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30 maggio 2020
Il vero bersaglio di Trump? Forse non è la Cina...
WASHINGTON, 28 MAG – Donald Trump ha firmato l’ordine esecutivo sui social media. Lo rende noto la Casa Bianca. Il presidente ha spiegato che con suo provvedimento i social media non avranno più immunità legale contro eventuali cause per i contenuti delle loro piattaforme.
“Gli attacchi, preparati da tempo, contro o social media & Co, fanno parte di una strategia anti-global”, spiega UmbertoPascali.
Trump riporta a casa la produzione farmaceutica
Duro colpo a BigPharma e Big Finance – Poi sarà la volta di acciaio, energia, elettronica…
ROTSCHILD E DEEP STATE – OBIETTIVO CINA
Negli Stati Uniti è iniziata la ri-costituzione dell’apparato produttivo farmaceutico, oggi de-localizzato quasi al 100 per cento in Cina e altrove. La crisi del coronavirus ha messo in evidenza che gli USA non producono più alcuna delle medicine necessarie. Le grandi multinazionali, Big Pharma, le importano dalla Cina e da altri paesi, a prezzi bassissimi – frutto di lavoro semischiavistico – e le rivendono a prezzi astronomici sul mercato americano, europeo ecc. Unico costo, il prezzo della confezione, anche questa prodotta in Cina. Per esempio, praticamente il 100 per cento degli antibiotici non viene più prodotto negli Stati Uniti.
“Gli attacchi, preparati da tempo, contro o social media & Co, fanno parte di una strategia anti-global”, spiega UmbertoPascali.
Trump riporta a casa la produzione farmaceutica
Duro colpo a BigPharma e Big Finance – Poi sarà la volta di acciaio, energia, elettronica…
ROTSCHILD E DEEP STATE – OBIETTIVO CINA
Negli Stati Uniti è iniziata la ri-costituzione dell’apparato produttivo farmaceutico, oggi de-localizzato quasi al 100 per cento in Cina e altrove. La crisi del coronavirus ha messo in evidenza che gli USA non producono più alcuna delle medicine necessarie. Le grandi multinazionali, Big Pharma, le importano dalla Cina e da altri paesi, a prezzi bassissimi – frutto di lavoro semischiavistico – e le rivendono a prezzi astronomici sul mercato americano, europeo ecc. Unico costo, il prezzo della confezione, anche questa prodotta in Cina. Per esempio, praticamente il 100 per cento degli antibiotici non viene più prodotto negli Stati Uniti.
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9 aprile 2020
COVID-19 - La lotta per la cura e i profitti dell'industria farmaceutica
Qualche giorno fa, il Dr. Tedros, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha ripetuto quello che aveva detto qualche settimana fa, cioè che ci sono circa 20 aziende farmaceutiche nel mondo che stanno sviluppando un vaccino contro il nuovo coronavirus, chiamato COVID-19, noto anche come 2019-nCOV, o SARS-CoV-2. Per i profani, si tratta semplicemente di una mutazione più forte del virus della Sindrome Respiratoria Acuta Severa (SARS), scoppiata nel 2002/2003, anch'essa in Cina. Si tratta, ovviamente, di una mutazione di laboratorio. In un laboratorio di guerra biologica statunitense ad alta sicurezza. In altre parole, la SARS e il COVID-19 - tra molti altri agenti di guerra biologica - sono stati prodotti negli Stati Uniti.
E ora è iniziata la caotica corsa all'occidentale per un vaccino da parte di aziende private che vogliono superarsi a vicenda.
E ora è iniziata la caotica corsa all'occidentale per un vaccino da parte di aziende private che vogliono superarsi a vicenda.
