza, è stato stabilito in ottobre 1995 un centro di coordinamento Internazionale sempre a Mons.

Questo centro fornisce informazioni a livello locale per la pianificazione dei paesi non NATO che contribuiscono con forze in queste operazioni. La partecipazione individuale di diverse nazioni nelle operazioni è soggetta ad accordi finanziari e tecnici, che sono preparati da ogni paese e la NATO una volta che il contributo proposto è stato valutato e approvato dagli esperti dell’Alleanza. I paesi non alleati che contribuiscono con forze nelle operazioni, sono responsabili per il dispiegamento dei loro contingenti e anche per fornire loro l’appoggio adeguato affinché possano svolgere i loro compiti in modo efficace. In alcuni casi quest’appoggio è fornito, attraverso accordi bilaterali, da un paese membro della NATO.
L’APP ha saputo adattarsi ai bisogni dei partner e alla situazione strategica in ogni momento cosa per la quale ha perfezionato il quadro d’azione e gli strumenti dell’Associazione d’accordo con il progresso delle relazioni con i soci e l’evoluzione dei loro bisogni. Seguendo questa politica, nel 1995 è stato lanciato il Processo di Pianificazione e Revisione che si offre ai soci con carattere ottativo ed è disegnato per identificare e valutare le forze e le capacità militari. Questo Processo ha facilitato la partecipazione dei soci nelle operazioni guidate dall’Alleanza nella vecchia Iugoslavia e ancora continua a facilitare il suo contributo alla Forza Internazionale dell’Assistenza in Afghanistan (ISAF). Tuttavia, molti soci volevano una collaborazione più stretta nel campo militare e un ruolo più operativo dell’Associazione, e quindi si era deciso migliorare sostanzialmente l’APP e sviluppare legami cooperativi ancora più stretti con i soci durante la riunione ministeriale del Consiglio dell'Atlantico del Nord del 29 maggio 1997 a Sintra, Portogallo. In quella riunione i ministri degli Affari Esteri hanno proposto il lancio dell’EAPC. Poco dopo, nella Dichiarazione sulla Sicurezza e Cooperazione Euro-Atlantica emessa dopo il summit a Madri dell’8 e 9 luglio del 1997, approvarono le decisioni prese a Sintra per migliorare l’APP.

Tra queste migliorie si sono rafforzate le consultazioni politiche ed è stato concesso ai soci un ruolo più rilevante nelle decisioni e nella pianificazione nel quadro dell’Associazione, rendendo questa più operativa. Per questo sono state stabilite delle cellule dello Stato Maggiore dell’APP a diversi livelli della struttura militare dell’Alleanza. Dall’altra parte, è stato migliorato il Processo di Revisione e Pianificazione citato per renderlo più simile al sistema della Pianificazione della Difesa della NATO. Nel summit a Madrid è stato rivolto un invito ai soci ad approfittare delle nuove possibilità che venivano offerte ed è stato mostrato loro il bisogno di stabilire un’adeguata rappresentazione civile e militare nel Quartiere Generale di Bruxelles. Seguendo il suggerimento, pochi mesi dopo la quasi totalità dei soci avrà la sua rappresentazione di fronte alla NATO.
Nel summit di Washington del 24-25 aprile del 1999 sono state approvate una serie di documenti rilevanti per aumentare ancora di più la collaborazione operativa dell’APP. (5) E' stato adottato il concetto di un’Associazione Migliorata e più Operativa che si poggia su tre elementi:
  • 1-Il Quadro Politico Militare per operazioni dell’APP capeggiate dalla NATO
  • 2-Un processo della Revisione e Pianificazione amplificato e adattato.
  • 3-Una cooperazione militare e difensiva di carattere pratico migliorata che copra tutto lo spettro della cooperazione nell’APP.
Strettamente legata a questo terzo elemento è la capacità operativa del Consiglio delle Capacità Operative per operazioni dell’APP guidate dall’Alleanza, che è orientato a migliorare l’efficacia militare delle forze multinazionali. L’obiettivo è di rafforzare la cooperazione militare per aiutare i soci a sviluppare forze che siano capaci di operare con quelle dei membri della NATO in future operazioni di risposta alle crisi. Da parte sua, il Programma per il miglioramento dell'istruzione e della formazione mira a rafforzare la capacità operativa dei membri attraverso la formazione e la preparazione delle truppe, in generale, e dei parametri di comando in particolare. Per completare la lista delle iniziative sorte a Washington è necessario menzionare la cosiddetta Iniziativa del Sud- Est dell’Europa, che mira a ottenere l'integrazione politica ed economica dei paesi di quella regione d'Europa. 

Il Summit a Washington del 1999 ha riaffermato l’importanza dell’APP nella vita dell’Alleanza. I documenti approvati sono solo alcune delle attenzioni dedicate nel Summit ai temi relazionati con le iniziative di cooperazione. Dall’altra parte, il riconoscimento nel Concetto Strategico del 1999 delle iniziative di cooperazione come uno dei compiti fondamentali della sicurezza dell’Alleanza ha costituito il sostegno definitivo all’APP. (6) Le iniziative di cooperazione sono state così riconosciute come parte essenziale della vita della NATO e non come una risposta temporale a una situazione congiunturale. Dal 1999 non si può capire l’Alleanza Atlantica senza conoscere le iniziative di cooperazione e la loro dinamica, una realtà di cui si dovrà tenere conto per l’elaborazione del nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza.
Nel settembre 2000 è nato un altro meccanismo molto importante nel quadro del chiamato Trust Fund dell’APP che è stato creato per aiutare i soci a distruggere le loro mine antiuomo ma che dopo fu esteso alla distruzione di armi e munizioni di piccolo calibro. Più recentemente, il raggio d’azione del Trust Fund si è ingrandito ulteriormente e i suoi fondi adesso si possono applicare per sostenere gli sforzi dei paesi soci per la riforma del settore della difesa. Tra questi sforzi ci sono quelli volti a formare il personale in nuove professioni nel settore e la conversione delle basi militari. Nei suoi 10 anni di vita i Trust Fund dell’APP hanno finanziato 16 progetti nei paesi soci dei Balcani, nel sud del Caucaso e in Asia Centrale. Solitamente ogni Trust Fund è diretto da un paese e finanziato da contributi volontari di paesi membri e soci. Questi progetti si realizzano in stretta collaborazione con organizzazioni importanti, in ogni caso. Uno dei progetti più ambiziosi fino ad ora avrà una durata di 12 anni e si sta realizzando in Ucraina per distruggere 1.5000.000 armi di piccolo calibro e leggere, essendo per il suo volume la maggior distruzione di questo tipo nel mondo.
L’APP è uscita rafforzata dal Summit di Washington e si è trasformata in un compito fondamentale per la sicurezza dell’Alleanza. Due anni dopo, quando gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 commossero il mondo e particolarmente la NATO, l'EAPC tenne una riunione poche ore dopo per condannarli e nei mesi successivi preparò il “Piano di Azione dell’APP contro il terrorismo” adottato dal Summit di Praga i giorni 21-22 novembre 2002. (7) Il Piano fornisce il quadro per la cooperazione NATO-soci nella lotta contro il terrorismo, definendo il ruolo dei soci, gli strumenti per questa lotta e la gestione delle conseguenze. Inoltre, Praga è stato presentato il Piano d'azione di partenariato individuale, un nuovo meccanismo di autoregolamentazione a carattere bilaterale che ha come obiettivo quello di sostenere i piani della riforma militare dei soci. Questi piani d'azione sono sviluppati nell'arco di due anni utilizzando tutti i meccanismi di cooperazione esistenti, tra cui il rafforzamento del dialogo politico sulle questioni riguardanti gli sforzi della riforma.(8)
Il summit a Istanbul del 28 e 29 giugno del 2004 è stato segnato dai dissensi alleati per il conflitto in Iraq, ma nonostante questo fu lanciata l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul e furono prese decisioni per rinnovare e rafforzare l’APP. (9) Il Piano d’Azione dell’Associazione per la Creazione di Istituzioni della Difesa, presentato a Istanbul, ha come obiettivo quello rafforzare gli sforzi dei soci per creare e sviluppare istituzioni democratiche ed efficaci nel campo della Difesa. Istituzioni capaci di rispondere ai bisogni di ogni paese e ai loro impegni internazionali.
A Istanbul si è deciso di prestare anche particolare attenzione a due regioni strategicamente importanti, il Caucaso e l’Asia Centrale, con la nomina di un rappresentante del segretario e di un ufficiale di collegamento per ciascuna delle due regioni. Il suo ruolo è di sostenere e consigliare l'attuazione degli aspetti rilevanti per ogni paese dei Piani d’Azione dell’APP, così come l'attuazione dei Piani d’Azione per la Costruzione di Istituzioni della Difesa e contro il Terrorismo. Gli ufficiali del collegamento aiuteranno anche perché si faccia un uso adeguato di altri meccanismi APP, in particolare il Processo di Pianificazione e Revisione.
Dalla nascita dell’APP, sia i paesi membri della NATO come i soci hanno mostrato il loro interesse per raggiungere la massima completa operatività tra le loro forze militari. Per ottenerla, uno degli obiettivi centrali dell’APP è di sviluppare le forze armate dei soci in modo che siano capaci di lavorare con le forze della NATO nelle attività di mantenimento della pace. I programmi bilaterali e le manovre militari aiutano i paesi soci a ottenere quelle capacità. Seguendo questi passi, le forze armate dei soci si stanno adattando ai procedimenti operativi alleati e stanno adottando sistemi di armi compatibili con quelli della NATO, approfittando di meccanismi come quelli del Concetto di Capacità Operative e il Programma per Migliorare dell’Istruzione e Formazione.

