Prendendo spunto dal caso Pomigliano, Luciano Gallino ha scritto recentemente su Repubblica: “La crisi economica esplosa nel 2007 ha fatto cadere i veli della globalizzazione. Politici, industriali, analisti non hanno più remore nel dire che il problema non è quello di far salire i salari e le condizioni di lavoro nei paesi emergenti: sono i nostri che debbono, s’intende per senso di responsabilità, discendere al loro livello”.
Ebbene, i salari e le condizioni di lavoro nei paesi emergenti non li possono cambiare né i nostri analisti, né gli industriali (nostri o stranieri), né i nostri politici. Gli agenti del cambiamento possono essere soltanto i lavoratori e i politici stranieri. Né possiamo fingere di ignorare che il passaggio che avvenisse, in uno stato straniero “in via di sviluppo”, da un regime di lavoro “da sole a sole” in cambio del mero sostentamento per la famiglia dell’operaio ad un regime di “dieci ore al giorno” per sei giorni a settimana, con salario dignitoso in relazione al basso costo della vita, potrebbe essere vissuto dagli operai di quello Stato come un evento epocale, che potrebbe soddisfarli per un paio di decenni.
L’ambasciatore della Corea del Nord di fronte all’ONU, Sin Son Ho, ha accusato la Corea del Sud e gli USA di presentare una "farsa preparata", ed ha avvertito che “la guerra potrebbe esplodere in qualsiasi momento”. Nel frattempo Washington ha prolungato di un altro anno le sanzioni economiche alla Corea del Nord, argomentando la continuazione del programma nucleare di Pyongyang, secondo quanto riportato dalla Casa Bianca nella sua pagina web.
Il rappresentante diplomatico di Pyongyan ha respinto l'inchiesta presentata dalla Corea del Sud di fronte all’ONU che afferma che il paese nordcoreano ha causato l’affondamento di una nave sudcoreana a marzo. Ed ha minacciato gli USA di rispondere con un’azione militare.
Di Jérôme Duval, Damien Millet e Sophie Perchellet
Gli autori, membri del Comitato per l'Annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM) spiegano come il Fondo Monetario Internazionale, dopo aver imposto misure di adeguamento nei paesi del Sud, ora impone le sue ricette neoliberiste in Europa tagliando i diritti dei lavoratori in favore di politiche liberali che perpetuano il sistema capitalista.
La crisi attuale è il mezzo ideale affinchè il FMI applichi in Europa le sue sofisticate ricette ultra-liberali imponendo ai paesi in via di sviluppo a partire dai primi anni '80. Screditato nel corso di tre decenni di piani di aggiustamento strutturale imposti brutalmente ai popoli del Sud, il FMI diventa il centro del gioco politico a partire dal momento in cui il G20 ha assunto la gestione della crisi nel 2008.
Dall'Europa in cui è sotto attacco frontale il sistema pensionistico, dove facilitano i licenziamenti di massa, li si rende più a buon mercato, e si cerca di abolire de facto la residuale presenza dei sindacati, i mezzi di comunicazione si dilettano ad emanare preoccupate circolari sull'imminente tracollo dell'economia del Venezuela. Incredibile, ma vero. Per fungere da armi di distrazione di masse, non hanno limite alla decenza e si abbandonano lascivamente alla tragicommedia.
In Venezuela, ogni anno i salari vengono rivalutati con un aumento uguale o superiore all'inflazione accumulata. Il primo maggio è stata aumentata la pensione portandola al valore del salario del minimo degli occupati. La previdenza sociale si è fatta carico dei contributi mancanti dei pensionabili, quelli che le imprese non avevano pagato durante la parentesi neoliberista, in cui era stato messo in liquidazione l'istituto pensionistico.
In mezzo ad un rinnovato clima di tensione tra la Russia e l’asse USA-NATO nel Caucaso, in un centro strategico della “guerra fredda” per il controllo delle fonti e strade del petrolio in Asia Centrale, il Kirghizistan, un paese centrale nel dispositivo di occupazione militare dell’Afghanistan, è entrato in un processo di violenza e di “guerra civile” che coinvolge allo stesso modo le due prime potenze nucleari del pianeta. Si tratta di un nuovo e pericoloso fronte di conflitto in un’aerea esplosiva che contiene più del 70% delle riserve petrolifere mondiali.