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31 marzo 2020
Insegnare l'Utopia in tempi di pandemia:Riflesioni dal confinamento
"Nessuno sa cosa verrà dopo. Forse è utile usare questi giorni di isolamento per immaginare altri mondi lontani da questa realtà distopica"
Scrivo queste lettere senza uno scopo chiaro e preciso. Non intendo dare lezioni. Sicuramente dovrei chiarirmi un po' e vedere se riesco a trovare un punto d'incontro con qualcuno dall'altra parte di questo isolamento. Sì, questa è sicuramente l'intenzione di queste note. Cercare qualcuno alla fine di questo tunnel verso il quale corriamo, collettivamente e, allo stesso tempo, da soli e individualmente. Potremmo dire che siamo anche di fronte a un crollo introspettivo. Come nel romanzo La peste di Albert Camus, a poco a poco, tutto questo ci ha colto completamente alla sprovvista. C'è stato chi ha riso all'inizio, come nel romanzo, quando ha visto che l'indice di vendita di questo libro cresceva nel calore delle notizie che ci arrivavano sull'evoluzione del virus, che getta, come in esso, l'essere umano contro l'assurdo. Il meccanismo è simile. Almeno, chi ha avuto la fortuna di poterlo acquistare nei primi giorni, oggi potrà godere di una buona lettura, che parla dell'essere e dell'esistenza, del sostegno reciproco e della libertà individuale di fronte all'indifferenza e all'autorità. È vero che Camus ha criticato la restrizione della libertà nelle dittature, in particolare l'occupazione nazista della Francia durante la seconda guerra mondiale, quindi il romanzo continuerà ad essere utile nei prossimi mesi. Conservatelo. Non abbandonate ancora i suoi insegnamenti, non ancora...
Scrivo queste lettere senza uno scopo chiaro e preciso. Non intendo dare lezioni. Sicuramente dovrei chiarirmi un po' e vedere se riesco a trovare un punto d'incontro con qualcuno dall'altra parte di questo isolamento. Sì, questa è sicuramente l'intenzione di queste note. Cercare qualcuno alla fine di questo tunnel verso il quale corriamo, collettivamente e, allo stesso tempo, da soli e individualmente. Potremmo dire che siamo anche di fronte a un crollo introspettivo. Come nel romanzo La peste di Albert Camus, a poco a poco, tutto questo ci ha colto completamente alla sprovvista. C'è stato chi ha riso all'inizio, come nel romanzo, quando ha visto che l'indice di vendita di questo libro cresceva nel calore delle notizie che ci arrivavano sull'evoluzione del virus, che getta, come in esso, l'essere umano contro l'assurdo. Il meccanismo è simile. Almeno, chi ha avuto la fortuna di poterlo acquistare nei primi giorni, oggi potrà godere di una buona lettura, che parla dell'essere e dell'esistenza, del sostegno reciproco e della libertà individuale di fronte all'indifferenza e all'autorità. È vero che Camus ha criticato la restrizione della libertà nelle dittature, in particolare l'occupazione nazista della Francia durante la seconda guerra mondiale, quindi il romanzo continuerà ad essere utile nei prossimi mesi. Conservatelo. Non abbandonate ancora i suoi insegnamenti, non ancora...
23 marzo 2020
Stato di emergenza e capitalismo della sorveglianza
Guardando la realtà drammatica e al tempo stesso paradossale che ci
circonda in questi giorni, caratterizzati anche da episodi di psicosi
collettiva, e leggendo il capitolo de “il sistema strumentalizzante”,
tratto dal fondamentale saggio di Shoshana Zuboff dal titolo “Il
capitalismo della sorveglianza”, vorrei condividere alcune riflessioni e
porre alcune domande.
É possibile un “colpo di stato dall’alto”?
É possibile che in una democrazia dove il capitalismo contemporaneo non si adegua mai alle leggi, ma cerca di modificarle in funzione della propria egemonia, ricorra a uno stato di emergenza continuo per mantenere la concentrazione di ricchezze verso l’alto e aumentare le diseguaglianze economiche, politiche e culturali?
É possibile un “colpo di stato dall’alto”?
É possibile che in una democrazia dove il capitalismo contemporaneo non si adegua mai alle leggi, ma cerca di modificarle in funzione della propria egemonia, ricorra a uno stato di emergenza continuo per mantenere la concentrazione di ricchezze verso l’alto e aumentare le diseguaglianze economiche, politiche e culturali?