Per far avanzare l'interoperabilità era necessario che i soci stabilissero istituzioni della difesa basate sugli stessi principi democratici e di supremazia del potere civile che sono essenziali per i paesi dell’Alleanza. Sostenendo quest’obiettivo, e per aiutare i soci interessati a soddisfare gli obiettivi fissati nei loro Piani di Azione dell’APP per la Costruzione delle Istituzioni della Difesa, è stato presentato nel 2005, una nuova iniziativa chiamata Istruzione e Formazione per la Riforma della Difesa. Anche se i centri d’istruzione e di formazione della NATO sono stati aperti a tutti i soci dal 1994, (10) per sostenere i soci è stata creata una rete specifica di centri di allenamenti APP in paesi soci e alleati- tutti appartenenti all’EAPC: Austria, Slovacchia, Slovenia, USA, Grecia, Romania, Svezia, Svizzera, Turchia e Ucraina.
Il Consorzio delle Accademie della Difesa e Istituti di Studi sulla Sicurezza dell’APP è un’altra iniziativa relazionata all’Associazione nata a Washington e che è diretta da Garmisch, Germania. Il Consorzio mira creare una rete di centri e una comunità di esperti nei campi della sicurezza e della difesa per condividere le migliori pratiche e cercare soluzioni per i problemi comuni. Il Consorzio si dedica a rafforzare l’istruzione in temi militari e di difesa migliorando la cooperazione nazionale e istituzionale e rappresenta 300 centri di 46 paesi.

Finito il periodo di pacificazione nei Balcani, la NATO ha rivolto la sua attenzione all’integrazione nelle strutture euro-atlantiche dei nuovi paesi sorti dopo lo smembramento della vecchia Iugoslavia. Nel summit a Riga del 2006 sono stati invitati a unirsi all'APP, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, e Serbia e il 16 dicembre di quello stesso anno, quei tre paesi firmarono il Documento Quadro con cui sono diventati soci. Nel 2008, Malta riattivò la sua partecipazione nell’APP e nel summit di Bucarest dello stesso anno si riaffermò la volontà di prestare attenzione speciale ai Balcani con l’obiettivo di integrare Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia nelle strutture europee ed euro-atlantiche. Per questo, gli alleati hanno espresso la loro soddisfazione per la decisione della Bosnia-Erzegovina e Montenegro di sviluppare il loro Piano d’Azione di Associazione Individuale, che li portò nel dicembre del 2009 a diventare membri dell’Associazione.
La Dichiarazione del Summit del 60° anniversario celebrato a Strasburgo-Kehl il 4 aprile del 2009 ha 20 su 62 punti dedicati agli iniziati di cooperazione e ai paesi che partecipano a esse. Nel punto 36 si reitera l'impegno dell’Alleanza con l’EAPC e l’APP per avanzare nel suo sviluppo, come il quadro essenziale per un sostanzioso dialogo politico e una cooperazione pratica, includendo una crescente interoperabilità militare. Nello stesso punto è stato ringraziato il Kazajistan per la sua offerta di essere il paese anfitrione del Forum della Sicurezza dell’EAPC, che si è tenuto per la prima volta nell’Asia Centrale a giugno del 2009. Allo stesso modo è stata incoraggiata l'EAPC per continuare a sviluppare l’iniziativa Costruendo Integrità (Building Integrety), che promuove trasparenza e responsabilità contabile nel settore della difesa.
Infine, l’APP è stata considerata da alcuni come un semplice strumento per aumentare il numero dei membri dell’Alleanza, e di fatto, molti paesi usano l’APP come trampolino naturale per diventare membri. Ma, l’Associazione ha i suoi propri obiettivi e non tutti i soci aspirano a essere soci dell’Alleanza (Austria, Finlandia, Irlanda, Svezia e Svizzera possono considerarsi soci esemplari ma, fino al momento, non desiderano essere membri della NATO). Su questa linea, e d’accordo con la politica delle “porte aperte” prevista dall’articolo 10 del Trattato dell’Atlantico Nord, nel summit a Washington è stato presentato il Piano d’Azione per essere membri (Membership Action Plan, MAP) che offre ai soci aspiranti una serie di attività alle quali possono partecipare per migliorare la loro preparazione. Le porte della NATO continuano a essere aperte a qualunque paese europeo che sia nelle condizioni di farsi carico degli impegni e obblighi che implica, essere membro e possa contribuire alla sicurezza nell’area euro- atlantica, ma la decisione di invitare un paese a unirsi all’alleanza deve essere presa con il consenso nel Consiglio Atlantico del Nord.

Dal 1949, i membri dell’Alleanza sono passati da 12 a 28 in sei round di allargamento. La Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia sono stati i primi soci APP a essere stati invitati a diventare alleati approfittando del summit a Washington. Nel summit a Bucarest nel 2008 sono stati invitati l’Albania e la Croazia diventando formalmente membri l’1 aprile 2009. Altre decisioni relative a future possibili ampie azioni prese a Bucarest sono state quelle di invitare la Bosnia- Erzegovina e IL Montenegro a mantenere un Dialogo Intensificato sulle loro aspirazioni di diventare membri e sulle riforme necessarie per farlo. La Repubblica della Macedonia è stata invitata a unirsi all’Alleanza una volta raggiunta una soluzione accettabile per la Grecia sul nome del paese. Per quanto riguarda le richieste di Ucraina e Georgia,- che già mantenevano un Dialogo Intensificato con la NATO- a partecipare nel Piano d’Azione per essere Membri, gli alleati dichiararono il loro sostegno a quelle petizioni e indicarono che sarebbe cominciata un' intensa collaborazione con entrambi i paesi per risolvere i problemi irrisolti nelle applicazioni del Piano d’Azione per essere Membro hanno convenuto che la Georgia e l’Ucraina sarebbero arrivate a essere membri nel futuro. (12).

Facendo un bilancio di quanto sopra e il futuro dell’APP, tutte le dichiarazioni degli ultimi summit mostrano l’attenzione che l’Alleanza pone alle iniziative di cooperazione, specialmente dell’APP, e come queste sono profondamente coinvolte nelle attività dell’Alleanza. L’Associazione ha raggiunto una maturità indiscutibile e i soci hanno avuto ed hanno un ruolo insostituibile nella vita della NATO. Paesi europei che, senza andare troppo indietro nel tempo, si sono visti coinvolti nei conflitti sanguinosi della storia contemporanea europea, oggi sono membri dell’Alleanza o sono soci dell’APP e collaborano attivamente nel campo della difesa. Un totale di 34 paesi sono stati soci dell’APP lungo 15 anni della sua esistenza e oggi conta su 22 soci. Dal 1997, 12 paesi soci sono diventati membri, dopo il loro passaggio nell’APP, e quindi la NATO conta su 28 membri includendo l’Albania e la Croazia. D’altra parte, il conflitto in Georgia nell' agosto 2008 è servito per provare l’importanza di appartenere all’APP in una situazione di conflitto: l’Alleanza ha appoggiato il suo socio, ha preso diverse misure ed ha creato la Commissione NATO- Georgia per intensificare le relazioni con quel paese.

Il numero di meccanismi e strumenti creati dall’APP durante 15 anni della sua storia può essere considerato eccessivo. Infatti, anche se molti di questi meccanismi sono volontari, è difficile per alcuni paesi riuscire a capire certe procedure e, soprattutto, la loro attuazione. Una semplificazione e consolidamento di quei meccanismi aiuterebbe la sua efficacia in futuro. I 22 soci attuali non formano un gruppo omogeneo e possono essere raggruppati come segue:
  • (a) i cinque paesi chiamati neutrali- Austria, Finlandia, Irlanda, Svezia e Svizzera- ; 
  • (b) i tre dell’ex Iugoslavia- Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia-; 
  • (c) i tre soci del sud del Caucaso- Armenia, Azerbaiyan e Georgia-; 
  • (d) i cinque dell’Asia Centrale- Kazajistan, Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan-; 
  • (e) un gruppo che si potrebbe chiamare misto, formato dalla Bielorussia, Moldavia e Malta. 
A questi cinque gruppi bisogna aggiungere la Russia e l’Ucraina, che hanno un rapporto speciale con la NATO, e la Macedonia, che già partecipa nel Piano d’Azione per essere Membro. Per la prima volta in molti anni, il numero dei soci è superiore a quello della partner e questo sarebbe possibile e auspicabile di prestare a questi un’attenzione più individuale. Con l’eccezione dei cinque neutrali e forse qualcun altro, come la Russia, la maggior parte dei paesi aspirano a diventare alleati, anche se hanno diverse possibilità di riuscirci. Per questi partner è necessario perfezionare meccanismi che, come il Piano d’Azione per essere Membri, aiutino nel processo d’integrazione. Per tutti i partner sembra interessante mantenere le iniziative che favoriscono l’interoperabilità, come il Concetto delle Capacità Operative, e quindi potrebbero fondersi in questo meccanismo tutti quelli che sono collegati alla formazione. Il resto dei meccanismi si potrebbero ridurre, consolidando alcuni con la pianificazione e riforma della difesa e quelli che sono orientati al miglioramento dell’istruzione. 
Il Concetto Strategico del 1999 approvato a Washington considera l’Associazione come un compito fondamentale per la sicurezza, per migliorarla e dare stabilità alla zona euro- atlantica. Inoltre dedica all’Associazione, Cooperazione e Dialogo cinque punti che contemplano aspetti interessanti dell'EAPC, l’APP, le relazioni con la Russia e Ucraina e il Dialogo Mediterraneo. In relazione all’APP, tra le altre cose, afferma che: “L’Alleanza s’impegna ad aumentare il ruolo che i soci giocano nel processo di pianificazione e presa di decisioni dell’APP e a rendere l’APP più operativa”. Dal 1999 ci sono stati progressi su questi impegni ma resta ancora molto da fare per riuscire a far si che l’APP continui a essere tanto attraente, quanto lo fu ai tempi del summit a Washington. L’APP è stata per molti anni come una luce di speranza e una scuola di valori democratici per molti paesi. Riuscire a farla rimanere tale è un’altra sfida che affronta l’Alleanza. Il Nuovo Concetto Strategico, che sarà adottato a Lisbona nel 2010, deve essere capace di ridisegnare con realismo ma con immaginazione l’Associazione per la Pace del futuro.