Di Manuel Freytas
Una polveriera. Il Kirghizistan, un’ex repubblica sovietica di 5 milioni di abitanti, è un centro strategico della “guerra fredda” per il controllo delle fonti e vie del petrolio nell’Asia Centrale.
E’ un paese montuoso dell’Asia Centrale, senza uscita sul mare, che confina con la Repubblica Popolare cinese, Kazajistan, Tayikistan e Uzbekistan. La sua capitale è Biskek.
Il paese ha una popolazione di poco più di 5.350.000 di abitanti in 198 500 km². Irregolarmente distribuiti, concentrati nella capitale Bishkek e le aree bagnate dal fiume Naryn e dei suoi affluenti.
Ha una base russa, una base statunitense, e gioca un ruolo vitale nel dispositivo di occupazione militare in Afghanistan.
LA POLITICA RESTRITTIVA AGGRAVA LA CRISI, ALIMENTA LA SPECULAZIONE E PUO’ CONDURRE ALLA DEFLAGRAZIONE DELLA ZONA EURO. SERVE UNA SVOLTA DI POLITICA ECONOMICA PER SCONGIURARE UNA CADUTA ULTERIORE DEI REDDITI E DELL’OCCUPAZIONE Ai membri del Governo e del Parlamento
Ai rappresentanti italiani presso le Istituzioni dell’Unione europea
Ai rappresentanti delle forze politiche e delle parti sociali
E per opportuna conoscenza al Presidente della Repubblica
La gravissima crisi economica globale, e la connessa crisi della zona euro, non si risolveranno attraverso tagliai salari, alle pensioni, allo Stato sociale, all’istruzione, alla ricerca, alla cultura e ai servizi pubblici essenziali, né attraverso un aumento diretto o indiretto dei carichi fiscali sul lavoro e sulle fasce sociali più deboli.
Piuttosto, si corre il serio pericolo che l’attuazione in Italia e in Europa delle cosiddette “politiche dei sacrifici” accentui ulteriormente il profilo della crisi, determinando una maggior velocità di crescita della disoccupazione, delle insolvenze e della mortalità delle imprese, e possa a un certo punto costringere alcuni Paesi membri a uscire dalla Unione monetaria europea.
Daniel Estulin, dopo l’intervento al Parlamento Europeo, spiega cos' è l’Azienda Mondiale della quale ha parlato durante tale incontro.
Continuo a ricevere molte mail che mi chiedono del tema dell'Azienza Mondiale SA Così, oggi e domani, cercherò di spiegare in profondità, perché è una questione molto importante per la comprensione degli affari del mondo.
Come esempio, vorrei utilizzare l’azienda petrolifera molto di moda oggi, la Royal Dutch Shell (RDS), un prodotto dell’unione tra gli interessi petroliferi olandesi e britannici. La Shell e la BP sono la punta dell’iceberg di infinite aziende intrecciate e collegate tra di loro con banche commerciali, banche d’investimenti, aziende belliche, chimiche, farmaceutiche, assicurazioni, mass media, ecc.
La Gioventù Comunista ha invitato la sinistra a mobilitarsi di fronte alla "censura delle alternative al capitalismo"
Dall' 8 giugno, indossare una t-shirt che mostra il Che, il volto di Lenin o la falce e martello in Polonia è soggetto ad ammenda ed anche a carcerazione.L'Esecutivo di centrodestra di Donald Tusk ha approvato una riforma del codice penale polacco che indurisce la repressione della "propaganda di ideologie criminali", che ora, insieme al nazismo e il fascismo, include anche il comunismo.
La Commissione europea ha deciso improvvisamente che la televisione di Hamas, Al Aqsa TV, va in onda attraverso Eutelsat, con sede in Francia e ha pertanto chiesto alle autorità francesi di interrompere nel più breve tempo possibile la messa in onda del canale TV.
Al Aqsa Tv sta divulgando il punto di vista della popolazione della Striscia di Gaza sull'attacco pirata da parte di Israele contro la Flottiglia della Libertà, che per la Commissione europea è una forma di «incitamento all'odio».
Nel periodo 2003-2006, Israele ha mobilitato la sua influenza in Europa e negli Stati Uniti per impedire la diffusione della televisione di Hezbollah, Al Manar, prima di attaccare il Libano.
In un accordo nel quale hanno preso parte gli USA, è stato assegnato un corridoio di volo sul suo territorio.