19 marzo 2020
Fino al giorno in cui potremo baciarci di nuovo...
Non c'è bisogno di scrivere una sceneggiatura: il coronavirus schiaccia la realtà, perché è la realtà. A forza di venire verso di noi a tutta velocità, il futuro ci ha colpiti. Eccoci qui in un misto di Years and Years e di Contagion. Oltre alle conseguenze che provoca, non esiste più nulla. E qualunque cosa accada adesso, al termine di questa grave crisi globale e totale, nulla sarà più come prima. Spesso lo scriviamo per abitudine, per pigrizia intellettuale, ma questa volta possiamo dire che la formula è più che azzeccata.
Il confine tra realtà e finzione si confonde, quello tra presente e futuro è sfocato. Per alcune settimane, forse di più, le nostre vite quotidiane saranno capovolte. Vivremo al ritmo delle istruzioni ufficiali, ma anche del macabro conteggio degli infetti, e deceduti. La nostra capacità di rimanere disciplinati e di aiutarci a vicenda dipenderà dalla nostra salvezza collettiva e individuale. Ma alla fine di questo periodo, quando l'atmosfera diventerà di nuovo respirabile - che fino ad oggi rimane fortunatamente l'ipotesi più probabile - dovremo mettere in discussione il nostro modello di civiltà.
Il confine tra realtà e finzione si confonde, quello tra presente e futuro è sfocato. Per alcune settimane, forse di più, le nostre vite quotidiane saranno capovolte. Vivremo al ritmo delle istruzioni ufficiali, ma anche del macabro conteggio degli infetti, e deceduti. La nostra capacità di rimanere disciplinati e di aiutarci a vicenda dipenderà dalla nostra salvezza collettiva e individuale. Ma alla fine di questo periodo, quando l'atmosfera diventerà di nuovo respirabile - che fino ad oggi rimane fortunatamente l'ipotesi più probabile - dovremo mettere in discussione il nostro modello di civiltà.
18 marzo 2020
Questa “democrazia” è un sistema di governo per ricchi
Allan McDonald
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La più grande “democrazia” del mondo, davvero, ultimamente ha un debole per gli ultraricchi. Anzi, la più grande democrazia del mondo – il modello “platonico”, per così dire, di ogni sedicente democrazia del globo – vuole solo gli ultraricchi al vertice. La “democrazia” – viene il sospetto – si è ridotta a una sorta di foglia di fico, per gli ingenui, stesa come un velo pietoso su una realtà deprimente. Per la precisione, su un modello di governo in cui si sa già in partenza chi vince: o un super ricco oppure un rappresentante di super ricchi, debitamente finanziato da questi.
16 marzo 2020
Prove generali di Stato autoritario
Dentro questo scenario di scontro all’ultimo sangue non esistono per i padroni spazi per concessioni socialdemocratiche e nemmeno per le garanzie del diritto fino ad ora sopportate.
L’attacco ai diritti dei lavoratori e alle libertà democratiche è in atto in tutti i Paesi del Mondo; la borghesia ha abbandonato da tempo i riferimenti agli ideali espressi dalla sua rivoluzione, quella partita nel 1789.
In Italia i programmi per la riduzione degli spazi democratici sono partiti con il Piano di rinascita democratica della P2 e hanno accelerato il loro percorso dopo la caduta del Muro di Berlino con lo sdoganamento delle organizzazioni della destra estrema, con la guerra in Iugoslavia, con l’aggressione occidentale ai Paesi del Medio Oriente e in Italia con l’attacco allo statuto dei lavoratori, alla costituzione e all’idea di organizzazione dei lavoratori.
4 marzo 2020
Coronavirus: “Quest'allarmismo è funzionale alla speculazione finanziaria”
Quali saranno le ricadute sul sistema economico italiano della diffusione del Coronavirus e perché la borsa di Milano ha perso in un solo giorno il 5,4%? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Fumagalli, esperto di economia politica, che spiega in quale modo l’allarmismo rispetto al contagio è funzionale alla speculazione finanziaria.