4- Il Dialogo Mediterraneo e l’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul.

Il Dialogo Mediterraneo (DM) e iniziativa di Cooperazione di Istanbul (ICI) sono due segni della preoccupazione dell’Alleanza per creare stabilità in due regioni di eccezionale importanza strategica: il Mediterraneo e la regione del Golfo Persico. Lanciate con 10 anni di differenza, dalla loro nascita hanno dovuto affrontare sfide diverse ma in entrambi i casi comunque affascinanti. Quando la situazione in Medio Oriente peggiora, com’è successo a dicembre del 2008, il DM vede colpito specialmente il dialogo politico, Ma, il DM ha raggiunto la sua maggiore età dopo 14 anni d’esistenza e sviluppi significativi, ma non sufficienti, nella cooperazione con i paesi della regione. Da parte sua, gli inizi dell’ICI sono stati titubanti e qualcuno dei paesi che ci si aspettava si unisse all’iniziativa ancora non l’ha fatto. Ma, negli ultimi mesi sembra che si stia osservando un lento progresso verso un’iniziativa di grande impatto che dovrebbe avere un’influenza positiva nella stabilità della zona. Nel seminario tenutosi il 19 ottobre 2009 auspicato dal Ministero degli Affari Esteri di Qatar e con la presenza di leader della NATO, si è arrivati alla conclusione che una stretta cooperazione tra i paesi del Golfo e la NATO è essenziale per la sicurezza energetica.

La Dichiarazione del Summit che si è tenuto a Bruxelles l’11 gennaio 1994 metteva le basi per il lancio di un dialogo con i paesi non alleati della regione mediterranea. Queste idee si sono plasmate con la creazione del Dialogo Mediterraneo la cui nascita venne ufficialmente annunciata nel Comunicato Finale della riunione ministeriale del CAN l’1 dicembre 1994. Nel Summit a Istanbul, festeggiata 10 anni dopo, quello che cominciò essendo un dialogo politico fu elevato alla categoria di vera associazione che include consultazioni politiche e una cooperazione pratica migliorata. Gli obiettivi principali dell’iniziativa sono quelli di contribuire alla stabilità e la sicurezza della regione, evitare malintesi tra l’Alleanza e i suoi soci mediterranei e promuovere relazioni cordiali tra i paesi partecipanti nel Dialogo. L’Egitto, la Giordania, Marocco, Mauritana e Tunisia si sono uniti al DM nel 1994, la Giordania nel 1995 e l’Algeria nel 2000.
Il Programma del Lavoro del DM esiste dal 1997 e in esso s’identificano le diverse aree di cooperazione pratica, sia nella sua dimensione civile quanto militare, nelle quali possono partecipare i paesi del Dialogo in forma bilaterale (i membri + 1). Le aree di cooperazione nella loro dimensione civile includono la diplomazia pubblica, scienza e ambiente, gestione delle crisi, pianificazione per le emergenze civili, contribuzione alla lotta contro il terrorismo, distruzione di armi e munizioni di piccolo calibro, gestione dello spazio aereo e molte altre. Nel campo militare sono compresi i corsi delle scuole NATO e la possibilità di osservare o partecipare alle esercitazioni militari. In questo modo si migliora la capacità delle forze dei paesi del DM per partecipare insieme alle forze degli alleati nelle operazioni guidate dall’Alleanza. Il numero di aree del Programma annuale del Lavoro è cresciuto considerevolmente nel corso degli anni, così come le attività in ognuna delle differenti aree. Oltre al citato Programma Annuale, la dimensione pratica del Dialogo si è visto migliorato con l’offerta dei programmi di Cooperazione Individuali che segnalano gli obiettivi a medio e breve termine della cooperazione con un determinato paese della NATO e colloca quella cooperazione in un quadro strategico e individualizzato. I primi paesi a completare quei programmi sono stati Israele ed Egitto, mentre Marocco, Tunisia, Algeria e Giordania li hanno preparati. Come regola generale, le attività del DM sono finanziate dai partecipanti, anche se l’Alleanza può considerare, caso per caso, la possibilità di facilitare l’aiuto finanziario. Il meccanismo dei Trust Fund usati nell’APP è stato aperto anche ai paesi del DM, aiutando ad alcuni paesi a compiere i loro obblighi sotto la Convenzione di Ottawa per quanto riguarda il divieto dell’uso, conservazione, produzione e trasferimento di mine antiuomo, così come la loro distruzione e quelle delle munizioni, scadute e senza esplodere.

Nel Summit a Istanbul nel 2004, i capi di Stato e di Governo alleati hanno deciso di aumentare la dimensione politica del DM (membri + 7) includendo riunioni con ministri di Affari Esteri, della Difesa e capi di Stato e di Governo. In precedenza, tali riunioni si sono tenute solo a livello di ambasciatori. Da allora si tengono riunioni anche con i capi di Stato Maggiore della Difesa per rivedere la marcia della cooperazione nel campo militare, che ha come obiettivo principale raggiungere la massima interoperabilità possibile. La NATO ha offerto a Istanbul di far diventare il DM una vera associazione. In effetti, oltre ai progressi già menzionati, si è aperta ai soci del DM l’opportunità di migliorare la loro interoperabilità attraverso la partecipazione in determinati esercitazioni militari e in alcune delle attività delle iniziative dell’APP come il Concetto di Capacità Operative. Ugualmente a loro è stato offerto di collaborare contro il terrorismo, condividendo l’Intelligence e contribuendo alle attività navali nel quadro dell’Operazione Active Endeavour. 

Il Gruppo di Cooperazione del Mediterraneo, creato nel 1997 sotto l’autorità e la supervisione del CAN, ha la responsabilità generale della marcia del DM ed è il forum nel quale, con regolarità e a diversi livelli, hanno luogo i dibattiti politici sia bilaterali che multilaterali. Inoltre, e dal Summit a Praga nel 2002, è anche possibile la cooperazione regionale nella quale possono partecipare almeno due soci del DM. Questo è stato caratterizzato sin dal suo inizio da un approccio graduale sia in termini di partecipazione, quanto di contenuto. D’altra parte, con uno spirito di proprietà condivisa, il DM si basa sui seguenti principi: 
  • (a) non- discriminazione perché a tutti i soci si offrono le stesse possibilità di cooperazione e di dibattito con la NATO, 
  • (b) auto differenziazione perché il DM permette un avvicinamento secondo le necessità specifiche di ogni socio, 
  • (c) interesse reciproco per scegliere il ritmo e l’estensione della sua cooperazione con l’Alleanza. 
  • (d) complementarietà di questa iniziativa NATO con quelle dell’UE, OSCE e la cosiddetta Cinque più Cinque. Quest’ultima è un’organizzazione regionale di cinque paesi del sud del mediterraneo- Algeria, Libia, Mauritana, Marocco e Tunisia- e cinque del nord- Francia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna.
Nel Summit a Riga a novembre del 2006, è stata lanciata l’iniziativa NATO della Cooperazione nell’Addestramento per favorire la modernizzazione delle strutture difensive e migliorare l’addestramento delle forze della sicurezza dei paesi del DM e dell’Iniziativa della Cooperazione d’Istanbul (13). L’obiettivo principale è di aiutare i paesi interessati a rendere le loro forze militari più capaci e interoperabili con quelle degli alleati e la loro implementazione si realizzerà attraverso delle fasi, rafforzando la rete esistente dei centri di addestramento. In una prima fase è stato creato un corpo docente su temi del Medio Oriente nel Collegio della Difesa della NATO a Roma. Il corso NATO di Cooperazione Regionale ha avuto nel 2008 4 edizioni pilota, realizzando nel 2009 il primo corso completo di una durata di 10 settimane. In una seconda fase si prevede la creazione nella regione di un Centro di Cooperazione nella Sicurezza che sarà proprietà dei paesi partecipanti e sarà finanziato da dentro la regione.