Londra. Il governo dell’Arabia Saudita permetterà l’uso del suo spazio aereo affinchè aerei israeliani sorvolino il suo territorio per dirigersi verso l’Iran, in un probabile attacco ad installazioni nucleari iraniane, secondo quanto riportato da un quotidiano britannico.
Le autorità saudite hanno consegnato uno stretto corridoio al nord di questo paese che permetterà di ridurre il tempo di volo da Israele all' Iran, lo riporta il quotidiano The London Times.
“I sauditi hanno dato il loro permesso agli israeliani per passare sul loro spazio aereo e far finta di non vedere. Loro hanno già fatto prove per assicurarsi che i loro aerei riconoscano il codice delle navi israeliane per evitare di essere colpite, tutto questo si è fatto attraverso un accordo con il Dipartimento di Stato”, ha indicato una fonte del Dipartimento della Difesa degli USA al Times.
Il mondiale di calcio nasconde tutto quello che il capitalismo vuole: l’attacco sionista al convoglio con aiuti umanitari, le sanzioni all’Iran, le svalutazioni in America Latina, l'avanzando degli Usa nella destabilizzazione di tutto ciò che possono nel mondo, e certamente, la povertà mondiale, la disoccupazione in Europa; e gli europei mangiano spazzatura come si mostrava ieri nell’articolo di InSurGEnte. Ma esistono persone che continuano a lottare per (almeno) mostrare al mondo le condizioni nelle quali sopravvive, mentre altri spendono enormi quantità di denaro in un Circo installato (oggi) in SudAfrica. Ma questo circo…. è solo una funzione.
Il senato degli Stati Uniti proponeuna nuova leggeche darebbe al presidente pieni poteri per preservare la sicurezza informatica del paese, includendo la possibilità di tagliare parzialmente l'accesso a internet.
I fornitori di accesso, di motori di ricerca e produttori di software selezionati dal governo dovrebbero conformarsi immediatamente alle ordinanze del Dipartimento della Homeland Security. La disobbedienza sarebbe sarà punita.
Chomsky è stato a Parigi, a fine maggio, invitato da Le Monde Diplomatique e il College de France.
Ha persentato il suo nuovo libro: “Hopes and Prospects”, nel quale fa una raccolta dei suoi articoli sull' America Latina, USA, Medio Oriente e Israele.
Al Ahram Weekly è riuscito a parlare con Chomsky nonostante i tempi strettissimi del professionista in linguistica e filosofia. Quanto segue è un riassunto dell’intervista nella quale Chomsky ha dato la sua opinione sulla situazione attuale in Medio Oriente e sulla politica statunitense verso Israele, Palestina e la regione a livello globale.(Rissunto dell'introduzione, NdT)
Potrei chiederle una dichiarazione sull’attacco di Israele di questa settimana alla Freedom Flotilla mentre si trovava in acque internazionali verso Gaza?
Sequestrare navi in acque internazionali e uccidere passeggeri è, senza dubbio, un crimine molto grave. Gli editori del Guardian di Londra hanno ragione quando dicono: “Se un gruppo armato di pirati somali avesse preso ieri sei navi in alto mare, uccidendo almeno 10 passeggeri e ferendone molti altri, una forza della NATO già oggi si dirigerebbe verso le coste somale”.
Mentre la pioggia tossica causata dalla fuoriuscita della BP ha cominciato a distruggere coltivazioni nel Tenesse, aumentano i sospetti sull’intenzionalità dello stesso.
Un rapporto del Ministero delle Risorse Naturali della Federazione Russa avverte che la fuoriuscita di petrolio e gas della BP nel Golfo di Messico è sul punto di trasformarsi nella peggior catastrofe ambientale di tutta la storia.
Gli scienzialti russi stanno segnalando i primi danni per la “pioggia tossica” nello stato del Tennessee. Informazioni stampa di questa regione confermano queste voci in base a quanto si legge nel Servizio di Notizie WREG nell' articolo intitolato “Misteriosi danni alle coltivazioni minacciano centinaia di ettari”.
Il Fondo monetario internazionale ha preso di nuovo le redini mesi fa e si prepara per continuare ad imporre la sua dottrina, adesso con il pretesto che le misure proposte sono indispensabili per superare la crisi e il problema del debito che questa ha provocato.