Negli studi degli analisti economici e tra i professori delle università c'è una domanda ricorrente: "Quali saranno le ricadute del Coronavirus sul sistema economico?". I primi segnali arrivano dalla borsa di Milano che nel primo lunedì dopo la diffusione del Coronavirus nel Nord Italia ha fatto registrare un calo del 5,4%, ma si aspettano ricadute in molti settori: dal turismo alla ristorazione, dai trasporti all'export. Per provare ad analizzare la situazione ci siamo rivolti ad un esperto, Andrea Fumagalli, dal 2001 professore associato di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Pavia.
Negli studi degli analisti economici e tra i professori delle università c'è una domanda ricorrente: "Quali saranno le ricadute del Coronavirus sul sistema economico?". I primi segnali arrivano dalla borsa di Milano che nel primo lunedì dopo la diffusione del Coronavirus nel Nord Italia ha fatto registrare un calo del 5,4%, ma si aspettano ricadute in molti settori: dal turismo alla ristorazione, dai trasporti all'export. Per provare ad analizzare la situazione ci siamo rivolti ad un esperto, Andrea Fumagalli, dal 2001 professore associato di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Pavia.
3 marzo 2020
Il virus e il capitalismo: l’emergenza e noi
Che fare davanti al coronavirus? La domanda non porta con se l’analisi delle scellerate scelte di governo, regione e comune di questa settimana. La domanda è posta ai movimenti sociali, se dovessero affrontare questa situazione anomale da potenziale pandemia da virus mai conosciuto prima. Ribadiamo, a scanso di equivoci, che non parliamo della nuova peste, ma nemmeno di un raffreddore di stagione.
Spesso nella critica al contemporaneo e all’azione governativa e filo capitalista manca una parte di ragionamento sulle necessarie forme d’azione per reagire, resistere, rispondere ad una novità.
Nel mio piccolo mi pare interessante pensare di portare l’emergenza ad un livello totale, senza generare allarmismo ma nel nome della tutela di un bene comune e collettivo, la salute. Pretendere il blocco totale delle attività lavorative, per 7 o 10 giorni. Spiegare che la riduzione di contatti tra persone può limitare la propagazione del virus, e una minore propagazione del virus significa evitare di riempire le corsie d’ospedale, oltre che ridurre il numero dei morti. Quindi senza militarizzare alcun territorio. Fermare il tempo della produzione e del capitale.
17 febbraio 2020
Siria, Iraq, Iran, Kurdistan, Libia. Il mondo prigioniero della guerra imperialistica permanente
La definizione qui sopra non è, come si potrebbe pensare, di K. Marx, ma di uno che di racket se ne intendeva: Al Capone[1]. E l'imperialismo -aggiungiamo noi - è la sua espressione più compiuta. La prova più evidente che sia effettivamente così è data dall'infuriare della guerra ormai in ogni un angolo del pianeta, tanto più se ricco di qualche materia prima o perché situato in una posizione di importanza geostrategica come è il caso del Medioriente.
Esso ha la sfortuna di essere terra di mezzo fra Oriente e Occidente e di conservare nel suo sottosuolo grandi giacimenti di petrolio. Le due condizioni dovrebbero assicurare alle popolazioni che lo abitano un elevato grado di benessere socioeconomico come a poche altre al mondo; invece vi regna una barbarie che non conosce limiti.
16 febbraio 2020
Brexit, sovranità e teoria monetaria moderna
E se la Brexit fosse un toccasana per l’Inghilterra? Finora sembra proprio così: economia più fiorente, il controllo delle frontiere, una libertà d’azione che la gabbia degli eurocrati non consente. La moneta propria era stata già conservata, la vecchia sterlina della Banca d’Inghilterra fondata dopo la “gloriosa rivoluzione” alla fine del XVII secolo. Pazienza se torna qualche convulsione scozzese: a nord del vallo di Adriano chiedono l’indipendenza per diventare dipendenti di Bruxelles. Il mondialismo odia gli Stati nazionali forti, promuove il secessionismo di piccole nazioni senza Stato. E’ così anche in Spagna, con l’indipendentismo catalano che vuole staccarsi da Madrid per attaccarsi di più all’Unione Europea.