Nella Dichiarazione del Summit a Strasburgo-Kehl del 2009 si ribadisce che la pace e la stabilità nella regione mediterranea sono essenziali per la sicurezza euro-atlantica, si mette in risalto il ruolo del DM negli scorsi 15 anni e il contributo dei suoi partner nelle operazioni e missioni capeggiate dall’Alleanza. (14) Per un osservatore che non conosce la regione, i progressi fatti nella cooperazione con i partner del DM possono sembrare pochi. Tuttavia, in questi 15 anni si è riusciti a normalizzare una cooperazione che avanza passo dopo passo ma in modo deciso nel suo aspetto pratico. La finalizzazione del programma di Cooperazione Individuale da parte di Israele, Egitto e Giordania e la disposizione di altri due paesi a considerare la loro partecipazione nel programma indica una tendenza positiva verso la cooperazione pratica. D’altra parte, è già stato menzionato un costante aumento di numero e qualità del dialogo politico NATO-DM nei suoi diversi formati. Le visite ai partner del DM, così come gli incontri bilaterali del Segretario Generale, del vicesegretario generale e degli aggiunti con le autorità di questi paesi sono sempre più frequenti. Per molti il DM non si riflette nella pratica, ma, nel Programma di Lavoro del 2007 si include un’offerta di 778 attività approvate e nel 2008 tali attività sono salite a 794. (15) 

Per completare l’immagine della cooperazione tra la NATO e i partner del DM è importante far notare che l’Egitto, la Giordania e il Marocco hanno contribuito con forze a operazioni guidate dall’Alleanza Bosnia- Erzegovina e Kosovo. Il Marocco continua a dare il suo contributo con forze al KFOR e il 22 ottobre 2009 ha firmato il Memorandum Tecnico di Intendimento per la partecipazione della Marina marocchina nell’operazione Active Endeavour. In tale operazione, il Marocco ha fornito informazione e intelligence e ha un ufficiale di contatto al Quartiere Generale delle operazioni a Napoli.
Passando a un altro aspetto della cooperazione, l’Italia e la Giordania hanno iniziato la fase di implementazione di un nuovo Trust Fund il 19 novembre del 2009, che è sotto la responsabilità dell’Agenzia NATO del Mantenimento e Rifornimento, essendo l’Italia il paese leader. Per lo sviluppo del nuovo Trust Fund approfitteranno dell’esperienza ottenuta nei due precedenti, dedicati all’eliminazione di resti esplosivi da guerra e alla gestione della conservazione delle munizioni. Il nuovo progetto finanzia un programma educativo sulle mine e residuati bellici esplosivi da guerra e l’acquisizione del materiale necessario per la demilitarizzazione delle munizioni dell’installazione a Zarqa, Giordania.

Riassumendo, si può dire che il Dialogo Mediterraneo è sulla buona strada per raggiungere il livello di vero e proprio partenariato che gli veniva conferita al Summit di Istanbul. I primi passi del DM sono stati lenti ed è stato necessario superare gelosie interne e difficoltà nelle comunicazioni. Ma, i frequenti scambi, visite e riunioni a tutti i livelli hanno aiutato a stabilire un clima di fiducia e rispetto reciproco che assicurano un dialogo politico fluido e una cooperazione ampia e importante per il mantenimento della pace e della stabilità nella regione mediterranea. Affinché questa traiettoria sia mantenuta si richiede molto tatto e un equilibrio nei rapporti con tutti e ognuno dei paesi partecipanti nel DM. Per questo si deve evitare in ogni momento qualunque azione che possa essere presa come una preferenza verso qualche paese.

D’altra parte, l’Iniziativa di Instambul (ICI) è la più giovane delle iniziative di cooperazione della NATO. Con un’infanzia delicata nei suoi primi cinque anni di vita, l’ICI si è consolidata e va mostrando la sua personalità. Oggi, l’ICI è oggetto di grande attenzione a Bruxelles e in tutte le capitali alleate, dove aumentano le visite di delegazioni degli Stati del Consiglio di Cooperazione del Golfo interessati all’ICI. L’Iniziativa è nata durante un Summit della NATO tenutasi in questa città turca nei giorni 28 e 29 giugno del 2004. Il suo obiettivo è quello di contribuire alla sicurezza globale e regionale, offrendo ai paesi della regione ingrandita del Medio Oriente una cooperazione bilaterale pratica con la NATO in campo di sicurezza. Inizialmente, i paesi considerati come possibili partecipanti erano: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar. Di questi il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti, Kuwait e il Qatar già partecipano all’Iniziativa, che è un processo globale aperta a tutti i paesi dell'area che sottoscrivono i loro obiettivi e contenuti. 

Tra questi obiettivi ci sono il contributo alle operazioni guidate dalla NATO, la lotta al terrorismo e la non- proliferazione di armi di distruzione di massa. La collaborazione con ogni paese interessato è considerato dal Consiglio Atlantico del Nord, caso per caso, in base a meriti e interessi. I partecipanti possono scegliere tra le sei aree di cooperazione pratica che sono: 
  • 1- consultazione individualizzate su affari riguardanti la difesa, 
  • 2- cooperazione per raggiungere l’interoperabilità, 
  • 3- cooperazione nella lotta contro il terrorismo, 
  • 4-contributo agli sforzi della NATO contro le minacce che presumono la proliferazione di armi di distruzione di massa, 
  • 5- cooperazione nel campo di sicurezza alle frontiere, 
  • 6- la pianificazione di emergenza civile.
Per garantire il successo dell’ICI è necessario sviluppare un senso di proprietà da parte dei paesi della regione che vi partecipano. L’anno 2005 era iniziato creando un menù di attività pratiche e alcuni partecipanti come il Bahrein e gli Emirati Arabi hanno inviato una lista individuale di attività, mentre il Qatar ha espresso il suo interesse a sviluppare una cooperazione su misura. Il Gruppo dell’Iniziativa della Cooperazione di Istanbul è responsabile dello sviluppo citato nel menù di attività in cooperazione con ogni paese. Il Gruppo è anche responsabile di informare il CAN sullo sviluppo dell’iniziativa e prepara le sue decisioni sugli affari riguardanti la stessa. Questo Gruppo è stato creato poco dopo il lancio dell’ICI ed è composto di amministratori delle delegazioni di tutti i paesi membri. Il Gruppo definisce i procedimenti per lo sviluppo delle attività di cooperazione con i paesi interessati al formato bilaterale (membri + 1) così come per sviluppare piani di lavoro individuali e di garantire il monitoraggio della sua attuazione. 

Il concetto del Programma di Cooperazione Individuale sviluppato nel DM è stato trasferito all’ICI per individuare meglio la cooperazione. Ogni Programma individuale spiegherà i principali obiettivi a corto e medio termine in base ai principi del Documento di Istanbul:
  • -Capacità di risposta per prendere in considerazione idee e proposte prevenienti dalla regione o di organizzazioni regionali.
  • -Comproprietà sulla base di interessi comuni della NATO e dei paesi della regione.
  • -Complementarietà con altre iniziative del G-8, l’UE, l’OSCE, il DM e l’APP (16) 
  • -Guidare la cooperazione verso aree dove la NATO possa portare un valore aggiunto, particolarmente nel campo della sicurezza.
Nonostante gli sforzi fatti per consolidare l’Iniziativa una serie di ostacoli vengono percepiti lungo il suo cammino: (17) l’assenza dell’Arabia Saudita e dell’Oman tra i membri, la mancanza di una visione strategica, le rivalità persistenti all'interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo, la debolezza delle famiglie dirigenti degli Stati del Golfo sulla formazione militare, la continuità dei conflitti arabo-israeliani e israeliano-palestinesi, e l’enfasi nelle relazioni bilaterali.
Per ultimo, è importante segnalare che l’ICI non è destinata a ottenere l'adesione alla NATO né all’APP. La partecipazione non fornisce neanche garanzia di sicurezza né dev'essere usata per il dibattito politico su questioni che possono essere trattate più appropriatamente in altre sedi.

5-Le relazioni NATO-Russia, difficili ma necessarie

La Russia si è unita all’Associazione per la Pace a giugno del 1994. Ma, la NATO e la Russia hanno deciso di mantenere un rapporto speciale iniziato nel 1997 che vide un salto qualitativo dopo il Summit dei Capi di Stato e dei Governi della NATO e della Russia tenutasi a Roma a maggio del 2002. In precedenza, il rapporto ha attraversato fasi difficili, rimanendo quasi congelato per un anno dal conflitto tra la Georgia e la Russia ad agosto 2008. Tuttavia, possiamo dire che le relazioni che sono già in cammino verso una normalizzazione, hanno raggiunto alti livelli di cooperazione pratica e c’è da sperare che si consolidino nel futuro. Ci sono opinioni contrastanti sul bilancio del rapporto speciale tra la NATO e la Russia, sebbene la maggior parte degli analisti ritiene che ha favorito la stabilità sia in Russia che in Europa nel suo insieme. In ogni caso, quello che è certo è che gli alleati e la Russia stanno lavorando insieme come soci a pari condizioni nel Consiglio NATO-Russia per sviluppare una cooperazione concreta e pratica in aree di interesse comune. Cooperazione importante che alcuni non conoscono e altri preferiscono ignorare.

La Russia è stata uno dei 25 paesi a partecipare alla sessione inaugurale del Consiglio di Cooperazione dell’Atlantico Nord il 20 dicembre 1991. Il segretario generale Manfred Woemer visitò Mosca a febbraio del 1992, seguito dal generale Shalikashvili, allora SACEUR, che ha viaggiato nella capitale russa nella primavera del '93. A giugno del '94 la Russia comincia la sua partecipazione all’APP e, in seguito, la firma dell’Atto Istitutivo sulle relazioni reciproche, cooperazione e sicurezza tra la NATO e la Federazione Russa il 27 maggio 1997 ha segnato l’inizio di nuovi rapporti e fu creato il  Consiglio Permanente Congiunto della NATO – Russia (18). Questo Consiglio il 13 dicembre 2001 ha condannato fermamente gli attacchi terroristici agli USA. Il 28 maggio 2002 a Roma fu approvata una dichiarazione sulle “Relazioni NATO- Russia: una nuova qualità” che ha dato la luce all’attuale Consiglio NATO-Russia (NRC), dove i suoi membri  "nell'esercizio delle loro capacità nazionali e in modo consistente con i rispettivi impegni collettivi e obblighi, prenderà decisioni congiunte e avrà la stessa responsabilità per la sua attuazione” (19). Le riunioni degli ambasciatori nel Consiglio si tengono almeno una volta al mese a Bruxelles e il numero di partecipanti è aumentato con l'allargamento della NATO. 