Gli economisti del Fondo che sono venuti a condannare la Spagna, come fanno in molti altri paesi, sono quelli che predicano austerità per chi guadagna poche centinaia di euro, mentre fissano per se stessi stipendi miliardari, quelle che richiedono tagli di spesa ai Governi da alberghi a cinque stelle e limousine che paghiamo noi contribuenti. Coloro che si dichiaravano politicamente neutrali, ma trattano con favore i dittatori e alterano senza vergogna decisioni democratiche che prendono i poteri rappresentativi.
Nella massa di informazioni che circolano sulla crisi dell’euro non è facile cogliere i fenomeni di fondo che si stanno producendo. Per questo, è importante fare un passo indietro, collocare questa crisi nel corso degli avvenimenti degli ultimi 20 anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica e proiettare uno sguardo geopolitico a medio e lungo termine.
La crisi greca ha confermato, se fosse necessario, che l’Europa come unione politica ormai non esiste. Nelle ultime settimane, l’UE ha rivelato al resto del mondo la sua estrema debolezza. L’euro non ha resistito alle offensive di ogni tipo che ha sofferto negli ultimi mesi, nonostante sia la moneta di una delle regioni più ricche e industrializzate del mondo. Alla prima grande crisi finanziaria mondiale dell’era della globalizzazione, è saltato all’occhio che la moneta europea non poteva sopportare le turbolenza del mercato e gli attacchi degli speculatori, semplicemente perché non aveva il sostegno di un sistema politico solido e coerente.
L'attacco finanziario alla Grecia, si è rivelato fin dall’inizio un attacco contro l'Europa, o meglio contro gli europei, portato da tutta una serie di potentati finanziari che aspirano ad ottenere un controllo sempre maggiore sull’intera area, di fatto sostituendosi ai vari governi nazionali, ormai in avanzata fase di smantellamento.
Tra le promesse ventilate e regolarmente disattese e l’insieme dei “sacrifici” imposti, tutto lascia pensare che questa crisi non sia un effetto collaterale di politiche economiche sbagliate, ma un mezzo molto ben studiato per il raggiungimento di altri obiettivi.
Al di là di quello che vogliono farci credere i leader politici, attraverso i media e le testimonianze di esperti ed economisti compiacenti, la crisi, come evento straordinario o calamità naturale del mondo finanziario non esiste. La situazione di estrema difficoltà in cui oggi tutti ci troviamo, altro non è se non una mistificazione creata con cura, una cospirazione ordita contro i governi nazionali europei, con lo scopo di tenerli a freno, controllarli e far accettare loro un Governo Economico sovranazionale.
In una recente conferenza a Montreal sotto l’auspicio del Council of Foreign RelationsUSA, il geostratega Brzezinski ribadisce le sue preoccupazione sul“risveglio politico globale”quando il modello di globalizzazione- di cui poco si sa sul suo vero fondatore negli anni '70 – si scioglierà rapidamente e che anticipia come “de-globalizzazione”
Di Alfredo Jalife-Rahme
Contesto: Lo storico britannico- israeliano Simon Schama, molto vicino alla dinastia Rothschild, ha appena diagnosticato che il mondo si trova “sull’orlo di una nuova era di furore” (Bajo la Lupa, 23-05-2010).
Fatti: Pepe Escobar, analista di Asia Times (22-05-10), sminuzza le battute d'arresto di cui ha sofferto l’UE di fronte alla creativa soluzione diplomatica del BIT (Brasile, Iran, Turchia) per lo scambio dell’uranio persiano e fa scorrere il recente avvertimento professato da Zbigniew Brzezinski- ex assessore di Carter e oggi intimo di Obama- sul "risveglio politico globale" e la "rottura delle elite".
Il ricercatore Daniel Estulin ha pronunciato un discorso di fronte la classe politica a Bruxelles, rivelando l’intenzione dell’élite finanziaria di far collassare l’economia globale e trasformare il mondo in una corporazione, della quale loro ne sono i beneficiari.
Signori e Signore,
Siamo oggi nella condizione di cambiare la storia. Finalmente credo che l’umanità abbia un futuro. Una popolazione in un momento demoralizzata e senza scopi sta uscendo da un lungo sogno. In questo risveglio generale, le persone cominciano a fare le domande giuste. Non è più, "cosa otterrò con questo?" Ma “cosa è giusto?”. E’ un fenomeno internazionale di risposta e reazione ad una marcata percezione che il mondo intero è destinato alla catastrofe a meno che noi, le persone, facciamo qualcosa al riguardo.