Intanto, non se ne può più di menzogne, attacchi, ironie e sarcasmi degli europoidi installati nelle maggiori redazioni e nelle università che fanno opinione e, purtroppo, scienza creduta. La prima obiezione che muoviamo loro è l’incomprensione – meglio la tenace negazione – dei sistemi monetari postmoderni fiat.
7 febbraio 2020
Davos 2020: la terra delle disuguaglianze
La ricchezza globale resta concentrata al vertice della piramide distributiva
La ricchezza globale, in crescita tra giugno 2018 e giugno 2019, resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l'1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.
Nel mondo 2.153 miliardari detenevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale.
Il patrimonio delle 22 persone più facoltose era superiore alla ricchezza di tutte le donne africane. Se le distanze tra i livelli medi di ricchezza dei Paesi si assottigliano, la disuguaglianza di ricchezza cresce in molti Paesi.
La ricchezza globale, in crescita tra giugno 2018 e giugno 2019, resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l'1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.
Nel mondo 2.153 miliardari detenevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale.
Il patrimonio delle 22 persone più facoltose era superiore alla ricchezza di tutte le donne africane. Se le distanze tra i livelli medi di ricchezza dei Paesi si assottigliano, la disuguaglianza di ricchezza cresce in molti Paesi.
6 febbraio 2020
Banche e fondi pensione esposti per 1400 miliardi di dollari con le aziende del fossile
Banche e fondi pensione presenti a Davos con i propri amministratori delegati per il meeting annuale del World Economic Forum sono esposti finanziariamente con le aziende di combustibili fossili, principali colpevoli della crisi climatica, per un valore di 1.400 miliardi di dollari. È questa la denuncia del nuovo rapporto di Greenpeace.
Banche e fondi pensione presenti a Davos con i propri amministratori delegati per il meeting annuale del World Economic Forum sono esposti finanziariamente con le aziende di combustibili fossili, principali colpevoli della crisi climatica, per un valore di 1.400 miliardi di dollari. È questa la denuncia del nuovo rapporto di Greenpeace International “It’s the finance sector, stupid” che dimostra anche come a Davos siano presenti le cinque compagnie assicurative con i maggiori investimenti a copertura di impianti e infrastrutture legate al carbone, il peggior combustibile fossile.
Banche e fondi pensione presenti a Davos con i propri amministratori delegati per il meeting annuale del World Economic Forum sono esposti finanziariamente con le aziende di combustibili fossili, principali colpevoli della crisi climatica, per un valore di 1.400 miliardi di dollari. È questa la denuncia del nuovo rapporto di Greenpeace International “It’s the finance sector, stupid” che dimostra anche come a Davos siano presenti le cinque compagnie assicurative con i maggiori investimenti a copertura di impianti e infrastrutture legate al carbone, il peggior combustibile fossile.
27 gennaio 2020
Eredità ed ideologia borghese
Se un operaio scaricatore dovesse chiedere ad un economista borghese "Perché Ambani ha tanta ricchezza e io no?" La risposta dell'economista sarebbe che Ambani ha certe "qualità speciali" che mancano all'operaio che scarica merci. Gli economisti borghesi, tuttavia, non sono tutti d'accordo su quali siano esattamente queste "qualità speciali" che dovrebbero spiegare le disuguaglianze di ricchezza.
Queste "qualità speciali" che presumibilmente dovrebbero spiegare perchè una persona è ricca devono essere indipendenti dal fatto che quella persona sia ricca, qualora questa spiegazione debba avere solidità logica. In un'economia capitalista, ad esempio, si verifica l'accumulo di capitale, e quindi la ricchezza aumenta nel tempo.