Non è molto nota l’intensa relazione di cooperazione che esiste dal 2002 tra la Federazione Russa e l’Alleanza, nonostante la mini crisi che produsse l’entrata nella NATO di sette soci dell’APP nel 2004 (20). Un giorno prima del vertice di Roma, il presidente del Comitato militare, ammiraglio Venturoni, ha aperto a Mosca il 27 maggio 2002, la Missione di Collegamento Militare (21) NATO a Mosca, che sostiene gli aspetti militari della cooperazione e il dialogo tra la NATO e la Russia e funge da collegamento tra il Comitato militare e del Ministero delle Difesa della Federazione Russa. In precedenza era stato aperto il primo Centro di Documentazione della NATO a Mosca nel 1998 e nel 2001 fu inaugurato l’Ufficio di Informazione dell’Alleanza nella capitale russa.

Inoltre, le truppe russe hanno preso parte nelle forze guidate dalla NATO, SFOR, in Bosnia- Erzegovina fino a giugno del 2002 e KFOR nel Kosovo fino a luglio 2003. Altri esempi di cooperazione sono i seguenti: il 13 maggio 2003 si è tenuta la prima riunione a Mosca del NRC; tre navi della Forza Navale Permanente del Mediterraneo hanno visitato il porto di Novorossijsk nel Mar Nero; dal 3 al 7 luglio del 2004 e il 7 aprile si firmarono a Mosca gli accordi per l' istituzione di ufficiali di collegamento russi nel Comando delle Operazioni e nel Comando di Trasformazione. Nella riunione del 9 dicembre del 2004, i Ministri degli Esteri del Consiglio avevano approvato un piano d’azione globale contro il terrorismo e decisero di iniziare una cooperazione pratica nel campo della protezione contro agenti nucleari, biologici e chimici. Anche nel campo delle operazioni, la Russia e la NATO hanno firmato uno scambio di documenti che fissavano le modalità del contributo russo all’operazione Active Endeavour. Il 15 marzo 2005 per la prima volta a Mosca si è riunito con il format del NRC il Comitato Militare della NATO + Russia e il 21 aprile dello stesso anno la Russia firmò l’accordo sullo Statuto delle Forze dell’APP, ratificato nel 2007 dal Parlamento russo dopo un lungo processo legislativo. Sotto l’aspetto operativo si deve rilevare che il RFS Pitliviy fu la prima nave russa a muoversi in sostegno dell’operazione Active Endeavour, a settembre del 2006.
Oltre a quanto sopra, è solo un esempio delle molte attività che sono state fatte negli ultimi anni  nel quadro delle relazioni speciali NATO- Russia, sono stati molto utili gli scambi di punti di vista sui problemi legati all’attualità nelle riunioni del NR. Tuttavia le relazioni che raggiunsero il punto massimo nel 2007 hanno attraversato ad agosto del 2008 il peggior momento come conseguenza degli avvenimenti in Georgia. La Dichiarazione del segretario generale della NATO del 19 agosto del 2008 lasciarono le relazioni tra la NATO e la Russia ai minimi termini. La Russia aveva detto di essere stata demonizzata dalla NATO, l’UE, l’OSCE, il G-7 e dalle nazioni che hanno condannato la mancanza di rispetto di Mosca verso l’integrità territoriale della Georgia e il riconoscimento russo dell’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’ Abkhazia. L'ambasciatore russo ha annunciato la sospensione della cooperazione della Russia con la NATO a causa di quello che ha definito una mancanza di comprensione della NATO su chi fosse l’aggressore e chi la vittima. Tra gli accordi e attività che furono sospese c’erano le manovre congiunte, le visite a porti, l’accordo sullo Status di Forze e la partecipazione russa nel Consiglio come le negoziazioni per l’uso di aerei Antonov An-124.
Per mesi le relazioni sono state ai minimi livelli anche se il transito di merci non militari della NATO è continuato attraverso la Russia verso l’Afghanistan, così come una limitata cooperazione nel campo dei missili difensivi. Tuttavia, nel dicembre 2008 iniziò un processo di normalizzazione che fu sancito nel Summit a Strasburgo- Kehl (22) e che si materializzò a partire da aprile 2009. Il 19 e 20 giugno 2009 furono rivisti i piani di avanzamento del progetto del Consiglio per la formazione del personale antidroga in Afghanistan e in Asia centrale durante una riunione ad alto livello svoltosi ad Ankara, in Turchia. Pochi giorni dopo, il 27 giugno, si è tenuto nell’isola greca di Corfù la prima riunione ministeriale del Consiglio, dopo più di un anno. Da allora le relazioni si sono mantenute in parametri di normalità come dimostrano la riunione del segretario generale con il ministro degli Esteri della Russia all’ONU a settembre del 2009  e la riunione degli esperti della NATO e la Russia che si è tenuta a Oslo i giorni 9 e 10 novembre del 2009 per discutere sulla dottrina e strategia nucleare. Nella stessa ottica, è significativo che il primo discorso pubblico del nuovo Segretario Generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, fosse dedicato ad analizzare con particolare attenzione le relazioni tra la NATO e la Russia. Nella sua conferenza “NATO e Russia: un nuovo inizio” del 18 settembre 2009 al  Centro Carnegie Endowment, Rasmussen ha affermato che era possibile “un nuovo inizio” per la NATO e la Russia e propose che la NATO e la Russia cercassero di rafforzare la loro cooperazione pratica in quelle aree dove affrontano gli stessi rischi e minacce alla sicurezza, per ringiovanire il Consiglio NATO-Russia in modo che potesse essere usato come un forum per il dialogo su tutte le questioni relative alla pace e alla stabilità in Europa e che si realizzasse una revisione congiunta delle nuove sfide alla sicurezza nel XXI secolo e che servisse come base per una futura cooperazione. (23)
Il 4 dicembre del 2009 si è tenuta una sessione formale del Consiglio NATO- Russia con l'aiuto di alleati ministri degli esteri e il loro omologo russo Lavrov. Il segretario generale ha aperto la sessione dicendo: “Un'affidabile e produttiva relazione NATO- Russia è importante non solo per la sicurezza europea ma anche per la sicurezza globale”. I ministri hanno discusso nella riunione sugli interessi politici e di sicurezza nell'area euro-atlantica, con particolare attenzione alla situazione in Afghanistan la cui stabilità è un obiettivo comune per i 29 membri del NRC. Inoltre i ministri hanno preso 3 importanti decisioni rivolte a dare vigore alla relazione NATO- Russia. La prima decisione è stata di accordare il Programma del Consiglio NATO- Russia per il 2010. La seconda quella di approvare una serie di misure che hanno come obiettivo quello di migliorare i metodi di lavoro proprio del NRC per farne una struttura ancora più orientata a ottenere risultati. I ministri hanno anche preso la decisione di iniziare una Revisione Congiunta delle Sfide Comuni per la Sicurezza nel XXI secolo. Questa Revisione Congiunta è stata un’idea espressa dal segretario generale in un discorso pronunciato a Bruxelles nel mese di settembre del 2009. L’ambiente positivo di questa sessione del NRC e le conversazioni che tenne Rasmussen a Mosca nei giorni 16 e 17 dicembre del 2009 con il presidente, il primo ministro e altri leader politici russi sono una prova che le relazioni tra l’Alleanza Atlantica e la Russia stanno entrando in una nuova fase.  

6- Le relazioni dell’Alleanza con l’Ucraina 

Le relazioni speciali della NATO con l’Ucraina hanno la loro origine nel chiaro desiderio dei successivi governi di questo paese slavo che entri a far parte dell’Alleanza. Il governo ucraino ha espresso questo desiderio poco dopo essersi riunito all’APP nel 1994 e lo ha mantenuto indipendentemente dai difficili contrasti politici del paese. Dal 9 luglio 1997 esiste una Commissione NATO- Ucraina dopo la firma di Madrid alla Carta d’Associazione Distinta che stabiliva una relazione speciale tra l’Alleanza e questo paese. Anche se l’opinione pubblica ucraina è divisa per quanto riguarda la NATO, il principale ostacolo per la sua entrata è, paradossalmente, l'estensione del paese. L’Ucraina è il secondo paese più grande d’Europa e occupa una posizione strategica privilegiata. Nonostante la sua difficile situazione economica e all’instabilità politica che ha caratterizzato il paese dalla sua indipendenza, l’Ucraina ha un futuro promettente per le sue ricchezze naturali e la cultura dei suoi abitanti. La stabilità dell’Europa è legata alla stabilità dell’indipendenza dell’Ucraina che vuole mantenere la sua vocazione euro-atlantica e rapporti di buon vicinato con la Russia. Per questo motivo, le relazioni della Russia e dell’Ucraina con la NATO, nonostante siano naturalmente indipendenti, s’influenzano reciprocamente. 

Pochi mesi dopo la sua indipendenza, l’Ucraina ha aderito nel '91 al vecchio Consiglio di Cooperazione dell' Atlantico Nord, oggi Consiglio di Cooperazione Euro-Atlantico e nel Summit a Bruxelles il 9 febbraio 1994 fu il primo paese della Comunità degli Stati Indipendenti a unirsi all’Associazione per la Pace. Da allora, è stato un partner importante dell’APP che ha partecipato praticamente a tutti i meccanismi e iniziative che offre e dopo la creazione della Commissione NATO-Ucraina si sono moltiplicate le attività di cooperazione. Come esempio si può menzionare la creazione del Centro di Addestramento dell’APP di Yavoriv a marzo del 2000 e l’apertura di un ufficio di collegamento della NATO a Kiev ad aprile dello stesso anno. Il Parlamento ucraino ha approvato l’Accordo sullo Statuto di Forze dell’APP a marzo del 2000 e il 15 luglio di quell’anno ci fu il dispiegamento di un battaglione polacco-ucraino in Kosovo. A maggio del 2002, la Commissione ha accettato di elevare l’Associazione a un nuovo livello che include l’intensificazione delle consultazioni e la cooperazione in questioni politiche, economiche e difensive. Come risultato di tale decisione è stato approvato durante il Summit a Praga nel 2002 il primo Piano d’Azione NATO-Ucraina (24). Da allora si sono susseguiti i contatti e scambi di visite a Bruxelles e Kiev tra gli alti dignitari del governo dell’Ucraina, inclusi i presidenti Kuchma e Yushchenko, e gli alti rappresentati dell’Alleanza. 