Queste "qualità speciali" che presumibilmente dovrebbero spiegare perchè una persona è ricca devono essere indipendenti dal fatto che quella persona sia ricca, qualora questa spiegazione debba avere solidità logica. In un'economia capitalista, ad esempio, si verifica l'accumulo di capitale, e quindi la ricchezza aumenta nel tempo.
3 gennaio 2020
Africa e Europa: Le Condizioni Economiche Della Pace
Le conseguenze sociali di tutto ciò sono devastanti. Nell’Africa subsahariana, la cui popolazione supera il miliardo ed è composta per il 60% da bambini e giovani di età compresa tra 0 e 24 anni. Circa i due terzi degli abitanti vivono in povertà e, tra questi, circa il 40% – cioè 400 milioni – in condizioni di povertà estrema7. La «crisi dei migranti» è in realtà la crisi della diseguaglianza, figlia del sistema di brigantaggio internazionale più raffinato mai congeniato.
Mohamed Konarè, nella sua ultima intervista su MePiù che ho avuto il privilegio di ascoltare in anteprima, ha descritto le sorti della sua gente con una immagine particolarmente vivida. “L’Africa e i popoli che la abitano, vivono oggi nel più grande Lager a cielo aperto che la storia abbia mai conosciuto”. Tutte le principali potenze economiche della Terra, Francia, Inghilterra, USA, Cina, India guardano all’Africa come un semplice deposito di materie prime da depredare. Nessuna di queste potenze è interessata alle sorti del miliardo di persone che vive in quelle terre.
Mohamed Konarè, nella sua ultima intervista su MePiù che ho avuto il privilegio di ascoltare in anteprima, ha descritto le sorti della sua gente con una immagine particolarmente vivida. “L’Africa e i popoli che la abitano, vivono oggi nel più grande Lager a cielo aperto che la storia abbia mai conosciuto”. Tutte le principali potenze economiche della Terra, Francia, Inghilterra, USA, Cina, India guardano all’Africa come un semplice deposito di materie prime da depredare. Nessuna di queste potenze è interessata alle sorti del miliardo di persone che vive in quelle terre.
2 gennaio 2020
"Sfide"
Per i movimenti popolari in America Latina e nel Caraibico non è sufficiente raggiungere un alto grado di consapevolezza politica e di organizzazione fintanto che le classi dominanti, in una forma o nell'altra, mantengono il controllo delle forze armate.
Quando il sistema politico tradizionale crolla e le sue energie si esauriscono, è possibile ottenere il controllo del governo (in tutto o in parte) da queste classi dominanti. senza dubbio è il caso del Venezuela e della Bolivia. È ben diverso togliere il potere economico (e il potere dei media, che è strettamente legato a quest'ultimo), anche se le forme di capitalismo di stato (in mani popolari) consentono margini abbastanza ampi per intraprendere riforme politiche e sociali fondamentali.
26 dicembre 2019
Inquinamento e movimento ambientalista: La lotta per il pianeta è contro il capitale
Negli ultimi anni la sensibilità rispetto al tema dell’ambiente è cresciuta esponenzialmente, e oggi in molti paesi europei questo tema è messo al centro del dibattito politico. Le manifestazioni di “Fridays for Future” hanno riportato i riflettori su una questione che sicuramente è fra le più attuali del nostro tempo. E lo è giustamente, perché i cambiamenti climatici e tutte le loro conseguenze sono già una realtà. Ma se è vero che cresce l’interesse per l’ambiente e il clima, non si può dire che si abbiano sempre le idee davvero chiare a riguardo. Molto spesso a prevalere sono i falsi miti. E questi diventano pericolosi quando, oltre a diffondersi nella percezione comune, possono essere utilizzati dai padroni per i loro interessi.
Uno dei grandi miti di questi anni, ad esempio, è l’idea che l’inquinamento si debba combattere innanzitutto con l’attivazione sul piano individuale da parte di ciascuno di noi, a partire dalle piccole azioni quotidiane.
3 dicembre 2019
La decisione della Bolivia sul litio ha accelerato il colpo di stato
La militarizzazione dei confini dell'Argentina e del Cile con la Bolivia ha coinciso con l'ingresso della società statunitense Ensorcia Metals, a cui Buenos Aires e Santiago hanno consegnato la produzione di batterie al litio, a differenza della Bolivia, che ha il più grande serbatoio, e che ha creato una società statale per l'industrializzazione in associazione con aziende europee, dice un gruppo di ricercatori della rete boliviana Marka Abia Yala.
"La geopolitica del litio è stata profondamente trasformata da una situazione molto complicata a una situazione altamente pericolosa per le economie regionali e la pace", dicono i ricercatori nel loro studio "Bolivia en la mira militar" (La Bolivia nell'occhio militare).
"La geopolitica del litio è stata profondamente trasformata da una situazione molto complicata a una situazione altamente pericolosa per le economie regionali e la pace", dicono i ricercatori nel loro studio "Bolivia en la mira militar" (La Bolivia nell'occhio militare).
1 dicembre 2019
Riflessioni a caldo sullo sciopero nazionale in Colombia
Lo sciopero nazionale del 21 novembre in Colombia, che ha visto centinaia di migliaia, se non milioni di persone, occupare le strade e sfidare la repressione e il coprifuoco in tutto il paese, è senza dubbio una delle più importanti mobilitazioni degli ultimi decenni. E' notevole non solo per la sua natura massiva, ma anche per il suo protagonista: i settori popolari urbani, che non si erano mobilitati in questo modo dal periodo di lotta negli anni '70 e '80.
Anche se per decenni l'asse delle lotte popolari in Colombia è stato nel settore rurale (principalmente contadini e indigeni), è ora che i settori urbani stanno finalmente assumendo una leadership massiccia nelle lotte contro il regime. Questo processo non sarebbe stato possibile senza due condizioni: un sentimento generalizzato di disagio nella popolazione e una forza organizzativa in grado di convocare e sostenere questa lotta.
Anche se per decenni l'asse delle lotte popolari in Colombia è stato nel settore rurale (principalmente contadini e indigeni), è ora che i settori urbani stanno finalmente assumendo una leadership massiccia nelle lotte contro il regime. Questo processo non sarebbe stato possibile senza due condizioni: un sentimento generalizzato di disagio nella popolazione e una forza organizzativa in grado di convocare e sostenere questa lotta.
19 novembre 2019
Fusione Fiat Chrysler-PSA: per il profitto e contro l'occupazione
Il progetto di fusione Renault Chrysler si è interrotto, mentre si farà la fusione Fiat Chrysler-Peugeot (PSA).
Gli amministratori di Chrysler e PSA hanno deciso di avviare la fusione che è stata annunciata come "la fusione del secolo".
L'obiettivo: nello sviluppo della globalizzazione capitalista, la competizione tra multinazionali sta diventando sempre più dura; si tratta di essere nella posizione migliore, con strumenti più forti per conquistare mercati in tutto il mondo aumentando i profitti.
PSA e Fiat Chrysler affermano che devono crescere.
Il gruppo che si formerà sarà il quarto produttore mondiale con 170 miliardi di euro di fatturato e 410.000 dipendenti.
Gli azionisti di Peugeot riceveranno circa 3 miliardi di euro, quelli di Chrysler-Fiat cinque miliardi alla firma dell'accordo di fusione.
Gli amministratori di Chrysler e PSA hanno deciso di avviare la fusione che è stata annunciata come "la fusione del secolo".
L'obiettivo: nello sviluppo della globalizzazione capitalista, la competizione tra multinazionali sta diventando sempre più dura; si tratta di essere nella posizione migliore, con strumenti più forti per conquistare mercati in tutto il mondo aumentando i profitti.
PSA e Fiat Chrysler affermano che devono crescere.
Il gruppo che si formerà sarà il quarto produttore mondiale con 170 miliardi di euro di fatturato e 410.000 dipendenti.
Gli azionisti di Peugeot riceveranno circa 3 miliardi di euro, quelli di Chrysler-Fiat cinque miliardi alla firma dell'accordo di fusione.
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