Il Comitato Militare si è riunito per la prima volta a Kiev con le autorità militari ucraine a settembre del 2004 e i suoi successivi presidenti hanno visitato l’Ucraina in numerose occasioni. La Marina ucraina ha partecipato all’operazione Active Endeavour in cinque occasioni dal 2007. L’ultima partecipazione è stata quella della fregata URS Ternopil tra ottobre e novembre 2009. A maggio 2007, i capi dello Stato Maggiore della Difesa dei paesi alleati e l’Ucraina hanno manifestato il loro sostegno al Programma di Trasformazione delle Forze Armate ucraine e ai programmi di lavoro NATO-Ucraina in campo militare per gli anni 2007 e 2008. Un’altra tradizionale attività è la celebrazione nell’Accademia della Difesa Nazionale della Difesa Nazionale di Ucraina nella settimana NATO nella quale il Collegio della Difesa della NATO organizza seminari e conferenze in collaborazione con l’Accademia, lo Stato Maggiore Internazionale e i comandi alleati. La cooperazione nell’area della riforma del settore della sicurezza e della difesa è la più grande rispetto a qualsiasi altro paese. Per sviluppare la cooperazione in quest’area nel '98 è stato creato un Gruppo di Lavoro Congiunto per la Riforma della Difesa che sovrintende le iniziative nel campo delle relazioni civili-militari, il controllo democratico e l’amministrazione civile delle Forze Armate e sui concetti relativi alla pianificazione della difesa, la strategia e la sicurezza nazionale. 

A febbraio del 2005, gli alleati hanno sostenuto i piani della riforma dell’allora appena eletto presidente Yushchenko e hanno convenuto di regolare la cooperazione NATO-Ucraina nel quadro delle priorità del nuovo governo. Come risultato di tale accordo, i ministri degli Esteri approvarono nella riunione della Commissione NATO-Ucraina a Vilna, Lituania, il 21 aprile 2005, l' inizio di un Dialogo Intensificato per studiare le aspirazioni dell’Ucraina di essere membro dell’Alleanza. A ottobre del 2005 ha avuto luogo per la terza volta a Kiev la riunione della Commissione NATO-Ucraina in un formato speciale con la presenza dei ministri degli Esteri e della Difesa con lo scopo di avanzare nel Dialogo Intensificato. A gennaio 2008 il primo ministro Yulia Tymoshenko visitò Bruxelles e ad aprile dello stesso anno si è tenuta a Bucarest l’ultima riunione, fino ad ora, dei capi di Stato e Governo nella Commissione Ucraina-NATO. Prima del Summit a Bucarest si speculava sulla possibilità che l’Ucraina- e forse la Georgia- fossero chiamate a cominciare il loro Piano d’Azione per diventare membri anche se come si è detto il Consiglio aveva approvato che entrambi i paesi sarebbero diventati membri della NATO. Nella Dichiarazione di Bucarest inoltre ha dichiarato di condividere le richieste dell’Ucraina e della Georgia per cominciare il loro Piano d’Azione ed essere membri e che per questo si sarebbe iniziato un periodo di negoziazioni ad alto livello politico con i due paesi per risolvere le questioni non ancora risolte. I ministri degli Esteri dell’Alleanza valutarono nella riunione di dicembre 2008 i risultati di quelle negoziazioni e decisero di continuare a collaborare intensamente con l’Ucraina per risolvere le questioni in sospeso riguardanti la sollecitudine dell’ammissione e sviluppare il Programma Annuale Nazionale. 

Durante il Summit di Strasburgo- Kehl del 2009 si ratificò quanto detto a Bucarest e quanto deciso dai ministri a dicembre del 2008, cioè che senza pregiudizio delle decisioni che sarebbero state prese sul programma d’ingresso, lo sviluppo del Programma Nazionale Annuale avrebbe aiutato l’Ucraina e la Georgia a portare avanti le loro riforme. La revisione annuale di questi programmi permetterà di continuare nel processo delle riforme che riguardano le loro aspirazioni a essere membri della NATO. In un altro punto della stessa Dichiarazione si sottolinea il contributo dell’Ucraina alla sicurezza comune e alle operazioni guidate dall’Alleanza. Si segnala anche l’importanza che l’Ucraina continui con i suoi sforzi per attuare le riforme politiche, economiche e nei settori della sicurezza e della difesa necessarie per riuscire a raggiungere i suoi obiettivi euro-atlantici. 

Le relazioni NATO-Ucraina hanno visto, dopo il Summit del 60° anniversario, un rilancio nonostante il non invito per iniziare il Piano d’Azione per arrivare a essere membri. A luglio 2009 è stata firmata la Dichiarazione per Complementare la Carta su un’Associazione Distinta tra la NATO e l’Ucraina che dà alla Commissione NATO-Ucraina un ruolo centrale nel processo del dialogo politico e di cooperazione militare tra l’Alleanza e il paese slavo per appoggiare gli sforzi riformisti così come era stato concordato nel Summit a Bucarest affinché l’Ucraina riesca a essere membro della NATO. Più recentemente, a Kiev si è riunita la 55° Assemblea Generale dell’Associazione del Trattato Atlantico del Nord. I delegati di 43 paesi hanno assistito alle riunioni dell’Assemblea propriamente detta e a diverse conferenze seguite da dibattiti sull’ingrandimento dell’Alleanza, le iniziative di cooperazione, il nuovo Concetto Strategico e l’Afghanistan. Tutti i presenti a Kiev hanno messo in evidenza l’eccellente organizzazione e l’entusiasmo degli anfitrioni ucraini. A novembre 2009 si è tenuto a Bruxelles il 7° round di consultazioni informali di alto livello NATO- Ucraina alla quale hanno preso parte i ministri della Difesa e altri alti funzionari dell’Ucraina e i paesi alleati. Gli assistenti hanno scambiato punti di vista sulle strutture e pratiche nei campi della difesa e sicurezza, l’attuale panorama economico e il primo Programma Annuale Nazionale dell’Ucraina. In quella riunione, il segretario generale Rasmussen segnalò i notevoli progressi raggiunti nel campo della riforma della difesa, ma sottolineò l’idea che, anche nell’attuale situazione economica, l’Ucraina deve continuare nei suoi obiettivi di riforma interna e allineamento con gli standard euro-atlantici e per questo conterà sull’appoggio dell’Alleanza. 

La lunga e intensa relazione dell’Ucraina con l’Alleanza non è stata sufficiente perché questo paese abbia raggiunto la sua aspirazione a iniziare il Piano d’Azione per arrivare a essere membro e facilitare il suo desiderio di appartenere all’Alleanza. Sembra che con i programmi annuali si cerchi di ottenere un avvicinamento dell’Ucraina all’Alleanza che apra le porte di quel Piano d’Azione. In ogni caso il richiedente dovrà continuare ad attendere anche se bisogna chiedersi se gli ucraini sostenitori dell'adesione all’Alleanza potranno mantenere per molto tempo il loro entusiasmo di fronte ad un’opinione pubblica sempre più scettica e delusa. Le elezioni del 2010 serviranno per misurare quell’entusiasmo e possono decidere il futuro dell’Ucraina.

7- Georgia, un caso molto speciale

La Georgia ha avuto rapporti molto stretti con la NATO dal lancio delle iniziative di cooperazione. La Georgia si è unita al Consiglio di Cooperazione dell’Atlantico Nord- dopo l'EAPC- nel '92 dopo aver ottenuto la sua indipendenza e a marzo del '94 firmò il Documento Quadro dell’APP e nel '99 iniziò la sua partecipazione nel Processo della Pianificazione e Revisione. Nel 2002, la Georgia ha manifestato la sua volontà di diventare membro dell’Alleanza essendo il primo paese ad approvare un Piano d’Azione dell’Associazione Individuale nel 2003. Nel 2004 la Georgia e la NATO firmarono un accordo che permetteva il transito di truppe rifornimento da parte degli alleati verso l'Afghanistan. La NATO offrì al paese caucasico di iniziare un Dialogo Intensificato nel 2006 considerata la disposizione e l’ampio uso che la Georgia aveva fatto degli strumenti di pianificazione dell’APP. La Georgia ha partecipato in numerose esercitazioni NATO e nel 2007 fu l’anfitrione dell’esercitazione aerea NATO/APP Cooperative Archery, uno sforzo che può essere valutato considerando che le Forze Armate georgiane contano un totale di 11.000 soldati. D’altra parte, ha contribuito con truppe nelle operazioni guidate dall’Alleanza come nell’operazione Joint Enterprise nel 2007, dove prese parte un’unità di 150 uomini. Come già detto nel capitolo dedicato all’Ucraina, nel Summit di Bucarest i capi di Stato e di Governo lì riuniti decisero che sia la Georgia che l’Ucraina sarebbero arrivati a essere membri , ma nessuno dei paesi fu chiamato per iniziare il loro Piano d’Azione per diventarlo. 

Il conflitto in agosto del 2008 è servito per provare che l’Alleanza non lasciava, in circostanze difficili, da solo un membro dell’APP. Il 19 agosto i ministri degli Esteri presero diverse misure per aiutare la Georgia nel quadro dell’APP e riaffermarono il loro sostegno alla sovranità, indipendenza e integrità territoriale del paese e il Consiglio dell’Atlantico Nord si spostò in Georgia il 15 settembre per riunirsi nella capitale Tiflis. Lì, il segretario generale e il primo ministro georgiano firmarono il Documento Quadro che istituiva la Commissione NATO-Georgia per servire da forum per le consultazioni pratiche e di cooperazione pratica per sostenere le aspirazioni georgiane a essere un membro della NATO e si ebbe la prima riunione della Nuova Commissione. Tra gli altri, un obiettivo molto importate di quella Commissione è quello di coordinare gli sforzi dell’Alleanza per aiutare la Georgia a riprendersi dai danni subiti durante il conflitto con la Russia nel 2008, risolvere le questioni in sospeso per l’applicazione al Piano d’Azione per diventare membro e sviluppare il suo Programma Annuale Nazionale. Questo programma sostituirà il Piano d’Azione dell’Associazione Individuale che ha guidato la cooperazione tra la NATO e la Georgia dal 2004. Come si è detto per quanto riguarda l’Ucraina, nel Summit di Strasburgo- Kehl del 2009 è stato ratificato quanto affermato a Bucarest ed è stato confermato che, senza pregiudizio verso le decisioni che devono essere prese sul Piano d’Azione per diventare membro, lo sviluppo del Programma Nazionale aiuterà la Georgia a portare avanti le sue riforme e la revisione annuale di tale programma seguirà i progressi nelle sue aspirazioni di diventare membro della NATO.

Dagli avvenimenti dell’agosto 2008, la relazione NATO-Georgia si è rafforzata e anche se non è stata invitata a iniziare il Piano d’Azione per essere membro, la creazione della Commissione NATO- Georgia e lo sviluppo del Programma Annuale assicurano un monitoraggio delle riforme necessarie che aprano alla Georgia la strada per diventare un membro della NATO. La situazione della Georgia nel Caucaso e la sua vicinanza con la Russia sono realtà che non possono essere ignorate se si considera il momento in cui il paese entrerà a far parte dell'Alleanza. Quel che è certo è che saranno gli alleati senza interferenze, ma senza dimenticare il rapporto con la Russia, quelli che prenderanno la decisione. Una decisione sarà basata principalmente nell’azione della Georgia al momento di attuare le riforme chiave indicate nel Programma Nazionale Annuale. 

8-Altre forme di cooperazione con terzi

Le diverse iniziative di cooperazione della NATO hanno interessato molti paesi che non vi hanno partecipato direttamente. L’interesse è cominciato dalla nascita del Consiglio di Cooperazione dell’Atlantico Nord intensificandosi quando è stata promossa l’Associazione per la Pace. Ma, è a partire degli attentati dell’11 settembre del 2001 che iniziarono ad arrivare a Bruxelles, in modo frequente, le visite delle autorità dei paesi che non appartenevano all’Associazione per la Pace, né al Dialogo Mediterraneo né all’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul ma erano interessati a cooperare in qualche modo con l’Alleanza. Inizialmente si chiamarono quei paesi amichevolmente i “Triplici N”- per non essere membri di nessuna di quelle tre modalità di cooperazione- ma a partire dal 2004 sono conosciuti come i “Paesi di Contatto” e ultimamente vengono anche chiamati come altri soci nel globo. Sono paesi che hanno espresso il loro desiderio di approfondire le loro relazioni con la NATO o che semplicemente desiderano essere informati delle attività dell’Alleanza. Alcuni contribuiscono con esercito o in altri modi alle operazioni guidate dalla NATO, mentre altri desiderano cooperare in aree di reciproco interesse.

Come risultato delle iniziative di cooperazione si erano già registrate nel passato i contributi di effettivi da parte dei soci dell’APP e del Dialogo Mediterraneo e alcuni altri paesi nelle operazioni guidate dall’Alleanza. La partecipazione di soci dell’APP nelle operazioni della NATO a sostegno della pace è governata dal Quadro Politico Militare che segnala che la partecipazione dei soci nei processi della pianificazione e la creazione di forze si fa attraverso il Centro Internazionale di Coordinamento collocato nel Quartiere Generale del comando delle Operazioni. Ma, è stata la missione in Afghanistan che ha creato un maggiore interesse a collaborare e contribuire con eserciti o in un altro modo all’ISAF. Il Consiglio del Nord Atlantico tiene riunioni sia con ambasciatori, che ministri della Difesa e Affari Esteri, dedicate a informare e scambiare impressioni durante la marcia delle operazioni con gli omologhi di quei paesi. Nel summit a Riga del 2006 è stata sottolineata l’importanza delle politiche di adesione, cooperazione e dialogo per raggiungere gli obiettivi della NATO e si è evidenziato che i 18 paesi non alleati sostenevano o stavano contribuendo con forze militari nelle operazioni guidate dall’Alleanza e quindi fu incaricato il Consiglio di sviluppare una politica favorevole ad aumentare le relazioni con i partner e con i paesi di contatto. 

Nel Summit a Bucarest del 2008 si sono viste le crescenti e variegate relazioni della NATO con altri paesi in tutto il mondo, mostrando gli importanti progressi nella costruzione di un dialogo politico e nello sviluppo di pacchetti individuali di cooperazione su misura con vari di quei paesi. Per quanto riguarda il rapporto con i Paesi di Contatto, nel Comunicato di quel Summit si riconosce un passo avanti importante e per la prima volta si nomina e si ringrazia il contributo significativo diretto delle forze all’ISAF da parte dell’Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Singapore e agli sforzi della Repubblica della Corea in sostegno alla missione NATO in Afghanistan. Nella Dichiarazione di Strasburgo-Kehl del 2009 è stato ribadito il ringraziamento ai contributi significativi fatti da molti paesi nelle operazioni in Afghanistan e si è insistito sulla flessibilità degli strumenti del dialogo e della cooperazione. Le relazioni con i Paesi di Contatto e altri soci in tutto il mondo si moltiplicano e costituiscono una sfida per l’Alleanza. Per questo si dovrebbero massimizzare le possibilità dell' EAPC al momento di sviluppare il dialogo politico e i meccanismi e strumenti esistenti nell’Associazione per la Pace, il Dialogo Mediterraneo e l’Iniziativa di Istanbul al momento di preparare i Pacchetti Individuali di Cooperazione su misura con paesi terzi. In questo modo si potrebbero normalizzare le diverse relazioni esistenti, economizzare il numero di meccanismi usati nella cooperazione ed evitare situazioni di ingiustizia. 

9-Conclusioni generali. 

A questo punto della vita della NATO, è giusto sottolineare l’opportunità della creazione del NACC, la sua adeguata sostituzione dal Consiglio di Associazione Euro- Atlantico così come il successo del lancio dell’Associazione per la Pace e delle future iniziative di cooperazione, tutte create con lo stesso obiettivo fondamentale di migliorare l’ambiente di sicurezza di soci e alleati. Tale miglioramento si cerca di ottenere aiutando gli Stati interessati a costruire un quadro democratico salutare, mantenere la stabilità politica e approfittare dell’esperienza e conoscenza della NATO nella modernizzazione delle sue forze armate. Allo stesso tempo mira a consentire ai partner di rispondere alle loro esigenze di sicurezza. Anche se possono esistere, in alcuni casi, altri obiettivi secondari, non dobbiamo perdere di vista la vera natura delle iniziative di cooperazione, da sempre attento a rispettare la sovranità dei paesi partecipanti e di garantire che essi diventino protagonisti della loro stessa sicurezza. Nel corso degli anni, le attività e i meccanismi di varie iniziative di cooperazione si sono ampliate e approfondite per adattarsi alle nuove priorità della NATO e dei partner in un cangiante entourage di sicurezza. I loro rapporti speciali con la Russia, l’Ucraina e la Georgia mostrano il reciproco interesse nel mantenere i contatti bilaterali molto stretti e lo sviluppo della cooperazione nel rispetto dell’indipendenza e la sovranità di questi Stati.

L’APP e altre iniziative di cooperazione hanno avuto un grande successo per l'alto numero di paesi partecipanti (25) e l’ingente lavoro realizzato dagli stessi. L’APP ha sviluppato un numero notevole di meccanismi e strumenti che esigono molte ore di lavoro per ottenere dei risultati. Lo sforzo valeva- e vale- la pena e i diversi meccanismi dell’APP usati da un numero considerevole di nazioni sono riusciti a democratizzare, alleggerire e migliorare le loro strutture di difesa. D’altra parte, le iniziative sono servite per avvicinare i principi politici che guidano la vita dei paesi dell’Alleanza a molti altri paesi in un momento storico molto complesso. Inoltre, hanno contribuito in modo importante a mantenere la stabilità in Europa, il Mediterraneo e oltre, arrivando fino all’Asia Centrale. 14 partner dell’APP sono riusciti a realizzare il loro sogno di diventare membri della NATO, uno sta partecipando al Piano d’Azione per diventarlo e si spera che altri due possano aggiungersi presto. I cosiddetti Paesi di Contatto mantengono un rapporto individuale con l’Alleanza e alcuni di essi, insieme a molti paesi partner delle diverse iniziative di cooperazione, hanno partecipato e partecipano con eserciti nelle diverse operazioni guidate dalla NATO durante gli ultimi 15 anni. 

Le iniziative di cooperazione della NATO hanno giocato un molto importante per ottenere la conformità con la missione e gli obiettivi dell'Alleanza. Tuttavia, è necessario un rinnovamento e normalizzazione dei procedimenti e meccanismi affinché queste iniziative e le relazioni con i Paesi di Contatto continuino a mantenere la loro efficacia e vigore. Il nuovo Concetto Strategico dovrebbe riflettere lo spirito che ha animato il lancio delle iniziative di cooperazione e di marcare la loro posizione all'interno della vasta gamma di rapporti che la NATO continua oggi con i paesi terzi. Spero che questo documento di lavoro serva perché si conoscano meglio quelle iniziative che hanno giocato un ruolo importante per la pace e la stabilità della zona euro-atlantica nei passati 15 anni e che continueranno a giocare in un futuro prossimo.
Tavola dei paesi partecipanti (alla fonte)

Yaniz Federico Velasco
Generale dell'Aviazione(R) e membro del gruppo di lavoro sul Concetto Strategico della NATO del Real Instituto Elcano

Note:
[1] Noto come Rapporto Harmel in riferimento al suo autore, il ministro e capo del Governo del Belgio Pierre Harmel, i ministri degli Esteri nella riunione del Consiglio Atlantico del Nord il 13 e 14 dicembre 1967 a Bruxelles la adottarono come dottrina ufficiale. Il testo si trova nel Nato Basic Texts. The future Tasks of the Alliance, Bruxelles 13-14/XII/1967, attualizzato il 5/VII/2000
[2] Al punto 9 del Dossier si legge: "Il rilassamento delle tensioni non è l'obiettivo finale ma parte di un processo a lungo termine per promuovere relazioni migliori e stimolare un accordo europeo. L'obiettivo finale dell'Alleanza è di raggiungere un ordine pacifico giusto e duraturo in Europa accompagnato dalle adeguate misure di sicurezza" 
[3] NATO Press Release (2008) 049, “Bucharest Summit Declaration”, 3/IV/2008.
[4]  Quando il Comando delle Operazioni fu creato nel 2003 si decise di mantenere i nomi usati per riferirsi al suo capo e al suo quartier generale visto il gran numero di documenti legali dove figuravano tali riferimenti. In questo modo, il capo Comandante delle Operazioni continua a essere il Comandante Supremo Alleato in Europa (in inglese Supreme Allied Commander Europe, sigla in inglese SACEUR). E il quartiere generale del Comando delle Operazioni continua a essere il Quartiere Supremo Alleato in Europa (in inglese Supreme Headquarters Allied Power Europe, sigle SHAPE)
[5]Per un'informazione dettagliata sugli aspetti riguardanti all'APP trattati nel Summit di Washington vedasi:  “Towards a Partnership for the 21st Century”, rapporto del Political Military Steering Committee on Partnership for Peace.
[6] Nel Concetto Strategico del 1999, Parte I - “The Purpose and Tasks of the Alliance”, punto 10, si legge: “To achieve its essential purpose, as an Alliance of nations committed to the Washington Treaty and the United Nations Charter, the Alliance performs the following fundamental security tasks: Partnership: To promote a wide-ranging partnership, cooperation and dialogue with other countries in the Euro-Atlantic area…”.
[7] Il Summit a Praga sarà anche ricordato per l'invito simultaneo a sette soci-Bulgaria, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania e Romania– per diventare in membri dell'Alleanza- nota come il  Big Bang– decisione presa nonostante la forte opposizione della Russia e che si tradusse in un raffreddamento nei rapporti con la NATO. 
[8] LA NATO ha approvato Piani D'Azione dell'Associazione Individuale con la Georgia il 29-10-2004, con l'Azerbaijan il 27-5-2005, con il Kazakistan, con la  Moldavia il 19-5-2006, con il Montenegro il 21-5-2006 e con il Bosnia- Erzegovina a febbraio 2007
[9] I testi menzionati si trovano a: http://www.nato.int/docu/comm/2004/06-istanbul/.
[10] Sia la scuola della NATO a Oberamegau, Germania, che il Collegio della Difesa della NATO a Roma hanno numerosi corsi aperti ad alunni provenienti dai paesi soci dell'APP, del Dialogo Mediterraneo, dell'"ICI" e di altri paesi che hanno qualche tipo di rapporto di cooperazione con l'Alleanza Atlantica.
[11] La Repubblica Ceca, Ungheria e la Polonia furono i primi soci dell'APP invitati a diventare alleati approfittando del Summit a Washington. L'Albania e la Croazia furono invitati al Summit a Bucarest nel 2008 diventando formalmente membri dell'Alleanza quando finì il processo di adesione il 1 aprile 2009.
[12] Nel punto 23 della Dichiarazione del Summit a Bucarest, pubblicato il 3 aprile 2008, s’indica:: “NATO welcomes Ukraine’s and Georgia’s Euro Atlantic aspirations for membership in NATO. We agreed today that these countries will become members of NATO”.
[13] NATO Press Release (2006)150, “Riga Summit Declaration”, 29/11/2006.
[14] Nello stesso punto 37 della Dichiarazione si conclude con il desiderio che venga restaurato l'ordine costituzionale in Mauritania (più tardi, il portavoce della NATO il 25 settembre 2009, comunicò che l'Alleanza aveva deciso di riprendere la sua completa cooperazione con la Mauritania nel quadro del Dialogo Mediterraneo come risultato del processo politico aperto in questo paese con le elezioni presidenziali del luglio 2009).
[15] Le attività incluse nel Programma sono principalmente militari (85%) ma le aree di cooperazione sono variegate e includono: diplomazia pubblica, istruzione militare, dottrina e addestramento, politica di difesa e strategica, pianificazione di emergenza civili, controllo delle crisi e armamento, tra le altre cose.
[16] Ad esempio, l'Iniziativa NATO di Cooperazione per l'Allenamento disegnata per il DM sono anche rivolte ai partecipanti nell'ICI 
[17] Rapporto del seminario "NATO and Gulf Security" tenutosi nel Collegio della Difesa della NATO, Roma, 2-3/12/2009.
[18] NATO Office of Information and Press, “Founding Act on Mutual Relations, Cooperation and Security between NATO and the Russian Federation”, 27/5/1997.
[19] NATO Office of Information and Press, “NATO-Russia Council, Rome Summit”, 28/5/2002.
[20] I rapporti della NATO-Russia vengono descritte in: http://www.nato.int/cps/en/natolive/topics_51105.htm.
[21] LA Missione è parte dello Stato Maggiore Internazionale del CG dell'Alleanza a Bruxelles. Attualmente il capo è il generale ungherese Laszlo Makk e sotto i suoi ordini ci sono 13 militari e un civile. 
[22] Nel punto 33 della Dichiarazione di tale Summit si segnalano i profondi disaccordi registrati ed esorta la Russia a rispettare i suoi impegni con la Georgia, ma riafferma l'importanza della Russia per l'Alleanza come socio e vicino e che il dialogo e la cooperazione tra la NATO e la Russia sono importanti per sviluppare la capacità congiunta per affrontare in modo efficace le minacce e sfide comuni. Infine, si esprime il desiderio di riallacciare le riunioni ministeriali del Consiglio prima dell'estate 2009. NATO Official Text, “Strasbourg-Kehl Summit Declaration”, 4/4/2009.
[23] Per la prima proposta che si riferisce al rafforzamento delle relazioni pratiche di cooperazione e possono essere intraprese a breve termine, si è evidenziato come aree di interesse comune le seguenti: la lotta contro il terrorismo, la lotta contro la proliferazione di armi di distruzione di massa, la difesa missilistica, la lotta contro la proliferazione della tecnologia di missili balistici, la cooperazione per quanto riguarda l'Afghanistan, l'addestramento nella lotta contro il narcotraffico e la sicurezza marittima (l'Alleanza ha invitato la Russia a rinnovare la sua partecipazione nell'operazione Active Endeavour) Per quanto riguarda la seconda proposta, ha espresso la sua convinzione che il Consiglio della NATO-Russia dovrebbe tornare ad essere il forum dove si possano esprimere le differenze in modo aperto e trasparente e dove poter discutere sulle preoccupazioni- incluse quelle russe- sulla sicurezza (la comunità russa formata da esperti in strategia sono stati invitati perché facessero sentire la loro voce nell'attuale processo di preparazione del Nuovo Concetto Strategico). Per quanto riguarda la terza proposta si è insistito sul fatto che si deve realizzare una revisione delle sfide e minacce comuni per contare con una base analitica accordata insieme affinché si possa affrontare con successo la cooperazione pratica.(http://www.carnegieendowment.org/files/Event_Transcript.pdf).
[24] Le relazioni della NATO-Ucraina vengono descritte su:http://www.nato.int/docu/handbook/2001/hb0304.htm.
[25] 34 paesi hanno partecipato o partecipano all'APP, sette sono soci del DM, quattro dell'Iniziativa di Istanbul, e almeno 10 si possono considerare paesi di Contatto e molti atri hanno avuto puntualmente un rapporto con l'Alleanza.

Fonte: Realinstitutoelcano.org
Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

3 commenti:

  1. L’origine della sovversione in Siria
    http://terrasantalibera.com/wordpress/?p=304

    Il “traditore Jalil”, leader dei ribelli Libici, dato per morto a Bengasi
    http://terrasantalibera.wordpress.com/2011/04/26/morto-leader-ribelli-libici/

    RispondiElimina
  2. Ci mancava solo la guerra (o del trionfo del cerchiobottismo)

    http://informazionescorretta.blogspot.com/2011/04/ci-mancava-solo-la-guerra-o-del-trionfo.html

    RispondiElimina
  3. Guerra: lo scandalo è la “sinistra”

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=34663

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